Parigi attaccata in Africa

Il Burkina Faso ha ordinato all’ambasciatore francese di lasciare il Paese, hanno confermato lunedì le autorità locali. La mossa arriva dopo i disordini del novembre dello scorso anno, durante i quali i manifestanti hanno tentato di prendere d’assalto l’ambasciata francese accusando Parigi per i suoi problemi di sicurezza. Rt e’ assertiva su questa contingenza. Frattanto la Russia quest’anno e’ penetrata nel ristretto gruppo delle dieci principali economie globali. Nello scenario contemporaneo fette crescenti di investitori stanno vendendo le loro riserve in euro come in una consapevolezza che la moneta unica deflagrera’. Cio’ ad onta dell’ingresso della Croazia nella moneta unica continentale, in relazione alla quale stazionano le prime recriminazioni in base al repentino aumento dei prezzi. La Croazia dispone di un pil 38 volte inferiore a quello italiano per cui gli scettici affermano che non bastera’ a salvare la compattezza europea: quest’ultima appare seriamente a repentaglio a causa della vittoria dei falchi olandesi e tedeschi nella gestione patrimoniale dell’Italia e degli altri paesi indebitatissimi.

Parlando con l’agenzia AP News, il portavoce del governo Jean-Emmanuel Ouedraogo ha detto che l’ambasciatore francese Luc Hallade è stato espulso, ma non ha fornito ulteriori dettagli.

Secondo fonti del quotidiano francese Le Monde, il ministero degli Esteri del Burkina Faso ha avanzato la richiesta di sostituire l’ambasciatore francese in una lettera inviata a Parigi a fine dicembre.

Fonti di Le Monde affermano che le ragioni per l’allontanamento dell’ambasciatore sono in parte legate a una lettera trapelata che sarebbe stata inviata da Hallade a cittadini francesi nella città burkinabè di Koudougou all’inizio di dicembre.

A quel tempo, l’ambasciatore avrebbe insistito affinché i suoi compatrioti si trasferissero nella capitale di Ouagadougou o Bobo-Dioulasso, un’altra città del Burkinabe, a causa della crescente minaccia jihadista nella regione. Il Burkina Faso ha subito due colpi di stato dal gennaio 2022.

Il sentimento antifrancese è in aumento nel Paese da diversi mesi. A novembre, i manifestanti hanno assediato l’ambasciata francese a Ouagadougou, chiedendo l’espulsione dell’ambasciatore.

Alcuni attivisti accusano Parigi, che ha un’impronta militare nel Paese, di non aver sconfitto il terrorismo. Vogliono rompere il vecchio rapporto di sicurezza con la Francia a favore di legami più stretti con la Russia.

La Francia ha dispiegato truppe nella regione del Sahel dell’Africa occidentale per combattere gli estremisti jihadisti nel 2013 e un anno dopo ha avviato la lunga operazione anti-insurrezione Barkhane. La campagna, che è stata ampiamente vista come un fallimento, è stata ufficialmente conclusa dal presidente francese Emmanuel Macron a novembre, che ha anche ordinato una revisione semestrale della strategia militare della nazione per la regione.

Quando la Francia ha ritirato le truppe dal Sahel, il numero totale dei militari di stanza è stato ridotto da 5.500 a 3.000. Alla fine di novembre, Ouagadougou ospitava ancora 400 membri delle forze speciali francesi. All’epoca, Hallade ha osservato che sarebbero rimasti lì “finché le autorità burkinabé lo desiderano, ma in un formato adattato e più ristretto”.

Vocabolario

* Ad onta: nonostante.

* Contemporaneo: di questo tempo.

* Repentino: veloce.




Mastodon: piattaforma social per pedofili

A seguito di un’indagine di Secjuice, è diventato chiaro che Mastodon è una piattaforma di social media dominata da pedofili e la maggior parte del suo contenuto è pornografia infantile. Avendo costruito la propria piattaforma di implementazione di O Status ,uno standard aperto per il microblogging federato. OStatus è stato creato per fornire un’alternativa a Twitter, ma invece di essere controllato da un’unica entità commerciale come Twitter, è stato controllato attraverso una federazione di “istanze indipendenti”. 

  Elias Stein e’ perentorio nel suo editoriale sull’argomento:”Credimi quando ti dico che non volevo scrivere un altro articolo sui pedofili dopo l’ultimo , ma ci siamo. È un argomento vile di cui leggere e scrivere, la tana del coniglio va più in profondità di quanto nessuno di noi voglia mai pensare, e quando dico noi intendo davvero me . Questo sarà l’ultimo articolo che scriverò sul tema della pedofilia e della pornografia infantile, e mi sento contaminato per averlo toccato.

Poco dopo che Elon Musk ha rilevato Twitter, alcune delle persone più influenti nell’infosec hanno iniziato a twittare che stavano lasciando Twitter. Sembra importante dare un’occhiata più da vicino alla piattaforma di social media su cui stanno incoraggiando disperatamente i loro follower a iscriversi in modo che possano avere un pubblico.

Nella loro fretta di fuggire da Twitter, questi influencer hanno creato account su una piattaforma di social media chiamata Mastodon senza sapere molto del luogo in cui stavano migrando o nulla sul tipo di comunità che chiamano Mastodon la loro casa. Ad essere onesti, Mastodon rende quasi impossibile la ricerca di comunità e contenuti nel fediverso in base alla progettazione , quindi molti dei nuovi arrivati non hanno assolutamente idea di chi viva su Mastodon perché non possono vederli .

Il fondatore di Mastodon, Eugen Rochko, non ha inventato il concetto di social network decentralizzato, ha solo costruito la propria piattaforma di implementazione di  OStatus , uno standard aperto per il microblogging federato. OStatus è stato creato per fornire un’alternativa a Twitter, ma è stato controllato attraverso una federazione di utenti ed apparati privati totalmente.

Il Fediverso che gli utenti in diretta di Mastodon usano, e’ stato argutamente creato da  un americano chiamato Evan Prodromou; esso e’ stato il primo a concretizzare una piattaforma social (Identi.ca) seguita dal primo protocollo social disseminato federato ( Pump.io), che nel tempo, ed attraverso varie interazioni, e’ evoluto in un hub, per confluire in un social network protocollato e sviluppato da WWWC.

Prima di Mastodon si usava GNU social. Vecchi clienti Twitter rammenteranno GnuSocial come strumento di interazione per contenuti sgraditi da Twitter.

Ad Aprile 2017, Mastodon acconsenti’ un profluvio di immagini pedopornografiche schermate dietro i propri nodi decentralizzati e descritti dagli utenti trasecolati come “un organizzata invasione di pedofili”. I centosessantamila membri di Mastodon originari, nel giro di poco ne hanno visti aggiunti altri centoquarantamila.

Non e’ possibile vedere ed interagire attualmente con pedofili su Mastodon in quanto esiste un meccanismo di totale offuscamento da superare per mezzo di una propria iscrizione al fediverso in cui e’ richiesta apriori la consapevolezza totale su dove siano e chi siano i personaggi pedofili del circuito. In Giappone Mastodon e’ declinato in altro sistema e fruisce di gran successo, anche a causa della messa al bando della pedofilia attuata solo nel 2014. Il Giappone risulta nazione egemone in termini di pedofilia ed apprezzamento di Mastodon, in seguito al cambio di azione di Twitter, da sempre in Giappone piu’ usato di Facebook nonche’ social per eccellenza. In Giappone esistono numerosi server Mastodon e la pedofilia non e’ vietata se i soggetti minorenni abusati o scambiati, risultano cartoni o prodotti di realta’ virtuale.

Vocabolario

*Egemone: vincitore.

*Declinato: adoperato in modo diverso.

*Perentorio: forte, determinato.




Russia vince a Kiev: critiche Nato

L’ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti John Bolton ha scritto un feroce editoriale criticando diversi membri della NATO per la loro presunta riluttanza a sostenere l’Ucraina, individuando Germania, Francia e Turchia tra i principali, mentre sollecitava “l’unità occidentale” contro la Russia. Russia Today riporta questa situazione con dovizia di particolari.

Scrivendo lunedì sul quotidiano britannico Telegraph, Bolton ha avvertito che la “debolezza” all’interno del blocco NATO potrebbe consentire alle forze russe di prevalere nel conflitto che ancora infuria in Ucraina, sostenendo che il 2023 sarebbe un anno “decisivo” per l’Occidente per dimostrare “la forza della sua determinazione”.

“Il vero problema è l’unità e la determinazione dell’Occidente. Nessuno dei due è garantito”, ha continuato, indicando quelle che ha definito fratture all’interno del blocco NATO, a cominciare dalla Turchia. Se il presidente turco Recep Tayyip Erdogan dovesse essere rieletto entro la fine dell’anno – cosa che secondo Bolton avverrebbe probabilmente “attraverso la frode” – l’adesione del paese alla NATO dovrebbe essere “in discussione”, ha detto, lamentando il fatto che “i partner commerciali e militari della Russia non l’ hanno ancora abbandonata nel momento del bisogno, compresa purtroppo la Turchia.

Da quando le truppe russe sono state inviate in Ucraina lo scorso febbraio, Ankara ha rifiutato di accettare una campagna di sanzioni di ritorsione guidata dagli Stati Uniti. Nonostante vanti il secondo più grande esercito della NATO, la Turchia ha anche in qualche modo limitato i suoi aiuti militari a Kiev, rispetto ai circa 100 miliardi di dollari di spedizioni di armi occidentali. Invece, i funzionari turchi sono rimasti in gran parte neutrali e hanno cercato di mediare una fine diplomatica del conflitto, dopo aver ospitato una serie di negoziati ad alto livello lo scorso anno.

Bolton ha anche criticato la Germania, il cui cancelliere, Olaf Scholz, ha promesso un “cambiamento epocale” nella politica estera di Berlino dopo essere entrato in carica nel 2022, compreso un aumento delle spese militari per soddisfare i requisiti della NATO.  “Tuttavia, in realtà è successo poco e gli impegni sono in dubbio”, ha affermato Bolton, osservando che il budget per la difesa della Germania nel 2023 scenderà al di sotto di quello dell’anno precedente. 

Mentre Berlino ha affermato che dedicherà 100 miliardi di euro per procurarsi nuove armi e sostituire la sua flotta di vecchi aerei da combattimento con F-35 fabbricati negli Stati Uniti, Bolton ha affermato che nessuno di quei soldi era ancora stato contratto e che l’accordo sull’F-35 “appare bloccato da lotte intestine burocratiche”.

L’ex consigliere per la sicurezza nazionale ha elogiato Tokyo in confronto, salutando la sua recente decisione di raddoppiare la spesa militare nei prossimi cinque anni, suggerendo anche che la mossa potrebbe essere un primo passo per “rendere la NATO globale”, comprendendo in essa nazioni come Giappone, Australia, Singapore e Israele.

La Francia non ha ricevuto parole gentili da Bolton, che ha criticato il presidente Emmanuel Macron per aver preso in considerazione misure diplomatiche per porre fine ai combattimenti in Ucraina. Ha accusato il leader di aver fatto eco a un “punto di discussione del Cremlino” riconoscendo le preoccupazioni di Mosca sull’espansione verso est della NATO, insistendo sul fatto che il blocco militare è sempre stato una “alleanza difensiva” nonostante le sue campagne di bombardamento nei Balcani, in Afghanistan e in Libia.

Noto per le sue dichiarazioni di politica estera da falco – inclusa la richiesta di un “cambio di regime” in Russia e in molti altri “avversari” degli Stati Uniti – Bolton è stato consigliere per la sicurezza nazionale sotto il presidente Donald Trump tra il 2018 e il 2019. Prima di allora, ha lavorato in una varietà di diversi ruoli per i presidenti Ronald Reagan, George HW Bush e George W Bush, incluso quello di inviato degli Stati Uniti alle Nazioni Unite e sottosegretario di stato per il controllo degli armamenti. Più recentemente, ha accennato a una possibile corsa alla Casa Bianca nel 2024, sostenendo che potrebbe essere l’unica persona in grado di sconfiggere Trump all’interno del partito repubblicano.




Taranto in soccorso delle Ong

Secondo soccorso di Msf in poche ore, ok per il porto di Taranto.
Il salvataggio ancora su richiesta delle autorità italiane.

Dopo il salvataggio della scorsa notte, in cui sono stati soccorsi 41 migranti, il team di Medici Senza Frontiere a bordo della Geo Barents ha effettuato un trasbordo da una nave mercantile di 44 persone, anche in questo caso su richiesta delle autorità italiane, che hanno poi assegnato il porto di Taranto, dove la nave Geo Barents si sta dirigendo.

Al porto sbarcheranno quindi le 85 persone a bordo e l’arrivo a Taranto è previsto in due giorni.

Lo riferisce la stessa Ong.

Nella notte su richiesta del Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo italiano, la squadra di Medici Senza Frontiere a bordo della Geo Barents aveva soccorso le 41 persone in difficoltà in acque internazionali al largo della Libia: si è trattato del primo salvataggio dopo l’approvazione del decreto sulle Ong. A quanto si apprende da Msf, la barca dei migranti si era capovolta e i 41 sopravvissuti, tra cui due donne, sono ora a bordo della Geo Barents e assistiti dai Msf.

Il decreto approvato dal Consiglio del ministri stabilisce, fra le altre cose, delle nuove norme relative alle operazioni di salvataggio in mare. Dura a tal proposito, la reazione delle Ong e anche del mondo cattolico, come riporta Famiglia cristiana.

La tragedia dei naufragi e delle morti nel Mediterraneo continua senza sosta. Quattro giorni fa la nave Ocean Viking ha salvato 113 migranti che viaggiavano nel buio completo su un gommone sovraccarico. Tra loro – come ha riferito la Ong Sos Méditerranée – c’erano anche donne incinte, una trentina di minori non accompagnati e tre neonati, dei quali uno di appena tre settimane. Intanto, il 28 dicembre il Consiglio dei ministri italiano ha approvato il nuovo decreto-legge che, fra le altre cose, regola l’operato delle navi delle Ong per il soccorso in mare, introducendo norme più severe e stringenti, con lo scopo di gestire i flussi migratori.

Il testo approvato dal Governo introduce un codice di condotta per le navi: queste ultime potranno intervenire nelle acque territoriali italiane solo per le effettive operazioni di soccorso. Una volta terminato il salvataggio, dovranno dare immediata comunicazione dell’operazione svolta alle autorità dello Stato di bandiera della nave e al centro di coordinamento competente spiegando l’operazione svolta e chiedendo che venga loro assegnato un porto dove effettuare lo sbarco. Secondo le nuove disposizioni, il porto assegnato deve essere raggiunto nel minore tempo possibile, pertanto eventuali operazioni di soccorso successive alla prima non dovranno compromettere il raggiungimento del porto in tempi brevi. Questo significa in pratica che le navi potranno effettuare un’operazione di soccorso per volta. Il porto inoltre non dovrà essere necessariamente quello più vicino al luogo del soccorso: nel caso del salvataggio effettuato il 27 dicembre dalla Ocean Viking, è stato assegnato il porto di Ravenna, distante circa quattro giorni di navigazione dal luogo del soccorso.Il comandante della nave dovrà avviare «iniziative volte ad acquisire le intenzioni di richiedere la protezione internazionale» da parte dei migranti soccorsi. Per chi non rispetta le nuove norme sono previste multe e confische.

“Il Decreto Sicurezza votato dal Consiglio dei ministri riduce drasticamente le possibilità di salvare vite in mare, limitando l’operatività delle navi umanitarie e moltiplicando i costi dei soccorsi per tutte le ONG in mare”, è il commento della Ong Emergency contenuto in un comunicato. “Il 2022 si chiude con delle cifre drammatiche: quasi 1.400 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale solo quest’anno”, si legge ancora nel comunicato. “Di fronte a questi numeri terribili, le disposizioni contenute nel Decreto sono inaccettabili perché – imponendo alle navi umanitarie di portare immediatamente a terra i naufraghi – di fatto riduce le possibilità di fare ulteriori salvataggi dopo il primo soccorso”. Secondo Emergency, “i provvedimenti previsti dal Decreto, inoltre, determineranno una potenziale violazione dell’obbligo di intervenire in caso di segnalazioni di altre imbarcazioni in pericolo in mare; prescritto dal diritto internazionale e tutte le navi, anche quelle umanitarie, sono tenute a rispettarlo. Infine, lo staff della nave dovrebbe raccogliere l’eventuale interesse dei superstiti di chiedere asilo, affinché sia il Paese bandiera della nave a farsi carico delle richieste di protezione internazionale. Le linee guida dell’Organizzazione Internazionale Marittima sono chiare: qualsiasi attività al di fuori della ricerca e salvataggio deve essere gestita sulla terra ferma dalle autorità competenti e non dallo staff delle navi umanitarie”.

Dura reazione anche da parte della Ong Medici senza frontiere, che afferma: “Salvare vite in mare diventerà molto difficile”. E’ importante che venga assegnato un porto sicuro per lo sbarco, dice la Ong. Tuttavia, “per arrivare in un porto siciliano bastano spesso 24 ore di navigazione, per raggiungere Ravenna almeno 4 giorni. Poi ci sono i tempi per le operazioni di sbarco e il viaggio di ritorno: in questo modo una nave rischia di restare esclusa dai soccorsi per 10 giorni”. Secondo Msf la conseguenza sarà l’aumento della mortalità in mare. “I comandanti e gli equipaggi delle navi si troveranno di fronte a un dilemma etico, tra il dovere di prestare soccorso secondo il diritto del mare, e quello di rispettare le regole dirigendosi verso il porto dopo aver effettuato il primo salvataggio”.

La condanna delle nuove norme arriva anche da monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, che a VaticanNews ha dichiarato: «E’ paradossale che uno strumento che in questi anni è stato di sicurezza per almeno il 10% delle persone che sono sbarcate nel nostro Paese e in Europa sia considerato uno strumento di insicurezza. Da questo punto di vista credo che questo decreto cadrà presto, nel senso che è costruito sul nulla, costruito soprattutto su un segnale di insicurezza che è in realtà è fasullo».

Sono inmumerevoli le critiche del suo elettorato, a Meloni, per aver totalmente ceduto ai dogmi di Bruxelles sulla gestione dei migranti, in antitesi a cio’ che era stato promesso durante le elezioni.




Ex comico si sfoga: la ex impedisce il rapporto con la figlia, ecco i dati

Di Rita Lazzaro

“Non vedo mia figlia da due settimane, la mia ex moglie non me lo concede”. È questo lo sfogo riportato su Facebook da Maurizio Battista. Secondo quanto sostenuto dal comico, l’ex moglie non gli starebbe permettendo di vedere la figlia regolarmente

A suo dire, la ex moglie Alessandra Moretti non gli starebbe permettendo di vedere sua figlia regolarmente: “Ennesimo video di reclamo, di ribellione. Li farò a oltranza. La bambina sono quindici giorni che non la vedo per vari motivi”.

Maurizio Battista, poi, ha spiegato i presunti motivi per i quali non riuscirebbe a trascorrere del tempo con sua figlia. Secondo la sua versione, la sua ex moglie Alessandra Moretti avrebbe preferito evitare di lasciarlo incontrare la bambina durante il Natale perché la piccola ha la febbre: “Un po’ è stata male, un po’ è andata a scuola e poi per qualche giorno ho lavorato pure io. Il 22 e il 24 non mi è stata data. Siamo arrivati a questi giorni, in cui ha un po’ di febbre, il 3 la portiamo a fare la visita da un altro pediatra”.

Battista voleva trascorrere Capodanno con sua figlia. Secondo quanto sostiene Maurizio Battista, avrebbe chiesto di poter trascorrere almeno la notte di Capodanno insieme alla bambina, ma anche in questo caso non avrebbe incontrato un riscontro favorevole da parte della mamma della piccola.

Arriviamo al 31, ho mandato un messaggio chiedendo: “Va bene se la bambina il 31 dicembre e l’1 gennaio sta con me, visto che durante le feste di Natale non c’è stata per niente?” La signora ha detto: “Vediamo, poi magari il 31 viene a teatro, si stanca, mi chiama e bisogna venire a prenderla”. Chi ti ha detto che si stanca? È una bambina di sei anni, non è una neonata. Qual è il problema? Mi ha detto che casomai la prendo l’uno. “Casomai” è un mezzo condizionale, sempre che non le venga la febbre o altre fisse che hai tu.

Battista ha concluso auspicandosi di poter vedere regolarmente sua figlia come, a suo dire, sarebbe stato stabilito inizialmente: “La bambina va tenuta una settimana io e una settimana tu, qual è la mia settimana? Magari una settimana è troppo per la bambina, ma almeno due giorni la devo tenere questa bambina o no? Neanche due giorni. […] Io devo chiedere l’elemosina per vedere due giorni mia figlia? Ogni telefonata è un problema. […] Devi concedermi di vedere mia figlia, per lei sono pronto a fare le guerre civili”.

Quanto sta vivendo Maurizio Battista purtroppo non è un caso isolato. Infatti in Italia la condizione in cui versano i papà separati non è certo tra le migliori. Una delle principali piaghe che li colpisce sono le false accuse.

Infatti secondo la letteratura recente, tra l’85 e il 90% dei casi sono le madri ad avanzare un’accusa nei confronti dell’ex marito, accusa che in 2 casi su 10 circa si rivela falsa (falso positivo). Le accuse più frequenti sono anche le peggiori ed in parallelo particolarmente lunghe nel decorso giudiziario e pericolose le conseguenze psicologiche nel contesto familiare.

Il. Giornale nel 2019 denunciava che “a fronte di 55 mila denunce presentate da donne contro gli uomini, le condanne effettive sono state poco più di 5mila. Idem per i reati di stalking: nel 2016 su 15.700 casi denunciati, solo la metà sono finiti a processo e solo 1.600 persone sono state effettivamente condannate”.

Da ricordare altresì lo stato di profonda indigenza in cui versano i papà separati.

Secondo i dati diffusi dalla Caritas: 1 povero su 2 è costituito da un padre separato che non è collocatario. Ciò vuol dire che i suoi figli, in seguito all’avvenuta separazione, vivono con la mamma. I papà separati oppure divorziati nel nostro Paese sono ben 4 milioni, fra loro circa 800.000 vivono poco al di sopra della soglia di povertà. Il 66% non riesce per questo a sostenere più le spese riguardanti le prime necessità.

La causa principale dello stato di povertà in cui versano i papà separati è l’assegno di mantenimento, in quanto è spesso superiore alle capacità economiche. L’Unione Padri Separati spiega che nel 94% dei casi, l’uomo deve versare l’assegno di mantenimento, solo nel 30% dei casi viene concesso al papà di mantenere la casa, mentre il 70% deve sostenere le spese relative a una nuova abitazione.

Le associazioni dei padri separati sottolineano che il più delle volte gli assegni per il mantenimento sono superiori alle disponibilità economiche. Con uno stipendio di circa 1.400 euro mensili, solitamente si arriva a versare fra 400 e 700 euro.

Una somma per coprire spese legate a vitto e alloggio per il papà e alle spese fatte per i figli. False accuse, ostacoli nel vedere i figli e indigenza. Situazione drammatica che, purtroppo, sfocia anche in un gesto estremo. Non per nulla si parla di circa 200 padri separati suicidi l’anno.

Un contesto che difficilmente si potrà risolvere con un bonus di 800 euro al mese, quindi a 9.600 euro l’anno ai genitori separati che versano in difficoltà economica.

La legge c’è, basterebbe applicarla.

Partendo da un art 315 bis cc accompagnato dall’art 156 cc. Già questo sarebbe un gran passo di civiltà.




Ventimiglia scenario di orrore per bambino di sei anni: le novita’

Di Rita Lazzaro

Otto costole rotte, un polmone collassato, milza spappolata: e’ questo lo stato in cui versa il bambino di 6 anni trovato a bordo strada a Ventimiglia.

Il compagno della nonna aveva raccontato di un’auto pirata che aveva travolto il piccolo, ma le immagini delle telecamere lo smentirebbero. Il piccolo è ora ricoverato all’ospedale Gaslini di Genova.

In un primo momento, la coppia aveva raccontato che, a causa di un eccesso di distrazione, avevano perso di vista il piccolo e poi lo avevano ritrovato vicino casa in strada, ma ferito. Il bambino era stato raccolto dal compagno della nonna e portato in auto sul posto di lavoro del padre, ad almeno 2 chilometri di distanza dal luogo del ritrovamento: l’uomo aveva parlato di un investimento da parte di un’auto pirata, ma le telecamere della zona non avevano rilevato il passaggio di mezzi.

“Non riesco a darmi pace. Non posso sopportare che al mio bambino sia stato fatto tutto questo. Ha avuto anche la faccia di venirmi a dirmi in ospedale ‘forza’! Devi marcire lentamente”.

È questo lo sfogo del padre della piccola vittima.

Dal proprio profilo Facebook il genitore ha aggiunto: “Dove hai trovato il coraggio di commettere un gesto simile, se questa è la verità! Figlio mio, sto lottando con tutto me stesso per te, per i tuoi diritti, per la tua dignità”.

Un “se” che sarà sostituito da un’amara e ignobile verità con la confessione del compagno della nonna.

“L’ho picchiato perché non mi lasciava lavorare”, così l’uomo che ha confessato di aver colpito Ryan.

“Spostavo dei mobili e lui non mi lasciava lavorare, così l’ho colpito”, sarebbe questo parte del racconto fornito dal 75enne Luigi C. alla pm Maria Paola Marrali quando, il 28 dicembre, accompagnato dalla sua legale, Maria Spinosi, ha confessato di aver picchiato a sangue il nipote della compagna.

Un’aggressione violentissima che si sarebbe consumata lo scorso 19 dicembre nella casa della nonna del piccolo, Maria Antonia C., 65 anni. I due sono ora indagati dalla procura di Imperia che ha aperto un’inchiesta per lesioni gravissime. Il fascicolo è ancora secretato, la vicenda è piuttosto delicata e gli inquirenti stanno lavorando senza sosta per capire cosa sia accaduto quel pomeriggio quando il piccolo Ryan era stato affidato, come già accaduto in altre occasioni, dal padre Simone alla madre e al compagno di lei.

Ciò che è certo è che il bimbo è stato colpito ripetutamente, prima con dei calci e poi con il bastone di una tenda, tanto da provocargli fratture a otto vertebre e a un braccio, lesioni alla milza e la lesione di una costola che gli ha perforato un polmone. L’aggressione inoltre si sarebbe consumata in due momenti diversi, l’uomo avrebbe infatti picchiato il bambino in casa e poi nel cortile dove si era rifugiato dopo essere scappato dalla furia del compagno della nonna. Ed è stata quest’ultima a caricarlo in macchina poco dopo e, insieme al 75enne, accompagnare il nipote dal padre.

Ad allertare i soccorsi è stato papà Simone che ha subito realizzato che qualcosa non andava: il bimbo è stato trasportato al Gaslini di Genova in eliambulanza e si trova ora in Rianimazione, in coma farmacologico e con supporto ventilatorio. Le sue condizioni sono piuttosto critiche.

“Non ricordo”, avrebbe detto Ryan in stato di semincoscienza al papà che chiedeva cosa gli fosse successo mentre chiamava i soccorritori. Mai prima di quel giorno il bimbo aveva manifestato disagi nello stare con la coppia, rivela l’avvocato Maria Gioffrè, legale del papà del piccolo: “Ha sempre lasciato a sua madre e al compagno il figlio. Era tranquillo come lo sono i genitori che sanno di poter contare sui nonni – le parole dell’avvocato – non ci sono mai stati segni sul corpo del bambino né altro che potessero far pensare a maltrattamenti”.

Anche la nonna è stata iscritta nel registro degli indagati.

Finora nel registro degli indagati era stato iscritto solo il compagno della donna che, dopo essersi presentato di sua spontanea volontà in commissariato, ha confessato di aver picchiato il piccolo.

La Procura, nel fascicolo aperto per lesioni gravissime, ha quindi iscritto anche la nonna del piccolo e compagna dell’uomo arrestato. Si tratta però di un atto dovuto per chiarire i tanti punti oscuri della vicenda: l’interrogatorio della donna potrà però avvenire con le garanzie difensive in presenza di un legale di sua fiducia. Intanto proseguono le indagini condotte dal commissariato di Ventimiglia, e coordinate dal pubblico ministero Maria Paola Marrali.

Una furia animalesca sfogata su un piccolo indifeso e probabilmente con la complicità della nonna.

Una vicenda a dir poco agghiacciante, non solo perché commessa su un bambino ma anche perché a macchiarsi del crimine efferato è stato chi avrebbe dovuto proteggere quella creatura.

Un orrore consumato, infatti, in un luogo che dovrebbe essere il rifugio, la roccaforte, il nido di ogni bambino: la casa dei nonni.

Un luogo che dovrebbe essere fonte di ricordi di infanzia da custodire gelosamente nella parte più dolce e tenera della propria vita.

La madre della piccola vittima dice di avere “piena fiducia nella magistratura”.

Una fiducia che si spera non venga infranta da un ordinamento la cui certezza della pena è costantemente in forse come la proporzionalità della stessa in base alla gravità del fatto. Il puttino e’ stato recapitato dal padre quasi esanime, secondo alcune testimonianze, mentre il padre e’ da alcune ore riuscito a parlargli e sapere da lui che desiderava una carezza. Il padre sgomento ed amareggiato ha rivelato di aver reciso i contatti con la madre, di sentirsi profondamente tradito e provare rammarico inenarrabile nell’immaginare il dolore provato dal figlio la mattina del 19 dicembre.

Il bambino risulta avere anche, secondo gli inquirenti, un ematoma cerebrale ma le sue condizioni migliorano e vede la diminuzione della quantita’ di sedativi che gli hanno permesso di dialogare col padre.

Vocabolario

*Dialogare: parlare.

*Esanime: morto.

* Rammarico: tristezza.

*Sgomento: meraviglia.