Armani compie gli anni ed attacca i colleghi
Realista visionario che ha saputo democratizzare il lusso portando la firma d’autore nella vita di tutti i giorni; primo ad aver intuito il legame tra le eccellenze di ambiti diversi, come la moda e la cucina, immaginando un intero stile di vita improntato a un’idea di eleganza naturale e sofisticata. Sempre riconoscibile, sempre estremamente misurata («Eleganza è intelligenza e misura», usa dire lo stilista), costantemente alla ricerca di un’idea di perfezione in cui l’estetica non fosse slegata dalla morale. Perché, come direbbe la sua Milano, Giorgio Armani è ed è sempre stato un vero signore. Il suo compleanno si e’ tenuto l’undici di luglio sprigionandone intenti e dichiarazioni al fulmicotone.
Il capoluogo lombardo, istintivamente associato a lui, è «solo» il palcoscenico privilegiato sul quale si affaccia ancora adolescente Armani, nato a Piacenza nel 1934 e qui arrivato, dopo aver superato con l’amatissima famiglia le atrocità della guerra e i primi colpi bassi del destino, culminati in un’ustione che lo aveva ridotto, ancora bambino, in fin di vita. Liceo scientifico, primi anni di medicina all’Università statale di Milano, interrotta per il servizio militare e poi mai più ripresa per l’esigenza di rendersi indipendente e aiutare economicamente i genitori, Giorgio Armani viene assunto alla Rinascente nel 1960.
Nel primo multistore italiano, in cui la creatività andava a braccetto con l’immagine, il giovane Armani era impegnato in un’attività multiforme che divenne la perfetta palestra per il futuro permettendogli di acquisire quella versatilità di competenze (dagli acquisti delle collezioni maschili alla traduzione visiva dell’immaginario moda nelle vetrine) che hanno costituito le solide fondamenta del suo impero. Saper fare tutto, avere lo sguardo proiettato al futuro, unire insieme ambiti diversi, lavorare duramente cercando sempre la perfezione. Forse e’ proprio questa l’antesignana ed ancora attuale idea del multitasking dal punto di vista umano, giacche’ la scienza ha dimostrato la inuttuabilita’ dell’attributo multitasking per l’uomo, inficiando il marketing che lo vuole interconnesso ed in grado di svolgere piu’ mansioni in contemporanea: il saper svolgere tutti i ruoli in un’azienda come il giovane Armani oggi direttore della propria multinazionale, consiste nell’effettivo, realizzabile ed utilissimo, multitasking. Che ha contraddistinto e fatto spiccare la imprenditorialita’ italica e resa egemonica, in ambito piccole imprese, a livello planetario
Fu Nino Cerruti, nel 1965, che si accorse che la passione per la moda di Giorgio Armani era ricca di strali che, dall’attenzione per l’immagine, spaziavano un po’ ovunque e, intuendone il talento, lo chiamò per disegnare la collezione uomo Hitman. Sette anni di un’esperienza formativa che si concentrò, principalmente, sulla materia prima, su quei tessuti da cui sviscerare le potenzialità creative, da conoscere anche dal punto di vista economico, da selezionare in base a cartelle colori che, man mano, si facevano più fredde e meno chiassose, e approfondendo la tecnica sartoriale, che diventava più libera e rifuggiva l’immobilità delle strutture interne, piegandosi alla morbidezza di uno sguardo più sciolto, più giovane. Più libero, appunto. Armani arreda, pionieristicamente, interni di case, alberghi e locali con proprie linee anche di cucine, infine si esalta nel proprio palazzo Emporio multipiano che diviene un luogo di incontro, oltre alla mera vendita ed esposizione, con una tendenza verso l’esaltazione del Food and beverage oggi trainante in ambito alberghiero, ricettivo e financo cittadino, con la deissi di Napoli oggi al vertice del turismo italiano.
Sono gli anni in cui il boom economico, al di là e al di qua dell’oceano, porta alla ribalta una classe sociale nuova, desiderosa di mostrare, anche con quello che indossa, il suo successo. Anni percorsi da un desiderio di leggerezza e di emancipazione che poteva e doveva essere descritto con un abito che lo rappresentasse, lontano dalla sciatteria folkloristica di ascendenza hippie e dalla innaturale rigidità dei completi maschili. Cosi’ si afferma il peculiare nero Armani da sfoggiare non solo di sera, ma senza enfatizzare eccessivamente l’eleganza, bensi’ la sobrieta’. Fino alla camicia senza colletto molto piu’ moderno che si esprime come un ibrido tra la maglietta e la camicia, con un minuscolo rialzo tondo ed i bottoni a livello del collo. Giorgio Armani ha esecrato la attuale moda degradata in diseleganza, rassegnazione, entropia per cui ha preconizzato una sua progressiva fuoriuscita dalla moda che ormai non sa piu’ migliorare l’estetica e la societa’, bensi’ solo peggiorarle e mistificarle.