Briatore detta l’agenda economic

Il Bel Paese prova acredine e aborrisce i miliardari, ha non molto tempo fa affermato il grande manager ed imprenditore italo-monegasco Flavio Briatore. Qest’ultimo ha qualche lustro fa provato ad otenere la gestione del Quirinale per trasformarlo in un mastodontico albergo extralusso e così assumere, pagare più gabelle, sottrarre una struttura pubblica inerte ed esosa, al controllo della politica improduttiva e che scaricherebbe i costi sui contribuenti: alla luce degli aumenti attuali dei carburanti ad un euro e settanta al litro per l’Italia, il rigonfiamento del venti per cento dei prezzi di elettricità e gas, e di almeno il dieci per cento per gli alimenti in Italia, la proposta di Briatore è stata glissata e, senza aver ancor materialmente ricevuto i fondi interi e monetari del Recovery Plan, gli italiani assorbono il prodromo della fine della cassa integrazione e della riscossione dei prestiti per lo stallo pandemico, sottoforma di tasse dirette ed indirette.

Briatore all’epoca dell’offerta verso il Quirinale, ha concretizzato il risultato politico di fornire cittadinanza italiana ai miliardari che versassero in Italia una certa somma di denaro, tuttavia ha rimarcato, il proprietario del Billionaire, la mancanza in Italia di realtà urbane propedeutiche ai miliardari, che egli definisce unico volano di crescita oggi, per il mondo. Infatti l’ex marito della soubrette Gregoraci, rimarcava l’impossibilità di spendere, per il turismo di elite in Italia, trenta o quarantamila euro al giorno, per cui il turismo giace in uno stato di sottopagamento degli operai, delle imposte e di conseguenza di minore attrazione turistica in base alle potenzialità italiane. Briatore affermava di pagare oltre cinquemila euro mensili i suoi addetti al Billionaire, al Twiga, e di essere vessato dallo stato italiano che ha omesso di pagargli il dovuto durante la pandemia. Viceversa il canuto personaggio televisivo ed ex braccio estro di Benetton, ha giudicato gli italiani come insuperabili nei servizi di ristorazione; da qui l’esortazione ad edificare cittadine per soli miliardari, con servizi inauditi ed inimitabili ma dal prezzo esorbitante, da qui come dicono i tedeschi che hanno stracciato la Fiat come vendite:” Dal grande prezzo deriva un grande margine di guadagno”. Forse in mancanza di investimenti pubblici, abbassamento fiscale, calmieramento del carovita e svautazione monetaria, il mercato dell’extralusso è l’unico e ultimo settore trainante per l’Italia.

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