Bugatti in bilico all’ombra della proprieta’ Volksvagen: l’Italia si riorganizza

Bugatti da un certo punto di vista e’ la principale casa automobilistica mondiale, giacche’ tra lusso, velocita’ e prezzo appartiene ad una categoria piu’ elevata di tutte le macchine presenti in listino. Piu’ cara della Rolls-Royce, piu’ veloce della Ferrari e, nella fattispecie della rutilante “Galibier”, piu’ rifinita e pregiata della Mayback.

Bugatti e’ un’icona francese sul piano dell’associazione di idee e fino a poco tempo fa della proprieta’, ma in realta’ appartiene all’intelletto, creativita’ ed industria italiana, per il campionario di aziende invidiate site nel modenese. Il fatto eclatante di Bugatti oggi, inerisce il suo passaggio nell’alveo della tedesca Volkswagen, la quale quest’anno si pronuncera’ sul suo futuro, in relazione ad un nuovo rilancio, vendita o dismissione.

Lo stallo apparente di Bugatti rammenta un poco la situazione ambigua che vede Alfa Romeo perennemente al di sotto delle proprie potenzialita’ riguardo vendite europee e gradimento mondiale. Bugatti e’ limitata dalla sfrenata e sregolata concorrenza che la inficia nel medesimo gruppo industriale cui appartiene: infatti attualmente il mercato del lusso e’ inflazionato e proposto grosso modo con analoghi materiali ed opzional, anche da Bentley ed Audi che stazionano come Porche e Lamborghini in Volkswagen. Inoltre il prezzo della Bugatti e’ spropositato per non definirlo parossistico. Il fatto occultato pero’ di Volkswagen, come asserisce il dottor Grauso gia’ proprietario del maggior concessionario Audi di Napoli, e’ che costituisce di fatto un’azienda di stato sotto l’egida del Land di Monaco. In antitesi alle leggi del mercato che enfatizzano le privatizzazioni, Volkswagen leader mondiale e’ una societa’ semipubblica che usufruisce di denaro ad ufo da parte delle banche regionali tedesche che appartengono in modo implicito, ad un istituto finanziario pubblico che ne garantisce il potere, gli investimenti ed i ricavi. Viceversa Fiat e’ perennemente osteggiata da politica ed opinione pubblica per aver usufruito di aiuti di stato e nella isteresi riguardo il lancio di nuovi modelli e il mancato ampliamento della gamma. Fiat e’ una società’ privata che paga molto l’accesso al credito rispetto agli antagonisti francesi e tedeschi, la quale e’ pertanto palesemente inferiore. Su Fca lo stato avrebbe dovuto obbligare un ingresso societario alla stregua di quel che sussiste in Francia per Citroen-Peugeot: opera vitale all’epoca della cessione pubblica di Alfa Romeo.(cravatte artigianali con nodo fisso e chiusura a gancio in shop di francescopaolotondo.com)

Oggi l’Italia attraversa un ciclo di rinascita di case automobilistiche piccole ma di elite’, che vendono componenti e tecnologia a quelle piu’ blasonate. Inoltre il caso Dr si conferma, stando ai dati rilasciati in piena pandemia, come azienda automobilistica piu’ in crescita d’Europa. Dr nuova casa produttrice molisana con vetture accattivanti e dal tetto di prezzi a quindicimila euro con tutti gli optional inclusi. Dr sta implementando la rete di vendita europea forte del gradimento in Spagna, sede di nuovi concessionari, ma cio’ che edulcora la penuria industriale italiana contemporanea, e’ il fatto che Dr come i nuovi marchi motoristici italiani, non sono supportati dallo stato, alla stregua di Fiat, il che non dovrebbe perpetuarsi per rintuzzare marchi e concorrenza statale esteri.