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Calenda programma elettorale

Set 22 2022

Calenda programma elettorale

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Orizzonti politici da cui e’ ricavato in gran parte questo articolo, focalizza la visione dei due, Renzi e Calenda, che servirà a dare una casa politica a chi si sente vicino al centro e sostiene i valori della liberal democrazia.

La campagna elettorale è inaugurata per Azione e +Europa con l’apertura di un Patto Repubblicano a tutti i partiti il 25 luglio: un documento su 14 punti  e un’alleanza basata su contenuti comuni che si proponeva di portare avanti l’agenda Draghi. Con le parole di Emma Bonino era un ‘’documento riflettuto e ben strutturato che voleva aprire una riflessione a eventuali colleghi di diverse provenienze’’, e secondo Calenda, ‘’un appello rivolto ai partiti e ai cittadini per fermare il declino italiano’’. Il Patto prevedeva sostanzialmente il proseguimento al governo della linea draghiana, con forte impegno per l’implementazione del Pnrr. In seguito alla presentazione del Patto la pregressa alleanza Azione/+ Europa, secondo Youtrend, agenzia di rilevazione, raggiungeva il 4,9% dei consensi mentre Italia Viva si attestava al 2,7%. A inizio agosto principia l’apertura del Patto ad altri partiti e cosi’ il tentativo di trasformarlo in un ‘’campo largo’’, includendo quindi il Partito Democratico e altri partiti minori di sinistra. 

Il dietrofront di Calenda, dopo pochi giorni dalla firma del Patto, è stato causato dall’aggiunta alla lista di  partiti di sinistra più radicali, quali Europa Verde e Sinistra Italiana, nonché una possibile intesa con Impegno Civico di Luigi di Maio. Calenda infatti si era mostrato riluttante a possibili alleanze con i partiti che non hanno consacrato la fiducia a Draghi, con riferimento esplicito ai due esponenti di sinistra Bonelli e Fratoianni e agli ex M5s. La strategia perseguita da Enrico Letta di un Pd federatore delle forze riformatrici, democratiche e liberali è fallita dopo che Letta ha chiuso le porte a Italia Viva e ha aperto alla Sinistra Italiana di Fratoianni. Con la rottura del Patto i sondaggi non promettevano bene: Italia viva di Renzi era al 2,2% mentre Azione di Calenda al 2%. 

Intanto Italia Viva correva da sola per le elezioni, essendo l’Alleanza Repubblicana chiusa al suo leader, in primis per riluttanza della Bonino. Si apriva così la possibilità di un Terzo Polo, un esperimento centrista che si rivolge ai più moderati del centrodestra e ai disillusi della sinistra. Politicamente, i due leader sono molto simili: su Italia e Europa hanno la stessa visione, infatti siedono entrambi in Renew Europe di Emmanuel Macron. L’alleanza tuttavia oltre che la condivisione di determinati valori liberal progressisti, cerca il pragmatismo. Italia Viva correndo da sola avrebbe rischiato di non superare il 3% (soglia di sbarramento stabilita dalla vigente legge elettorale per partecipare alla ripartizione dei seggi), mentre Azione sarebbe stata costretta a raccogliere le firme necessarie per la candidatura in ogni circoscrizione sul territorio nazionale (750 firme elettorali per ogni collegio plurinominale) non essendo né un partito né un gruppo politico già costituito in una delle due camere. 

Accomunati dalla rottura con il PD, a inizio agosto si arriva alla firma del patto: lista unica e seggi spartiti 50-50. Il simbolo della lista presenta i due loghi, il nome di Calenda e il partito Europeo di riferimento, Renew Europe. I due frontman corrono per i proporzionali. Renzi si candida complessivamente in quattro circoscrizioni plurinominali per il Senato: in Lombardia, Toscana e Campania. Carlo Calenda, invece, si candida nel collegio uninominale di Roma Centro (Municipio I), dove sfiderà direttamente Emma Bonino, e in quattro collegi plurinominali proporzionali, da capolista e sempre al Senato: Lazio, Veneto, Emilia-Romagna e Sicilia. La nuova lista ha attirato inoltre i delusi di Forza Italia, tra cui nomi di spicco quali Mariastella Gelmini e Mara Carfagna, funzionali inoltre per attrarre i voti dei moderati del centrodestra di chi non ha appoggiato il tradimento di Draghi da parte di Silvio Berlusconi. 

Gli ultimi sondaggi, con ultimo giorno possibile per la diffusione dei sondaggi, attestano il Terzo Polo al 5.5% secondo le statistiche di You Trend, al 6,8 % per Demos e al 6,7% dalle rilevazioni di Ipsos. Tuttavia visto l’ampio bacino degli indecisi e astenuti (40% circa) vi è ampia possibilità che la lista superi il 10%. 

Il programma congiunto dei due partiti, inizia con una premessa in cui sono evidenziati i fini dell’alleanza: riportare l’Italia a livelli di competitività economica tramite riforme che possano rilanciare la crescita per cui sarà necessario l’attuazione ‘senza se e senza ma’ del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, adottare riforme strutturali per una crescita sicura, risanare il connubio tra meritocrazia e pari opportunità. Il programma segue quindi una forte linea riformista che propone riforme radicali in ogni settore: dal funzionamento delle istituzioni repubblicane al settore formativo, dal funzionamento dei mercati alla pubblica amministrazione, dal fisco alla giustizia. Emerge inoltre nella premessa una vocazione europeista: il Pnrr non solo come opportunità per l’Italia ma anche un’occasione di far avanzare l’integrazione europea.

Il primo punto del programma è dunque la produttività e la crescita e il tema più ridondante è il lavoro. Si evidenzia la necessità di ripotenziare il Piano 4.0, piano per lo sviluppo delle industrie realizzato durante il governo Renzi in collaborazione con l’allora viceministro allo sviluppo economico Calenda. La proposta è di concentrare le risorse su strumenti fiscali semplici ed automatici a supporto degli investimenti di cittadini ed imprese tramite: zero tasse per i giovani che avviano un’attività imprenditoriale, stimolare l’innovazione tecnologica e gli investimenti (industria 4.0), aiutare le imprese a trovare forza lavoro qualificata e completare le riforme sulla concorrenza (approvata dal governo Draghi). 

Il secondo tema più discusso è la formazione. Tra le proposte per riformare la scuola si prevede l’obbligo scolastico fino ai 18 anni, potenziamento dell’educazione civica, creazione di una carriera docenti, implementazione degli istituti professionali e tecnici, nonché perseguire la libertà di scelta educativa aiutando le famiglie a superare gli ostacoli economici. Per gli studenti universitari si propone invece l’implementazione degli aiuti economici per i fuori sede, promuovendo università accessibili e inclusive; un punto interessante è aumentare inoltre l’attrattività internazionale degli istituti italiani. Viene proposto anche un programma di reclutamento per la composizione del personale docente e la creazione di una rete organica per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico.

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