Fuori corso suicidati e laurea record. Fisciano triste primato e rabbia social

Di Rita Lazzaro

Fuori corso e laurea record. Un esempio di quest’ultima è Carlotta Rossignoli, una giovane conduttrice televisiva in una trasmissione locale centrosettentrionale, star dei social, promettente atleta e fotomodella. Ma la sua laurea in medicina a soli 23 anni , anzichè suscitare ammirazione, ha scatenato una vera e propria lapidazione social contro la giovane. Infatti gran parte degli attacchi non erano incentrati sulle osservazioni legittime e le conseguenti domande mosse dai suoi colleghi su alcuni punti oscuri riguardanti la laurea ma erano battute sibilline, dirette a minare la dignità della giovane dottoressa. Un linciaggio volgare e sessista con foto del fondoschiena abbronzato della ragazza, accompagnate da insinuazioni che lasciano poco spazio all’immaginazione sulla validità della laurea. Come si suol dire “ a buon intenditore poche parole”.
In molti hanno parlato dela sua questione facendosi la domanda “ merito o privilegio?”
Ma stando così le cose, non sarebbe stato più appropriato il seguente quesito: “ Indignazione o invidia?” oppure “ legittime osservazioni o bentornato patriarcato?”
Di conseguenza la domanda sorge sponte:
1)Se la ragazza non fosse stata né modella, né influencer, né con una certa visibilità, ci sarebbe stato comunque questo putiferio o dovremmo dar ragione a una nota frase di Indro Montanelli:” quando un italiano vede passare una macchina di lusso, il suo primo stimolo non è quella di averne una anche lui, ma tagliarne le gomme?”
A questa e alle prossime domande risponderà il professore Carlo Vivaldi Forti per Adfnews quotidiano nazionale.
“L’invidia ha giocato senza dubbio un ruolo pesante nel caso di Carlotta.
Invidia a tutto campo, sia per la laurea presa con facilità, sia per la sua capacità di affermarsi a livello sociale e mediatico.
Le espressioni di sessismo volgare sono un modo per demolire la persona, come anche molti recenti attacchi a Giorgia Meloni confermano. L’invidia spinge a distruggere la persona di successo”.

La vicenda di Carlotta Rossignoli non solo fa riflettere sulla condotta del popolo italiano che dall’osservazione e dubbi fondati degenera sempre, o quasi, nel pettegolezzo che sa di invidia e livore ma fa riflettere altresì su un certo doppiopesismo dell’informazione.
Infatti ha fatto molto più scalpore la “ laurea privilegiata” di una 23enne in medicina anziché i casi di suicidio di universitari soprattutto in questa facoltà: di Fisciano, nel Campus dell’università di Salerno, dove una ragazza trentenne (Daniela il suo nome) si è lanciata dal quarto piano del parcheggio multipiano. Lei aveva mollato la facoltà di Medicina da qualche anno, per via di una depressione – forse causata dalle difficoltà nel dare gli esami – che le impediva di andare avanti. I genitori, però, credevano che stesse valutando di riprendere l’università. Invece no: il suo ritorno in quel luogo era per mettere la parola fine laddove era tutto iniziato.Fisciano: un posto che sembra avvolto da una maledizione a causa di ben quattro i suicidi in meno di tre anni tra i suoi iscritti. Prima di Daniela lo stesso destino è toccato ad una 25enne, anch’essa iscritta a Medicina, morta nel maggio 2019 dopo alcuni giorni di agonia, a causa delle ferite che si era autoinflitta con un coltello da cucina. Mentre nel 2017 due ragazzi ancora più giovani, un 19enne e un 21enne, a distanza di pochi mesi si lanciarono nel vuoto, rispettivamente dalle scale della biblioteca e (di nuovo) dal parcheggio multipiano. A proposito di Medicina, è eloquente un post Facebook pubblicato da una collega di facoltà di Daniela all’indomani della sua morte: “I successi sono bellissimi – si legge in un passaggio – Ma smettetela di pensare che è semplice. Ognuno fa i conti con i suoi ostacoli, con i suoi limiti. Fateci un favore: chiedeteci come stiamo, se vogliamo prendere un caffè; non chiedeteci quand’è l’esame, se siamo preparati…”

La competizione sfrenata e le aspettative. Le stesse che sembrano all’origine del suicidio di Manlio, il 25enne viterbese che studiava medicina a Pavia: lui si è impiccato, nel novembre scorso, nella casa che divideva con altri ragazzi, a cui avrebbe mandato un messaggio che annunciava il gesto; non riusciva a sopportare di essere in ritardo con gli esami. La sua vicenda ricorda da vicino quella di una 26enne studentessa a Perugia che a uno degli ultimi esami, sempre di Medicina, non sapendo rispondere a una domanda del professore, ha rinunciato a proseguire il colloquio. Ma la delusione ha lavorato, e si pensa che l’abbia portata, dopo pochi minuti, a gettarsi dalle scale dell’ospedale umbro. Era luglio 2019. Coincidenze? Niente affatto: secondo uno studio della rivista Student BMJ (condotto nel Regno Unito), tra gli iscritti a questa facoltà, 1 su 7 ha pensato almeno una volta al suicidio mentre 1 su 3 ha riscontrato problemi di salute mentale.Non aveva superato un esame di Ingegneria, invece, il 20enne che a settembre 2019, a Genova, appena uscito dalla facoltà si è buttato dal piano rialzato di un parcheggio vicino all’ateneo. Qualche mese prima – a marzo – una 30enne di Palermo si era suicidata gettandosi dal balcone di casa, al settimo piano: avrebbe dovuto discutere la tesi di laurea l’indomani.Vicende agghiaccianti che sanno di imperdonabile fallimento di uno stato umano e sociale.
2) Come si possono prevenire queste tragedie intervenendo dalle università alla famiglia, dai media alla società, evitando così che vengano stroncate vite che si stanno affacciando alla carriera?
“Per intervenire in modo efficace in questi casi, bisognerebbe cambiare la mentalità dell’intero corpo sociale, riportando la persona umana in quanto tale, senza aggettivazioni né pregiudizi, al centro dell’interesse comune. Purtroppo questo non è alla portata del singolo. Ciò che la famiglia e la scuola dovrebbero fare sarebbe appoggiare affettivamente il figlio o lo scolaro in difficoltà, senza giudicarlo.
Oggi avviene spesso l’opposto”.
3) Cosa porta uno studente a impiccarsi, buttarsi, accoltellarsi?
E’ Dolore? E’ Esasperazione? E’ Paura? E’ Delusione?
“Il fattore principale è l’esclusione, l’emarginazione dal gruppo.
In una società fondata sulla omologazione, essere diverso è la peggiore colpa immaginabile, basta vedere i casi di bullismo”.
4) A tal proposito cosa sente di dire a chi si trova in questo tunnel e sta per farsi divorare dallo stesso?
“La strada più opportuna sarebbe chiedere aiuto, non rinchiudersi in se stessi, ed affidarsi a una specifica psicoterapia.
Le famiglie però non sono preparate culturalmente a questo compito, e le strutture pubbliche di assistenza e consulenza sono insufficienti, spesso inesistenti”.
5)Perchè in certe facoltà come quella di medicina il suicidio è più diffuso che in altre?
“Le ragioni sono due: l’obiettiva difficoltà dello studio intrapreso e la prossimità col dolore umano.
Spesso, chi si iscrive a Medicina non lo fa per autentica vocazione, ma per motivi di carriera e guadagno. Scoprire che fare il medico è invece una missione può innescare la crisi”. Pressioni continue e competizione sfrenata in cui il diritto allo studio sembra quasi diventare un dovere a emergere, lasciando nei fondali chi affoga tra le stesse, dando così luogo alla legge del più forte anziché ai valori di uno stato sociale.

Sempre per quanto concerne il caso di Carlotta Rossignoli c’è chi ha parlato di modello pericoloso e l’università una volta confermata la correttezza del percorso di studi della ragazza ha sconsigliato un percorso come il suo. E vieta le lauree anticipate. A tal proposito da ricordare le parole della psicologa Giulia Amandolesi.
“Il modello di Carlotta Rossignoli è pericoloso, la perfezione non esiste. Il suo stile di vita mi crea dubbi e preoccupazione”, questo è quanto sostenuto dalla dottoressa, psicologa e psicoterapeuta a Milano: “Sono stati proprio alcuni miei pazienti a segnalarmi il caso di Carlotta sui social. Mi hanno chiesto di fornire loro spiegazioni. L’iperattività loro se la vivono con difficoltà.
La perfezione. Quando la vedete non credeteci, è finta”.
La dottoressa ha sostenuto altresì che “Il messaggio di Carlotta rischia di essere dannoso per i coetanei. Manca l’idea di imperfezione che è parte fondamentale della vita”.
6)Professor Vivaldi, condivide la tesi della collega o, invece, Carlotta Rossignoli potrebbe essere un punto di riferimento per i suoi coetanei?
“Sono sempre stato contrario all’efficientismo fine a se stesso. La nostra società tratta le persone come ingranaggi di un meccanismo esclusivamente produttivo. E ciò è devastante sia per il soggetto, sia per la collettività”.
7) A proposito di merito e perfezione, a suo avviso, non si tende a confondere questi due aspetti proprio come successo con Carlotta Rossignoli?
“Il merito è una conquista individuale, una scommessa con se stessi, e come tale vale la pena di essere perseguito. La perfezione, invece, è la pretesa delle classi dominanti, a livello economico ma soprattutto culturale, che tutti siano in guerra con tutti gli altri, in una competizione senza freni, essendo questo lo strumento che consente alle élite di dividere e imperare. Modello deleterio, totalmente da respingere”.
8) A proposito di merito, lei è favorevole alle critiche mosse al nuovo esecutivo che ha associato alla parola istruzione proprio quella di merito, come successo col dicastero di Giuseppe Valditara?
“Il merito è un valore, ma bisogna distinguere nettamente i criteri con cui valutarlo. L’attuale ordinamento scolastico, più che il merito favorisce l’omologazione al sistema e l’appiattimento.
Se vogliamo una vera meritocrazia, l’intero sistema scolastico ed educativo deve essere trasformato”.
9) A proposito di governo, a prescindere dalla visione politica, cosa si aspetta dal nuovo esecutivo per la tutela dei giovani e giovanissimi?
“Che promuova una vera e profonda riforma della scuola, non investendo miliardi, che non servono, ma cambiando la mentalità corrente di docenti, dirigenti scolastici, allievi e famiglie.
Per esempio, cambiare i programmi di studio e le modalità con cui tenere gli esami, in particolare quello di maturità, che oggi appare un inutile e spesso ridicolo anacronismo”. Un cambiamento che quindi deve partire dalla mentalità, l’arma più potente che si possa mai possedere.




Abusi sui figli: genitori arrestati ma…

Di Rita Lazzaro

Nell’aprile dell’anno scorso si veniva a conoscenza di vicende aberranti successe a Vercelli dove i figli piccoli di uno e due anni e la sorella maggiore di 13 anni venivano frustati e abusati dai genitori.
La ragazzina era costretta a prostituirsi con degli anziani.
L’orrore ha luogo in una famiglia rom.
Violenza sessuale aggravata su minore, sfruttamento della prostituzione minorile e maltrattamenti in famiglia su una 13enne.
I genitori arrestati, con l’accusa di prostituzione minorile, violenza sessuale e abusi nei confronti della figlia 13enne, hanno 39 e 40 anni, entrambi con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona. Sono state arrestate anche altre tre persone, un 68enne incensurato e un 67enne con precedenti per reati sessuali, entrambi vercellesi, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip, su richiesta della Procura della Repubblica di Vercelli.
Purtroppo un caso preceduto da altri sempre nell’ambiente di degrado e abbandono che da sempre dilaga nei campi rom. Come l’orripilante episodio avvenuto nel settembre del 2021.
“Mamma mi picchia se non porto soldi”.
Sono queste le parole con cui un bambino rom di 11 anni ha denunciato la madre ai carabinieri di San Basilio che lo hanno ascoltato in audizione protetta e hanno arrestato la donna, una 36enne, senza l’ausilio dei domiciliari. Un racconto ritenuto credibile per i lividi sul corpo riscontrati dai medici del pronto soccorso. Segni recenti e più datati che non hanno lasciato dubbi ai carabinieri di San Basilio che, davanti alla porta della loro caserma, si sono trovati il piccolo: “Mia madre mi mena in testa e dietro la schiena se mi rifiuto di andare a cercare il ferro e il rame in giro per i cassonetti, e se non porto i soldi a casa”.
La donna, di quasi 37 anni, è stata così arrestata per maltrattamenti e lesioni aggravati su minorenne.
Purtroppo il caso dell’undicenne non è il solo. Da ricordare altresì il caso della 13enne incinta.
La madre della ragazza ha ben 11 figli che vivono da nomadi in ripari di fortuna e non sono mai andati a scuola. Infatti la donna aveva definito normale che la figlia avesse avuto rapporti sessuali con un uomo di 36 anni, ed, a proposito di degrado e abbandono in cui si consumano crimini abominevoli come atti sessuali con minori, da ricordare pure l’indagine delle Iene partita nel 2017 da Nadia Toffa e Marco Fubini. Infatti i due giornalisti avevano filmato gli adescamenti e gli incontri sessuali tra minorenni e insospettabili uomini baresi.

Le accuse inerenti suddetti episodi in Puglia erano: atti sessuali con minore, produzione e detenzione di materiale pedopornografico, sfruttamento della prostituzione. A giudizio sono finiti un insegnante privato di musica di 58 anni e un pasticcere 51enne, della provincia di Bari. I due uomini, nel periodo tra il 2010 e il 2017, avrebbero abusato sessualmente di quattro minori, due rumeni e due italiani, offrendo in cambio profumi, sigarette, e scambiandosi una fitta corrispondenza oscena fatta di fotografie pedopornografiche.
Si parla di bambini di 8, 9 e 12 anni pronti a fare sesso. Sui vialoni della zona dello stadio era stato filmato uno spaventoso giro di prostituzione minorile con clienti di almeno 50 anni. Storie diverse ma con stesse vittime e stessi carnefici, in contesti fatti di anarchia derivante dall’abbandono delle istituzioni. Uno squallore che, a sua volta, comporta una situazione di totale decadenza di valori dove le principali vittime sono proprio i più fragili.
1)Perché accade tutto questo in uno stato di diritto con norme sia civili che penali ma principalmente costituzionali, in difesa dei minori?
A questa domanda e alle prossime risponderà l’avv. Gianni Casale.
“Se fosse sufficiente avere buone norme per avere una società senza problemi sarebbe fin troppo facile: purtroppo il problema dei maltrattamenti sui minori nel mondo dei Rom ha una derivazione culturale, dove i minori sono considerati già dalla tenera età come vera e propria forza lavoro anche con costrizioni sessuali, mentre la pedofilia è un cancro non facile da estirpare ed il sistema Stato non ha ancora imboccato la strada per un’efficacia tutela dei più piccoli. Attualmente tutto si basa spesso sul lavoro dei Servizi Sociali sul territorio che molte volte risultano inadeguati nel loro incedere oltre al fatto che, nel sentore comune, non godono certo di confortante fama e poco o nulla viene fatto per cambiare le cose e sul territorio; i fatti che accadono sono quelli che leggiamo in seguito, purtroppo, sui giornali”.
2) Quali provvedimenti è necessario adottare, in primis sotto l’aspetto politico, e cosa fare invece sotto l’aspetto mediatico e di sensibilizzazione?
“L’ho detto più volte. La politica attuale la percepisco molto lontana dai problemi della famiglia e dei minori. Se togliamo attualmente l’impegno per il problema “caro bollette” non ho trovato, anche solo nel recente passato, uno zelo concreto su problemi della famiglia in tema di problematiche sociali e di difesa dei minori. Occorre che la politica “svecchi” il sistema con figure molto più fresche e preparate sul territorio anche mediante strumenti più adeguati seppure, con la nuova riforma nel diritto di famiglia, si è cercato di fare qualcosa di migliore.
Sensibilizzare ? Una volta le persone si interessavano molto di più del vicino della porta accanto. Erano tempi diversi dove le persone comunicavano stringendosi la mano e non con un like sui social. Ora esiste una spersonalizzazione dei rapporti che crea mondi surreali facendo perdere a molti il senso dell’interesse quotidiano dell’”altro”. I minori soffrono di questa situazione perché i grandi sono distratti altrove.”
3) Come e quanto possono intervenire le istituzioni scolastiche in difesa di questi piccoli innocenti?
“La scuola, a mio avviso, è l’ultimo baluardo reale per i minori accerchiati da una società non scevra di pericoli quotidiani e concreti. Trovo utile la creazione di sportelli all’interno degli istituti sostenuti dalla figura della psicologa della scuola; anzi andrebbero sicuramente aumentati. Vedrei di buon occhio la reintroduzione della materia di educazione civile, troppo frettolosamente cancellata dalle materie insegnate, ed aumenterei in momenti d’informazione dei minori anche utilizzando figure formative esterne nel campo della sicurezza e del sociale.

Reintrodurre la figura del poliziotto di quartiere perchè la ritengo un’iniziativa che era nata con principi e convinzioni molto efficaci e con buoni risultati oltre ad aumentare esponenzialmente il senso di sicurezza nelle persone, chiaramente sarebbe un’azione che andrebbe maggiormente sostenuta dallo Stato e non a spot come mi pare sia stata intrapresa a suo tempo”.
Il premier Giorgia Meloni ,nel discorso alla camera, è stato chiaro sulla tutela all’infanzia, considerata tra le priorità del nuovo esecutivo.
Stando così le cose, cosa si aspetta dall’attuale governo per far fronte a questa vergogna umana?
“Francamente non mi aspetto molto. Come sempre accade, i minori rappresentano argomento privilegiato in campagna elettorale o nei primi discorsi di insediamento, manifestando un senso di buona volontà che spesso poi viene delusa.
Se proprio voglio illudermi, preferisco pensare a proposte concrete che prevedono una rivisitazione totale del sistema di monitoraggio sociale che finalmente avvicini i cittadini e non li allontani in quanto disillusi da un immobilismo incomprensibile.
Occorre anche un sistema giustizia rapido ed inesorabile che sappia assicurare pene certe in tempi veloci e che la tutela dei minori spesso non venga parcheggiata in cassetti polverosi. Purtroppo sono testimone di vicende familiari che avrebbero richiesto tempi d’intervento celeri e professionisti qualificati, mentre mi sono dovuto scontrare con lentezza e personale scarsamente preparato.
So di essere molto duro ed impopolare ma sono abituato ad essere drammaticamente schietto”.

Proposte concrete” per uscire da “un immobilismo incomprensibile. Perche’ in effetti lascia abbastanza attoniti andare alla ricerca di ciò che dovrebbe essere ovvio come la tutela efficace ed efficiente dei più piccoli.




False accuse e violenza anche omosessuale: allarme Italia per gli uomini

Di Rita Lazzaro

Esiste un nuovo problema, quello delle false. Approfondendo questa problematica, e non solo, sia sotto un profilo giuridico e psicologico, con l’avvocato Marco Valerio Verni e la psicologa Patrizia Montalenti, deriva che le false accuse sono uno degli strumenti principali per colpire chi, di fatto, è fisicamente più forte, ma comunque subordinato al suo tallone d’Achille come la paura di non rivedere più i suoi figli o di vedere semplicemente la sua immagine e quindi la sua dignità distrutte.
Non per nulla, questa fattispecie di reato è una delle tante forme di violenza sull’universo maschile.
1) A proposito di forme di violenza, avv. Verni, le false accuse in quale forma di violenza possono essere inquadrate per quanto concerne l’aspetto giuridico?
“Lei si immagini un padre, ad esempio, falsamente accusato di violenza sessuale nei confronti di una figlia, ancor peggio di pochi mesi. Si rende conto dei danni che, una simile situazione, provochi tanto nel genitore quanto anche nella bambina dell’esempio svolto? Una devastazione dell’animo incredibile, oltre che della vita in generale, dei rapporti sociali e, magari, della carriera lavorativa dell’adulto”.
2) Dott.ssa Montalenti, invece sotto un profilo psicologico,come si possono definire le false accuse, e quindi in quale forma o categoria di violenza si possono inquadrare?
“Si tratta, dal mio punto di vista, di una forma di violenza psicologica importante che, oltre a sottoporre il soggetto indagato ad un dispendio di risorse economiche e psicologiche per affrontare i tempi di giudizio, mina profondamente la dignità della persona calunniata al punto da ripercuotersi sulla sua salute fisica.
È auspicabile, pertanto, che il soggetto calunniatore venga punito severamente per tale condotta.
Nondimeno ciò nuoce, per paradosso, anche alle persone che denunciano maltrattamenti effettivamente esistenti, alle vittime autentiche.”
A proposito di violenza sugli uomini, la calunnia ne è solo una forma, una delle tante, andando nel dettaglio da ricordare che: sono 3 milioni 574 mila gli uomini che hanno subito molestie di questo tipo, almeno una volta nella vita, 1 milione 274 mila negli ultimi 3 anni (l’indagine si riferisce al periodo 2015-2016). Un dato inferiore a quello relativo alle donne, ma pur sempre esistente.
L’Istat, in ogni caso, chiarisce anche che «gli autori delle molestie a sfondo sessuale risultano in larga prevalenza uomini: lo sono per il 97% delle vittime donne e per l’85,4% delle vittime uomini».
E se si va nel dettaglio, le forme di molestia più diffuse tra uomini e donne non sono così differenti, sebbene lo siano, secondo l’Istituto di statistica, quantitativamente: al primo posto tra le molestie ci sono quelle verbali, seguite dai pedinamenti, dall’esibizionismo per arrivare alle molestie fisiche. Sia per uomini, sia per donne. Nel mondo virtuale le differenze si assottigliano: uomini e donne sono quasi sullo stesso piano per quanto riguarda le molestie sui social network od il furto delle credenziali.
Dati da cui emerge che la violenza maschile si distingue da quella femminile solo per quanto riguarda l’aspetto quantitativo ma non qualitativo, ossia nelle fattispecie di reato di cui il genere maschile è vittima.Ma esiste un dato che è altresì da mettere in evidenza rivela: sempre a livello quantitativo i principali carnefici degli uomini sono proprio gli stessi.
3) Dott.ssa, ciò a cosa è dovuto, alla natura del genere maschile diversa da quella femminile, al contesto socio culturale o ad entrambi?
“Penso che l’uomo e la donna siano ontologicamente differenti e (ma) complementari. Detto questo, e trattando il tema dei maltrattamenti, segnalo che nella vittima di genere maschile, sia etero sia omosessuale, le forme di violenza subite sono analoghe a quelle subite dalla donna (variano alcuni agiti, ad es. la maltrattante spesso mette in atto maggiormente la privazione del sonno, i graffi, i morsi). Si tratta di violenza fisica, psicologica (laddove vi è violenza fisica è sempre presente la seconda mentre non necessariamente alla violenza psicologica si accompagna quella fisica, ancorché la prima sia un fattore predittivo da monitorare), economica, atti persecutori, sessuale (in questo caso per l’uomo etero la violenza sessuale è differente rispetto a quella subita da una donna, cosa che non è invece per la vittima omosessuale).
Ankyra ad oggi ha accolto circa. 800 vittime di cui il 90% maschili e nella maggioranza dei casi era presente anche la violenza fisica.

Parrebbe poco riconosciuta, la violenza corporale sul sesso “forte” in quanto l’uomo stesso ha una percezione della violenza fisica differente dalla donna: tende a non riconoscerla od a minimizzarla.
Rispetto alla questione dei dati quantitativi, prendiamo atto delle statistiche che certamente confermano la presenza di un livello di vittime donna di gran lunga maggiore rispetto a quello maschile. Purtuttavia non mi risultano esserci statistiche ufficiali specifiche per le vittime maschili, sia di violenza sia di calunnia subite.
Cionondimeno non è da trascurarsi il numero oscuro, se non altro perché il maschio vittima tende a non parlarne ed a non denunciare, esattamente come avveniva negli anni Ottanta del secolo scorso per le donne.
Del resto se un uomo decide di contattare un CAV non viene accolto in quanto uomo e se si rivolge alle FFOO viene dissuaso dal denunciare, oppure non creduto (anche questo accadeva negli anni Ottanta dello scorso secolo per le donne vittime). E questo non aiuta. Inoltre mi pare opportuno considerare il fatto che se una persona è vittima di violenza domestica ha il diritto di essere accolta e supportata indipendentemente dalle statistiche o dalle quantità: io credo a maggior ragione laddove vi è una società civile che dichiara di tutelare anche le minoranze.
In riferimento al fatto che i principali carnefici degli uomini sono proprio gli stessi, onestamente apprendo questo dato da lei.

Di fatto Ankyra ha assistito molti uomini vittimizzati dalle compagne o ex compagne ma anche omosessuali che hanno subito violenza dai loro compagni.
In termini di prevenzione sulla violenza domestica, la riflessione sul contesto socio culturale mi sembra attualmente la più auspicabile. Un tempo le donne indubbiamente erano prevaricate sotto diversi aspetti dai loro partner, e non c’è ombra di dubbio, al punto di essere maltrattate in quanto “esseri inferiori”.
Ecco, questo non va mai perso di vista ed anzi va detto che se il sentire degli uomini di oggi nei confronti dell’altro sesso è assai diverso, molto lo si deve alle lotte fatte dalle femministe vere, quelle di quegli anni.
Resta la piaga dei femminicidi, certo, e questo andrebbe dal mio punto di vista indagato con un disegno di ricerca che parta da ipotesi altre rispetto alle precedenti, ipotesi che andrebbero verificate: per esempio partendo dalle relazioni, dai ruoli attuali di entrambi i sessi e dall’accettazione degli stessi, più che dalla misoginia o dal patriarcalismo.
Parlerei di violenza relazionale, più che di violenza di genere. Varrebbe la pena approfondire”.
4) Avvocato, secondo lei, anche l’aspetto normativo ha la sua incidenza su questa differenza quantistica?
“Credo che, più che alla norma, occorra guardare alla distorsione mediatica del
fenomeno.
Lei sente per caso fornire, nei telegiornali, la medesima importanza ad un fatto di maltrattamento subito, magari, da un uomo, rispetto a quello ricevuto da una donna?
Inoltre, anche per quanto riguarda il “sommerso”, si parla solo di quello esistente nel mondo “femminile”, ma Le assicuro che anche diversi uomini non denunciano per quieto vivere, o perché, magari, uno schiaffo subito viene percepito in maniera meno “offensiva”, rispetto ad una donna.
Ed una denuncia, in tal senso, potrebbe risultare “poco virile”.
La norma, dal canto suo, è prevista tanto per gli uomini, quanto per le donne.
Si tratta, piuttosto, della sua applicazione, dove potrebbero subentrare delle influenze di tal genere”.

Violenza sugli uomini, una piaga ancora troppo sottovalutata, silenziata e anche distorta da fanatismi ideologici che spesso si sostituiscono al diritto e al buon senso




Giorno della memoria tra accuse ai nazisti ucraini

Di Rita Lazzaro

27 gennaio, giorno della memoria. Un giorno da scolpire nel cuore e da ricordare ai nostri figli affinché le vittime dell’Olocausto restino solo una della pagine più buie della storia dell’uomo dove l’umanità divenne barbarie.Le vittime di questo abominio furono quelle persone private del diritto di vivere da esseri umani, a seguito delle misure di persecuzione razziale e politica, di pulizia etnica e di genocidio, messe in atto dal regime nazista del Terzo Reich e dai loro alleati, tra il 1933 e il 1945.
Secondo i dati dello United States Holocaust Memorial Museum la % delle vittime secondo un numero approssimativo fu la seguente:
Ebrei (Jews) 42% 6 milioni.
Polacchi , Ucraini e Bielorussi (Ethnic Poles, Ukranians & Belarrussians) 22% 3.5 / 4 milioni.
Prigionieri di guerra sovietici (Soviet POWs) 20% 3 milioni.
Politici (Politicals) 10% 1.5 / 2 milioni.
Jugoslavi (Jugoslavia) 3% 320.000 / 350.000 (serbi); 20.000 / 25.000 (sloveni).
Rom 2% 196.000 / 300.000.
Disabili (Disabled) 1% 250.000 / 270.000.
Altri (Other) 1% 5.000 / 15.000 (omosessuali); 1.900 (testimoni di Geova); piccoli gruppi di afro-europei; ecc.
Dati agghiaccianti dei quali fu complice anche la nostra Nazione. Infatti il contenuto delle leggi razziali fasciste fu annunciato per la prima volta il 18 settembre 1938 a Trieste dal dittatore Benito Mussolini, da un palco posto davanti al Municipio in Piazza Unità d’Italia, in occasione di una sua visita alla città. Ma tra gli italiani ci fu anche chi si oppose a questo scempio di civiltà.
Tra questi da ricordare Giorgio Perlasca, un commerciante italiano che nell’inverno del 1944, durante la seconda guerra mondiale, fingendosi console generale spagnolo, salvò la vita di oltre cinquemila ebrei ungheresi, strappandoli alla deportazione nazista ed alla Shoah.
Oggi, in occasione di questa data tanto amara quanto pesante, parleremo proprio di quest’uomo coraggio.
Ne parleremo con Marco Sonseri, autore del fumetto che racconta la storia di un italiano simbolo di lotta e di resistenza.
Un lavoro ReNoir Comics realizzato nel 2011 con la prefazione di Franco Perlasca, figlio del protagonista del fumetto, e che la Fondazione Perlasca continua a far girare nelle scuole durante i suoi incontri. Un fumetto che si può ordinare su Amazon, sul sito Renoir Comcis (www.renoircomics.it) o che si può richiedere andando in libreria o fumetteria, facendoselo ordinare.
1)Marco, cosa l’ ha spinta a realizzare un fumetto su Giorgio Perlasca?
” Volevo raccontare una bella storia, una di quelle che lascia a bocca aperta per le imprese che vengono compiute.
Una storia in cui spirito di sacrificio e amore per la vita si fondono. La storia di Giorgio Perlasca è sicuramente questo tipo di racconto” .
2)Qual è l’aspetto della vita di quest’uomo che l’ha particolarmente colpita e che ha quindi voluto mettere maggiormente in evidenza attraverso il suo lavoro da fumettista?
“Sicuramente l’intraprendenza e la grande umanità.
Giorgio Perlasca non riusciva a sopportare l’idea che in Ungheria, dove si trovava per lavoro, venissero massacrati gli ebrei.
E così, inaspettatamente, quando la situazione precipita e la stessa Ungheria diviene per gli ebrei un carcere a cielo aperto, decide di fare qualcosa.
Un uomo comune, come me o come chi ci sta leggendo, per esempio, che è riuscito a fare la differenza”.

Tra che cosa? “Ma tra la vita e la morte di tanta altra gente”.
Il premier Giorgia Meloni ha condannato più volte le leggi razziali e ogni forma di razzismo.
3)Cosa ne pensa a riguardo, visti i continui attacchi di fascismo contro il nuovo governo?
“Le parole hanno sicuramente un peso, soprattutto per spiegare le proprie posizioni e fugare eventualmente dei dubbi.
Diciamo che sono la prima mossa da fare, ma non l’unica. La Premier Meloni ha condannato apertamente le leggi razziali, è vero.
Ricordo chiaramente le sue dichiarazioni.
Tuttavia all’interno di Fratelli d’Italia, per esempio, si sono verificati episodi estremamente imbarazzanti e fin troppo recenti che non hanno sicuramente supportato le parole della loro leader.
Tutti ricorderanno, al riguardo, l’intervista che ha rilasciato il fratello del senatore La Russa a La Zanzara. Episodi come quelli gettano ombra su qualsiasi dichiarazione, soprattutto se non vengono presi dei provvedimenti.
Ecco, la storia di Perlasca, invece, ci ricorda come è importante far seguire i fatti alle parole se si vuole provare a migliorare le cose”.
Primo Levi raccomandava sempre di vegliare perché “torneranno”. 4)Secondo lei, questo rischio si è attutito oppure è sempre più vigente o si è addirittura realizzato?
“No, realizzato no. Ma Primo Levi non poteva dire diversamente e vista la sua esperienza, fin troppo concreta e drammatica, il suo monito era più che pertinente.
Ci sono forme di governo che se analizzate sotto il profilo storico, quindi avulse diciamo da ogni passione politica, non possono che generare timori. Anche in questo caso devo citare però Perlasca, perché ricordava ai più giovani che non bisogna girarsi mai dall’altra parte.
E questo vale anche quando dal grembo politico fuoriescono delle aberrazioni.
E il secolo scorso ne è stata la prova. E non solo per il fascismo. Se c’è per ora questo rischio concreto? Voglio pensare di no”.
Lei ha cercato di raccontare la storia di “un uomo comune” attraverso un fumetto.
5)Perché proprio questo titolo?
“Perché siamo tutti bravi a delegare.
L’idea dell’eroe è un’idea affascinante ma pericolosa. Ci pensa lui, che è bravo, io mi limito a guardare. Questo pensiero porta all’inattività. Invece Giorgio Perlasca era un uomo comune, come me o lei, ma che ha deciso di intervenire. Ed in questo modo ha fatto la differenza”.
6)A proposito di fumetti, a suo avviso, il mondo della fumettistica è sensibile a queste tematiche o si dovrebbe fare di più ed in che modo?
“Si, il mondo del fumetto è molto sensibile a questi temi. Oggi si è arrivati ad un punto importante nell’editoria fumettistica: con il fumetto si può raccontare tutto. Non è che prima non si potesse fare, attenzione, ma ora certe proposte narrative si possono anche commercializzare con molta più facilità”.
7) A proposito di agire per sensibilizzare su simili orrori, cosa condanna alla politica e alla società, scuola e famiglie incluse, e cosa invece la rincuora?
“La politica ha un grosso vulnus: è letteralmente spaccata. Guelfi e Ghibellini. E così non va. All’interno del rispetto delle proprie identità, bisogna trovarsi. Ma è ben lontana dal farlo. Anzi, non lo vuole fare affatto.
Ed a pagarne il prezzo sono l’Italia e gli italiani.
Mi rincuora invece il fatto che c’è tanta, tantissima gente perbene e pronta a rimboccarsi le maniche per costruire una società più equa”.
8) Sulla base di ciò che vede e sente, cosa si aspetta dal futuro soprattutto riguardo i giovani su simili abomini che hanno segnato ma anche insegnato?
“Giovani e adulti. Dobbiamo imparare a condividere. Esperienze, prima di tutto. È questo che mi aspetto da loro e da me stesso. La condivisione è il segreto della felicità” .

Condivisione ossia spartire insieme con altri, sicuramente un passo decisivo per la raggiungere la felicità.
Dopotutto, come scrisse Aristotele,” l’uomo è un animale sociale “.

Risulta di questi tempi tuttavia opportuno citare la presenza acclarata di militanti e truppe naziste che sotto l’effige di Azov, danneggiano l’Ucraina da alcuni anni, nel ripudio della comunita’ social consapevole e nell’omerta’ apparente dei principali mezzi di informazione. Cosi’ come va focalizzata e rimarcata, all’interno della comunita’ ebraica ubiquitaria, la presenza di frange estremiste come i sionisti che inficiano i mirabili e pacifici ebrei tradizionali.




Greta Thumberg: arresto e bugie mostrate da Amodeo e Trump

A quanto pare imperversa una guerra di informazione teleologica all’indirizzamento dell’opinione pubblica verso decisioni politiche apparentemente esiziali. L’agenda ecosostenibile promossa da Bruxelles infatti si presuppone come letale per le tasche degli indigenti fra pensionati, disoccupati, sottoccupati, precari e perfino imprenditori. A parere del professor Malvezzi, economista e finanzialista infatti, le prescrizioni europee sulla transizione ambientale sono fondate sull’assenza di un piano efficace per salvaguardare in modo opportuno l’ambiente, ma sopratutto, per quanto ortodosso l’impegno nella tutela dell’ambiente, i proposito “Green” continentali sono scevri di sostegni economici e finanziari ad ufo verso le imprese medio-piccole ed i privati che intendessero rimodulare le proprie dimore ed aziende, in chiave ecosostenibile.

Greta Thumberg, la pasionaria adolescente ambientalista ormai famigerata nei media, social, ambienti politici, istituzionali, finanziari ed industriali, sconta un arresto recente in Germania per aver protestato a favore della conversione energetica e si ritrova ad essere inserita nel nuovo spot elettorale di Trump propedeutico alle elezioni del 2024. L’ex presidente americano condivide in questi giorni sulla propria piattaforma privata di social network, un video che sciorina certe affermazioni della ragazza svedese ambientalista che afferma quanto alcuni soggetti non specificati debbano soffrire, debbano provare terrore; binariamente agli interventi di Davos da parte del magnate Trump che rimarcano che il futuro appartenga ai patrioti, l’agenda statale debba essere incentrata sulla famiglia e la creazione di prosperita’ collettiva. In tutto cio’ il comitato repubblicano afferente Trump accosta spezzoni di video che lo contrappongono al dimissionario presidente del forum di Davos Shwabb ed alla Thumberg, affermando di dover rintuzzare i profeti di sventura come la giovane europea ed i tiranni come Klauss Swabb che ricamano le narrative imperniate sulla rimodulazione climatica, unicamente per bramosia di controllo e dittatura.

Cio’ che desta sgomento riguardo l’arresto di Greta in Germania, tuttavia, e’ un video pubblicato dal blogger e giornalista Francesco Amodeo, in cui si osservano le guardie e Greta ridere, scherzare e posare per foto in quello che si configura come una sorta di set cinematografico e fotografico. Da qui si associa l’invettiva del giornalista di inchiesta partenopeo nel denunciare la farsa inerente l’arresto di Greta, presentata come evento duro, quasi cruento, nonche’ intimidatorio, da parte dei media internazionali. Cosi’ Amodeo da’ manforte ai detrattori della narrazione climatica focalizzando le corbellerie e le falsita’ divulgate per fini di sensazionalismo e strumentalizzazione politico-economica.

Spaurisce molto l’agenda Green ai cittadini ed automobilisti impegnati in mansioni di lavoro, che gia’ in Portogallo si vedono impossibilitati a lavorare come autisti Uber se sprovvisti di macchine elettriche o dotate degli ultimi impianti tecnologici di salvaguardia ambientale, i quali risultano esosi; tralasciando la percentuale non bassa da versare all’applicazione californiana su ogni transazione, secondo un autista Uber attivo a Lisbona, gia’ da oggi per lavorare in Italia con Uber, e’ d’uopo possedere una vettura di alto calibro modalita’ Audi a 6 e similari, il che’ risulta impossibile per la maggioranza dei professionisti del settore e dei privati intenti a svolgere servizi di accompagnamento automobilistico.

Sul versante immobiliare si erge il grido di allarme, sulla falsa riga di cio’ che sta avvenendo con Uber, dei proprietari di case che affittano ai turisti allacciandosi ad applicazioni iperdiffuse come Booking ed Air bnb, terrorizzati dall’ipotesi di vedersi bloccate le offerte se non plasmati sugli obiettivi di risparmio energetico ed efficientamenti vari.

Vocabolario

*Efficientamenti: opere di miglioramento.

*Spaurisce: impaurisce.

*Pasionaria: persona dedita con impegno e passione a determinate cause, per lo piu’ nobili.




Lobby omosessuale e porno in seminari: ultimo colpo di Benedetto XVI

I “club” gay operano apertamente nei seminari cattolici, le istituzioni che preparano gli uomini al sacerdozio, ha affermato il defunto Papa Benedetto XVI in un libro pubblicato postumo che critica l’ agenda progressista di Papa Francesco .

In un feroce attacco allo stato della Chiesa cattolica sotto il pontificato del suo successore , Benedetto, morto il 31 dicembre all’età di 95 anni, ha affermato che la formazione professionale della prossima generazione di sacerdoti è sull’orlo del “crollo”.

Ha affermato, il successore di Giovanni Paolo II, che alcuni vescovi consentono ai sacerdoti in formazione di guardare film pornografici come sfogo per i loro impulsi sessuali. Benedetto ha dato istruzioni che il libro “Cos’è il cristianesimo” dovrebbe essere pubblicato dopo la sua morte. È uno dei pochi libri recenti di personaggi vaticani conservatori che hanno disprezzato il decennale pontificato di Francesco, eletto dopo le storiche dimissioni del suo predecessore nel 2013.

L’effluvio di nuovi libri pro conservatorismo, contribuisce ad “impressioni di una crescente guerra civile nella Chiesa dopo la morte di Benedetto XVI ”, secondo John Allen, un importante analista vaticano che scrive per Crux, il notiziario cattolico oriundo.

La riforma della macchina curiale, auspicata dalla grande maggioranza dei cardinali durante le dieci congregazioni generali che hanno preceduto il conclave, è per Papa Francesco “un’impresa difficile”. Secondo la sintesi dell’incontro, durato quasi un’ora, riportata dal sito di Crux, il Pontefice ha confidato ai suoi interlocutori: “Nella Curia ci sono persone sante, davvero, ma c’è anche una corrente di corruzione. Si parla di una ‘lobby gay’, ed è vero, esiste. Noi dobbiamo valutare cosa si può fare”. Interpellato dalla France Presse, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha dichiarato: “E’ stato un incontro privato, non ho commenti da fare”.

Non si sa se, non essendo il cardinale Bergoglio un assiduo frequentatore dei palazzi vaticani, queste informazioni l’attuale Papa le abbia tratte dal voluminoso dossier Vatikeaks redatto dai 3 cardinali delatori e schierati con Ratzinger, Julián Herranz, Josef Tomko e Salvatore De Giorgi. Già in quella vicenda si era parlato di una forte “lobby gay” presente in Vaticano, e in particolare nella Segreteria di Stato: notizia che alcuni vescovi italiani confermano ad ilfattoquotidiano.it. Secondo alcune indiscrezioni emerse alla fine del febbraio scorso, tutto ruoterebbe attorno alla violazione di due comandamenti: non commettere atti impuri e non rubare, ovvero sesso e soldi.

Tra i tanti contenuti del nuovo libro postumo del papa emerito, c’è un passaggio nel quale Benedetto XVI «ammette di aver saputo della presenza di una “lobby gay” in Vaticano, composta da quattro/cinque persone, e afferma di esser riuscito a sciogliere quel gruppo di potere. Informazione questa – commenta Accattoli – che non si era mai avuta».

Nel libro il Papa spirato di recente respinge la critica di chi lo ha considerato troppo «accademico» e concentrato su studio e scrittura e rifiuta di essere ritenuto un «restauratore» in ambito liturgico. Parla dei suoi tentativi di riformare lo Ior e della piaga della pedofilia, sottolineando le difficoltà che un Papa incontra quando cerca di intervenire sulla «sporcizia nella Chiesa». Racconta di come ha preparato in gran segreto la rinuncia e ammette di aver appreso «con sorpresa» il nome del suo successore: aveva pensato a dei nomi, «ma non a lui».Parla della «gioia» di vedere come il nuovo Papa pregava e comunicava con la folla e descrive la figura umana e papale di Francesco, accennando sia a ciò che lo accomuna a lui, sia a ciò che lo differenzia.

Dell’esistenza di una rete gay in Vaticano si era parlato al tempo del primo Vatileaks: secondo alcune indiscrezioni un intero capitolo della «relatio», le conclusioni dell’indagine interna affidata ai cardinali curiali Julian Herranz, Salvatore De Giorgi e Jozef Tomko, sarebbe stata dedicata a questo presunto gruppo di potere.

Nel giugno 2013 Papa Francesco aveva fatto un cenno su questo parlando ai vertici della Confederazione latinoamericana dei religiosi (Clar). Il colloquio era avvenuto a porte chiuse e non doveva essere pubblicato, ma una trascrizione sommaria venne resa nota dal sito web cileno «Reflexion y Liberacion».

Ratzinger dichiara di scoperto ed aver sconfitto la cricca omosessuale che influenza il Vaticano ma cio’ non sembra avere effetti palesi.

Un riferimento forse che rimanda a Krzysztof Charamsa, teologo polacco ed ex segretario aggiunto della Commissione Teologica Internazionale presso la Congregazione della Dottrina della Fede, che dipendeva di fatto da Benedetto XVI e venne definita dallo stesso Charamsa “la culla dell’omofobia paranoica’. Krzysztof decise nell’ottobre del 2015 di fare coming out poiché “mi sarei perso nell’incubo della mia omosessualità negata“: la rivelazione, storica e clamorosa, arrivò stocasticamente appena due anni dopo dalla rinuncia del papa tedesco.

Vocabolario

*Cricca: gruppo di persone non probe.

*Stocasticamente: casualmente.

* Effluvio: grande scorrere.




Only Fans da’ 30000 € a disoccupata: i critici denunciano meretrici

Da impiegata precaria a imprenditrice di se stessa, su Onlyfans. Arianna Orazi, 21ennedi Pesaro, fino all’anno scorso lavorava per un’azienda della sua città con uno stipendio che oscillava tra gli 800 e i 1200 euro al mese. «Volevano rinnovarmi il contratto ma – ha spiegato al Corriere Adriatico – ma una settimana dopo aver aperto il mio canale su Onlyfans, ci hanno ripensato e mi sono ritrovata senza lavoro. Non me l’hanno detto esplicitamente ma ho facilmente dedotto la motivazione».

Ora la giovan risiede Canarie dove «ci sono altre italiane che lavorano su Onlyfans», in questa nuova e particolare trasmigrazione giovanile tutta o quasi, italiana. In Spagna da anni vivono anche 20mila pensionati italiani che pagano solo il 15% di tasse. Stesso discorso per il Portogallo: la tassazione relativa le pensioni e’ estremamente bassa, diversamente dall’Italia, per cui vivendo li’ l’importo in busta paga per gli anziani, risulta quasi raddoppiato, e non solo a detrimento dell’Italia bensi’ anche rispetto alla Gran Bretagna e ad altre grandi nazioni continentali.

«I miei clienti sono principalmente italiani ma ho un discreto seguito anche dall’America e, nell’ultimo mese, anche dalla Francia – racconta -. Voglio spingermi sempre di più nel mercato internazionale. Con i clienti, che vanno dai 18 ai 45 anni circa, si instaura una relazione virtuale, solo in video. Voglio fare bene il mio lavoro e curo il rapporto con loro: sono trasparente e disponibile».

La bellezza di Arianna è tradizionale ed antitetica al modello “vamp”. «So di essere una ragazza attraente. Facilmente ricevo messaggi di approccio – spiega -. Mi è sempre piaciuta l’idea di fare la fotomodella per cui ho fatto due considerazioni e ho pensato che questo lavoro potesse essere uno strumento per ottenere una discreta liquidità in un certo periodo di tempo, permettendomi di creare qualcosa per il mio prossimo futuro: insomma Only fans si rivela un’opportunità per fare poi la fotomodella od hostess ad eventi, creare nuove conoscenze nell’ambiente del lavoro che mi interessa, di sfruttare la visibilità, perché mi permette di viaggiare e non avere un posto fisso ma di essere in continuo cambiamento. Le Canarie sono piacevoli per arianna, grazie al mare, al caldo tutto l’anno e l’ambiente cosmopolita. Non ho un partner e i miei affari li gestisco io. Ex colleghi, amici, conoscenti e famiglia sono a conoscenza del fatto che abbia un canale su Onlyfans ma non so se poi qualcuno di loro abbia visto i miei video a pagamento. Molestie? No, solo persone che tentano un approccio sui vari social in cui sono presente: Instagram, Twitter, Tiktok e LinkedIn». Così Arianna ogni giorno guadagna «dai 200/300 ai 500/1000 euro. Dipende dai giorni e dai mesi». Guadagni analoghi e per certi aspetti superiori o poco inferiori, ad una prostituta, ma alla luce di una mansione che non prevede contatti fisici con i clienti: «Non ho timore sul nuovo lavoro, anche perché fuori dall’Italia è la cosa più normale del mondo: tantissime ragazze lo fanno come lavoro per pagarsi ad esempio il college. Il mio limite? Non faccio incontri con i clienti, il rapporto resta sempre virtuale». E proprio su quest’ultimo fronte si erge la critica di numerosi utenti Tik Tok, anche giovani, di svariati osservatori ed analisti, che focalizzano la deriva di prostituzione causata da Tik Tok ma anche dall’altro antesignano di questi prodotti, ossia Tinder, che secondo molteplici cattolici e giornalisti disallineati, sta inficiando i costumi e la deontologia dei giovani, a percepire come normale e totalmente legittimo, la consumazione di rapporti sessuali esenti dal mero sentimento; dalla sessualita’ in eta’ pubere, fino alla offerta di se’ dal punto di vista corporale, a clienti anche piu’ grandi che pagano il sesso. Il che’ secondo i detrattori di Only Fan, avverebbe sovente ma proncipalmente all’estero, con Sudamerica capofila. Concedendo alla dovizia di influencer e personaggi social impiegati da Only fans, di diventare facoltosi con tali mezzi, oppure a farsi passare degli sfizi esosi al momento del bisogno.

Vocabolario

*Esosi: costosi.

*Facoltosi: ricchi.

*Mero: semplice.




Genova: vittoria medici no-vax ma Napoli perde

Personale sanitario no-vax sospeso dal lavoro per sei mesi in Asl2, e mandato a casa senza ricevere alcuna retribuzione. Questi gli effetti del decreto legge Draghi del 31 marzo, ma è arrivata una svolta in queste ore: il ricorso di questi lavoratori è stato vinto a Genova. A rivolgersi all’avvocato Roberto Penello, una decina di lavoratori facente parte del personale sanitario del Santa Corona di Pietra Ligure, tra cui diversi infermieri. “Dopo il primo grado che ha avuto esito negativo a Savona – spiega l’avvocato -, è finalmente arrivata la svolta sulla questione: a Genova, con la sentenza che vede condannare l’Asl2. E’ stata condivisa in toto dal giudice la nostra tesi di pensiero”. Prima di procedere alla sospensione dell’attività lavorativa, l’azienda sanitaria avrebbe dovuto verificare l’inserimento di queste persone in altre mansioni, anche inferiori che non comportassero un contatto con il pubblico – spiega Penello -. Ma in questi casi non è stato fatto, almeno, l’Asl2 non ce lo ha dimostrato. Quello che abbiamo contestato non è stato il decreto in sè, ma il fatto che l’azienda sanitaria non avesse rispettato la procedura prevista. E così la sentenza ci ha dato ragione, condannando l’Asl2 a erogare tutti gli stipendi sospesi dalla data della sospensione a fine dicembre 2021”, conclude.

Nel napoletano non e’ stato possibile ottenere questi risultati mirabili per la stragrande maggioranza del personale sanitario ed extrasanitario reticente al vaccino pandemico, a causa dello zelo del direttore sanitario e dei colleghi vaccinati e favorevoli al siero, che hanno obbligato gli impiegati, anche quelli disabili, ad iniettarsi la sostanza. La spiegazione a cio’, secondo un medico che ha denunciato tale episodio al quotidiano nazionale Adfnews, era correlata alla mancanza di alternative e l’obbligo del servizio, anche con un certo sarcasmo da parte dei dirigenti. Le denunce del caso non sono state concretizzate dal medico disabile per una certa astenia in seguito alla emarginazione ed allo scherno subiti, binariamente al blocco del salario per ben quattro mesi confluito nella minaccia perentoria di licenziamento se non si fosse vaccinato. Ad oggi, nella fattispecie del medico disabile, si apprende anche della sua presentazione al direttore sanitario pilatesco, di un fascicolo che attestava il pericolo duplice della vaccinazione nel suo caso, che avrebbe nel peggiore dei casi procurato la dipartita o l’immobilita’ tetraplegica del professionista.

Fortunosamente al medico succitato oggi obbligato al trittico di dosi vaccinali, non si e’ verificato alcun disagio o malanno fisico; ma all’operatore sanitario che si e’ confidato ai microfoni di Adfnews e che era da poco assunto, non e’ andata altrettanto bene. Infatti, sebbene restio all’iniezione e minacciato immantinente di licenziamento, l’infermiere napoletano attualmente ipervaccinato, padre di due figli e marito di una donna sottouccupata, lamenta stanchezza improvvisa in seguito al vaccino, nonche’ forza e resistenza ridotte, anche se parzialmente.

Vocabolario

*Immantinente: subito.

*Restio: che non non e’ convinto.

*Reticente: che non vuole.




Roma: strane morti tra stregoneria e satanismo

Madre e figlia laziali trovate morte in casa: “Erano in una setta satanica”. Cosi’ e’ stato rintracciato lo “sciamano” che viveva con loro: sarà interrogato, redige il Fatto di Travaglio. Ma ambe due le donne “Erano in una setta satanica”, a detta di intervistati e conoscenti.
A Roma Luana Costantini, infermiera cinquantaquattrenne e sua madre, Elena Bruselles di ottanta e piu’ anni, sono state trovate senza vita nel loro appartamento di Monte Mario. In casa la presenza di molti oggetti riconducibili alla setta Cubytrix, ha dopo due giorni di ricerche, portato gli inquirenti a rintracciare Paolo Rosafio, lo “sciamano Shekhinà”, compagno di Costantini. L’uomo non è indagato. Ma con loro viveva un altro uomo per un periodo, anch’esso legato a tali rituali, mentre Rosafio e’ definito ideatore di tale setta.

Candelotti, tuniche, messaggi satanici e tavole per riti spiritici hanno insospettito e trasecolato le forze dell’Ordine, in questa situazione. Quando il 19 gennaio la polizia è intervenuta nell’appartamento di via Giulio Salvatori, nella zona di Monte Mario a Roma, si è trovata di fronte una grande varietà di oggetti mistici utilizzati per le sedute sataniche ed in avanzato stato di decomposizione, il corpo mummificato di Elena Bruselles, 83 anni ed affetta da Alzheimer. Poi il cadavere più recente di Luana Costantini, sua figlia, di 54 anni. A chiamare la polizia è stato l’altro figlio di Bruselles, allertato dai vicini di casa che da giorni sentivano un odore terribile provenire dalla dimora delle due donne. L’esame autoptico chiarirà le cause della morte: da un’analisi preliminare il decesso della 83enne risale ad almeno un mese fa, mentre quello della figlia è avvenuto circa una settimana fa. Non sono stati riscontrati segni di violenza sui cadaveri e nella magione non ci sono segni di effrazione.

Paolo Rosafio, nome d’arte Shekhinà Shekhinà, santone pugliese e compagno di Luana Costantini che viveva con le due donne, non dava notizie di se’ da prima di Natale. Secondo quanto riportato da Repubblica, gli inquirenti, dopo due giorni di ricerche, lo hanno rintracciato a casa della madre, in provincia di Lecce. Rosafio condivideva con la fidanzata la passione per l’occultismo e l’appartenenza alla setta satanica Cubytrix. Attivo anche su Facebook, questo gruppo sponsorizza online corsi di magia e di tantra nero, e mette in vendita tavole ouija: cioe’ strumenti usati nel corso delle sedute spiritiche per le comunicazioni medianiche. L’altro interrogato-anch’egli del settore e con richiesta preventiva di anonimato-, spiegava che la 54enne aveva iniziato a perdere il senno dopo un rito di evocazione dei morti che avevano fatto insieme la notte di Halloween: “Abbiamo aperto un passaggio col mondo dei defunti”, racconta, ma da quel giorno Luana è cambiata: “Non mangiava, distorceva le ossa, batteva i denti con furia“. Per questo, secondo la sua versione, lui e l’altro uomo che per una fase hanno convissuto con le defunte, se ne sono andati di casa. “Non riusciva più a occuparsi da sola della madre, stava male”, continua Roberto che si dice sicuro di quanto successo dopo: “Ha prelevato la pensione della madre e ha chiamato uno spacciatore, pippando cocaina fino al crollo”. Tragico epilogo che fa da appendice alla scoperta di un sistema globale che utilizza una fitta rete di membri appartenenti all’occultismo, alla necrofilia, al mero satanismo nelle sue diramazioni: cosi’ secondo numerosi ricercatori indipendenti, si palesa il filo conduttore tra scomparse di minori ma anche sacrifici umani e sopratutto, l’infiltrazione sociale di insospettabili figure anticristiche, che operano a tutti i livelli. Infine secondo gli addetti ai lavori, i portali spiritici dovrebbero essere aperti eslusivamente da personale specializzato, ma non sempre viene fatto cio’, pena situazioni di follia, devianza permanente, omicidi e suicidi.

Il Satanismo si avvale di due filoni, numerose volte denunciati da magistrati, conferenzieri, giornalisti, membri di spionaggio, che si basano su individui deboli, ingenui, insicuri e frustrati, nel livello piu’ estetico e folkloristico, mentre l’altro livello che e’ il principale, racchiuderebbe personale di alto profilo culturale, professionale ed economico, assolutamente indistinguibile dalle persone comuni e probe, nonche’ esente da azioni illegali accertate.

Vocabolario

*Probe: buone.

*Folkloristico: tipico di una cultura, di scena.

*Avvale: adopera.




Iran e Russia per una nuova moneta digitale ma garantita

La Russia e l’Iran stanno collaborando per emettere una nuova stablecoin garantita da riserve d’oro. Secondo l’agenzia di stampa russa Vedomosti, l’obiettivo è creare un “token della regione del Golfo Persico” che possa essere utilizzato come metodo di pagamento nel commercio estero. La stablecoin mira a sostituire le valute fiat come il Dollaro statunitense, il Rublo russo o il Rial iraniano nelle transazioni transfrontaliere. Il token dovrebbe essere emesso sotto forma di stablecoin supportata da riserve auree, secondo Alexander Brazhnikov, direttore esecutivo dell’Associazione russa della crypto industria. Lo riporta Wall Street Italia. Il progetto dovrebbe operare in una zona economica speciale ad Astrakhan, dove la Russia ha iniziato ad accettare le spedizioni di merci iraniane. Tuttavia, il legislatore russo Anton Tkachev ha sottolineato che un progetto congiunto di stablecoin sarà possibile solo quando il mercato degli asset digitali sarà pienamente regolamentato in Russia. La Camera bassa del Parlamento russo ha promesso di iniziare a regolamentare le transazioni di criptovalute durante il 2023.

L’Iran e la Russia sono tra i Paesi che hanno vietato ai propri residenti l’utilizzo di criptovalute come Bitcoin e stablecoin come Tether (USDT) per i pagamenti. Tuttavia, entrambi i Paesi stanno collaborando attivamente per adottare tali strumenti per il commercio estero. Ad agosto 2022, il Ministero dell’Industria, delle Miniere e del Commercio iraniano ha approvato l’uso delle criptovalute per le importazioni nel Paese, nonostante le sanzioni commerciali internazionali in corso.

La banca centrale iraniana sta valutando la possibilità di creare, con la partecipazione della Russia, un token digitale per facilitare il commercio nella regione persiana, secondo un rapporto che cita il capo dell’organizzazione dell’industria delle criptovalute nella Federazione Russa.

La moneta potrebbe essere accettata come mezzo di pagamento negli accordi internazionali, ha dichiarato al quotidiano economico Vedomosti il direttore esecutivo dell’Associazione russa di criptoeconomia, intelligenza artificiale e blockchain (Racib), Alexander Brazhnikov, e ha precisato:”Si presume che il token sarà supportato dall’oro, per cui sarebbe uno stablecoin”. Le stablecoin sono criptovalute, il cui valore è solitamente ancorato a valute fiat emesse dallo stato o metalli preziosi. Mentre le autorità russe hanno procrastinato l’adozione di regolamenti completi per Bitcoin e similari, con la Banca di Russia che si è opposta alla loro legalizzazione nel paese, l’anno scorso è stata fatta circolare una  proposta per legittimare l’uso di stablecoin supportate dall’oro.

Lubomir Tassev sulla rivista “Bitcoin” riporta che la banca centrale iraniana sta collaborando, con la Russia, nell’alveo di una nuova moneta che emargini il dittico euro-dollaro ma che aborrisca il Bitcoin, la quale si riconferma unica valuta decentralizzata ed autogestita. Bitcoin cosi’, dall’alto del proprio attualmente elevatissimo valore, funge da volano popolare per transazioni economiche in grado, potenzialmente, di eludere anche le monete digitali della Russia, dell’Iran, dell’Europa, che si appropinquano ad affiancare e sostituire, in prospettiva, le monete cartacee.

Si sta concretizzando un progressivo ma irreversibile, processo di digitalizzazione statale delle monete tradizionali, che attualmente figurano per Europa ed America, per lo piu’ private; mentre in Cina, Russia, Iran, Iraq, Siria, Afghanistan, le valute cartacee e le venture digitali, afferiscono quasi totalmente al governo, dal punto di vista della proprieta’ e del controllo. Il Bitcoin invece si rivela di proprieta’ degli utilizzatori ed effettivamente sganciato dal circuito monetario privato e da quello statale, per cui si evince la cagione di tutta questa avversione generalizzata, da parte dei circuiti pubblici e privati, verso tale moneta digitale e sganciata dai beni materiali.

Le stablecoin sono criptovalute, il cui valore è solitamente ancorato a valute fiat emesse dallo stato o metalli preziosi. La più grande moneta digitale supportata da oro fisico PAX Gold, è attualmente al 74° posto in termini di capitalizzazione, con una capitalizzazione di mercato di oltre $ 511.000.000. È un token ERC20 basato sulla blockchain di Ethereum. Ethereum, secondo ricercatori indipendenti americani attivi su Telegram che lo dimostrano ed a parere dell’imprenditore e perito commercialista italiano Francesco Carrino, risulta gravitare, dal punto di vista della proprieta’, su banche e societa’ del cordone finanziario di Davos.

La notizia dei negoziati tra Mosca e Teheran, è stata confermata da Anton Tkachev, membro della commissione per la politica dell’informazione, l’informatica e le comunicazioni della Duma di Stato, la camera bassa del parlamento russo. Tuttavia, ha osservato che la questione sarà discussa attivamente a livello statale solo dopo che le criptovalute saranno completamente regolamentate.

La Russia e l’Iran, entrambi soggetti alle sanzioni economiche e finanziarie occidentali, hanno cercato di utilizzare la criptovaluta come mezzo per aggirare le restrizioni del caso. Ad agosto, l’Iran ha  effettuato il primo ordine ufficiale di importazione adoperando la criptovaluta mentre la Russia si accinge a legalizzarla come mezzo di scambio con l’estero . Le due nazioni stanno inoltre sviluppando le valute digitali della banca centrale ( CBDC), il  rublo digitale ed il crypto rial .

E’ in atto un processo inesorabile di sottrazione monetaria dalle valute Fiat che gravitano sul Dollaro ergo Euro e figurano di fatto private; e binariamente un ritorno al Gold Standard nonche’ l’adozione di sistemi di scambio monetario statali ed imperniati sulla Blockchain. Cio’ emerge a poco tempo dalla Conferenza stampa del ministro degli esteri di Putin in occasione del 2023 in cui ha preconizzato il cambio di paradigma all’interno del nuovo Ordine Mondiale: ossia l’instaurazione di un mondo multipolare incentrato sulle riserve naturali per avvalorare le proprie valute, e che rispolveri le monete nazionali in antitesi al Dollaro ed all’Euro.

Vocabolario

*Inesorabile: che non puo’ arrestarsi.

*Gravitano: girano attorno.

“Binariamente: in parallelo.