Rimini: maxitruffa in albergo

Maxi truffa in un hotel di Rimini. Un’ottima sistemazione per il pernottamento a Rimini nei giorni vicini a Ferragosto. È questo lo scenario che credevano di aver trovato in molti per le vacanze, ma all’arrivo hanno trovato tutt’altro: alcuni una struttura sold-out, altri, che invece avevano pagato la pensione completa, si sono ritrovati la cucina chiusa. L’albergo in questione è un hotel a due stelle della frazione Marebello, che dalla mattina dell’ 8 agosto, è trafficata da clienti arrabbiati che lamentano di essere stati truffati. «Siamo venuti ora e non c’è nessuna stanza», dice una signora che aveva prenotato fino al 15 agosto con il marito e il nipote da Arezzo. Non riescono ad avere chiarimenti: i proprietari (torinesi) della struttura non si sono ancora fatti avanti e non sono raggiungibili. Presenti però ci sono i dipendenti dell’hotel, i quali riferiscono che la colpa non è la loro e che la situazione è così da settimane. Rimini e zone limitrofe sembrano stazionare in preda ad un boicottaggio che ha inficiato il mare con ritrovi di batteri fecali fuorisciti da perdite fognarie da cattiva manutenzione o rottura dolosa, e binariamente attraversa una condizione di ridimensionamento dal punto di vista del lusso circolante, con un turismo apparentemente depauperato anche sul fronte delle rutilanti discoteche come il fantomatico Pineta di Milano Marittima.

A Rimini, 10 agosto 2022 I turisti continuano ad arrivare, ignari di quello che li aspetta. Le denunce si sprecano e c’è chi si è rivolto alle associazioni consumatori per fare una class action. Perché i clienti truffati dai gestori dell’hotel Gobbi sono centinaia. Turisti che hanno pagato la caparra o l’intera somma richiesta per il soggiorno e al loro arrivo hanno scoperto che nell’hotel di Marebello non ci sono camere disponibili, ma intanto i loro soldi sono spariti.

La situazione nell’hotel di Marebello è disastrosa. Non viene data più neanche la colazione, perché tanti fornitori, non essendo stati pagati dai gestori, non fanno più consegne. “Ma tra i truffati ci siamo anche noi – dicono i proprietari, i fratelli Marinella e Francesco Baietta – Non ci hanno pagato una parte dell’affitto, e stanno rovinando la nostra immagine”. I Baietta ci tengono a sottolineare che “noi non c’entriamo nulla con quanto sta accadendo. Non appena abbiamo avuto i primi sentori della situazione al Gobbi, abbiamo messo di mezzo gli avvocati per ottenere la restituzione dell’hotel. Dopo un mese ancora non ci sono state riconsegnate le chiavi”.

I Baietta passano ogni giorno davanti all’hotel “per vedere la situazione. Sappiamo dei fornitori pagati, dei clienti truffati. Una situazione incredibile. Pensare che quando abbiamo dato in affitto l’hotel ai nuovi gestori, per quest’estate, sembrava tutto in regola”. In realtà, da quanto trapela, pare che le stesse persone che hanno preso il Gobbi in gestione quest’anno, lo scorso anno avessero fatto altrettanto in un albergo di Cattolica.

Situazione analoga ma meno grave a Napoli, con due fratelli ristoratori storici nella parte piu’ prestigiosa della citta’, hanno visto affitti negati da parte dei nuovi gestori, che di fatto gli hanno soffiato il locale, ad onta delle cause fatte, perdendo una parte cospicua di clientela a causa del calo della qualita’ gastronomica. Binariamente al malcontento dei dipendenti, le cui condizioni contrattuali sono peggiorate in modo considerevole.




Professionisti reticenti: rischio fallimento Pnrr

Si paventano rischi attuativi, relativi il Piano Nazionale di resistenza e resilienza. Se il PNRR fallisce, sarà colpa degli ingegneri che mancano! Ma davvero? Ma siamo proprio sicuri? Provocano dal comitato di difesa degli interessi meridionali facente capo a Pino Aprile, giornalista, autore del best-seller Terroni e presidente del “Movimento Equita’ territoriale”.

Il PNRR è l’attuazione in salsa italiana del Next Generation EU, il programma europeo di ripresa post-pandemia che prevede investimenti per più di 800 Miliardi.
Di questi 800 Miliardi l’Italia ne ha ricevuti ben un quarto del totale: 209 Miliardi… Sapete perchè? “grazie” alla situazione disastrosa in cui riversa il Sud.

Infatti uno degli obiettivi principali del NextGenerationEU è quello di RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE. Ma come abbiamo più volte denunciato dall’osservatorio associato ai gruppi del principale e piu’ noto meridionalista d’Italia, il PNRR “puzza di bruciato” perchè queste disuguaglianze, con tutta probabilità, le amplierà anzichè ridurle.

“E non siamo solo noi a dirlo: anche economisti del calibro di Gianfranco Viesti hanno più volte evidenziato le storture presenti nei vari bandi emanati per applicare il PNRR, ma sembra che a nessuno importi di questo… Almeno fino a quando l’Europa non ci tirerà le orecchie per non essere riusciti a raggiungere gli obiettivi prefissati”.

Ricordate il concorso del “sensibile” Brunetta per l’assunzione dei 2800 tecnici mancanti nelle Amministrazioni del Sud? Un autentico FLOP!

“Dite che si è trattata di “semplice incapacità” del Ministro veneziano?”, rimarcano dalla fazione di Aprile forte di oltre un quarto di milioni di seguaci social. “Sarebbe comunque gravissimo, ma state tranquilli che, come accaduto in passato, nonostante la palese incapacità di questi politicanti, ci ritroveremo fra i piedi gli stessi soggetti, magari a gestire qualche altro ministero: scommettiamo?”, infieriscono dal sud.

Ma la domanda cruciale è questa: chi pagherà adesso questa clamorosa “incapacità” dell’ormai quasi ex-ministro Brunetta?, rincarano i meridionalisti.

La rete dei 500 Sindaci “Recovery Sud” ha più volte denunciato la forte carenza di personale tecnico in vista dei bandi del PNRR… I Sindaci dei Comuni del Nord si fregano le mani, loro hanno più personale e molta meno concorrenza all’inerno dei bandi, tanti bei soldini ad ufo, magari utilizzati per investimenti non strettamente necessari. Mentre i Comuni del Sud spronfondano inesorabilmente in una condizione sempre più disastrosa… Ma forse a qualcuno va bene così!

La “puzza di PNRR bruciato” si sente… e forte!
Ecco che iniziamo a leggere delle scusanti, il sistema comunicativo filogovernativo inizia a coprire i calmorosi errori del “Governo dei migliori” definiti come cialtroni da una dovizia di simpatizzanti del partito 24 agosto, espressamente promeridione.

Ormai il danno è fatto, purtroppo ed i bandi irroreranno il nord di nuove opportunita’, magari pleonastiche infrastrutture, con venture emigrazioni dal sud, e cesure alle assunzioni di manodopera specializzata piu’ giu’ di Roma. I professionisti aborriscono gli emolumenti pubblici per la strutturazione, presso il sud, di piani di massimizzazione dei fondi europei. Lo stato ed i comuni, inoltre, non offrono assunzioni garantite e soddisfacenti, nel meridione, per quei professionisti ad alto valore aggiunto teleologici alla concretizzazione repentina del Pnnr, di qualita’, nonche’ al recupero nel divario tra le due aree geografiche italiane, rispettivamente piu’ ricca e piu’ indigente d’Europa




Fronte unico ex 5 stelle in guerra: spaccature negli “antisistema

Elezioni 22: la resistenza si unisce e sceglie la VITA. Da Napoli il professor di Bella innalza lo stendardo di un partito nato nel 2017, 3 V ed oggi alleato con parte dell’ex 5 stelle, usando parole al fulmicotone.

“Le forze coerenti del dissenso del nostro Paese SI UNISCONO per le elezioni di settembre 2022. VOTA LA VITA. Rispondiamo all’accorato appello di tutti gli italiani che in questi due anni si sono opposti con forza, lealtà e coraggio alla dittatura tecno-sanitaria e alla restrizione dei nostri diritti naturali e costituzionali presentando la lista “VITA”. Sara Cunial, Parlamentare della Repubblica, a tal proposito rincara: “Una comunità sociale e politica di esseri umani coscienti, consapevoli e coerenti che hanno deciso di smettere di delegare le decisioni che riguardano la loro VITA e hanno scelto di mettere i propri migliori talenti a disposizione della comunità nazionale.”

VITA vuole costruire una nuova realtà politica, con radici salde nei valori puri e inviolabili della libertà di scelta, nel profondo rispetto e cura per la VITA, per la memoria di ogni essere vivente e per l’intero ecosistema. Per le libertà e i diritti naturali. Per l’amore verso la VITA, secondo i suoi fautori.

Sara Cunial parlamentare indipendente ex grillina, Davide Barillari consigliere regionale, Paolo Sensini No Paura Day, Luca Teodori 3V, Edoardo Polacco,
Sentinelle della Costituzione-Io sto con l’Avvocato Polacco, Rosario Rocco del Priore Il Popolo Italiano, Simona Boccuti Il Popolo delle mamme, Maurizio Martucci, Alleanza Italiana Stop 5G fanno parte di questa aggregazione.

Per tutti i componenti di questa organizzazine e’ il momento di trasformare la lotta in proposta. “Abbiamo seminato, ora siamo pronti alla rinascita, siamo pronti alla VITA e rimandano al sito “votalavita.it”.

Il professore pasionario che a Napoli offriva lezioni pubbliche gratuite durante l’emergenza pandemica, rincara:”In questa emergenza democratica anzitutto, come per i 300 spartani nella battaglia delle Termopili, bisogna potersi fidare ciecamente del proprio vicino di lotta come se fosse un’estensione del proprio corpo, il suo scudo deve diventare il tuo scudo, o avere addirittura una sola anima in due come il Re Davide e Gionata della Scrittura, ma per farlo il tuo fratello deve aver guadagnato la tua fiducia, poiché il rispetto lo si da a chi non manca di rispetto. Infatti se il Re Leonida avesse saputo chi lo avrebbe tradito, certamente non si sarebbe fidato di Efialte il pastore.Non si vuole giudicare le persone per carità, ma le loro azioni si (si dice il peccato, non il peccatore), la rottura del fronte antigovernativo infatti si è consumata con l’alleanza elettorale di Ancora Italia di Toscano con Alternativa c’è (o ci fa), partito parlamentare formato da ex cinquestelle fuoriusciti nel gruppo misto, alleanza che ha scavato un abisso, perché molti dei parlamentari in questione hanno avvallato coi loro voti i provvedimenti assassini prima
Di Conte e poi di Draghi! A parole contestavano ma successivamente votavano: lockdown, green pass e sistemi informatici propedeutici alla “vaccinazione!”.
Non prendendo in considerazione già dalle prime dichiarazioni dell’ex cinquestelle (che eredità ci ha lasciato Casaleggio) poi nemmeno Italexit di Paragone che invocava l’obbligo vaccinale e tamponi gratis non capendo che il problema alla base non era solo il costo dei tamponi ma il costo psicologico come ci ha spiegato con dovizia il “caro” Brunetta, rimarca il di Bella facente parte di un partito strutturato a Trieste e piccoli centri settentrionali, ma forte di duemila preferenze in quel di Napoli. Ed entatizza l’attenzione mediatica su Putzer dei portuali oggi scagionato, e l’oblivione sull’altro membro del movimento dei portuali, gia’ ingegnere informatico ancora in gattabuia, ma con un passato di consigliere comunale. Tale fatto e’ stato negato dal quotato “La Verita’ ” il quale negava la carriera politica dell’altro rappresentante dei portuali.
“Alla fine dei conti in un parlamento dove non c’è il vincolo di mandato, ci si può tradire ad occhi chiusi, inficiando in primis il popolo italiano e se stessi, dove si sono recentemente viste cose turche come l’ammucchiata del governissimo con la “destra” che ora cerca disperatamente una verginità perduta; ebbene entrare senza colleghi affidabili sarebbe un vero suicidio democratico ed un atto follemente impulsivo che non tiene conto che in quel tritacarne a tratti satanico, i migliori propositi vanno a farsi benedire (o meglio maledire) dopo le prime settimane di “crociera” nel transatlantico, questo si a cinque stelle ed a spese nostre come disse il Principe “Ed io pago!”.
Salvatore Di Bella attivista Movimento 3V – Vota la Vita.

Avvocato Lorella P Lucas afferma:” La lista di Rizzo & Compagnia e una lista di soggetti che hanno TRADITO il Fronte del Dissenso e il Patto di andare alle elezioni tutti uniti . Sono usciti dal Fronte del Dissenso, e , col loro ego , si sono fatti il partitino per la poltrona. Con noi hanno chiuso. Non so se son stata chiara. E se volessimo partecipare all’ agone elettorale , non avremmo certo bisogno del supporto di personaggi così . Ecco. Punto “. Si puo’ concludere che: “Apparentemente ci sono i presupposti di unione perché siamo tutti d’accordo a combattere il sistema ma non sono sufficienti perché ci vuole una base su cui ricostruire come la coerenza delle scelte per il popolo e non contro il popolo come la facile alleanza con Alternativa c’è che ha avallato perfino la costruzione di un Biolaboratorio di Big Pharma (simile a Wuhan) a Trieste. Conclude il simpatizzante ed attivista del 3 V oggi schierato con il Movimento Vita di Cunial. Toscano dal canto suo rintuzza affermando che i suddetti movimenti avrebbero troncato con lui per il diniego di accordarsi aprioristicamente sulla lottizzazione dei posti, da parte del partito Italia sovrana e popolare che coinvolge Rizzo, Ingroia e l’europarlamentare Donato. All’accusa di aderenze massoniche Toscano replica con sgomento di aver presieduto per un anno il Movimento Roosevelt, consistente in un comitato d’azione per difendere la Costituzione, attuato da un massone dichiarato come Magaldi, ma di essersi dimesso a causa dell’incompatibilita’ con la propria fede cattolica. Ma esorta, il Toscano, a non denigrare tutti i massoni in quanto e’ grazie a Gioele Magaldi che si sono sapute certe trame relative Draghi e metodologie di difesa, ed ancora molteplici massoni sarebbero impegnati in un fattivo fronte di combattimento clandestino a favore della Costituzione, dei diritti e dei salari degli italiani ed europei.




Smantellamento leghista e suicidio Meloni

 Qualche mese fa uscì un’intervista, sulla Verità, di Guido Crosetto, uno degli esponenti apicali in Fratelli d’Italia, che auspicava l’unione stretta fra tutti partiti di destra, indeclinabile fra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, come unica possibilità per vincere in modo assoluto e continuativo, le elezioni. Oggi che tuttavia questa unione pare concretizzata, è in atto una fronda multilaterale al partito di Crosetto, che agita lo spauracchio di una riproposizione del Fascismo, da parte di organi americani come il New York Times, magnati nostrani del calibro dell’ingegner de Benedetti, editore ed industriale sinistroide; infine la stampa nazionale che si vede destinataria di anatemi ed onte da parte dei social: infatti impazzano alcuni video della veterana Annunziata, giornalista nonché passato presidente rai, che sbandiera alla Meloni ipotetici ed anacronistici perigli totalitaristici legati la sua ascesa. Meloni, presidente dei conservatori europei e da sempre sedicente patriota, figura primo capo politico e primo partito italiano attualmente, sul piano dei proseliti. Il Comitato di Liberazione nazionale di Mattei ed affini, le imputano la presenza di un proprio personaggio inizialmente politico a capo del Copasir, a tutela della compagine politica sua e dell’assetto parlamentare attuale, che non ha indagato contro i reati dell’assalto alla Cgl né della pubblicazione sul Corriere della sera, di nominativi corredati di foto affibibiati, senza prove, a Putin sul piano della simpatia oltre che dell’appartenenza economica, politica e lavorativa. L’intervista sulla Verità risalente ad un paio di mesi fa, all’esponente di spicco di Fratelli d’Italia Guido Crosetto, verteva sull’asse del centrodestra, e la fusione tra Lega e Forza Italia come aprioristica a qualsiasi brama di vittoria politica nazionale. Oggi che questa operazione e’ andata definitivamente in porto e si è edificato l’ennesimo asse trasversale antimeloni che inficia gli autori, tra politici, giornalisti ed imprenditori, afferenti specialmente il Pd con Letta in caduta libera nei sondaggi, ed un livore crescente per De Benedetti.  Fratelli d’Italia con i propri motti patriottici rappresenta ad oggi la prima forza politica dal punto di vista dei consensi, con la fronda oriunda da parte di organi statunitensi od europei quali il New York Times ed il parlamento europeo, che paventano un consolidamento dello spauracchio del Fascismo.

L’unico reale problema che attanaglia Fratelli d’Italia nell’ambito dell’opinione pubblica, inerisce il connubio Conte dei 5 stelle ed il conglomerato partitico sedicente antisistema capeggiato da Toscano, Fusaro, Amodeo, Mori, Paragone di Italexit, Rizzo di un rifocillato Partito Comunista italiano, suffragati da media indipendenti come Byoblu e Visione tv, a sciorinare dati ed azioni occulte o carsiche che indirettamente compromettono Fratelli d’Italia.

La Verità medesima, giornale cartaceo neonato ed economicamente autosufficiente, tra proseliti e vendite in ascesa, si è imbattuta in critiche ormai reiterate da parte del fronte politico denominato “Italia sovrana e popolare”, in procinto di una indefessa raccolta firme per consentirgli di accedere ai seggi elettorali propedeutici di un ingresso in parlamento: al quotidiano di Bel Pietro si critica lo zelo, peculiarmente utilizzato dal Borgonovo, di non attaccare il connubio politico destrorso che oggi caldeggia per uno smantellamento del Green Pass in ogni suo dettaglio, e per  un risarcimento pubblico delle vittime di danni vaccinali, eludendo la responsabilità delle case farmaceutiche che hanno prodotto tali farmaci, ma soprattutto i politici della destra correi dell’attuazionie di leggi draconiane a favore delle iniezioni mrna. Così alla Verità si attribuisce un ruolo mistificatorio in quanto non ammette che la fazione politica da essa accompagnata, dovrebbe essere sottoposta a giudizio della magistratura e soprattutto non potrebbe mantenere le promesse sbandierate antigreen pass ed a favore delle imprese in quanto in palese conflitto di interessi, subordinazione alle ologarchie finanziarie transnazionali, agente votante di ogni legge esiziale per l’economia e la società principiata da Draghi.

L’ex premier Conte fa volente o nolente eco all’opera di fronda verso Meloni, enfatizzando il fatto che essa si sia totalmente schierata con la Nato in un’ottica di conflitto cronico con la Russia che inficierebbe in modo letale l’economia italiana, in seguito quella europea. L’avvocato del popolo e presidente del Movimento 5 stelle ormai apertamente ostile sia a Draghi che al suo ex seguace di Maio inoltre, esecra la Meloni soprattutto per il proprio intento, coadiuvata da Renzi e Calenda, di elidere quel reddito di cittadinanza di 500 euro mensili che ha scongiurato l’indigenza per sei milioni di persone ed i due milioni in più di oggi a causa dello stallo economico derivante dalla pandemia. Conte con di Battista rimarca quanto tale misura antipovertà sia strenuamente attaccata da parlamentari come Meloni che cinquecento euro, li intascano quotidianamente sottoforma di salario governativo. Di Battista dal suo giornale ed il corollario di pagina Facebook esorta il boicottaggio di Draghi in quanto fautore di interessi extraitaliani a detrimento di imprese e cittadini, e di Meloni in qualità di ipocrita oppositrice di comodo, che si è resa cofirmataria di ogni legge liberticida ed antindustriale dell’ultimo biennio, oltre che nei panni di membro parlamentare ultraventennale. Per quanto la segretaria/presidente di Fratelli d’Italia non rappresenti, oggettivamente, una minaccia di instaurazione fascista, membri del Comitmmagini, di intellettuali, politici  e giornalisti associati a Putin senza prove. Francesco Toscano indica Meloni come perdente nel prossimo agone elettorale, proprio per la sua scarsa statura politica ed intellettuale che le impedisce di svincolarsi dalla Nato e dalla finanza americana, per governare in maniera sicura e stabile.

Conte e Meloni vengono attualmente descritti dalle loro nuove nemesi politiche e giornalistiche, come palladi di falsa opposizione propedeutici al mantenimento dell’ordine attuale, estremamente liberticida ed economicida che invade l’Italia da un oltre un trentennio occultandosi dietro la patina di democrazia. Conte ha affermato di aver smantellato il governo a causa del diniego di Draghi nell’approvare il salario minimo, nel finanziarie la piccola e media impresa e nell’aver attuato una proficua per tutti e ad ufo, transizione ecologica.

Paragone di Italexit non è confluito nel nuovo organismo antisistema che ha congiunto Mattei, Toscano, Rizzo, Ingroia, dichiarandosi aperto ad ogni forma di alleanza con questi ultimi, ed anche auspicando una loro vittoria ed un congiunto ingresso al Parlamento.

La situazione politica italiana è assai caotica, con Sara Cunial che non ha voluto aderire, con il suo R2020, allo schieramento multiplo di Italia sovrana e popolare cui si richiede ma in effetti  manca, anche la presenza di Amodeo che fa parte di Italexit. Se Conte ha in mano i cocci dei 5 stelle con l’ambizione di ripristinare il 20% dei suoi consensi evaporato anche per mezzo del nuovo partito di di Maio, ribadisce lo sprezzo per l’intento di Draghi di non convertire in bonus fiscali intercambiabili, quelli relativi l’edilizia, che hanno giovato per circa 200 miliardi l’erario, con una dovizia di assunzioni.  E biasima Draghi per il proprio discorso che focalizzava crediti statali per cinqusanta miliardi a causa dell’evasione industriale. Conte ha rincarato alludendo i cinquanta miliardi di crediti industriali verso lo stato non ammortati né l’accettazione di Draghi al suo disegno di legge relativo il taglio dell’Iva sui prodotti alimentari e sui carburanti.

La battaglia politica si gioca con la consapevolezza complessiva che un venti per cento di elettori voteranno le compagini politiche tradizionali, un altro venti per cento coloro che incarnano un modello smaccatamente antisistemico, con un venti per cento prima afferente ai 5 Stelle, Lega e Pd oggi definiti felloni, soprattutto Pd, e pertanto i 5 stelle hanno rotto irreversibilmente il sodalizio col Pd; ma che oggi non sanno chi votare. Anche Salvini con la Lega, assai ridimensionato nell’apprezzamento popolare, è associato alla Meloni in quanto finto oppositore teleologico al mantenimento dello stato permanente delle cose. Toscano con un  numero crescente di iscritti al proprio giornale Youtube, lo ha definito pavido e pertanto incapace di difendere gli interessi strategici dell’Italia dinanzi le masnade di potere forestiero. Meloni invece è accostata al temuto ma prestigioso Aspen Institute di cui fa ormai parte, dai detrattori più accreditati come proseliti, per cui ciò rappresenta lo scoglio principale per l’innesto di Fratelli d’Italia, all’apice del parlamento.

Aspen Institute per Meloni, che è l’omologa americana di Davos espressione del vero potere, e Commissione Trilaterale di Rockfeller per di Maio cui si esprime il suo accesso, figurano le nuove insegne veritiere che fregiano e frenano, questi due nuovi attori politici partiti da posizioni sovraniste ed oggi plasmati su visioni fortemente filoatlantiste ed europeiste. Sulla base dei dati che esternano un venti per cento di non votanti, il prossimo presidente del consiglio dell’Italia sarà espressione della maggioranza di voti, all’interno del 20% di indecisi.




Georgetti dirotta finanziamenti solo al Nord

LE PRIORITÀ DEL MISE E DI GIORGETTI: INVESTIMENTI E IMPRESE RIGOROSAMENTE SOLO AL NORD

Le priorita’ del sottosegretario Georgetti appaiono solo in relazione al nord, come investimenti ed imprese. Secondo una ricognizione del Mise, nei primi 7 mesi del 2022 l’ammontare degli investimenti esteri supportati da agevolazioni ministeriali è stato pari a 12 miliardi, agevolazioni che non hanno fatto altro di concentrare investimenti e impresa li’ dove già ci sono.
“Nessun annuncio al momento per Intel”…
Giorgetti, nella propaganda di questo articolo certamente non può lasciarsi a commenti su una situazione emblematica di valutazione delle priorità del MISE: bisogna che le imprese estere investano solo al nord! I nostri giovani continuano a lasciare la loro terra per diventare forza lavoro di una parte di paese e l’indotto che ne deriva continua a sviluppare una sola parte del paese lasciando indietro il Mezzogiorno, una tragica situazione, principale causa di una recessione economica decennale italiana. La locomotiva killer che nessun partito si azzarda a mettere in discussione.. In aggiunta nuovi investimenti esteri e nessun indirizzo politico per localizzarli al sud. Dalle piattaforme dei meridionalisti inneggianti il giornalista e presidente del partito 24 agosto, Pino Aprile, e’ un ginepraio di polemiche ed invettive a questa andatura governativa. Non si esimono dal rimarcare che Conte, oggi afferente i 5 stelle, sarebbe stato liquidato con manovre di palazzo eterodirette, a causa dell’ostinazione ad investire risorse italiane ed europee al sud, e nell’apertura intercommerciale verso la Cina, che avrebbe mobilitato il fronte atlantico capeggiato dagli Usa ed impersonato dal duo Georgetti-Draghi, a disarcionarlo dalla presidenza del Consiglio.

Sul versante Intel, intenzionata ad investire presso Catania con una sede produttiva oggi apparentemente sviata a Torino, si deduce quanto la costituzione della Silycon Valley siciliana in essere costituisca un interesse strategico per il meridione e l’Italia, ben adocchiato dalla multinazionale statunitense. Tra le piattaforme di maggior successo per la costruzione dei siti internet c’è Flazio, azienda nata a Catania nel 2012, che dopo essersi imposta in Italia e in Europa ha deciso di puntare sul mercato americano. I numeri dell’azienda siciliana sono notevoli: un milione di siti e 5.000 nuovi e-commerce. Tra i partner italiani che propongono al mercato la tecnologia sviluppata da Flazio nomi importanti come Telecom e Tiscali. 

In Calabria invece, si registra un incendio doloso all’azienda di caffe’ Guglielmo cui gli utenti simpatizzanti le piattaforme social ed il partito meridionalisti sotto l’egida e l’immagine di Pino Aprile, hanno replicato mirabilmente con acquisti massivi di tale caffe’ effettuati dal negozio internet della societa’, che ha ringraziato galvanizzata ed entusiasta.




Magistrato Pd torna alla carica

Emiliano e’ un magistrato, politico di lungo corso della Lucania, esponente di alto calibro del Pd nonche’ antagonista coriaceo di Renzi e sopratutto della sua impostazione politica. Attuale presidente della regione Puglia ed ex sindaco di Bari si trova carsicamente emarginato dal pd, alla stregua del suo omologo salernitani de Luca, il quale figura attualmente alla presidenza della Campania, in seguito a reiterate e lusinghiere cariche come sindaco di Salerno: «La questione meridionale che ancora ci affligge è un pensiero fisso. Non c’è una sede istituzionale o un dibattito pubblico nei quali io non parli della disparità Nord-Sud che subiamo ancora oggi in maniera macroscopica perché lo Stato nazionale fa due pesi e due misure, non ho paura di dirlo. Noi abbiamo decine di migliaia di medici, infermieri e operatori sanitari in meno rispetto al Nord a parità di popolazione e da Roma non ci autorizzano a colmare questo divario. Lo Stato ci trasferisce meno risorse basandosi sulla spesa storica, come sempre accaduto, e non sui livelli essenziali delle prestazioni. Stesso discorso per infrastrutture e trasporti. Se a Milano o Torino ci fosse una situazione come quella di Taranto, con il diritto alla salute sospeso da anni per legge, cosa succederebbe?»

Emiliano è “durissimo” contro il Governo: non ha paura di dire che “lo Stato nazionale fa due pesi e due misure”.
Sicuramente informare su una verità per tanto tempo taciuta è un primo passo ma non basta.

Servono azioni concrete come una ferma opposizione contro l’autonomia differenziata, di certo non dichiarazioni in cui la si considera “una sfida da definire”.

Sarebbe inoltre servito un fronte comune con Vincenzo De Luca nella battaglia per la ripartizione del fondo sanità per una suddivisione più equa a vantaggio dei meridionali. Cosa che Emiliano ed altri governatori del sud non hanno fatto, lasciando De Luca solo contro i presidenti delle regioni del Nord.

Le dichiarazioni non bastano, e’ necessaria la concretezza delle azioni da parte dei politici che rappresentano i meridionali, asseriscono i seguaci di Pino Aprile conformati al partito meridionalista, unico di fatto per l’Italia in grado di incidere:”Movimento 24 agosto, Equita’ Territoriale”. De Luca per contro versa in una palese difficolta’ politica, allorche’ si sia riscontrato fallimentare il piano politico anticovid da egli caldeggiato; per aver sfidato il Pd nazionale sulla questione dei Lep, per aver destabilizzato la politica napoletana nell’ambito delle istituzioni cittadine e regionale, a favore di propri concittadini o simpatizzanti. De Luca, sebbene gestionalmente apprezzato e nazionalmente stimato, staziona in una fase di limitazione politica progressiva che inficia i suoi propositi di unione meridionale di politici ed alte cariche, nell’equa distribuzione dei fondi europei e nazionali.




Francesco Amodeo e Luigi de Magistris: discesa in campo su posizioni opposte

Nella marea politica che coinvolge l’Italia spicca la candidatura di Francesco Amodeo, nella fazione antisistema che si e’ avvalsa dei social con i propri vip e la controinformazione, per conquistare fette maggiori di opinione pubblica ostile al governo italiano che negli ultimi tre decenni replica un sistema depauperante e definito assolutamente antidemocratico. Cosi’ si verifica, con Amodeo, la discesa in campo di nuovi archetipi giornalistici estremamente sganciati dal sistema mediatico e giornalistico tradizionali, ma resi coriacei da pletore di sostenitori che indefessamente chiedono una svolta, e glissano sulle accuse di fake news attribuite a  tali nuovi politici, blogger e protagonisti del calderone politico in fase di edificazione. Marco Mori, avvocato protagonista di una dovizia di denunce concrete contro l’Unione europea, le plutocrazie finanziarie, il mero governo Draghi e quello precedente, sciorina in qualita’ di fautore di Vox Italia, l’alleanza con Italexit di Paragone esortando a sostenere tale volto noto del giornalismo e dimissionario dei 5 stelle, per raggiungere la soglia di sbarramento e penetrare il parlamento senza ambizioni, ma con un piano di controinfiltrazione. Tale auspicio e’ certamente diretto all’aggregato facente capo Francesco Toscano, Antonio Ingroia e Marco Rizzo medesimo, senza esimersi dall’intento di non licenziare soltanto l’attuale compagine politica, bensi’ incarcerarla per Alto Tradimento, sedizione, crimini sanitari, economici e giuridici. Cosi’ il bastione del dissenso si esprime in Italia, esternando lo zelo di voler entrare in parlamento avvalendosi della popolarita’ e del carisma di Gianluigi Paragone per principiare un percorso di costruzione annosa che scongiuri l’oblivione verso le forze politiche assenti dal parlamento, percorso che comunichi ai cittadini programmi, vittorie e sconfitte clandestine, binariamente alle mosse anticostituzionali che puntualmente asserragliano i parlamentari italiani. Cosi’, in un percorso di medio-lungo termine, l’intento di Italexit, Vox e dell’ex segretario di Casapound assieme alla consorteria di Ancora Italia, mira a rivoltare il sistema definito dittatoriale che attanaglia l’Italia da oltre tre decenni e si proclama  a vanificare il dissenso con leggi che incarcerino coloro che si esprimono nei termini di questi aspiranti parlamentari, da Amodeo a Mori, tangendo Paragone e Toscano. A dimostrazione di tale deriva risulta la depositazione avvenuta al parlamento, di leggi bavaglio tese in futur ad arrestare coloro che alludano la sedizione, i metodi anticostituzionali, i diritti dei minori rispetto l’utero in affitto, i matrimoni omosessuali e temi analoghi. Per l’avvocato pasionario suddetto, questa tornata elettorale rappresenta l’ultima sponda rispetto alla democrazia, in quanto i parlamentari ipotetici di questi partiti antisistemici che scaldano le piazze, solo con un seggio potranno eludere censure ed arresti nel rimarcare certe tematiche che si tende a sminuire, negare, dileggiare; in seguito si prevedera’ la gattabuia per i dissenzienti, alla stregua di una dittatura.

Il programma caldeggiato dall’alleanza antisistemica di politici, giornalisti, magistrati e professionisti, si evince come un progetto di graduale e crescente controinfiltrazione, in antitesi a quella che John kennedy defini’ prima dell’omicidio, opera di infiltrazione di istituzioni, aziende e partiti, da parte di comitati segreti che ineriscono la grande finanza speculativa. Insomma l’Italia si presenta nuovamente antesignana, a livello globale, di repliche politico-finanziarie completamente antisistemiche, maggiormente a cio’ che attiene la Francia attualmente ostile al suo presidente e le proprie appendici; tuttavia in Italia questo connubio di politica e professionalita’ figura maggiormente antitetico alla grande finanza e politica tradizionale rispetto la Francia.

Se Francesco Amodeo, reduce da un’arbitraria e perentoria chiusura del proprio canale Youtube, non si sa in quale fazione confluira’ dal punto di vista delle alleanze in qualita’ di politico, de Magistris, ex sindaco di Napoli apprezzato dal popolo ma osteggiato dai fondi finanziari e la grande impresa, si e’ presentato in lizza per elezioni venture con un proprio movimento ispirato alla Costituzione e schierato con il sedicente avvocato del popolo Conte, che siede a capo di quel redivivo Movimento 5 stelle in perpetua antitesi con Pd, Draghi, oramai di Maio, Fratelli d’Italia; plasmato nuovamente sugli obiettivi originari imperniati sul rilancio delle piccole imprese, la transizione ecologica che non esasperi gabelle, prezzi e debito pubblico, il reddito di cittadinanza come sponda ad indigenza e disoccupazione, salario minimo a 9€ lordi per ora, alla stregua della Germania: da cio’ ovvero quest’ultima istanza, l’Italia ristornerebbe salari reali medi di circa 2800€ netti a lavoratore, per cui il Pil subirebbe uno slancio sesquipedale. Conte rintuzza le accuse multilaterali di fellonia lanciate da Letta, Renzi, Calenda, presentandosi come terzo polo, esecrando gli autori di tali invettive come baluardi di incostituzionalita’ e affibbiando a Draghi e seguaci l’epiteto di traditori, in quanto autocraticamente hanno rinnegato i patti con i grillini inficiando le imprese edili con l’abrogazione parziale del bonus edilizio. Quest’ultimo provvedimento, assicura l’ex presidente del Consiglio, ha reso nuovamente l’Italia egemone, in Europa, nell’ambito costruzioni, garantendo un gettito fiscale di oltre centotrenta miliardi, che potrebbero facilmente partorire assunzioni, investimenti, infrastrutture e recisioni fiscali, eludendo la leva del debito pubblico. Infine su Meloni che figura primo partito oggi denigrato dagli Usa che suffragano il Pd, Conte rimarca il suo gioco esiziale ed immorale di voler elidere i 500€ mensili del reddito di cittadinanza, in qualita’ di destinataria, come i propri omologhi, di 500€ quotidiani di stipendio.

Su Fratelli d’Italia e di Maio, l’alleanza dei partiti antisistema con Toscano, Paragone, Mori, Rizzo, enfatizzano la recente appartenenza di Meloni, all’Aspen Institute, Di Maio alla Commissione Trilaterale di Rockfeller, ossia quelle cricche finanziarie che vogliono fagocitare l’apparato industriale pubblico e privato, ed i conti correnti dell’Italia.




Guadagno massimo e reddito di cittadinanza: editore lancia l’iniziativa

Sono molteplici i problemi che attanagliano l’Italia in questa fase storica, tra cui il denigrato e temutissimo reddito di cittadinanza, che si conforma ad una sorta di ghigliottina per i datori di lavoro, cui non corrisponde una cesura delle tasse ed un aumento degli investimenti pubblici teleologici alla possibilita’ di aumentare in modo sufficiente gli emolumenti ed il conseguente potere di acquisto: infatti con la spesa pubblica a deficit che ha caratterizzato l’Italia dell’espansione economica, diviene possibile mantenere bassi o ad ufo servizi pubblici essenziali come la sanita’, la scuola, l’universita’, suffragando il potere di acquisto derivante da pensioni ed emolumenti. Ma giacche’ e’ stato certificato quanto sia estremamente esigua la percentuale di imprenditori italiani che evadono il fisco e scoperto che l’avanzo primario italiano sia impiegato per pagare interessi speculativi su un debito detenuto incostituzionalmente all’estero, ebbene l’unico modo per legittimare totalmente un reddito di cittadinanza per indigenti, disoccupati o precari, senza gravare e fare concorrenza sleale alle industrie, consiste nella cesura delle tasse, e nell’egida finanziaria statale verso piccole, medie e grandi imprese. Insomma da dati economici nazionali ed internazionali si evince l’esigenza di tutelare aziende e classe media, binariamente ad impiegati e pensionati, con la finanza pubblica, in antitesi al redame vergato da Draghi che esortava una recisione dei finanziamenti pubblici e bancari alle piccole e medie imprese, con un’annessa ecatombe economico-finanziaria del Bel Paese.

Insieme al salario minimo, con l’appendice duplice del reddito di cittadinanza e del reddito universale, Fabio Duranti nelle vesti di imprenditore ed editore, ha auspicato una sorta di “stipendio/pensione/guadagno massimo, a latere degli attuali sistemi di assistenzialismo economico per i soggetti piu’ deboli. Dalla propria seguitissima emittente radiofonica digitale, analogica e televisiva, questo impavido editore oberato dal caro-bollette, costi di affitto, personale, gestione informatica e televisiva, alludeva l’onta dei macroguadagni a livello globale, deittici di depauperazione collettiva e scoptici verso imprenditori, liberi professionisti, dipendenti alle prese con costi, prezzi e tassazione crescenti. Cosi’ si deduceva l’attacco indiretto a soggetti del calibro di Bill Gates, Soros, Bezos, che manipolano le leve della circolazione monetaria a detrimento della maggioranza dei lavoratori e delle imprese, plasmando la produzione industriale ed indirizzando la politica globale in base ai propri interessi.

Secondo esami e statistiche indipendenti, oltre all’esigenza di leggi che regolamentino in modo equilibrato salari, pensioni, pagamenti minimi e guadagni e oligopoli massimi, per rilanciare repentinamente ed in modo non esiziale l’economia italiana sarebbe sufficiente abrogare la legge Dini del 1992, che in guisa anticostituzionale blocca l’adeguamento di stipendi e pensioni all’inflazione, e la legge Monti sul pareggio di bilancio, che taglia aprioristicamente la spesa pubblica, causando un innalzamento di tasse, costi e prezzi. Secondo tali calcoli un pensionato che oggi riceve un netto di 3000€, come un professionista apicale del settore pubblico negli anni 80/90, oggi riceverebbe circa 500€ in piu’, mentre un insegnante delle superiori attivo in quel periodo che oggi figura nonno costretto ad aiutare economicamente figli e nipoti, dai 1500€ di pensione ne riguadagnerebbe circa 2000. Infatti l’Italia in seguito al provvedimento Dini oggi all’acme delle posizioni in Corte Costituzionale, si contrassegna come membro europeo con salari e pensioni di minor crescita, e con minore potere d’acquisto, eccettuando la Grecia. Con il pareggio di bilancio inserito da Monti, e tacciato in modo recente ma reiterato di incostituzionalita’, lo stato italiano si ritrova nell’impossibilita’ di tagliare le tasse alle industrie, adeguare salari e pensioni all’inflazione, assumere personale nei posti pubblici in maniera soddisfacente, costruire nuovi nosocomi, autostrade in Calabria, Puglia, Molise, Sicilia, Basilicata; ancora migliorare le scuole, le universita’, donare farmaci gratis ai bisognosi, fare una manutenzione costante ad acquedotti, fognature, dotare di aereoporti, ferrovie, porti, le realta’ urbane minori site peculiarmente al sud, in una spirale di scarsa crescita complessiva che avvolge l’intera Italia.




Corruzione (forse) nell’Anticorruzione

Rossella Solombrino non ha remore ed incalza sul tema corruzione:”L’ANAC dichiara le province meridionali le più corrotte? Si e’ basata su dati, indagini, intercettazioni, processi o condanne?Ovviamente no: formula degli indici che prendono in esame variabili come reddito procapite , livello di istruzione e benessere economico, inventandosi l’indice composito di contesto…

Nel pratico per la macroarea istruzione “ vengono individuati indicatori compositi per cui a più bassi livelli di istruzione si associano livelli più alti di corruzione. Non ci si basa su dati ma su assunzioni : più alta e’ l’istruzione e meno tollerante sarai verso la corruzione.

Essendo chiaramente il fine quello di penalizzare il sud , l’ANAC avrebbe fatto prima a formulare indici basati sulla latitudine. Chissà a questo punto che livello di istruzione avessero i 35 soggetti arrestati per gli appalti del Mose e le centinaia di indagati .
O più nel dettaglio l’ ex governatore veneto ed ex ministro Galan (uno stipendio di un milione di euro l’anno più altri due milioni una tantum per le autorizzazioni).
Il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni (560mila euro ottenuti grazie al Mose per la campagna elettorale) oppure il consigliere politico di Tremonti Marco Milanese che ottenne mezzo milione di euro perché facesse arrivare i finanziamenti a tutti i 100 indagati.

Ma vogliamo parlare del livello di istruzione della «cupola degli appalti» in Lombardia con l’EXPO 2015 ? Un blitz paragonato a quello dell’indagine Mani pulite: 200 uomini della Guardia di finanza e della Dia arrestarono il direttore generale di Expo 2015 Spa, Paris l’ex senatore di Forza Italia, Luigi Grillo, l’ex segretario amministrativo della Dc milanese, Gianstefano Frigerio (ex Forza Italia), l’ex segretario dell’Udc ligure Sergio Cattozzo, l’imprenditore Enrico Maltauro e Primo Greganti, il «compagno G», già arrestato nella stagione di Tangentopoli. i quali erano in contatto con i referenti politici e con il mondo imprenditoriale interessato agli appalti in Lombardia.

Chissà se ad Angelo Paris, in qualità di direttore generale della divisione construction and dismantling e di responsabile dell’ufficio contratti di Expo 2015, abbia avuto dei ripensamenti grazie al suo livello di istruzione e reddito procapite mentre pronunciava queste parole :«Io vi do tutti gli appalti che volete, basta che mi garantiate possibilità di carriera».

Dopo aver accertato che la base dati utilizzata dell’Anac si escludono i maggiori casi di corruzione avvenuti nel nostro paese e che vedono il Nord in pole position, parliamo invece di chi ha condotto lo studio? La Cattolica di Milano e La Sapienza di Roma.. quando c’è da fare queste analisi.. “stranamente” le università del sud non vengono prese in considerazione.

Ora parliamo invece di cosa produrrà una “pubblicità” di questo tipo a livello nazionale e internazionale : sfiducia degli investitori esteri verso il sud Italia, indicatori penalizzanti i termini di rating se utilizzati nei calcoli di valutazione interna degli istituti finanziari per i nostri imprenditori, e quella base informativa diffamatoria che serve ai soliti schieramenti politici per farci credere di meritare meno in modo da investire nella solita parte d’Italia”.

E’ stato dimostrato che la devianza sociale e’ grosso modo direttamente proporzionale al grado di poverta’, mentre il Pil lo e’ rispetto alla spesa a deficit, che in Italia, e peculiarmente nel sud, e’ recisa dal 2007.




Cina: maremoto finanziario in atto

China Evergrande Group ha dichiarato venerdì che il suo amministratore delegato e il suo responsabile finanziario si sono dimessi dopo che un’indagine preliminare ha rilevato il loro coinvolgimento nella distrazione di fondi derivanti dai prestiti garantiti attraverso la società del gruppo quotata in borsa. Il Giappone e’ il primo detentore mondiale di titoli pubblici statunitensi, seguito in maniera ravvicinata dalla Cina, per cui una crisi di liquidita’ di quest’ultima assedierebbe in guisa letale la nazione capitanata da Biden. Infatti il fondo Evergrande, principale comitato d’investimento in Oriente, figura a sua volta detenuto da Blackrock, il quale e’ correlato a Vanguard che lo controlla dal punto di vista della proprieta’: ebbene tali fondi sono i principali del mondo, ambi due americani, nonche’ ai gangli delle egemoniche multinazionali ed istituzioni europee. Da cio’ si evince quanto l’Europa stazioni sull’orlo della deflagrazione economica, connessa come sempre all’America.

La società di sviluppo immobiliare, fortemente indebitata, stava già indagando su come depositi del valore di 13,4 miliardi di yuan (1,99 miliardi di dollari) appartenenti all’unità Evergrande Property Services , fossero stati utilizzati come garanzia per altri prestiti a pegno e quindi poi sequestrati dalle banche in seguito all’insolvenza del gruppo. Questi sequestri rischiano di azzerare completamente la liquidità a disposizione del gruppo.

La società ha dichiarato che i prestiti garantiti dai pegni, che riguardavano tre serie di depositi, “sono stati trasferiti e dirottati al gruppo tramite terzi e sono stati utilizzati per le operazioni generali del gruppo”, ma intanto hanno messo in forte pericolo la continuità aziendale privando il gruppo delle disponibilità liquide.

Gli investitori mondiali hanno rivolto la loro attenzione ai problemi di liquidità del fondo. Il 18 ottobre, per gli Stati Uniti d’America, poteva essere la data del default. Lo spettro di una crisi del debito americano, nodo ancora irrisolto fino a pochi giorni fa, non ha fatto altro che incrementare i malumori dei democratici, che avevano chiesto di sospendere il tetto sul debito federale, visto che questo ha raggiunto cifre da capogiro nell’ultimo periodo. Un accordo è stato trovato, con l’innalzamento del debito pubblico fino a fine anno, ma da lì in poi sarà tutto da rivedere, causa la scadenza del provvedimento. Per approfondire il problema, è necessario capire: com’è composto il debito americano? Cosa aspettarsi da un nodo, quello del tetto al debito, ancora difficile da sciogliere?

Ad ogni modo, a inizio ottobre un accordo è stato trovato. Chuck Schumer, leader dei senatori democratici, ha confermato infatti il via libera, da parte del Senato, all’innalzamento del tetto del debito fino al 3 dicembre, che si realizza nell’aggiunta di circa 480 miliardi di dollari per evitare il default. Così facendo, il tetto del debito raggiunge la cifra di circa 28900 miliardi di dollari. Qualche giorno dopo, il 12 ottobre anche la Camera statunitense ha approvato il provvedimento, di fatto lasciando la palla alle mani di Joe Biden, che è chiamato a convertire la proposta in legge prima del 18 ottobre in quanto, secondo il Tesoro, da questa data in poi non sarebbe più possibile pagare i debiti della nazione senza un’azione del Congresso. Tale provvedimento, tuttavia, va necessariamente aggiornato nel giro di due mesi, vista la scadenza del 3 dicembre.

Da un eventuale default dell’economia americana ne conseguirebbe una reazione a catena devastante per molti paesi del mondo. Gli Stati Uniti, too big too fail, in questi giorni hanno vissuto un’esperienza – il rischio di una crisi del debito – non del tutto nuova alla Casa Bianca. Già nel 2011, il Congresso è intervenuto negli ultimi giorni disponibili per trovare un accordo. Tuttavia, anche in quell’occasione, ogni rischio derivante da una potenziale crisi è venuto meno. E anche in questa occasione, per il momento sono più lontani i timori di una potenziale crisi del debito. Ad ogni modo, se questa nel futuro prossimo dovesse palesarsi, la Fed avrebbe a disposizione numerosi strumenti per intervenire a tutela dell’economia americana nella sua totalità. In primis, come suggeriva Bill English, ex membro del Fomc – Federal Open Market Committee, “braccio operativo” della Fed – in una conferenza del 2011, questa potrebbe negoziare i titoli del tesoro a prezzo di mercato, per utilizzarli poi tramite varie operazioni – come il prestito di titoli – per mantenere il rendimento contenuto. Tale approccio, tuttavia, funziona fintanto che l’insolvenza si limiti a riflettere un’impasse politica e non un’eventuale incapacità di fondo degli Stati Uniti di adempiere ai propri obblighi. Così facendo, tutti i pagamenti sui titoli in default sarebbero presumibilmente effettuati dopo un breve ritardo, e i titoli rimarrebbero a rischio estremamente basso. Oppure, potrebbe fornire garanzie collaterali per incrementare l’appetibilità dei titoli sul mercato, magari riacquistando anche solo una parte dei titoli per alleviare il rialzo dei tassi – che ne deriverebbe a causa delle disfunzioni del mercato. Il ruolo di garante infatti, non verrebbe esercitato dallo Stato, in quanto assente a causa del default.

Per ora i rischi di un potenziale default sono lontani, ma la Fed guarda attenta al 3 dicembre, data in cui dovranno necessariamente essere aggiornati gli accordi del Congresso, pena conseguenze devastanti per l’economia statunitense e non solo.