Israele con i nazisti; Russia denuncia Biden e figlio

Forse dovrebbero scalare una marcia e rivalutare la situazione: Israele arma gruppi neonazisti in Ucraina. Qui arriva un vero gratta-testa.
Israele sta armando il gruppo neonazista Azov in Ucraina orientale.

A quanto pare le stesse persone che accusavano ogni sostenitore di Trump di essere un nazista sono improvvisamente mute quando un vero gruppo nazista in Ucraina orientale è attivo e pubblico. Israele arma il gruppo neonazista Azov in Ucraina. https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/cravatta-blue/

Electronic Infifada riporta:Armi israeliane vengono fornite a una milizia neonazista pesantemente armata in Ucraina, ha appreso The Electronic Intifada. La propaganda online del Battaglione Azov mostra fucili Tavor con licenza israeliana nelle mani del gruppo fascista, mentre gli attivisti israeliani per i diritti umani hanno protestato contro la vendita di armi all'Ucraina sulla base del fatto che le armi potrebbero essere fornite a milizie antisemite. In una lettera "sulle licenze per l'Ucraina" ottenuta da The Electronic Intifada, l'Autorità per l'esportazione di armi del ministero della Difesa israeliano dice che è "cauta nel rilasciare licenze" agli esportatori di armi e lo fa "in pieno coordinamento con il ministero degli Affari esteri e altre agenzie governative". La lettera di risposta, datata 26 giugno, è stata inviata all'avvocato israeliano Eitay Mack, che aveva scritto molto chiedendo che Israele cessasse i suoi aiuti militari al paese. Mack e altri 35 attivisti per i diritti umani hanno scritto che lo status ufficiale di Azov nelle forze armate ucraine significava che non si poteva verificare che "le armi e l'addestramento israeliani" non fossero usati "da soldati antisemiti o neonazisti". Secondo i rapporti dal paese, avevano scritto che le forze ucraine usano fucili di fabbricazione israeliana "e sono addestrati da israeliani". Il capo dell'Autorità Israeliana per l'Esportazione di Armi ha rifiutato di negare i rapporti o anche di parlare della cancellazione delle licenze di armi, citando "problemi di sicurezza".

Il presidente del parlamento russo chiede l’impeachment di Joe Biden per il finanziamento illegale del battaglione Azov. Vyacheslav Volodin, il presidente della Duma di Stato (parlamento russo), ha chiesto al Congresso degli Stati Uniti di mettere sotto accusa Joe Biden:"Il Congresso degli Stati Uniti deve porre fine a questo doppio standard e ritenere Joe Biden responsabile", ha scritto Volodin sul suo canale ufficiale Telegram. "Non c'è modo di evitarlo se gli Stati Uniti vogliono rispettare lo stato di diritto". Secondo Volodin, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato una legge nel 2017 che vieta la fornitura di armi americane al battaglione Azov dell’Ucraina perché Azov è stato classificato come un’organizzazione neonazista. Azov usa lo stesso emblema della Seconda Divisione Panzer SS di Adolf Hitler “Das Reich”.

“La supremazia bianca e il neonazismo sono inaccettabili e non hanno posto nel nostro mondo”, ha detto il deputato Ro Khanna nel 2018, secondo The Hill. “Sono molto contento che la legge omnibus recentemente approvata impedisca agli Stati Uniti di fornire armi e assistenza all’addestramento al battaglione neonazista Azov che combatte in Ucraina.”

In un rapporto del gennaio 2018, il Digital Forensic Research Lab dell’Atlantic Council ha confermato che il battaglione Azov aveva ricevuto armi statunitensi, secondo il giornale cinese Global Times.

Dalla sua creazione nel 2014, l’unità di milizia autonoma all’interno dell’esercito ucraino è stata un rifugio per gli estremisti di destra di tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti. La difesa della città di Mariupol è in gran parte nelle mani del battaglione Azov. Stranamente, questo fatto è a malapena menzionato dai media mainstream, che di solito sono alla disperata ricerca di neonazisti tra i “Make America Great Again supporters”.

Ora Joe Biden ha promesso all’Ucraina 800 milioni di dollari in aiuti militari, compresi 800 missili antiaerei e 9.000 missili anticarro. Il pacchetto include anche i droni d’attacco Switchblade, ha detto Biden. Durante il pasticciato ritiro dall’Afghanistan, Biden ha spazzato via un’intera famiglia afgana, compresi sette bambini, con un attacco di droni dopo l’orribile attacco terroristico che ha ucciso 13 soldati e 190 afgani.

“È ovvio che queste armi fornite dagli americani raggiungeranno anche il battaglione Azov”, ha detto Volodin, già noto per il suo ampio uso di droni high-tech per i video di propaganda.

La “ben oliata macchina delle PR del battaglione Azov ha prodotto i video di guerra di migliore qualità dell’Ucraina, con i droni delle telecamere che catturano perfettamente gli attacchi”, scrive il Daily Telegraph. “L’Ucraina ha felicemente usato i video del battaglione Azov come prova visiva dei contrattacchi del paese contro l’esercito invasore”.

Volodin ha definito questo fatto “una ragione sufficiente per mettere sotto accusa Biden per aver violato la legge americana”.




Zelensky strane mosse, Facebook segue: Governo/de Luca e digitalizzazione

Il giornalista Livio Varriale, visionario creatore di una realta’ televisiva napoletana di qualita’ oggi ceduta, analizza la geopolitica e l’economia con la guerra e gli svarioni governativi verso la Campania, su questo editoriale scoppiettante che slatentizza fatti inusitati e che destano sgomento:”14 marzo pubblico un post dove si evince che il criminale di guerra Ucraino e noi italiani stiamo finanziando l’esercito che guida la resistenza che ha inglobato i neonaZisti.

Che l’attuale presidente non solo vitupera la memoria delle vittime della Shoah, da cui lo stato di Israele ha preso NETTAMENTE le distanze, ma ha anche affidato la comunicazione governativa, giornali e contenuti web, ad una No-Profit americana nata per fomentare le rivolte civili in Ucraina dal 2014.

Che il presidente è di religione Ebraica ed ha annesso nel suo esercito estremisti di destra affiliati al nazismo tollerandoli e servendosi per destabilizzare l’area che oggi figura tra le cause dell’invasione russa.

Che il criminale di guerra si sta prestando ad un gioco ben chiaro dei suoi padroni che più volte ha provato a favorire in questi anni di governo con privatizzazioni così spudoratamente chiare che i suoi stessi ministri sono stati richiamati più volte a tutelare l’interesse nazionale.

Che la guerra che devasta il suo paese non solo non è sufficiente, ma più volte cerca di coinvolgere tutto l’occidente con la scusa di una finta democrazia.

Che l’Euro sta perdendo sul dollaro e l’acquisto di petrolio risulta più caro

Grazie a lui abbiamo scoperto: Che esistono i NaZ***i buoni . Che la censura dei social in realtà è propaganda. Che la propaganda tollera anche l’impiego di minori in guerra, anzi li esalta. Che l’Europa cede armi a un presidente incompatibile con gli standard europei perchè anche lui parte di un giro di corruzione internazionale. Vogliamo parlare del fatto che costringe gli uomini over 18 a non uscire dal paese perchè devono essere pronti a combattere? Peccato che gli uomini provano “vergogna” nel solo dire che vogliono andarsene, ma che se ne fregano se i russi vincono.

La verità come al solito sta nel mezzo, ma questo concetto non è tollerabile per chi sta provando a tutti costi di manipolare le nostre menti e qui abbiamo l’evidenza della censura. Una censura che può essere comprensibile nel luogo dove si svolge la guerra, ma non nel vecchio continente dove le persone devono poter esprimere dissenso verso la guerra, verso la vendita di armi e verso l’attività politica degli states che sta mandando in rovina mica loro, ma noi.

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Scatta un blocco di 7 giorni su questo social, poco prima di tre, e la colpa non è data conoscerla. Il quadro che si presenta nelle notifiche (allegato in foto) è un elenco di limitazioni temporali diverse su altrettanti funzioni. In poche parole, Facebook ha posto a un suo utente, un giornalista tra l’altro, quello che in gergo si definisce credito sociale. E se il giornalista si appella, l’autorisponditore dice in sintesi “approviamo la nostra decisione, ma se vuoi puoi fare ricorso al comitato indipendente”.

Il comitato indipendente di Facebook non solo si riunisce una volta ogni tanto, quindi non ripristina da subito il torto anche se si ha ragione, ma seleziona solo alcuni dei ricorsi: presa in giro dei social.

Alla fine uno manco si preoccupa e pensa “tanto si può vivere senza Facebook”. E invece ti trovi che nella sempre rossa Emilia Romagna, dove comanda un noto amminiatratore iper pubblicizzato, candidato ad essere tra i politici nazionali del futuro, se vorrai avere la casa popolare e conservarla avrai 50 punti sociali da non spendere perché altrimenti perderai l’allocazione.

Quando sento parlare di Anonymous impegnato nella guerra sorrido. Anonymous l’ho conosciuta direttamente ne 2017 circa e non erano a favore dell’imperialismo statunitense, anzi, secondo molti la componente russa al suo interno era molto influente e determinante nelle operazioni contro obiettivi USA.

Aspetto da non sottovalutare è che in questi anni con Anonymous abbiamo organizzato delle attività di segnalazione di contenuti pefofili in rete. Dai social ai siti accessibili da chiunque e vi posso assicurare che non c’era questo entusiasmo, soprattutto da parte delle piattaforme che impiegavano giorni a volte per rimuovere tali oscenità.

Poi c’è l’attivismo svolto per sensibilizzare i conflitti di Yemen, Myammar, Palestina: ignorati dal punto di vista internazionale.

Nel mentre gli attivisti di mezzo mondo hanno speso tempo e danaro in favore delle minoranze, Anonymous è emerso in un’altra veste con ampio risalto quando è scoppiata la rivolta del Black Lives Matter in USA, prendendo le parti non solo della popolazione afrodiscendente, ma anche del Partito Democratico statunitense impegnato nella campagna elettorale.

In quella occasione, il collettivo ha anche diffuso un documento giudiziario non corrispondente al vero, dando per certo l’interessamento di Trump nella vicenda del pedofilo Eipstein, che invece sappiamo essere stato amico di Clinton, Andrea e molti altri vicini alla sfera dei democratici.

Altro aspetto interessante è la discesa in campo adesso nella guerra informatica dove le operazioni di Anonymous appassionano tutti, ma udite udite è fuffa.

Innanzitutto sono tante le sigle che sfruttano la maschera per sferrare attacchi nonostante siano classificate dagli esperti e poi i danni provocati da Anonymous ad oggi sono finalizzati alla propaganda dove estrapolano dati, cosa già vista e rivista, oppure buttano giù i siti internet, addirittura 2000, della Russia e del suo governo.

Ovviamente chi legge questi numeri e non comprende la materia, può eccitarsi, ma vi faccio una domanda: Secondo voi è meglio buttare giù un sito od esfiltrare dei dati che ad ogni modo vanno poi tradotti per capirne la sensibilità oppure creare un file che se installato nel pc o in una rete distrugge tutti i dati?

Bene, ad oggi, notizia fresca fresca, la Russia conta 5 file di questo tipo che sono stati impiegati in guerra perchè hanno colpito determinati dati rendendo inoperabili molti servizi informatici. L’unico malware ucraino capace di fare le stesse cose è stato già svelato in fase di programmazione. Inoltre, con la scusa dei siti internet buttati giù, la Russia ha attuato il progetto di RuNet che cinturifica la rete Internet del paese in danno alla popolazione perchè crea un Internet sullo stesso livello del nostro, ma separato.

Vero, le attività di comunicazione, i tentativi fatti e riusciti nel sabotare i palinsesti televisivi del Cremlino hanno avuto un effetto positivo, ma su cosa? Su attività di propaganda che non hanno scalfito l’opinione russa.

Poi c’è da fare una considerazione, come fa Anonymous a disporre di una capacità di banda così importante per sferrare attacchi DDOS?

Qui è il nocciolo della questione e la risposta è molto semplice: non avrebbe potuto senza l’appoggio di agenzie governative.

Ecco, questa è diventata Anonymous. Puzza di CIA.

Facebook mi ha bloccato per due giorni.

Non ha gradito come ho risposto ad una domanda sotto a un mio post in cui si parlava di USA.

Vabbè, sono tornato!

Secondo l’Europa mancano due giorni alla fine dell’impeto bellico di Putin.

Io dico che armando gli ucraini stiamo invece mettendo la guerra al primo posto nei prossimi mesi.

Guai a far entrare un solo uomo estraneo alle nazionalità in conflitto sul campo di battaglia e soprattutto penso sia chiaro che questa guerra è stata premeditata dall’Occidente.

Dettaglio ancora più “interessante” è che un presidente ebreo combatta al fianco di soldati che sventolano la bandiera della Nato insieme a quella della svastica.

Così come si sta armando una popolazione civile che un domani conserverà le armi per immetterle nel circuito criminale.

Delude e anche molto, per fortuna, la guerra cibernetica più mediatica grazie ad Anonymous e meno distruttiva con azioni che avremmo potuto immaginare calcolando un potenziale rischio derivante dalla manomissione di strumenti sensibili come centrali nucleari o semplici mezzi di trasporto.

L’Occidente esercita le prime azioni di censura nei confronti della Russia, escludendo due testate russofone in Occidente, nascondendo più di una voce nel campo della libertà di espressione. Cresce invece la propaganda occidentale tra video vecchi e notizie false diffuse anche nei canali televisivi.

Addirittura in alcune università sono stati sospesi gli studenti russi dal frequentare i corsi, a cui si aggiungono molti sportivi.

Il sistema bancario internazionale ha bloccato sette istituti di credito di Mosca con la solita incoerenza di salvarne qualcuno per non perdere le quantità di gas necessarie a non bloccare energeticamente il vecchio continente. Questa potrebbe essere l’opportunità di un paese, quello russo, nel puntare esclusivamente sulla criptovaluta decentralizzando i suoi affari, costringendo anche gli altri a farlo se vogliono acquistare i beni di prima necessità.

Il Governo dei migliori ha impugnato l’ordinanza di chiusura delle scuole messa in piedi dal Governatore De Luca. Un atto che dimostra la totale incapacità dell’attuale Ministro ‘Tecnico’ Bianchi e del suo collega politico Brunetta.

Nel 2019, prima che la pandemia fosse nota a tutti, ho scritto Cultura Digitale, un manuale di sopravvivenza per genitori, figli e docenti le cui bozze erano nelle mani dell’attuale assessore Fortini.

Gli insegnanti sono stati inseriti nel titolo per dare quella giusta risonanza ad un tessuto sociale fondamentale per l’educazione dei cittadini del futuro sempre più digitali e distanti anni luce dalla scuola attuale: i nostri figli. Il libro non da’ una ricetta, ma prova a trovare una soluzione già sperimentata in altri paesi con i suoi pro ed i suoi contro, sia chiaro, ma che ha messo in moto più di un processo di innovazione a differenza nostra.

Ne ho parlato con l’allora Ministro Manfredi, che dopo pochi mesi ha aperto un dibattito sui quotidiani con Alessandro Baricco, facendo intendere che la strada giusta fosse quella di ripensare i modelli di insegnamento. Peccato che vi è stato un cambio alla guida dell’Italia con i cosiddetti migliori. Nei due anni della pandemia, la scuola è stata sollecitata più volte nel cambiare passo. Parlando con docenti, dirigenti scolastici e mamme, verificando io stesso sul campo, mi sono accorto che nulla è stato fatto e che le maggiori difficoltà dell’insegnamento a distanza sono derivate dall’incapacità di trasmettere cultura attraverso strumenti digitali: il libro come riferimento per delle lezioni in classe virtuali? Questa è la sintesi di come i migliori hanno ragionato in questi anni: facendo nulla, se non dare in appalto a Microsoft e Google la fornitura dei servizi della PA e della Scuola con la compiacenza dei Ministri della Digitalizzazione.

Quando vi dico che il mondo è pieno di migliori e quelli che conosciamo come tali non sono al Governo, ma a subire le scelte di una politica lungimirante solo ed esclusivamente per interessi oligarchici, mi riferisco a questo.

La Regione Campania ha fatto l’unica cosa possibile dinanzi ad una pandemia gestita con una narrazione di regime, ed i fatti degli ultimi giorni lo confermano, e cioè chiudere.

A chi spetta riformare la scuola? Al Governo che spende 200 miliardi per le generazioni future, infischiandosene della loro formazione e cultura. Se questa esigenza l’ho ravvisata da giornalista, scrittore e studioso dei fenomeni, sociali e criminali, legati al mondo digitale e sempre più insidiosi per i minori in età scolastica, come mai i migliori della classe non ci sono arrivati?

Come si può cambiare il mondo attuale con azioni di “Transizione” se non si ha una base già pronta ad affrontarla?

E’ giusto che a decidere il nostro modo di essere cittadini digitali sia deciso secondo un indirizzo Governativo scelto a tavolino con un manipolo di multinazionali?

Una politica nazionale si palesa oramai incapace di innovare prima se stessa ed il futuro del Paese che rappresenta e cosi’ a pagarne le conseguenze non siamo più noi adulti del presente, ma quelli del domani”.




Nadal/nuotatore trans: dopo la sconfitta denuncia malore infiammando No-Vax; critiche sport Lgbt

Di seguito alla sconfitta contro il numero 20 del mondo “Fritz” nel torneo americano di Indian Wells il leggendario Nadal, nuovamente all’apice della classifica tennistica mondiale con il primato storico di titoli vinti, e’ apparso trafelato, affiochito, ammettendo di aver fronteggiato una intollerabile difficolta’ fisica sottoforma di ago nel petto che ne limitava la respirazione fino al soffocamento ed al corollario di riduzione dell’energia e tachicardia. Seppure complimentandosi con l’antagonista statunitense per la vittoria definita meritata, Nadal si e’ detto trasecolato ed estremamente preoccupato per le sue condizioni di salute inclinate e con una problematica mai riscontrata prima. Ha ammesso, il campione iberico che maggiormente ha vinto nella storia del tennis, di essere stato vittima in campo di una situazione analoga allo scoppio del cuore, per cui si concentrera’ nelle prossime settimane, sull’individuazione delle cause e le cure di questa stramba ed inusitata patologia. Secondo le prime anamnesi pare che Nadal sia incorso nella rottura da stress di una costola, che gli costera’ una prolungata sosta di oltre un mese per la cura, ma vedere per la prima volta questo coriaceo tennista in difficolta’ fisica, ha causato una reazione inconsulta nel mondo social, sopratutto all’interno dello schieramento “No-vax”. Ci si imbatte, a proposito della difficolta’ che ha fermato Nadal in modo prolungato, in reazioni e commenti che spaziano dall’amarezza ed il rammarico per il pericolo di interrompere la leggendaria carriera, al sarcasmo antivaccinale che allude lo stato di mirabile forma di Djockovic, espulso all’ultimo Australian Open in cui ha trionfato Nadal proprio a causa della mancata vaccinazione. Ma figura anche livore e rammarico, per coloro avversi al vaccino, per il nocumento potenziale al n3 del mondo ed a quello effettivo che viene accostato alla pletora di persone che hanno confessato gli stessi sintomi di Nadal. Si auspica e spera che il fenomeno del tennis contemporaneo non abbia riscontrato danni da vaccino anche se gli stessi scettici dei vaccini alludono alla cura ipotetica da fare, in caso di nocumenti post-vaccinali, con la esosa e non breve terapia sanguigna della chelazione.

Nella cornice sportiva, frattanto che il premier Draghi ha anticipato la possibilita’ di una quarta dose di vaccino Covid, molteplici personaggi come il medico radiato de Mari, deprecano la situazione di morti altalenanti in campo sportivo, nelle serie maggiori, in quelle cadette e nelle categorie di agonismo, che coinvolgono numerosi sportivi, molti dei quali costretti a precoci ritiri che vengono accostati ai vaccini. Cosi’ viene inquadrato anche il fenomeno crescente di miocarditi e pericarditi che ridimensionano le possobilita’ fisiche degli atleti, alla luce del ritiro di Geremy Chardy, altro grande tennista francese che ha manifestato gli stessi sintomi di Nadal. Sonny Colbrelli, ciclista, e’ stato vittima di un infarto durante il giro di Catalogna mentre un portiere sedicenne in Galles, e’ morto sul campo. In Malesia un arbitro e’ morto durante il lavoro, alla luce di fenomeni del genere verificati solo tredici volte in mezzo secolo.

Nello sport femminile, invece, alla luce della vittoria nel campionato americano di un transessuale nel nuoto, Lia Thomas che all’anagrafe risulta William Thomas, le atlete in gesto di protesta la hanno goliardicamente abbandonata sul podio dimostrando dissenso per l’esito impari della competizione. Cosi’ il famigerato Micheal Phelps e la tennista Navralitova, si sono scagliati contro la federazione statunitense che legittima la partecipazione dei transessuali alle gare femminili. Sulla base del fatto che la nuotatrice transgender antecedentemente gareggiava nella sezione maschile del nuoto, ma con risultati scadenti. In America per gli uomini con il desiderio di cambiare sesso, e’ consentito partecipare agli sport femminili solo con la terapia ormonale e poche altre soluzioni che secondo periti e colleghi, falsano i risultati a causa della prestanza fisica superiore negli uomini, rispetto alle donne, anche dopo trattamenti atti a uguagliarne le peculiarita’. Su questo tema cosi’ si e’ innestata l’invettiva di Trump dal fronte politico americano in grande fibrillazione, e di Giorgia Meloni che caldeggia per l’impossibilita’ degli uomini, nel partecipare a gare femminili nonostante l’avvenuto cambiamento sessuale. Discorso differente, ma all’epoca postulato da politici americani, per la tennista piu’ vincente del mondo e della storia Serena Williams, nemesi letale per la russa ex numero 1 al mondo Sharapova: alla Williams esperti come de Mari imputano effettive similitudini fisiche con gli uomini, che risultano irraggiungibili per l’orizzonte femminile; infatti la velocita’ di battuta di Serena Williams di 200 km/h e’ prettamente maschile in quanto a replicazione. Tuttavia sarebbe illegittimo impedirne, alla sorella di Venus Williams, le competizioni del caso, in quanto comunque donna dalla nascita. Infatti per quanto donna la maggiore tennista della storia ad ogni modo non riscontrerebbe, in quella maschile, una categoria paritetica siccme sarebbe ad ogni modo svantaggiata, giacche’ donna, sul piano della potenza, velocita’, resistenza.




Olanda/Corsica: depositata denuncia popolare scie chimiche e indipendenza

Nel 2006, ho avviato l’iniziativa cittadina Stop Chemtrails and Weather Manipulation Now. Nell’ottobre 2021 abbiamo raggiunto le 40.000 firme richieste per presentarla alla Camera dei rappresentanti dei Paesi Bassi. Inizialmente alla commissione per le petizioni e le iniziative dei cittadini. Il 22 marzo tra le 13.45 e le 14.00 la abbiamo offerta alla commissione per le petizioni e le iniziative dei cittadini della Camera dei rappresentanti. Quindi passerà attraverso alcune altre procedure prima che possiamo iniziare a sostenere l’iniziativa dei cittadini alla Camera dei rappresentanti.Questa iniziativa olandese ha importanza e impatto a livello mondiale, perché la geoingegneria è un’operazione mondiale.Quando ne ho sentito parlare nel 2006, non sono rimasto sorpreso; avevo notato i cieli dei continenti ed il cielo olandese cambiati da tempo. E avevo già sperimentato di più nella mia vita, quindi potevo posizionarlo bene. All’inizio c’era solo una versione cartacea dell’Iniziativa dei Cittadini, di cui a quel punto avevamo raccolto 1200 firme. Successivamente, quando è stato possibile raccogliere le firme anche digitalmente, abbiamo finora raccolto 43.000 firme tramite  Petitions.nl . Quindi un totale di 44.200. Può sembrare un tempo lungo, ma a quanto pare questo tempo era necessario affinché le persone diventassero più consapevoli di ciò che sta accadendo. È così, ma sono super felice che finalmente possiamo offrirlo e che la Camera dei rappresentanti ora non può ignorarlo, c’è davvero qualcosa da fare. Vedi in basso

https://www.tweedekamer.nl/kamerleden_en_commissies/commissies/verz/burgerinitiatievenIn questi 16 anni io e colleghi abbiamo raccolto molte pagine di fonti attraverso la ricerca. Abbiamo anche compilato un elenco di 35 esperti e persone coinvolte che possono essere ascoltate. Molti studi e libri sono stati scritti in tutto il mondo e diversi scienziati hanno studiato il quadro generale e/o le sottoaree. Ci sono state anche diverse audizioni e conferenze al riguardo e i Paesi Bassi hanno firmato la Convenzione ENOD delle Nazioni Unite nel 1983. Dal 2006 è stata messa nell’angolo della cospirazione dai media e siamo stati chiamati con l’epiteto “cappello di alluminio” e “wappy”. Da allora, nonostante le numerose richieste ed e-mail, il Parlamento non gli ha mai prestato seria attenzione né posto domande al riguardo. Una seria attenzione e un’azione avrebbero potuto prevenire molto inquinamento e malattie. Ci sono molte fonti, compresi i militari che riconoscono che la modifica e la manipolazione del clima sono in corso da decenni. Con questa Iniziativa dei Cittadini non pretendiamo meno che la verità e l’arresto immediato di tutte le attività (scie chimiche/manipolazione meteorologica) in ogni caso al di sopra del territorio olandese e al di sopra delle Isole afferenti la nostra nazione. E chiediamo un’inchiesta parlamentare affinché i politici, gli scienziati, i ricercatori (civili) e il personale militare coinvolti possano essere ascoltati sotto giuramento. In plenaria faremo un’ampia presentazione e condivideremo le nostre numerose fonti. Per questa presentazione del 22 marzo ho scritto una poesia riassuntiva, nominando tutti gli elementi, che reciterò. Puoi pubblicarlo sui tuoi media o sito web con il mio nome. L’offerta e’ del 22 marzo 2022 tra le 13:45 e le 14:00 e successivamente ci e’ stato tempo per le domande dei media nella Sala degli Stati della Camera dei Rappresentanti. L’indirizzo è Irenepad 1. L’Aia.Cordiali saluti, Elbert Westerbeek Iniziatore e amministratore Audizione parlamentare dell’iniziativa dei cittadini sulla manipolazione del tempo Stop alle scie chimiche e alla manipolazione del tempo ora.

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Alla luce dei tafferugli che avvengono in modo altalenante in variegati stati europei, la concretizzazione di iniziative popolari di matrice giuridico-politiche imperniate sulla effettiva tutela del clima e del pianeta, questa sulle scie chimiche appare come prima reclamazione europea di un grande paese in questo ambito. Cio’ si associa a movimenti di protesta avuti per la medesima situazione in alcune realta’ urbane minute in America, che sono sfociate nella dismissione di tali fenomeni. Lo stesso gruppo di persone impegnate a regolamentare la manipolazione umana del clima paventa, con le parole di Fulford, la distruzione della crosta terrestre in un processo irreversibile di estrazione del litio, ovvero il meteriale principale con cui alimentare le batterie in prospettiva della preconizzata rimodulazione ecologica del settore industriale e civile. Stessa ipotesi esiziale viene indicata, dagli scienziati, la bramosia nell’estrazione della lega metallica con cui si edificano telefoni, computer ed i piu’ diffusi apparecchi tecnologici: Secondo uno studio E-waste Lab di Remedia in collaborazione con il Politecnico di Milano, un cellulare contiene 9 grammi di rame, 11 grammi di ferro, 250 mg di argento, 24 mg di oro, 9 mg di palladio, 65 gr di plastica, 1 gr di terre rare (Praseodimio, Neodimio, Cerio, Lantanio, Samario, Terbio, Disprosio) e altri …13 feb 2015.

Sono in questa fase in atto moti di protesta non pacifica in Corsica contro la Francia, con azioni dinanzi alle banche teleologiche alla restituzione di maggiore dignita’ economica per cittadini ed imprenditori. Ma l’acredine dei corsi e’ divampata in seguito alla dipartita di Yvan Colonna, capo degli indipendentisti isolani, che a sessantun’anni stazionava in carcere per l’omicidio di un prefetto ucciso nel 1998. La crisi economica in Corsica preme e c’e’ un forte malcontento popolare, con movimenti politici separatisti che hanno stigmatizzato la Francia con uno striscione dinanzi la prefettura in lingua corsa; nel manifesto con espressioni molto simili alla lingua sarda, era definito lo stato francese come omicida di Colonna. Uccisione causata da un detenuto definito fondamentalista di trentasei anni con cui Colonna ha avuto un tenzone internamente la prigione, che si e’ consumato in due momenti diversi ed e’ culminato nella morte del patriota. Tutto cio’ avviene in una fase in cui le criptovalute aumentano in modo vertiginoso, nell’emissione e nello scambio. Infine si paventa un’impennata dell’inflazione, con conseguente cesura del potere di acquisto per europei ed americani, alla luce dell’approvazione del finanziamento ucraino e degli strumenti di gestione pandemica, con Biden, di oltre cinquanta miliardi in una pregressa situazione di stallo economico occidentale.




Furti arbitrali: tifosi adirati mentre Balotelli chiama Napoli.

Dalle parti di Napoli infuriano da oltre una settimana anatemi e recriminazioni in merito agli svarioni dell’arbitro che hanno avvantaggiato l’Inter per un rigore, e porzioni crescenti di opinione pubblica esecrano l’utilizzo del Var dal punto di vista della discrezionalita’, in quanto non e’ subordinato anche alle richieste degli allenatori e giocatori. Cosi’ e’ emerso un calcolo secondo cui il Napoli, sgravato da sviste arbitrali ed errori marchiani dimostrati dell’ultimo lustro, avrebbe intascato ben tre degli scudetti italiani la cui mancata vittoria viene imputata al presidente De Laurentis. A proposito di quest’ultimo e’ risaltata una recentissima dichiarazione di Mario Balotelli, prodigio calcistico italiano di qualche anno fa che oggi milita nel campionato turco ed ha una figlia a Napoli, partorita dalla nota soubrette Raffaella Fico con cui Balotelli ha troncato da subito la relazione. Il calciatore da poco scartato dalla nazionale italiana si e’ detto entusiasta di un trasferimento a Napoli, su cui ha caldeggiato da anni con Raiola ma sempre aborrito da De Laurentis. Balotelli ha asserito che non e’ naufragata, tale trattativa, per una cagione economica, altrimenti stazionerebbe da anni nel capoluogo meridionale. Ed infine Mario Balotelli ha puntualizzato che ad oggi non giocherebbe piu’ in Italia, eccettuando Napoli, a causa delle difficolta’ ambientali e delle limitazioni che danneggiano il campionato .

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El Pais ha titolato:”L’ITALIA ABBAIA, NAPOLI SE NE FA FORZA”. Il quotidiano spagnolo “El Pais” analizza la discriminazione territoriale nei confronti dei napoletani negli stadi italiani con un articolo dal titolo molto significativo circa certe figuracce italiche. L’occhiello è altrettanto sferzante: “La squadra napoletana subisce insulti razzisti ogni fine settimana nella maggior parte degli stadi, ma ha trasformato l’odio che riceve in un motore per risalire dal fallimento e aspirare di nuovo allo scudetto”.
L’autore, il catalano Daniel Verdù, corrispondente dall’Italia, entra nel merito della questione così: “In Italia c’è un club che gioca un derby quasi ogni fine settimana, una squadra che praticamente tutti odiano e con i tifosi che ogni domenica subiscono insulti razzisti di ogni tipo. L’ultimo episodio è avvenuto una settimana fa a Verona, dove i tifosi veneti hanno posizionato uno striscione con le coordinate geografiche di Napoli accanto alle bandiere russa e ucraina. Come a dire, mira bene, è lì che devi lanciare il missile.

Ogni weekend c’è uno dei peggiori malcostumi nei confronti dei tifosi napoletani sottoforma di ritornelli a mo’ di arietta moderna. Il più ricorrente è quello del “Vesuvio, lavali col fuoco”. È la vecchia idea razzista e nordica per la quale i napoletani sono sporchi, chiassosi, incivili. È il canto che intonava anche Salvini quando il suo partito chiedeva l’indipendenza del Nord Italia e non aveva bisogno dei voti del Sud per alimentare le sue buffonate politiche”.
L’articolo spagnolo non è certamente il primo a sottolineare all’estero il dispregio italiano verso l’ex capitale del Sud e la posizione lusinghiera nel campionato di calcio italiano dei napoletani. Nell’ottobre 2013, infatti, la rivista francese “So Foot” stilò una propria preferenza delle migliori 10 tifoserie del pianeta per calore, colore e folla. Fu inserita anche quella del Napoli, unica italiana, per la seguente motivazione: “I tifosi del Napoli vengono insultati dalla maggior parte dei tifosi del Nord, ma sono riusciti a trasformare questo odio nella loro forza. Soli contro tutti. Non ci sono dubbi: vedere la gara al San Paolo è come assistere a uno show. La squadra è la vita, la morte e l’orgoglio di un’intera città e di un’intera regione.”
https://www.sofoot.com/top-10-les-meilleurs-publics-du…
Che in Spagna la tifoseria azzurra sia molto ammirata non è una novità. Alcuni cori del “Maradona”, recentemente, sono passati per gli stadi della Liga prima di essere ripresi anche in Inghilterra. Senza considerare il marchio di fabbrica, l’originale e imitato urlo “the Champions”.
Loro, gli spagnoli, che conoscono la questione basca, la questione catalana e altre differenze locali, scrivono:
“Non c’è niente di simile negli altri campionati. E’ un sentimento diffuso anche al di fuori del calcio. Da Nord a Sud. Perché i Partenopei hanno i loro problemi anche con i siciliani o con i calabresi. Ecco perché la città è un’isola favolosa e indecifrabile all’interno del Paese. Ed è per questo che molti trattano i napoletani come in Spagna abbiamo maltrattato gli zingari per anni. Come un corpo estraneo, dimenticando a volte l’enorme contributo di titani come Totò, Eduardo de Filippo, Caruso, Benedetto Croce… o Bud Spencer. Ecco perché Maradona si è innamorato di una squadra e di una città che rappresentava i discriminati e la risalita controcorrente come nessun altro. Ed è per questo sentimento che la vita di Sorrentino è stata salvata da un Empoli-Napoli.

La verità è che i napoletani sono molto “vistosi” e riescono a celebrare uno scudetto più a lungo di quanto tempo è trascorso per vincerlo. Hanno imparato ad essere scanzonati e ad esorcizzare i problemi della vita con l’ironia. (…)”.
Insomma, la tifoseria azzurra non sarà diversamente educata rispetto alle altre, e forse non è più rovente come un tempo, ma gode almeno di ottima ammirazione all’estero, mentre altre si distinguono per cori razzisti, protervia e profondissime infiltrazioni mafiose.
https://elpais.com/…/italia-ladra-el-napoles-cabalga.html
Angelo Forgione ha riportato questi fatti all’interno del proprio sito estremamente gradito e seguito dalle fazioni popolari che inneggiano appartenenza sanguigna con gli spagnoli, ma anche da fronde numerose di classe media trafelata per il trattamento dispari che in quanto napoletana subisce dallo stato sul piano dei servizi e delle infrastrutture.

Mentre il leggendario Maradona affermava che dall’estero le persone, compreso egli stesso, specchiano Napoli in Italia, la realta’ apodittica e’ scoprire che invece in Italia Napoli non e’ percepita come parte di essa, viene emarginata e boicottata. Per Nicola Forte dei Borboniani cio’ attiene alla peculiarita’ che possiede Napoli in quanto ex capitale, fucina culturale italiana dal punto di vista gastronomico, musicale, artistico ed artigianale, cui poggia il modo di vivere e l’ermeneutica proprio occidentali, nonche’ terza potenza demografica dopo Milano e Roma; il che pero’ cozza con l’identita’ dell’Italia contemporanea, estremamente conformista, bolsa e ipermoderna.




Militari Usa aumentano in Europa; indagini su Biden Jr

Zeroedge.com riporta la guerra in Ucraina come foriera di un massiccio rafforzamento militare degli Stati Uniti in Europa.

I combattimenti in Ucraina potrebbero portare gli Stati Uniti a ripensare la loro posizione militare in Europa e ad aumentare le loro forze nella regione più che in qualsiasi momento dalla fine della guerra fredda.

Secondo Stars and Stripes, gli Stati Uniti hanno attualmente 100.000 truppe di stanza in Europa, il numero più alto dal 2005. Il numero delle truppe è saltato di recente dopo che il presidente Biden ha ordinato un maggiore dispiegamento di truppe di fronte alle crescenti tensioni e all’invasione della Russia in Ucraina. A gennaio, c’erano 80.000 truppe statunitensi sul continente.

La Germania ospita ancora il maggior numero di truppe americane in Europa, ma l’esercito americano vuole inviare più truppe a est. Il segretario alla difesa Lloyd Austin incontrerà altri capi militari della NATO a Bruxelles mercoledì per discutere il rafforzamento del cosiddetto “fianco orientale” dell’alleanza militare.

Prima della riunione, il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha detto che gli alleati dovrebbero prepararsi per un “aumento significativo” della spesa militare. “Sulla terraferma, questo potrebbe significare un aumento significativo delle forze nella parte orientale dell’alleanza”, ha detto.

Stoltenberg ha detto che l’alleanza avrebbe anche “considerato un aumento significativo delle nostre forze aeree e navali, rafforzato le nostre difese aeree e missilistiche integrate, ampliato le nostre difese cibernetiche e tenuto esercitazioni più numerose e più grandi”. Più tardi questo mese, il presidente Biden parteciperà a un “vertice straordinario” con i leader della NATO a Bruxelles, previsto per il 24 marzo.

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Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti hanno schierato più truppe nei paesi confinanti con la Russia e l’Ucraina, tra cui Polonia, Romania e gli stati baltici di Lettonia, Estonia e Lituania. Secondo il Comando europeo degli Stati Uniti, ci sono attualmente 10.000 truppe statunitensi in Polonia, 2.400 in Romania e 2.500 nel Baltico.

In nome della dissuasione della Russia, gli Stati Uniti e la NATO stanno rafforzando questi paesi. Ma l’espansione verso est della NATO dalla fine della guerra fredda e la sua presenza vicino ai confini della Russia hanno aumentato notevolmente le tensioni nella regione e sono una delle principali giustificazioni del presidente russo Vladimir Putin per attaccare l’Ucraina.

Ora che Joe Biden è presidente, il Times finalmente ammette: il portatile di Hunter è reale!

Articolo del New York Post su Hunter Biden:

Perdonate la bestemmia, ma ci state prendendo in giro. (dichiarazione del NYP)

Prima, più di un anno dopo, il New York Times decide che i problemi commerciali di Hunter Biden sono degni di una storia. Poi, nel profondo dell’articolo, menziona casualmente che il portatile di Hunter è legittimo.

“Persone che hanno familiarità con l’indagine hanno detto che i pubblici ministeri hanno esaminato le e-mail tra il signor Biden, il signor Archer e altri sulla Birmania e altre attività commerciali estere”, scrive il Times. “Quelle e-mail sono state ottenute dal New York Times da una cache di file che sembrano provenire da un computer portatile che il signor Biden ha lasciato in un negozio di riparazioni nel Delaware. L’e-mail e altre nella cache sono state confermate come autentiche da persone che hanno familiarità con loro e con l’indagine”.

Autenticato!!! Non si dice. Vuoi dire che quando un giornale fa un servizio su una questione e non cerca solo di imbiancare il rapporto per Joe Biden, scopre che è effettivamente vero?

Ma aspetta, non è tutto. Nell’ottobre 2020, il Times ha messo in dubbio il fatto che ci sia stato un incontro tra Joe Biden e un funzionario di Burisma, la società di gas ucraina in cui Hunter era membro del consiglio di amministrazione. “Un portavoce della campagna di Biden ha detto che i diari ufficiali di Biden non elencano un incontro tra i due uomini”, ha scritto il Times, agendo come un perfetto stenografo.

Tuttavia, l’ultimo rapporto, pubblicato mercoledì sera, ha detto che l’incontro ha probabilmente avuto luogo. Biden aveva partecipato alla cena in questione. Divertente come funziona quando non si può prendere qualcuno in parola.

Nel calore della campagna presidenziale del 2020, il Times non ha mai perso l’occasione di mettere in dubbio il portatile, dicendo che le informazioni erano “presunte” e citando una lettera di ex funzionari democratici che sostenevano – senza prove – che era disinformazione russa. Recentemente, nel settembre 2021, il Times ha definito il portatile “non dimostrato” in un’articolo.

Perché l’affermazione era infondata? A causa dell’ignoranza intenzionale e della curiosa mancanza di curiosità del Times. Il socio d’affari di Hunter, Tony Bobulinski, si è fatto avanti subito dopo i rapporti del Post e ha confermato che le e-mail con il suo nome erano legittime. I Biden non hanno nemmeno negato che fosse vero! Hanno solo deviato usando i media per dire che era un trucco sporco o che non era una storia. La maggior parte della stampa lo ha semplicemente ignorato.

Hunter Biden ha incontrato il suocero di un boss del cartello di Juarez!

Le e-mail dei servizi segreti confermano l’incontro di Hunter con il ricco uomo d’affari messicano che sta costruendo una comunità binazionale sulla sua proprietà di 47.000 acri al confine tra New Mexico e Messico.

Nel 2011, Hunter Biden ha incontrato Eloy Vallina, uno degli uomini d’affari più ricchi di Chihuahua, Messico, e il suocero di Lucindo Carrillo Ruiz, un noto membro del cartello Juarez e il nipote di Vicente Carrillo Fuentes, l’ex leader del cartello Juarez.

Questo secondo le e-mail trovate sul portatile abbandonato di Hunter tra l’agente dei servizi segreti Timothy Buckley e il figlio dell’allora vicepresidente Joe Biden.

Hunter Biden ha visitato di nuovo il Messico durante la vice presidenza di suo padre nel marzo 2012, aprile 2013, settembre 2014, febbraio 2015 e più recentemente con suo padre a bordo dell’Air Force Two nel febbraio 2016.

Molti di questi viaggi, protetti da agenti dei servizi segreti e finanziati dai contribuenti statunitensi, dovevano usare il nome della famiglia in cambio di accordi commerciali con i miliardari messicani Carlos Slim e Carlos Bremer.

Le e-mail mostrano che Hunter era interessato ad accordi che coinvolgevano la compagnia statale di petrolio e gas Petroleos Mexicanos, società di gioco d’azzardo online e portafogli digitali, ma nessuno ha riferito ciò che Hunter Biden voleva dal suocero del nipote del boss del cartello Juarez, che si dà il caso stia costruendo una comunità binazionale sui suoi 47.000 acri al confine tra New Mexico e Messico.

Che affari ha avuto Hunter Biden con Eloy Vallina, e questi incontri hanno avuto una qualche attinenza con le politiche di Joe Biden che hanno portato a vent’anni di alto numero di attraversamenti illegali del confine?

The Gathewaypoundit.com riporta che

“Mi aspetto che sia incriminato” – L’avvocato della madre del figlio di Hunter Biden consegna “un numero sostanziale di documenti finanziari di Hunter” nel caso di tasse criminali

Lunden Robert, la madre del figlio di Hunter Biden, ha recentemente testimoniato davanti a un gran giurì del Delaware.

Hunter Biden aveva rivelato nel dicembre 2020 che era sotto inchiesta dell’FBI per le sue tasse.

“Ho appreso ieri per la prima volta che l’ufficio del procuratore degli Stati Uniti nel Delaware ha informato il mio consulente legale che stanno indagando sulle mie questioni fiscali”, ha detto Hunter Biden nel dicembre 2020. “Prendo questa questione molto seriamente, ma sono fiducioso che una revisione professionale e obiettiva di queste questioni mostrerà che ho gestito i miei affari in modo legale e appropriato, anche con il beneficio di un consulente fiscale professionale”.

L’ex fidanzata di Hunter Biden, Zoe Kestan, e Lunden Roberts, l’ex spogliarellista che ha un figlio con lui, hanno testimoniato davanti a una giuria federale sulle abitudini di spesa di Hunter.

Secondo la CNBC, Clint Lancaster, l’avvocato di Lunden Roberts, ha consegnato “un numero considerevole di documenti finanziari di Hunter Biden” all’FBI su mandato.

“Mi aspetto che venga incriminato”, ha detto Lancaster sulla base di ciò che ha appreso esaminando i registri finanziari di Hunter Biden.

Rep. Kinzinger giura di “muovere cielo e terra” per impedire a Trump di diventare di nuovo presidente

Il deputato RINO Adam Kinzinger ha giurato di “muovere cielo e terra” per impedire all’ex presidente Donald Trump di diventare nuovamente presidente.

“Se Donald Trump ottiene la nomination repubblicana, molti di noi muoveranno cielo e terra per assicurarsi che non vinca. Penso che sia la cosa più importante”, ha lamentato Kinzinger giovedì. “Non deve diventare di nuovo presidente”.

Kinzinger ha anche inveito contro Trump venerdì, dicendo che si è pentito di non aver votato per la procedura di impeachment contro il 45° presidente nel 2019 a causa della sua gestione dell’Ucraina.

“Sarò onesto, al Congresso ho fatto alcuni voti di cui mi pento [col senno di poi]. Più di tutto, mi pento di aver votato contro il primo impeachment di Donald Trump”, ha scritto il deputato in un thread su Twitter.




Record commissari Italia e fabbrica Reddito Cittadinanza

Record italiano di 117 commissari per le opere pubbliche, sui cui criteri normativi lo stato si scosta dalla prassi europea.

Il nuovo elenco di opere trasmesso in Parlamento dal Governo comprende anche il (finto) raccordo autostradale della Valtrompia che in realtà è solo una costosa tangenziale eseguita per di più in galleria.

Si allunga così il numero di opere commissariate dalle 102 opere autorizzate con il decreto Sblocca cantieri a cui ora si aggiungono altre 15 opere: 3 stradali, 6 ferroviarie e altre 6 tra interventi portuali, di edilizia statale e idrica per un totale di 117 opere.
I commissari chiamati a “sveltire” gli investimenti sono anche dirigenti di RFI (gruppo FS), Anas o dal Ministero delle Infrastrutture. Sono coloro che già prima della loro nomina commissariale non sono riusciti a velocizzare la realizzazione delle opere di loro competenza ( come per la Valtrompia). Queste nomine non sono oramai l’eccezione ma la prassi per il gruppo FS, per l’ANAS e per il Ministero delle infrastrutture che anziché rafforzarsi al loro interno e correggere le vistose inefficienze di spesa e di gestione degli investimenti preferiscono seguire la scorciatoia dei commissariamenti come se questi avessero poteri magici capaci di togliere dal pantano le opere che si sono incagliate o rischiano di esserlo prima ancora di cominciare.

Con tutte le opere che aumenteranno esponenzialmente i loro costi dato l’aumento delle materie prime e dell’energia, i commissari senza portafoglio serviranno solo da foglia di fico.
La responsabilità delle valutazioni dei progetti è stata affidata ai gestori delle infrastrutture. Dunque, quando ci sono le analisi costi-benefici delle nuove linee ferroviarie e delle strade, sono state predisposte dalle FS e dall’ANAS. Cioè dai destinatari delle risorse pubbliche che finanzieranno il progetto esaminato.
Facendo risultare tutte le analisi con un parere positivo in un lapalissiano conflitto di interessi.
Meglio sarebbe ridurre gli interventi solo sulle opere prioritarie definite sulla base di strategie e di criticità accertate della mobilità.
I commissari sottratti dalle loro attività ordinarie finiranno col rallentare la già scarsa operatività delle maggiori stazioni appaltanti pubbliche.

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Anziché rimuovere gli ostacoli organizzati delle stazioni appaltanti e aggiungere nuove risorse scelte sul mercato e fuori dalle ingerenze dei partiti si è scelta una insidiosa scorciatoia.
Vanno adottate poche regole chiare e semplici, sul modello comunitario invece di seguire la strada delle nomine emergenziali che, oltre a non velocizzare i lavori rischiano di rilevarsi vulnerabili a fenomeni di corruzione e aumento dei costi.

Anziché rimuovere gli ostacoli organizzati delle stazioni appaltanti e aggiungere nuove risorse scelte sul mercato e fuori dalle ingerenze dei partiti si è scelta una insidiosa scorciatoia.
Vanno adottate poche regole chiare e semplici, sul modello comunitario invece di seguire la strada delle nomine emergenziali che, oltre a non velocizzare i lavori rischiano di rilevarsi vulnerabili a fenomeni di corruzione e aumento dei costi.

Dario Balotta presidente ONLIT Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti
Milano 16 marzo 2022.

A Napoli si sono fatte recapitare Draghi minacce di guerra civile in caso di abrogazione del reddito di cittadinanza, che si conferma elemento salvifico per famiglie indigenti e consumi alla luce della crisi irreversibile che avvolge imprese e lavoratori antecedentemente il Covid. Alla base di cio’ e’ opportuno citare dell’operazione statale di Novembre: 16 arresti (truffa da 60 milioni euro), ora altri 8 arresti (21,5 milioni di truffa).
La Guardia di Finanza di Cremona e Novara ha condotto una maxi operazione militare per smantellare la “fabbrica” dei redditi di cittadinanza.

La banda procurava nominativi e documenti in Romania, poi entravano in gioco “titolari e dipendenti di Caf e patronati compiacenti” che ricevevano i documenti, “tramite persone di fiducia”, e compilavano tutta la documentazione necessaria per presentare la domanda. A quel punto, “mediante la produzione di certificati di attribuzione del codice fiscale e documenti d’identità contraffatti”, si recavano negli uffici postali per riscuotere il sussidio.
Fra i componenti della banda, composta anche da cittadini di origini romene, c’è anche una ex dipendente di un Caf, che già in passato sarebbe risultata coinvolta nella truffa.




Ucraina modello cinese e Siria affondata: lo sfogo del dott. Manera

Il dottor Manera sostiene di essersi meritato un posto nella superclassifica dei complottisti italiani su RollingStone e ora intende incalzare i suoi ammiratori con questo tipo di informazioni.
Ringraziando l’amico David Cane da cui prende spunto, lo stimato sanitario si sfoga dal suo profilo enfatizzando dati apodittici.

Stiamo tutti cercando di capire cosa stia davvero accadendo in Ucraina e nel mondo in generale. Ma al momento appare come un’unica granitica certezza che la verità non è quella che ci raccontano i narratori ufficiali, rincara il sanitario ai suoi innumerevoli sostenitori.

Osserviamo una polarizzazione ideologica di rara memoria con tanto di epurazioni eccellenti, intellettuali derisi pubblicamente, scienziati umiliati e giornalisti fatti tacere.

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Possiamo osservare oggi un nuovo tassello: l’Ucraina è stato il primo paese al mondo a introdurre una vera e propria identità digitale, che incorpora carta d’identità, patente, PASSAPORTO BIOMETRICO, certificato di nascita, dati medici, dati fiscali e molto altro. L’app si chiama DIIA ed è stata presentata in pompa magna da Vladimir Zelensky il 6 Febbraio 2020, quando in Ucraina nessuno (almeno fra la gente comune…) aveva mai sentito parlare di pipistrelli, bacilli e punture. Dopo lo scoppio della pandemia, l’app DIIA è stata trasformata anche in certificato vaccinale, ovvero l’equivalente ucraino del Green Pass, necessario per accedere a determinati luoghi, eventi e servizi.E’ utile ricordare che, nel momento in cui è scoppiata la guerra, l’Ucraina era il paese meno vaccinato d’Europa.La settimana scorsa, col paese messo in ginocchio dai recenti eventi e una maggioranza sempre più ampia della popolazione ucraina letteralmente vicina alla fame, il governo Zelensky ha annunciato un importante programma di “ristori” per coloro che sono stati colpiti economicamente dall’attuale conflitto. Per usufruirne è sufficiente fare domanda attraverso la comoda app DIIA.

L’unico requisito è aver completato il ciclo vaccinale.

La prospettiva della fame, almeno dal punto di vista industriale, viene vista come scenario plausibile ed ormai non lontano nel tempo, anche per l’Italia

Sul fatto che il qrcode sarà utilizzato nel prossimo futuro per accedere ai “benefici” per chi ne ha bisogno (e saranno sempre di più) è già stato annunciato da esponenti di questo governo.
La chiamano IdPay ma è la stessa cosa.
L’infrastruttura è unica.
Sembra una linea che intende sfruttare le opportunità, che siano casuali o “causate”, con aumenti approvati oggi negli investimenti militari anziche’ nella recisione delle gabelle.
Anche una guerra può risultare funzionale al disegno, secondo numerosi periti in questione..
Di emergenza in emergenza, con una palese implosione economica per l’Italia, alla luce di un apparente immobilismo dell’esecutivo. E gruppi crescenti di analisi informativa, imputano cio’ come la stessa tattica utilizzata in Canada: “Se ti ribelli ti cancello economicamente”.
Lì hanno bloccato temporaneamente i conti correnti, mentre alla Russia sono stati congelati 670 miliardi di dollari di riserve valutarie.
Poi, certo, il default e’ fisiologico perché non può “onorare” agli impegni presi, specialmente in relazione all’Italia.

Chi si terrà i soldi sui conti correnti sapendo che possono toglierteli con un click?
E ancora, chi si terrà i loro soldi, sapendo che possono fare lo stesso, a poco a poco tramite l’inflazione o comunque facendo crollare il potere d’acquisto in un breve lasso temporale?
Sono soldi creati dal nulla, Euro e Dollari. Sganciati dall’economia reale, la causa di tanti squilibri oggi nel settore finanziario e dell’economia materiale, aggiunge Guido Grossi ex responsabile Bnl per i mercati finanziari. Una montagna incredibile di massa monetaria che serve a tenere in piedi un’economia che è arrivata alla fine di un ciclo epocale. Come li hanno creati possono farli scomparire il che spaurisce i risparmiatori.
Digitalizzazione economica e digitalizzazione dell’identità vanno di pari passo ed il legislatore sembra immoto.
L’uomo reso oggi schiavo perché ricattabile con un semplice click: cosi’ puo’ essere cancellato. Questa e’ la tara di Id2020 a detta dell’onorevole Cunial.

Nel caos si può operare al meglio.
E’ nelle condizioni di grande instabilità che si fanno i migliori guadagni, sia in termini di soldi, sia di potere. In guerra le battaglie si vincono e si perdono, si guadagnano posizioni e si arretra per cui la situazione ucraina diventa quotidianamente piu’ esiziale per l’Italia.

Questa è già una guerra mondiale in atto, sulla cornice Ucraina in quanto stato con la maggiore liberta’ biologica in occidente.
E la propaganda è attivissima più che mai da ambe due le fazioni a combattere.

In un tweet oggi si apprende che questa guerra riguarda le crypto valute”.

Vediamo le principali notizie degli ultimi giorni in materia di crypto.

Jack McDonald, CEO di Standard Custody società di trading di criptovalute, ha affermato che l’ordine esecutivo di Biden sulle criptovalute è correlato alla guerra Russia-Ucraina.

La banca centrale russa ha concesso a Sberbank PJSC , il più grande prestatore della nazione, una licenza per emettere e scambiare risorse digitali.

Utilizzando la piattaforma di Sber, le aziende possono emettere le proprie risorse digitali per attrarre investimenti di mercato, acquistare risorse digitali tramite il sistema di Sber o effettuare altre transazioni di risorse digitali.

L’Ucraina legalizza le criptovalute dopo che il suo presidente ha firmato la legge sulle criptovalute.

Che sia questo il vero terreno di scontro?

Le foto che circolano su una dovizia di piattaforme e chat mostrano l’Ucraina associata ad una baraccopoli in Siria

Sospetto di un attacco alla Siria, forse da Israele? La Siria, come mostra Il fatto quotidiano, dopo undici anni di conflitto resta la più grande emergenza profughi al mondo. E le posizioni di Draghi non lasciano ben sperare per l’andamento economico italiano




Omerta’ fattore Italia: ultimo lascito di Pascoli

Enzo Ciconte sulle colonne del “Domani”, attacca la politica italiana scagionandone il meridione e citando fatti giuridici di natura documentale che riguardano il celeberrimo Giovanni Pascoli:
“Ognuno di noi, credo, ricorda i versi di un grande poeta italiano, Giovanni Pascoli, O cavallina, cavallina storna, che portavi colui che non ritorna. Chi non è più ritornato è Ruggero, il padre del poeta, assassinato con una schioppettata mentre rientrava a casa da solo, e cadendo dal calesse lasciò la cavalla storna rientrare senza il suo padrone. Era il 10 agosto 1867.

Anni dopo nella ricorrenza del luttuoso anniversario, il 10 agosto 1904, Pascoli ha preso carta e penna e ha scritto a un altro orfano, Leopoldo Notarbartolo figlio del più noto Emanuele, che era stato direttore del Banco di Sicilia, ucciso il 1° febbraio 1893.

I due hanno avuto la «medesima sorte» dice Pascoli: sono orfani di un padre assassinato, anche se è «ineffabilmente meglio esser figli di un assassinato che d’un assassino!», hanno cercato la verità senza trovarla, si sono scontrati con un muro di silenzio, «tutti sanno, almeno, in Romagna», e di complicità delle autorità che hanno impedito di portare alla luce assassini e mandanti. «Mi sono occupato molto di rintracciare gli assassini, ma era troppo tardi. Nessuno parlava, o riferiva voci vaghe, che naturalmente io riferii a mia volta; ma prove, nessuna».

Anzi, Pascoli rischiò addirittura di essere arrestato per l’insistenza delle sue ricerche. Anche Leopoldo cercò fino alla fine di fare luce sui fatti. «La polizia – continua Pascoli – seppe probabilmente tutto, ma non volle approfondire. In Romagna c’era allora uno spirito di setta, dall’apparenza politica, e dalla sostanza delinquente volgare che era tal quale la mafia, se non peggio».

Il carteggio di Pascoli mi è stato segnalato dal mio amico Ennio Grassi, anche lui romagnolo. Chi ha approfondito le ragioni dell’assassinio di Ruggero Pascoli è Rosita Boschetti ( Omicidio Pascoli. Il complotto , Mimesis 2014). lo ho ricostruito l’altro omicidio ( Chi ha ucciso Emanuele Notarbartolo? Il primo omicidio politico-mafioso , Salerno 2019).

OMERTÀ NAZIONALE
Il discorso che fa Pascoli è potente. Accomuna i due omicidi sotto la medesima categoria — l’omertà — anche se quel termine non c’è; ma c’è la sostanza. Non si sbagliava, anzi coglieva un aspetto che allora non andava di moda e cioè che l’omertà non era nel codice genetico dei meridionali ma era una questione molto complessa. La conferma ci viene da alcune vicende trovate nei documenti dell’Archivio centrale dello stato. Prendiamo ad esempio quello che successe a Medicina in provincia di Bologna nel maggio del 1889 quando le risaiole che lottavano perché tutte avessero la stessa paga giornaliera, stanche delle promesse delle autorità, al grido di «abbiamo fame, abbiamo fame» presero d’assalto i forni.

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Alcune furono arrestate perché riconosciute dagli «agenti della Pubblica forza». Le altre non furono individuate neanche dai fornai. Molti «dichiararono di non aver riconosciuta alcuna; il che è evidentemente impossibile, ma ciò si spiega pensando alla inconsulta ritrosia, abituale in molti popolani romagnoli, di denunziare all’autorità inquirente i colpevoli. I restanti testi sentiti non diedero migliori schiarimenti».

È straordinario quel termine — «ritrosia» — che in altri luoghi si coniuga in modo più crudo: omertà, che in questo caso è una complicità verso chi non aveva niente perché la fame mordeva in modo pesante. E i casi si moltiplicavano.

A Faenza quasi un migliaio di persone assaltarono i forni e le botteghe del pane. «Nei saccheggi non fu tolto altro che pane» annotò il procuratore generale. Erano affamati, non ladri; e presero soltanto il necessario per potersi sfamare.

Ma già all’alba dell’Unità erano emersi comportamenti simili a quelli appena descritti. Nell’autunno del 1864 a Torino ci fu una manifestazione popolare perché fu annunziata la decisione di spostare la capitale del regno a Firenze. I torinesi erano proprio infuriati.

Cinquemila persone si riversarono in piazza Castello e in piazza San Carlo dove i regi carabinieri in assetto di guerra spararono. I morti furono 55, i feriti 133. Chi aveva ordinato di sparare e perché? Si fecero due commissioni, una del comune e una della Camera, ma non approdarono a nulla. La strage, la prima strage nella storia d’Italia, rimase senza colpevoli.

Il 30 gennaio 1865 ci fu una clamorosa protesta dei torinesi contro la Corte. Era un giorno importante perché in programma era previsto il tradizionale primo ballo dell’anno. Ma la festa ebbe un esito imprevisto perché dalla folla, appena cominciarono a sfilare le carrozze con i nobili invitati, parti’una selva di fischi e di grida di protesta senza che la Guardia nazionale facesse nulla per fermarli. Anzi, successe che avendo un ufficiale comandato ai suoi soldati di impedire alla folla di fare schiamazzi non obbedirono all’ordine e se ne stettero fermi. Molti invitati non arrivarono a palazzo Reale e molte signore, messe al corrente degli schiamazzi preferirono ritornarsene a casa. La magistratura indagò per individuare e punire coloro che avevano osato oltraggiare il re. Ma ben presto sorsero dei problemi che uno sconsolato procuratore generale del re di Torino, Castellamonte, qualche giorno dopo, il 9 febbraio, evidenziò in una sconsolata relazione al ministro di Grazia e giustizia: «L’autorità giudiziaria continuerà nel suo compito, ma come ben vede il signor ministro, non è più questione né di energia, né di sollecitudine, né di sagacia». E questione di altra natura, ben più complessa e dai molteplici aspetti.

Scrive l’alto magistrato che «le varie classi della popolazione sono troppo interessate in questi avvenimenti, e scema quindi la fiducia di potere venire giudiziariamente in chiaro sulle persone, che presero parte alla dimostrazione, e sul modo in cui la medesima fu concertata ed eseguita». L’ipotesi su cui indagava la magistratura è che non fu un fatto spontaneo, ma ben organizzato.

«Taluni poi che presumibilmente dovrebbero essere informati danno al fatto il carattere di reato politico, e si fanno di buon conto e in cuor loro una legge di cavalleria e anzi una religione di nulla rivelare alla giustizia».

Altri, invece, «vi hanno coinvolti parenti e amici e tacciono per questo motivo, né l’autorità giudiziaria ha elementi per poterli convincere di reticenza. Taluni infine si fanno pure una convinzione che sia meglio lasciare correre, onde il processo non impedisca quella riconciliazione tra il re e la città, che è desiderata da tutti».

L’alto magistrato torinese descriveva molto bene le varie angolature che assume il meccanismo della reticenza e dell’omertà che lui arriva a definire «una legge di cavalleria e anzi una religione».

Le cose non cambieranno nel corso del Novecento e del nuovo secolo. ln più, nei fatti di mafia, compare anche la paura, è evidente, ma ci sono tanti altri motivi che spingono a tacere. Ma sono motivi che non appartengono come caratteristica identitaria alla sola cultura meridionale. Ed è bene avere consapevolezza di questo retroterra se vogliamo riconoscere l’omertà, o comunque la si voglia definire, anche in altre realtà al di fuori del Mezzogiorno come negli ultimi anni cominciano a stigmatizzare le forze di polizia e i magistrati che operano al nord.”




Fact checkers e conflitti di interesse: difficolta’ per Big Tech

Esce una verita’ apodittica e sconvolgente, nell’ambito di ricerche giornalistiche su un canale televisivo in forte ascesa, in merito al sistema dei Fact-checker, ossia aruspici moderni di notizie, coloro che decretano la veridicita’ o la falsita’ delle notizie, cui si appoggiano i principali media, agenzie e testate giornalistiche occidentali: i sacerdoti moderni del vero e del falso in ambito giornalistico, ma ultimamente anche all’interno dei profili privati dei social network, e’ stato dimostrato essere soggetti la cui professionalita’ e’ un arcano. Non sarebbero giornalisti e sopratutto non esaminerebbero le notizie bislacche per mero spirito di servizio ed in una cornice di volontariato. I ricercatori delle fake news inoltre si e’ visto essere soggetti salariati e finanziati da Pfiser nell’ambito delle pubblicazioni sul Covid, ma in altre situazioni pare che dietro il proprio lavoro ci siano gli zampini di enti governativi afferenti le principali nazioni europee nonche’ l’Unione Europea medesima-senza eludere gli Usa impegnati nello stesso processo-. L’Ue, sull’abbrivio di Draghi stesso che durante la pandemia ha raddoppiato i contributi pubblici all’editoria e garantito introiti di un milione per tv locali che riportassero le notizie dello stato, dell’Oms e dell’Fda,in Draghi ed omologhi insomma, ebbene l’Ue con l’America si ripromette di finanziare maggiormente i ricercatori di bufale, teleologici all’impedimento di filtraggio di notizie false o che fanno la fronda a disposizioni e comunicazioni delle maggiori istituzioni mondiali.

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Nell’ecosistema dei social network cui afferisce la maggioranza delle reti sociali, professionali e commerciali d’occidente, desta sgomento l’entrata in campo di Facebook in relazione alle informazioni relative il Covid, in pieno accordo con le linee guida delle autorita’ internazionali, che ha causato l’oscuramento di innumerevoli canali, profili e post di personaggi che dissentivano, alla luce di prove allegate, con la narrativa tradizionale. Oggi che e’ il periodo in cui Pfiser ha depositato presso le autorita’ statunitensi un blocco di otto pagine sugli effetti collaterali dei vaccini, Facebook e’ stato citato in giudizio in seguito alla censura di informazioni sul Covid pubblicate sulla pagina pubblica di una quotatissima rivista scientifica anglosassone, il British medical Journal, che sciorinava prove inconfutabili in merito la questione pandemica. A tal proposito Facebook, che si e’ dimostrato altro finanziatore dei fact checker, ha rintuzzato le accuse in tribunale in merito all’obliazione delle informazioni pubblicate sul suddetto prestigioso giornale scientifico, definendo il fact checking un mero punto di vista, anziche’ la verita’ effettiva, nella maggioranza dei casi. A tal proposito il British medical Journal, che e’ stato riattivato nel principale social del globo, a detta dello scienziato censurato, ha fatto trasparire la fine di affidamento a Facebook come canale di diffusione aprioristica di ricerche e dati scientifici.

Facebook si ritrova oggi sotto attacco dal punto di vista della reputazione, da parte di pletore di utenti che non lo considerano piu’ canale libero di scambio multistrato, assieme alla stampa tradizionale, definita non attendibile completamente, dal 42% dei lettori. Radio radio, principale emittente radiofonica italiana in termini di iscritti su Youtube e consultazioni televisive sull’apposito canale del digitale terrestre, ha conseguito una duplice vittoria legale su Youtube, che gli aveva oscurato il canale per un breve lasso temporale a causa delle dichiarazioni sul Covid, e su Open di Mentana alla luce di un attacco improntato su ipotetiche notizie false. Risultato che Byoblu non e’ riuscita ad ottenere, rispetto Youtube che dopo dieci anni ne ha occultato contenuti e canale; oggi Byoblu e’ sbarcata con numeri di pubblico eclatanti sul digitale terrestre, ma la questione dei conflitti d’informazione nell’ambito degli attori dei media e di Internet, rappresenta un nodo da dipanare in quanto, come afferma Milena Gabanelli volto celeberrimo di Report, in Italia i redattori che dicono la verita’ non fanno carriera; Alessandro di Battista fautore della vittoria elettorale del Movimento 5 stelle invece, attribuisce il bavaglio subliminale al web ed ai media, all’estinzione degli editori puri sostituiti da conglomerati finanziari di stampo euroamericano il declino della liberta’ di stampa. Ragione che cagiona i controllati ed i controllori in una cornice di inveterato conflitto di interessi.

I social media classici, peculiarmente Facebook, va rimarcato che pochi anni fa mantennero una posizione neutrale, nei conflitti di informazione che sfociarono nella presidenza statunitense di quel Trump oggi bloccato permanentemente dall’utilizzo dei principali social network, solo che all’epoca gli investitori pubblicitari e bancari minacciarono di abbandonare totalmente la propria attivita’ di investimento e supporto a Big Tech, per cui si avvero’ una presa di posizione irreversibile dei social americani, che spazia dai temi legati al fenomeno Lgbt fino all’Ucraina passando per l’installazione di Biden: tematiche che risultano tabu’ sulla piazza virtuale, se analizzate in maniera critica o dissonante da quella che si contrassegna la narrazione ufficiale e maggiormente promossa a livello sistemico.