Lo scherno all’intelligenza in America

Desta sgomento il fatto che, durante la campagna elettorale del 2020, i voti a favore di Trump sono stati numericamente maggiori di quelli della sua prima elezione, ben piu’ alti di quelli che fregiarono Obama primo presidente americano di origini africane; se per Obama ci fu un plebiscito mirabile di voti e mobilitazione elettorale trasversale, il fatto che Trump lo abbia superato la prima e la seconda volta, rimarca una verita’ apodittica: ossia che Biden e’ titolare di una vittoria truffaldina, enfatizzata dalla scarsa campagna elettorale che ha fatto e sopratutto dal silenzio acutissimo postcedente le elezioni Americane.

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Il fatto che il direttore della Casa Bianca abbia bloccato il processo di preparativi per l’insediamento di Biden nello studio ovale, e’ eclatante. Frattanto i brogli elettorali in favore di Biden, con tanto di prove audio, video e informatiche, giacciono nei faldoni della Corte Suprema Americana che mantiene un atteggiamento ambiguo.

I media oscurano le notizie provenienti dall’America imperniate su una effettiva guerra civile tra popolo consapevole e gaglioffi pagati dall’elite per terrorizzare i cittadini che vorrebbero lo sbroglio di questa matassa di illeciti e potere abietto.

Intanto Trump ha fondato una televisione sganciata dalla proprieta’ di quegli organi che finanziano Biden e imbavagliano Trump per mezzo del controllo che posseggono sui social media, i motori di ricerca di internet, la stampa, le tv e le radio: il canale di Trump dovrebbe chiamarsi Oan, e sta trasmettendo fenomeni ed eventi americani davvero strabilianti.

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Nella cornice di assalto multiplo alla democrazia americana tuttavia, la Fed sta assegnando bonifici, a differenza che in Italia, ad ogni cittadino americano immobilizzato e reso inoperoso dal Covid, binariamente alla parte avversa a Trump che sta procrastinando il Covid al fine di esasperare la popolazione, sferzare la presidenza e collassare l’economia. Bisogna dunque resistere ancora per poco…




Grandi artisti di oggi e limiti dell’arte contemporanea

Quando si gusta l’arte figurativa di Damien Hirst, si può pensare all’abolizione o superamento del concetto industriale di replica, in favore di riproduzioni particolareggianti dei manufatti originali. Tant’è vero che il principale esponente e sostenitore dell’associazione “British Young artists”, ha rivenduto una replica della sua originariamente maggiore opera scultorea, ad un prezzo superiore rispetto all’originale. Lo squalo tigre, l’opera in questione, imbalsamato come il primo grande impeto artistico che l’ha imposto-Hirst- sul palcoscenico mondiale dell’arte contemporanea- con la presentazione di un’opera di rottura artistica con il passato. Infatti lo squalo tigre, lungo qualche metro ed esposto nei maggiori centri museali britannici, è una scultura di un opera animata, seppur spirata, in antitesi alle sculture di marmo come quella di Riace, in Calabria. Ma la genialità creativa dell’Hirst, è in grado con le sue opere, di approfondire fino al superamento, il concetto della morte, che evoca come un momento di passaggio ad una nuova vita-magari lo squalo battuto da Christie’s, seppur morto appare vivo in maniera diversa, perche’ addirittura vivo fino all’immortalità-. Ecco allora la creatività che squarcia la concezione tradizionale dell’arte anche sul piano materiale, ma non su quello simbolico, in quanto Hirst con gli squali suffraga la religiosità che vede immortale l’uomo, e lascia intravedere uno spiraglio di immortalità animale, all’interno del mondo terrestre, magari grazie all’uomo.

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Hirst è stato molto osteggiato a causa della sua presunzione e perentorietà artistica che irradia il concetto di vita e di morte, tuttavia il mercato lo premia come uno dei migliori e più costosi fra gli artisti contemporanei.

Conosciuto al pubblico di massa attraverso il celeberrimo teschio coperto di diamanti dalla forte accezione evocativa. Forse al tempo in cui si vive per accumulare potere e danaro, il diamante come rifinitura di un teschio può alludere tanto alla morte di lavoro, quanto alla caducità del denaro, inutile al morto qualora fosse un teschio.

Io però definirei lo stesso concetto con l’importanza degli stessi diamanti attorno al teschio, per i discendenti di quel teschio, che ne possono godere con forme economiche immateriali ma utili e di valore quanto i diamanti. Hirst è tutto ciò che l’arte incarna ora ,ovvero l’eccentricità, la qualità, il coraggio e la variazione. Ma sopratutto l’industrializzazione e la prosperità economica, siccome per Hirst lavorano dalle quaranta alle ottanta persone. Io ammiro, un’altra opera dell’Hirst, le rappresentazioni di due teche in cui sono racchiuse, rispettivamente larve di insetti, filo elettrico, e nella seconda teca gli insetti sviluppati, a testimoniare la difficoltà della sopravvivenza per ognuno, in cui il filo elettrico si traduce in disoccupazione, malattia, degenerazione, o ignoranza frammista alla perdita.

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Sebbene si sappia alienare le simpatie del mercato opulente, Damien Hirst è l’incarnazione di una nuova era rinascimentale dell’arte, che tuttavia è ancora imprigionata in una fase discendente di medioevo.




Catene alla stampa e prospettive incoraggianti

I soldi pubblici per l’editoria libera, scevra da lacci e lacciuli, quella in grado di fornire i punti di orientamento alle persone ingabbiate in prigioni economiche, scientifiche, sociali, lavorative, sono sospese: oggi i soldi pubblici riguardo il settore radiotelevisivo sono indirizzati per lo piu’ verso le televendite. In questo modo il mercato per gli inserzionisti si decima, le possibilita’ di accesso alle fonti di promozione televisive si ampliano solo per imprese non a valore aggiunto, e si immola il diritto di essere informati in favore di un equivocato diritto all’accesso pubblicitario da parte di imprese tendenzialme non a grande valore aggiunto.

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Nell’ambito di un’opera costante e proditoria di limitazione alla liberta’ di stampa, di quella di opinione, sempre con soldi pubblici dunque borseggiati alla comunita’, i manager allineati manipolano vite ed opinioni pubbliche con l’arma del ricatto economico: il giornalista in grado di esprimere la verita’ sui misfatti che contemplano la societa’, viene silenziato o reso straccione, lo scienziato che spiega che il Covid e’ un virus ingegnerizzato per diffondersi a macchia d’olio o il 5 g e’ volano di epidemie, viene stroncato professionalmente; la societa’, come da verdetto costituzionale, deve pertanto essere libera, e la liberta’ deriva solo dall’indipendenza economica di un reddito garantito e tutelato. Approfondimenti sul canale Youtube Francesco Paolo Tondo e la pagina Facebook Francesco Tondo.

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Citta’ Futura con il progetto Bagnoli e ritorno al barocco per neorinascimento

Con l’iniziativa “ritorno al barocco”, arricchita anche attraverso l’omonimo sito web, Napoli ha presentato a Londra il suo piano per l’offerta turistica, che si è svolto tra Natale e marzo 2010. Questo progetto documentava, assieme alle tre mostre rappresentanti Napoli ed organizzate in giro per il mondo tra il 1979 e il 1981,i progressi compiuti dalla sovrintendenza museale partenopea nella contestualizzazione della cultura artistica di Napoli, dall’arrivo del Caravaggio(1606). I piu’ prestigiosi musei della città, tra cui il Palazzo Reale, hanno ospitato le opere secondo un itinerario culturale che svela tutte le influenze costitutive dell’ ”anima” partenopea. Si intuiscono cosi’ le origini del comportamento e della mentalità che fanno la città stessa di Napoli. Dunque il modo di essere del napoletano doc, che vive in quella dolce “entropia” tra sogno e realtà, azione e indolenza, modernità e folklore. Un modus vivendi che affonda le radici molto addietro, tra ombre e miserie, guerre e sole.

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Questi ritratti appassionati di Napoli, per lo piu’ inediti alla massa, come viatico per la comprensione della “complessità” della parte intima del napoletano e di Napoli, continuano ad essere tanto vituperati altrove. Città e abitante che si rispecchiano nell’ ”ordine disordinato” che abita le strade trafficate; l’immancabile presenza di quelle “macchiette” indigenti ma dignitose di un tempo, oggi sempre piu’ rare. Oggi però non basta piu’ sopravvivere, bensi’ occorrono a tutti piu’ soldi: è cosi’ che a Napoli si diviene “abusivi” del parcheggio o affiliati della camorra. L’anima barocca della città non è mai scomparsa e, di fianco al quartiere dei grattacieli nel Centro direzionale, si è conservato il centro storico, bello come un tempo e pertanto dichiarato patrimonio dell’Unesco. Basta una pizzeria antica come “Michele” a Forcella per far assaporare tutta la tradizione di un luogo meraviglioso…

Attraverso l’arte è possibile unire napoletani e non almeno nella presa di coscienza di annosi problemi che incastrano la città, si può capire cosi’ che potrebbe essere la cultura una mirabile chiave di volta per l’agognato “Risorgimento partenopeo”.

L’ambizioso progetto “Napoli Futura” in tal senso voleva creare, nell’area dismessa dell’ex industria siderurgica “Italsiter” di Bagnoli, una struttura polifunzionale con l’intento di valorizzare la vocazione culturale della città. Un progetto per Napoli, affinchè possa divenire un punto di riferimento per lo studio e la ricerca musicale, per l’approfondimento e la vendita nel settore della moda; infine per la quotidiana condivisione di momenti di intrattenimento e relax. La struttura esterna sarebbe stata suddivisa in settori armonicamente inseriti in contesti naturali, ognuno dei quali si proponeva di riprodurre le atmosfere e le caratteristiche tipiche di una delle nazioni europee, in ambienti diversificati che rispecchiano gli usi e i costumi del popolo rappresentato, fino all’esposizione di prodotti tipici.

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Nel grande auditorium si esibiranno artisti di fama e ci si potrà intrattenere in bar e ristoranti o ascoltare ed acquistare musica.

Questo progetto, il “M.a.c.”, musica, arte e cultura, potrà realizzare trentamila posti di lavoro e sposare la piccola Napoli della cultura barocca e folkloristica, quella semplice e un po’ povera della pizza, con la globalizzazione culturale, il commercio, la moda e, con quest’ultima, il glamour e la modernità. Questo stimolo a far di Napoli la capitale culturale, se non altro del Mezzogiorno,ci si augura contribuisca a trasformarla in una metropoli veramente cosmopolita. Per poi sconfiggere, magari con la cultura, quell’anticultura e quell’ignoranza che sono concause della stessa delinquenza.

L’ opportunità di far di Napoli una città in espansione anche culturale nell’ Europa unita ben si relaziona con il progetto di “ZONA FRANCA URBANA”, giunto al traguardo con la sottoscrizione dell’intesa con il Ministero per Lo Sviluppo economico. Quest’ultimo, assieme all’ Unione europea, stanzierà fondi per agevolare le imprese che operano o nasceranno nei rioni meno fortunati della città, grazie a particolari agevolazioni fiscali, come il taglio dell’irap e dei contributi previdenziali. Il tutto corredato dalla costruzione di infrastrutture di cui non si può far a meno per la rinascita della città.

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Questo iniziale ed insperato connubio tra cultura, imprese, commercio ed infrastrutture ben si adopera per il miglioramento delle condizioni di vita dei napoletani. Solo cosi’ si può sperare di scardinare, alla lunga, fenomeni di malavita organizzata che purtroppo sono ancora imperanti. Cultura anche del lavoro, oltre che sviluppo economico, efficaci alleate nella Napoli che si vuole. Il futuro per attuare cio’, diviene attualmento sempre piu’ stringente, con il dovere di anmodernare tale progetto neorinascimentale; per mezzo di contributi privati e pubblici di tutti, non solo degli imprenditori e dei soggetti economicamente vigorosi. Un ritorno al passato in chiave avveniristica per Bagnoli Futura dunque, si rivelerebbe un volano di crescita per Napoli e il pionierismo della condivisione di introiti e proprietà’ di tale struttura, per tutti i napoletani.




Cosa accadra’ in America

In America si svolge un’azione generalizzata di guerriglia cittadina per mezzo di persone entrate illegalmente attraverso il muro con il Messico, da cui passano anche schiave sessuali e bambini per rituali pedosatanisti. Oggi l’America e’ sottoposta ad atti violentissimi perpetrati da mercenari al soldo delle masnade alto massonico-alto finanziario-industriali e alto-sioniste che avversano Trump in ogni guisa. Il terrore di queste cricche di sommo potere, denominate “Illuminati”, consiste da un lato nel risveglio cittadino globale foriero di utilizzo di armi-393 milioni-contro i mercenari, dall’altro tali oligarchie e plutocrazie paventano lo smantellamento del globalismo e della appendice additata come:” Nuovo Ordine Mondiale”; cio’ sarebbe diretta conseguenza della politica Trump spalmata nei prossimi quattro anni. Dunque Biden diviene l’asso di bastoni delle plutocrazie, per esautorare Trump per mezzo i brogli elettorali lapalissiani e non puniti da organi giuridici, polizieschi e bucrocratici, infiltrati, corrotti, minacciati e ricattati, da tali orde plutocratiche.

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Mentre il Covid rappresenta un’assicurazione sulla vita del globalismo e delle plutocrazie alto-massoniche contro Trump, a causa del blocco globale teleologico al guadagno di tempo per riorganizzarsi e contrattaccare, oggi l’agone per il controllo americano ergo mondiale, si concludera’ con un accordo tra le parti per non subire confische economiche, condanne capitali o imprigionamenti derivanti dalla legge marziale approvata da Trump in caso di prosieguo del conflitto civile e del supporto all’abusivismo di Biden. Si concludera’, la situazione americana, a sua volta collegata con Italia e resto del mondo, con una traslazione del sistema globalista in atto in un’agglomerato di potere analogo al passato, ma leggermente orientato verso il benessere collettivo: le oligarchie e plutocrazie probabilmente rimarranno al timone del “transatlantico” del potere in cambio di una riaffermazione della Costituzione Usa, di troncatura dei rapimenti e rituali pedosatanici, e diffusione di maggiore ricchezza per il popolo.

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In un futuro remoto sara’ opportuno che la popolazione rimanga vigile e battagliera per non far sfrisare le Costituzioni, per non vedersi depauperata e resa precaria come oggi, nel caso l’America stavolta riesca a scongiurare il Grande Reset e cosi’ tutelare i diritti umani ed il benessere globale.

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Come salvi il cinema e l’Italia

Nacque dall’accordo tra l’Associazione nazionale degli esercenti cinematografici ed il ministero dei beni, attivita’ culturali e turismo, la promozione “Cinema2day”. Da dicembre fino a febbraio il costo del biglietto al cinema per ogni spettacolo, era di due euro. Cosi’ ogni secondo mercoledi’ del mese era per un periodo dedicato al riavvicinamento del pubblico al settore dell’intrattenimento, quello che coniuga creativita’, arte, cultura e business.

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Le sale napoletane che aderiscono a tale progetto erano le piu’ importanti, con gli orari da esse stabilite.

Tifare per il cinema “puro”, quello in sala, e’ un obbligo per il ceto intellettuale e medio borghese, alla stregua della difesa della biodiversita’ in natura; nacque infatti proprio dall’avvento della serialita’ dei prodotti radiotelevisivi e letterari, il declino del cinema con la sua continua introduzione di nuovi film o al massimo sequel ed al limite presequel. I principali responsabili dell’allontanamento del pubblico di massa dalle sale italiane sono certamente quelli legati al costo crescente dei biglietti, la mancanza di tempo nei giorni feriali per recarsi al cinema e la moda recente per cui la visione di un film in sala comporta quasi sempre una spesa aggiuntiva in termini di cena fuori.

Analizzando tuttavia la questione in termini prettamente di piacevolezza del film, si incrocia la minore “attenzione” nel finanziamento e nel supporto di opere cinematografiche che sappiano attrarre il mercato in occasioni sempre piu’ numerose. E’ il caso di film come “50 sfumature di grigio” o “Ted” tra passato recente e recentissimo, ma anche le opere di Zalone lasciano la loro impronta massiccia sul piano degli incassi.

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Per rintuzzare efficacemente la tendenza alla iterazione di personaggi di film, telefilm e libri prodotti anni addietro come la fiction “Un medico in famiglia” giunto alla decima edizione, bisognerebbe assolutamente promuovere questo tipo di operazione come il cinema sottocosto, ma sopratutto finanziare la creativita’ di giovani e nuovi autori, registi e sceneggiatori dalla personalita’ e creativita’ imponenti.

La televisione non dovra’ ridimensionare come adesso il cinema ma solo affiancarlo con prodotti di altro tipo, non serie filmografiche che inficiano la varieta’ di temi e soggetti nuovi e potenzialmente attrattivi per la sale cinematografiche nostrane ed oriunde.

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Capitalismo e pulsione di morte

Sovrappopolazione, crac borsistici, irrefrenabile spinta al consumo, mercati saturi, carenza di liquidità, disoccupazione…La crisi che attraversa il secondo millennio è senza precedenti. Non possiamo ignorare che un’analoga crisi, quella del 1929, anche se pochi lo spiegano, è stata una delle principali cause del conflitto mondiale. Forse l’uomo non ha imparato niente dal passato e le sue pulsioni autodistruttive lo portano inesorabilmente a farsi del male. In questo saggio (Capitalismo e pulsione di morte, Gilles Dostaler; Bernard Maris; La Lepre edizioni; Euro 16,00), che potremmo definire di “pisicoanalisi dell’economia”, gli autori spiegano la spinta all’autodistruzione tipicamente umana accostando il concetto freudiano di “pulsione di morte” all’idea keynesiana di “frenesia dell’accumulazione” .

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Attraverso le parole di questi due grandi pensatori del secolo scorso, scopriamo cosi’ che l’istinto di morte presente nell’individuo si manifesta anche in quello che Keynes definiva “desiderio morboso di liquidità”.E rivisitando la leggenda del re Mida si identifica il denaro come la presenza diabolica che avvinghia il mondo e vincola i desideri e la morale dell’uomo, la cui vita è pensata per soddisfare i propri bisogni consumistici, e gravita attorno al denaro. Dall’allusione keynesiana alla caratteristica “parassitaria” delle rendite, che alimentano il capitalismo senza produrre lavoro e benessere aggiunti, si descrive la vorticosa parabola deleteria di quel capitalismo che non smette mai di produrre surplus e ricchezza, grazie alle quali tra l’altro esso è nato e può continuare a vivere, ma che sconvolge il sistema di desideri, nonchè la vita dell’uomo. Infatti mediante l’accumulo di ricchezza l’uomo inconsciamente vuole vivere in eterno, tardando l’ora di consumo del suo “particulare” risparmiato, in un’ illusione che per Freud addita il denaro come capro espiatorio del peccato di cui tanto parla la religione cattolica;da qui il senso di colpa del capitalista, per il quale a costo di sforzi e di cumulo del lavoro il puritano di Weber restituisce ciò che gli è stato prestato da Dio: ovvero il tempo che è denaro e il denaro che è debito di vita e che pertanto non deve smettere mai di accumularsi. Questo processo di crescita economica infinita comporta con se il progresso tecnico che si scontra contro la natura: oggi la scienza che è correa al capitalismo si scaglia contro la natura, violentandola incessantemente fino a quando le risorse finiranno per scarseggiare e l’economia globalizzata provocherà nuove malefiche crisi. L’amore e la morte si combattono e si equilibrano nel capitalismo almeno fino al 2030, data in cui per Keynes l’umanità avrà risolto il problema economico e vivrà fruendo l’arte e la bellezza, doni che esulano dal capitalismo e che non sono riservati e pertanto apprezzati dagli uomini d’affari; ma per quella data ci sarà una svolta o la deflagrazione della pulsione di morte capitalistica travolgerà il povero pianeta?

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Egemonia italiana

E’ salvifico ammettere ed interiorizzare un concetto che contraddistingue l’Italia rispetto agli altri gloriosi stati del mondo: l’egemonia culturale, artistica, pedagogica ed estetica che di conseguenza confluiscono nella capacita’ di produrre in modo migliore di tutti. Infatti in una nazione impregnata di esteticita’, storia grandiosa, diviene difficile immaginare periodi di crisi economica e dispersione culturale e professionale come ora accade.

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Fare sistema, bloccare fermenti anticulturali, degradazioni sociali che oggi tarpano le ali dell’Italia, e’ mansione sacra oltre che inderogabile in questo periodo. Perche’ il mondo ha bisogno dell’Italia avanguardia culturale e produttrice di eccellenze al fine di invertire la rotta perversa che oggi ha impastato gran parte dell’Italia soverchiata: ossia per invertire il percorso anticulturale che spinge masse di individui ad ignorare l’arte, il sublime e la conoscenza nobile per uscire dalla crisi e prima ancora orientarsi e sapere dove dirigersi. L’Italia odiernamente sta imitando i tratti ed i comportamenti involutivi che oggi dominano il mondo, invece di ergersi nuovamente a modello di quest’ultimo e conferire miglioramento a se e al mondo stesso.

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Siccome osservando i manufatti e gli ambienti italiani si trae un connubio di eccellenza, cultura, estetica e serenita’ che altrove non si eguaglia, si riscontra la necessita’ di mettere a sistema la grandezza culturale italiana in modo da filtrare questa ondata di globalizzazione cacofonica e sintetizzarla e ristornarla in una globalizzazione propedeutica di matrice italiana, verso un orizzonte di nuovo rinascimento pacifico, in cui regni la sovranita’ degli stati all’interno dei propri confini; con la limitazione del potere finanziario e grand’industriale, un’era di pace e sviluppo partendo dall’Italia madre di civilta’, sarebbe il naturale approdo. Gli articoli in foto sono acquistabili nella sezione “shop” di questo sito, sul marketplace della pagina Facebook “Francesco Tondo” e nei punti fisici di Piemme agenzia via San Gennaro Napoli e Fulvio Mazzarella, nei pressi della stazione di Napoli.




Ernst e Young: risoluzione ai conflitti d’interesse

Una delle maggiori quattro agenzie di rating mondiali, la Ey acronimo di Ernst e Young, figura essere tra le aziende più efficienti, lucrose, desiderate e potenti al mondo.

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Nata dall’unione di due studi diversi, i cui proprietari mai si incontrarono, la EY affonda le proprie radici a fine ottocento, prodotta dal connubio di un esperto in contabilità e l’altro in finanza, due anglosassoni che compresero l’importanza dell’informazione contabile e di quella finanziaria, al fine dello sviluppo commerciale di aziende ed attività analoghe.

Lungimirante fu l’intuizione da parte di una dei due studi, lo Ernst, di reclutare il proprio personale, all’interno delle migliori università anglosassoni.

Oggi i giudizi da parte di questa agenzia ramificata in ogni angolo del mondo attraverso settecento studi e duecentomila dipendenti, influenzano le scelte geopolitiche e geoeconomiche del mondo. Sebbene i consulenti di questa multinazionale da ventitré miliardi di fatturato, siano tenuti a criteri di indipendenza, risulta oramai impossibile svolgere il compito in maniera imparziale, del tutto. Questo avviene a causa della presenza del conflitto di interessi in ogni aspetto della produzione mondiale, anche a quello dei liberi professionisti dei disparati campi, operanti presso l’Agenzia in questione. Infine tale masnada o cricca che si vuol definire,detiene a sua volta azioni in ambiti finanziari ed imprenditoriali tra i più produttivi; e sopratutto quasi nessuno giudica loro e sanzioni il loro operato. Ecco allora l’esigenza di dipanare il conflitto di interessi sul piano sistemico, globale, e non solo in Italia, per ottenere giudizi davvero imparziali o almeno costruttivi, e sopratutto scevri del potere attuale, di indurre coercitivamente politiche impopolari.

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La EY ha promosso, valorosamente, un premio per i migliori imprenditori annui, in ogni paese in cui opera. Industriali che primeggiano per capacità innovativa, qualitativa, produttiva, portando valore aggiunto alla nazione di appartenenza: celebri in tal senso, sono i riconoscimenti dell’attuatore del Cirque du soleil, unico che non comporta l’impiego di animali, o di Alessandro Benetton, in Italia. Tuttavia agire sul cono d’ombra del conflitto di interessi creerebbe maggiore sviluppo complessivo, giacchè le amicizie e le empatie, oltre che gli interessi economici, rimarrebbero dietro l’uscio dei giudizi di valutazione, quegli stessi giudizi che hanno taciuto l’imminente scoppio delle crisi bancarie dell’ultimo decennio, e che colpiscono la credibilità di paesi interi; nei momenti in cui questi paesi non adottano politiche economiche congeniali agli interessi degli azionisti e dei maggiori clienti delle Agenzie di rating viene sfornato un pernicioso giudizio negativo foriero di perdite o collassi.

Siccome è impossibile separare nettamente i campi di interesse e di azione nel mondo, il conflitto di interessi potrebbe diminuire, se si impedissse di detenere una quota eccessiva di partecipazioni societarie, ad operatori che appartengono a contesti produttivi analoghi o uguali… Gli articoli in foto sono acquistabili nella sezione “shop” di questo sito, sul marketplace della pagina Facebook “Francesco Tondo” e nei punti fisici di Piemme agenzia via San Gennaro Napoli e Fulvio Mazzarella, nei pressi della stazione di Napoli.




Khaled Hosseini nel libro moderno ma classico: E l’eco rispose

Khaled hosseini è di fatto una “neo writer star”, non a caso coadiuvato nel sistema dell’universalità della letteratura targato Andrew Wilye. Bandendo ogni panigirico sotteso, riuscire a dipingere la società contemporanea declinata nella degradazione sociale ed economica dell’Afhanistan dei giorni nostri, è un pregio artistico raro. E lo è tanto più perchè attraverso un rassegnato pacifismo mediorientale, antitalebano e filoccidentale, si mostrano non esecrandole, le magagne storiche che hanno impiccato il medioriente verso il baratro di indigenza, schiavitù, violenza e bigottismo. Ma al contempo il libro narra la profonda insoddisfazione spirituale di tanta parte del rutilante universo di quella fetta del mondo sviluppata, che ha bisogno di coniugarsi con i tratti di una kabul tanto povera fuori quanto ricca di sacrali legami familiari, affettivi, senso del sacrificio, ed apprezzamento della bassezza economica bella, ma solo in quanto parte dello splendore della vita.

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Allora le storie del percorso di vita di due bambini, fratello e sorella orfani di madre, in condizioni di sovrumana sofferenza economica, legati dalla religiosità dell’amore, riescono ad irridere i legami sororali così tutt’oggi superficiali in qualche caso. Tuttavia Abdullah deve rinunciare per sempre alla propria sorella ed anima gemella Pari, a causa della sua adozione come figlia adottiva di una facoltosa, istruita ed avvenente donna francese, orbata dalle proprie ovaie e avvezza alle gozzoviglie dell’alcol e del sesso come ancora di salvezza dall’oblio di se stessi.

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In ciò si assistono agli omicidi in terra afghana, anche di bambini sfigurati ma costretti a vivere da reietti dopo l’affidamento alle cure di tenaci medici ed infermieri.

Abdullah si sposerà tentando di offuscare il vivido e straziente ricordo della bella Pari, la quale cresce nella scoppiettante Parigi del secondo novecento, tanto grata quanto diversa dalla matrigna che l’ha voluta con se quasi per una smania di egocentrica maternità insoddisfatta. Fino al suicidio della madre poetessa del 1974, con Pari coniugata di li’ a poco, e madre per più volte ma presto vedova. La cornice delle colonizzazioni saudite da parte dell’Europa famelica di materie prime e soldi, sotto i bombardamenti delle guerre indette come in una roulette. Intanto Abdullah, fratello originario, padre ormai canuto ed ammalato, scevro della propria fiamma vitale, Pari, e Pari che avverte la vuotaggine non per la propria condizione di vedova ma per un’anello mancante della sua vita, che riaffiora nel fratello e nelle sue reali origini. Fino al ritrovo in Afghanistan, allorchè Pari vieni contattata dalla figlia di Abdullah, anch’essa Pari, per allietare la breve permanenza terrestre del padre ammalato.

Tutto fino alla fine, con l’intreccio di storie di vita parallela con un duplice comune denominatore: affetto, famiglia, patria da una parte, sviluppo economico, culturale contro le limitazioni religiose dall’altra, un libro universale, compatto, amalgamato con l’arte ed il pacifismo necessari a far riflettere il lettore ed esortarlo a comprendere quanto gli uni abbiamo bisogno degli altri, nei lati positivi ed in quelli negativi. Alla stregua di Oriente ed Occidente e nord Sud, coniugi separati da troppo tempo ma impossibili da divorziare senza che nessuno di questi smarrisca definitivamente il proprio equilibrio e la felicità… Gli articoli in foto sono acquistabili nella sezione “shop” di questo sito, sul marketplace della pagina Facebook “Francesco Tondo” e nei punti fisici di Piemme agenzia via San Gennaro Napoli e Fulvio Mazzarella, nei pressi della stazione di Napoli.