Milano capitale immorale ma forse stavolta volano di rinascita

FOLLIA A MILANO: RESSA ULTRÀ AL DERBY NEL GIORNO PEGGIORE DEI CONTAGI
Ma quale civismo. Ma quale Milano virtuosa e, addirittura, illuministica. Quando da quelle parti si parla di eccellenza (presunta) o di virtuosità (indimostrata) della città «locomotiva d’Italia», si sta mettendo in pratica un’impostura. “Capitale morale”? Mai etichetta è stata tanto mal riposta.
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(di Mario Ajello – il Mattino)
Che cattivo esempio. Ma quale civismo. Ma quale Milano virtuosa e, addirittura, illuministica. Le luci a San Siro, come da titolo della celebre canzone (…) (…) di Roberto Vecchioni, hanno emanato ieri primitivismo. Quello dello spettacolo di migliaia di tifosi del Milan e dell’Inter, fuori dallo stadio del derby, assembrati, accalcati, irresponsabilmente radunati a migliaia, e chi saltellante sul posto, chi in corteo con moto e motorette, per salutare le due squadre rivali che s’avviano al campo. Un’inguardabile esibizione di strafottenza, un cluster potenziale, un possibile focolaio in disprezzo del buon senso e del rispetto per se stessi e per gli altri. Quanti di quegli ultrà rossoneri e nerazzurri, ammassati ieri pomeriggio, ora andranno nelle scuole o nei posti di lavoro portando con sé la carica virale che può essere stata sprigionata da quei contatti? Ed è mai possibile che si ricreino le curve fuori dallo stadio, senza che la polizia intervenga subito e con rigore perché il diritto al tifo calcistico non può travalicare il rispetto della legge e della salute generale? E nella civilissima Milano s’è assistito a questa forma di anti-patriottismo civico e nazionale. Una follia. Paragonabile forse a quella scena in cui, per i pasticci e per gli errori delle autorità lombarde, a marzo mentre stava per scattare il lockdown moltissime persone scapparono dalla città andando a infestare, o almeno facendo correre agli altri questo rischio, il resto d’Italia.

La cosiddetta «capitale morale», mai etichetta è stata tanto mal riposta, si distingue di nuovo insomma per assoluta incapacità di essere all’altezza dell’emergenza che stiamo vivendo. E pensare che ieri pomeriggio anche a Napoli s’è giocato un super-match – gli azzurri contro l’ottima Atalanta ridimensionata con un imprevisto 4 a 1 – ma non si sono viste nella capitale meridionale scene di sbracatezza e di strafottenza come quelle all’esterno del Meazza. Le luci di San Siro hanno emanato oscurantismo. L’assembramento da derby nella città (e provincia) che mentre i tifosi mescolavano fiati e umori toccava quota 1388 nuovi contagi (e 2664 in tutta la Lombardia) vale come uno schiaffo all’Italia intera. E’ un meneghino faccio come mi pare che non tiene conto delle sofferenze che a ogni latitudine il nostro Paese sta patendo. In questo messaggio devastante sembra annidarsi quel senso di superiorità e di separatezza, egoistica, che Milano non ha mancato di praticare e di esibire in tanti modi e in tanti settori negli ultimi anni e anche nei penultimi. Philippe Daverio, un grande milanese appena scomparso, sosteneva che «Milano è una terra di scorrerie per gli avidi che, messi insieme, non producono niente di buono». Scomodare Daverio per qualche migliaio di scalmanati potrebbe apparire esorbitante, eppure guardata con un po’ d’attenzione la gazzarra filo-Covid delle tifoserie riunite intorno a San Siro racconta di un disinteresse per il bene comune, inteso in senso largamente italiano, che non alberga solo nel sottobosco del tifo calcistico ma sale anche più su.

E comunque è anche da questi comportamenti, da queste intollerabili azioni, che deriva la possibilità – ma speriamo fortemente di no – che un nuovo lockdown possa calare sulla Penisola o su alcune delle sue parti. Con tutte le conseguenze, economiche e sociali, che sappiamo. E proprio per questo, ciò che è accaduto a Milano è gravissimo. Anche volendo restare nel campo strettamente calcistico, quello che s’è verificato per il derby Inter-Milan rischia di far precipitare il campionato di calcio verso la serrata. Producendo un danno ai tifosi di tutta l’Italia. Ma ciò che questa storiaccia di un sabato meneghino insegna è che, quando da quelle parti si parla di eccellenza (presunta) o di virtuosità (indimostrata) della città «locomotiva d’Italia», si sta mettendo in pratica un’impostura. Forse è questo il famoso pragmatismo milanese.




Magna Grecia non Magna la Grecia

Magna Grecia non magna la Grecia

Canale Youtube Francesco Paolo Tondo; pagina Facebook Francesco Tondo; profilo Twitter Tondo Francesco; profilo Instagram tondofrancescopaolo.

Il problema di salute maggiore che attanaglia l’Europa e l’occidente, si ravvisa nella demolizione ideologica del proprio passato, oltre che in quella geografica, finanziaria politica ed industriale che ha nebulizzato anche fisicamente quel passato europeo, dapprima occidentale e ancor prima italiano che affonda le sue radici nella Grecia fulcro di cultura, democrazia, umanita’, e di conseguenza civilta’. E medesimo processo di decostruzione individuale spirituale lo ha affrontato l’Italia post-unitaria, in qualita’ di principale carnefice della Magna Grecia sintetizzata nel Regno di Napoli in seguito trasformatosi in maniera pluralistica in Regno delle due Sicilie.

Il patrimonio di deontologia, cultura, annessione senza distruzione del diverso, operato dalla Magna Grecia prima, dal Regno di Napoli poi, non e’ stato seguito ne’ dall’Italia riunificata tanto meno dall’Europa odierna. Ecco dunque tutti gli imperativi categorici capitalistici atei che attuano azioni corrosive dello spirito europeo basato sulla solidarieta’ reciproca dapprima tra individui, in seguito tra citta’ fino alle nazioni. Senza dimenticare l’importanza cardinale che all’epoca greca e perfino medievale ricopriva la democrazia dal punto di vista dei diritti fondamentali dei cittadini nel lavorare, essere sfamati e avere una vita dignitosa e religiosa. Nell’epoca odierna l’Italia replica lo svarione di non riconoscere il suo lato meridionale come parte fondamentale di se’, vitale ai fini di ogni tipo di sviluppo, e sopratutto madre della propria cultura e del proprio equilibrio dal punto di vista del benessere individuale. Stesso atto avviene nell’Europa che ha spoliato dalla Grecia, ogni ruolo vitale all’interno del continente di cui fa parte, oltre ad averne eliso ogni potere finanziario, politico, industriale e culturale.

Sul versante manageriale il misconoscimento della Grecia e del meridione italiano come aghi della bilancia ai fini dello sviluppo rispettivamente europeo e italiano e’ un errore marchiano che attiene sia allo sviluppo economico che al benessere individuale di due popoli, europeo ed italiano, in crisi d’identita’ permanente; allorche’ la democrazia appartiene alla retorica da circoli veteropolitici, Napoli ed il meridione italiano appartengono alla demagogia farsesca della palla al piede dello sviluppo e della limitatezza culturale in comportamenti bislacchi e antiquati, l’Europa e l’Italia saranno orbe delle loro anime, senza le quali si scaturisce sempre in conflitti fratricidi distruttivi o altamente limitanti…




Stile e personalita’ come guadagnarli

Stile e personalita’

Il successo  contraddistingue quella categoria di persone che possiede uno stile molto forte parimenti ad una eguale personalità: in questo mondo che continua a massificare il mercato nel sistema di globalizzazione ed omogeneità, non basta possedere un peculiare stile bensì associare ad esso una personalità accentuata, che preservi dai processi di omologazione sociale. E’ pertanto difficoltoso opporsi all’usanza adolescenziale degli orecchini per i maschi, così come del fumo, ossia il primo passepartout per il contiguo mondo della droga.

E’ difficile non confondere il successo, definito tale da gruppi di ragazzi che indicano, additano lo zimbello e pereseguitare, con il fallimento di chi invece si scaglia contro i deboli, facendolo in modo diretto o indiretto. La società è difficile da gestire, quella stessa società che spinge ad uniformarsi alla pratica degli “sballi” derivanti dall’ebbrezza delle ubriacature, dall’assunzione di stupefacenti, naturali o artificiali.  Risulta difficilissimo anche vestirsi in modo anticonformista rispetto al codice di abbigliamento del proprio ambiente di appartenenza. E’ pero’ anche vero che la personalità che richiede lo stile, è garanzia di serenità preventiva degli individui.

I nostri errori, anche quelli marchiani ergo perniciosi e dagli effetti cronici, derivano in larga misura da piccoli e grandi traumi che producono timori di esclusione sociale od inadeguatezza.

Il nostro successo o insuccesso, la nostra felicità od infelicità, sono scaturiti dalla capacità di gestire o evitare certi traumi e certi processi di esclusione o insuccesso sociale. Il modo per alleviare tali traumi e dolori post-traumatici, risiede nel dedicare una porzione temporale quotidiana, alla lettura. Lettura di opere creative e di quelle prettamente di “informazioni”: fare ciò perfino nelle età più “critiche”, aiuta a trovare e preservare nonchè corroborare la propria personalità: sarà quest’ultima, infine, a valorizzare il proprio stile; e a seconda della ricerca di qualità personale, nel proprio lavoro, la personalità e lo stile renderanno chiunque sereno, quindi felice, a prescindere.




Indistruttibile

La celebrazione del veterano statunitense di origine italiana “riempie” la pellicola cinematografica di fattura hollivudiana con “Unbroken”. Qui, ben proposta su Netflix, l’arte dello sceneggiatore si coniuga con la violenza fisica che caratterizza il machismo americano, ma sfociando in una rappresentazione del secondo conflitto bellico mondiale che interseca debolezze umane, amicizia e ideali in modo encomiabile. Cosi’ il tema dell’emarginazione puerile di fronte all’immigrato italiano si scontra con la intemerarieta’ di un ragazzino sicuro della propria forza e in grado di mettere in fuga i bulli di turno. Ancora il lavoro indefesso per massimizzare le proprie virtu’ ed i talenti, alla stregua della debolezza ed insicurezza che esortano ad una ritirata verso l’anonimato della mediocrita’.

La guerra pero’ elide le olimpiadi dell’anno in corso per cui il protagonista, dopo essere stato a dovere motivato da un fratello estimatore e visionario, all’acme del successo deve battersi per la vittoria americana. Cosi’ le peripezie accorse prima e dopo la caduta dell’aereo che trasporta l’italomericano, sfociano nella deriva sull’oceano pacifico, assieme a due commilitoni; deriva lunga ed estenuante in cui l’istinto di sopravvivenza viene minacciato dalla fatica e dalla fame; alla fine il campo di concentramento e l’aperta sfida del temerario e indistruttibile eroe tuttora vivente americano verso un comandante giapponese, sono il non plus ultra di questa rappresentazione. Tenzoni mentali, fisici, spirituali tra l’americano ed il giapponese enfatizzano l’eroicita’ dei soldati della Grande guerra, specialmente il maltrattamento e la frustrazione del generale giapponese dinanzi alla tempra ferrea del suo concorrente “immortale”; ma e’ altresi’ aggressiva e coinvolgente la drammaticita’ dei grandi conflitti bellici, ad onta delle doti singole dei grandi uomini che sovente si prodigano per la vittoria o la difesa di amici, famigliari, che in questo film traspare in maniera scioccante. Un documentario a tratti raccapricciante, Unbroken, che adopera in modo impeccabile l’arte e la creativita’ al fine di disincentivare ed approfondire l’importanza della pace, meglio di innumerevoli reportage, articoli, saggi e film di guerra.




Tecnocrazia e transumanesimo: armi di difesa

Desta sconcerto questa massiccia propensione della setta massonica definita “neofeudale” all’affermazione della tecnologia come fonte suprema di potere economico, politico, culturale e sociale. Con tale linea, adottata dalla loggia massonica che detiene attualmente piu’ potere dato dai suoi membri al comando mondiale, l’uomo va in preda alla sua decimazione eccessiva.E’ esiziale cio’ nonostante la tecnologia sia di certo la principale risorsa umana ma lo e’ sopratutto sul piano finanziario, infatti i neoaristocratici risparmiano fatica affidando ogni diatriba, decisione e fonte di guadagno, agli automatismi relativi alla tecnologia.

La conseguenza deleteria della tecnocrazia come sommo regolatore vitale ed umano, consiste nella limitazione del fattore umano come suo regolatore; dunque la disumanita’ imperante e la solitudine interpersonale divengono sempre piu’ fisiologiche.

Sarebbe ora di interrompere la tecnocrazia a livello strutturato proprio anche al fine di riscoprire ed enfatizzare il lato umano e solidale dei rapporti, delle questioni relative al lavoro, ai diritti, alle scelte politiche. La finanza ancora, fucina maggiore di guadagni ed arricchimenti automatici, e’ opportuno svincolarla dalla tecnocrazia e dare cosi’ una nuova declinazione vitale alla tecnologia. Da un lato i guadagni ed investimenti finanziari non possono essere piu’ automatici in modo da sensibilizzare ognuno al tema del lavoro, della fatica prettamente umani e provvidenziali. Fornendo un controllo umano ed una discrezione umana per le scelte finali e quelle routinarie della tecnologia, la si scagionerebbe e si redimerebbe l’uomo disumano” oggi ai gangli del potere. La tecnologia infatti e’ vitale per assistere macchinari, persone malate in fasi particolari ma non deve elevarsi a regolatore vitale per coloro nel pieno delle proprie facolta’, ne’ si deve indulgere nell’eccessivo transumanesimo: quest’ultimo movimento di opinione vede l’ibridazione tra genere umano e tecnologia con una consultazione costante di internet, ma ad un certo punto antitetica allo sviluppo umano svincolato dalle macchine tecnologiche. Cosi’ oggi e’ utilissimo moderare ogni interazione umana con la tecnologia, anche la mera consultazione personale di internet per trovare un dato dimenticato. Sottostare alle regole di un tempo limitato cui sottoporsi all’informatica, al web, e far si che la decisione mediana e quella finale di un processo automatico rimangano all’uomo, e’ forse il piu’ efficace metodo di autodifesa e autoconservazione umana.




Autobiografia di uno yogi

Paramhansa Yogananda

Questo testamento spirituale vedico, nonchè bibbia universale di matrice indiana, ha a che fare con l’arte soltanto dal punto di vista più ampio e nobile del termine. Forse infatti, “l’autobiografia di uno yogi” narra vicende vere intrattenendo ed illuminando il lettore, con una religiosità universale che diventa connubio fra i popoli, fra le religioni ed in particolare tra l’occidente e l’oriente del mondo. Quindi l’arte viene superata per così dire, da un’ attrazione sublime che vede nelle gesta degli yogi, la più grande emozione per l’uomo verso il bello dell’anima. Quell’anima divina insita nell’uomo, il quale diviene reincarnazione immortale fino al raggiungimento della perfezione mediante la purificazione del proprio carma.

Laddove tutto il mondo vivente è interconnesso, vi sono pochi esseri soprannaturali che praticano da secoli l’esercizio dello yoga, che è meditazione, fino al contatto con l’energia divina che espande i propri sensi fino all’ottavo di essi; la concentrazione e la forza di uno yogi riescono a fargli fare miracoli, qualora il proprio carma lo ritenesse predestinato, a resuscitare, a leggere le menti e preconizzare il futuro, a non mangiare, nè bere, nè dormire o fare deiezioni. E questo solo mediante l’intima connessione con l’ente creatore dell’universo che è fonte suprema di energia nonchè destinatario delle molteplici e variegate apposizioni con cui i popoli lo definiscono. Così Yogananda sente la vocazione fin da piccolo verso l’incontro con dio, mediante lo yoga e la frequentazione di una sorta di scuola monastica fondata dal proprio maestro, prescelto santo indiano che lo educherà per anni affinchè il giovane fuggito numerose volte dalla famiglia, possa perfezionarsi attraverso l’esercizio yogico. Il suo maestro Sri Yuckteswar è l’emblema della predestinazione divina che non si scontra con la “normalità” del padre di famiglia, che ricarica il proprio corpo fisico di energie spirituali senza dormire, che gestisce e manipola i fasci di energia cosmica per materializzare interventi divini, come il difendere le sue proprietà dagli speculatori capitalistici pur senza conoscere le leggi. Insomma Sri Yukteswar è un moderno Gesù Cristo, ambe due yogi che sanno redimere il mondo accorpandosi i suoi peccati con perniciosi processi di sofferenza quasi mortale da cui escono vincitori e in grado di depurare il mondo. E Yogananda invece, il giovane discepolo del Cristo indiano, ha acconsentito a far scrivere la propria integrale biografia da un suo discepolo americano, giacchè la predestinazione di questo ragazzo indiano di inizio novecento figlio di un impiegato delle ferrovie molto spiritualista ed una madre “ascetica”, consiste nell’esportare la dottrina dello yogi in America. Pur odiando l’occidente capitalista il nostro yogi capisce che oriente e occidente debbono unificarsi assimilando l’uno le virtù dell’altro al fine di un effettivo miglioramento mondiale. L’India patria antica della religione vedica nonchè unico o quasi stato mai entrato in guerra, ebbene quest’India non ha solo da diffondere la propria spiritualità pacifica bensì anche apprendere la capacità occidentale di creare reddito e sviluppo. Così Yogananda pur senza studiare ma solo affidandosi a dio e pregandolo, parla l’inglese al punto da diventare oratore stimatissimo, fondando scuole di yoga senza soldi in India e America, e incontrando i santi cattolici con le stimmate da cui capisce l’universalità della religione da cui proviene, nonchè la capacità dello spirito umano di diventare divinità mediante la preghiera impetrante. Anche Yogananda può sparire come il suo maestro Yuckteswar, e rivela il futuro del mondo svelatogli da quest’ultimo, proiettato tale futuro verso il superamento dell’era nucleare, in favore di quella della fisica quantistica e della telepatia fra uomini, sebbene tra svariati secoli.

Nella bibbia indiana moderna, ovvero la ambientazione di questo libro, il concetto di fruizione artistica si fonde con quello di religione universale, e pone i lettori dinanzi a nuovi punti di riferimento, rinate speranze e placido benessere, derivante dall’equilibrio yogico fra fonti di energie diverse.




Benessere genetico anziche’ transumanesimo

Fermo restando che e’ in opera una mistificazione che gravita intorno al tema dell’eugenetica, sarebbe cruciale supportare a livello aggregato la chirurgia genetica, molto, troppo importante per gli individui. In antitesi alla chirurgia plastico-estetica ed a quella tumorale da progressione avanzata, isolare e mescolare certi geni con fattori vitaminici costituirebbe un sistema di prevenzione e cura avveniristico, per il benessere collettivo. Cosi’ innesti proteici per geni “anomali” in pazienti viventi, sarebbero la chiave di volta per limitare o risolvere danni causati da scorretta alimentazione, patologie acquisite dagli stili di vita adulterati oggi in voga, obesita’ e scompensi ormonali.

La chirurgia estetica e quella per salvare gli individui da malanni letali acquisiscono un ruolo sempre piu’ relativo rispetto alla chirurgia genetica oggi non finanziata di continuo ed in modo ingente, da parte degli stati.

Siccome esistono anomalie e debolezze personali che inducono al consumo ed alle dipendenze verso prodotti dannosi, andrebbe messo in risalto quanto tali anomalie hanno fattori genetici da dover aggiustare prima che sfocino in mali sociali, economici e collettivi.

La difesa dal fumo mediante la modificazione genetica, alla stregua della immunita’ all’aids non configurano l’eugenetica all’inizio dello scritto indicata, bensi’ un mezzo di risparmio statale preventivo e sostegno collettivo: fermo restante che l’eugenetica e’ un tema forse mefistofelico data la sua impossibilita’ nonche’ eccessiva fronda al fatalismo, la chirurgia genetica rappresenta l’odierna “arma in piu’ nella stabilizzazione del benessere umano.




Strategia Europa e Italia vs Sud Europa e meridione italiano

Una nazione si costruisce in maniera organica, al fine di non dare adito a squilibri economici, sociali, culturali: l’Italia a due velocita’ di oggi rientra in un disegno finanziato e perpetrato dai soggetti che tutt’ora inquinano il mondo ai fini della propria invasione, di sottosviluppo interno con la creazione di una colonia cui fare acquistare i prodotti impedendogli di produrli; medesima contingenza realizzata con l’Unita’ d’Italia. L’unico modo per sviluppare in modo organico ed equilibrato un territorio e’ quello di dotarne l’intera estensione, delle medesime infrastrutture. Produrre e vendere in guisa agevolata, sfruttando la perizia professionale con la creazione di flussi di cassa, necessita di infrastrutture adeguate, quelle che odiernamente mancano al Sud o nei paesi piu’ indigenti. A tutto Tondo nasce per svelare gli inceppi del meridione italiano, causati dalla melensaggine settentrionale, con l’intento di agevolare l’Italia, unificarla a scapito solo dell’Europa. L’Europa mossa dalle stesse forze e famiglie che hanno orchestrato l’invasione e lo sfruttamento del meridione italiano, e che vive sfruttando l’Italia alla stessa stregua di come l’Italia vive sfruttando il suo meridione. Approfondimenti sul canale Youtube Francesco Paolo Tondo, la pagina Facebook Francesco Tondo, il profilo Twitter Tondo Francesco, quello di Linkedin Francesco Paolo Tondo, quello di Instagram Tondofrancescopaolo.




Alto tradimento Conte e Mes o Recovery Fund

La firma da parte dell’Italia dell’esiziale Mes, la impegna con fideiussioni per 125 miliardi da versare a breve scadenza. In questo modo l’Italia dara’ la stessa quota della Francia e della Germania, in un fondo atto a sgravare i debiti delle banche come Deutche bank e Bnp Paribas, che hanno causato la crisi finanziaria dell’Europa e l’impoverimento dell’Italia con l’obbligo di spesa al 3% del suo pil. La molteplicita’ dei problemi, a tal proposito, deriva dal fatto che Germania e Francia spendono maggiormente del 3% del loro pil, non spalmano il loro surplus commerciale superiore all’8% come da norma prescritto, ma fanno fare cio’ all’Italia che paga i tassi dei suoi titoli di stato piu’ alti in Europa, e binariamente tassa i propri cittadini piu’ che negli altri paesi, proprio per pagare gli interessi su tali titoli di stato. Oltre al fatto che il trattato Mes e’ illegale in quanto firmato dal governo Monti, non eletto e designato dai vertici finanziari cui Monti apparteneva, va asserito quanto il Mes sia stato un trattato a scatola chiusa fino alla sua avvenuta firma da parte dell’attuale presidente Conte. Lo stesso esponente giuridico politico che arrogo’ a se’ le funzioni di trattativa con l’Europa, fino alla firma dell’ennesima gabbia economica che fagocitera’ l’Italia. Inoltre l’obbligo di firma di vincoli europei anticipatamente alla visione ed eventuale approvazione parlamentare come oggi avviene, e’ un metodo politico ed economico a decapitare i paesi e le loro costituzioni. Dunque il silenzio e le frottole merito al Mes ed alle fideiussioni per 125 miliardi da parte di Conte, sono la miccia atta ad innescare un processo per alto tradimento della patria che condanni lui, Prodi, Monti, Ciampi, e gli altri rappresentanti politici dell’Italia sempre chini ai dettami europei ed americani.

Da recenti prove e’ palesato quanto le cancellerie europee avessero chiesto l’intervento dell’America per deporre Berlusconi che aveva aborrito la convalida del Mes e del Fondo Monetario Internazionale quale sommo legislatore politico e finanziario per l’Italia. E Berlusconi fu detronizzato con l’ausilio dell’alta finanza per svalorizzare le sue imprese e i titoli pubblici italiani.

Diventa alche’ spontaneo sottoporre la finanza al rigido, nerboruto controllo statale, oltreche’ dipanare la politica amministrativa da uomini in perenne conflitto d’interessi per miliardi e miliardi.

Ma prima di tutto risulterebbe ristorativo riappropriarsi della sovranita’ monetaria e legislativa, da sottomettere solo ai principi prescrittivi della costituzione. Tale costituzione italiana che, in caso di esportazione, salverebbe il pianeta scongiurando guerre venture…




Omicidi e vaccini

I MEDICI CHE HANNO SCOPERTO GLI ENZIMI DEL CANCRO NEI VACCINI TROVATI TUTTI ASSASSINATI

Negli Stati Uniti c’è stato un alto numero di medici uccisi, molti dei quali si trovavano in Florida, USA Gli scienziati condividevano tutti un tratto comune, avevano tutti scoperto che la proteina dell’enzima Nagalasi veniva aggiunta ai vaccini che venivano poi somministrati all’uomo .

L’Enzima Nagalese è ciò che impedisce alla vitamina D di essere prodotta nel corpo, che è la principale difesa immunitaria che l’organismo ha, per uccidere naturalmente le cellule tumorali.

Secondo Thebigriddle.com: Nagalase è una proteina creata anche da tutte le cellule tumorali. Questa proteina si trova anche in concentrazioni molto elevate nei bambini autistici. E lo stanno mettendo nei vaccini.

Ciò impedisce al corpo di utilizzare la vitamina D necessaria per combattere il cancro e prevenire l’autismo. Nagalese disabilita il sistema immunitario. È anche noto il fatto che causa il diabete di tipo 2. Quindi fondamentalmente … non stavano uccidendo questi dottori perché avevano trovato la cura per il cancro o stavano curando con successo l’autismo … li stanno uccidendo perché questi Dr avevano fatto ricerche e avevano le prove che i vaccini iniettati ai bambini hanno incrementato il numero di bambini affetti da cancro e autismo.

La vaccinazione collettiva è stata eseguita nella totale consapevolezza degli effetti collaterali. I dottori che hanno ucciso in Florida si stavano preparando a rendere pubbliche le loro ricerche, attraverso un resoconto dettagliato.

Il Dr Dr Broer consapevole del pericolo che correva, in un intervista troncata a piu’ riprese, presso uno studio televisivo, aveva comunicato che non era assolutamente intenzionato a suicidarsi, nel video sotto un resoconto parziale di quella intervista.

La puoi Reperire qui
👇
https://youtu.be/XYvLPCze_So

È una clip di 19 minuti ma le informazioni più importanti vengono ascoltate entro i primi 10 minuti, purtroppo e’ in inglese ma si puo’ anche utilizzare il traduttore incorporato su You Tube

Stefania Sodacci

Fonte:
⬇️
https://www.dcclothesline.com