Democrazia e sostegno

Nella cornice geopolitica e geoeconomica contemporanea, si vive immersi in sistemi amministrativi di lentezza tale, dal finire per mettere l’interesse dei cittadini mai al centro dell’azione.


[breaking-news-wp]

Lo stallo percepito come “politico”, è in realtà amministrativo-giuridico e perpetrato in nome della “democrazia”: la sfida per lo sviluppo geoeconomico ormai, si gioca nel superamento manageriale del concetto di “democrazia”, e sul superamento del concetto di “ideologia”.

Il che è causato dalla presenza di margini di manovra assai limitati, per cui non diviene mai del tutto operativo, un effettivo miglioramento economico dei popoli, scevro da illegalità di ogni sorta.

Per vedere la concretizzazione dei benefici amministrativo-economici di una nazione, va modificato solo l’andamento della democrazia, garantendo velocità di azione e tempi stretti alle disposizioni dei “vincitori”. Il chè è provocato dagli attuali vincoli giuridico-amministrativi. Un vantaggio, da questo punto di vista, consisterebbe solo nel non dover coinvolgere tutti nelle decisioni e nei confronti, per velocizzare e snellire l’azione legislativa; altrettanto utile sarebbe non permettere modifiche normative che obbligano a rispettare i diritti e le regole della democrazia stessa. In caso contrario a tali principi pragmatici, tutto rimarrebbe statico e controproducente per molti. A tutela dell’equilibrio di questo iter ipotetico, ci sarebbe l’esercito, che dovrebbe essere obbligato a rovesciare con la forza, soggetti e strategie tese a rovesciare il bene comune: ovvero lo sviluppo economico ed il benessere collettivo, senza percorsi di disumana privazione. In questa cornice tuttavia, risulterebbe salvifico il rilascio di liquidita’ da parte dello stato, in quote crescenti ed in modo celere, relativamente ad opere pubbliche, implementazione dei servizi, mantenimento dell’indice dei consumi ed infine, sostegno concreto al redditi senza aumenti fiscali.https://www.facebook.com/marketplace/item/210340406717147/




Modifica pensioni disabilita’


[breaking-news-wp]

E’ un duplice dato di fatto quello che accomuna il suditalia ed il norditalia nelle frodi pensionistiche nei confronti dello stato: lo afferma Pino Aprile, autore del libro Terroni, il quale fa un ermeneutica nazionali dei dati sui finti disabili e i finti percettori di pensioni ingenti senza averne appieno diritto; i finti disabili sono diffusi specialmente al centro-sud e percepiscono un reddito di massimo 1180€ mentre i destinatari di pensioni da 3000€ in su senza averne versati tutti i contributi, sono situati al nord Italia, con i giovani trentenni e quarantenni oberati di tasse a pagare i contributi previdenziali per tutti. E’ indubbio la questione salariale e pensionistica che attanaglia l’Italia, con il professor Izzo, dottore sessantasettenne con una storia professionale vetusta e mirabile, relativa alla cura di problemi di fertilita’ e malattie veneree, che oggi percepisce 817€ di pensione; ed ha l’obbligo di lavorare fino alla morte come suo padre e suo nonno. Complici di tale esiziale situazione, per l’Italia, risultano gli interessi sui titoli pubblici da versare alla bce che emette moneta al posto della Banca d’Italia, i quali interessi sono ricavati dai fondi previdenziali, l’imposizione fiscale sul lavoro e sull’iva; a detrimento degli emolumenti e sopratutto dei veri disabili. Quest’ultimi sono destinati, in mancanza di famigliari ed amici intimi, a decessi premature e vite invivibili: infatti con circa 1200€ di pensione, un disabile non puo’ veder garantita alcun tipo di assistenza domiciliare privata che richiede costi medi di 800€ mensili aumentati di tasse; e ancora non puo’ permettersi, in prospettiva un disabile, di vivere dignitosamente pagando un affitto o un mutuo, ne’ puo’ vedersi garantito un mutuo o un prestito per porre ausilio ad un ipotetico figlio o parente bisognoso.

Oggi l’imperativo categorico per l’Italia sta nel rilanciare i consumi per mezzo di aumenti salariali e pensionistici, che restituiscano dignita’ ad ogni categoria sociale. Per attuare tale prescrizione diventa ineludibile fare spesa sgravata da debiti continentali, e sgravare le tasse per dipendenti e datori di lavoro senza inficiare i servizi pubblici.https://www.facebook.com/marketplace/item/352129442824283/




I nuovi sostenitori del governo


[breaking-news-wp]

E’ uscito un nuovo sondaggio con tecnica informatica che premia l’esecutivo in maniera inusitata. Nel dettaglio, il 50,6% degli intervistati riconosce all’ex banchiere centrale di aver fatto un buon lavoro, il 27,6% non sa giudicare o non risponde mentre il 21,8% ha espresso un giudizio negativo. Per quanto riguarda i singoli ministri, il responsabile del dicastero della Salute, Roberto Speranza, è quello il cui operato ha ottenuto il gradimento maggiore (29%), seguito dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio (13,1%) e quello della Cultura Dario Franceschini (10,5%). Al 10,2% la ministra della Giustizia Marta Cartabia, al 9,6% Giancarlo Giorgetti a capo dello Sviluppo economico, mentre è all’8,7% l’apprezzamento per Luciana Lamorgese degli Interni. Seguono il ministro del Lavoro Andrea Orlando (6,5%), quello dell’Economia Daniele Franco (3,9%); mentre il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e quello delle Politiche agricole e forestali Stefano Patuanelli sono entrambi al 3,5%.

Fra le figure politiche il cui comportamento è stato maggiormente apprezzato negli ultimi mesi, Giuseppe Conte (34,7%) e Mario Draghi (32,8%) occupano i primi due posti. 
Seguono Giorgia Meloni (21,3%), Matteo Salvini (19%), Roberto Speranza (13,3%), Luigi di Maio (9,6%), Nicola Zingaretti (7,2%), Enrico Letta (6,4%) e Silvio Berlusconi (5,5%).

Dopo la partenza del piano di distribuzione dei vaccini contro il Covid, sanità, sostegni ed economia sono le sfide considerate decisive per il Governo nei prossimi mesi dal campione complessivo, mentre scuola e immigrazione sono in fondo. Anche il capitolo riaperture ha un grande rilievo se si sommano quelle delle attività commerciali e delle scuole. Quindi, fra le priorità che il Governo dovrebbe porsi la Sanità è al 21,7%; il sostegno alle imprese e al mondo del lavoro al 17,9%; la lotta alla povertà e alla disoccupazione (17,4%); il taglio alle tasse (12,7%); le riaperture delle attività commerciali (11,9%); la costruzione di infrastrutture e grandi opere ecologicamente sostenibili (6,3%); la riapertura di scuole e università (4,4%); l’immigrazione (5,%). Si rileva come le priorità cambino in base al partito di riferimento: per esempio, tra gli elettori del PD e del M5S la Sanità è prioritaria (rispettivamente al 58% e al 56,5%) rispetto agli elettori di Lega (34%) e FdI (32%), mentre il rapporto è inverso sul tema immigrazione (50% per gli elettori leghisti e 29% per gli elettori di Giorgia Meloni; 6,6% per gli elettori del PD e 10,5% per quelli del M5S). 

Il sondaggio ha infine rilevato anche le intenzioni di voto. Tra i partiti, in termini di coalizioni, c’è una sostanziale parità. La Lega è il primo partito ma non distante dagli altri: le prime quattro forze si trovano infatti in una forchetta di meno di 4 punti percentuali. Fratelli d’Italia è il terzo partito, e si avvicina al PD. In particolare, dalla rilevazione la Lega ottiene il 21.1%, il PD (19,5%), FdI (18.8%), M5S (17,3%), FI (7,4%), SI e Art. 1 – MDP (3,3%), Azione! (3%), Italia Viva (2,7%), +Europa (2,1%), I Verdi (1,8%). Gli indecisi e gli astenuti sommano il 46, 3%

NOTA METODOLOGICA: Sondaggio di 807 interviste svolte con metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interview) tra il 20 e il 21 Maggio 2021 su un campione rappresentativo della popolazione maggiorenne residente in Italia, indagato per quote di genere ed età incrociate stratificate per ripartizione ISTAT di residenza e titolo di studio. Il Margine d’errore è del +/- 3,5% con un intervallo di confidenza del 95%. Se invece si analizzano i dati dei social, i pareri di fasce sociali deboli e medio-alte, la situazione si inverte in maniera sesquipedale, con Draghi esecrato da una dovizia di critiche, accomunato nel mal governo a Conte, e ministro Speranza decretato peggior ministro della storia nazionale.

Il pubblico dei media tradizionali risulta orbato di due milioni e mezzo di utenti che non guardano piu’ la tv, con Mediaset a ricevere il colpo peggiore; sul fronte partitico Fratelli d’Italia sembra superare la Lega e il Pd frantumarsi in maniera inesorabile.https://www.facebook.com/marketplace/item/210340406717147/




Salta la Cassa Integrazione:nuovo piano lavoro


[breaking-news-wp]

Abrogata la proroga della Cig Covid fino a settembre in favore di una Cassa integrazione ordinaria senza oneri ulteriori per le imprese. E dunque potenzialmente fino a fine anno. Questo l’esito del percorso di approfondimento tecnico nel governo svolto sulla base delle proposte del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, del Cdm di giovedì scorso che prevedono, sottolineano dal governo, un insieme più complessivo di misure per sostenere le imprese e i lavoratori nella fase della ripartenza. Dal Pd sottolineano che il pacchetto lavoro approvato nel decreto Sostegni bis “conferma l’impostazione data dal ministro Orlando con una serie di opzioni a disposizione delle aziende, alternative ai licenziamenti”. Il decreto, rimarcano, “contiene importanti misure per sostenere la ripartenza delle imprese dopo la pandemia e il mantenimento dei livelli occupazionali”. E ci saranno misure che vanno “dalla cassa integrazione ordinaria gratuita fino a fine anno per le imprese che si impegnano a non licenziare al contratto di rioccupazione a tempo indeterminato, dal rafforzamento del contratto di solidarietà al contratto di espansione per favorire la staffetta generazionale nelle aziende fino agli sgravi contributivi del 100% per i lavoratori assunti nei settori del commercio e del turismo. Nel pomeriggio il segretario del Pd, Enrico Letta, era intervenuto per blindare il ministro Orlando: “Sulla questione cruciale del blocco licenziamenti e della cig ho letto critiche superficiali e ingenerose nei confronti del ministro Andrea Orlando, che lavora, su tema delicato per milioni di italiani, con tutto il nostro sostegno e apprezzamento”. Oltre agli industriali, già contrari all’estensione del divieto di licenziare e sostenitori di una riforma degli ammortizzatori sociali , anche i sindacati sono tornati sulle barricate. Con, prima, i segretari generali delle strutture della Cgil Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna che replicano ai presidenti di Confindustria delle Regioni del nord, che contestano la proroga del blocco dei licenziamenti, definendo “inaccettabile la loro posizione”. E poi con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, secondo cui la posizione di Confindustria è “pericolosa”. Da settimane insistono a chiedere che la proroga arrivi almeno fino a fine ottobre. Il tempo necessario per completare la riforma degli ammortizzatori sociali, garantendo una copertura universale a tutti i lavoratori, e per rilanciare le politiche attive. Ma di fronte a questa ultima novità non è escluso che la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil possa allargarsi, mentre si preparano intanto al presidio organizzato per venerdì prossimo, 28 maggio davanti al Parlamento: una manifestazione unitaria per rimettere al centro la salute e sicurezza sul lavoro ma anche le tante vertenze aperte perché, avvertono, non si trasformino in licenziamenti, per dire no alla “giungla” sugli appalti con la liberalizzazione dei subappalti e il massimo ribasso. Sarebbe volano di slancio economico per l’Italia, usufruire di sostegni diretti e indiretti al lavoro, agli investimenti privati, binariemente ad ingenti investimenti pubblici, esonerati dai debiti europei, come si e’ concretizzato in Francia e Germania durante, e antecedentemente l’ultima pandemia.https://www.facebook.com/marketplace/item/598907453997358/




Zone bianche al via: dettagli e dati


[breaking-news-wp]

Friuli, Molise, Sardegna, rappresentano il prodromo delle riaperture e della caduta della dicitura “zona gialla o rossa o arancione”, per tornare ad una effettiva normalita’ da cui si sta cercando di adottare linee guida comuni per le altre regioni italiane: Fedriga sta gestendo il tavolo di lavoro con i governatori delle regioni italiane e con il ministro della salute Speranza, con le esortazioni dei gestori delle sale al chiuso di ogni settore che reclamano riaperture totali.

Quindi fra qualche giorno raggiungeremo un’ipotesi di lavoro sulla quale mi auguro poter partire la prossima settimana, perché anche questa settimana ho l’auspicio che i dati da zona bianca vengano confermati”. Lo ha affermato il presidente del Fvg e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga.

Da oggi intanto riaprono le palestre che dovevano tornare operative dal primo giugno ma la cui data di riapertura è stata anticipata nell’ultimo provvedimento del governo.

“Veniamo da mesi difficilissimi e ancora oggi siamo in una fase delicata, pure con la campagna di vaccinazione vediamo primi passi avanti molto importanti”. Lo afferma il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel suo messaggio al Digital Debate Confcooperative Sanità “Valore e dignità alla persona”. “La sfida dei prossimi mesi – dice Speranza – sarà riformare il servizio sanitario nazionale e provare anche a far tesoro di questa lezione dei mesi così drammatici del Covid. Io penso che la prima lezione fondamentale sarà proprio quella di rafforzare la sanità sul nostro territorio, di rafforzare l’idea di prossimità”.

“Occorre maggiore coordinamento – ha detto ancora – in vista dell’entrata in vigore formale, dal primo luglio, del Certificato verde digitale per favorire una ripresa in sicurezza degli spostamenti dei cittadini europei”. Voci europee intanto, affermano il diniego della Corte suprema di un certificato di salute digitale, suffragato dalla italiana Corte di Cassazione, la quale definisce incostituzionale un permesso vaccinale per circolare.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




I cani per stanare il Covid


[breaking-news-wp]

Secondo gli scienziati, i cani da fiuto potrebbero contribuire agli sforzi per prevenire la diffusione del Covid-19 mentre in molti Paesi si cerca di tornare alla normalità con una graduale apertura.
Alcuni cani sono stati infatti addestrati per riconoscere l’odore caratteristico prodotto dalle persone che hanno contratto il virus, ma non rilevabile dal naso umano, decreta una ricerca secondo quanto scrive la Bbc online. Questo potrebbe tornare utile per lo screening negli aeroporti o in eventi di massa. Anche se, precisano i ricercatori, i risultati dei cani dovrebbero essere confermati dai test di laboratorio. Sebbene i cani abbiano rilevato correttamente l’88% dei casi di Covid, hanno anche segnalato erroneamente il 14% delle persone come affette dal virus.
I cani sono stati comunque in grado di fiutare la malattia anche quando era causata da diverse varianti e quando la persona non aveva sintomi o aveva solo livelli molto bassi del virus nel sistema.
I cani possono avere fino a 100.000 volte la capacità di annusare degli esseri umani e sono stati a lungo utilizzati per fiutare droghe ed esplosivi.
Recenti ricerche hanno dimostrato che i cani, in particolare razze come spaniel e retriever, possono rilevare i profumi unici di malattie tra cui il cancro, il Parkinson e la malaria. Sarebbe un sogno-sperando non utopia-liberare le persone dall’obbligo di tampone nasale per misurare il grado di benessere, bensi’ affidarsi all’olfatto dei cani, a causa del dato che pionieristici studi americani hanno dimostrato: ossia il livello elevatissimo di cancerosita’ relativo al materiale emolliente con cui i tamponi vengono sterilizzati; e dall’America a tal proposito vengono discretamente sciorinati i primi casi di decessi con tumori al cervello per numerosi civili che si sono sottoposti in modo reiterato alla misurazione pandemica da tampone faringeo.https://www.facebook.com/marketplace/item/1271409729871201/




Banche di credito coperativo e salvezza comune


 


[breaking-news-wp]

 

Riuscite a trovare un nesso tra la situazione bancaria nazionale o internazionale, o ambe due, e il nazionalismo con i fenomeni di neorazzismo?

Io ravviso nelle politiche bancarie statali, le ribalderie economiche nei confronti di piccoli azionisti che hanno visto evaporare i propri risparmi come nel caso della “Boschi padre”; ancor prima tuttavia, ravviso nelle politiche bancarie statunitensi, il ceppo della crisi sistemica che ha fagocitato il mondo, con le conseguenti bancarotte di Irlanda, Portogallo e Grecia, oltre che parzialmente Spagna.

I sistemi economici, politici e professionali globali sono interconnessi e, dal punto di vista bancario, non sarebbe fourierista ammettere un fatto categorico: l’economia e la gestione manageriale delle banche devono attraversare subito un processo di svincolamento progressivo ma non totale, dal sistema bancario mondiale. Bando a sistemi di finanza creativa che sporadici fattucchieri alla Marchionne hanno saputo sfruttare per ridestare la posizione della Fiat presso la Borsa di Milano, la capillarizzazione di banche di proprietà di cittadini e percentuali ridotte di soggetti oriundi, disinnescherebbe un fenomeno esiziale; disinnescherebbe le reazioni neorazziste e neonazionalistiche dettate dal connubio di indigenza e frustrazione. Sono tali reazioni che remano contro i profughi africani o semplicemente i meridionali, entrambi in fuga dallo stallo economico delle loro terre native. 

Il processo cardine di questa entropia di banche, crisi, indigenze e fughe di massa, sta nella negazione dell’assistenza verso i più deboli sul versante economico, e binariamente all’impedimento di emolumenti più che dignitosi ai soggetti più meritevoli sul piano professionale.

Non alludo dunque, dal punto di vista economico, alla esigenza di creazione di “banche morali tutto fare” ma all’incentivazione di economia territoriale partecipata con un obiettivo focale: iniettare rinnovato senso di appartenenza e di comunità, in maniera quasi indipendente dai conglomerati di potere economico e politico centrali, e globali.

Gli antidoti alla degradazione umana, politica, gestionale, economica e sociale, ci sarebbero anche facendo a meno delle contemporanee “crocifissioni” economiche.

Da qui si deduce l’importanza nodale relativa alla tutela ed al rilancio delle banche di credito cooperativo, le uniche assaltate dalla finanza speculativa transnazionale che le vuol riempire di gabelle ed obblighi di capitale sociale teleoligici ad un loro ridimensionamento e venturo fallimento: oltre ad essere di fatto incostituzionale caricare le banche territoriali degli oneri fiscali, contrattuali, di stampo economico, delle banche commerciali speculative che dir si voglia; giacche’ le banche territoriali sono tenute a finanziare lo sviluppo del luogo in cui operano e sono situate, a detrimento delle macrooperazoni finanziarie globali che rimpinguano le casse delle oligarchie bancarie e i fondi di investimenti forestieri rei di crisi planetaria. Inoltre le banche di credito cooperativo risultano le meno indebitate, le piu’ sicure, nonche’ il volano di sviluppo di Germania e Francia, che le utilizzano per irrorare il loro mercato di liquidita’ elusa dalle norme bce che vietano l’emissione di titoli statali da parte di banche pubbliche centrali e territoriali. E se l’Italia esentasse le banche territoriali degli oneri imposti dalla grande finanza legislativa oriunda, ne moltiplicasse ed innestasse una dovizia in ogni regione, la crescita diverrebbe a doppia cifra e si realizzerebbe una indipendenza totale dall’Europa.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Embrioni per biologia sintetica e insaporimento carne


[breaking-news-wp]

L’Italia e’ uno dei decimati paesi che utilizzano prodotti alimentari non geneticamente modificati, seppure fonti americane su Odysee confermano che pure l’Italia usa pesticidi chimici malsani realizzati con petrolio, farmaci e biologia sintetica. Il punto clamoroso di questo editoriale tuttavia, focalizza proprio la biologia sintetica come ultima frontiera dello strapotere finanziario privatistico, che cosi’ puo’ impiantare nanoparticelle nei cibi assunti in grado di alterare e sgretolare la salute individuale a propria discrezione, con un ordine tattile del pc; e possono, le nanoparticelle ed i tessuti biologici sintetici e commestibili, fungere da rivelatori dell’individuo che le ha assunti, dal punto di vista del luogo in cui si trova.

E’ sconcertante, nell’ambito della biologia sintetica indirettamente e direttamente in mano a Bill Gates e accoliti, l’iper sviluppo degli organinismi geneticamente modificati che a loro volta interagiscono e modificano, nell’ordine dei geni delle persone con cui si interfacciano, dando luogo a degli ibridi perniciosi per la natura. Inoltre desta sgomento ed ansia la questione della biologia sintetica, in quanto bisognosa di embrioni umani per ricreare il gusto del sangue della carne ad esempio, ma tale processo richiede anche un immenso dispendio di energia elettrica e materie prime, sempre a detrimento dell’ambiente, oltre che della salute ed equilibrio umani.

Elettricita’, embrioni abortiti volontariamente o involontariamente, fonti fossili per la chimica e la farmaceutica, ogm, biologia sintetica, nanoparticelle attivabili per anche fini letali a distanza, ed in maniera intracciabile, da un lato inficiano l’equilibrio ambientale essendo falsamente ecocompatibili, dall’altro rappresentano un pericolo per la liberta’ umana e l’ecosistema. Infatti nuove specie create in laboratorio e non presenti in natura, finiscono per plasmare in modo esiziale o mortale la natura, l’uomo ed anche l’economia tradizionale: giacche’ tutti i brevetti e i finanziamenti oltre alle politiche di cio’, ineriscono e sottostanno alla proprieta’ delle plutocrazie finanziarie e grand’industriali. Queste ultime hanno infiltrato e sgretolato gli stati e si apprestano a smantellare le piccole e medie imprese, la classe media e, in proiezione, a ridurre la popolazione in guisa artificiale.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Fazio e i lati oscuri Rai


[breaking-news-wp]

Ha sollevato un gran baccano la questione che, negli ultimi anni, ha visto un aumento degli emolumenti nel contratto del presentatore rai Fabio Fazio, per mezzo delle accuse partite dal presidente della Camera dei deputati Fico. Quest’ultimo denunciava l’illecito che si cela dietro il tetto agli stipendi della pubblica amministrazione, di duecentoquarantamila euro. E Fazio ha smussato le spigolosità del precedente suo contratto, con un aumento di stipendio a due milioni e mezzo circa, un prolungamento contrattuale fin oltre all’attuale legislatura; infine Fazio ha diminuito la quantità di lavoro, ed è passato alla rete ammiraglia nella fascia oraria più seguita dal pubblico, che tuttavia non l’ha premiato in termini di pubblico.

Il sotterfugio utilizzato da Fazio e dal suo agente, poggiava sul fatto che il conduttore è inquadrato come artista, anzichè giornalista, dunque la tara manageriale della rai, ben si slatentizza in questo punto nodale: i giornalisti non possono all’univoco svolgere le veci di editori in merito alle dinamiche produttive della maggiore azienda radiotelevisiva italiana, che tra l’altro è pubblica. Di qui l’esigenza di attribuire ad ognuno la propria qualifica professionale, in rai, e di conseguenza indicare Fazio come era e dovrebbe continuare ad essere additato sul piano economico: giornalista, non artista. Egli infatti, pur svolgendo un mirabile lavoro di diffusione e promozione culturale, non produce arte, la quale è sublime ed estetico-spirituale.

Coloro che producono arte, sottostanno alle regole liberistiche di mercato legato alla richiesta e fruizione artistica; di conseguenza un artista va remunerato in base all’indotto ed alle richieste commerciali, anche transnazionali, che induce. Oggi gli artisti ed i giornalisti che contravvengono le regole del “politicamente corretto”, a differenza del sempre “apparentemente” imparziale Fabio Fazio, subiscono cesure agli emulumenti ed alla distribuzione.

I giornalisti editano notizie, informazioni, cultura, il che è vitale e nobile, tuttavia non producono nulla, pertanto non possono godere dei privilegi economici di coloro che innatamente posseggono creatività materializzata in prodotti sublimi.

Il limite manageriale delle più diffuse piattaforme mediatiche, sia pubbliche che private, sta nell’affidare la selezione del personale e dei contenuti da editare, a personaggi legati al mondo dell’informazione. Tale scelta danneggia i creativi ed il sistema mediatico-artistico nostrano, obbligando i media ad acquisire prodotti artistico-culturali prefabbricati altrove, di conseguenza limitati, come il programma “Che tempo che fa”, copia poco originale del David Letterman show”.

Coloro che individuano e sanno investire nelle professionalità creative, e di pregio, sono in ogni settore gli attori produttivi con il futuro professionale meno a rischio, dal punto di vista dell’accoglienza dei consumatori… ma in rai come diceva Grillo, le nuove stelle sono i giornalisti con tanto di agente, a scapito degli artisti veri e propri; quest’ultimi sono ritagliati magari, in produzioni Sky come X Factor, che in seguito ad agguerrite selezioni, valorizza gli artisti per massimo un paio d’anni. In seguito oblio alla stessa stregua dell’oblio sulle informazioni cruciali che la rai si esime di dare come nel caso del Mes, pareggio di bilancio e Recovery fund, mai approfonditi in maniera imparziale da Fazio e similari.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Berlusconi lascia la sua banca


[breaking-news-wp]

La Delfin di Leonardo Del Vecchio è salita al 15,4% del capitale di Mediobanca. Lo si legge negli aggiornamenti delle partecipazioni rilevanti della Consob.

E’ stato dunque il fondatore di Luxottica, come si attendeva il mercato, ad aver rilevato il pacchetto del 2% di Piazzetta Cuccia messo ieri in vendita da Fininvest con l’intermediazione di Unicredit. Del Vecchio, che consolida la sua posizione di primo azionista della banca d’affari, dispone di un’autorizzazione della Bce a salire fino al 20% del capitale di Mediobanca. Riguardo la societa’ di ottica italiana egemone mondialmente nel settore delle lenti, e opportuno focalizzarla nell’ottica futura, giacche’ si e’ fusa di recente con l’omologa struttura industriale sita in Francia, la quale come al solito detiene la maggioranza di azioni e potere nel medio e lungo termine. E se un domani Luxottica come Fca e Borsa italiana cederanno quote azionarie ai cugini d’oltralpe, cio’ puo’ implicare una dipartita della proprieta’ di Mediobanca, societa’ italianissima, flessibile, di gran qualita’, e custode di un folto gruppo di titoli statali e di ricchezza privata basata su conti correnti, fondi e azioni. Dunque il governo italiano come il Copasir e l’esercito, dovrebbero concretizzare un piano di tutela finanziaria italiana, dal punto di vista bancario, industriale e fiscale, garantendo una avveniristica transizione degli imperi economici italiani, sempre in mani nazionali, come si e’ premurato di fare Giorgio Armani con la costituzione della propria fondazione. Infatti lasciando anche eventualmente Mediobanca in mani estere, si puo’ rendere piu’ oneroso e difficoltoso il pagamento di prestiti o il settore dei finanziamenti, a detrimento dell’Italia.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/