La guerra dei massoni e gli strumenti di difesa

Mentre si legge, si scrive e si polemizza intorno alle guerre, alla politica, ai presidenti dei piu’ potenti paesi del mondo, si omette di dire che e’ in atto uno scontro tra massoneria classica e massoneria deviata: tutti i piu’ influenti presidenti politici, economici e grandi industriali del mondo appartengono alle variegate logge massoniche che nei secoli hanno tessuto le trame della storia.

La loggia del Grande Oriente, di matrice inglese, e’ la piu’ antica, democratica, deontologica e visionaria tra le logge massoniche; Obama appartiene a una loggia molto moderata e connubio tra il Grande Oriente e la nuova loggia egemone nel mondo, ossia quella neofeudale e neoaristocratica in agone con la Grande Oriente: il tenzone tra le logge massoniche tradizionali basate sul rispetto dei diritti umani, della liberta’ individuale, politica, sessuale, di razza, della dignita’ economica, e l’ordine neofeudale legato all’alta finanza, e’ espressione delle principali guerre, e delle principali leggi antidemocratiche e della crisi economica al mondo.

Putin e Merkel si conoscevano e frequentavano la medesima loggia massonica, dalla cui degenerazione e’ partorita la loggia neoaristocratica che e’ antipopolare, antidemocratica, e pratica l’impoverimento sociale, economico, industriale, culturale per soggiogare i popoli e condurli allo stato bruto di schiavizzazione. Quel che trasecola e’ il fatto che gente come Draghi, Monti, Macron hanno tradito gli ideali della Loggia del Grande Oriente per schierarsi a favore della loggia neofeudale, che utilizza l’arma della finanza per controllare e piegare la popolazione per i propri fini di autoconservazione e dominio. Gli affiliati della massoneria neoaristocratica sceverano gli uomini tra bestie, neoilluminati ed illuminati: le bestie sono gli individui dalla grande potenza fisica e dai bisogni molto carnali e scarsa istruzione, i neoilluminati sono gli intellettuali ed artisti, cui pero’ manca un quid per dominare ed essere superiori; gli illuminati invece, si considerano gli iniziati che si credono tutta scienza e mente, gli unici atti a decidere per gli altri, gli unici cui prestare amicizia ausilio ed affetto reciproco; viceversa per i neoilluminati e le bestie non bisogna concedere amicizia o solidarieta’ e sopratutto sostegno: qui consiste la deviazione della massoneria oggi al potere nel mondo sviluppato: una societa’ a delinquere che vuole elidere le conquiste sociali, economiche, culturali, civili, giuridiche e politiche realizzate dalla Loggia del Grande Oriente; quest’ultima oggi e’ quella che trova a rapportarsi con il nocumento di similari logge penetrate e comandate dalla malavita organizzata. Dunque la massoneria tradizionale, un tempo occultata in quanto matrice di sviluppo politico ed evoluzione sociale che sperimentava nella segretezza, si trova nella morsa delle sette mafiose e di quelle neoaristocratiche, unite per lo stesso fine: ricreare ovvero, una societa’ feudale, con pletore di straccioni ignoranti ed incapaci di ragionare e produrre manufatti di eccellenza nonche’ scoperte scientifiche, di conseguenza malleabili e controllabili per i propri fini politici.

L’unica arma a disposizione della politica, economia e ormai della massoneria tradizionale, quella del Grande Oriente, consiste nell’acculturamento individuale volto su una capacita’ di ragionamento, di solidarieta’ sociale e produzione di manufatti ottimi e funzionali. Altrimenti sara’ neoschiavitu’ antica…




Loop treno supersonico e sfregio della Costituzione

Loop treno supersonico e lo sfregio della Costutuzione

E’ in fase di costruzione un treno supersonico che in Italia colleghera’ Bologna e Milano in soli nove munuti: strabiliante e mirabile tale risvolto del progresso italiano se non fosse che esso cozza contro la parte piu’ numerosa della comunita’ italiana: gli abitanti ossia, del meridione, cospicua porzione di Italia screvra di treni veloci di vecchia generazione-Tav-che si fermano a Napoli. Ma dopo Napoli non e’ possibile usufruire della linea veloce che la colleghi con realta’ urbane meridionali o centrali, come l’Aquila o Palermo o Bari. A Matera inoltre, capoluogo di regione, manca proprio tutta la stazione ferroviaria, con i palesi, consequenziali, danni economici e culturali.

Per quanto appaia mirabile l’operato di Ferrovie dello Stato, azienda pubblica egemone a livello continentale, e’ inverecondo che manchi l’imposizione politica ed economica a dotare il sud Italia della medesima rete ferroviaria del nord Italia; cio’ se venisse ottemperato, potenzierebbe ulteriormente il ruolo della societa’ ferroviaria italiana, senza rallentare o bloccare la realizzazione del treno supersonico; bensi’ rispettando la costituzione e portando un nuovo e marginale sviluppo nel meridione…




La strumentalizzazione del femminismo e i migliori film di Hollywood

Dustin Hoffman e Maryl Streep donano al cinema americano una sfumatura di arte somma che coinvolge anche il botteghino, sebbene esso ha incassato tanto negli anni settanta, gli anni che ospitarono l’opera di “Kramer contro Kramer”: si dipana cosi’, in maniera primordiale, pionieristica, il tema della parita’ fra i sessi, della vita coniugale, dell’affidamento filiale e della paternita’ coniugata col lavoro: il tenzone aspro tra due avvenenti sposi nasce allorche’ la madre del coprotagonista, con un senso di bovarismo dovuto alla mancanza di lavoro e dialogo col marito iperimpegnato, lascia il marito ed il figlio alla ricerca della sua autorealizzazione.

Un bambino in piena eta’ scolare, figlio dei Kramer, dal legame viscerale con la madre di cui denuncia la assenza verso il manager padre, molto disorganizzato ed inetto in quanto ad ottemperanza dei doveri genitoriali. Cosi’ gli obblighi di padre diventano inderogabili ma senza l’ausilio del datore di lavoro, che licenziera’ il Dustin Hoffman finalmente bravo e prodigo verso il benessere del bambino.

Senza effetti speciali Kramer contro Kramer si impose con la vittoria di vari premi Oscar nel periodo ormai abrogato dal grande cinema americano, con le sole eccellenze di scrittura del soggetto e della sceneggiatura. A dimostrazione della eccellenza artistica dell’America hollywoodiana un tempo esportatrice di idee positive ed utili, Kramer mostrera’ lo scontro cosi’ contemporaneo fra gli ex coniugi, nell’ambito dell’affidamento del figlio, ormai visceralmente legato al padre. Ed e’ mirabile scorgere la vittoria giuridica di una madre ormai affermata professionalmente ma che sa agire con onesta’ intellettuale, in favore della “donazione” del bambino verso le cure, la magione e l’amore del padre. Ecco il tema meravigliosamente dipinto in questo film, della deontologia prima del lavoro, con il padre Dustin Hoffman che per il bene del figlio interrompe la sua ascesa professionale in favore di una mansione meno prestigiosa ma piu’ flessibile.

I divorziati Kramer mostrano il volto umano, nobile e culturalmente elevato di un America oggi smarrita, che pur nella disumanita’ del lavoro massimizzante, predilige l’umanita’ del rapporto fra padri e figli, tra madri e padri in favore dei figli. Infine in quella America avanguardista nella lotta ai pregiudizi verso la supremazia della donna solo in quando donna, nella veste di madre, a detrimento degli uomini cattivi padri solo in quanto uomini, si scopre la castroneria equivoca del femminismo: il femminismo controproducente infatti, diviene tale allorche’ si fossilizza sui diritti salariali da acquisire, senza lasciare quelli di maternita’ a chi dimostra di essere in grado di svolgerli meglio…




La fine del modello Usa

In Iraq la deflagrazione sociale e politica contro gli americani e’ scoppiata irreversibilmente negli ultimi mesi, allorche’ le piazze sono ricolme fino allo scoppio, di attivisti frammisti a persone comuni che caldeggiano per una fuoriuscita degli americani dai loro territori.

Gli americani non possono disertare gli scenari bellici in cui tutt’ora operano affinche’ lo sfacelo di rinnegazione globale degli americani, non sbocchi in una emarginazione del capitalismo e del globalismo americani in generale, che per lo piu’ entropia e indigenza hanno causato negli ultimi decenni: oggi il mondo non e’ piu’ atlantico-centrico bensi’ pacifico-centrico,infatti ormai tutti i territori situati a levante e meridione dell’America e dell’Europa, sembrano rivestire un ruolo cruciale per il futuro economico, politico e culturale del mondo. L’Iraq, Iran, Cina, India, Corea, Vietnam, Russia, da un lato, e Brasile, Africa, Venezuela, Cile dall’altra, appartengono al blocco stabile del Levante euroamericano in evoluzione e crescita perenni, con una cultura antimperialista, pacifica, identitaria, cooperativa e saggia, antitetica al globalismo ed al capitalismo tradizionali. Il levante ed il sud del mondo dispongono del piu’ alto tasso di presenza giovanile, di rispetto per il prossimo ma anche indigenza, con due miliardi di persone morte per fame ogni anno. L’America con queste riottose proteste, attentati presso le sue sedi diplomatiche presenti in Iraq ed Iran ha dimostrato di aver definitivamente perso la possibilita’ di accattivarsi tali territori, tale neoombelico del mondo. E lo ha fatto a causa del suo veteropportunismo e neoimperialismo fondati sulla globalizzazione, sul capitalismo dominanti, solo se prostrati all’America, e siano basati sulla mentalita’ individualista scristianizzata e antisolidale che contraddistingue le elites euroamericane. A causa di queste inveterate tare l’America ha distrutto con le guerre i paesi a Levante e a sud del mondo ma senza dotarli di infrastrutture materiali ed immateriali atte a farli proliferare e rinascere nella prosperita’, pur di impronta americana. E cosi’ in seguito all’alienazione delle numerose, giovanissime ed indigenti masse popolari dei territori meridionali e levantini, l’America sta subendo uno smacco economico di matrice culturale che non ricucira’ mai piu’, se non dismette i panni di globalismo e spietato capitalismo a totale detrimento dei piu’ deboli e dei piu’ diversi.




Poverta’ covid e dignita’ a Napoli

Da Ilenia Incoglia

Ai dottori, sempre meno, che restano eroi, che non si vendono, che non si spaventano , che hanno nel cuore solo la vita dei malati. Che emozione ❤️. Vorrei leggeste tutti questo stupendo messaggio del dottor Eduardo Ponticiello, del Santobono, riportato dalla pagina Nessuno Tocchi Ippocrate. Parole di amore che fanno capire il valore umano di certe persone.

“Napoli 16 ottobre 2020,
squilla il mio cellulare e rispondo….”Dottò so Anna, non so se vi ricordate di me….voi avete visitato tanto tempo fa mio figlio in ospedale, un bambino che teneva la meningite….v’arricurdat ?? vi devo chiedere una grazia….per favore venite a casa mia, che ho l’ultima mia figlia che non sta bene, vi mando l’indirizzo con un messaggio”. Annoto l’indirizzo, salgo in sella alla mia moto e mi reco in Vico Ferze al Lavinaio, nel ventre della città…piove oggi……il palazzo è un palazzo fatiscente, ed al terzo piano si trova la casa di Anna, salgo le scale perché è un edificio senza ascensore ed arrivo a casa sua….una dimora molto umile, ma pulita e profuma di dignità, Anna è madre di 4 figli, il marito non c’è più da un anno, “caduto da un impalcatura mentre faticava” mi racconta con le lacrime agli occhi, l’ultima figlia ha la febbre…”dottò nessuno ci viene a casa mia, con questo problema del covid…e io lo capisco; non ho la macchina per portarla in ospedale e vi chiedo aiuto…io facevo le pulizie, ma ora cu tutt sta situazione nun sto faticann…”. Vedo la bimba per fortuna niente di grave, una faringo-tonsillite…passerà in pochi giorni!! Nel frattempo mi prepara un caffè bello caldo, fuori continua a piovere….”Dotto’ io nun ve pozz pavà per il disturbo che vi ho arrecato, e voi lo so non mi avete chiesto niente…ma dovete farmi un altro piacere, sennò mi mortificate, ed io di mortificazioni ormai ci campo tutti i giorni…dovete accettare questo, perché è cu tutt o’ core che lo faccio….”. Anna si sgancia la catenina che porta al collo e la mette nella mia mano….”ve pozz regalà sul chest e na tazz e cafè….grazie duttò e che a maronn v’accumpagn”. Non riesco a proferire più altre parole, scendo le scale e mi reco a prendere la moto……delle gocce rigano il mio viso e non è la pioggia….”




Poverta’ covid e dignita’ a Napoli

Da Ilenia Incoglia

Ai dottori, sempre meno, che restano eroi, che non si vendono, che non si spaventano , che hanno nel cuore solo la vita dei malati. Che emozione ❤️. Vorrei leggeste tutti questo stupendo messaggio del dottor Eduardo Ponticiello, del Santobono, riportato dalla pagina Nessuno Tocchi Ippocrate. Parole di amore che fanno capire il valore umano di certe persone.

“Napoli 16 ottobre 2020,
squilla il mio cellulare e rispondo….”Dottò so Anna, non so se vi ricordate di me….voi avete visitato tanto tempo fa mio figlio in ospedale, un bambino che teneva la meningite….v’arricurdat ?? vi devo chiedere una grazia….per favore venite a casa mia, che ho l’ultima mia figlia che non sta bene, vi mando l’indirizzo con un messaggio”. Annoto l’indirizzo, salgo in sella alla mia moto e mi reco in Vico Ferze al Lavinaio, nel ventre della città…piove oggi……il palazzo è un palazzo fatiscente, ed al terzo piano si trova la casa di Anna, salgo le scale perché è un edificio senza ascensore ed arrivo a casa sua….una dimora molto umile, ma pulita e profuma di dignità, Anna è madre di 4 figli, il marito non c’è più da un anno, “caduto da un impalcatura mentre faticava” mi racconta con le lacrime agli occhi, l’ultima figlia ha la febbre…”dottò nessuno ci viene a casa mia, con questo problema del covid…e io lo capisco; non ho la macchina per portarla in ospedale e vi chiedo aiuto…io facevo le pulizie, ma ora cu tutt sta situazione nun sto faticann…”. Vedo la bimba per fortuna niente di grave, una faringo-tonsillite…passerà in pochi giorni!! Nel frattempo mi prepara un caffè bello caldo, fuori continua a piovere….”Dotto’ io nun ve pozz pavà per il disturbo che vi ho arrecato, e voi lo so non mi avete chiesto niente…ma dovete farmi un altro piacere, sennò mi mortificate, ed io di mortificazioni ormai ci campo tutti i giorni…dovete accettare questo, perché è cu tutt o’ core che lo faccio….”. Anna si sgancia la catenina che porta al collo e la mette nella mia mano….”ve pozz regalà sul chest e na tazz e cafè….grazie duttò e che a maronn v’accumpagn”. Non riesco a proferire più altre parole, scendo le scale e mi reco a prendere la moto……delle gocce rigano il mio viso e non è la pioggia….”




Milano capitale immorale ma forse stavolta volano di rinascita

FOLLIA A MILANO: RESSA ULTRÀ AL DERBY NEL GIORNO PEGGIORE DEI CONTAGI
Ma quale civismo. Ma quale Milano virtuosa e, addirittura, illuministica. Quando da quelle parti si parla di eccellenza (presunta) o di virtuosità (indimostrata) della città «locomotiva d’Italia», si sta mettendo in pratica un’impostura. “Capitale morale”? Mai etichetta è stata tanto mal riposta.
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(di Mario Ajello – il Mattino)
Che cattivo esempio. Ma quale civismo. Ma quale Milano virtuosa e, addirittura, illuministica. Le luci a San Siro, come da titolo della celebre canzone (…) (…) di Roberto Vecchioni, hanno emanato ieri primitivismo. Quello dello spettacolo di migliaia di tifosi del Milan e dell’Inter, fuori dallo stadio del derby, assembrati, accalcati, irresponsabilmente radunati a migliaia, e chi saltellante sul posto, chi in corteo con moto e motorette, per salutare le due squadre rivali che s’avviano al campo. Un’inguardabile esibizione di strafottenza, un cluster potenziale, un possibile focolaio in disprezzo del buon senso e del rispetto per se stessi e per gli altri. Quanti di quegli ultrà rossoneri e nerazzurri, ammassati ieri pomeriggio, ora andranno nelle scuole o nei posti di lavoro portando con sé la carica virale che può essere stata sprigionata da quei contatti? Ed è mai possibile che si ricreino le curve fuori dallo stadio, senza che la polizia intervenga subito e con rigore perché il diritto al tifo calcistico non può travalicare il rispetto della legge e della salute generale? E nella civilissima Milano s’è assistito a questa forma di anti-patriottismo civico e nazionale. Una follia. Paragonabile forse a quella scena in cui, per i pasticci e per gli errori delle autorità lombarde, a marzo mentre stava per scattare il lockdown moltissime persone scapparono dalla città andando a infestare, o almeno facendo correre agli altri questo rischio, il resto d’Italia.

La cosiddetta «capitale morale», mai etichetta è stata tanto mal riposta, si distingue di nuovo insomma per assoluta incapacità di essere all’altezza dell’emergenza che stiamo vivendo. E pensare che ieri pomeriggio anche a Napoli s’è giocato un super-match – gli azzurri contro l’ottima Atalanta ridimensionata con un imprevisto 4 a 1 – ma non si sono viste nella capitale meridionale scene di sbracatezza e di strafottenza come quelle all’esterno del Meazza. Le luci di San Siro hanno emanato oscurantismo. L’assembramento da derby nella città (e provincia) che mentre i tifosi mescolavano fiati e umori toccava quota 1388 nuovi contagi (e 2664 in tutta la Lombardia) vale come uno schiaffo all’Italia intera. E’ un meneghino faccio come mi pare che non tiene conto delle sofferenze che a ogni latitudine il nostro Paese sta patendo. In questo messaggio devastante sembra annidarsi quel senso di superiorità e di separatezza, egoistica, che Milano non ha mancato di praticare e di esibire in tanti modi e in tanti settori negli ultimi anni e anche nei penultimi. Philippe Daverio, un grande milanese appena scomparso, sosteneva che «Milano è una terra di scorrerie per gli avidi che, messi insieme, non producono niente di buono». Scomodare Daverio per qualche migliaio di scalmanati potrebbe apparire esorbitante, eppure guardata con un po’ d’attenzione la gazzarra filo-Covid delle tifoserie riunite intorno a San Siro racconta di un disinteresse per il bene comune, inteso in senso largamente italiano, che non alberga solo nel sottobosco del tifo calcistico ma sale anche più su.

E comunque è anche da questi comportamenti, da queste intollerabili azioni, che deriva la possibilità – ma speriamo fortemente di no – che un nuovo lockdown possa calare sulla Penisola o su alcune delle sue parti. Con tutte le conseguenze, economiche e sociali, che sappiamo. E proprio per questo, ciò che è accaduto a Milano è gravissimo. Anche volendo restare nel campo strettamente calcistico, quello che s’è verificato per il derby Inter-Milan rischia di far precipitare il campionato di calcio verso la serrata. Producendo un danno ai tifosi di tutta l’Italia. Ma ciò che questa storiaccia di un sabato meneghino insegna è che, quando da quelle parti si parla di eccellenza (presunta) o di virtuosità (indimostrata) della città «locomotiva d’Italia», si sta mettendo in pratica un’impostura. Forse è questo il famoso pragmatismo milanese.




Magna Grecia non Magna la Grecia

Magna Grecia non magna la Grecia

Canale Youtube Francesco Paolo Tondo; pagina Facebook Francesco Tondo; profilo Twitter Tondo Francesco; profilo Instagram tondofrancescopaolo.

Il problema di salute maggiore che attanaglia l’Europa e l’occidente, si ravvisa nella demolizione ideologica del proprio passato, oltre che in quella geografica, finanziaria politica ed industriale che ha nebulizzato anche fisicamente quel passato europeo, dapprima occidentale e ancor prima italiano che affonda le sue radici nella Grecia fulcro di cultura, democrazia, umanita’, e di conseguenza civilta’. E medesimo processo di decostruzione individuale spirituale lo ha affrontato l’Italia post-unitaria, in qualita’ di principale carnefice della Magna Grecia sintetizzata nel Regno di Napoli in seguito trasformatosi in maniera pluralistica in Regno delle due Sicilie.

Il patrimonio di deontologia, cultura, annessione senza distruzione del diverso, operato dalla Magna Grecia prima, dal Regno di Napoli poi, non e’ stato seguito ne’ dall’Italia riunificata tanto meno dall’Europa odierna. Ecco dunque tutti gli imperativi categorici capitalistici atei che attuano azioni corrosive dello spirito europeo basato sulla solidarieta’ reciproca dapprima tra individui, in seguito tra citta’ fino alle nazioni. Senza dimenticare l’importanza cardinale che all’epoca greca e perfino medievale ricopriva la democrazia dal punto di vista dei diritti fondamentali dei cittadini nel lavorare, essere sfamati e avere una vita dignitosa e religiosa. Nell’epoca odierna l’Italia replica lo svarione di non riconoscere il suo lato meridionale come parte fondamentale di se’, vitale ai fini di ogni tipo di sviluppo, e sopratutto madre della propria cultura e del proprio equilibrio dal punto di vista del benessere individuale. Stesso atto avviene nell’Europa che ha spoliato dalla Grecia, ogni ruolo vitale all’interno del continente di cui fa parte, oltre ad averne eliso ogni potere finanziario, politico, industriale e culturale.

Sul versante manageriale il misconoscimento della Grecia e del meridione italiano come aghi della bilancia ai fini dello sviluppo rispettivamente europeo e italiano e’ un errore marchiano che attiene sia allo sviluppo economico che al benessere individuale di due popoli, europeo ed italiano, in crisi d’identita’ permanente; allorche’ la democrazia appartiene alla retorica da circoli veteropolitici, Napoli ed il meridione italiano appartengono alla demagogia farsesca della palla al piede dello sviluppo e della limitatezza culturale in comportamenti bislacchi e antiquati, l’Europa e l’Italia saranno orbe delle loro anime, senza le quali si scaturisce sempre in conflitti fratricidi distruttivi o altamente limitanti…




Stile e personalita’ come guadagnarli

Stile e personalita’

Il successo  contraddistingue quella categoria di persone che possiede uno stile molto forte parimenti ad una eguale personalità: in questo mondo che continua a massificare il mercato nel sistema di globalizzazione ed omogeneità, non basta possedere un peculiare stile bensì associare ad esso una personalità accentuata, che preservi dai processi di omologazione sociale. E’ pertanto difficoltoso opporsi all’usanza adolescenziale degli orecchini per i maschi, così come del fumo, ossia il primo passepartout per il contiguo mondo della droga.

E’ difficile non confondere il successo, definito tale da gruppi di ragazzi che indicano, additano lo zimbello e pereseguitare, con il fallimento di chi invece si scaglia contro i deboli, facendolo in modo diretto o indiretto. La società è difficile da gestire, quella stessa società che spinge ad uniformarsi alla pratica degli “sballi” derivanti dall’ebbrezza delle ubriacature, dall’assunzione di stupefacenti, naturali o artificiali.  Risulta difficilissimo anche vestirsi in modo anticonformista rispetto al codice di abbigliamento del proprio ambiente di appartenenza. E’ pero’ anche vero che la personalità che richiede lo stile, è garanzia di serenità preventiva degli individui.

I nostri errori, anche quelli marchiani ergo perniciosi e dagli effetti cronici, derivano in larga misura da piccoli e grandi traumi che producono timori di esclusione sociale od inadeguatezza.

Il nostro successo o insuccesso, la nostra felicità od infelicità, sono scaturiti dalla capacità di gestire o evitare certi traumi e certi processi di esclusione o insuccesso sociale. Il modo per alleviare tali traumi e dolori post-traumatici, risiede nel dedicare una porzione temporale quotidiana, alla lettura. Lettura di opere creative e di quelle prettamente di “informazioni”: fare ciò perfino nelle età più “critiche”, aiuta a trovare e preservare nonchè corroborare la propria personalità: sarà quest’ultima, infine, a valorizzare il proprio stile; e a seconda della ricerca di qualità personale, nel proprio lavoro, la personalità e lo stile renderanno chiunque sereno, quindi felice, a prescindere.




Indistruttibile

La celebrazione del veterano statunitense di origine italiana “riempie” la pellicola cinematografica di fattura hollivudiana con “Unbroken”. Qui, ben proposta su Netflix, l’arte dello sceneggiatore si coniuga con la violenza fisica che caratterizza il machismo americano, ma sfociando in una rappresentazione del secondo conflitto bellico mondiale che interseca debolezze umane, amicizia e ideali in modo encomiabile. Cosi’ il tema dell’emarginazione puerile di fronte all’immigrato italiano si scontra con la intemerarieta’ di un ragazzino sicuro della propria forza e in grado di mettere in fuga i bulli di turno. Ancora il lavoro indefesso per massimizzare le proprie virtu’ ed i talenti, alla stregua della debolezza ed insicurezza che esortano ad una ritirata verso l’anonimato della mediocrita’.

La guerra pero’ elide le olimpiadi dell’anno in corso per cui il protagonista, dopo essere stato a dovere motivato da un fratello estimatore e visionario, all’acme del successo deve battersi per la vittoria americana. Cosi’ le peripezie accorse prima e dopo la caduta dell’aereo che trasporta l’italomericano, sfociano nella deriva sull’oceano pacifico, assieme a due commilitoni; deriva lunga ed estenuante in cui l’istinto di sopravvivenza viene minacciato dalla fatica e dalla fame; alla fine il campo di concentramento e l’aperta sfida del temerario e indistruttibile eroe tuttora vivente americano verso un comandante giapponese, sono il non plus ultra di questa rappresentazione. Tenzoni mentali, fisici, spirituali tra l’americano ed il giapponese enfatizzano l’eroicita’ dei soldati della Grande guerra, specialmente il maltrattamento e la frustrazione del generale giapponese dinanzi alla tempra ferrea del suo concorrente “immortale”; ma e’ altresi’ aggressiva e coinvolgente la drammaticita’ dei grandi conflitti bellici, ad onta delle doti singole dei grandi uomini che sovente si prodigano per la vittoria o la difesa di amici, famigliari, che in questo film traspare in maniera scioccante. Un documentario a tratti raccapricciante, Unbroken, che adopera in modo impeccabile l’arte e la creativita’ al fine di disincentivare ed approfondire l’importanza della pace, meglio di innumerevoli reportage, articoli, saggi e film di guerra.