Iconoclasta a Nocera Inferiore; Fiscal Compact nuoce decoro

Nelle vicinanze di Salerno, comune ben amministrato da cui sono partite le lodi verso de Luca attuale presidente della regione Campania, e’ stato immondo osservare la furia iconoclasta di sconosciuti che, in modo ben occultato, hanno reciso gli arti superiori delle statue poste a cornice della fontana comunale che si erge sul centro chic, a pochi metri dal palazzo municipale gia’ parzialmente sgretolato nella facciata. Cosi’ Nocera Inferiore sede di una dovizia di piccole medie imprese attive nel settore della meccanica, nautica, logistica, farmaceutica, trasporti, edile, alimentare, della trasformazione, versa anch’essa in un declino del decoro urbano enfatizzato da quel pareggio di bilancio che elude la manutenzione ordinaria e straordinaria che sfori i limiti di spesa.(Cravatta artigianale con nodo fisso e chiusura a gancio acquistabile nello shop di francescopaolotondo.com).

La facciata del Municipio di Nocera Inferiore, limitrofa alla dovizia di negozi e piccole attivita’ apparentemente fiorenti, ha calcinacci sgretolati suppure la fontanella nella piazza antistante risulta funzionante rispetto al malfunzionamento o mancato funzionamento delle fontane di acqua pubblica adiacenti la prestigiosa e centralissima Via Caracciolo di Napoli. Poco lontano dal Municipio di Nocera Inferiore, alla stessa stregua di quello di Napoli, ci si imbatte nella chiusura di filiali appartenenti il Banco di Napoli risucchiato da Banca Intesa, nonche’ di banche popolari di credito e di attivita’ spicciole attivo nel piccolo commercio locale. Ci si augura che il Pnnr rilanci tali piccoli esercenti nonche’ rimpingui il sistema delle banche di credito cooperativo fagocitato da norme politiche capestro, nonche’ volano di sviluppo locale. Inoltre si auspica che nel Pnnr sia attuato un piano di ripristino del decoro urbano nonche’ di manutenzione efficace e costante di infrastrutture atte a limitare i danni da esondazioni, nevicate, piogge prettamente invernali.

Infine e’ molto richiesto l’ausilio governativo teso a scongiurare l’indebitamento individuale ed aziendale da traslazione ecologica, sottoforma di assicurazioni pubbliche che senza ulteriori gabelle sostengano imprese e cittadini a manutenere ed adeguare gli impianti e le magioni, nei canoni di risparmio energetico ed economico.(Cravatta artigianale con nodo fisso e chiusura a gancio acquistabile nella sezione shop di francescopaolotondo.com).




A Napoli prima universita’ metadidattica

Come riporta la sezione italiana della prestigiosa rivista Forbes, la universita’ Federico II di Napoli balza in testa alla classifica italiana piazzandosi sul podio degli atenei mondiali, per l’attuazione della realta’ aumentata nella didattica a distanza ed per quella in presenza.

Parte dalla terza metropoli italiana per demografia ed estensione il segnale di una didattica connubio di virtuale e reale fuori dal tempo e dal luogo. Ma anche più accessibile e inclusiva, pure dai paesi (e dagli studenti) più lontani, ormai per definizione senza risorse e infrastrutture. Per la prima volta in Italia, un’università applica in maniera sistematica la didattica partecipata e laboratoriale, in realtà mista all’interno dei propri corsi di laurea. La piu’ antica universita’ pubblica al mondo è anche il primo ateneo italico ad avviare la sperimentazione della Hybrid Learning Spaces, soluzione sviluppata da Microsoft. L’accelerazione dei processi di conoscenza e studio telematici e della didattica a distanza in particolare, ha messo in primo piano le sconfinate possibilità che una gestione della conoscenza più dinamica, relazionale e virtuale può generare, sia in termini di accesso a contenuti innovativi, di esperienze di apprendimento senza precedenti, sia nell’acquisizione di nuove competenze. Ecco un esempio di quella che possiamo chiamare decisamente didattica ibrida. Un approccio dove fisico e digitale si integrano e coesistono in modo non convenzionale, dando vita a immersioni esperienziali che possono rivelarsi decisive nei processi di apprendimento. In questo scenario si sintetizza il modello Hybrid Learning Spaces, basato su vere e proprie aule virtuali immersive che consentono di introdurre un nuovo modello educativo fruibile sia da remoto che in presenza. L’Ateneo di Napoli è il primo nel nostro Paese, e fra i primi a livello internazionale, a sperimentare la soluzione negli ambiti didattici, sia scientifici sia umanistici. È facilmente intuibile la potenzialità rivoluzionaria di questa esperienza che nella sua facile scalabilità apre le porte ad una vera e propria rivoluzione accademica. In questa fattispecie la tecnologia enfatizza le potenzialita’ individuali in un prodromo di integrazione uomo-macchina non invasiva ma assai prestazionale e in tal guisa e’ possibile maggiorare gli introiti universitari ergo statali oltre che cittadini, con numeri piu’ alti di iscritti anche al di fuori del territorio nazionale.

Nelle scuole certamente questo approccio trovera’ modo di inserirsi seppure vada nel frattempo concretizzata una soluzione per la salvaguardia dell’apprendimento e dello studio: ossia il divieto assoluto di telefoni collegati al web all’interno delle classi cosi’ dall’allenare e stimolare studio, mnemonica, astrazione e capacita’ analitica dei giovani. Le cravatte in foto, artigianali dal nodo fisso e la chiusura con gancio, sono acquistabili nella sezione shop di francescopaolotondo.com




Napoli: richieste e repliche del governo

ASILI NIDO E SCUOLE APERTE IL POMERIGGIO. I BAMBINI NAPOLETANI HANNO LE IDEE CHIARE, IL GOVERNO NO.

(da Il Mattino)
Più asili nido, scuole aperte di pomeriggio, manutenzione di parchi e giardini. I 130mila bambini napoletani non hanno dubbi sulle richieste che hanno rivolto ai neo eletti presidenti delle 10 Municipalità: quartieri più a misura di bimbi dal centro, alla collina, alle periferie. Lo studio viene fuori da un progetto della cooperativa sociale Eco, che ha come mission quella di guardare il mondo con gli occhi dei più piccoli interpretandone le esigenze.

IL PROGETTO
«Quali i programmi per i bambini nella prossima consiliatura?». Il quesito, semplice e chiaro, è stato indirizzato ai presidenti delle 10 Municipalità cittadine appena eletti. Dalle interviste è emerso un dato trasversale: dare ai ragazzi dei luoghi di aggregazione sicuri coinvolgendo le scuole. Da qui la necessità di tavoli di confronto tra Municipalità, Comune e dirigenti scolastici per aprire gli istituti di pomeriggio e incrementare le attività per offrire ai minori laboratori, sport, ludoteche, spazi di aggregazione. Il secondo impegno assunto riguarda la cura di parchi e giardini. Infine le idee sul welfare: al centro di Napoli la proposta dei City Angels, a Mercato-Pendino l’attenzione alla vita degli studenti. A Stella la Consulta delle associazioni; a Poggioreale la mappa dei servizi per l’infanzia; al Vomero l’obiettivo sport negato; nell’area est la richiesta di maggiori risorse; a Secondigliano l’attenzione agli anziani; a Fuorigrotta gli oratori di quartiere. A Scampia il potenziamento delle aree verdi. «Abbiamo realizzato il sondaggio per sensibilizzare gli enti territoriali di prossimità alle esigenze dei bambini – spiega Valeria Nigido, presidente di Eco – che a Napoli sono 130mila, una undicesima Municipalità. Questo fa comprendere come le esigenze dei bambini potessero far crescere in maniera armonica una collettività». «Fa piacere sapere che al centro delle politiche sociali dei presidenti di Municipalità ci sia una più stretta sinergia con il mondo scolastico – aggiunge Sofia Flauto, consulente della coop – La scuola è il fulcro della crescita dei nostri figli e dare loro l’opportunità di avere come riferimento un luogo accogliente e sicuro non è solo un contributo all’educazione ma una trasmissione di valori».

LE RISPOSTE
Pronti a rispondere alle domande dei bambini i 10 presidenti di Municipalità. «Sul fronte istruzione vogliamo organizzare un tavolo con le istituzioni scolastiche per un raccordo tra sistema scolastico, sistema sanitario e sistema sociale per favorire la conoscenza reciproca», dice Giovanna Mazzone, della I. «Far uscire da casa i bambini e i ragazzi per combattere la ludopatia, ma dare anche loro un luogo sicuro ove trascorrere i pomeriggi», è l’obiettivo per Roberto Marino (II).Una Consulta delle associazioni entro sei mesi «per creare una rete sul territorio ed avviare progetti concreti» è il progetto di Fabio Greco (III). Mentre per Maria Caniglia (IV) «la prima azione da mettere in campo sarà rivolta a redigere una mappa dei servizi a favore dell’infanzia e delle famiglie presenti nei diversi quartieri al fine di comprendere l’attuale offerta». Un traguardo da raggiungere per Vomero-Arenella sarà «l’apertura di nuovi nidi, ludoteche e servizi integrativi per l’infanzia», assicura Clementina Cozzolino. «Attuare un metodo lavorativo, innovativo e utile, per superare le criticità di sistema e fare in modo che tutti gli attori siano coinvolti» è quanto pensa Sandro Fucito (VI). «Il primo provvedimento a cui lavorerò sarà l’approvazione di un regolamento del verde municipale», fa sapere Nicola Nardella (VIII). Per Andrea Saggiomo (IX) «le attività legate all’infanzia sono molto importanti per sostenere progetti concreti e contrastare fenomeni come dispersione scolastica e devianza». Infine tra le priorità per Carmine Sangiovanni (X) ci sarà la «giusta manutenzione di aiuole, potatura alberi di alto fusto».

Per ora Napoli e’ attanagliata dall’indebitamento cittadino non piu: garantito dallo stato come in passato, per cui annaspa tra limiti di spesa relativi la mera manutenzione stradale o il nitore dei bagni pubblici-quello interno il parco di Antignano nella rutilante municipalita’ del Vomero e’ uno scempio-, tuttavia assicurava il sindaco uscente Napoli ricava dal fisco maggiormente del fabbisogno cittadino. La colpa dei limiti di spesa che affossano l’area metropolitana di Napoli inficiando i diritti dei minori a campi sportivi, luoghi di aggregazione, servizi scolastici, inerirebbero prestiti contratti con enti finanziari per lo piu’ oriundi da ritrattare.

Grave in questa fase, a Napoli, l’orario scolastico ridotto per la scuola elementare Agazzi di matrice comunali, con disagi per i genitori professionisti che devono prendere i figli prima delle 13:00.

I parcheggi pubblici o quelli privati convenzionali, risultano un altro fulcro per la ripresa di Napoli, ancora briosa realta’ fondata sulla maggiore densita’ demografica d’Europa: sono arrivati, alcuni proprietari di parcheggi al Vomero, a richiedere 6 € l’ora per un’auto spaziosa; binariamente a vigili ed ausiliari del traffico che multano continuativamente e di molto, automobilisti muniti di contrassegni handicap che non impediscono la carreggiata.

Oltre ai diritti dei bambini un piano infrastrutturale di garage pubblici statali e comunali iper economivi su Napoli, sarebbe una manna dal cielo, bastione contro gli onnipresenti parcheggiatori abusuvi, i parcheggi selvaggi, il traffico, nonche’ vitale per i commerci stradali, il lavoro e le casse comunali. Oltre che per non svuotare le tasche della cittadinanza ed affastellare scrivanie di caserme, questure e magistrature, con multe e contestazioni.




Rabbia social sui Savoia

Vittorio Emanuele III, cita il Movimento Equita’ territoriale, risulta il più squallido , mediocre , vigliacco e meschino dei Savoia regnanti. Rifiutò le offerte territoriali che l’impero Austriaco aveva offerto all’Italia in cambio della netraulità, trascinò il paese nella prima guerra mondiale facendo morire 650.000 italiani (in gran parte del Sud e del Veneto tutti contadini in quanto gli operai del Piemonte e di quella parte del nord allora industriale erano necessari nelle fabbriche per sostenere economia e sforzo bellico). Non seppe nominare ufficiali di stato maggiore adeguati, solo dopo la disfatta di Caporetto nominò (perché ormai costretto dalle circostanze) Armando Diaz, napoletano ,che risollevò le sorti della guerra sia per le sue doti strategiche sia perché comprese e attuò nuove strategie di gestione degli uomini non più considerati semplice carne da mitragliatrice.Il nostro “sciaboletta” che tuono’ contro ogni vigliaccheria dando la spinta propulsiva alla decimazione dei reparti in ritirata da Caporetto, con fucilazioni dopo sommari processi volanti ,nel 1943 scappò vilmente assieme a tutta la famiglia reale e a Badoglio (corresponsabile nella catena di comando della disfatta di Caporetto) a Brindisi. Quando gli ufficiali americani inviati a riceverlo chiesero cosa potessero fare per lui il Re d’Italia ,nel momento più tragico per il paese lasciato nel caos con la sua fuga, chiese se potessero procurare delle uova per la regina che non era riuscita a trovarle. Di questo aveva bisogno il Re d’Italia col suo paese in rovina con due eserciti nemici, (quello della Germania nazista e quello degli Alleati) in armi nel suo paese. Questi sono i Savoia.La cosa sconcertante e che in Italia vi sono ancora piazze e strade dedicate ai sabaudi e addirittura dedicate a Vittorio Emanuele III. Anche a Napoli nei pressi del glorioso teatro di San Carlo abbiamo via Vittorio Emanuele III. Quando ne cambieremo i nomi?
Esiste la statua di Umberto I grondante del sangue degli Italiani fatti da lui uccidere: la statua si trova a Napoli, il sangue è vernice messa da anonimi.

Alla luce dei fatti che hanno svelato, con recenti prove video, documenti archivistici ed interviste quanto le guerre principali siano state finanziate da oligarchie plutocratiche con l’obiettivo parallelo di elidere le monarchie, rinominare le piazze meridionali secondo la storia effettiva di chi ne contribui’ all’ opulenza appare un atto dovuto.

Se e’ palese lo svarione da sanzionare legalmente di decapitare le statue e le opere d’arte antiche, altrettanto iconoclasta e’ non enfatizzare gesta e benefici sottoforma di nuove opere scultoree e pittoriche, di eroi antichi e passati che hanno suffragato i territori meridionali e centrali dell’Italia




Lega espelle Catania per Torino

Intel valuta Catania per la sede di un nuovo stabilimento… Ma il legista Giorgetti dice no a Catania… e “propone” (leggasi impone) Torino perché ritiene “che qui ci siano talenti, capacità, intelligenze, innovazione assolutamente adatte per un investimento di quel tipo”.

Non importa se a Catania (chiamata Etna Valley) c’è uno degli stabilimenti più importanti di ST-Microelectronics, stabilimenti di 3Sun, importanti centri di ricerca, con delle manodopera più qualificata al mondo.

Non importa se il PNRR dovrebbe servire per investimenti al Sud.

Secondo il leghista i talenti sono tutti residenti a Torino.

Cari amici catanesi, mettetevi l’anima in pace: i torinesi sono migliori di voi, a prescindere, secondo personaggi di spicco della politica italiana. Georgetti, cardine politico nazionale ed internazionale per la Lega, influenza in modo esplicito, con tale atto governativo, la scelte e gli investimenti industriali in chiave antimeridionale. Tale iniziativa infiamma le anime racchiuse attorno i Movimenti legati a Pino Aprile, con il reclamo delle dimissioni di Georgetti reo di un connubio tra alto tradimento e tradimento unitario cui il ministro in sede di giuramento ha assicurato di non fare.

Il copione tuttavia, della Lega che caldeggia vittoriosamente per trasferire da sud al nord sedi decisionali e punti produttivi di aziende cruciali, si estende dalla gloriosa napoletana Alenia trasferita a Biella o vicinanze ad altre affini come Pioner. Senza parlare del record della tarantina Ilva come azienda siderurgica principale d’Europa e, in termini di perizia della manodopera, migliore del mondo.

Dunque si sta recalcitrando, al sud per una confederazione delle regioni meridionali con tanto di stallo in parlamento teleologico alla protezione degli interessi della cittadinanza al sud di Roma.




Ztl: stato vs disabili

Si registra a Napoli ed Ischia, nella prima da poco tempo e nella seconda da alcuni anni, un incremento di verbali salati ai danni dei cittadini con disabilita’: ieri stava per essere multato in zona esclusiva del Vomero, un giovane che aveva parcheggiato l’auto in ztl ad onta della sua disabilita’ totale, del permesso di parcheggio, della registrazione della targa per il transito nelle zone a traffico limitato. Ad Ischia invece i disabili vengono multati ovunque, su striscie gialle e bianche, purche’ non paghino circa trenta euro mensili di parcheggio cittadino che elude ogni tipo di permesso di sosta.

Il fatto che contraddistingue in modo negativo Napoli relativamente il trattamento ai disabili, risulta il diniego nella sosta in ztl che ne vanifica il permesso di transito. Inoltre il mancato rispetto costante delle regole di sosta, a seconda dello zelo dei vigili e comandanti i quali scaricano sui disabili l’onere del debito comunale che reclama il possesso di sempre nuove risorse a fronte di servizi progressivamente scadenti e tasse crescenti. A cio’ va aggiunto l’obbligo neoimmesso per i disabili, di pagare la sosta in variegate aree delimitate da strisce blu nonche’ il rinnovo dei contrassegni ogni lustro a prescindere dal recupero o dalla condizione del disabile. Se poi inoltre si allude alla mancata integrazione dei dati sui disabili in ogni comune italiano, si deduce il nocumento per ogni persona con deficit qualora si trovasse per cure o svago fuori citta’ e penetrasse aree impedite al transito collettivo.

Risale alla scorsa settimana la denuncia ad Adfnews.it di un cittadino disabile italiano ma non di Roma che era obbligato ad entrare in ztl della Capitale per un servizio inderogabile: egli ha tentato per tutto l’arco della giornata e del giorno successivo, di registrare la propria targa al fine di ottenere il permesso di transito nel centro di Roma; tuttavia si e’ scontrato contro un guasto prolungato dei terminali Atac, che in tal guisa si accomunano a quelli dei servizi di mobilita’ di Napoli. Alla fine la persona disabile in questione non ha ancora ottenuto la registrazione della propria targa per quel di Roma, ed a prescindere da tutto fra cinque anni dovra’ avviare nuovamente la procedura di registrazione della sua targa automobilistica per Roma e per la citta’ in cui abita.




I terroni contrattaccano

COMUNICATO DEL MOVIMENTO 24 AGOSTO EQUITÀ TERRITORIALE

Non abbiamo voluto commentare punto per punto il documento contro il Movimento ed il suo Presidente. Lo riteniamo, per i contenuti e per le circostanze nelle quali è stato pubblicato – ovvero nel pieno delle attività di sottoscrizione e consegna delle prime liste del M24A-ET per una competizione elettorale – l’ultimo – in ordine di tempo – apogeo di un’azione politicamente discutibile se non eversiva e infame che prosegue ormai, più o meno velatamente, da qualche mese.

Il pretesto utilizzato per giustificare tale azione è quello di “informare gli iscritti sulla vita del movimento”. Giudichino dunque gli scritti se accusare chi ha fondato il Movimento di aver accettato la direzione di una televisione – ovvero di esercitare la propria professione di giornalista e direttore – senza chiedere il permesso ai “firmatari” dell’ultima nota non sia eversivo!

A loro avviso chi non vive di politica, eppure ha fondato un Movimento politico, avrebbe dovuto preventivamente chiedere il permesso ad alcuni iscritti al Movimento (che peraltro da soci (af)fondatori ritengono di aver più diritti di altri) per svolgere il PROPRIO LAVORO che addirittura è legato ad una delle libertà costituzionalmente tutelate (art. 21 Cost.).
Lavoro che oltretutto può tornare estremamente utile al Movimento stesso, al fine di poter avere maggiore attenzione mediatica attraverso un’emittente più attenta alle rinnovate e sempre più attuali problematiche proprie della questione meridionale che si stanno fortemente acuendo con le scelte degli ultimi governi nazionali.

Non solo. Si denota anche come infame, in quanto il Presidente è stato accusato di essere assente in un determinato organismo nel quale, con un blitz dei firmatari e senza che ve ne fosse traccia all’ordine del giorno, gli stessi soci (af)fondatori hanno FORZATAMENTE approvato la norma per la quale loro stessi resterebbero “dirigenti a vita” , senza cioè dover essere eletti.

E tacciono sul fatto che l’assenza del Presidente fosse dovuta a un grave quanto improvviso malore, che ha comportato un ricovero d’urgenza, così come non una parola sul fatto che fosse appena uscito dalla terapia intensiva.

Quanto finora posto in essere da chi solo oggi si è firmato, sia nei momenti di difficoltà personale legati alla salute che nelle scelte di natura personale, le quali potrebbero avere anche un risvolto positivo NON PREVENTIVATO ma assolutamente proficuo per il Movimento, si posiziona, in primis, al di fuori del rispetto dovuto alla persona e, immediatamente dopo, in un contesto di palese violazione di alcune norme statutarie che EVIDENZIANO la seguente condizione: ci troviamo in presenza di chi aveva ed ha l’intenzione, attraverso queste azioni meschine, di NON FAR PROSEGUIRE l’esperienza finora più che positiva, dal punto di vista politico e culturale, posta in essere dal Movimento per l’Equità Territoriale con la guida del suo Presidente Pino Aprile.

É la prima volta infatti che il lavoro documentale e di proposte fatte dal Movimento per l’Equità Territoriale giunge sia nel Parlamento Italiano che in quello Europeo. Azioni politiche e documentali per le quali NON VI É STATO ALCUN APPORTO – se non in una e in minima parte – dei “firmatari”. E, com’è noto, una rondine non fa primavera.

Da parte nostra, possiamo solo affermare con forza di voler proseguire il percorso iniziato insieme a tutti gli iscritti, gli attivisti e i componenti gli Organi del M24A-ET, innanzitutto partendo dall’attivo e proattivo supporto ai candidati delle nostre PRIME LISTE A NAPOLI, BOLOGNA e ROSOLINI in Sicilia.

Forza Presidente, andiamo avanti come hai sempre indicato, da giornalista e scrittore: “Fa’ quel che devi, accada quel che può”. Non saranno questi “tradimenti” a condizionarci! Per bocca di Pino Aprile, storico ed antitetico famigerato giornalista meridionalista, il partito da egli cofondato e’ in fase di infiltrazione massonica tesa a disgregarlo dall’interno, a detrimento degli interessi meridionale da difendere, e con l’inasprirsi di esiziali personalismi. Stesso copione in fase di edificazione in quel di Napoli, in cui il candidato sindaco Maresca, magistrato autore di innumerevoli arresti camorristici, che impersonando l’ala destrorsa della politica, denuncia boicotaggi incrociati per impedirgli la registrazione della lista. Adfnews.it non parteggia assolutamente, per alcun partito o corrente di pensiero bensi’ cerca di fornire il massimo del pluralismo dell’informazione




Imprenditori del sud in difesa comune

NASCE LA RETE DEGLI IMPRENDITORI MERIDIONALI, CONTRO LO SCIPPO AL SUD DEI SOLDI DEL RECOVERY FUND

di Pino Aprile*
E ora gli imprenditori del Sud hanno deciso di avere voce in capitolo sulle scelte del Paese che li riguardano e in quelle del governo sull’impiego delle risorse del Recovery Fund. Soldi assegnati da Bruxelles all’Italia in proporzione più che doppia, rispetto a quanto riconosciuto in media a ogni altro Paese europeo, per una sola ragione: ridurre il divario Nord-Sud, realizzando nel Mezzogiorno quanto i governi nazionali hanno sempre negato: ferrovie, autostrade, connessioni… Invece, ancora una volta, i fondi destinati al Sud vengono dirottati al Nord, non per diminuire, ma per aumentare la distanza fra il troppo che si dà ai più ricchi, con i soldi di tutti, e il troppo poco che si lascia alle regioni depredate di infrastrutture e diritti. Se l’Italia è divisa in due la ragione è una sola: scelte politiche a favore di una parte e a danno di un’altra. Il resto sono chiacchiere e pregiudizi.

Contro lo scippo al Sud (complici il ministero del Mezzogiorno e la gran parte dei parlamentari meridionali) delle risorse del Recovery Fund, tramite il Pnrr, Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, si è levata sia la protesta dei presidenti delle Regioni del Sud (per la prima volta uniti in un’azione politica comune in mezzo secolo); sia quella di centinaia di sindaci meridionali di ogni schieramento e sfumatura politica della Rete Recovery Sud, che si sono riuniti a Borgia, in Calabria, hanno manifestato dinanzi al Parlamento, nelle piazze delle città del Mezzogiorno, a cominciare da Napoli, incontrando (inutilmente, per l’inconsistenza dell’interlocutrice) la ministra Mara Carfagna, sino a portare la loro indignazione e le loro ragioni a Bruxelles, dinanzi alla Commissione della presidente Ursula von der Leyen, grazie alla petizione del parlamentare europeo Piernicola Pedicini, del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, quello da cui sono partite le idee e le iniziative contro lo scippo delle risorse e per primo ha dimostrato, conti alla mano, l’entità del furto.

La voce che adesso si aggiunge e finora era incredibilmente mancata (tranne solitarie proteste di un paio di presidenti di sezioni locali di Confindustria, specie in Puglia), è quella degli imprenditori. Che forse avrebbe dovuto essere la prima. Perché? Secondo i criteri di ripartizione dei fondi del RF adottati dall’Unione Europea (in rapporto alla popolazione, al numero dei disoccupati e all’inverso del reddito medio), al Mezzogiorno dovrebbe andare il 70 per cento dei soldi del Recovery Fund, più di 140 miliardi, su circa 200; il governo, con trucchi da spacciatori di pentole fallate alla sagra della porchetta (inclusione di fondi già stanziati per il Sud, e che niente hanno a che fare con il RF, “anticipo” di altri fondi “estranei” e già assegnati, che si sa sin da ora non saranno restituiti, e altre trovate truffaldine dello stesso, infimo livello), dice di aver destinato al Mezzogiorno il 40 per cento dei soldi (quindi il 30 per cento in meno); ed è pure un 40 finto, spudoratamente taroccato.

Il professor Gianfranco Viesti è andato a spulciare le cifre segnate nel Pnrr del governo Draghi e ha scoperto che di miliardi veri, per il Sud, non ce ne sono 145 (quanti dovrebbero essercene; e questo si sapeva, purtroppo), ma nemmeno gli 82 di cui mena bando il governo, ovvero il 40 per cento con il trucco (e una batteria di pentole lesionate in omaggio), ma soltanto 22; ovvero appena il 10 per cento. È la più grande rapina ai danni del Sud, nella storia dell’Italia unita (si fa per dire…).

Sorprende che gli ultimi a insorgere contro l’indegno saccheggio (invece di 70 per cento al Sud e 30 al Centro-Nord, 10 al Sud e 90 al Centro-Nord) siano proprio i più direttamente danneggiati, gli imprenditori meridionali che vedranno quelle risorse rimbalzare sul diritto del Sud e le loro aziende, per andare ad arricchire ancor di più chi trasforma la pretesa in diritto. Le opere che l’Unione europea chiede per il Sud potrebbero veder in prima fila le imprese meridionali, visto che, oltretutto, la spesa dovrebbe passare, in buona parte, per gli enti locali, specie i Comuni.

Invece, così, gli imprenditori del Sud sono esclusi; sorte che rischia di toccare pure ai Comuni, per le scelte del governo mirate a favorire le regioni più ricche e la ormai sfiatata ma prepotente “locomotiva” che, come disse l’allora ministro al Mezzogiorno, Peppe Provenzano, dal resto del Paese «prende e non restituisce»…
*Presidente Movimento 24 Agosto Equità Territoriale

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Attacco a Pino Aprile

UN ATTACCO AL MOVIMENTO. DALL’INTERNO
(nel frattempo ci confermano che il documento che sta girando su chat e pagine ha come obiettivo l’uscita dal movimento dei firmatari).
di Pino Aprile*
Un testo pieno di falsità, verità deformate e mirante a spaccare il Movimento vien fatto circolare fra iscritti e simpatizzanti, a cura delle stesse persone fra cui ci sono, probabilmente, gli autori del manifesto contro di me che fu diffuso clandestinamente mesi fa; ma del quale, quando venne scoperto, nessuno ebbe il coraggio di assumersi la paternità.
La volgarità dell’azione e dei contenuti è tale che posso solo prendere nota dei firmatari ed escluderli da ogni tipo di rapporto personale, dolendomi di aver purtroppo avuto a che fare con loro.
Quanto alla reazione non personale: deciderò cosa fare solo dopo aver valutato la reazione del Movimento. Di certo, non posso condividere nulla con chi non si senta offeso da questi metodi e non ne veda la volontà distruttiva ai danni del Movimento. Da mesi gran parte di queste persone (che, come tutti noi, nessuno ha votato, ma che avevano approvato una norma secondo cui potevano restare dirigenti senza essere eletti), attaccano pubblicamente tutte le scelte del Movimento, sino a schierarsi con i suoi avversari politici.
Il loro disegno, per me, è chiaro. Da parte di chi non è stato in grado di produrre una sola azione politica degna di questo nome, ma solo guerre intestine, è stata osteggiata e sabotata l’azione del Movimento in Calabria (parteggiando per gli avversari); e questa nuova mossa arriva alle spalle di chi è impegnato in una campagna elettorale a Napoli e a Bologna. La mia lettura politica della faccenda è ormai confermata dai fatti: il Movimento dà fastidio, e qualcuno deve fare in modo di fermarlo (e spero che ora apra gli occhi chi è coinvolto in modo non pienamente consapevole in questa opera). Mi sembra ormai fuor di dubbio: chi non fa, cerca di impedire che altri facciano; e se qualcuno comunque fa, si distrugga.
La risposta politica però, non può essere la mia, deve darla il Movimento.
Ognuno faccia le sue scelte. Da quelle, farò derivare la mia. E la comunicherò al Direttivo convocato per il 12 a Napoli e che, com’è evidente, si vuole sabotare.
*Presidente M24A-ET




Tangenti e condanna Fiat: gli Usa si riprendono Chrysler?

FCA PAGÒ TANGENTI AI SINDACATI PER CORROMPERLO: MULTA DA 30 MILIONI DI DOLLARI NEGLI USA

Fiat Chrylser Automobilis (Fca) è stata sanzionata con una multa da 30 milioni di dollari, negli Stati Uniti, per aver corrotto alcuni sindacalisti con tangenti pagate tra il 2009 e il 2016. L’azienda automobilistica italo-americana ha ammesso la propria colpevolezza e ha patteggiato.

Per i prossimi tre anni l’azienda sarà sottoposta alla vigilanza di un garante indipendente sul rispetto delle leggi sul lavoro. Il garante dovrà anche verificare lo scioglimento del National Training Center (Ntc) di Detroit, un centro di formazione attraverso il quale erano stati veicolati benefit personali ad alcuni sindacalisti.

Tra le altre cose, sono stati pagati un mutuo da 262mila dollari all’ex vicepresidente generale Uaw, una festa da 25mila dollari a un altro leader sindacale e viaggi in California per 30mila dollari ad alcuni funzionari. Tutto questo per assicurare vantaggi a Fca nelle trattative con la sigla.

All’epoca dei fatti l’amministratore delegato di Fca era Sergio Marchionne: nel luglio 2016 il manager italoa-canadese – successivamente morto – era stato interrogato e aveva negato qualsiasi coinvolgimento, affermando che l’azienda era stata “vittima della condotta illegale da parte di alcuni individui canaglia”.

Ma per il giudice Paul Borman, che ha emanato la sentenza “La natura e le circostanze di questo reato sono molto gravi”. Erin Shaw, dell’Ufficio del procuratore, ha definito la condotta di Fca come una delle più grandi, se non la più grande, violazione del Labor Management Relations Act. “Questo non è stato l’atto di un dipendente canaglia o di basso livello ed è abbondantemente acclarato che c’era un problema con la cultura di questa azienda”.

Purtroppo il Sud Italia attraversa problemi analoghi da molti decenni, ovvero la svendita del proprio patrimonio artistico, ambientale ed industriali a gruppi di potere suffragati dalla politica e dalla corruzione personale. Senza pensare alla dipartita politicamente ed economicamente attuata Alfa Romeo, piu’ antico di Ferrari e icona di automobilismo italiano piu’ appetibile all’estero’ come affermava Frederick Pirche, proprietario Audi e Porche che vorrebbe inglobarla. L’America finanziaria in fondo non ha mai consentito la venduta dei suoi marchi su bandiera Fiat, bensi’ solo una sorta di prestiti in fase di riscatto al “prestatore” che intanto ha inglobato anche gli altri marchi Fiat italiani in una sorta di dominio industrial finanziario.

Il dottor Nicola Forte, appartenente ad una storica famiglia dell’alta borghesia napoletana attiva nell’industria, imputa a Bassolino e la sinistra progressista culminata con De Magistris, l’elisione di opportunita’ imprenditoriali a detrimento specialmente dei giovani del sud: il titolare di Jamme pubblicita’ e fondatore del movimento neoborbonico allude al diniego politico dell’epoca risalente l’installazione di Disney Land, di rendere il litorale domizio sede, al posto di Parigi, del parco giochi piu’ accattivante del mondo. Cio’ a causa di pressioni politiche operate dal clan camorristico dei Casalesi che non voleva rimanere sotto i riflettori. Cosi’, a contratti quasi stipulati e piano industriale concordato, l’officina “Disney Land” su ristornata a Parigi, con le sue tare climatiche ma un’indotto virtuoso mirabile.

Nicola Forte allude anche, deittico di deflagrazione meridionale ad opera sinistrorsa, l’affidamento del complesso artistico di Pompei, con tanto di biglietti e nessun bando di gara, ad una cooperativa veneta, senza possibilita’ per i giovani ed i meridionali, di annettere ricchezza dal loro territorio, a proposito di autonomia territoriale. Nicola Forte cita anche la sostituzione delle lanterne storiche, di matrice borbonica e similari a quelle di Parigi, presso la Villa Comunale, in favore di lampioni a mo’ di supposte realizzati con materiale dannoso, a sgretolare la memoria napoletana.

Se la Reggia Outlet fiorente di Marcianise, figura di proprieta’ di gruppi settentrionali alla stregua del Negombo, elitaria struttura balneare ischitana, il dottor Forte non reclama nulla in quanto sono vettori economici privati, tuttavia per Pompei, Ercolano e similari, siti pubblici, oppure il Mausoleo di Posillipo ed il parco Virgiliano, oggi versanti in un degrado scoptico per ka cittadinanza, Nicola Forte reclama la presa di possesso dei napoletani, per cui si candida alla prima Municipalita’ con Maresca, capolista del “salotto buono” cittadino, il quale ha sposato il progetto del proprietario di Napoli Jamme, senza alcun vincolo con il partito di Salvini, da sempre direttamente ed indirettamente avverso alla crescita economica del sud.

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