Non in mio nome: ancora raccolta firme contro riforma Calderoli

Perché firmare contro la decisione di sei presidenti di Regioni meridionali di votare a favore del criticatissimo disegno di legge Calderoli per l’Autonomia differenziata (colpo di grazia al Sud)? Ecco alcune delle motivazioni espresse da una piccola parte dei firmatari famosi sottomenzionati. Ma va detto che la raccolta delle firme contro l’Autonomia differenziata continua a galoppare: in 24 ore ne sono arrivate più di mille e, nonostante la Pasqua, le ore in famiglia e con gli amici, la partecipazione alle tradizioni ed ai riti, l’afflusso prosegue con la stessa velocità anche oggi, per cui non è difficile prevedere a breve il raddoppio. Come ormai è noto, i presidenti della Sicilia, Renato Schifani; della Calabria, Roberto Occhiuto; della Basilicata, Vito Bardi; del Molise, Donato Toma; dell’Abruzzo, Marco Marsilio; della Sardegna, Christian Solinas, hanno approvato nella conferenza Stato-Regioni il progetto leghista di Calderoli per accusato di fare a pezzi il Paese e sottrarre alle Regioni più povere anche gli ultimi spiccioli, con “La secessione dei ricchi” , etichettata con tale denominazione da Pino Aprile, ex direttore di Gente ed autore di Terroni (in pratica, vogliono la secessione, ma portandosi via la cassa e lasciando agli altri il debito). Il fatto che siano tutti di centrodestra, ovvero della maggioranza di governo, purtroppo conferma solo che, ideologia a parte, i rappresentanti del Sud sono sempre pronti a schierarsi con chi comanda e da cui dipendono le loro carriere, a meno che non abbiano proprio capito (e sarebbe forse, persino peggio, da un certo punto di vista) che cos’è davvero l’Autonomia differenziata, infierisce il presidente del Partito Equita’ Territoriale.
È importantissimo continuare a firmare, a condividere ognuno con i propri contatti la petizione, invitare amici, parenti, colleghi a fare altrettanto. Il Sud e l’Italia perbene sono esortati dai meridionalisti ad isolare questa gente, e far capire che, affermano unanimemente i promotori della raccolta firme, se svendono i diritti di venti milioni di discriminati da 162, lo fanno
“NON IN MIO NOME”.

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Ed è quanto, ognuno a suo modo, sostengono i firmatari:Francesco Boa
Non mi sento rappresentato da questi ascari. Giuseppe Palemburgi
Perché è un evidente ulteriore furto alle regioni meridionali. Orazio Mistretta
Non sopporto più questa classe dirigente incapace e cattiva. Loriana Pitzalis
L’ Italia ha bisogno di correre alla stessa velocità, non di averne una a scartamento ridotto. Rina Salis
Questa è una legge di discriminazione e divisione fra nord e sud Italia. Chiediamo un referendum. LUIGI LOMBARDO
Tutto ciò è vergognoso.

Enzo Zingarelli·
Calderoli non è la persona adatta a fare riforme eque per tutti gli italiani ma solo per una parte a discapito degli altri quindi io firmo la petizione.

Carla Bertolotti
Io ligure, mi sento italiana alla pari con una sarda, o una siciliana, o calabrese o pugliese che sia.

Margherita Milone
L Italia deve essere unita e non avere 21 sanità e distruzioni diverse.

Lidia Gori
Perché ritengo l’iniziativa di Calderoli contraria ad un autentico spirito di solidarietà nazionale.

Filippo Luvrano
Questa legge è ingiusta e scellerata.

PASQUALE PORCILE
Contro i ladri di futuro delle nostre terre. Se il mito dell’ Unita’ d’Italia e’ fallito, rivogliamo lo Stato Borbonico ed il risarcimento dei danni procurato da una guerra di liberazione da noi subita e non voluta. Vogliamo la restituzione delle espoliazioni perpetrate ai danni delle popolazioni del Sud. Vogliamo l’istituzione di un giorno della memoria per gli eccidi di Pontelandolfo, Casalduni, Montefalcione e tanti altri, perpetrati ai danni di popolazioni indifese e bruciate vive nelle loro case. Vogliamo la riabilitazione dei patrioti del Sud che difendevano la loro terra e la loro identità e fatti passare dagli usurpatori, per briganti. Pagliaroli Maria Agostina
condivido pienamente quanto affermato nel testo della petizione.

Giuseppe Gentile
Trovo ingiusto fare leggi che allargano il divario tra cittadini di diverse regioni.

Giuseppe Renna
Se dovesse passare questa porcheria il sud non potrà mai più riprendersi.

Giuseppe Pippo
E’ giusta.

Michele Di Piazza
Sono contro l’autonomia differenziata Regionale perché divide il paese!

Nunzio Maurizio Bevacqua
Odio i soprusi.

ANTONINO MAURIZIO BORRELLO
Sono contrario all’autonomia differenziata.

Addolorata Costantini
Non ritengo giusta non la legge Calderoli ,ma l’autonomia differenziata in quando tale.

Sabina Berretta
Questo decreto scellerato sull’autonomia differenziata non farà altro che aumentare le disuguaglianze, già abissali, tra nord e sud.

Roberto Calabrese
È un dovere non solo da cittadino del sud ma da cittadino Italiano.

Umberto Berardo
L’autonomia differenziata è un pericolo per l’unità del Paese e per le pari opportunità dei cittadini, di accesso ai servizi.

Angelo Cosentino
Il Sud deve finalmente smetterla di farsi calpestare impunemente.

Pietro Romano
Voglio un’Italia giusta.

Giuseppe Curcio
SONO SICILIANO!

Emilio Napoli
Perché direi che possono bastare i furti versi il Sud.

Rita Grasso
Non sono d’accordo con chi dovrebbe rappresentarmi.

Vincenzo di Somma
Perché Calderoli è inaffidabile.

Secondo i seguaci di Pino Aprile organizzati in partito politico e molto attivi sui social con le pagine di Equita’ territoriale e Terroni-260000 iscritti: l’autonomia differenziata aumenterà divario e sprechi e burocrazia. Bisogna tornare allo stato unitario con unicità e chiarezza normativa. Le regioni sono mera duplicazione di centri di interesse. Dovrebbero essere abolite lasciando come livelli autonomistici solo Comuni e Province.

Pio Grieco
In un ambito di competizione globale, vinciamo solo se giochiamo insieme, ma se dovessero prevalere i piccoli interessi di cortile perderemo tutti.

Luigi Maresca
Intravedo nell’attuazione della autonomia differenziata una divisione della nazione in contrasto alla nostra Costituzione.

Bassolino Antonio
Perché amo il sud.

Giuseppe Lento
Perché partiamo svantaggiati, prima allineiamo i servizi come quelli che hanno a nord e dopo ne parliamo.

Pina Di Cienzo
sostengo l’unità nazionale minacciata dall’autonomia differenziata che è in definitiva la secessione dei ricchi.

Rina Salis
Questa è una legge di discriminazione e divisione fra nord e sud Italia. Chiediamo un referendum.

DO
Tutto ciò è vergognoso.

Pasquale De Angelis
Non condivido.

Filippo Luvrano
Questa legge è ingiusta e scellerata.

Agliaroli Maria Agostina
condivido pienamente quanto affermato nel testo della petizione.

Giuseppe Gentile
Trovo ingiusto fare leggi che allargano il divario tra cittadini di diverse regioni.

Paolo De Angelis
Non è corretta una autonomia dei poveri e una dei ricchi.
C’è bisogno di maggiore equità.
Vogliamo i servizi anche al sud.

Pio Abiusi
Abbiamo un incapace alla “guida” della regione Basilicata.

Ferdinando MANCINI
Sono Presidenti che invece di pensare al loro popolo, sono sudditi dei nordisti, dimenticando anche tutti gli epiteti scagliati contro il popolo del centro-sud da Salvini&C. Dovrebbero solo vergognarsi di tradire gli ingenui che li hanno votati.

Emilio Mesoraca
Per la parità di diritti e di opportunità di tutti igli italiani senza discriminazioni di sorta.

GIUSEPPINA AIELLO
È anticostituzionale!

Filippo Franzone
Sono stanco del sistema coloniale applicato all’ex territorio delle Duesicilie.

Marino Miras
sono venduti alla lega.

Maria Ascione
Purtroppo i nemici del SUD sono proprio certi “meridionali”.

Gennaro Tosti
Vigliacchi!

Roberta Santoro
Gente che non cura gli interessi dei propri cittadini non dovrebbe governare!

Antonietta Tedeschi
Sono molisano e ci tengo allo sviluppo della mia bella regione.

Ciro Cozzolino
La Costituzione afferma che siamo tutti uguali.

TONINO INNOCENTI
Contro la divisione degli italiani.

giuseppe bernardi
No justice no peace.

Marco Carmelo Antonio Gattuso
Perché sono stanco di dover lottare per i miei diritti.

Salvatore Cannavacciuolo
Farei addirittura la Secessione dal Nord.

Silvano Giulio Giordano
Perché l’autonomia differenziata è, dopo 162 anni di agonia, la morte del sud.

Roberto D’Errico
Sono contro le ingiustizie.

Paolo Feola
Queste persone non rappresentano il sud.

Pasquale Mauro
Unico movimento in Italia che fa davvero gli interessi del SUD e delle aree depresse.

Dario Spagnuolo
Purtroppo quelli che si dichiarano patrioti sono i primi ad affossare l’Italia repubblicana.

Per firmare occorre andare su
https://www.change.org/p/non-in-mio-nome-dissociamoci-dal-s%C3%AC-di-6-presidenti-di-regioni-del-sud-al-ddl-calderoli.




Cateno de Luca va al Met dei meridionalisti

Di Pino Aprile

Prove tecniche di ripartenza politica nazionale da Sud (ed è una novità), per riequilibrare il Paese o sancirne la divisione; con uso, fuori tempo e fuori confine, di milazzismo (dal nome del politico siciliano, Silvio Milazzo, che tentò un’azione forte e autonomista dell’isola).
Premessa e conclusione: ai non siciliani, i politici dell’isola (e non solo loro) rammentano che la Sicilia è “un’altra cosa” ed i canoni “continentali”, passato lo Stretto, assumono pesi e significati diversi. Ma quasi mai gli interlocutori “italiani” pigliano sul serio la cosa, ne tengono conto (siamo o no, tutti “eccezione”?) e cercano di capirla davvero. Il che poi ha conseguenze, nel senso che è come parlare la stessa lingua, ma con parole uguali che indicano cose differenti o non del tutto sovrapponibili. Questo, però, vale pure all’incontrario, quando i siciliani entrano negli equilibri “oltre lo Stretto”, portandosi appresso come strumento per rapportarsi con gli altri, i loro pesi e le parole non coincidenti. Il che ha conseguenze (di nuovo), perché, in un caso e nell’altro, si parla chiaro, ma non ci si comprende.
Ed ora vediamo di capire quanto e se tale asimmetria abbia condizionato e condizioni l’iniziativa del Movimento “Sud chiama Nord”, di Cateno De Luca, che ha ottenuto un lusinghiero 25 per cento alle elezioni siciliane (8 parlamentari regionali, insieme a quelli di “Sicilia vera”) e conquistato, con gli stessi voti, una senatrice ed un deputato nazionali.
Appuntamento svolto a Roma, il 3 ed il 4 marzo, con i rappresentanti di 35 gruppi politici di tutta Italia. Incontro preceduto da colloqui molto franchi ed anche produttivi: per esempio, in seguito a quelli con il segretario nazionale del Movimento per l’Equità Territoriale (il parlamentare europeo Piernicola Pedicini, e me), nel simbolo di “Sud chiama Nord” la scritta “per le autonomie” (sicura fonte di brutti equivoci, considerata la campagna leghista per l’Autonomia differenziata da rapina padana), era stata sostituita con la più inclusiva “per l’Equità territoriale”. Il che dimostra la duttilità e la disposizione all’ascolto di Cateno De Luca. Gli avevamo fatto notare l’impossibilità di allargare sino ad esponenti leghisti; la difficoltà di coesistere con il Movimento di Letizia Moratti, nota per le sue tesi lombardo-centriche che manco la Lega (vedi quanto fece contro la scuola del Sud, da ministra all’Istruzione o la pretesa, durante la pandemia di covid, di privilegiare, a spese di tutti, si capisce, l’assistenza ai lombardi e solo dopo, a scalare secondo il reddito, ai terroni morti di fame); ma, soprattutto, il rischio che, includendo tutto ed il contrario di tutto (da Sgarbi a Mastella, Moratti, eccetera), si perdesse il valore meridionalista e di novità della coalizione. Riconosciuta a De Luca ed alla sua squadra l’eccellente capacità organizzativa, non c’è dubbio che il successo dell’ex sindaco di Messina sia in gran parte dovuto al fatto di essere fuori dal circo dei partiti intercambiabili che hanno (s)governato la Sicilia. Certo, De Luca costruisce anche con pezzi del vecchio, ma l’idea di novità resta, finché il vecchio non diviene preponderante e il nuovo non si riduce a taxi per riciclare gli scarti dell’usato.

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Cateno De Luca è bravissimo a tenere insieme i diversi, ma applicare il metodo fuori dalla Sicilia non dà gli stessi risultati, anzi, potrebbe rivelarsi controproducente. E lo si è visto a Roma dove, fra i convenuti, c’era di tutto: da esponenti di gruppi meridionalisti più radicali, all’ex presidente della Lega Nord ed ora di Grande Nord, Angelo Alessandri, che ha raccontato, con la nostalgia dei reduci, di quando con Bossi andavano a scrivere nottetempo sui muri. Già, e sappiamo pure cosa! E mentre altri, in commissione per il manifesto politico, inveivano, schifati, contro i meridionalisti piagnoni (uno per tutti: il populista Pino Aprile; detto più volte, perché “arrivasse”), Adriana Poli Bortone, ex ministra e ottima sindaca, una carriera tutta a destra, era costretta a far notare che nella bozza di documento “comune” si chiedeva piena attuazione del Titolo V della Costituzione (quello stuprato dal governo Pd nel 2001 e grazie al quale, la Lega ed il Pun, il partito unico del Nord, rivendicano l’Autonomia differenziata): roba che Roberto Calderoli firmerebbe subito! Certo, le cose poi vanno discusse, possono esser cambiate, aggiustate, ma ad alcuni il punto di partenza è parso così lontano da un compromesso accettabile, che si son detti subito indisponibili a proseguire. C’è chi lo ha fatto con eleganza e chi no… Gli esponenti del Movimento per l’Equità territoriale hanno correttamente riferito al direttivo, che ha deciso di non continuare nella ricerca di un percorso comune. Resta la stima per De Luca, ma l’incompatibilità è politica, grave, con parte della compagnia; il progetto è magari tecnicamente ben fatto, ma la visione scarsa o confusa (almeno a parere del nostro direttivo), concentrata sul mezzo e poco chiara sul fine (ci si sbaglia? Può essere, ma così la si pensa). Metter insieme i diversi, addirittura opposti, ha illustri precedenti in Sicilia: il deputato regionale Silvio Milazzo, Dc, a fine anni Cinquanta, divenne presidente contro il candidato del suo partito, con i voti del Pci e del Msi (d’accordo i capi nazionali Togliatti ed Almirante). Fu “Rivolta siciliana”, si disse, “nel superiore interesse” dell’isola. Anni dopo, in seguito ad uno scandalo, la Dc riuscì a riprendere le redini della Regione ed a ripristinare la guida “nazionale” delle faccende locali (tre giorni fa, la Cassazione ha confermato la non colpevolezza dell’ex presidente Raffaele Lombardo, autonomista che, una decina anni fa, dovette dimettersi, accusato di concorso esterno con la mafia. Assolto quindi, ma stagione politica chiusa ed irrecuperabile).
Cateno De Luca sembra far qualcosa di simile al milazzismo; ed in Sicilia, è dimostrato che può riuscire, perché la territorialità (intesa quale identità geografica, culturale, linguistica, storica) prevale sugli schieramenti ideologici, politici. Insomma: si è prima tutti siciliani, e solo poi di destra, di sinistra, eccetera. E conta stare “da siciliani” dove si decide e si comanda: arrivarci, poco importa come, usando i partiti come meri strumenti (altissimo il numero dei “trasferimenti” da uno all’altro). Lo dico diversamente: nella comune identità territoriale, quasi tutto il resto è barattabile (estremizzo i concetti, per renderli più chiari).
Esportare questo oltre lo Stretto, però, non pare avere le stesse possibilità di funzionare. E alcuni mal di pancia visti a Roma e subito dopo lo dimostrerebbero. Perché? “Nel continente”, il collante territoriale non gioca a favore dello stare insieme “nonostante tutto”, ma contro. La Sicilia unisce i siciliani contro il continente, perché è patria per tutti loro; l’Italia è patria debolissima, per alcuni non è patria e talvolta è nemica: per i veneti, la patria è il Veneto; per tanti a Sud, la Padania è patria dei nemici e dei razzisti della Lega Nord; per molti nelle regioni settentrionali, il Sud non è patria e manco Roma lo è (Roberto Calderoli spiega la sua formazione politica e identitaria con le parole di suo padre: «Bergamo nazione. Tutto il resto è meridione», pure Milano). E questo vale non solo per l’identità geografica, ma culturale, storica, linguistica, persino gastronomica, in un “noi” e “loro” continuo.

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Significa che il mosaico da comporre da questa parte dello Stretto ha tessere più complesse e non combacianti; che metter insieme meridionalisti convinti e leghisti che sul razzismo anti-terrone hanno campato e campano non è una somma, ma una sottrazione; significa che le inclinazioni politiche (di destra, di sinistra) contano più della territorialità spesso inesistente e talvolta ostile (solo un forte meridionalismo di radice culturale e storica, per esempio, fa convivere il Movimento guidato dall’ex missina Poli Bortone, con altri di matrice sinistrorsa).
Il milazzismo è figlio della sicilianità; passato lo Stretto, può divenire un handicap. Cateno De Luca è bravissimo, la sua squadra efficiente; ma se in Sicilia gli opposti convivono nell’abbraccio della comune insularità (vista solo come propria: non si condivide quasi nulla con la Sardegna, per dire, e viceversa), “in continente” le identità non si sommano, ma si elidono contrapposte. Tanto che: o i leghisti, o i meridionalisti, per far l’esempio più facile. Né basta, perché le identità politiche (destra/sinistra) e storico-culturali sono forti e conflittuali e possono coesistere solo in un maggior comune sentire (in Sicilia, l’identità territoriale, oltre lo Stretto il meridionalismo). L’aggregazione indiscriminata di gruppi al solo scopo di fare massa votante, indipendentemente dai colori e dalle storie, quindi, di qua dallo Stretto ha respiro corto. L’isola unisce contro il continente, che si divide sulla storia di ieri e la politica di oggi. Nell’isola, riunire gli opposti è possibile e, per la coesione identitaria, la somma è aritmetica: (2)+(1)=3; da questa parte dello Stretto, la somma degli opposti diventa algebrica: (2)+(-1)=1.
Ma il viaggio intrapreso da Cateno De Luca è interessante, e lui un vulcano. La strada è lunga e la possibilità che i percorsi tornino a incrociarsi, resta alta; ma per ora, se qualcuno ha bisogno di più organizzazione, qualche altro ha bisogno di più ampia visione. È vero che la gente vuole i treni in orario, ma anche una destinazione. Il futuro non può essere solo puntuale.




Napoli pizza e Brasile-interscambio gastronomia-artigianato

La pizza ‘ambasciatrice’ delle eccellenze campane nel mondo. Al via col Brasile il progetto ‘Le meraviglie della Campania’.
ANSA- NAPOLI lancia la Kermesse svoltasi il 24 febbraio:”La pizza come ‘ambasciatrice’ delle eccellenze di Napoli e della Campania nel mondo. Così Antonio
Pace, presidente dell’Avpn (Associazione verace pizza napoletana), ha sottolineato il ruolo del prodotto come volano per altri settori produttivi, intervenendo alla presentazione del progetto “Le meraviglie della Campania nel mondo”, un incontro
socio-culturale ed enogastronomico che ha l’obiettivo di promuovere ed esaltare le eccellenze, organizzato dall’Associazione I’mperfect in collaborazione con l’Avpn. A
condurre la kermesse/conferenza stampa Ennio De Vita, presentatore ufficiale in Campania del concorso nazionale Miss
Italia; il tutto è stato, infatti, un contenitore di moda (con le modelle
che hanno conquistato una fascia nella regione del concorso),
artigianato ed economia, con le diverse aziende che hanno partecipato in qualita’ di sponsor, ed enogastronomia.
Il giornalista Giuseppe De Girolamo ha spiegato che il progetto nasce dalla volontà di cinque amici (lui, la collega
Simona Buonaura, il presentatore De Vita, il fotografo Mario Zifarelli, e Franco Amodeo, fashion event), con l’obiettivo – in un confronto e scambio culturale/sociale e commerciale con altri
Paesi – di favorire la commercializzazione di prodotti di alta qualità tra due Paesi. Ogni anno cosi’, ci sarà un gemellaggio con una nazione in cui l’Avpn ha una scuola di pizzaioli per suggellare ed implementare gli interscambi relativi all’artigianato ed alle eccellenze dei singoli Stati. Si parte quest’anno con il Brasile, è stato spiegato, “terra di colori, cultura e folklore
e dove la verace pizza napoletana trova apprezzamento e crescita
di consumi”. La rappresentante del consolato brasiliano, Luiza Maria de
Castro Prado, e l’assessora speciale del governo brasiliano di Rio de Janeiro, Fernanda Bordone, hanno sottolineato il rapporto stretto che lega il Brasile all’Italia ed in particolare a Napoli; la de Castro Prado ha, inoltre, ricordato che in una zona del Brasile il 19 settembre si festeggia San Gennaro. Il vice presidente vicario della Camera di Commercio, Fabrizio
Luongo, si è soffermato sull’importanza di fare rete da parte delle aziende, in
particolar modo di quelle che rappresentano le eccellenze
locali.
Diversi anche i momenti di spettacolo con l’esibizione della cantante Silvia Falanga, l’intervento dell’attore Vincenzo Soriano ed ancora le sfilate delle modelle Elena Flora Marciano, Yasmine Rodriguez, Erica De Marino, Erica Argenziano e Tabita
Ianuale che hanno indossato gli abiti della collezione di Ornella Castaldi. Ogni modella è stata abbinata ad un pizzaiolo
dell’Avpn in una mini competizione (al primo posto Mena Flora Marciano). E sulla scia della tradizione scaramantica napoletana, l’artista Paola De
Martino ha regalato un corno artigianale a Fernanda Bordone. All’ospitalità hanno collaborato gli alunni dell’Istituto
d’istruzione superiore Adriano Tilgher di Ercolano accompagnati, tra gli altri, dal docente Luigi Dirosa. “Il nostro Istituto da
venti anni porta avanti progetti internazionali – ha affermato
Rossella Di Matteo- dirigente scolastico – e questa ci è sembrata un’interessante opportunità da cogliere”.

Era presente all’evento presso l’affascinante approdo di Capodimonte dell’Associazione “Pizza verace napoletana”, nei paragi del famigerato Cimitero delle Fontanelle, della maestosa chiesa di Santa Maria delle Grazie e della Sanita’ che diede i natali a Toto’, anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli. Quest’ultimo, ex direttore di Repubblica e palladio di garanzie economiche e lavorative per i giovani della categoria, si e’ detto entusiasta di questa iniziativa imprenditorial-commerciale che elude parzialmente l’Italia per annettere Napoli in quanto nazione autonoma, ad un contesto di interscambio didattico, artigianale e gastronomico, con il Brasile, alla stessa stregua di quanto Zaia fece per il Veneto in un progetto analogo. Era presente all’evento Adfnews, testata quotidiana  nazionale, nelle veci del direttore Francesco Paolo Tondo, e di una dovizia di operatori radio-tv-web locali, intenti a realizzare il filmato integrale degli interventi, della gara, delle iniziative e della sfilata; il quale sara’ pubblicato anche sul canale Youtube Adfwebtv afferente il giornale digitale Adfnews.it.

Il gemellaggio di interscambio e cooperazione tra Napoli e lo Stato di Rio de Janeiro, provvedera’ ad attuare una trasferta degli astanti in quel del Brasile tra giugno e novembre, con la presentazione degli sponsor dell’evento napoletano tra gastronomia, artigianato e moda. Alla fine della sfilata, tutte le personalita’ e gli ospiti, oltre agli spettatori, hanno avuto modo di trangugiare le sapide pietanze che spaziavano dalle fritture all’italiana rivisitate, ai latticini dei partner tangendo dolci classici ma peculiari, pizze preparate a iosa ed al momento, dagli apprendisti pizzaioli e dai cuochi; inoltre bevande tipiche della Campania e del Brasile, assieme al cibo brasiliano piu’ adoperato sono state servite per tutti.

E’ stato infine siglato un’accordo valido dall’anno venturo, tra Adfnews.it ed il presidente dell’Associazione pizza napoletana Verace napoletana, per adoperare la sede della scuola partenopea riservata ai pizzaioli del domani, propedeutico alla registrazione di A tutto Tondo, il primo format televisivo realizzato a Napoli ma trasmesso digitalmente a livello nazionale, dall’esemble di gruppi proprietari e seguaci social di Francesco Paolo Tondo, Domenico Panetta ed Adfnews.it, oltre che il mero giornale in questione: A tutto Tondo affronta con sguardo analitico ed estremamente equidistante, tematiche, notizie e dati, relativi il Mezzogiorno, l’Europa e l’Italia, con opinionisti di caratura nazionale ed ingentemente apprezzati su Internet, come Pino Aprile, Francesco Amodeo, Guido Grossi, Alberto Micalizzi, Livio Varriale; il tutto partorito dalla scrittura e con la presentazione di Francesco Paolo Tondo, direttore di Adfnews.it. A tutto Tondo ha visto i natali su Julie Italia dell’editore Lucio Varriale, emittente regionale fino a due anni fa presente al canale 19 del digitale terrestre e distintasi nel panorama locale, per approfondimento giornalistico, promozione di arte e letteratura, nonche’ per una sfaccettatura ormai arcaica, di cio’ che potrebbe indirettamente far pensare al complottismo, pur non incedendo mai su questo terreno. Il giornale Adfnews.it e’ al lavoro per riproporre A tutto Tondo in una guisa di evento teatrale con pubblico ed in seguito consumazione della pizza e dei prodotti degli inserzionisti.

Vocabolario

*Caratura: importanza.

*Astanti: presenti.

*Sapide: saporite.




Cooperazione Napoli-Brasile e sfilata

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO
“LE MERAVIGLIE DELLA CAMPANIA NEL MONDO”

Un evento che promuove gli interscambi commerciali e culturali nel mondo.

Il giorno 24 Febbraio 2023 alle ore 11:00 presso la sede dell’AVPN, Associazione Verace Pizza Napoletana, Via Capodimonte, 19a, 80131 Napoli si terrà la conferenza stampa di presentazione del progetto “Le meraviglie della Campania nel mondo” Evento socio-culturale enogastronomico che ha l’obiettivo di promuovere ed esaltare le eccellenze, organizzato dall’Associazione I’mperfect in collaborazione con l’Associazione Verace Pizza Napoletana della quale è Presidente Antonio Pace.
Conduttore della mattinata sarà Erennio De Vita, presentatore ufficiale in Campania del concorso nazionale Miss Italia. L’idea nasce dalla volontà di esaltare le eccellenze Campane in un confronto e scambio culturale/sociale e commerciale con altri Paesi del mondo.
Obiettivo principale infatti è quello di favorire la commercializzazione di prodotti di alta qualità tra i due Paesi. Ogni anno ci sarà un gemellaggio con un Paese in cui la AVPN ha una scuola di pizzaioli per suggellare ed implementare gli interscambi relativi all’ artigianato e alle eccellenze dei singoli Paesi. Si parte quest’anno con il Brasile terra di colori, cultura e folklore e dove la Verace Pizza Napoletana trova grande apprezzamento e crescita di consumi. La scelta della location della presentazione nasce dal fatto che la AVPN ha in Brasile due scuole per pizzaioli ed è un great development. L’evento/progetto si terrà nel mese di Giugno 2023. La manifestazione, verrà dedicata ogni anno ad una nazione diversa nella quale l’associazione dei pizzaioli veraci è presente con la propria scuola.
In rappresentanza del Brasile sarà presente Fernanda Bordone giunta da Rio de Janeiro per curare l’interscambio di rapporti Italia Brasile che ne potranno scaturire.
Collaboreranno nell’ospitalità gli alunni dell’Istituto d’istruzione superiore Adriano Tilgher di Ercolano (NA). È attesa la presenza di autorità, giornalisti, fotografi ed emittenti tv.

Sponsor: Gennaro Galeotafiore titolare di “Sapori di Napoli”, unitamente alla Lady Chef Loredana Errichiello titolare del ristorante “TrattoBianco” di Santa Maria a Vico. Vincenzo Avitabile titolare di Terre Pompeiane con Babà Rè; Ciro Poppella titolare dell’omonima pasticceria; Benito e Arianna Di Costanzo titolari dell’omonima azienda vinicola; i Bartender Professional dell’A.I.B.E.S. (Associazione Italiana Barman e Sostenitori), Luigi Gargiulo Fiduciario Campania, Rosario Restino Vice Fiduciario, Massimo Passaro, Raffaele Gargiulo, Stefano Armando Gargiulo; “Istituto d’istruzione superiore Adriano Tilgher” di Ercolano; l’A.M.I.R.A. (Associazione Maitre Italiani Ristoranti& Alberghi) con il Fiduciario di Napoli – Campania Dario Duro ed i maitre Giovanni Sansone e Arcangelo Farinato; Corrado Sorbo titolare di Villa Signorini Events & Hotel. Paola De Martino titolare di Mondi diversi; Ornella Castaldi titolare SACRE COEUR.

L’ Ufficio Stampa Simona Buonaura – Giuseppe De Girolamo
Giuseppe De Girolamo
Cell.333 5980858
E-mail: degirolamogiuseppe@gmail.com

Simona Buonaura
Cell. 347 9375905
E-mail: simona.buonaura@tin.it




Italia: la citta’ record mondiale per qualita’ di vita

Germania (76.479), Croazia (64.206), Polonia (60.721), Regno Unito (60.697), Grecia (54.473), Brasile (53.658) e Stati Uniti (46.839). A livello globale, quasi una struttura vincitrice su dieci (122.095) ha ricevuto anche l’icona Viaggi Sostenibili per il suo impegno a favore della sostenibilità.

La top 10 completa aggiornata, invece,  delle città più accoglienti al mondo, secondo Booking.com:
1Polignano a Mare, Italia
2Città di Hualien, Taiwan
3San Sebastián, Spagna
4Dresda, Germania
5Klaipeda, Lituania
York, Regno Unito
6Ushuaia, Argentina
7Porto De Galinhas, Brasile
8Città del Messico, Messico
9Gold Coast, Australia.

Polignano a Mare (mare con ‘Bandiera Verde’ nel 2022) è la prima ed è l’unica città italiana a vincere il riconoscimento derivante la clientela di Booking “Un risultato straordinario per la città pugliese e per tutta l’Italia – commenta Ivana Jelinic, Ad di Enit (Agenzia Nazionale del Turismo) a Fortune Italia -. C’è grande soddisfazione per questa notizia: una perla del nostro Paese ci porta ancora sulla cresta dell’onda del turismo, anche per quanto riguarda la comunicazione, visto che il premio è di un circuito riconosciuto a livello globale come quello di Booking”. Per Jelinic “eccellenze come Polignano portano un vantaggio enorme a livello nazionale. È una rivincita per la città che ha ottenuto e sta ottenendo grandi risultati grazie alle attività ‘dal basso’ e alla promozione. Una promozione locale che si innesca poi su quella regionale e nazionale, approdando poi sui mercati esteri. Una best practice che ci fa ragionare sul valore del nostro ‘brand Italia’ e sul marketing turistico, che deve partire necessariamente dalla materia prima” come le destinazioni che visitiamo. “In futuro – ha detto Callari di Booking.com –  sappiamo che le persone vorranno ancora ‘vivere’ il mondo, forse in modo più significativo che mai, con la maggior parte dei viaggiatori globali (66%) che vogliono avere esperienze rappresentative della cultura locale, mentre uno su quattro (25%) ha detto che sarebbe disposto a pagare di più per le attività che hanno un impatto positivo sulle comunità locali”. Potremmo dire che non c’è momento migliore per una collaborazione ancora maggiore tra il settore e le comunità per mettere in comune conoscenze e idee. “Ricevere il Traveller Review Award da parte di Booking.com – ha continuato Alessandro Callari – può aumentare il profilo di una destinazione, sia tra quelli che potrebbero non averne sentito parlare, sia con i viaggiatori che stanno pianificando attivamente il loro prossimo viaggio e stanno già considerando alcune destinazioni, anche perché questo premio è riconosciuto a livello globale”.

Se il paesaggio, il mare, fanno la loro grande parte nel racconto di un posto, è l’impegno quotidiano di chi lavora nel turismo che diventa essenziale nella promozione di un luogo. Come quello delle strutture ricettive, sempre attente a dare il loro contributo per valorizzare le nostre città. “Cerchiamo continuamente di lavorare sulle persone, oltre che sui servizi – dice Andrea Nati, uno dei titolari del ‘Sei Stelle Mama’, una struttura ricettiva riconosciuta soprattutto per la sua centralissima posizione nella principale Piazza Vittorio Emanuele (voto 9.9 su Booking) -. È in atto un processo di rinnovamento delle strutture più vecchie: il risultato è la presenza di hotel o B&B moderni e al passo con i tempi”. Polignano ‘parla internazionale’, se si pensa che la fetta più importante dei turisti durante l’anno è composto da circa l’80% di persone che arriva da oltreoceano, quindi americani, australiani, asiatici. E a proposito di ‘rivincita’ Nati ci tiene a sottolineare che “sì, è proprio così. Polignano a mare è quella di oggi da circa 8-10 anni a livello di infrastrutture turistiche, secondo la mia esperienza. C’è stata una sorta di internazionalizzazione, ci siamo aperti realmente al mondo. E questo lo vediamo soprattutto in agosto, ma proprio da aprile ai primi di novembre in cui abbiamo un turismo internazionale ed europeo. Anche nel 2022 abbiamo avuto tantissimi turisti dall’Australia, dal Sud America e dagli Stati Uniti. I dati post-Covid sono stati confortanti, con un business molto importante e una bellissima clientela nazionale ed internazionale. Devo assolutamente fare un plauso alla Regione Puglia perché ci ha permesso di ottenere anche delle incentivazioni per poter fare le ristrutturazioni e per la velocità ad ottenere i permessi. A differenza di quello che si dice di solito della burocrazia italiana, la Puglia si è mossa molto, molto bene negli ultimi anni”. E se quest’ultima notizia “porterà sicuramente qui un turista ancora più convinto di visitare la Puglia, Polignano e tutte le bellissime città limitrofe, c’è da dire che dobbiamo ancora migliorare su alcune cose, come i servizi. Serve un servizio taxi, dei tour turistici e poi più parcheggi auto, importanti per accogliere i clienti soprattutto nel weekend”.

Questo criterio di vivibilita’ meridionale e la ostentazione di appartenenza a realta’ urbane fino a poco tempo fa denigrate in modo sommesso o considerate non appetibili per vivere, cozza molto con le critiche alla Milano contemporanea: il capoluogo lombardo e’ recentemente salito alle cronache, dall’alto nella nuova edilizia biocompatibile, avveniristica ed estremamente esosa, a causa della diaspora di giovani e meno giovani alla ricerca di soluzioni abitative piu’ accessibili ed umane. Infatti la fronda alla nuova estetica della grande Milano attiene l’affanno, il ritmo e l’immagine da megalopoli stacanovista, immersa nelle svettanti impalcature, nei nuovi super palazzi e grattacieli di sorta.

Mentre a Napoli oberata di turismo e nuovi innesti civici i parametri di rilevazione europea l’hanno recentemente etichettata come scarsamente vivibile per mezzo del traffico, della penuria di servizi efficienti, la popolazione ha esecrato tali metodi di valutazione alludendo al brio che caratterizza il capoluogo campano, alla cucina estremamente sapida ed ai prezzi non troppo alti dei servizi. Ad ogni modo Polignano nella Puglia, puo’ con infrastrutture, collegamenti, servizi ed offerte adeguati ai canoni europei, trainare un processo di espansione turistica e commerciale, da affiancargli quella industriale, di tutto lo Ionio, il Molise e la Calabria che ancora annaspano, tra la cesura degli investimenti pubblici, quelli europei, la crisi pandemica, e quella antecedente connessa all’aumento dei prezzi ovunque.

Vocabolario

*Antecedente: che viene prima

*Annaspano: affannano.

*Sapida: gustosa.




Catania: da Enel fabbrica di solare maggiore d’Europa

Forbes focalizza la questione dei nuovi investimenti Enel per il sud: la multinazionale italiana dell’energia infatti svela con orgoglio nazionale e patriottico, la gigafactory di Catania: che sarà la più grande fabbrica di pannelli solari d’Europa.
Il Cantiere Gigafactory 3Sun di Catania entro il 2024 sarà effettivamente la principale fabbrica di pannelli solari d’Europa, con una capacità produttiva di 3GW all’anno e una tecnologia avanzata unica al mondo. Enel ha investito nel progetto che punta non solo a garantire energia pulita e rinnovabile ma soprattutto ad accelerare il percorso verso la sicurezza e l’indipendenza energetica dell’Italia; rafforzare la filiera europea delle rinnovabili e compiere un ulteriore passo verso la transizione energetica.
La fabbrica passerà dall’attuale capacità produttiva di 200 MW l’anno a circa 3 GW l’anno, attraverso una tecnologia nota come HeteroJunction Technology, “eterogiunzione” di silicio, su cui sarà basato lo sviluppo di moduli fotovoltaici. Un balzo tecnologico che garantisce performance più alte ed un basso degrado del modulo fotovoltaico, garantendo pannelli solari fotovoltaici più competitivi rispetto alle tecnologie tradizionali.

Si passerà poi all’implementazione di una tecnologia denominata “Tandem” che consentirà di migliorare l’affidabilità dei pannelli e superare ulteriormente lo stato dell’arte delle celle fotovoltaiche in termini di efficienza, arrivando ad oltre il 30%. I lavori di ampliamento sono iniziati ad aprile 2022 e si prevede il completamento entro il 2024 attraverso due fasi che prevedono rispettivamente 400 MW operativi a partire da settembre 2023 e la piena capacità operativa a partire da luglio 2024. La produzione dei moduli fotovoltaici in configurazione Tandem è, invece, prevista dalla fine del 2025. Ad oggi gli incentivi statali verso le energie rinnovabili appaiono in ascesa rispetto allo stallo dell’ultimo lustro, al punto che fette crescenti di agricoltori stanno aprendo i propri spazi all’installazione di pannelli fotovoltaici: essi garantiscono redditi di circa 10000€ annui in relazione agli spazi di almeno un ettaro e mezzo.

Non si e’ fatta attendere la visita del cantiere siciliano da parte dei vertici istituzionali e del Gruppo Enel. Presenti il presidente di Enel, Michele Crisostomo; l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace; il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin; la direttrice generale della direzione energia della commissione europea, Ditte Juul Jørgensen; il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, e il commissario straordinario del Comune di Catania, Prefetto Piero Mattei.

“Da iniziative come questa cresce il futuro dell’energia. Replicheremo anche altrove”.
“Le stime sulla crescita delle rinnovabili per i prossimi anni affermano, sciorinano chiaramente per l’Italia e l’Europa che è strategico investire per dare vita a una filiera produttiva interna, coniugando le esigenze di sicurezza e indipendenza energetica con quelle dell’economia, del lavoro e dell’ambiente”, ha affermato Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale di Enel. “Con 3Sun dimostriamo nei fatti che produrre in Italia, e quindi in Europa, pannelli fotovoltaici di ultima generazione in grado di competere sui mercati internazionali grazie a tecnologia innovativa, è possibile. È da iniziative come questa che cresce il futuro dell’energia”.

“L’idea che noi abbiamo – ha sottolineato l’ad ai giornalisti a margine dell’evento – è produrre un disegno di fabbrica, una componentistica e una filiera produttiva, dove sono quasi tutti fornitori italiani, che poi vorremmo replicare altrove, magari anche raddoppiandola qua se c’è lo spazio, ma comunque replicare altrove esattamente uguale, in modo da avere un format che ci permette di poter avere anche economie di scala a livello mondiale”.

“L’Europa nel 2022 ha installato 41.000 megawatt di solare, questa fabbrica ne produce 3.000. Quindi sembra enorme, ma la domanda europea dei pannelli è incredibilmente in crescita. E poi ricordo che il 2022 non ha ancora risentito della crisi del gas, quindi nel 2023-24 vedremo questo numero probabilmente salire intorno ai 60.000 megawatt, che significa una domanda di pannelli solari in Europa decisamente in crescita. È bene che ci si concentri e si creino poli produttivi innovativi come questo, per fronteggiare questa possibilità”. “Noi compreremo da questa fabbrica all’inizio circa il 40% della sua produzione, mentre il resto sarà sul mercato. Andremo poi a ribilanciare questo nostro acquisto andando a circa il 25-30% durante la vita della fabbrica. Quindi è una fabbrica che starà sul mercato in gran parte“.

I passi avanti non sono solo sulla capacità produttiva, ma anche sull’efficienza dei pannelli prodotti. “Questa è una tecnologia che in questo momento è la più efficiente che c’è al mondo per quanto riguarda la conversione, quindi di quanta energia che arriva dal sole diventa energia elettrica, siamo intorno al 24,7-24,8%. C’è già un secondo step di innovazione che dovrebbe arrivare a maturità tra il 24 e 25% e la fabbrica ha un potenziale di crescita fino al 30%. Quindi è una delle fabbriche che produrrà pannelli più efficienti in giro per il mondo”.

“Il governo sta facendo bene e le richieste che abbiamo fatto sono quelle che hanno fatto un po’ tutti, cioè di snellire i procedimenti autorizzativi e permettere lo sviluppo delle rinnovabili come meritano, perché in questo momento sono la fonte di produzione energetica più competitiva, più sicura e che dà maggiore autonomia e indipendenza all’Italia”.

“Il sistema europeo ha erogato fondi a questa fabbrica meridionale. Quindi penso che da questo punto di vista l’Europa sta facendo bene -prosegue l’ad – Ci sono altri investimenti che arriveranno a fronte delle nuove misure che Ursula von der Leyen ha annunciato, quindi vedremo come questi alla fine andranno ad essere dettagliati. Anche gli Stati Uniti hanno imboccato vigorosamente questa direzione di progressiva decarbonizzazione della propria matrice energetica, anche loro vedendone da un lato la competitività economica e dall’altro la convenienza dal punto di vista dell’indipendenza.

“Il significato politico forte di questo investimento è la sua funzione di affrancamento del nostro Paese dall’estero, e segnatamente dalla Cina, anche sul fronte della produzione di impianti per l’energia rinnovabile”, ha commentato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “Una indipendenza che passa per la qualità e per l’innovazione, per la capacità di produrre elementi migliori, più prestazionali, più durevoli, più facili da smaltire e da riciclare. Come in molti altri settori, l’Italia non vince perché produce molto ed a buon mercato, ma perché produce il meglio nel mondo. E il meglio ha il mercato migliore. La produzione della Gigafactory incrocia inoltre gli impegni del Governo che punta ad incrementare in maniera decisa l’installazione di rinnovabili e portarla ad almeno 8-10 GW annui, necessari per raggiungere i target di decarbonizzazione a cui l’Italia si è impegnata in sede europea ed internazionale. Si tratta di una ricerca di avanguardia che rappresenta l’essenziale motore tecnologico per un Paese che ha deciso di essere l’hub energetico dell’Europa”.

“Trasformare la Sicilia in un leader europeo nella produzione di energia solare” in concomitanza con la perdita di installazione Intel della propria appendice europea, figura l’intento di premiare e massimizzare il primato nazionale attuale di sviluppo e valore aggiunto industriale neofita che fregia la Calabria e potrebbe trainare in maniera ingente la parte bassa dello stivale italiano.
“La transizione europea verso l’energia pulita si concretizza attraverso progetti come questo”, ha detto la direttrice generale della direzione energia della commissione europea, Ditte Juul Jørgensen. “Questo progetto consentirà di valorizzare l’immenso potenziale di diffusione delle fonti di energia rinnovabile nel territorio di Catania, trasformando la Sicilia in un leader europeo nella produzione di energia solare ad alto valore aggiunto tecnologico, ed aprendo un corridoio internazionale per l’energia pulita da cui non solo l’Italia, ma tutta l’Unione Europea, può beneficiare. È una grande opportunità per rafforzare il lavoro qualificato, stimolare gli investimenti nella rete e potenziare l’indipendenza energetica dell’Europa in linea con il piano REPowerEU”. Questo processo di autonomia energetica italiano ed europeo dissocia la facoltosa macroarea asserragliata da crisi, inflazione e caro-energia, sopratutto dalla dipendenza della Russia. Bisognera’ paragonare il costo effettivo dei prodotti energetici in ottica di espansione economica ed anche lo spazio sottratto ad agricoltura ed industrie in favore dei pannelli solari, prima di decretare suddetti propositi ed investimenti, davvero proficui.

Vocavolario

*Decretare: indicare, nominare.

*Proficuo: molto vantaggioso dal punto di vista economico.

*Appendice: parte o estensione.




Autonomia differenziata, Cina e schiavismo: memorie e polemiche su Garibaldi massone

Allorche’ il disegno di legge sull’Autonomia differenziata di Calderoli e’ passato all’unanimita’ alla Camera, sebbene il testo sara’ operativo tra almeno un anno, l’eco di proteste localizzate nel Mezzogiorno e’ divampato in modo irreversibile. A fomentare il malcontento dei meridionalisti e dei cittadini consapevoli ed attivi, e’ stato sopratutto il giornalista, scrittore e storico Pino Aprile, con l’esemble di gruppi e Pagine social imperniate sul suo best seller “Terroni” ed il neonato ma radicato partito Equita’ Territoriale. Cosi’ e’ apparso un testo testo sul gruppo Terroni, dall’alto dei suoi oltre duecentomila iscritti, che focalizzava il revisionismo storico con il titolo Il MASSONE DEI DUE MONDI: un manoscritto che calca, in maniera discreta, l’appartenenza massonica di Giuseppe Garibaldi, con le conseguenti coperture delle proprie opere illecite od ai limiti della legalita’: o comunque l’eterodirezione di Garibaldi, se non si vuole tangere la sua entrata ufficiale nella Massoneria, da masnade massoniche focalizzate, in ultima istanza, all’espropriazione aurifera, economica, industriale e politica del rutilante Regno delle 2 Sicilie in favore del Piemonte. Il tutto mentre Calderoli ha asserito quento sui Lep, livelli minimi di prestazione (n.d.r.) da garantire costituzionalmente al sud, vi sara’ un accordo. Intanto sempre piu’ lettori, binariamente agli addetti ai lavori, si infiammano nel rivisitare la natura di Garibaldi e condividere il testo succitato. Appare cosi’, che la monarchia di Torino, oberata da debiti ineludibili detenuti sopratutto in Britannia e Francia, aveva come unica speranza di sopravvivenza, l’unificazione italiana sradicando lo strapotere spagnolo nel Suditalia; ma smantellare Napoli e meridione risultava all’epoca salvifico per le reggenze finanziarie ed aristocratiche di Londra e Parigi, le quali ravvedevano nei Borboni d’Italia, una concreta minaccia alla propria egemonia, nonche’ una fattiva nemesi ai loro primati.

Ma traspare un buco nero e infamante dell’attività di negriero del predicatore della “fratellanza universale”. Siamo nel 1850. Garibaldi, dopo la caduta della Repubblica Romana e la morte di Anita, è di nuovo in fuga e costretto ad un secondo esilio. Va in Africa, prima a Tunisi poi a Tangeri; infine si imbarca sul veliero americano Waterloo alla volta di New York ove giunge la mattina del 30 luglio. Al suo arrivo, anziché scendere dalle scalette come tutti gli altri passeggeri, è calato dalla nave, poiché immobilizzato dall’artrite, con un paranco assieme ai bauli dei passeggeri. Per qualche tempo lavorerà nella fabbrica di candele di Antonio Meucci; poi, stanco di un lavoro a lui per niente congeniale, nell’ottobre del 1851, raggiunge il Perù.

A Lima ottiene da un suo connazionale, l’armatore Pietro Denegri, il comando di una nave, la Carmen, con un equipaggio di quindici uomini. Scopo dell’ingaggio era il trasporto di un carico di guano (sterco di uccelli e ottimo fertilizzante) in Cina. Il 10 gennaio 1852, la Carmen, battente bandiera peruviana, al comando di Garibaldi, carica di guano, parte da Lima per raggiungere Canton tre mesi dopo, il 10 aprile. Dalla Cina, dopo aver venduto il fertilizzante, ripartirà per il Sudamerica con un carico di differenti generi: seta e “cineserie”.

“Pronto il carico, lasciammo Canton per Lima”, riporta Garibaldi nelle sue memorie. Ma di quale carico si trattasse non viene precisato dal nostro ‘eroe’, al contrario di altri casi dove nei suoi ricordi è pieno di dovizie di particolari. Chi, invece, è nella fattispecie prodigo di notizie e di lodi nei confronti del nizzardo è il suo armatore, Giuseppe Denegri, il quale mai si stancava di ripetere che “Garibaldi mi ha sempre portato cinesi (‘coolies’) grassi ed in buona salute”.

L’armatore era contento perché, normalmente, avveniva che l’indice di mortalità fosse altissimo: tra il 15 ed il 20% degli schiavi trasportati. Quindi, Garibaldi nel suo lavoretto da negriero era, a detta di Denegri, abbastanza umanitario, perché, durante il viaggio, trattava i ‘coolies’ più come uomini che come bestie. Praticamente, con queste affermazioni l’armatore intendeva ringraziare Garibaldi, schiavista buono, che non gli aveva deteriorato il “carico”, consentendogli così più lauti guadagni.

Ovviamente, il Denegri ometteva di dire quale fine facessero poi i coolies trasportati in genere dalle navi negriere, secondo gli usi e gli abusi di quei tempi e di quelle terre. I cinesi sbarcati a Cuba erano venduti in un apposito mercato e trattati come cani e maiali!

In Perù la situazione di quei poveretti era altrettanto tragica, in particolare per quelli impiegati nelle cave di guano (le guaneras) dove venivano sfruttati giorno e notte, sorvegliati da guardie armate per evitare che si suicidassero.

Gli estimatori e gli agiografi di Garibaldi, su questa infamante parentesi della sua vita, si prodigarono nel dire che non c’era niente di vero e che era tutta una montatura. Ma al di sopra di tutto vi è la disinteressata e anche, per quanto detto, per certi versi interessata, testimonianza del Denegri che, suo malgrado, getta un’ombra di infamante sospetto su questo “apostolo” della libertà delle razze e della fratellanza universale e mai come in questo caso il sospetto fu l’anticamera della verità. Come se son bastasse, in una intervista del 20 gennaio 1982 (sempre sul giornale la Repubblica), nel centenario della morte del plurieroe, anche Giorgio Candeloro, storico del cosiddetto Risorgimento, alla giornalista Laura Lilli che gli chiedeva una “valutazione su un Garibaldi vero, fuori retorica”, lo storico confidava: “Comunque Garibaldi, un po’ avventuriero, un po’ uomo d’azione, non era tipo da lavorare troppo a lungo in una fabbrica di candele. Va in Perú; e, come capitano di mare, prende un ‘comando’ per dei viaggi in Cina. All’andata trasportava guano (depositi di escrementi di uccelli che si trovano nelle isole al largo del Perú), al ritorno trasportava cinesi per lavorare il guano: la schiavitú in Perú era stata abolita e il guano non voleva lavorarlo più nessuno”. Insomma – afferma Candeloro – un lavoretto un po’ da negriero. E così lo storico conclude l’intervista a proposito di Garibaldi:

“Era un avventuriero, un uomo contraddittorio, fantasioso, un personaggio da romanzo“.

In sostanza il risorgimentalista Candeloro dà per scontato che la Carmen avesse trasportato ‘coolies’. Quei cinesi, come già detto, venivano venduti come bestiame, per l’esattezza “come cani e maiali”, sui mercati di carne umana di Cuba, Stati Uniti e Perú, e in quest’ultimo Paese, guarda un po’, venivano dirottati nelle cave di guano dove il manico del mestolo lo manovrava anche quel Don Pedro Denegri armatore della Carmen, la nave di Garibaldi che gli trasportava i ‘coolies’.

L’Italia è il Paese dove, qualche tempo fa, qualcuno ha definito lo stalliere di Arcore un eroe ed a questo punto non c’è tanto da meravigliarsi se, per 160 anni a questa parte, un negriero, un avventuriero, un corsaro e un predone è stato, a sua volta, dalla storiografia ufficiale e di regime, definito parimenti un eroe. Sic transit gloria mundi.
ANTONIO CIANO da IL MASSONE DEI DUE MONDI.EDITO DA “ALI RIBELLI “ DI JASON FORBUS.




Centenario record per Alfa Romeo: battute di nuovo le tedesche

Un grande momento  si protrae in casa Alfa Romeo, con l’azienda del Biscione che sta raccogliendo importanti traguardi per le sue auto in giro presso l’Europa ed il mondo. Dopo aver chiuso il 2022 in maniera più che positiva, diventando di fatto il brand premium che è cresciuto di più in tutto l’anno, la Casa italiana apre il 2023 con un riconoscimento importantissimo per la sua Giulia Quadrifoglio. Infatti ha ricevuto per il secondo anno di fila, un premio tedesco che ne attesta la superiorita’ motoristica rispetto alle altisonanti rivali nell’alveo di Bmw, Audi e Mercedes. Giulia ha sgomentato le giurie internazionali intestandosi, nelle precedenti occasioni, numerosi premi che esulano dal piano strettamente motoristico, corroborando la risalita in termini di gradimento e reputazione, di quello che si conferma il marchio di punta per la galassia Fiat, eccettuando la mitica Ferrari.

Il premio del Biscione nato dal connubio fra il napoletano ingegnere Nicola Romeo ed il milanese Alfa, festeggia il centenario della introduzione del proprio emblema Quadrifoglio, ovvero espressione di modello piu’ veloce, del segmento prodotto. Sebbene imperversi ancora, in Portogallo, lo scherno “Alfa moreu”  per definire Alfa Romeo, il mercato spagnolo e portoghese di questo storico costruttore oggi presente anche in formula uno, sta crescendo piu’ degli altri. Alfa Moreu in portoghese allude ad una sorta di morte o debolezza della fabbrica, causata dalla penuria di modelli attuali e del recente passato che poteva sfoggiare Alfa; in antitesi agli anni novanta e duemila che l’anno vista ridimensionarsi in modo lapalissiano rispetto alle nemesi tedesche: queste ultime, a detta dell’ex amministratore delegato Fca Sergio Marchionne, si sono viste per demerito di Fiat, il segmento di mercato “Premium” esclusivamente per loro, nell’arco di oltre un ventennio. Sebbene Marchionne avesse penetrato in modo sufficiente e soddisfacente, la clientela Premium con Maserati, mancava un consolidamento tale da divenire realmente potenti ed insidiosi. Cosi’ in Europa i costruttori francesi e tedeschi la continuano a fare da padroni, con una preponderanza del trittico Audi-Bmw-Mercedes, nel gradimento, nella moda e nei garage di chi puo’ e non puo’ permettersele. Alfa Romeo oggi confluita in Stellantis, adopera le piattaforme commerciali del gruppo francese in Europa, e di Dodge in America, ristornando Alfa Romeo che alla luce di Tonale, auto dell’anno, ha riassorbito totalmente il personale in cassa integrazione di Pomigliano d’Arco. Stelvio si conferma il modello piu’ venduto con un tonfo di Giulia ed ordini in eccesso per Tonale, che come i predecessori e’ commercializzato in maniera adeguata in Usa. Tonale a New York tuttavia, e’ disponibile solo nella neonata versione top di gamma da 280 cavalli, anche se Alfa Romeo si sta rimodulando in guisa elettrica come gli antagonisti. Alfa Romeo dispone di conti finalmente in attivo come nel passato remoto ed in quello che hanno visto l’ingresso degli Agnelli come azionisti maggioritari; inoltre staziona in previsioni di crescita progressive, giacche’ quest’anno ha superato le aspettative di crescita date. Cosi’ Alfa Romeo preconizza, nelle dichiarazioni e promozioni social, l’avvento del prossimo modello della fabbrica che inerira’ un suv di segmento inferiore a Tonale, anch’esso completamente elettrico, focalizzato nello scontro con i suv Mini Cooper. Ma si pianifica, secondo le ultime notizie, il lancio venturo di un’ ammiraglia Alfa Romeo del calibro di Audi A8 o Mercedes classe S. Nel frattempo sara’ distribuita il bolide 33 stradale, rifulgendo gli antichi fasti e scontrandosi contro le rivisitazioni Lamborghini Countach oggi disponibili in pochi esemplari da parte del nuovo proprietario Audi. Alfa Romeo, elargendo merito alla famiglia Agnelli, ha mantenuto la promessa di riprendere il gradimento del passato, i conti in attivo di quando era statale, e perfino le peculiarita’ motoristiche incentrate prettamente sulla fragorosita’ del motore e sulla mirabile tenuta di strada.

Stellantis oggi presieduta e detenuta in maggioranza, dal punto di vista dell’azionariato privato, dalla Exor di Agnelli, puo’ vantare un sorpasso europeo nelle vendite sulla grandiosa Volkswagen, il primato raggiunto da Fiat sul mercato brasiliano, la posizione importante in America ereditata da Chrysler e la buona penetrazione del mercato cinese derivata da Citroen, senza eludere la nomea di Opel in Germania e zone limitrofe verso est. In vista dell’Italia Fiat ha recentemente annunciato un piano di modifica commerciale improntato all’unificazione dei modelli brasiliani e quelli italiani; giacche’ in Sudamerica figurano modelli apprezzati e sconosciuti in Italia come Toro oppure una city car tipo Toyota Aygo. Mentre in Europa gia’ durante il 2022 Alfa Romeo ha superato Jaguar nelle immatricolazioni, Stellantis possiede un ultimo asso nella manica relativo Lancia. Il glorioso emblema del lusso italiano, che ha sfornato la leggendaria Delta vincitrice ineguagliata di rally, oltre alla Thema 832, prima berlina Ferrari, ebbene Lancia si appresta a tornare nei listini europei da quest’anno e sta completando l’assemblamento della richiestissima nuova Delta Integrale Evoluzione, che avra’ le medesime sfaccettature delle antesignane. Delta elettrificata ma velocissima che sara’ anticipata dalla nuova Lancia Y, per un domani sfociare nella reintroduzione di una versione aggiornata della grande Thema. Insomma nel calo dei produttori di auto elettriche e della crisi del settore auto tedesco, con le case cinesi ed indiane sprovviste di attrattivita’ secondo europei ed americani, Exor si conferma costruttore italiano, francese, americano dalle prospettive eccezionali, perennemente in crescita, nonche’ gia’ ottenitrice di primati.

Vocabolario

* Fragorosita’: rumorosita’.

*Figurano: si vedono.

*Eludere: evitare.




Asl offre lavoro senza remunerazione: polemiche immense e crisi Milano

Cercasi “volontario da valorizzare”: attraverso sei mesi di lavoro non retribuito per quattro ore al giorno, quattro giorni alla settimana. Ma non un volontario qualsiasi: perché è iper-qualificata, la persona richiesta dal bando pubblicato sul sito del Comune di Genova, in grado di “supportare” le attività del MuMa, Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni. E dunque, ecco i requisiti necessari: una buona conoscenza dei temi legati alla migrazione italiana dal diciannovesimo al ventunesimo secolo, “capacità di ricerca relativamente alle fonti, sul ruolo di Genova e del suo porto nei percorsi migratori dei secoli XIX – XX”, conoscenza della videoscrittura, del programma Excel e strumenti per la comunicazione via email e la condivisione di materiali on line. Il fatto che ha destato scalpore, in relazione a tale offerta di lavoro, inerisce il proposito di attuare una sorta di tirocinio semestrale ma non retribuito, per la figura altamente specializzata che si richiede. Cosi’ in tempi di forte austerita’ di matrice europea, con calche negli ospedali, aggressione ai medici e mancanza di circa 2300 giudici, il comune del capoluogo ligure si pone sul solco del lavoro ad ufo, con esplicite richieste di ipercompetenza. Intanto emerge da un dibattito televisivo mattutino su La Sette fra Claudio Borghi e Nicola Pedicini,che gli insegnanti ad oggi oberati dalla inflazione, dal salario piu’ basso in Europa, dal diniego di aumentargli per bene la mercede, partono da un minino di 1050€ ad un massimo di 1780€. Cosi’ la spada di Damocle dell’Autonomia differenziata che vede la richiesta di spese autodirette e discrezionalita’ su ventitre’ temi cruciali per l’amministrazione regionale, ha assistito ad un educato alterco tra la Lega impersonata dall’economista apprezzatissimo Borghi, e l’eurodeputato con un passato nel Movimento 5 stelle, oggi a capo del partito Equita’ territoriale, Piernicola Pedicini. Tutto cio’ in base alla penuria di insegnanti di Milano, a causa del carovita incipiente e l’inadeguatezza degli emolumenti, con la proposta del governatore Fontana di assicurare stipendi maggiori al personale scolastico di stanza nel capoluogo lombardo, in difformita’ con il contratto nazionale.

Pedicini con il Movimento Equita’ Territoriale fondato e presieduto dal giornalista, storico e scrittore meridionalista Pino Aprile, aborriva nel talk mattutino in cui si esprimeva Borghi, il proposito dell’Autonomia Differenziata senza rimarcare l’ambizione di Pino Aprile che lo ha delegato alla segreteria del Partito, di separare il Sud dal Nord alla stregua della Lega di Bossi, in caso di mancato ottemperamento dei Lep (livelli minimi di prestazione n.d.r.) su cui governo e Lega glissano dal principio. Al fatto che Borghi esaminava i dati Istat come deittici del danno subito dal personale del Nord rispetto a quello meridionale per la questione dei consumi e dei prezzi, Pedicini replicava a ragione che in quel caso l’Istat falsava erroneamente la questione, in quanto il paniere di acquisti di riferimento che avalla il ragionamento di Borghi sull’Autonomia, eludeva il fatto che nel Sud quegli stessi acquisti non vengono fatti per mancanza di reddito. Per cui i calcoli Istat analizzano solo le persone prospere di Milano e similari che possono acquistare i beni in esame, non palesando il fatto che i prezzi degli stessi beni tra Sud e Nord sono identici solo che al Sud non li comprano o comprano altri prodotti piu’ economici. Dunque falsano le classifiche non rientrando nella valutazione Istat.

La diatriba tra i due partiti separatisti di Nord e Sud, rispettivamente Lega ed Equita’ Territoriale, ha fatto emergere dalle parole in studio di altri astanti, che nella scuola giacciono ottocentomila precari i quali, volendo, potrebbero essere assunti immantinente, ripianando un buco di disoccupazione e Pil che gioverebbe il Bel Paese; tuttavia resta d’uopo aumentare in maniera cospicua le paghe non solo degli insegnanti, bensi’ dell’intero personale che gravita nel mondo della scuola, chiamato a forte pressione, responsabilita’, competenza e fatica, dicevano nel format succitato.

Sull’episodio al principio, di Genova che ricerca professionisti scevri da remunerazione immediate, in guisa per la prima volta illecita, da parte di un ente pubblico, va focalizzato quanto da un lato la Sanita’ sta annaspando tra austerita’ finanziaria e risorse scarse che disdicono a Napoli contratti con aziende private che fanno le veci del pubblico; dall’altra parte quanto le regioni del Nord Liguria, Val D’Aosta, Trentino, figurano perennemente in crisi economica e gestionale, ergo non virtuose alla stregua di quelle del Meridione tacciate di inefficienza, clientelarismo, corruzione: il che, in base a degli studi promanati da periti e comitati vicini a Pedicini, non deriverebbe da fattori summenzionati, bensi’ da politiche inneggianti i tagli alla spesa pubblica e le privatizzazione massive della sanita’ ed enti affini. Austerita’ italiana antecedente quella europea e silenzio omertoso dei media, relativamente le regioni settentrionali inefficienti, che verrebbero di conseguenza inficiate dall’Autonomia differenziata.

Vocabolario

*Massive: di massa.

*Affini: simili.

*Promanati: diffusi.




Genova: vittoria medici no-vax ma Napoli perde

Personale sanitario no-vax sospeso dal lavoro per sei mesi in Asl2, e mandato a casa senza ricevere alcuna retribuzione. Questi gli effetti del decreto legge Draghi del 31 marzo, ma è arrivata una svolta in queste ore: il ricorso di questi lavoratori è stato vinto a Genova. A rivolgersi all’avvocato Roberto Penello, una decina di lavoratori facente parte del personale sanitario del Santa Corona di Pietra Ligure, tra cui diversi infermieri. “Dopo il primo grado che ha avuto esito negativo a Savona – spiega l’avvocato -, è finalmente arrivata la svolta sulla questione: a Genova, con la sentenza che vede condannare l’Asl2. E’ stata condivisa in toto dal giudice la nostra tesi di pensiero”. Prima di procedere alla sospensione dell’attività lavorativa, l’azienda sanitaria avrebbe dovuto verificare l’inserimento di queste persone in altre mansioni, anche inferiori che non comportassero un contatto con il pubblico – spiega Penello -. Ma in questi casi non è stato fatto, almeno, l’Asl2 non ce lo ha dimostrato. Quello che abbiamo contestato non è stato il decreto in sè, ma il fatto che l’azienda sanitaria non avesse rispettato la procedura prevista. E così la sentenza ci ha dato ragione, condannando l’Asl2 a erogare tutti gli stipendi sospesi dalla data della sospensione a fine dicembre 2021”, conclude.

Nel napoletano non e’ stato possibile ottenere questi risultati mirabili per la stragrande maggioranza del personale sanitario ed extrasanitario reticente al vaccino pandemico, a causa dello zelo del direttore sanitario e dei colleghi vaccinati e favorevoli al siero, che hanno obbligato gli impiegati, anche quelli disabili, ad iniettarsi la sostanza. La spiegazione a cio’, secondo un medico che ha denunciato tale episodio al quotidiano nazionale Adfnews, era correlata alla mancanza di alternative e l’obbligo del servizio, anche con un certo sarcasmo da parte dei dirigenti. Le denunce del caso non sono state concretizzate dal medico disabile per una certa astenia in seguito alla emarginazione ed allo scherno subiti, binariamente al blocco del salario per ben quattro mesi confluito nella minaccia perentoria di licenziamento se non si fosse vaccinato. Ad oggi, nella fattispecie del medico disabile, si apprende anche della sua presentazione al direttore sanitario pilatesco, di un fascicolo che attestava il pericolo duplice della vaccinazione nel suo caso, che avrebbe nel peggiore dei casi procurato la dipartita o l’immobilita’ tetraplegica del professionista.

Fortunosamente al medico succitato oggi obbligato al trittico di dosi vaccinali, non si e’ verificato alcun disagio o malanno fisico; ma all’operatore sanitario che si e’ confidato ai microfoni di Adfnews e che era da poco assunto, non e’ andata altrettanto bene. Infatti, sebbene restio all’iniezione e minacciato immantinente di licenziamento, l’infermiere napoletano attualmente ipervaccinato, padre di due figli e marito di una donna sottouccupata, lamenta stanchezza improvvisa in seguito al vaccino, nonche’ forza e resistenza ridotte, anche se parzialmente.

Vocabolario

*Immantinente: subito.

*Restio: che non non e’ convinto.

*Reticente: che non vuole.