Italia crescita

Dal manuale celeberrimo di Sun Tsu-L’arte della guerra-citato più volte nella filmografia hollywoodiana, si cela parte, gran parte, della strategia manageriale americana. Quella pianificazione manageriale che urge replicare a livello Italia, per riprendere il proprio scranno nello scenario geopolitico: l’America guarda molto l’estero, interviene all’estero anche in maniera non belligerante, infatti la mentalità americana è improntata sull’esternazionalizzazione.

L’Italia del benessere, della semplicità e dello stile di vita mediterraneo, viene tacciata di provincialismo a causa della propria benefica ritrosia ad autoesportarsi. Esportare il potenziale economico, politico, sociale, è una linea gestionale che il Belpaese non può esimersi di inculcare nei propri abitanti. Per quanto in Italia si viva sommariamente bene, non è più tempo di arroccarsi in un sistema nazionale che si ritiene soddisfatto di se stesso.

La pratica manageriale della spinta all’estero, anche quando non cruenta, è l’arma che rende le grandi potenze sempre sulla cresta dell’onda; pertanto l’Italia deve esportarsi ed esportare, colonizzare in modo costruttivo i sistemi eterogenei. Questa è la migliore modalità per trarre linfa vitale da iniettare nella società interna, quella oberata da crisi e progressiva finanziarizzazione. E’ questo inoltre, il malcelato mantra statunitense, il quale consiste nel maggior vantaggio che hanno gli Usa, nonchè la principale caratteristica da copiargli, da parte degli italiani. 

Ovvio che non si puo’ vivere di esportazioni e politiche espansionistiche bensi’ rimpinguare il mercato interno fornendo gli strumenti pubblici, alle imprese, per rendere facile lavorare, investire, aumentare i salari e perfino pagare le imposte. Con un mercato nazionale florido la comunita’ produttiva italiana necessita di affiancare i suoi principali antagonisti, nella rincorsa al commercio internazionale, tutelata da uno stato finanziariamente strutturato ed efficace; senza consentire acquisti molteplici di realta’ industriali da parte di antagonisti imprenditoriali e fondi finanziari. Basandosi sulla consapevolezza che il marchio Italia sia il piu’ accattivante per il mondo nonche’ quello piu’ desiderato, la politica ed economia italiane sarebbero tenute a raddoppiare le vendite di prodotti italiani acquistati all’estero, dai consumatori endogeni; viceversa raddoppiare le vendite di prodotti italiani acquistati dagli italiani, presso le realta’ straniere. Raddoppiando il mercato interno ed esogeno, l’Italia riprenderebbe di diritto lo scranno del G4 postulato da Craxi e negato in seguito Tangentopoli ed il precipizio repentino all’ottavo posto tra le economie, di un’Italia odiata perennemente.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Attacchi alla Russia

Al termine del lustro trascorso dopo l’abbattimento sui cieli ucraini di un aereo civile malaysiano, le trame di inglobamento della Russia nell’universo euro-americano sono state attuate con le fakenews. Lo sostengono molti intellettuali e dissenzienti non solo russi. Si e’ pertanto scoperto che il missile lanciato sul velivolo di stanza in Malesia provenisse dai servizi segreti ucraini, infiltrati dalla Cia, che all’epoca suffragava una sorta di indipendenza dalla Russia dell’Ucraina per attruppare economicamente il paese geograficamente piu’ esteso al mondo. Al punto che con dei montaggi audio e video scoperti dalla commissione d’inchiesta malesiana sul presunto incidente aereo, scaturi’ la realta’mediatica divulgata in ogni paese che vedeva la Russia aver lanciato tale missile letale. Peccato che quella realta’ radiotelevisiva ed informatica risulta opposta agli eventi accaduti, allorche’ il coinvolgimento della Russia fu inesistente mentre con montaggi audio e video e fandonie multidirezionali antirusse, si e’ dimostrata in Asia e in Russia la correita’ di America ed Europa. Attraverso i media piu’ influenti e di matrice americana, dell’occidente, fu accusata la Russia della morte di duecentoottantasette civili e le prove alterate furono coadiuvate dal lavoro di una commissione internazionale di inchiesta affidata esclusivamente all’Ucraina filoamericana, all’Olanda satellite euroamericano e forse ad un altro ininfluente paese non imparziale. 

Il risultato surrettizio dell’inchiesta definita farsesca da personaggi come Mazzucco erelativa all’abbattimento areonautico, fu condannare mediaticamente la Russia ed applicarle le sanzioni economiche che tutt’oggi ne limitano l’economia. Con l’obiettivo manageriale di convogliare la Russia nel “supermercato” globale il cui principale fornitore di servizi, cultura, finanza e leggi e’ L’America seguita dall’Europa.

La realta’ sui fatti veri accorsi durante l’abbattimento dell’areo malesiano proviene da una commissione di inchiesta della Malesia che, dati alla mano, dimostra e sul web ha pubblicato la sua versione, in maniera inconfutabile lo zampino euroamericano al fine di annettere la Russia mediante la Ucraina sottratta ad essa, il che e’ un fatto totalmente antistorico ed illegittimo. Ma la tara manageriale di questo fondamentalismo pro proglobalizzazione sta nell’incapacita’ di tutelare gli equilibri geopolitici e geoeconomici alla stregua di cio’ che avviene in natura: ovvero promuovendo una forte diversita’ in cui nessuno domina e vi e’ un interdipendenza degli esseri, uguali all’interdipendenza delle nazioni che viene negata per mezzo di sanzioni prettamente politiche ed economiche. Sanzioni controproducenti per tutti e contro il diritto essenziale alla globalizzazione positiva, non alla globalizzazione sardonica tutt’ora vigente.https://www.facebook.com/marketplace/item/1271409729871201/




Ragazza uccisa e “questione musulmana”

Secondo me l’ha uccisa strangolandola, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano”. E’ in una testimonianza del fratello minorenne della ragazza la possibile modalità dell’uccisione di Saman Abbas, ad opera dello zio Hasnain Danish, attualmente ricercato dai carabinieri e dalla Procura di Reggio Emilia.

Danish avrebbe “pianto molto” e minacciato il fratello “di non dire nulla ai carabinieri, con conseguenza la mia uccisione”. Non avrebbe detto invece nulla su dove è stato nascosto il corpo. La notte tra il 30 aprile e l’1 maggio, sempre secondo la testimonianza, lo zio avrebbe detto ai genitori: “Ora andate in casa. ora ci penso io”. 

Hasnain Danish, lo zio di Saman Abbas, ha confessato al fratello minorenne di lei di averla uccisa, ma non gli ha voluto dire dove ha nascosto il corpo. La testimonianza è ritenuta dal Gip “piena prova indiziaria” della responsabilità dello zio nell’omicidio e il giovane, ora in una comunità protetta, “particolarmente credibile”. Del corpo “io gliel’ho chiesto – ha raccontato – in quanto volevo abbracciarla un’ultima volta. Lui mi ha risposto di non potermelo dire”. Sempre il giovane ha raccontato della reazione del padre, al rientro dello zio: “Si è sentito male e ha iniziato a piangere, stava quasi per svenire per mia sorella”. 

La sera del 30 aprile Saman aveva tentato di fuggire e ha avuto una violenta lite con i genitori. È quanto emerge dall’ordinanza di custodia in carcere del Gip di Reggio Emilia per cinque indagati, padre, madre, zio e due cugini della ragazza. Saman e i genitori, è stato ricostruito, hanno urlato, lei li ha insultati: “Dammi i documenti”, ha detto la ragazza al padre. Lui le ha chiesto se voleva sposare qualcuno e lei ha detto che voleva solo andare via e non sposare qualcuno. Poi ha preso le sue cose ed è fuggita. Il padre allora ha chiamato lo zio perché la riportasse a casa. Lo zio poi è tornato, dicendo che tutto era sistemato. 

La Procura di Reggio Emilia contesta la premeditazione ai cinque indagati per l’omicidio di Saman Abbas
, la ragazza 18enne di origine pakistana scomparsa dopo essersi rifiutata di sposare in matrimonio combinato un connazionale in patria. Lo ha confermato la procuratrice Isabella Chiesi. Indagati sono i genitori, due cugini e uno zio. Quanto al fatto che quest’ultimo sia ritenuto l’esecutore materiale del delitto, Chiesi si è limitata a dire: “Difficile sapere adesso chi è l’esecutore materiale, non sappiamo neppure la modalità”. 

La Procura è ottimista sulla possibilità di trovare il corpo di Saman, nei campi di Novellara. Lo ha spiegato la procuratrice di Reggio Emilia Isabella Chiesi. Condizioni meteo permettendo, da domani si partirà con l’utilizzo di un elettromagnetometro. “Io penso – ha detto Chiesi – che un mese sia un periodo che consente di trovare” i resti con “strumenti che danno conto della discontinuità del terreno”. 

Tre persone vestite con abiti scuri che camminano, distanti l’una dall’altra, una imbracciando una pala, un’altra un secchio con un sacchetto e un altro un attrezzo. E’ quanto si vede nel frame, diffuso dagli inquirenti, del filmato girato intorno alle 19.30 del 29 aprile vicino alla casa di Saman Abbas. Secondo gli investigatori i tre uomini ripresi sarebbero lo zio della ragazza pachistana scomparsa e due cugini, che stavano andando a scavare la fossa per la giovane, scomparsa il giorno successivo da Novellara (Reggio Emilia), dopo essersi opposta a un matrimonio combinato. Con l’accusa di aver ucciso la 18enne sono indagati i tre parenti e i due genitori, che sono rientrati in Pakistan. Uno dei cugini è stato fermato in Francia nei giorni scorsi e si attende che venga consegnato alle autorità italiane.

Proseguono le ricerche dei resti della persona offesa, che purtroppo riteniamo sia deceduta. Non darei nessun riscontro positivo a quello che ha detto il padre, abbiamo appurato che in Belgio non c’è la ragazza”. Lo ha detto la procuratrice di Reggio Emilia Isabella Chiesi, parlando di Saman Abbas, la 18enne scomparsa da Novellara. Il padre della giovane, dal Pakistan, aveva detto a un giornalista che Saman è viva, che si trova in Belgio, e di averla sentita. 

In questo contesto così equivoco specialmente in Italia, regnano mistificazione, xenofobia eterodiretta, sconquassi famigliari e guerre di religione, cultura, economia, tradizioni e autorita’, relative alla “questione immigrazionale” ormai; cui spetta agli stati nazionali e continentali rimediare. Risolvere le problematiche relative alla globalizzazione ed immigrazione degradate richiede l’astensione da pratiche turbolenti di depauperamento delle terre natie degli immigrati, il sostegno economico diffuso per italiani ed immigrati, propedeutico a fenomeni di radicazione e progressiva assimilazione culturale e religiosa.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Guerra della distribuzione

Il fatto che il mondo della comunicazione di massa sia divenuto progressivamente consociativo, causa un danno collettivo superiore a quanto accaduto manipolando i dati degli iscritti britannici a Facebook, con cui si è conseguita, a detta di molti allora, l’uscita dell’Inghilterra dall’unione europea. Va affermata questa apodittica verità in relazione alla mancanza effettiva di mezzi di diffusione a favore dell’eterogeneità dei prodotti, non solo inerenti alla comunicazione di massa. 

Omettendo ogni intento autoreferenziale sul sistema giornalistico ed autoriale a cui apartengo, resta managerialmente inconcepibile la scelta globalizzata, di decimare fino all’esaurimento, il mondo produttivo diverso da quello che rappresenta la direzione più seguita dal mercato.

Non solo nel sistema del giornalismo, allorchè si affronta la narrazione della guerra, si racconta solo la parte meno cruenta e pertanto congeniale al vincitore ed all’oppositore, bensì nel contesto della distribuzione di massa modello Amazon. Vengono recisi i ganci che manterrebbero attaccati gli esercenti minori; i quali per antidemocratica inferiorità di risorse commerciali, soccombono rispetto alla faciltà e comodità con cui tali giganti economici ottimizzano la distribuzione, fidelizzando la clientela.

Ecco che il fulcro del giornalismo come della produzione e distribuzione industriale, viene diretto da conglomerati finanziari che penalizzano la libera concorrenza, cosicchè fagocitano in maniera antidemocratica il mercato. Pertanto il mondo diventa monodirezionale e limitato; con le conseguenti stagnazioni economiche, e conoscitive-allorchè si pensa che gli editori sono per lo più affaristi e quindi non imparziali-.

Sul versante manageriale occorrerebbe pertanto, una mossa che renda pubblici, perchè accessibile con poco a tutti, i sistemi di distribuzione delle merci, i quali dettano anche la produzione e la commercializzazione di dette merci; a salvaguardia del pluralismo. 

In alternativa al pluralismo dell’informazione e della produzione, volano economico e di qualità, le congiunture mondiali si avviteranno su se stesse, fino a fomentare un’ennesima, inutile, guerra di sopravvivenza, che dopo rincomporrà uno scenario analogo o identico a quello anti umano ed antidemocratico, che impera dalla fine degli anni settanta, sul mondo intero.https://www.facebook.com/marketplace/item/598907453997358/




L’Europa che dimentica

Sarà che Platone è il filosofo più lodevole tra quelli che rammento, per aver tralignato dal lavoro della famiglia fino a dedicarsi al sostegno ai deboli, oppure per il suo utopistico intento di nobilitazione politica, che la civiltà odierna di matrice platonica oggi offuscata da una palese degenerazione socio-economica e culturale richiama in causa il filosofo “delle idee” in modo irreversibile. Lo fanno accademici come Fusaro, Malvezzi, professionisti come de Mari e Guido Grossi, ad inneggiare la difesa culturale dell’Europa e degli Usa.

Dopo il saccheggio della Grecia, patria natia dell’ inventore della prima università della storia, ovvero l’Accademia, l’Europa a trazione barbarico-tedesca detentrice del credito bancario della culla mondiale della civiltà, ovvero la Grecia, ne ha smembrato il sistema bancario. Il chè si è compiuto in barba alla pedagogica, paideutica deontologia culturale che dalla Grecia di Platone ed epigoni, si è irradiata nell’edificazione europea ed americana, le quali per mezzo di asservimento odierno alla finanza speculativa, hanno rinnegato la Grecia e la civiltà da cui scaturiscono.

Platone a questo punto entra a gamba tesa per sciorinare, con la sua opera artistico-filosofico-manageriale, che l’ausilio ai deboli, il limite alla brama di potere ed alla corruzione, rappresentano i principi fondativi della città ideale, nonchè della politica oggi tramutata in continente Europa, nonchè in capitalismo declinato in liberismo.

Platone rimarca l’importanza delle idee come fonte di realtà tutta interna all’uomo, una realtà intelligibile, ovvero spirituale in cui la morale deve diventare conoscenza, sapienza, illuminazione, e solo in seguito potere. Dunque la condivisione delle sofferenze pure essenziale nelle comunità sociali, diviene vana allorchè si interiorizza il concetto che tutti i beni alla stregua di ogni male della società, passano dalla politica. Ecco perchè l’essenzialità di un percorso di disciplina e studio costanti, annosi, forma attraverso l’università delle scienze e della filosofia, quella classe dirigente illuminata presso cui passa l’intera salvezza e lo sviluppo mondiali.

La tolleranza, il sostegno al debole, lo studio, la disciplina, l’intelligibile bellezza e profondità dei concetti spirituali, sono ancor di più nodali in questo occidente in cui la razionalità e l’atarassia come controllo platonico delle passioni, dettano i destini dei deboli, non dei forti.

Sebbene Platone si scagliasse contro il sofismo come mera e fatua potenza delle parole che conducono le catastrofi a causa dell’occultamento della verità per questioni pecuniarie, l’ago della “bilancia” spinge verso Platone. Nel senso che la ricomposizione dell’integrazione occidentale necessita della tolleranza, del sussidio sottoforma di opportunità realmente concrete, realmente accessibili verso i meno fortunati; ancora l’integrazione europea ed americana necessitano della democrazia intesa come piazza virtuale tradotta in reale e viceversa, al fine di valorizzare il popolo ed ellenizzare o meglio occidentalizzare il mondo. Ma annettendo, contemplando senza disintegrare, le differenze ed il valore aggiunto di territori e popolazioni orientali, africane, teleologiche alla pace ed all’equilibrio globali.

Nella secolarizzazione in atto, nella rottura delle identità nazionali, l’ordine caotico proveniente dalle fucine bancarie irrorate dalla finanza speculativa, il potere militare, dittatoriale, popolare che promuoveva Platone come argine all’estinzione, va rimesso al servizio del bene comune per ricomporre un nuovo ordine mondiale che tuteli l’essere umano in quanto tale.

I paradossi con cui Platone nutriva i suoi discorsi a beneficio dell’ottusità popolare, sembrano oggi vitalizzati e animati di reale linfa vitale, in questo scenario depauperizzante che mira alla salvaguardia di se stesso. Sembra tutto il discorso perequativo, come sulle orme ma enfatizzando, la rigidità dei principi intellettivi platonici, che non ammettono perdono, non contemplano eccezioni alla regola. 

Ma il Platone e la moltitudine di suoi seguaci burocratico-bancari, sbagliano nella negazione dell’arte come principio guida verso un alleggerimento e miglioramento spirituale collettivo, in antitesi alle vigenti, distruttive, dinamiche economiche, patrizie, venali, che tanta indigenza e degradazione stanno diffondendo. E stanno anche minimizzando l’arte e l’estetica.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Europa strategia segreta e difesa

Non c’e’ crisi ma un cambiamento deliberato del sistema economico. Lo afferma il finanzialista e professore di economia Valerio Malvezzi.

Le banche italiane sono sotto attacco dall’Europa; i requisiti patrimoniali prescritti dall’Europa per superare gli stress test ed operare nel mercato relativamente le banche territoriali, sono una castroneria con la quale hanno fatto il sacco dei piccoli istituti di credito settentrionali.

Npl sta per non permorfing loans; ossia i crediti deteriorati che corrispondono ai titoli tossici delle banche nel cui ambito bisogna interrogarsi sul motivo per cui il popolo non paga piu’ i debiti.

Il tutto urge dalla premessa secondo cui lo sviluppo italiano stoppato negli anni settanta, ha originato da politiche espansive, di stampo keinesiano, rispettose della spesa sociale.

Il mondo antecedente era imperniato sul sostegno alla poverta’ ed alla produzione; in seguito si e’ assecondata la scalata sorpassatrice della finanza, ovvero dei titoli cartieri, bond, derivati, sull’economia fisica, sullo sviluppo reale. A tal proposito si inquadra il sarcasmo di Margaret Tachter con cui replico’ alla domanda che mostrava l’Italia quarta potenza mondiale al posto di Inghilterra e Francia. La “lady di ferro” minimizzava il sorpasso italiano verso il suo paese e la Francia, che avrebbe culminato nel ‘2000, nel superamento italiano perfino sulla Germania; quest’ultimo fu bloccato con leggi capestro e speculazioni finanziarie operate da Soros e denunciate da Craxi. Comunque la Tachter definiva l’Italia un concorrente controllabile e battibile facilmente per mezzo del potere di bond, titoli finanziari e speculativi che vedevano Londra sempre all’apice del potere globale: insomma la ricchezza fisica italiana non impauriva i detentori della opulenza fittizia, che oggi e’ ben maggiore del pil fisico mondiale annuale, di ben dieci volte. Da qui si deduce l’opera di deindustrializzazione italiana architettata da Bruxelles, il controsorpasso in pil ai danni dell’Italia, da parte di Germania, Francia ed Inghilerra. Ed il presente di crisi irreversibile dell’apparato industriale italiano.

 

Oggi la crescita della produttivita’ e’ schizzata mentre quella del salario si e’ appiattita, il che significa impoverire la popolazione mediante trucchi finanziari abietti; sono tali schemi alla base del progetto di Europa che ha causato il depotenziamento della Banca d’Italia mediante la privatizzazione.

 

Le banche pubbliche sono costituzionalmente obbligate a garantire lo sviluppo, giacche’ hanno la prescrizone di acquistare i titoli di stato, oltre che a emettere moneta per fini inflattivi o deflattivi, ovvero far diminuire o aumentare i prezzi al dettaglio come argine al degrado finanziario ed alle crisi politiche. Cosi’ come utile, la statalizzazione bancaria, lo e’ per far rispettare le leggi ai fini della salvaguardia dell’ambiente e della pace, o semplicemente per la salvaguardia delle fasce deboli come del potenziamento di quelle forti.

Il socio di maggioranza di Win the bank, Malvezzi, svela come l’Europa sia un fantoccio scevro di unione politica, legislativa e militare; bensi’ l’Europa e’ un coacervo di stati che condividono una sola moneta e sottostanno alle imposizioni della Germania, sopratutto l’Italia. Germania che obbedisce alle regole plasmandole sulle proprie necessita’ con un sistema di leggi che l’Italia non dispone, ma si limita ad obbedire in tutto senza modificazioni come un vassallo quale di fatto e’.

La Grecia e’ l’icona odierna della dittatura finanziaria, con un tasso di mortalita’ infantile in ascesa fino a poco tempo fa, persone impossibilitate a prendere per un periodo, i soldi dal bancomat. Insomma la patria della civilta’ e della cultura odierna e’ stata pugnalata dalla figlia “Europa” con la deprivazione economica degli asset strategici e l’accusa di aver taroccato i bilanci per entrare in Europa. Si tace tuttavia sul fatto che la manipolazione dei bilanci greci all’epoca dell’ingresso in Europa, fu permesso dalla Goldman Sachs di cui Draghi era vicepresidente.

Berlino ha occupato finanziariamente la Grecia in occasione della crisi, come non era riuscita a fare militarmente sessanta anni fa. Ora la finanziarizzazione del mondo tende al superamento del contante per controllare la societa’, non per migliorarla. E lo fa con la complicita’ di un’informazione asservita, i cui editori sono anche banchieri e quindi manipolano le menti e le conoscenze a proprio favore.

Evadere sara’ quasi impossibile, pertanto, ai cittadini oberati dalla finanza assolutistica che imporra’ i propri principi autorefernziali e dittatoriali, e la vita peggiorera’.

Il 40% dell’Europa e’ povera e la finanza se ne disinteressa in modo inversamente proporzionale alla corruzione che opera presso la politica, che si schiera sempre in difesa della finanza anziche’ dei poveri.

La Grecia non e’ stata aiutata, a differenza delle banche d’affari che con il fallimento ellenico avrebbero avuto ingenti perdite; sono esse banche speculative non banche produttive e vogliono fagocitare le banche di credito cooperativo che producono ricchezza materiale all’interno dei territori in cui stazionano. Viceversa le banche commerciali con i loro fondi di investimento, governano la globalizzazione investendo nei territori meno agiati, con i costi piu’ bassi ed i guadagni maggiori: e lo fanno tendenzialmente con i fondi dei conti correnti dei territori piu’ agiati come l’Italia, che vedono sempre meno investimenti, occupazione e sviluppo al loro interno.

Bisogna tornare all’economia delle persone ed all’intervento statale nella creazione di lavoro; bisogna togliere la norma del pareggio di bilancio dalla costituzione per scongiurare la schiavitu’ finanziaria individuale. Sono affermazioni di Alberto Micalizzi, finanziere, condivise da Guido Gross, manager bancario e il medesimo Valerio Malvezzi.

Lo spread e’ alimentato dal panico che viene diffuso per il pericolo di fallimento di uno stato. Tutti dunque svendono mentre qualcuno si arricchisce acquistando; eppure gli npl (non permorming loans) non venivano acquistati da nessuno, giacche’ chi li ha inventati non voleva perderci.

I cpl sono delle riassicurazioni finanziarie per gli investitori che perderebbero soldi in caso di default. Ma gli stessi investitori che hanno pompato artificialmente lo spread dell’Italia sanno che il default e’ inarrivabile per cui non hanno puntato altri soldi in npl irrealizzabili.

Oggi il mondo bancario tende verso l’oligopolio a causa delle prescrizioni dell’alta finanza che ha intimato alle banche di essere societa’ per azioni con otto miliardi di portafoglio, pena l’estinzione. Il saccheggio delle banche popolari e’ stato cosi’ avviato con l’inglobamento verso grandi banche. Prima delle crisi in Italia vi erano mille banche, in seguito seicento ed ora molto meno.

Le grandi banche italiane sono detenute in maggioranza da fondi stranieri con la conseguente morsa creditizia verso le imprese microscopiche anche se sane: sono queste ultime, fino a 10/15 dipendenti a comporre il tessuto produttivo italico ed a rimborsare i prestiti; ve ne sono quattro milioni e mezzo e soffriranno sempre piu’ con l’oligopolio finanziario e produttivo che si va componendo per intenti politici.

Cosi’ come il pensiero unico dominante che si proclama in modo subliminale, l’oligopolio finanziario e produttivo viene spacciato come utile al cittadino omettendo quanto sia il contrario.

Le banche italiane soffrono solo se piccole o piccolissime.

Le banche hanno aiutato lo stato a comprare i titoli con cui venivano erogati stipendi e servizi durante gli anni della crisi, pena il fallimento, a differenza dei tedeschi e francesi che in barba alle regole hanno dato soldi alle banche, in quanto forti dei patti pro euro sottoscritti anche dall’Italia. Cosi’ l’Italia bancara si e’ trovata nella condizione di non poterlo fare a causa dell’euro ed ora non presta soldi ai micro imprenditori alla luce dei crediti che vanta verso lo stato.

I criteri di valutazione degli istituti di credito sani, sono surrettizi se si sapesse tutti, che la Deutche Bank detiene titoli tossici equivalenti al 12% del pil europeo, e le banche francesi poco meno. Dunque la bce e’ strabica e l’informazione non imparziale, dal momento che si credono inaffidabili istituti bancari con quote risibili di titoli tossici.

Il fondo salva stati gia’ in essere perche’ costituito, fa pagare le vittime di fallimento fino all’ultimo soldo di recupero, quindi e’ come se tale fondo fosse fittizio.

La crisi ha originato da un cambio di modello della produzione e delle regole per cui si e’ rivelata una crisi di produzione e non di finanza. La finanza da parte sua, potrebbe risolvere immantinente la crisi di produzione, se soggiacesse al primato della politica, della filosofia e dell’etica; cosi’ come e’ accaduto nella storia umana. 

Oggi il neoliberismo pronuove l’oligarchia ed il pensiero unico, ma sopratutto il primato dell’opulenza e della finanza, sull’etica, sulla cultura. Bisognerebbe dunque ripartire da una effettiva distribuzione di ricchezza verso le fascie deboli, in previsione di un rinascimento mondiale inesorabile.

Urge ora ripristinare certi parametri di sovranita’ monetaria, a causa del valore dell’euro troppo alto per l’economia italiana, che si e’ vista dimezzare il potere economico. Processo graduale e di la’ da venire, questo della sovranita’ monetaria verterebbe sulla rinegoziazione del valore dell’euro, come media tra le principali valute europee, mirata a non decapitare il potere d’acquisto di nessun popolo.

Infine e’ necessaria una suddivisione tra banche d’affari e banche pubbliche, con le prime che devono operare per lo piu’ in borsa e non essere salvate dagli stati, a differenza delle banche pubbliche o delle banche private sociali. Cosi’ i meccanismi di bail in e bail out sarebbero superati; oggi invece significano che, se una banca fallisce pagano rispettivamente i correntisti, o lo stato. Infine l’introduzione di banche pubbliche come tutt’ora presenti in Francia e Germania, risulterebbe salvifico per l’Italia. Almeno di una grande banca pubblica a garanzia delle aziende e delle professionalita’.

Oggi la ricetta anticrisi risiede in una palingenesi del sistema economico, che sia inflattivo in antitesi a quello deflattivo dell’austerita’, il quale anziche’ diminuirlo, ha ampiamente aumentato il debito pubblico. Ragion per cui e’ un sistema scellerato, erroneo.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Spread ed Euribor: vince Euribor

Purtroppo ogni ente o persona ambiziosa, non solo in Italia, fa a suo modo politica, il che diventa deleterio per la società generale.

Da suddetta premessa, vanno delineate le linee manageriali che dovrebbero rilanciare l’intero sistema paese a nome Italia: quando si affrontano le incombenti ed attualissime dinamiche che si palesano con gli altisonanti nomi di “spread”, “bce”, “quantitative easing”, “Banca d’Italia”, “mutui a tassi fissi o variabili”, “euribor”, vengono generalmente occultati dei dati sostanziali: lo spread non influisce sui tassi d’interesse dei mutui, per quello esiste l’euribor, il quale non viene influenzato dallo spread. L’euribor è il tasso fisso con cui vengono scambiati titoli e soldi fra le banche, il quale dovrebbe essere riportato, e non lo si fa ancora, da una banca statale. Oggi le banche d’affari, che sono maggiormente private, detengono il potere finanziario sufficiente a far collassare una nazione o un sistema di banche; le banche d’affari costituiscono gran parte del potere della Banca d’Italia, nonchè quello della Banca centrale europea o bce, nella quale la Banca d’Italia è confluita. Stesso dicasi per la famigerata Fed americana.

Dalla appena citata congerie di dati ed interessi incrociati, si deduce con faciltà quanto la politica sia commistionata con le banche d’affari, e sia pertanto scoraggiata o impossibilitata nel sanzionare le banche d’affari e il loro conglomerato di assurdo potere finanziario/politico.

Diventa assolutamente difficile quanto impossibile regolamentare lo strapotere finanziario nazionale e transnazionale per la politica, a causa del fatto che i politici artefici ed esecutori delle scellerate politiche degradanti economicamente, l’Europa post 2009, diventano quasi sempre dirigenti iper arricchiti delle stesse banche d’affari. E gli stipendi in questione per i vari Monti, Prodi e compagnia, sono parossisticamente superiori ed estremamente legali, rispetto agli emolumenti percepiti nella loro trascorsa attività politica o ministeriale. Dunque il conflitto d’interessi tra politica e finanza, tra finanza e banche alla stregua di quello tra editoria ed imprenditoria, è tanto lapalissiano quanto di tempestiva risoluzione da adottare.

I titoli di stati italiano, alias i btp considerati come spazzatura finanziaria a causa dello spread deficitante, che rende i rendimenti italiani di tre punti inferiori di quelli tedeschi, a differenza degli ultimi trent’anni con la situazione pressochè invertita; va detto che i rendimenti netti dei btp sono pari quasi allo zero, eppure pur volendoli acquistare non ve ne sono più; per quale motivo non ve ne sono? Perchè sono stati già acquistati dalle banche d’affari e dalla bce post quantitative easing, i quali sono consapolvoli dell’importanza effettiva dei titoli di stato italiani tanto bistrattati. Questo fatto viene fatto al fine di poter speculare sull’Italia e indirizzarne una politica finanziaria prossimamente futura, imperniata sulle privatizzazioni, sulla distruzione definitiva della classe media detentrice di competenza e cultura, il che è pericoloso per la stabilità politica ed economica delle cricche finanziarie, bancarie ed industriali che dettano la vita di ognuno.

Oggi ci sono alcuni modi per eludere questa dissennata volontà di ulteriore schiavizzazione politico-finanziaria dell’Italia: limitare i danni causati dalla speculazione finanziaria impedendo la compravendita immediata di titoli di stato o btp; ridare potere finanziario ai btp mediante l’intervento dell’unica banca pubblica presente in Italia, ovvero Cassa depositi e prestiti, che detiene liquidi per 350 miliardi; contrattaccare dunque l’assalto al default italiano mettendo garanzie della Cassa depositi e prestiti, per 60 miiardi di titoli di stato rimborsabili anche in caso di fallimento statale; rimorsabili attraverso crediti presso lo stato, sul piano immobiliare, monetario, fiscale, e giusto per rintuzzare con efficacia la morsa speculativa; altra contromossa per l’autotutela finanziaria per l’Italia, consiste nel riesaminare gli accordi trentennali con i crediti della pubblica amministrazione nell’ambito delle banche d’affari, che spirano oltre dieci miliardi infruttuosi l’anno, senza possibilità d’uscita; allorchè si scopra di nuovo, che i criteri di azione di queste banche, non hanno rispettato i doveri da essi sottoscritti, nell’ambito della tutela della collettività; allorchè si scopra come avvenyto di recente, che tali banche abbiano manomesso i tassi euribur e pompato lo spread per guadagnarci di più, si deve interropere il rapporto di collaborazione finanziaria con tali banche. 

A proposito delle banche d’affari e delle agenzie di rating che sono state scoperte alterare dei dati ufficiali di stampo finanziario per non perderci, oltre alla condanna emessa e non eseguita di 4 miliardi di perdite per l’Italia, deve essere impedito di continuare a lavorare con l’Italia.

Oggi basare i meccanismi di tutela finanziaria collettiva d’italia, sul Monte Paschi di Siena quale nuova effettiva Banca d’Italia, consisterebbe la mossa più acuta da fare siccome la Monte Paschi e l’altra unica banca pubblica invece la Banca d’Italia è confluita e depotenziata in bce, con una presenza esiziale per l’Italia, di trecento miliardi di titoli tossici extra italiani.

Sarà alla luce di queste mosse spalmate in un ampio periodo come in una partita a scacchi, che l’Italia trasformerà l’avversione dei siddetti mercati finanziari su di sè, in effettiva risorsa, basata sulla coerenza e credibilità di quella che è, nonostante tutto, la seconda potenza economica europea.

Se poi si allude al fatto che il decantato come migliore in assoluto, presidente del Consiglio italiano figurava ai vertici della Goldman Sachs all’epoca dei contratti tossici tra finanza e pubblica amministrazione, ci si spaurisce. E fermare l’”orda” economicamente letale per l’Italia, di contratti finanziari modello Recovery fund, diviene imperativo categorico: smantellare la subordinazione politica italiana dalla finanza depredatrice e’ possibile obbligando tutti gli operatori italiani al rispetto della Costituzione: uno dei principi della pregevole Costituzione italiana verte sul divieto di speculazione italiana, e divieto di cessione di ogni tipo di sovranita’, eccettuata una piccola percentuale di essa, in contingenze belliche brevi, e in ambito di accordi comunitari.https://www.facebook.com/marketplace/item/210340406717147/