Metano estratto abusivamente

ROVIGO: estrazioni abusive di metano nel giardino di casa collegato alla caldaia: beccati e denunciati dai forestali. I carabinieri forestali indicano l’area nella quale si svolgevano le estrazioni llegali di acqua metanifera.

Mentre lo spettro della ripresa delle trivellazioni aleggia minaccioso sul Polesine ed il fronte dei contrari continua ad allargarsi e mobilitarsi c’è chi ha pensato bene di darsi alle “trivellazioni fai da te”, rimettendo in funzione un vecchio sistema di estrazione del metano. A scoprirlo ed a denunciare i protagonisti sono stati i militari delle Stazioni Carabinieri Forestali di Adria e Porto Tolle che, investigando a ritroso da un’anomala salinità riscontrata nel corso dell’estate scorsa nello scolo Fossetta, alle porte di Adria, sono rusciti prima a risalire allo scarico delle acque reflue generate nel corso dell’estrazione illecita, poi al rudimentale impianto per la produzione vera e propria del metano, al quale erano collegati una tubazione ed un separatore che trasportava direttamente il gas alla caldaia dell’abitazione della famiglia proprietaria dell’area.

I protagonisti rischiano ora pesanti pene: da due a sei anni di reclusione per furto aggravato, l’arresto da due mesi a due anni per lo scarico illecito di acque reflue, la reclusione da sei mesi a tre anni per contrabbando di prodotti energetici, da due a sei anni di reclusione per inquinamento ambientale, oltreché dover anche rifondere le imposte evase con una sanzione minima di 7.746 euro. E mentre sono in corso accertamenti per capire se vi siano altre situazioni analoghe ed altre persone coinvolte in questo tipo di estrazioni abusive, i militari della Forestale tengono ad evidenziare, anche per evitare pericolose emulazioni, che tale impianto, tanto ingegnoso quanto pericoloso, poteva in qualsiasi momento “saltare in aria” in quanto, proprio per come era predisposto, erano persistenti e notevoli le fughe di gas, peraltro inodore.
su Il Gazzettino emerge in modo palese quanto gli italiani si stiano industriando per trovare forme alternative ed assai economiche, di rifornimenti energetici. Ora che i carburanti sono nuovamente-ma insufficientementre-scesi nel prezzo sotto l’euro e novanta, permangono accordi carsici fra molteplici aziende settentrionali ed enti russi, fornitori di gas e carburanti dai costi calmierati. In questa congiuntura si verifica la risalita del numero dei senza-tetto principiata nello scorso biennio-: i senza fissa dimora in Italia, superano odiernamente, i centomila. Dal punto di vista giuridico, nell’ambito della proprietà privata, numerosi lettori si domandano se l’estrazione di metano e di ipotetici idrocarburi, permanga nell’ambito dei reati, specialmente di questi tempi economicamente foschi. Ovviamente rispettando tutte le norme di sicurezza pubblica e privata richieste. Il che si presenta in concomitanza dell’assoluzione di una storica borseggiatrice, nel Veneto, a causa della mancanza di denuncia delle vittime. Gli addetti ai lavori imputano alla riforma Cartabia, tale episodio.

Le imprese edili in relazione al Superbonus, sono amareggiate ed imbizzarrite: infatti sul blocco dei crediti fiscali anche il big Zanutta dice stop: «Trenta milioni di crediti fiscali, ora ci fermiamo». Siccome cìè malcontento per le tasse perennemente alte, il catroenergia e l’inflazione, si rilevano fughe alle Canarie o in Portogallo per la pensione dorata: più di 6mila friulani già “scappati”.




Voucher badanti dal Piemonte: soldi ed ottimi casi specifici

E’ semplicemente vergognoso e francamente intollerabile”, ha polemizzato Silvana Accossato di Liberi Uguali Verdi, “Volendo sorvolare sullo stile futurista della locandina, il quale andava di moda in epoca fascista e molto caro risultava anche ai post-fascisti; non possiamo non sottolineare l’arroganza con cui l’Assessore Marrone fa un uso strumentale e propagandistico di una misura regionale finanziata con soldi pubblici”. “Basta andare su un motore di ricerca e digitare il numero di telefono indicato sulla locandina per scoprire che è un numero utilizzato più volte per iniziative elettorali da esponenti di Fratelli d’Italia”, continua Accossato, “Ci troviamo di fronte ad un classico esempio di arroganza del potere, di disprezzo delle istituzioni ma anche semplicemente di mancanza di ritegno, una vicenda grottesca ed inaccettabile”. “Si vota tra un anno e mezzo”, ha risposto Marrone, “Penso che mentre la comunicazione istituzionale preveda un numero verde, un centralino ed una mail istituzionale, io ho semplicemente aggiunto una divulgazione dal mio profilo con un mio riferimento. Credo che sia un segno di vicinanza alla cittadinanza, soprattutto ai cittadini piemontesi più fragili. Un buon modo di far politica perché quando si governa non ci si rinchiude nel palazzo”. L’obiettivo del Governo con l’introduzione del bonus colf e badanti è quello di favorire la regolarizzazione di quei 780.000 lavoratori domestici (su un totale di 1,5 milioni) che si trovano a lavorare in nero. Questa querelle è sorta in base ai contributi locali, presso Torino, di matrice europea ed a sostegno verso i lavoratori oppure personale extraprofessionale, che assiste anziani o soggetti affetti da grave patologia; od anche persone dalla forte disabilità. Il merito di tale iniziativa lo avrebbe, indirettamente preso, la fazione relativa al partito di Meloni, secondo gli accusatori.

Oltre alla possibilità di utilizzare il bonus colf e badanti 2023 per pagare lo stipendio dei lavoratori domestici, potrebbero tornare disponibili anche i voucher lavoro fino a diecimila euro. In alternativa il Governo ha pensato all’utilizzo del Libretto di Famiglia. Questi strumenti di pagamento sono stati introdotti – o meglio re-introdotti – dalla Legge di Bilancio 2023, e potrebbero aiutare le famiglie a pagare lo stipendio dei lavoratori domestici. Ciò a fronte di costi che si aggirano o superano i duemila euro mensili, per i profili specializzati e contrattualmente in regola.

Le novità sono state comunicate con una circolare INPS ed un decreto apposito approvato dal Ministero del Lavoro nelle scorse settimane. Infatti è previsto un pagamento mensile di 600 euro per parenti o persone che si prodigano nell’ausilio di persone anziane o di quelle non autosufficiuenti. Basta, per assicurarsi tale somma sul proprio conto corrente, dimostrare di avere la medesima residenza della persona affetta da disabilità o somma anzianità. I Caf disseminati su tutto il territorio nazionale fungono, in questo caso, da anello di congiunsione con l’Inps, una volta presentata la documentazione attinente le cure e la residenza, relative la persona da sostenere. Ed una volta inoltrata la domanda, il bonfico in caso di accettazione di essa, dovrebbe vedersi recapitato a partire dal mese successivo oppure nell’arco di un paio di mesi.

Per colf e badanti arriva un aumento di stipendio. Gli aumenti saranno destinati ai lavoratori domestici che percepiscono una retribuzione mensile – e non quindi una paga “a ore” – e potrebbero arrivare fino a 130 euro in più al mese.

Nella provincia autonoma di Bolzano, per l’esattezza a Brunico con i suoi sedicimila residenti, antecedentemente i voucher governativi, viene erogato un pagamento verso i cittadini disabili, di 1500 euro mensili, cui vanno aggiunti 1000 euro comunali in caso di nuovi residenti, oltre a benefici su affitti e bollette ed infine lavoro garantito sotto l’egida delle categorie protette: a cui vengono sommati la pensione Inps e casomai la pensione di reversibilità che verrebbe recisa al massimo del 20%, in base ad un salario superiore a 1800 euro netti. Insomma esistono apriori fette di Italia, come nel casi di Brunico, in cui un disabile piuò percepire, tra voucher, pensione, salario da impiego ed aiuti comunali, poco più di seimila euro al mese.

Nell’ìambito della dovizia di bonus, voucher e strumenti di sostegno al reddito, si sono espressi in maniera altisonante economisti ed imprenditori come Francesco Carrino, perito di criptovalute e strumenti di guadagno alternativi, il quale aborrisce questi propositi definendoli teleologici alla creazione di dipendenza aziendale, professionale e civica, verso lo stato. Invece dalla sua prospettiva sarebbe utile dipanare tale problema sgravando le tasse ad imprese e lavoratori e regolarizzando la pletora di impiegati pubblici non ancora a sistema. Il professor Malvezzi, finanzialista ed ex sottosegretario all’economia nell’epoca della Prima Repubblica, allude al reddito di cittadinanza come controproducente, alla stregua dei voucher e bonus presenti odiernamente, in quanto tutte queste misure eludono il problema cardinale: esso consiste nel ritorno alla spesa pubblica per lo stato, in antitesi all’austerità finanziaria propugnata dall’Europa, e sopratutto del pagamento dei crediti statali annosi ormai, verso la dovizia di piccoli e medi imprenditori che continuano a costituire la spina dorsane del fisco e dell’erario. Malvezzi non si esime dal caldeggiare per concretizzare la riconversione energetica di imprese, prodotti ed infrastrutture, senza gravare sulle casse di cittadini ed imprenditori. Binariamente a ciò l’economista promotore del concetto di “umanità” nei circoli finanziari, esorta lo stato a calmierare l’inflazione ed i costi crescenti delle materie prime, per mezzo di un proprio intervento scevro di indebitamento.

Il presidente della Consob Paolo Savona ha recentemente dimostrato quanto in Italia sia venuto meno, nell’arco dell’ultimo lustro, il principio costituzionale del risparmio. A tal proposito Malvezzi ha contestato anche lo smarrimento del dettame costituzionale relativo il diritto al lavoro, quello alla giusta retribuzione e quello alla faciltà e libertà di impresa: a sostegno di questa tesi Malvezzi auspica che il governo attui strategie di investimento indicate dagli industriali, in antitesi alle decisioni dei banchieri.

Vocabolario

*Antitesi: contro.

*Lustro: cinque anni.

*Altisonante: che si sente molto.




Spray su bambina ed infanticidio: sgomento al Nord ed al Sud

Succedeva a Milano, allorchè una bambina infante veniva reiteratamente trasportata al Pronto Soccorso a causa di irritazioni cutanee cui i medici, nei giorni scorsi, non sapevano dare una risposta: o meglio le infiammazioni cutanee erano lapalissiane ma la loro origine taciuta. La madre della bambina di soli sedici mesi, alla luce del quarto ricovero della neonata, ha insospettito medici ed agenti, i quali hanno scoperto quanto la ventinovenne appartenente ad una famiglia non problematica, spruzzasse di proposito quantità ingenti di spray al Borotalco sulle braccia e sul corpo della figlia. Così sono scattate le sanzioni di custodia cautelare e l’ipotesi di turbe psichiche, nei confronti della giovane madre che pare avesse maltrattato la figlia, dalle prime indagini, per aumentare il numero dei ricoveri in nosocomio.

Nel napoletano, peculiarmente nella zona di Torre del Greco, sono emersi dettagli raccapriccianti in merito all’omicidio di un bambino di due anni e mezzo avvenuto mesi addietro presso la spiaggia. Alla donna è stata comminata la pena di arresto, ad onta del fatto che probabilmente soffrisse di problemi psicologici. Ad incastrarla è stato il telefono da cui si evince che la quarantunenne che ha ucciso il figlio immergendosi a mare, scriveva al marito che il cherubino non dormiva, che temeva fosse malato di autismo, chiedendo al marito l’ipotesi di ucciderlo. Inoltre la madre aveva anche definito come “mostro”, il minore. Nel processo erano presenti il marito ed i nonni paterni, con la difesa che postula quanto la donna non fosse capace di intendere e volere, nell’atto omicida. Anche se a tal proposito fette crescenti di opinione pubblica, tra i concittadini della donna e gli internauti, auspicano chiedendo con zelo, che in casi di omicidio brutale e di infanticidio, glissino le attenuanti relative i disturbi psichici, in favore di pene certe, lunghe ed esemplare; non sono pochi invece, quelli che postulano un ripristino della pena di morte in situazioni eclatanti come delitti dei minori e reati analoghi.

Vocabolario

*Reiteratamente: in modo continuo.

*Comminata: inflitta.

*Cherubino: angelo.




Napoli: ufficio chiude e dipendenti vengono aggrediti

L’ufficio delle carte d’identità del Comune di Napoli chiude perché al termine della giornata lavorativa. Allo sportello solo due dipendenti: uno rilascia i documenti, l’altro controlla i numeri di prenotazione di chi è in fila. Ma all’orario di chiusura c’è ancora una lunga coda. Gli utenti, nonostante siano stati avvisati che alle 18,00 si chiude anche se si è preso il numero, si arrabbiano e aggrediscono i dipendenti. Sono costretti ad intervenire gli agenti della Polizia Locale per riportare l’ordine. L’episodio è accaduto nel pomeriggio di quattro giorni fa, nella sede della IV Municipalità di Gianturco, e testimonia delle difficoltà dell’amministrazione comunale, che deve fare i conti con un organico ridotto all’osso, nonostante il recente concorso. Nell’ufficio, infatti, c’erano solo due dipendenti a farsi carico di una enorme mole di lavoro. Uno addetto alla distribuzione delle carte d’identità elaborate nei giorni precedenti e l’altro al ricevimento dell’utenza, che era stata avvisata che non poteva essere ricevuta dopo le ore 18.00, termine dell’orario di servizio, pur se in possesso di un numero per l’attesa.
Gli utenti inferociti hanno aggredito i dipendenti: infatti alcuni astanti, in attesa da ore nel quartiere popolare nei paragi del Porto e di nuovi incubatori aziendali, hanno iniziato ad inveire contro il dipendente ed a manifestare la loro insoddisfazione. La situazione ha preso una brutta piega e sono dovuti intervenire gli agenti della polizia municipale che hanno cercato di calmare un’utenza ormai ingestibile. Un episodio, purtroppo (non è il primo), che evidenzia lo stato in cui operano i dipendenti in carenza di personale. Difatti tale carenza comporta l’apertura ridotta del servizio a solo due giorni a settimana (lunedì mattina e mercoledì pomeriggio) con un aumento delle richieste dovute anche al gran numero di persone che insistono sulla municipalità, ma che non possono essere evase. Così impenna il livore della cittadinanza verso Manfredi, il sindaco in carica, cui si attribuiscono i disservizi più disparati, il caroenergia e la chiusura per lavori di alcune scuole e strade. Anche il rutilante lungomare viene ostracizzato, accomunando Roma e Napoli in un’eco di invettive, enfatizzate pochi mesi fa dal professor Michetti: alla luce dei rallentamenti alla circolazione, i blocchi stradali altalenanti, le arterie di collegamento sovente chiuse, interrotte o ristrette, il numero di usufruttori delle zone pedonali o di quelle a traffico limitato, è estremamente basso rispetto alla dovizia di automobilisti impossibilitati a passare per le suddette strade e pertanto accalcati quotidianamente nel traffico. Di conseguenza un numero crescente di persone reclama la riapertura del Lungomare con lo smantellamento della carreggiata riservata alla pist ciclabile che rimpicciolisce la strada. In questa fase di austerità finanziaria perpetuata dall’Europa, ricadono sugli amministratori locali come il sindaco Manfredi di Napoli, le colpe relative le mancate assunzioni effettive dopo il macroconcorso del 2022 e le regolarizzazione dei concorsi degli scorsi anni, che vedono penuria di personale in ogni ambito dell’amministrazione locale, provinciale, regionale: ciò grava maggiormente per il numero di abitanti.




Vescovo Sanremo: comunicato stampa inaspettato

Il mondo cattolico appare non rimanere indifferente all’appello del Vescovo di
Sanremo, in seguito alle polemiche relative i messaggi subliminali, i gesti e le espressioni artistiche inscenati all’Ariston:
“Cari cattolici iniziate a fare una scelta da che parte stare! L’immoralità di Sanremo non può trovare posto per Cristo e la sua chiesa. Il silenzio sarà pesato molto sulla coscienza dei cattolici.
Don Giuseppe Maria Zurzolo.

Diocesi Ventimiglia – Sanremo.

Da qui l’invettiva contro “una triste apertura del Festival della Canzone Italiana 2022 che ha purtroppo confermato la brutta piega che, ormai da tempo, ha preso questo evento canoro e, in generale, il mondo dello spettacolo, servizio pubblico compreso. La penosa esibizione del primo cantante ancora una volta ha deriso e profanato i segni sacri della fede cattolica evocando il gesto del Battesimo in un contesto insulso e dissacrante.

Il brano presentato, già nel titolo – Domenica – e nel contesto di un coro gospel, alludeva al giorno del Signore, celebrato dai cristiani come giorno della fede e della risurrezione, collocandolo in un ambiente di parole, di atteggiamento e di gesti, non soltanto offensivi per la religione, ma prima ancora per la dignità dell’uomo.

Non stupisce peraltro che la drammatica povertà artistica ricorra costantemente a mezzi di fortuna per far parlare del personaggio e della manifestazione nel suo complesso.

Indeciso se intervenire o meno, dapprima ho pensato che fosse conveniente non dare ulteriore evidenza a tanto indecoroso scempio, ma poi ho ritenuto che sia più necessario dare voce a tante persone credenti, umili e buone, offese nei valori più cari, per protestare contro attacchi continui e ignobili alla fede; ho ritenuto doveroso denunciare ancora una volta come il servizio pubblico non possa e non debba permettere situazioni del genere, sperando ancora che, a livello istituzionale, qualcuno intervenga; ho ritenuto affermare con chiarezza che non ci si può dichiarare cattolici credenti e poi avvallare ed organizzare simili esibizioni; ho ritenuto infine che sia importante e urgente arginare la grave deriva educativa che minaccia soprattutto i più giovani con l’ostentazione di modelli inadeguati.

Sono consapevole che la mia contestazione troverà scarsa eco nel mondo mediatico dominato dal pensiero unico, ma sono ancora più certo che raggiungerà cuori puliti e coraggiosi, capaci di reagire nella quotidianità della vita ad aggressioni così dilaganti e velenose. Soprattutto sono convinto di dover compiere il mio dovere di pastore affinché il popolo cristiano, affidato anche alla mia cura, non patisca scandalo da un silenzio interpretato come indifferenza o, peggio ancora, acquiescenza.

Vero è, come dice il proverbio, che “raglio d’asino non sale al cielo”, ma stimo opportuno sollecitare le coscienze ad una seria riflessione e i credenti al dovere della riparazione nella preghiera, nella buona testimonianza della vita e nella coraggiosa denuncia. Antonio Suetta rilancia sulle piu’ seguite pagine cattoliche tali esternazioni, che trovano sponda su fette crescenti di opinione pubblica, anche extracristiana.

Alle affermazioni del prelato italiano altisonanti, si aggiungono quelle del figlio di Trump in merito ai Grammy del 2023, finanziati lautamente dal macrocomparto farmaceutico e che hanno assistito la bislacca e dissacrante esibizione del famigerato Sam Smith. Da un video presente sui circuiti social legati ai conservatori ed ai critici verso l’andamento geoeconomico, geopolitico e sociale planetario, Donald Trump Junior denigra l’interpretazione canora di Smith travestito da demone, alludendo ai rituali occulti, di matrice satanica, sfoggiati ai Grammy: e descrivendo quello di Smith un vero e proprio rituale anticristiano.

Vocabolario

*Matrice: caratteristica, origine.

*Sfoggiati: messi in luce.

*Bislacca: molto strana.




Italia: la citta’ record mondiale per qualita’ di vita

Germania (76.479), Croazia (64.206), Polonia (60.721), Regno Unito (60.697), Grecia (54.473), Brasile (53.658) e Stati Uniti (46.839). A livello globale, quasi una struttura vincitrice su dieci (122.095) ha ricevuto anche l’icona Viaggi Sostenibili per il suo impegno a favore della sostenibilità.

La top 10 completa aggiornata, invece,  delle città più accoglienti al mondo, secondo Booking.com:
1Polignano a Mare, Italia
2Città di Hualien, Taiwan
3San Sebastián, Spagna
4Dresda, Germania
5Klaipeda, Lituania
York, Regno Unito
6Ushuaia, Argentina
7Porto De Galinhas, Brasile
8Città del Messico, Messico
9Gold Coast, Australia.

Polignano a Mare (mare con ‘Bandiera Verde’ nel 2022) è la prima ed è l’unica città italiana a vincere il riconoscimento derivante la clientela di Booking “Un risultato straordinario per la città pugliese e per tutta l’Italia – commenta Ivana Jelinic, Ad di Enit (Agenzia Nazionale del Turismo) a Fortune Italia -. C’è grande soddisfazione per questa notizia: una perla del nostro Paese ci porta ancora sulla cresta dell’onda del turismo, anche per quanto riguarda la comunicazione, visto che il premio è di un circuito riconosciuto a livello globale come quello di Booking”. Per Jelinic “eccellenze come Polignano portano un vantaggio enorme a livello nazionale. È una rivincita per la città che ha ottenuto e sta ottenendo grandi risultati grazie alle attività ‘dal basso’ e alla promozione. Una promozione locale che si innesca poi su quella regionale e nazionale, approdando poi sui mercati esteri. Una best practice che ci fa ragionare sul valore del nostro ‘brand Italia’ e sul marketing turistico, che deve partire necessariamente dalla materia prima” come le destinazioni che visitiamo. “In futuro – ha detto Callari di Booking.com –  sappiamo che le persone vorranno ancora ‘vivere’ il mondo, forse in modo più significativo che mai, con la maggior parte dei viaggiatori globali (66%) che vogliono avere esperienze rappresentative della cultura locale, mentre uno su quattro (25%) ha detto che sarebbe disposto a pagare di più per le attività che hanno un impatto positivo sulle comunità locali”. Potremmo dire che non c’è momento migliore per una collaborazione ancora maggiore tra il settore e le comunità per mettere in comune conoscenze e idee. “Ricevere il Traveller Review Award da parte di Booking.com – ha continuato Alessandro Callari – può aumentare il profilo di una destinazione, sia tra quelli che potrebbero non averne sentito parlare, sia con i viaggiatori che stanno pianificando attivamente il loro prossimo viaggio e stanno già considerando alcune destinazioni, anche perché questo premio è riconosciuto a livello globale”.

Se il paesaggio, il mare, fanno la loro grande parte nel racconto di un posto, è l’impegno quotidiano di chi lavora nel turismo che diventa essenziale nella promozione di un luogo. Come quello delle strutture ricettive, sempre attente a dare il loro contributo per valorizzare le nostre città. “Cerchiamo continuamente di lavorare sulle persone, oltre che sui servizi – dice Andrea Nati, uno dei titolari del ‘Sei Stelle Mama’, una struttura ricettiva riconosciuta soprattutto per la sua centralissima posizione nella principale Piazza Vittorio Emanuele (voto 9.9 su Booking) -. È in atto un processo di rinnovamento delle strutture più vecchie: il risultato è la presenza di hotel o B&B moderni e al passo con i tempi”. Polignano ‘parla internazionale’, se si pensa che la fetta più importante dei turisti durante l’anno è composto da circa l’80% di persone che arriva da oltreoceano, quindi americani, australiani, asiatici. E a proposito di ‘rivincita’ Nati ci tiene a sottolineare che “sì, è proprio così. Polignano a mare è quella di oggi da circa 8-10 anni a livello di infrastrutture turistiche, secondo la mia esperienza. C’è stata una sorta di internazionalizzazione, ci siamo aperti realmente al mondo. E questo lo vediamo soprattutto in agosto, ma proprio da aprile ai primi di novembre in cui abbiamo un turismo internazionale ed europeo. Anche nel 2022 abbiamo avuto tantissimi turisti dall’Australia, dal Sud America e dagli Stati Uniti. I dati post-Covid sono stati confortanti, con un business molto importante e una bellissima clientela nazionale ed internazionale. Devo assolutamente fare un plauso alla Regione Puglia perché ci ha permesso di ottenere anche delle incentivazioni per poter fare le ristrutturazioni e per la velocità ad ottenere i permessi. A differenza di quello che si dice di solito della burocrazia italiana, la Puglia si è mossa molto, molto bene negli ultimi anni”. E se quest’ultima notizia “porterà sicuramente qui un turista ancora più convinto di visitare la Puglia, Polignano e tutte le bellissime città limitrofe, c’è da dire che dobbiamo ancora migliorare su alcune cose, come i servizi. Serve un servizio taxi, dei tour turistici e poi più parcheggi auto, importanti per accogliere i clienti soprattutto nel weekend”.

Questo criterio di vivibilita’ meridionale e la ostentazione di appartenenza a realta’ urbane fino a poco tempo fa denigrate in modo sommesso o considerate non appetibili per vivere, cozza molto con le critiche alla Milano contemporanea: il capoluogo lombardo e’ recentemente salito alle cronache, dall’alto nella nuova edilizia biocompatibile, avveniristica ed estremamente esosa, a causa della diaspora di giovani e meno giovani alla ricerca di soluzioni abitative piu’ accessibili ed umane. Infatti la fronda alla nuova estetica della grande Milano attiene l’affanno, il ritmo e l’immagine da megalopoli stacanovista, immersa nelle svettanti impalcature, nei nuovi super palazzi e grattacieli di sorta.

Mentre a Napoli oberata di turismo e nuovi innesti civici i parametri di rilevazione europea l’hanno recentemente etichettata come scarsamente vivibile per mezzo del traffico, della penuria di servizi efficienti, la popolazione ha esecrato tali metodi di valutazione alludendo al brio che caratterizza il capoluogo campano, alla cucina estremamente sapida ed ai prezzi non troppo alti dei servizi. Ad ogni modo Polignano nella Puglia, puo’ con infrastrutture, collegamenti, servizi ed offerte adeguati ai canoni europei, trainare un processo di espansione turistica e commerciale, da affiancargli quella industriale, di tutto lo Ionio, il Molise e la Calabria che ancora annaspano, tra la cesura degli investimenti pubblici, quelli europei, la crisi pandemica, e quella antecedente connessa all’aumento dei prezzi ovunque.

Vocabolario

*Antecedente: che viene prima

*Annaspano: affannano.

*Sapida: gustosa.




Catania: da Enel fabbrica di solare maggiore d’Europa

Forbes focalizza la questione dei nuovi investimenti Enel per il sud: la multinazionale italiana dell’energia infatti svela con orgoglio nazionale e patriottico, la gigafactory di Catania: che sarà la più grande fabbrica di pannelli solari d’Europa.
Il Cantiere Gigafactory 3Sun di Catania entro il 2024 sarà effettivamente la principale fabbrica di pannelli solari d’Europa, con una capacità produttiva di 3GW all’anno e una tecnologia avanzata unica al mondo. Enel ha investito nel progetto che punta non solo a garantire energia pulita e rinnovabile ma soprattutto ad accelerare il percorso verso la sicurezza e l’indipendenza energetica dell’Italia; rafforzare la filiera europea delle rinnovabili e compiere un ulteriore passo verso la transizione energetica.
La fabbrica passerà dall’attuale capacità produttiva di 200 MW l’anno a circa 3 GW l’anno, attraverso una tecnologia nota come HeteroJunction Technology, “eterogiunzione” di silicio, su cui sarà basato lo sviluppo di moduli fotovoltaici. Un balzo tecnologico che garantisce performance più alte ed un basso degrado del modulo fotovoltaico, garantendo pannelli solari fotovoltaici più competitivi rispetto alle tecnologie tradizionali.

Si passerà poi all’implementazione di una tecnologia denominata “Tandem” che consentirà di migliorare l’affidabilità dei pannelli e superare ulteriormente lo stato dell’arte delle celle fotovoltaiche in termini di efficienza, arrivando ad oltre il 30%. I lavori di ampliamento sono iniziati ad aprile 2022 e si prevede il completamento entro il 2024 attraverso due fasi che prevedono rispettivamente 400 MW operativi a partire da settembre 2023 e la piena capacità operativa a partire da luglio 2024. La produzione dei moduli fotovoltaici in configurazione Tandem è, invece, prevista dalla fine del 2025. Ad oggi gli incentivi statali verso le energie rinnovabili appaiono in ascesa rispetto allo stallo dell’ultimo lustro, al punto che fette crescenti di agricoltori stanno aprendo i propri spazi all’installazione di pannelli fotovoltaici: essi garantiscono redditi di circa 10000€ annui in relazione agli spazi di almeno un ettaro e mezzo.

Non si e’ fatta attendere la visita del cantiere siciliano da parte dei vertici istituzionali e del Gruppo Enel. Presenti il presidente di Enel, Michele Crisostomo; l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace; il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin; la direttrice generale della direzione energia della commissione europea, Ditte Juul Jørgensen; il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, e il commissario straordinario del Comune di Catania, Prefetto Piero Mattei.

“Da iniziative come questa cresce il futuro dell’energia. Replicheremo anche altrove”.
“Le stime sulla crescita delle rinnovabili per i prossimi anni affermano, sciorinano chiaramente per l’Italia e l’Europa che è strategico investire per dare vita a una filiera produttiva interna, coniugando le esigenze di sicurezza e indipendenza energetica con quelle dell’economia, del lavoro e dell’ambiente”, ha affermato Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale di Enel. “Con 3Sun dimostriamo nei fatti che produrre in Italia, e quindi in Europa, pannelli fotovoltaici di ultima generazione in grado di competere sui mercati internazionali grazie a tecnologia innovativa, è possibile. È da iniziative come questa che cresce il futuro dell’energia”.

“L’idea che noi abbiamo – ha sottolineato l’ad ai giornalisti a margine dell’evento – è produrre un disegno di fabbrica, una componentistica e una filiera produttiva, dove sono quasi tutti fornitori italiani, che poi vorremmo replicare altrove, magari anche raddoppiandola qua se c’è lo spazio, ma comunque replicare altrove esattamente uguale, in modo da avere un format che ci permette di poter avere anche economie di scala a livello mondiale”.

“L’Europa nel 2022 ha installato 41.000 megawatt di solare, questa fabbrica ne produce 3.000. Quindi sembra enorme, ma la domanda europea dei pannelli è incredibilmente in crescita. E poi ricordo che il 2022 non ha ancora risentito della crisi del gas, quindi nel 2023-24 vedremo questo numero probabilmente salire intorno ai 60.000 megawatt, che significa una domanda di pannelli solari in Europa decisamente in crescita. È bene che ci si concentri e si creino poli produttivi innovativi come questo, per fronteggiare questa possibilità”. “Noi compreremo da questa fabbrica all’inizio circa il 40% della sua produzione, mentre il resto sarà sul mercato. Andremo poi a ribilanciare questo nostro acquisto andando a circa il 25-30% durante la vita della fabbrica. Quindi è una fabbrica che starà sul mercato in gran parte“.

I passi avanti non sono solo sulla capacità produttiva, ma anche sull’efficienza dei pannelli prodotti. “Questa è una tecnologia che in questo momento è la più efficiente che c’è al mondo per quanto riguarda la conversione, quindi di quanta energia che arriva dal sole diventa energia elettrica, siamo intorno al 24,7-24,8%. C’è già un secondo step di innovazione che dovrebbe arrivare a maturità tra il 24 e 25% e la fabbrica ha un potenziale di crescita fino al 30%. Quindi è una delle fabbriche che produrrà pannelli più efficienti in giro per il mondo”.

“Il governo sta facendo bene e le richieste che abbiamo fatto sono quelle che hanno fatto un po’ tutti, cioè di snellire i procedimenti autorizzativi e permettere lo sviluppo delle rinnovabili come meritano, perché in questo momento sono la fonte di produzione energetica più competitiva, più sicura e che dà maggiore autonomia e indipendenza all’Italia”.

“Il sistema europeo ha erogato fondi a questa fabbrica meridionale. Quindi penso che da questo punto di vista l’Europa sta facendo bene -prosegue l’ad – Ci sono altri investimenti che arriveranno a fronte delle nuove misure che Ursula von der Leyen ha annunciato, quindi vedremo come questi alla fine andranno ad essere dettagliati. Anche gli Stati Uniti hanno imboccato vigorosamente questa direzione di progressiva decarbonizzazione della propria matrice energetica, anche loro vedendone da un lato la competitività economica e dall’altro la convenienza dal punto di vista dell’indipendenza.

“Il significato politico forte di questo investimento è la sua funzione di affrancamento del nostro Paese dall’estero, e segnatamente dalla Cina, anche sul fronte della produzione di impianti per l’energia rinnovabile”, ha commentato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. “Una indipendenza che passa per la qualità e per l’innovazione, per la capacità di produrre elementi migliori, più prestazionali, più durevoli, più facili da smaltire e da riciclare. Come in molti altri settori, l’Italia non vince perché produce molto ed a buon mercato, ma perché produce il meglio nel mondo. E il meglio ha il mercato migliore. La produzione della Gigafactory incrocia inoltre gli impegni del Governo che punta ad incrementare in maniera decisa l’installazione di rinnovabili e portarla ad almeno 8-10 GW annui, necessari per raggiungere i target di decarbonizzazione a cui l’Italia si è impegnata in sede europea ed internazionale. Si tratta di una ricerca di avanguardia che rappresenta l’essenziale motore tecnologico per un Paese che ha deciso di essere l’hub energetico dell’Europa”.

“Trasformare la Sicilia in un leader europeo nella produzione di energia solare” in concomitanza con la perdita di installazione Intel della propria appendice europea, figura l’intento di premiare e massimizzare il primato nazionale attuale di sviluppo e valore aggiunto industriale neofita che fregia la Calabria e potrebbe trainare in maniera ingente la parte bassa dello stivale italiano.
“La transizione europea verso l’energia pulita si concretizza attraverso progetti come questo”, ha detto la direttrice generale della direzione energia della commissione europea, Ditte Juul Jørgensen. “Questo progetto consentirà di valorizzare l’immenso potenziale di diffusione delle fonti di energia rinnovabile nel territorio di Catania, trasformando la Sicilia in un leader europeo nella produzione di energia solare ad alto valore aggiunto tecnologico, ed aprendo un corridoio internazionale per l’energia pulita da cui non solo l’Italia, ma tutta l’Unione Europea, può beneficiare. È una grande opportunità per rafforzare il lavoro qualificato, stimolare gli investimenti nella rete e potenziare l’indipendenza energetica dell’Europa in linea con il piano REPowerEU”. Questo processo di autonomia energetica italiano ed europeo dissocia la facoltosa macroarea asserragliata da crisi, inflazione e caro-energia, sopratutto dalla dipendenza della Russia. Bisognera’ paragonare il costo effettivo dei prodotti energetici in ottica di espansione economica ed anche lo spazio sottratto ad agricoltura ed industrie in favore dei pannelli solari, prima di decretare suddetti propositi ed investimenti, davvero proficui.

Vocavolario

*Decretare: indicare, nominare.

*Proficuo: molto vantaggioso dal punto di vista economico.

*Appendice: parte o estensione.




Industriale da’ 2000€ mensili ma non assume

Plastic Puglia offre per un autista una paga da 1.600-1.700 euro al mese, che può arrivare fino a 2.200 euro se ci sono straordinari o trasferte. «Offriamo un regolare contratto di lavoro, previsto dalla normativa nazionale, ed inserimento immediato, ma nonostante ciò non riusciamo a trovare personale», aggiunge l’imprenditore.

«L’ultima volta abbiamo assunto 10 giovani – prosegue Colucci -. In azienda ne servirebbero almeno altri 10. Siamo alla ricerca prevalentemente di autisti in possesso di patenti C+CQC, disponibili alla mobilità nazionale per trasportare le merci fino al luogo di destinazione. Si tratta di spostarsi specialmente nel Mezzogiorno, si rientra a casa tutte le sere».

In azienda al momento sono impiegati circa 200 dipendenti e, stando a quanto racconta Colucci, «si trovano tutti bene, sono felici» Colucci conclude: «Abbiamo dipendenti in servizio da 40 anni, siamo come una grande famiglia». Aveva bisogno di nuova manodopera da assumere: autisti ma anche meccanici, elettricisti e carpentieri, oltre che manovali generici per le operazioni di carico. La Plastic Puglia, azienda fondata da Vitantonio Colucci nel 1967, leader nella produzione di tubi per l’irrigazione di precisione e che si estende oggi su un’area di 100mila metri quadrati, con 8 magazzini, 6 dipartimenti produttivi e 35 linee di estrusione vantando una produzione annua di 50mila tonnellate di materie prime, non riesce a trovare dipendenti, anche a fronte di stipendi che vanno da un minimo di 1.700 euro (più benefit) fino a 2mila. Una ricerca di manodopera caduta nel vuoto nelle scorse settimane, sino a quando l’azienda non ha fatto sapere che, appunto, nessuno voleva lavorare. Una notizia esplosa sui media ma ecco che da due giorni il telefono in azienda squilla ininterrottamente e la mail è subissata di curricula . 300 quelli arrivati in poche ore, ma esigue sono le figure specializzate. Per l’imprenditore Colucci le difficoltà permangono. «Abbiamo chiesto nuovo personale perché come azienda siamo in crescita – spiega Colucci -. Abbiamo un forte aumento della domanda non solo dall’Italia ma anche da altri paesi europei ed extra europei. Solo che le persone che hanno presentato i curricula e si sono presentate non hanno la giusta formazione per essere inseriti nella nostra catena di produzione. Non rispondono alle nostre esigenze. Ne sono arrivati molti che superano i 50 anni, ma non fanno al caso nostro. Oppure c’è chi fino a ieri faceva il cameriere e poi ha inviato il curriculum. Senza nulla togliere alla professione del cameriere da noi non c’è tempo per la formazione e stare vicino a macchinari che costano milioni di euro non è assolutamente facile oltre che pericoloso. Volevamo assumere dei giovani ma questi ultimi, che spesso escono anche da un percorso scolastico, non hanno una preparazione tale da poter affidare loro compiti da specializzati».

L’imprenditore monopolitano punta il dito anche contro le istituzioni ree di non favorire la specializzazione proprio dei giovani. «Mi appello anche al Governo e in particolare al Ministro del lavoro, dice ancora, a che possa ricostituire un sistema migliorativo con riferimento proprio alle specializzazioni. Un ragazzo di 19 anni negli Stati Uniti è già pronto per affrontare il mondo del lavoro in fabbrica, in Italia no. Io proporrei fino a 16 anni una scuola teorica ma dai 16 ai 19 anni anche veri e propri stage all’interno delle fabbriche per chi vuol intraprendere questo tipo di professione. Guardate che non è solo la Plastic Puglia che non trova personale ma ve ne sono tante altre, di aziende».

Colucci nutre speranze di reperire le giuste figure e si toglie anche qualche sassolino dalle scarpe su chi lo ha criticato dai social, peculiarmente la sua azienda, in questi ultimi giorni. «Sicuramente troverò i 20 nuovi dipendenti, e anche più, che ci servono conclude l’imprenditore -. E saranno tutti regolarmente pagati perché la Plastic Puglia ha sempre rispettato, in tutti questi anni, il contratto collettivo nazionale del lavoro. Non è possibile che ci sia gente che critichi questa realtà che da tempo sostiene Monopoli, sostiene la Puglia ed è un vanto per l’Italia. Chi ha da ridire sulla Plastic Puglia fa male a se stesso».

Il problema della specializzazione aziendale permane ed e’ cruciale, al punto che industrie apicali come Fca rimarcano il medesimo fatto da dipanare a livello aggregato, pubblico, per dargli adito di assumere a dovere e massimizzare le produzioni. Solo che il costo di tali strumenti di formazione e’ opportuno non gravi le imprese gia’ inficiate dalla cesura degli investimenti e crediti pubblici, dall’aumento dei costi, dell’inflazione e del carovita: cio’ ridimensiona l’attrattivita’ dei salari ed il conseguente potere di acquisto. E’ d’altro canto d’uopo non snaturare la scuola italiana plasmandola solo sul tecnicismo industriale, che limita le imprese scevre di manodopera specializzata ma anche di quella tradizionale giovane. Inoltre non e’ lecito scagliare il reddito di cittadinanza in una lotta impari contro il salario da lavoro, ne’ indirizzare i giovani non entusiasti della scuola a mansioni industriali eludendo il prosieguo della propria formazione mirabile che caratterizza lo stato italiano. Dunque recidere le tasse per le imprese, finanziare pubblicamente la formazione aziendale e perpetuare l’eccellenza del sistema didattico italiano, sarebbe un vitale compromesso fra tutte le esigenze. Senza tangere il reddito di cittadinanza come ausilio al reddito dipendente, od alla inoccupazione oppure al precariato; bensi’ sgravando tutto da debiti e tagli economico-finanziari, compreso il reddito di cittadinanza medesimo.

Vocabolario

* Sgravando: togliendo peso.

*Perpetuare: continuare.

*Recidere: tagliare.




Scienza: cultura e sport aumentano l’intelligenza e modificano cervello

Di Rita Lazzaro

“Promuovere le attività artistiche e culturali, e accanto a queste lo sport, straordinario strumento di socialità, di formazione umana e benessere. Lavorare sulla formazione scolastica, per lo più affidata all’abnegazione ed al talento dei nostri insegnanti, spesso lasciati soli a nuotare in un mare di carenze strutturali, tecnologiche, motivazionali. Garantire salari e tutele decenti, borse di studio per i meritevoli, favorire la cultura di impresa ed il prestito d’onore. Lo dobbiamo a questi ragazzi, ai quali abbiamo tolto tutto, per lasciare loro solo debiti da ripagare.
E lo dobbiamo all’Italia, che il 17 marzo di 161 anni fa è stata unificata dai giovani eroi del Risorgimento ed oggi, come allora, è dall’entusiasmo e dal coraggio dei suoi giovani che può essere risollevata”.
Sono queste le parole con cui il nuovo premier, Giorgia Meloni, parla dello stato in cui versano i giovani della nostra Nazione.
Merito, lotta alla droga, all’alcol, alle devianze ed alla criminalità. Sono questi i punti chiave del premier sui vari interventi con e per il futuro della Nazione. Ma a quanto pare non tutti sono stati d’accordo con questa posizione, anzi…c’è chi è letteralmente saltato dalla sedia catapultandosi in piazza, proprio come hanno fatto studenti, psicologi, sindacati, molteplici strutture ed adepti progressisti.Ed in tutta questa rivolta in rosso la parola “ fascismo” e’ stata inflazionata. Non per nulla per Giannini, il Ministero del Merito “è Fascista”. Per  Calenda: «Il merito è l’unico antidoto a una società classista o appiattita sull’ignoranza…
Spero che Cisl e Uil prendano le distanze».
Merito che agli occhi della sinistra estrema appare  demerito.
Ma è davvero così?
1)A questa domanda e alle prossime risponderà Matteo Colnago, autore del libro ” L’atleta combattente”, membro del direttivo dell’ Associazione Paracadutisti d’Italia sez.Monza. Atleta poliedrico, dedito al pugilato,all’alpinismo ed al paracadutismo. “Il cervello plasma la cultura, la cultura plasma il cervello”, così Norman Doidge, studioso e psichiatra canadese dimostra, attraverso un’incontestabile documentazione scientifica, come la cultura modelli il cervello e le funzioni mentali.
Ecco perché il cervello di una popolazione può mutare nell’arco di una generazione – periodo nel quale le funzioni cerebrali possono modificarsi attraverso l’effetto neuro-plastico della cultura ed il merito rappresenta un fascio di luce che trafigge i vampiri del pensiero unico, perché riattribuisce la natura autentica ed integrale dell’essere umano.
Ciò che porta un Uomo ad affrontare le sfide, superare gli ostacoli e vincere le difficoltà, è il senso di padronanza, e del piacere di farcela.
Quando otteniamo la padronanza di un’attività e raggiungiamo un obiettivo il nostro corpo provvede a rilasciare dopamina e la sensazione di piacere raggiunge l’apice; questo meccanismo avviene non solo per la gratificazione personale ma anche per l’attribuzione valoriale che ci viene arrogata dal merito. La dopamina agisce in modo coordinato con l’acido glutammico (mediatore eccitatorio del sistema nervoso) per fissare il legame tra i neuroni che che si sono attivati nel genere di comportamento vincente. Ecco che il merito ha la facoltà di gratificare questo processo chimico che avviene nel nostro corpo in quanto classificare in ordine gerarchico e quindi di merito è un atto naturale e soprattutto normale.
Il fenomeno appena descritto prende il nome di Learning dopaminergico, ovvero uno “snapshot” che viene memorizzato nel nostro cervello e che verrà riattivato non appena incontreremo un solo elemento memorizzato lanciando il segnale che preannuncia la gratificazione e facendo ripartire il desiderio.
Il merito è l’innesco di questa reazione fisiologica perché attribuisce un significato valoriale alle nostre azioni.

Nel momento in cui il merito viene eliminato, anche reazioni fisiologiche assumono un drastico cambiamento modificando appunto l’effetto plastico del nostro cervello. Sorge spontanea una domanda: Perché la societa’ infondo sembra odiare il merito?
Perché lo teme! I soggetti dalla forte volontà individuale che emergono grazie alla formazione di sé non sono dei buoni consumatori.
La capacità di resistere alle tentazioni ed agli impulsi frenetici, la volontà di perseguire un obiettivo, la dedizione verso le proprie passioni vanno a discapito dell’esercito di zombie che i paladini politici odierni vogliono sostituire,  per meglio controllare le masse inglobando l’Uomo nella trigonometria produci, consuma, crepa.
Vi è anche una forte componente psicologica che porta molti a sentirsi terrorizzati dal merito: innumerevoli persone si vergognano inconsciamente della propria condizione di privilegio borghese e ciò nasce da una profonda paura del giudizio altrui. Si sentono intimamente vuoti e sostanzialmente temono le impressioni negative di chi, conoscendoli, potrebbe smascherarli per ciò che effettivamente sono: ipocriti allo strato brado.
Ecco perché temono il confronto, lo scontro, la sfida. Coloro il cui cervello è semplicemente stato plasmato dall’avvento del ’68, e le sue fondamenta sono state costruite sul dogma democratico unicuique idem, a tutti lo stesso, generando classi dirigenti di narcisisti e prepotenti che impazziscono al sol pensiero che il merito possa soverchiare la loro vita. Ma ciò che è naturale è indistruttibile, e lo sport rappresenta il palcoscenico in cui indurre la dopamina all’apice delle sue potenzialità in quanto discipline sportive come l’alpinismo, gli sport da combattimento, il paracadutismo, la subacquea, sono attività che premiano ed enfatizzano dedizione, sacrificio, studio ed entusiasmo; permettendo all’uomo di mettersi a confronto con se stesso e corroborando, cosi, l’unicità e la singolarità di ognuno di noi. Riscoprendo attitudini ed attingendo nuove forze dai talenti nascosti che risiedono nel nostro inconscio, lo sport svolge funzioni di miglioramento ontologico, deontologico e neurologico per le persone.
Allo sterile e cupo recinto produci, consuma, crepa rispondiamo con un raggio di sole che illumina la trigonometria scolpita nell’animo dei popoli europei: La natura come solco, l’eccellenza come fine, la bellezza come orizzonte”.

A proposito di istruzione e merito, al liceo Morgagni di Roma, sette anni fa è partita una sperimentazione (oggi allargata ad un’intera sezione) dove gli studenti vengono interrogati e fanno prove di verifica, ma non vengono valutati con un numero: i professori spiegano loro che cosa c’è da fare per migliorarsi e su quali aspetti sarebbe bene lavorare di più.
Nessuna valutazione ma mere osservazioni per migliorarsi.
2)A suo avviso, questo è un modus operandi costruttivo per i giovani non solo a livello culturale ma anche per essere preparati al mondo del lavoro ma soprattutto alla vita?
“Quando un alpinista si trova a 7000m di quota, a -20°, di notte, con raffiche di vento a 70-80 km, significa che in quel momento nulla giova a suo favore; eppure, arriva in cima e torna al campo base sano e salvo.
Ce l’ha fatta non solo per la dedizione con cui si è allenato ma perché alla domanda “quanto ti hanno pagato per farlo?” risponde “ciò che faccio non ha un prezzo ma un valore”. In alta quota, non esistono giudizi, né colpe né perdono. Esiste la responsabilità. La responsabilità è una virtù di romana concezione, una congruenza tra l’impegno assunto e l’accettazione della conseguenza.
La responsabilità è un sentire superiore che risiede nel detto unicuique sum, a ciascuno il suo e questo determina l’avvento di un modus operandi completamente distante dalle logiche paritarie democratiche, che impongono ai giovani un settaggio delle loro azioni basato sulla motivazione estrinseca attivata dalla famigerata modalità del “bastone e la carota”.
Si studia per sopravvivere, si va a scuola per l’obbligo, per non far arrabbiare i genitori, l’alter ego delle lezioni ruota attorno a due poli: vittime e carnefici proprio perché si è persa la concezione della responsabilità da entrambe le parti.
Le patetiche manie di dispotismo da “sbirro” dei professori che si autoproclamano paladini del pensiero, ha portato allo sconvolgimento della normalità antropologica dell’essere umano destabilizzando l’evoluzione stessa della fisiologia umana. Anziché rendere fertile la giovinezza di un ragazzo perseguendo la necessità di far nascere un Uomo, la psicopatologia del pensiero unico ha innescato un processo di appiattimento fisico, culturale e spirituale, demonizzando il merito, facendolo passare come uno strumento dispotico ed ecco che i voti, i metri di misura, la volontà di mettersi in gioco, la voglia e l’entusiasmo di mettersi alla prova viene messo al bando con la conseguente riduzione di produzione di dopamina nei ragazzi in quanto disincentivati a dare il meglio di sé.
Il giudizio non dev’essere interpretato semplicemente come un supplizio ma come stimolo ed un innesco per dar vita ad una crescita umana che sancisce l’avvento del divenire Uomo: ovvero avere piena consapevolezza delle proprie capacità, attitudini e limiti. Essere cosi’ responsabili. La scuola dev’essere fonte d’ispirazione ed una delle strategie con cui combattere il nichilismo sessantottino è senza alcun dubbio la psicologia positiva collegata al concetto eudaimonia dal greco εὐδαίμων eudaimon, ovvero felicità. Avere sentimento per ciò che si sta facendo, massimizzare ed elevare le attitudini dei singoli ragazzi evidenziando l’autenticità del singolo ed appoggiarsi su ciò che si è costruito, tappando eventuali carenze.
Suddetto meccanismo non ha bisogno di giudizi e sentenze perché pone le basi di una vita solida, tesa verso la creatività al contrario della logica liberticida. Identificare mediante una costante virtuosa un ragazzo significa attribuirgli rispetto e responsabilità. Il futuro inizia da qui: perché i nostri figli non sono vasi da riempire, ma fuochi da accendere”.

3) Qual è, secondo lei, il ruolo che devono avere le istituzioni scolastiche e con quali modi e strumenti devono agire? E Come vede la scuola italiana oggigiorno e cosa si aspetta dal governo Meloni, dopo le parole sopra riportate?
“Il quadro della Guernica è l’espressione artistica dello scenario scolastico italiano oggi: uno scempio a cielo aperto.
La tanto amata opera d’arte dei radical chic è il risultato della politica fallimentare che loro stessi hanno creato ed alimentato grazie alla cerebrolesa mentalità del ’68 fatta di mediocrità culturale, narcisismo sterile e limitatezza professionale in quanto ideologizzando qualsiasi materia, hanno creato ragazzi che vengono magistralmente descritti nelle strofe di Mario Vattani, console italiano in giappone: “Vi chiederete come mai e perché avete rinunciato a difendere il futuro di ciò che vi è stato dato e per questo i vostri figli non vi sanno rispettare, non conoscono il rispetto, non hanno niente da imparare: sono sempre allegri e pronti a tutto alle cinque di mattina imbottiti di pasticche, merendine e cocaina; sono questi i vostri giovani, vi dovevano salvare ma sono andati fuori strada con la macchina del padre, sono questi i vostri giovani, a cui avevate insegnato i valori della pace e gli errori del passato; sono questi i vostri giovani, democratici e sinceri, rimbambiti da giochetti, puttanate e cellulari”.
Le famigerate contestazioni studentesche, che tanto inneggiavano ad una libertà tendente all’atassia, hanno realizzato l’uguaglianza dei risultati: tutti possono realizzare un obiettivo attraverso l’inganno. Questa mentalità antimeritocratica, espressa da un finto egualitarismo, è una forma di repressione nei confronti della natura stessa che porta a disincentivare l’impegno, negando ogni forma di ascesi.

Il proliferare del pensiero sessantottino ha imposto un conformismo di massa che ha contribuito al livellamento delle qualità umane nei ragazzi, ma una cosa è certa: laddove il nulla avanza, il terreno è fertile per costruire.
Lo spiega bene Michael Ende, autore de “La storia infinita” dove nello scambio di battute tra Atreju e Mork viene descritto il problema e la soluzione:
Atreju – perché la fantasia muore?
Mork – Perché la gente ha rinunciato a sperare e dimentica i propri sogni, così il nulla dilaga.
Atreju Che cos’è questo nulla?
Mork – E ‘ il vuoto che ci circonda, è la disperazione che distrugge il Mondo ed io ho fatto in modo di aiutarlo.
Atreju – Ma perché?
Mork – Perché è più facile dominare chi non crede in niente e questo è il modo più sicuro di conquistare il potere!
Nel momento in cui sterilizzi l’animo dei ragazzi, il nulla può sorgere, la dopamina non viene più rilasciata, i lobi prefrontali del cervello si atrofizzano così da edulcorare i flebili animi dei finti democratici.
Ma le ceneri sono un ottimo fertilizzante per nuovi semi e difatti Atreju è un personaggio risoluto che lotta contro le emozioni forti quali la tristezza (le paludi), la rabbia (il lupo Gmark) e la paura (le prime sfingi dell’Oracolo), distrugge le stesse caratteristiche che animano i professori sessantottini e “fantasia” può ritornare a splendere; perché la scuola dev’essere un viaggio esperienziale che trasforma il ragazzo in Uomo, dove gli studenti diventano esploratori e ricercatori.
Giorgia Meloni in un discorso pre-elettorale a Cagliari disse: “Io le battaglie sono abituata a combatterle prima ancora di vincerle” e questo implica la volontà di scardinare lo stile desueto sessantottino riaffermando un paradigma nuovo, in cui o giudizi e le ipocrisie verranno sostituite dal sentimento di amore verso la giovinezza”.




Iran e crimini culturalmente orientati: Twitter oscurato e polizia illegale

di Rita Lazzaro

Il 16 settembre, in Iran, la 22enne Mahsa Amini veniva uccisa dalla polizia morale. La pecca della ragazza? Aver indossato male l’hijab che lasciava intravedere qualche ciocca di capelli, secondo i critici. Un orrore di cui si è venuti a conoscenza grazie a una giornalista, una che si potrebbe tranquillamente definire “donna coraggio”: Niloofar Hamedi, cronista del quotidiano progressista Shargh, che per prima ha raccontato la vicenda ma della quale, in seguito, non si hanno più avuto notizie. La giornalista, infatti, riuscì ad entrare nell’ ospedale dove Mahsa era stata portata, in seguito alle botte subite dalla polizia morale. E proprio in quell’ospedale, la giornalista è riuscita ad intrufolarsi ed a scattare delle foto dove si vedevano i genitori della 22enne mentre si abbracciavano. La cronista ha deciso quindi di pubblicare tutto su Twitter, dando luogo così alle proteste nel Paese.

Da quel giorno il suo account Twitter è stato sospeso e la giornalista, secondo le ultime informazioni rilasciate dal marito, si trova in carcere, sottoposta a quotidiani interrogatori. E chissà cos’altro. Una vicenda che sa di sangue e coraggio.Il sangue delle vittime innocenti ed il coraggio di chi non abbassa la testa. Come Nika Shakarami, la sedicenne Sarina Esmaeilzadeh, la ventenne Haith Najafi. E tanti altri. Tra queste eroine da ricordare Hadith Najafi diventata il simbolo delle proteste.

La ragazza era stata protagonista di un video in cui si legava i capelli senza velo e per questo era divenuta una delle icone della protesta contro il regime teocratico dopo l’ uccisione di Mahsa Amini. La giovane donna sarebbe stata raggiunta da sei colpi di pistola a Karaj. Così hanno confermato altri attivisti e giornalisti locali, che parlano di omicidi.Una donna coraggio seguita dalla morte di altre donne come quella di Asra Panahi. La 16enne frequentava il liceo femminile Shahed ad Ardabil. Secondo quanto riportato dal Consiglio di coordinamento delle associazioni di categoria degli insegnanti iraniani, la ragazza si sarebbe rifiutata di cantare un inno all’ Ayatollah Ali Khamenei come altre compagne di scuola.

Il copione ricorda quanto accaduto a Mahsa Amini. Da ricordare altresì Elnaz Rekabi che ha gareggiato senza il velo e che sarà imprigionata a sua volta al rientro nel suo paese. Secondo la sua famiglia, Rekabi era stata trattenuta dalle autorità iraniane al suo ritorno a Teheran e messa agli arresti domiciliari. Entrambi i fatti sopracitati sono stati smentiti dalle autorità iraniane. A dicembre un altro orrore che ha visto il barbaro omicidio di una 14enne morta a Teheran dopo essere stata arrestata perché si era tolta il velo in classe in segno di protesta, ha destato tanto scalpore quanto smarrimento.

Le forze di sicurezza avevano identificato Masoumeh grazie ai filmati delle telecamere di sicurezza della scuola e successivamente l’hanno portata in caserma. Durante la custodia la giovane era stata violentata per poi essere trasferita in ospedale dove sono state rilevate gravi lacerazioni vaginali e lì è morta. Il gesto dell’ adolescente voleva commemorare Mahsa Amini. Un gesto che l’ ha condannata a un destino amaro proprio come quello della donna ricordata dalla stessa vittima. Una delle tante barbaramente assassinate dalle forze dell’ ordine. Infatti circa un mese prima era stata barbaramente assassinata un’ altra giovane donna iraniana: la 16enne Mahak Hashemi. La sua colpa? Uscire di casa con un berretto da baseball al posto del velo in segno di protesta. Metà del suo volto è stato completamente distrutto dai colpi ricevuti e la schiena è stata spezzata dalle bastonate. I funzionari dell’ IRGC hanno chiesto un grosso riscatto alla famiglia per la restituzione del corpo e ne hanno anche proibito il funerale, pur continuando a parlare di incidente, come già successo con le precedenti vittime.

Vicende che raggelano il sangue e difficili da credere per le loro atrocità, quelle succitate. Storie aberranti che cercheremo di approfondire con l’avvocato Marco Valerio Verni.

1)Avvocato, com’è possibile che esista ancora una polizia morale che, per di più, resta impunita di fronte a simili orrori?

“La risposta alla sua domanda è nella genesi della stessa “polizia morale” di cui stiamo parlando: quest’ultima (Gasht-e Ershad), infatti, istituita nel 2005, ha il preciso compito di far rispettare il codice di abbigliamento per le donne, introdotto all’indomani della rivoluzione islamica iraniana del 1979 che pose fine all’era della dinastia Pahlavi, trasformando la monarchia in una repubblica islamica sciita, la cui costituzione e leggi si basano su una rigida interpretazione della Sharia.

Essa arresta le persone che violano il codice di abbigliamento, secondo il quale le donne devono indossare obbligatoriamente l’hijab (il velo) oltre che abiti lunghi e larghi per nascondere la propria figura.bUna volte arrestate, le conduce in “strutture di correzione” o in stazioni di polizia dove si insegna loro come vestirsi, rilasciandole poi ai loro parenti (rigorosamente uomini), una volta che questi ultimi abbiano assicurato un rispetto rigoroso delle norme e – solo in alcuni casi – dopo il pagamento di una multa (non prevista però dalla legge).

Le donne che non rispettano il codice e che non coprono i loro capelli in pubblico, stando alla legge introdotta dal parlamento iraniano nel 1983, possono essere punite con settantaquattro frustate, e secondo una modifica di recente approvazione, possono avere una condanna fino a sessanta giorni di carcere”.

2) Nel persistere di questa cultura che tratta le donne come oggetto anziché soggetto di diritto, cosa pensa debbano fare i paesi occidentali, noti per il loro senso di democrazia e tutela dei diritti?

“La doverosa premessa è che ogni Stato è sovrano, a casa sua, e pertanto può decidere ciò che vuole per sé ed i suoi cittadini. Detto ciò, però, è chiaro che la comunità internazionale di fronte a palesi violazioni dei diritti umani nelle loro varie accezioni, peraltro lamentate dagli stessi cittadini che ne sono vittime, non può rimanere inerme e deve agire. Certo, occorre anche qui farlo, a seconda della gravità delle stesse, cercando di interpretare bene, innanzitutto, il concetto di “esportare la democrazia” e di non finire, al contrario, nel voler a propria volta inculcare dei modelli che non sarebbero comunque adatti ad una determinata società, come forse accaduto, ad esempio, e per certi versi, in Afghanistan.

Nel caso di specie, sia l’Unione Europea che gli Stati Uniti hanno applicato delle sanzioni di varia natura all’Iran, ma esse, se del caso, vedranno i loro effetti nel medio-lungo periodo.bD’altronde, lo stesso strumento, ossia delle sanzioni, è stato applicato contro il medesimo Paese, anche per altre situazioni, ed in questi casi pure dalle Nazioni Unite, come ad esempio quelle intese a contrastare le attività di proliferazione nucleare o quelle in risposta all’ uso dei droni iraniani nell’aggressione russa all’Ucraina. Ma, come detto, i risultati, semmai arriveranno, non si vedranno certo adesso, soprattutto per la complessità delle dinamiche sottese a queste tematiche.

E, di certo, quella dei diritti umani non è da meno. Si figuri che, proprio nei giorni scorsi, sempre in Iran, è stato condannato a sette anni e mezzo di carcere per omicidio e ad altri otto mesi per aggressione l’ uomo che, a febbraio dello scorso anno, aveva decapitato la moglie diciassettenne Mona Heidari e ne aveva esibito la testa per strada. La colpa di questa ragazza? Secondo il suddetto, che ne era il marito, il non aver accettato il matrimonio combinato dalla famiglia, che essi avevano contratto quando la giovane aveva solo 12 anni.

E, a quanto pare, la “clemenza” nella sentenza inflitta all’ omicida sarebbe derivata proprio dal fatto che, la suddetta (famiglia della vittima) lo avrebbe graziato per il cosiddetto delitto commesso. Insomma, è complicato: queste, ferme le considerazioni svolte innanzi, sono rivoluzioni culturali che richiedono profondi mutamenti che avvengono nel tempo”.

3)A suo avviso, è stato appropriato cantare bella ciao in tali occasioni o è l’ennesima forma di strumentalizzazione?

” “Bella Ciao”, come ha scritto Carlo Pestelli, autore del libro “Bella Ciao: Il canto della libertà”, è un manifesto per la libertà che racchiude valori apolitici che tutti sono in grado di comprendere e condividere: non è un caso che quest’ultima sia stata utilizzata, a partire dalla Resistenza partigiana italiana, in diverse altre battaglie. Oltre che nella protesta per la morte della giovane Mahsa, il ricorso a questo inno lo si è visto nel canto delle donne combattenti curde in Turchia, in quello dei manifestanti della Umbrella Revolution, nel 2014, ad Hong Kong, mentre sfidavano il governo cinese per chiedere più democrazia, ma anche in Israele, dove a Gerusalemme, nel 2021, gli oppositori del primo ministro uscente Benjamin Netanyahu, soprannominato “Bibi Netanyahu”, ebbero a cantare “Bibi Ciao” sulle note della canzone in questione; in segno di gioia nella prospettiva che chiudesse il suo mandato. Ancora, in Iraq, nel 2019, quando i manifestanti dell’opposizione si riunivano al canto di “Blaya Chara”, che significa “non uscita” in dialetto iracheno, con la stessa melodia di “Bella Ciao”.jEd è stata utilizzata anche dagli ucraini, contro i russi”.

4) Cosa pensa di quella politica italiana che, oggigiorno, si mobilita per le donne iraniane, ma ha contestualmente abbracciato il rigoroso silenzio sul barbaro omicidio di Saman Abbas?

“Purtroppo è noto come, in Italia, su alcune tematiche si intervenga a vicende alterne, con maggior o minor intensità, o per nulla proprio, ed a seconda di chi sia la vittima e l’aggressore/carnefice del momento”.

5) Come vede l’epilogo di queste proteste? C’ è la possibilità che cambi qualcosa o si continuerà a versare tra dittatura e oscurantismo?

“La speranza è, certamente, che qualcosa possa cambiare. Ma la via, come dicevo, non pare affatto breve. D’altronde, al netto di quanto detto prima, basti pensare che, proprio all’indomani delle prime proteste dopo l’omicidio della povera Mahsa, erano girate notizie, tratte, in particolare, dalle dichiarazioni del procuratore generale del Paese, Mohamad Jafar Montazeri, in un suo intervento di qualche settimana fa, svolto nella città santa di Qom, secondo il quale «La polizia morale non ha niente a che fare con la magistratura, ed è stata abolita da chi l’ha creata».

Ma, di contro, i media hanno subito frenato l’euforia: secondo al Jazeera, infatti, non ci sono conferme sul fatto che il lavoro delle unità di pattugliamento, ufficialmente incaricate di garantire la sicurezza morale nella società, sia effettivamente terminato. Dello stesso parere la tv di Stato iraniana in lingua araba Al-Alam che, chiedendo un commento ufficiale al ministero dell’ Interno di Teheran, ha riferito: Nessun funzionario della Repubblica islamica dell’ Iran ha detto che la Guidance Patrol è stata chiusa. Senza dimenticare che, il 15 agosto dello scorso anno, il presidente Raisi ha firmato un decreto secondo il quale le donne che pubblicano le proprie foto sui social network senza l’hijab sono private di alcuni diritti sociali (ingresso in uffici, banche e trasporti pubblici) per un periodo compreso tra sei mesi e un anno.

Come dicevo, la strada è lunga e tortuosa”.

Una strada lunga e tortuosa, che vale comunque la pena iniziare, percorrere e soprattutto concludere con un solo vincitore: i diritti delle donne.