Meloni coraggio! Parla Claudio Martelli

𝘥𝘪 𝘊𝘭𝘢𝘶𝘥𝘪𝘰 𝘔𝘢𝘳𝘵𝘦𝘭𝘭𝘪

Mentre Giorgia Meloni prepara il suo governo che forse – alleati permettendo – varerà tra un mese e mentre Enrico Letta prepara il congresso del PD rinviandolo a marzo, Giuseppe Conte annuncia un’imminente manifestazione per la pace. All’iniziativa aderiscono varie associazioni – molte sono quelle cattoliche – la CGIL, i partitini di sinistra ed esponenti della sinistra del PD.

Tutti chiedono il cessate il fuoco e l’avvio di un negoziato tra Ucraina e Russia. La richiesta non è nuova, ma si è fatta più pressante da quando la contro offensiva ucraina ha cominciato a cogliere successi riconquistando città e territori occupati dai russi. Da allora, con le minacce russe, sono cresciuti in Italia i timori che Putin sconfitto sul campo anziché ritirarsi ricorra alle armi nucleari. Con referendum illegittimi e illegali Putin ha poi annesso alla Federazione russa la regione ucraina del Donbass occupato sicché ove gli ucraini tentassero di riconquistarli si configurerebbe un attacco tout court alla Russia. Tanto basterebbe a Putin per giustificare il ricorso agli armamenti nucleari.

Dunque, secondo Putin, non esiste un diritto internazionale che riconosce e tutela il diritto degli stati all’indipendenza, all’integrità dei propri territori, insomma alla sovranità. Esiste solo la sovranità russa che si impone con la forza e se la forza delle armi convenzionali non basta a piegare la resistenza del popolo ucraìno, se anzi, contro ogni previsione, la resistenza riconquista parte del territorio che era suo prima dell’aggressione, ecco il dittatore brandire la minaccia nucleare. Questa spudorata versione del diritto internazionale e questo invertita attribuzione di ruoli tra vittime e carnefici ha precedenti solo nella politica hitleriana.

Affermare come fanno Putin e i suoi amici che quella in corso è una guerra per procura dell’occidente alla Russia è una menzogna. Nessuno, né l ‘Ucraina, né gli Stati Uniti, né la NATO, tantomeno l’Unione Europea hanno mai sparato un solo colpo di fucile contro il territorio russo né mai ne hanno minacciato l’integrità. E’ la Russia che ha aggredito e bombardato l’Ucraina, ne ha occupato con la forza e con inumane violenze un quinto del territorio distruggendo città, quartieri residenziali, scuole, ospedali, chiese, massacrando civili, torturando e deportando famiglie e bambini e ora osa affermare che quelle terre sono sue di diritto! Quelle terre, Crimea compresa, secondo il diritto internazionale sono ucraìne e secondo le risoluzioni delle Nazioni Unite votate dalla stragrande maggioranza dei suoi membri devono essere restituite dagli aggressori agli aggrediti, cioè agli ucraìni.

Contro queste e altre considerazioni, torna a prendere piede la paura, la paura di una deflagrazione nucleare nel cuore dell’Europa. Gli esperti occidentali e gli uomini di governo riflettono e si dividono nella valutazione dei rischi e sui modi per prevenirli. Il presidente americano Biden si è spinto sino a evocare uno scontro nucleare apocalittico tale da avverare lo scontro finale tra il bene e il male narrato nell’armageddon biblico.

A occhio non sembra questo il modo migliore per vincere la paura. La paura si vince col coraggio e con il realismo. Il realismo consiste nel valutare quale sia il modo, la postura più idonea a scoraggiare il nemico dallo sferrare un attacco nucleare: se basti quanto già è stato detto dai militari americani ai militari russi o se occorra una dose maggiore di deterrenza quale solo un richiamo esplicito alle conseguenze può configurare. Il coraggio lo possiamo apprendere dal patriottismo degli ucraìni che per sette mesi hanno sopportato con l’invasione ogni genere di atrocità, poi hanno contrattaccato e oggi pur essendo il bersaglio di un eventuale attacco nucleare russo non demordono, anzi, intensificano il contrattacco distruggendo il ponte voluto da Putin per connettere direttamente la Crimea alla Russia e far transitare le sue colonne di carri armati.

Purtroppo, invece, tutto lascia prevedere che la manifestazione promossa da Giuseppe Conte non avrà lo scopo di vincere la paura, ma di strumentalizzarla vendendo come merce contraffatta l’equidistanza tra aggressori e aggrediti, la sconfitta del diritto dei popoli e la vittoria della forza bruta.




Militare in Salento denuncia scie chimiche e colleghi

Roberto Nuzzo dai microfoni di Telecolor esorta i piloti militari di cui ha fatto parte, dall’esimersi di irrorare il cielo di scie chimiche. Infatti in questi giorni sui cieli del napoletano si verificano immani intensificazioni di quelle che sono esplicate come scie di condensazione, a detrimento dell’estetica pubblica; ed in un’opera di inquinamento atmosferico che presenta un cielo irrigato e con nubi affiancate da una sorta di nuvole a forma di pertiche che non scemano nel tempo breve come le reali scie di condensazione. Il militare salentino lamenta il progetto americano sposato dall’Europa di controllare completamente il clima nel 2025 ed allude all’infrastruttura Haarp, di base in America, come classificata in Europa alla stregua di un’arma militare. Il mondo con Europa ed America in particolare, staziona in una fase di geoingegneria illegale cui una dovizia di tecnici e scienziati auspicano e si mobilitano al fermo gia’ dagli anni settanta. Cinque giorni fa a Napoli la luna versava in una prospettiva di seminvisibilita’ a causa di una cortina che vi era posizionata dinanzi, per cui gli abitanti si sono insospettiti ed allarmati. Da ieri invece la visuale del satellite terrestre a cui la Nasa e Space X puntano da notevole tempo, e’ tornata finalmente tersa. Nuzzo denuncia schiettamente l’opera di geoingigneria in atto, che consente di plasmare le temperature, causare disastri naturali come terremoti, maremoti, nubifragi, con il coinvolgimento della miriade di antenne di collegamento ad alta intensita’ insite nell’esoso Haarp. Le scie di condensazione aeree non equivalgono a cio’ che ammanta i cieli da tempo, con studi che attestano la presenza in queste scie, di materiali estremamente nocivi per la salute ma anche microfibre che non ledono in senso stretto l’immunita’ bensi’ provocano allergie e problemi alla respirazione, alla pelle e probabilmente all’apparato neurologico in un lasso temporale esteso.

I materiali simil plastici atterrati e studiati dopo il loro approdo sulla terraferma e promanati da aerei militari, servono anche al miglior raggiungimento dei segnali radar, delle vie telefoniche e di quelle relative la connessione Internet. Il che si immette nel progetto sbandierato anche da Facebook, di collegare il mondo intero ad Internet con l’ausilio di una sovrastruttura aerea su cui trasmettere i segnali necessari al funzionamento di telefoni, computer e televisori. Mentre nella rai in una serie decimata di interviste e sul Corriere e’ stato francamente sdoganato il duplice tema del controllo climatico e delle scie chimiche, sul versante delle tele e radiocomunicazioni, l’ambizione di collegare il mondo intero con l’ausilio di elementi rilasciati in atmosfera da aerei militari, consente di non attuare le infrastrutture necessarie a fungere da volano per i paesi indigenti oppure i luoghi dove e’ impossibile impiantare tali sistemi. Fra questi ultimi va certamente annoverata la immensa porzione del Salento o semplicemente l’Avellinese od il Beneventano in cui, presso le aeree “pic nic” all’interno del bosco , fra le montagne ed a ridosso delle sorgenti acquatiche come il Serino, le onde elettromagnetiche e quelle prettamente telefoniche, sono pressoche’ inesistenti.

A parere del Nuzzo i militari che cospargono il cielo di tali scie chimiche si stanno macchiando di ipotetici crimini contro l’umanita’ per conto di promotori politici e di potere che potrebbero innescare attacchi atmosferici esiziali o letali. Oggi la guerra non si limita all’utilizzo di armamenti nucleari in quanto eccessivamente drastici-in caso di attacco nucleare nell’arco di tre quarti d’ora spirerebbero novanta milioni di persone-bensi’ con armi climatiche ed economiche. Così Nuzzo spinge i colleghi a rispettare la Costituzione e non spruzzare elementi perniciosi nell’aria, citando documenti pubblici che prescrivono l’allontanamento da tali manipolazioni e gli effetti incontrollabili che ne potrebbero derivare.

Rammarica, in relazione alle scie climatiche, dei fenomeni meteorologici, del riscaldamento climatico, l’obblivione mediatica degli scienziati dissenzienti alla narrativa dominante. Uno fra essi il celeberrimo Calabrese Zichichi, che apertamente professa il cattolicesimo ed ha rimarcato quanto per l’uomo risulta impossibile maneggiare il clima al punto da far derivare l’odierno riscaldamento generale. Su questi punti l’opinione pubblica e’ sempre piu’ consapevole e reticente alle scelte governative: come il finanziamento attuale di industrie che producono i materiali di cui sono cosparsi, per molto tempo, fette sempre piu’ ampie, di cielo. Finanziamenti pubblici attraverso gabelle e dall’esito militare sconosciuto.

Allo stato attuale, appurata la necessita’ di inarrestabile sviluppo tecnologico e militare anche per l’Italia, l’unico bastione per il fenomeno delle scie chimiche si pongono essere i nocumenti alla popolazione ad essi correlati. Se dimostrati in modo inconfutabile sarebbe opportuno concretizzare risarcimenti economici monstre per i soggetti colpiti da ogni tipologia e grandezza di patologie. Pagati non solo dal governo ma dai promotori di tali scelte, in modo immediato e senza probabilmente, la chiamata in causa di polizze assicurative.

Altro strumento di cessazione di tali scie chimiche consiste nell’opera dei militari medesimi, che hanno il diritto ad aborrire l’obbligo di spargimento di esse, secondo le regole costituzionali che prescrivono a non ledere civili inermi ne’ operare sperimentazioni su quest’ultimi. Anche l’esercito aereo in procinto di fare questo, dovrebbe risultare impermeabile ad opere di declassamento, cesura salariale, licenziamento. A differenza di quanto avvenuto per il personale sanitario, scolastico, artistico, che ha aborrito gli obblighi di Green Pass e vaccinazioni annesse.

Ma come si raffredda un pianeta? Se lo sono chiesto alcuni ricercatori della Cornell University che hanno pubblicato i risultati del loro studio sulla rivista Environmental Research Communications.

A ispirarli è stata la natura stessa, in particolare le grandi eruzioni vulcaniche che immettono in atmosfera enormi quantità di polvere, cenere e spesso anidride solforosa (biossido di zolfo) che schermando il Sole riducono la temperatura in superficie. Polvere e cenere, però, hanno un effetto transitorio perché in breve tempo ricadono al suolo mentre l’anidride solforosa si accumula nella stratosfera (combinandosi con l’acqua a creare acido solforico) dove può rimanere fino a tre anni. In questo modo riflette molto più a lungo la radiazione solare, determinando un raffreddamento più duraturo. Gli scienziati si sono allora chiesti se non fosse possibile applicare lo stesso principio.

Secondo i ricercatori, per ottenere una riduzione di temperatura di 2 gradi nelle regioni polari, le immissioni di aerosol andrebbero fatte al 60esimo parallelo (circa la latitudine di Oslo, dell’Alaska o della Siberia) nell’emisfero settentrionale e all’altezza della punta meridionale della Patagonia nell’emisfero meridionale. A queste latitudini sarebbe possibile operare in maniera meno dispendiosa perché gli aerei non sarebbero costretti a volare troppo in alto. Basterebbe una quota di 13 km e le particelle rilasciate andrebbero poi alla deriva verso i poli, concentrando là il loro effetto. Con questo sistema, per raggiungere l’obiettivo, bisognerebbe iniettare in atmosfera 6,7 miliardi di kg di anidride solforosa all’anno, per ciascun polo. Attualmente non esistono aerei in grado di svolgere questo compito e quindi bisognerebbe ricorrere a un velivolo appositamente costruito (chiamato SAIL-43K), una versione modificata di un aereo precedentemente progettato per missioni SAI a quote più elevate. Con una flotta di 125 apparecchi del genere, ciascuno in grado di trasportare circa 76 tonnellate di carico per ogni missione e un totale di 1458 missioni al giorno, ogni giorno per quattro mesi a ciascuno dei poli, il risultato sarebbe concretamente raggiungibile.

Secondo gli scettici della manipolazione climatica la societa’ non dovrebbe prodigarsi all’abbassamento della temperatura bensi’ rimodularsi, a livello edilizio e non, all’innalzamento di essa, appendice della ventura era geologica innestata sul riscaldamento dell’aria non irreversibile ne’ visibile nei prossimi due secoli.




Calabria: primo brevetto della storia. Zts e scandalo Sicilia

La fama di Sibari , tra le più ricche e potenti colonie della Magna Grecia resta, per molti aspetti, misteriosa e affascinante. Fondata attorno al 720 a.C. da Achei del Peloponneso con la partecipazione di Trezeni dell’Argolide, nacque nella fertile piana alla confluenza dei due fiumi Chratis e Sybaris , che i coloni chiamarono così in memoria di un fiume e di una fonte della terra nativa. Ricca e potente fondò a sua volta città come quelle di Poseidonia (Paestum) e Laos.

“Quattro nazioni e venticinque città indigene riconobbero la sua autorità. Ospitava trecentomila abitanti liberi, oltre gli schiavi, mentre la cinta delle sue mura si estende per nove chilometri. Nelle vie e nelle piazze della città, divenuta la maggiore dell’occidente, volteggiavano 5000 cavalieri in corazza geminata e manto di porpora: la stessa Atene, al massimo del suo splendore, non riuscirà che ad allinearne un quarto di questa cifra”.

Dopo due secoli di storia, nel 510 a.C., l’opulenta e magnifica Sibari fu distrutta completamente dai Crotoniati, che guidati dall’atleta olimpionico Milone, deviarono persino le acque del Crati per sommergerne le macerie. Pericle organizzò una spedizione per la ricostruzione della città a cui parteciparono anche personaggi illustri e la nuova colonia, sorta sulle antiche rovine della prima, venne chiamata Thurii , che in epoca romana fu inglobata parzialmente nella nuova colonia di Copiae. Ma nulla riporterà più in vita i fasti della mitica Sybaris.

Gli abitanti di Sybaris erano conosciuti in tutto il mondo antico non solo per l’evidente ricchezza, ma anche per lo sfarzo e l’ostentazione del loro lusso e soprattutto per la continua ricerca del piacere, tanto che il verbo sybarizein (συβαρίζειν , cioè “vivere da sibarita”) attestato già in Aristofane significa ancora ora proprio “vita dedita a feste, banchetti e giochi”. Ci è stata sempre narrata come la “città degli eccessi”, quella dedita ai piaceri della vita, della compagnia e della buona tavola: la tryphè sibarita ne ha caratterizzato la grandezza e, secondo gli scrittori antichi, la rovina.

Un popolo di “rammolliti” (come erano detti anche gli Ioni e gli Etruschi) che faceva sfoggio esagerato, per l’epoca, dei propri beni, vestivano abiti di altissima qualità e odiavano svegliarsi presto al mattino e fare lavori pesanti, e perciò ingaggiavano un certo numero di operai per lavorare i loro campi.

Ma il modo di “vivere alla sibarita” si vedeva meglio a tavola , dove non si facevano mancare nulla e riguardo la quale è possibile riscontrare elementi rivoluzionari per l’epoca. L’economia di Sibari si basava sull’agricoltura infatti gli uliveti donavano oli pregiatissimi e per quanto riguarda i vini , poi, ne avevano di squisiti. Le leggende narrano che il vino fosse trasportato attraverso condutture sotterranee e la sua produzione era così importante da apparire persino sulle monete della città con il simbolo della foglia di vite.

Ebbene, a questa antica e gloriosa città appartiene un particolare primato. Dallo studio delle fonti antiche si apprende infatti che il primo “monopolio per una originale creazione dell’ingegno umano” fu concesso proprio qui in Calabria nel VII sec. Fonte autorevole di questa notizia, è lo storico ateniese Filarco, vissuto ad Atene nel III sec. a.C.: secondo quanto da lui riferito nella città jonica di Sybaris è stato ufficializzato il diritto allo sfruttamento esclusivo di una invenzione, per la precisione una ricetta.

Nella colonia magno greca, fu, infatti, concesso un monopolio di 12 mesi per una pietanza originale ed elaborata affinché “a chi per primo l’abbia inventata sia riservato trarne profitto durante il suddetto periodo e gli altri, dandosi da fare essi stessi, si segnalino per invenzioni di tal genere”. La conferma di quanto riportato dallo storico Filarco emerge da una lapide ritrovata nell’area archeologica.

Il “brevetto culinario sibarita” trova una sorprendente corrispondenza con l’Art. I – Sezione 8 della Costituzione degli Stati Uniti risalente al 1789, non solo in ciò che dispone, ma anche nelle finalità (favorire con la competizione fra inventori, l’innovazione e il progresso). La Calabria non finisce mai di sorprenderci.

Fonte: Mimmo Petroni, Il Calice di Ebe.

L’attuale governo è agli sgoccioli del proprio mandato e la storia ci insegna che è questo il periodo degli ultimi colpi di coda. Un compito non certo avvezzo ai rappresentanti meridionali e strenuamente richiesto da nuove fazioni politiche prosud, e’ quello della vigilanza sulle norme meriodionecide, con parlamentari e senatori del sud storicamente (e con le dovute rarissime eccezioni) che del Sud sene sono largamente fregati, e cio’ risulta piuttosto cruciale, invece, per chi davvero ha a cuore le sorti della propria terra.
Pino Aprile e seguaci si presentano tra quelli che denunciano l’ennesima iniquità spacciata come “pari opportunità”. Pari opportunità che valgono certamente per il nord e altrettanto certamente non sono mai valse per il Sud.
Nel caso specifico il Veneto elemosina e il governo prontamente risponde. Sulla scia delle ZES (Zone Economiche Speciali) a Sud nascono in Veneto le ZLS (Zone Logistiche Semplificate e Rafforzate). La differenza di denominazione non è casuale. Mentre a Sud, infatti, i vantaggi sono solo ed esclusivamente fiscali, in Veneto saranno anche logistici potendo contare su infrastrutture sviluppate più del doppio costruite con i “proventi” di venti e passa anni di deviazioni fiscali ai danni del Sud.
Ed il paradosso dei paradossi è che ad annunciarne la nascita sia stata il ministro del Sud Mara Carfagna che parla di coesione territoriale, ma dimentica che per essere alla pari in questa gara il Sud avrebbe bisogno almeno della metà delle infrastrutture che ha il nord.
“Ma tant’è in Italia sia sa come vanno queste cose: se si tratta di nord allora bisogna garantire le pari opportunità, se si tratta di Sud le pari opportunità sono sempre del nord”. Si sfoga Pino Aprile che ai microfoni di http://Adfnews.it ha denunciato l’infiltrazione nel proprio partito “24 agosto Et”, di membri massonici deviato per causare subbuglio su incarichi ed atti: cio’ ha inficiato il comitato politico nella raccolta di voti proprio nel mero meridione da cui si erge.

Nel corso di un evento napoletano Orcel, AD Unicredit, ha affermato che «Chi lavora nelle regioni del Centro-Nord del nostro Paese ha la probabilità di guadagnare quasi 2 volte in più rispetto agli abitanti del Sud. E, allo stesso tempo, chi vive nel Mezzogiorno ha il doppio delle probabilità di essere disoccupato». Così come Tessitore, Presidente del Banco alimentare campano, sottolineava che “ci attende un autunno freddo: le famiglie devono scegliere se pagare le bollette o fare la spesa.” Insomma c’è piena consapevolezza del fatto che i Governi italiani non hanno fatto nulla perchè il Sud si sviluppasse alla stregua di un normale Paese occidentale europeo anzi hanno volutamente investito sempre meno nel Mezzogiorno dirottando le già poche somme di denaro verso il Nord come più volte evidenziato dagli studi di ricerca di Svimez o Eurispes.
A tal proposito va rammentata una frase di Nicola Bono, siracusano, che “lo Stato Italiano per l’intervento straordinario del Mezzogiorno ha speso meno di quanto non abbia speso, in ragione delle politiche di cooperazione, per esempio in Etiopia, Eritrea e Africa Australe.”
La storia del nostro Paese dis-unito è da sempre fondato sul Nord che sfrutta la colonia Sud, affermano frotte crescenti di storici e giornalisti anticonformisti. Pensate alla vergogna del collegamento stradale o ferroviario Salerno-Reggio Calabria-Palermo, pensate che cos’è il dibattito infinito e inconcludente sull’attraversamento “stabile” con il Ponte sullo stretto di Messina. L‘Europa e l’Italia non possono prescindere dal porsi il tema di un grande percorso infrastrutturale complessivo che colleghi da Napoli in giù l’Italia al Mediterraneo e all’Africa. Non ci può essere uno sviluppo che prescinda da una responsabilità politica ed economica, in senso moderno, su questa grande strozzatura strutturale che è il Mezzogiorno. Rincarano dal Movimento Equita’ Territoriale.
Fino a quando in Italia ci sarà una concezione della gestione della politica economica finalizzata alla tutela degli interessi corporativi noritaliani e nordeuropei, con un governo succube del condizionamento massonico-finanziario, avremo soltanto e senza via d’uscita una crescita frenata e minima. Questa la tesi sposata dalla neonata politica territoriale di base al Sud.




Russia sfoggia artiglieria pesante e denuncia l’Occidente

Il messaggio di Vladimir Putin è chiaro, netto ed inequivocabile. L’atto contro il ponte della Crimea è un infame evento terroristico che qualifica Zelensky come un criminale internazionale. Stamane è giunta la risposta dura e ferma di Mosca che ha lanciato attacchi missilistici contro le sedi dei servizi ucraini a Kiev. La pazienza e la tolleranza di Putin è esaurita. È arrivato il momento di andare a prendere colui che e’ dal Cremlino considerato attualmente, il sommo terrorista internazionale Volodymyr Zelensky. Secondo i militari russi.
https://www.rt.com/russia/564385-putin-promises-response-ukraine-terrorism/.

La Russia ha bombardato la sede dei servizi segreti ucraini, il famigerato SBU, autore della psy-op-secondo molti-della strage di Bucha e di altri crimini contro le popolazioni russofone nell’Ucraina Orientale. È la risposta di Putin all’attentato terroristico contro il ponte in Crimea. È il primo attacco che la Russia fa contro un obbiettivo così rilevante nella capitale ucraina. Zelensky ha continuato incessantemente a provocare l’orso russo. Ora si appresta ad affrontare la sua furia.
https://www.rt.com/russia/564369-central-kiev-hit-missile-strikes-officials/.

Le forze del Lugansk hanno sventato degli attacchi terroristici contro degli asili nido e arrestato i tagliagole di Zelensky. Come si è avuto modo di evidenziare in altre occasioni, la NATO non può e non vuole combattere il terrorismo. La NATO infatti figura oggi l’organizzazione che finanzia e sostiene il terrorismo nel mondo.
https://www.rt.com/russia/564313-terrorist-plot-kindergarten-foiled/.

C’è molto fumo e molta disinformazione relativamente alla fornitura di armi da parte degli Stati Uniti nei confronti del regime di Zelensky. La milizia di Zelensky non ha ricevuto il quantitativo illimitato di armi che alcuni credono. Nella realtà, il sostegno americano è stato molto meno massiccio di quello che avrebbe potuto essere. Ora siamo arrivati al punto in cui Kiev non avrà più a disposizione alcuni tipi di munizioni senza le quali non c’è alcuna possibilità di continuare il conflitto. Se gli Stati Uniti avessero veramente messo in campo le loro risorse, a quest’ora saremmo già in pieno conflitto globale. La condanna di Zelensky è stata scritta tempo fa, da quando l’atlantismo si è ritrovato privo del sostegno degli Stati Uniti.
https://t.me/presstv/53241.

Sta girando insistentemente la voce che i russi che sono stati mobilitati al fronte dal governo siano in qualche modo costretti a sottoporsi alla vaccinazione obbligatoria Covid. Premesso che non risulta nulla del genere sui canali russi più attendibili, è stato lo stesso Putin in persona ad affermare che non ci sarà nessuna conseguenza per coloro che non si sono vaccinati in Russia, nemmeno per quegli obblighi piuttosto circoscritti che c’erano nel settore sanitario. Se incappate in siti o canali che associano Putin ai suoi oppositori del club di Davos, siete incappati nelle menzogne della falsa controinformazione, asserisce il proprietario del canale Telegram di informazione disallineata, maggiormente seguito in Italia. La parte europea dell’atlantismo si interroga sul perché il New York Times abbia rivelato che ad uccidere la figlia di Dugin siano stati gli assassini del servizio segreto di Zelensky. La risposta sta in un probabile messaggio che lo stato occulto americano vuole consegnare a Zelensky. Washington non può garantire alcuna reale copertura a Zelensky. L’atlantismo è in via di estinzione perché privo del necessario sostegno vitale degli Stati Uniti. Il limbo dell’amministrazione Biden non ha ricomposto ciò che Trump aveva mandato in frantumi. La NATO è orfana degli Stati Uniti. Washington sta cercando di far capire a Zelensky che non può coprirlo in alcun modo.

Putin il trenta di settembre, nel suo ieratico discorso del Cremlino per scagionare le proprie azioni dall’utilizzo della forza, ha alluso all’Occidente denotando il proprio satanismo come matrice di liberalismo e somma laicita’ statale. Infatti per il dittatore russo la privatizzazione delle infrastrutture deittica del liberismo, alla stregua della secolarizzazione avanzatissima del binomio Europa-America, sono indici di satanismo in quanto sottrazione alle sacre ed inveterate leggi di Dio. Da qui i diritti sociali a detrimento dei piu’ deboli e della deontologia, aprioristicamente dell’ontogia, sono stato apostrofati dall’autarca oggi settantenne, come segni satanici che stanno fagocitando la cultura greco-romana che animava il mondo occidentale, peculiarmente l’Italia, e che vede la Russia odierna sedicente ed unica tedofora di cristianesimo. Cio’ in seguito agli infausti anni novanta che hanno visto la Federazione russa inizialmente subordinata e depauperata dall’occidente, fino al processo principiato da Putin di risalita senza snaturare la cultura antiliberale e cristiana russa. Con l’espulsione dei servizi segreti ed i potentati bancari euroamericani da Mosca e zone limitrofe la Russia ad oggi figura un’immane potenza sovrana alleata con i maggiori stati emergenti, Cina compresa.

Israele, a quanto pare, non si dà pace. Non bastano i periodici bombardamenti contro la Siria e contro infrastrutture civili che mettono a rischio la vita di innocenti. Non bastano nemmeno i tentativi di fomentare rivolte per rovesciare il governo iraniano. Adesso Tel Aviv si prepara ad un eventuale attacco nei confronti del Libano. Questo stato non sa esistere senza dichiarare guerra ai suoi vicini. La Siria e’ stata salvata da un’invasione effettiva o subliminale, di Israele ed America, proprio dalla Russia, in una prima altisonante vittoria contro elementi deviati del campionario militare e politico americano, dicono esperti di politica internazionale che hanno richiesto l’anonimato.

In occasione dei 70 anni di Putin, sulla Trump Tower di Miami è comparso un messaggio di auguri al presidente russo. Il messaggio di Trump a Putin appare piuttosto chiaro. Trump e Putin hanno siglato un’alleanza, secondo i propri seguaci, per impedire che il mondo precipitasse verso l’autoritarismo del Nuovo Ordine Mondiale. Questo messaggio di auguri è la celebrazione di quell’alleanza.




Bancarotta mondiale e furto criptovaluta

La banca centrale indiana sta lavorando all’introduzione graduale di una moneta digitale della banca centrale. I BRICS si stanno muovendo rapidamente sul fronte delle valute digitali delle banche centrali. Tutti stanno accumulando oro.

TOKYO (Kyodo) – Le riserve di valuta estera del Giappone, che includono i Treasury statunitensi, sono scese di un record di $ 54 miliardi a $ 1.238 trilioni. Alla fine di settembre, dopo il primo intervento in 24 anni per arrestare il rapido deprezzamento dello yen, i dati del ministero delle Finanze sono stati mostrati al venerdì.

HONG KONG (Reuters) – La banca centrale cinese ha chiesto alle principali banche statali di prepararsi a vendere dollari nei mercati offshore mentre intensifica gli sforzi per arginare la discesa dello yuan.

La portata di questo giro di vendite di dollari per difendere l’indebolimento dello yuan sarà piuttosto grande, ha affermato una delle fonti. Chi detiene il maggior numero di titoli di Stato statunitensi?1 Il Giappone. 2Cina. Gli investitori finanziari internazionali trapelano dunque panico. La Bce anticipa la probabilita’ di una bancarotta globale.

Il colosso cinese Sinopec, ovvero China Petroleum & Chemical Corp., ha annunciato il delisting dei suoi certificati Ads dal London Stock Exchange, secondo quanto comunicato alla Borsa di Hong Kong. Il rientro dei capitali in Cina fa parte di una strategia di Pechino per rinforzare da un lato le borse cinesi, dall’altro è una decisione che nasce da tensioni geopolitiche. Il delisting dalla Borsa di Londra dovrebbe aver luogo a partire dalle ore 8:00 ora del 1 novembre 2022, quindi l’ultimo giorno di negoziazione su Lseg sarà il 31 ottobre.

A fine agosto sono arrivate a Wall Street le richieste, separate, di delisting da parte di diversi colossi cinesi. Si trattava di PetroChina, China Life Insurance, Sinopec e Aluminum Corp. of China, la cui capitalizzazione complessiva si aggira attorno a 310 miliardi di dollari, circa la metà del valore di tutta Piazza Affari.

Le conseguenze non sono molto difficili da immaginare.

Come rivelato su Twitter dal CEO di Binance Changpeng Zhao (CZ), sono stati sfruttati un cross-chain bridge e il BSC Token Hub. Il BSC Token Hub di Binance è stato violato per 2 milioni di BNB, la sua criptovaluta nativa, del valore di circa $ 586 milioni. Tuttavia, l’attaccante è riuscito a spostare solo una parte del bottino su altre chain prima che i validatori fermassero la rete, bloccando l’accesso ai 430 milioni di dollari rimanenti nell’indirizzo della chain BNB dell’hacker.

I dati del tracker del portafoglio DeBank mostrano che l’hacker ha avuto accesso a circa $ 110 milioni in varie criptovalute su reti Ethereum, Avalanche e Fantom, oltre ai Layer2 Arbitrum e Optimism.
Di questi, circa 6,5 milioni di dollari in USDT sono stati congelati da Tether, l’emittente della stablecoin.

Il Token Hub attaccato è essenzialmente un bridge che consente a BNB di essere inviato alla loro blockchain di smart contract, BNB Chain. La rete, precedentemente nota come Binance Smart Chain, è l’ecosistema DeFi di Binance e la terza blockchain DeFi più grande di Total Value Locked (TVL)

Per portare a termine l’attacco, l’hacker ha inviato transazioni falsificate che hanno convinto il codice del bridge di aver precedentemente depositato 2 milioni di BNB sul bridge e che erano idonei ad essere ritirati nuovamente. I due prelievi da 1 milione di BNB ciascuno sono stati effettuati a poco più di due ore di distanza, coniando i fondi direttamente nell’indirizzo dell’attaccante.

Una dichiarazione ufficiale del team della catena BNB ha spiegato che “l’exploit è avvenuto attraverso una sofisticata falsificazione di prove di basso livello (low level proof) in una libreria comune” e che seguirà un dettagliato rapporto sull’accaduto.

Il ricercatore anonimo sulla sicurezza blockchain samczsun ha condiviso una spiegazione più dettagliata dell’hacking su Twitter, sottolineando che l’attaccante avrebbe potuto prenderne ancora di più se avesse voluto.

Nick Kerigan, responsabile dell’innovazione di Swift, ha dichiarato che la fase sperimentale per la valuta digitale, che sarà seguita da test più avanzati nel corso del prossimo anno, assomiglia a una ruota di bicicletta in cui 14 banche centrali e commerciali in totale si collegano a raggiera al suo hub principale. Oggi in Italia gli interessi sui mutui sono a circa il 4% ed il mese prossimo probabilmente al 4,15%.




Italia panico al governo

La finanza occidentale lancia l’allarme sulla Meloni e stavolta lo fa attraverso Bloomberg. Dalle parti di New York e Londra sono piuttosto preoccupati perché hanno notato come ormai la scadenza per presentare la lista dei ministri sia imminente, e le caselle più importanti dei dicasteri vuote. La Meloni ha continuato a cercare insistentemente dei tecnici che hanno tutti opposto il loro rifiuto ad entrare nel governo. Lo stato profondo ha puntato tutte le sue fiches su un cavallo che non è nemmeno in grado di iniziare la corsa, secondo l’editorialista Sacchetti. Tolto Draghi, non c’è veramente più nulla che possa garantire il precedente status quo nel quale l’Italia resta prigioniera dell’euro-atlantismo. La Meloni pare la carta della disperazione di chi non ha più nulla in mano. Dopo di lei, il crollo della classe politica italiana viene profetizzato come piuttosto rapido e devastante. A quanto pare, la Meloni avrebbe lasciato il suo stesso gruppo di parlamentari Fdi su WhatsApp. La ragione sarebbe dovuta al fatto che qualche gola profonda avrebbe fatto trapelare le sue considerazioni sull’immobilismo di Draghi a palazzo Chigi per ciò che riguarda il PNRR. Da un lato, sorprende che i vari peones dei classici partiti effettivamente in dismissione della seconda Repubblica ricorrano a WhatsApp per fare delle osservazioni che dovrebbero invece essere evitate sulla chat di una piattaforma notoriamente bucata da un punto di vista informatico. Dall’altro, viene da chiedersi di chi si fida il capo del governo se non nutre fiducia nemmeno verso i suoi stessi deputati? La situazione dentro Fdi è molto più grave di ciò che si pensi. La guerra tra bande non c’è solo nel Nazareno. Infuria in tutti i partiti.

Quando Mario Draghi era a palazzo Chigi non trapelava nemmeno la minima critica nei confronti della Commissione europea che stava conducendo l’Europa verso il suicidio economico attraverso le sanzioni alla Russia. Ora che Mario Draghi ha lasciato l’esecutivo e ha compreso che non riceverà nessuna poltrona dal potere che fino a ieri lui difendeva a spada tratta, d’incanto giungono strali contro Bruxelles. È Mario Draghi, la mente economica piu’ brillante e temuta in Italia, che in questa contingenza sembra si senta sedotta e abbandonata. Il candidato in pectore del centrodestra per il Viminale dovrebbere essere Matteo Piantedosi. Tutta la carriera di Piantedosi è fatta di nomine che gli sono arrivate trasversalmente dal centrosinistra, dal governo Monti, dal centrodestra e dal governo Conte. Come si vede, non esistono differenze di sorta tra i vari schieramenti politici che attingono tutti dagli stessi pozzi della burocrazia e dell’apparato industriale tradizionali. A parte questo, non sembra essere trapelato null’altro dal vertice del centrodestra. Tutte le caselle più decisive quali Esteri, Economia e Difesa restano vuote. L’esecutivo Meloni è ancora in alto mare.

Fratelli d’Italia ha fatto eleggere nelle proprie liste Giulio Tremonti, già ministro del Tesoro ai tempi del governo Berlusconi. La Meloni in teoria non dovrebbe avere nessuna difficoltà a nominare il suo ministro dell’Economia e non dovrebbe essere costretta a cercare degli esterni, considerato il fatto che ha già un nome nel suo partito per ricoprire tale incarico. Eppure la Meloni non sembra minimamente pensare a Tremonti per quel ruolo nè il presidente dell’istituto Aspen finanziato dalla famiglia Rockefeller sembra avere alcuna intenzione di farsi avanti. Ciò la dice tutta sul timore che alcuni papaveri dello stato endogeno italiano hanno di farsi avanti in questo momento. Tutti sono consapevoli che questo è l’ultimo giro di giostra. È in arrivo lo tsunami del disastro economico degli ultimi due anni creato da questa classe politica per conto di finanzieri oriundi. Non resterà molto dopo il suo passaggio della fatiscente democrazia liberale deregolamentata. Inoltre riemerge un vecchio esponente forzista passato da tempo tra le fila della Meloni. Si tratta di Raffaele Fitto, e ciò non deve destare alcuna sorpresa perché Fdi non è null’altro che una sorta di corollario della classe “dirigente” di Forza Italia. Ciò detto, Fitto rimanda l’appuntamento della formazione al governo addirittura al 25 ottobre. Ciò vuol dire che la Meloni è davvero in alto mare e non riesce a comporre l’esecutivo tecnocratico che vorrebbe per provare a nascondersi dietro i tecnici. In queste condizioni, il PNRR (leggasi Troika) è destinato quasi certamente a saltare visti i notevoli ritardi lasciati da Draghi e viste le difficoltà della Meloni a formare il governo. Non c’è nulla da fare. L’uscita di scena di Draghi ha fatto saltare il precedente e precario status quo. La finanza internazionale ha già perso di fatto il controllo dell’Italia. La Meloni non sta chiedendo da ora ai tecnici dell’eurocrazia di far parte del “suo” esecutivo. La Meloni ha iniziato a chiamare tali personaggi già ad agosto e ha continuato a ricevere rifiuti su rifiuti. Il personaggio piu’ votato d’Italia ha talmente paura del disastro che la classe politica italiana ha creato negli ultimi due anni, e al quale lei ha contribuito pienamente, che ormai si dice vivere nell’angoscia e girare con un paio di occhialoni scuri in volto per nascondere le sue occhiaie. Una volta che la bomba socio-sanitaria deflagrerà con tutta la sua potenza, i vari caporioni dei partiti inizieranno ad accusarsi a vicenda fino a giungere alla loro reciproca distruzione e annientamento, secondo l’economista e giornalista Sacchetti.

È fuga comunque dal governo, ormai. Anche Zangrillo chiude le porte alla possibilità che lui possa ricoprire il ruolo di ministro della Salute. Non si trovano tecnici disponibili ad entrare nel governo. Nessuno ha voglia di salire su una barca che affonda come riporta Adnkronos.
https://www.adnkronos.com/governo-zangrillo-mio-no-a-ministero-salute-e-definitivo_3sfqnEzQQMG8fHZDj0JE3J.

C’è stallo totale sulle nomine per comporre il governo Meloni. I tecnici interpellati continuano a opporre il loro rifiuto a far parte dell’esecutivo. A questo punto, è semplicemente chiaro ciò che ci era capitato di osservare in precedenza. La politica non vuole prendersi le responsabilità dei crimini commessi da essa contro il popolo italiano negli ultimi due anni. Dopo questa probabilmente breve legislatura, potremmo assistere alla fine degli attuali partiti. La democrazia liberale a questo punto veleggia al suo ultimo stadio, quello nel quale la sua estinzione è inevitabile. Se persino l’uomo che più di tutti ha voluto e finanziato la nascita del partito del Nazareno per conto del potere della “grande” finanza mondialista, De Benedetti, afferma che è arrivato il momento di sciogliersi per il PD, ciò vuol dire solo una cosa. Siamo alla fine di un’era. Siamo alla fine del potere della finanza speculativa e di tutti i capisaldi sui quali era stata fondata.

Il centrodestra fruga tra le retrovie della tecnocrazia e chiede a Scannapieco, amministratore delegato di CdP, di ricoprire il ruolo di ministro dell’Economia. Nulla da fare. Anche da lui è arrivato un fermo rifiuto. È da più di un mese che la Meloni colleziona no. La politica non può più nascondersi dietro i tecnici. Sarà costretta a prendersi le responsabilità dei danni causati al popolo italiano negli ultimi due anni. Dopo arriverà il requiem per questa classe politica. E la conseguente riaffermazione della Costituzione.




Napoli in paradiso

Se c’era bisogno di una conferma nella trasferta di Cremona è arrivata ancora una volta una vittoria ed è l’ottava meraviglia consecutiva per gli uomini di Spalletti tra campionato e Champions.
Sofferta ma alla fine finisce in goleada.
Comincia bene il Napoli in formazione tipo con Raspadori preferito a Simeone e sfiora il gol dopo pochi minuti con una sortita offensiva di Rrahmani che conclude con un destro che scheggia l’incrocio dei pali.
La reazione della Cremonese si infrange sul palo di Zanimacchia ma sarebbe stato inutile poiché la terna arbitrale ferma tutto per un fuorigioco, un primo tempo equilibrato con un dominio nel possesso palla per gli azzurri; ma grosse occasioni non ce ne sono e la sensazione è che la gara possa essere sbloccata da un episodio.
E allora ci pensa il georgiano Kvaratskheila che si guadagna un rigore solare trasformato con sicurezza da Politano.
Nulla altro da segnalare in un primo tempo dove i partenopei pur non creando tante occasioni, hanno avuto una netta supremazia territoriale con il 73% di possesso palla.
Ripresa che comincia senza sostituzioni, subito un doppio intervento di Radu su Raspadori ed Anguissa, poi ancora Raspadori sbaglia una buona occasione.
Ma i grigiorossi sono più aggressivi ed un tiro sbagliato di Ascacibar diventa il più comodo degli assist per Dessers che sigla la sua prima rete in Serie A ed il pareggio per i padroni di casa.
La rete del pari dà coraggio ai grigiorossi che arrivano con più facilità nella trequarti azzurra, partita che diventa più bella con continui cambi di campo.
Ma la profondità e la qualità della panchina di Spalletti fa la differenza: fuori Ndombele, dentro Simeone e dopo fuori Raspadori e Politano per Zielinski e Lozano….Napoli d’assalto nell’ultimo quarto d’ora.
Al minuto 77′ l’ennesimo assist perfetto del professore Mario Rui mette in condizione il Cholito Simeone di battere Radu con uno stacco perentorio di testa. Esplode cosi’ la gioia dei cinquemila napoletani assiepati sulle tribune dello Zini.
Sale in cattedra il centravanti argentino che fa reparto da solo ed al 90′ pesca con un delizioso assist Kvara, che si invola in posizione regolare e regala al Chucky Lozano un cioccolatino da spingere in rete sotto la curva colorata di azzurro.
I partenopei non si fermano più e dilagano, con Radu che salva tramite un miracolo su Lozano servito sempre da un super Simeone, ed arrotondano il risultato con una incornata di Oliveira su cross di Di Lorenzo.
Finisce 4-1 per gli azzurri che comandano la classifica da soli su Atalanta Udinese e Milan.
Una prova di forza dei ragazzi di Spalletti su un campo ostico dove il Napoli non aveva mai vinto, battendo una squadra difficile da affrontare e soprattutto ben messa in campo da Albini.
Adesso per gli azzurri è già tempo di pensare al mercoledì di Champions contro l’Aiax dove sarà importante fare un risultato positivo che chiuda il discorso qualificazione.

Le Pagelle

Meret 6
Di Lorenzo 6,5
Rrahmani 7
Kim 6,5
Mario Rui 7,5
Lobotka 7
Anguissa 6
Ndombele 6
Politano 6,5
Raspadori 6
Kvaratskheila 7

Zielinski
Simeone 7,5
Lozano 6,5
Oliveira 6,5
Oostigard 6

Stefano Apollo.




Ita ed Alitalia: dichiarazioni shock del capitano

Danilo Baratti, comandante Alitalia con quasi mezzo secolo di esperienza, risulta assertivo in merito alla deflagrazione controllata della compagnia di bandiera piu’ illustre del globo, da poco confluita nel fondo di investimento statunitense Cervares, affiancato da Air France a sua volta fusa con Klm. Ita oggi e’ un nuovo flottante sorto dall’esperienza di Alitalia su cui il comandante assurto ai sommi piani del sindacato, svela arcani che scagionano i dipendenti ed i consumatori dalla accusa di regressione di Alitalia. Ai microfoni di Visione tv Baratti loda l’ultima scelta governativa di prediligere il connubio Cervares-Air France alla cordata capitanata dalla italo-svizzera Msc: cio’ in quanto lo stato italiano deterra’ il 45% delle quote societarie, 2 consiglieri su 5, il diritto di scelta del presidente e dell’amministratore delegato, in una sorta di ripristino di statalizzazione della principale azienda meridionale, in termini di occupazione. Sebbene italiana infatti, Alitalia detiene il primato tra le multinazionali allocate parzialmente al Sud, dal punto di vista delle assunzioni e dell’indotto. Questo alla luce della recente acquisizione di Atitech del partenopeo magnate Gianni Lettieri, con l’appropriazione del reparto manutenzione di Alitalia. Il proprietario dell’unica societa’ del Sud quotata alla Borsa di Milano nel principale listino, ex presidente della Confindustria napoletana Lettieri, ha fatto uscire da Piazza Affari la propria Meridie in occasione dell’acquisto di Atitech, che oggi figura egemonica a livello europeo, nel settore manutentivo aereo.

Sul versante aereo Alitalia e’ dimostrato aver avuto meno dipendenti dei propri antagonisti, con cento assunzioni a veicolo, che tuttavia avevano un carico di lavoro, di conseguenza passeggeri, superiore alle altre compagnie apparentemente piu’ prestigiose. Il simbolo di Alitalia risulta il piu’ riconosciuto al mondo nonche’ maggiormente distintivo, nel settore dei velivoli. Gli utili delle compagnie aeree sono attualmente impossibili da ottenere con il costo del biglietto, che le fa andare in pareggio, bensi’ sono ottenuti tramite il “comarketing”, ovvero la vendita di bevande, cibi, accessori ed analoghi, per cui la privatizzazione delle compagnie aeree risulta grosso modo controproducente.

Alitalia aveva costi di noleggio, di carburanti e leasing aereo di gran lunga superiori agli omologhi ad onta degli inferiori costi di equipaggio e macchine; ma la prima cosa su cui si e’ puntato per potenziarla e risollevarla, figura il taglio dei costi del personale e della flotta medesima. Con impiegati, servizi e prodotti unanimemente riconosciuti, a suo tempo, superiori alle aziende antagoniste. La politica leghista ha causato il ridimensionamento di Linate, giudicato troppo fragoroso, con Malpensa depotenziato dalla mancata fusione con l’olandese Klm: quest’ultima antecedentemente Air France che oggi cerca di fagocitare Alitalia con il controllo di Ita, era molto forte sui lunghi tragitti mentre Alitalia lo era sui medi e piccoli. Di qui l’auspicio a creare un duplice punto di approdo e partenza a coprire in modo egemonico il mondo, con Amsterdam, Malpensa e Roma. Ma cio’ e’ stato osteggiato dalla politica leghista e non, per cui si fini’ in causa con la sconfitta della compagnia olandese che aborri’ la copertura anche di Linate e si defilo’ dall’accordo. Solo che la penale di 250 milioni fu adoperata anziche’ per una fusione che avrebbe posto Alitalia all’acme delle industrie aeree, bensi’ a chiudere l’ultimo bilancio in attivo, ad inizio terzo millennio. In seguito inizio’ la sequela dei molteplici prestiti ponte e la Legion d’Onore per l’amministratore delegato di allora che opto’ per l’internalizzazione del quarto di miliardo per Alitalia anziche’ la fusione con gli olandesi, consentendo ad Air France di farlo al posto dell’Italia. In una congiuntura che vedeva gli olandesi a corto di liquidita’ e le compagnie di bandiera francese e tedesca, in crisi ingente.

Ad un certo punto e’ stato espresso, dal comandante Baratti presente ai principali tavoli decisionali che hanno inficiato la compagnia aerea italiana che, in occasione di un piano di fusione sesquipedale, il commissario europeo dell’epoca, inglese, in modo asintotico ha ostacolato l’espansione di Alitalia che si trovava a presentarne un piano ambizioso. A quell’incontro partecipo’ l’amministratore delegato anziche’ il ministro in questione. Il che’ andava contro gli interessi di Alitalia, che coadiuvava il principale mercato continentale e collegava la parte piu’ ricca d’Europa, il nord, con il mondo. Bacino di consumatori bramato da Air France e Lufhtansa e che vede oggi rimanere l’Italia, sul podio del mercato aereo a livello globale. Con inoltre il fatto che attualmente l’aereo e’ preso e considerato piu’ conveniente, da una dovizia di cittadini del sud e del centro; per spostarsi anche all’interno della penisola. Ma Alitalia sfolti’ anziche’ ampliare la flotta, concentrandosi sulle tratte brevi in cui la concorrenza delle compagnie economiche era imbattibile, finendo cosi’ per regalare le tratte lunghe alle nemesi di Alitalia e le brevi alle compagnie piccole ed economiche, tipo Air Italy. Quest’ultima, a detta del comandante e sindacalista interpellato dall’emittente tv di Toscano, e’ riuscita al principio ad impossessarsi di Alitalia, per mezzo di un’operazione politica ed economica corrotta, pur avendo maggiori debito e dimensioni clamorosamente inferiori di Alitalia.

In questo modo si sopraggiunge all’operazione patrocinata da Berlusconi dei sedicenti capitani coraggiosi per fermare la vendita all’estero di Alitalia. Compravendita esosa per Alitalia, che oggi ha visto condannati alcuni di quegli imprenditori, i quali hanno ceduto ad Ethiad quella che poteva divenire l’impresa aerea principale nel mondo. Gravata da una strategia erronea di preferire il medio e piccolo raggio sul lucroso lungo raggio, Alitalia si apprestava a cambiare nome in Wings, anelli, con gli olandesi, e coprire le principali mete in ingresso per suffragare il turismo endogeno ed in uscita, in una situazione che vedeva la completa ed esiziale deregolamentazione statunitense, del mercato aereo. In Europa oggi il comandante Baratti esorta la ripresa di Alitalia con una rediviva Iri, reimpostando i parametri di un tempo, imperniati su nuove assunzioni ben retribuite, alla stregua delle ventimila famiglie impiegate da Alitalia, che con un reddito medio alto hanno beneficiato l’andatura aziendale con la perizia del caso, ed il pil circostante. A differenza degli addetti odierni sottopagati, numerosi ma dallo scarso potere di acquisto.




Economia: aggiornamenti da Europa ed Italia

L’UE vieta i pagamenti crittografici dalla Russia nel nuovo pacchetto di sanzioni anti Russia. L’Unione Europea ha rafforzato le restrizioni sui pagamenti in criptovalute da conti russi, portafogli o altri servizi di detenzione a quelli europei.

Nell’ottavo pacchetto di sanzioni contro la Russia dall’invasione dell’Ucraina a febbraio, il blocco ha rimosso il tetto di 10.000 euro stabilito ad aprile per un divieto “indipendentemente dall’importo del portafoglio”.

Italia frattanto si installa tra i big mondiali: al 4° posto per produzione, esportazioni e consumo di robot. Dinanzi agli Usa.

Industria italiana autobus avvia la produzione dei bus a idrogeno. L’azienda sigla un accordo di partnership tecnologica con CaetanoBus e Toyota. Coinvolti gli stabilimenti di Bologna e Flumeri: avanza il piano di risanamento: Marco Morino di Industria italiana autobus (Iia), titolare dello storico marchio Menarini con stabilimenti a Bologna e Flumeri (Avellino), imbocca la via dell’idrogeno. Una svolta che consentirà all’azienda, il cui azionista principale è Invitalia (42,76%) mentre il secondo socio è Leonardo (28,65%), di offrire entro il 2024 mezzi (cioè autobus che vanno dagli 8 ai 18 metri) alimentati con tutti i combustibili oggi disponibili: diesel, metano compresso, metano liquefatto, batterie elettriche, idrogeno. Secondo il Sole 24 ore.

Crollano le surroghe e si sgonfiano i mutui. Negli ultimi 9 mesi, cioè dall’inizio dell’anno, le richieste di mutui immobiliari e surroghe hanno registrato una contrazione complessiva del -22,6% rispetto allo stesso periodo del 2021 (-25,5% la flessione nel solo mese di settembre).

I 200 miliardi? Falso in bilancio. Secondo la Corte dei Conti federale, lo stanziamento contro il caro-gas tramite un fondo speciale elude il controllo parlamentare ed europeo per la Germania. Lo riporta Milano Finanza.

Per il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan ” Al momento non vediamo indicazioni sull’imminente uso di armi nucleari”, ha affermato. “Ovviamente lo stiamo monitorando attentamente e rimanendo in stretta consultazione con alleati e partner”. Mentre per BIDEN Putin ” Non sta scherzando quando parla del potenziale uso di armi nucleari tattiche o di armi biologiche e chimiche , perché il suo esercito è, si potrebbe dire, significativamente sottoperformato”, ha aggiunto Biden, secondo Bloomberg . “Non credo che esista la possibilità di usare facilmente armi nucleari tattiche e non finire con l’Armageddon”. https://www.zerohedge.com/political/biden-warns-nuclear-armageddon-threat-back-first-time-cuban-missile-crisis.

La BCE esprime preoccupazione per una possibile ondata di default delle banche. “Putin deve andare via”. La pace e la sicurezza negli Stati Uniti e in Europa saranno raggiunte solo se ci sarà un cambio di regime in Russia. Questo è secondo l’ex consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Bolton.

Le azioni di Credit Suisse sono in ripresa dopo la notizia che la banca in crisi si è offerta di riacquistare fino a $ 3 miliardi del proprio debito. Per chi volesse leggerlo il regolamento del MI.Ca. crypto e’ disponibile sul canale Telegram di Francesco Carrino, commercialista ed imprenditore. Sarà comunque discusso prossimamente al Parlamento Europeo.




Notizie da sud

CHIUSO NUOVAMENTE IL CANALE YOUTUBE DELL’ATTORE TEATRALE ROBERTO D’ALESSANDO

Sul canale c’erano spezzoni dello spettacolo “TERRONI” che l’artista porta in giro per l’Italia. Per YouTube i contenuti meridionalisti sono prodotti ingannevoli. Ma non si può fermare il vento con le mani, secondo Pino Aprile, giornalista autore del best seller Terroni e presidente del partito meridionalista”24 agosto ET”.

Arrestato Francesco Piro, capogruppo di FORZA ITALIA nella Giunta regionale lucana, mentre il presidente di regione, Vito Bardi di FORZA ITALIA, è indagato nell’inchiesta sulla sanità. Indagati anche gli assessori FANELLI e MERRA della LEGA e Gianni Rosa, neo senatore di FRATELLI D’ITALIA

https://www.basilicata24.it/2022/10/inchiesta-sanita-indagati-anche-il-presidente-bardi-e-gli-assessori-fanelli-e-merra-118161/.

Incontri diretti tra Silvio Berlusconi, Bettino Craxi ed i vertici della ‘Ndrangheta per spingere l’ascesa politica dell’ex Cavaliere. I summit tra Cosa nostra e la criminalità organizzata calabrese per definire la strategia stragista. E poi ancora il ruolo di Giuseppe Graviano; la delusione su Marcello Dell’Utri che non aveva mantenuto i patti; l’appoggio della massoneria occulta per il neonato partito politico Forza Italia. Sono questi alcuni degli argomenti che i collaboratori di giustizia Marcello Fondacaro, Girolamo Bruzzese e Gerardo D’Urzo (deceduto nel 2014 nel carcere di Pavia) hanno raccontato ai magistrati.

Il Procuratore aggiunto, Giuseppe Lombardo, in poco più di un’ora, ha rappresentato i motivi per cui le dichiarazioni dei tre pentiti si incastrano perfettamente con le prove fin qui assunte in primo grado.
Dalle dichiarazioni emerge l’esistenza della componente riservata di ‘Ndrangheta e Cosa nostra, capace di interfacciarsi con una componente deviata, irregolare e occulta del grande sistema massonico nazionale. E pensare che tali personaggi sono stati al Governo per molto tempo (ed in parte ancora lo sono).

Piano Lago in Calabria vede i dipendenti che rilevano azienda e sfidano Cina e Taiwan. La Calabria con Flazio ed altre realta’ industriali informatiche di alto calibro, viene definita la Silycon Valley d’Europa, nell’assordante silenzio mediatica e nello snervante immobilismo della politica in suo favore.

https://www.cosenzachannel.it/2022/06/25/next-elettronica-piano-lago/.

Enrico Mentana commenta con un “.” l’articolo del “suo” giornale relativo al post di Pedicini che sta smuovendo gli animi dei cittadini del Sud!
Cosa significa quel “.”??? Nell’articolo si legge: “Un tweet che non ha lasciato indifferenti i follower del parlamentare che poco hanno gradito l’accostamento tra i referendum nei territori ucraini occupati dai Russi e la storia dell’unità d’Italia”. Cio’ e’ mendace, basta vedere quanti commenti di approvazione ci sono sotto al post in questione. Ancora una volta, si cerca di coprire in malo modo gli orrori della “nostra” storia, replicano dai consessi politici e giornalistici di stampo meridionalista. Tuttavia non si hanno prove inconfutabili di brogli elettorali verso la Russia alla stregua di quanto, in occasione dell’unita’ d’Italia, non si e’ chiesto il parere popolare.

“Non abbiamo potuto scegliere ci siamo trovati candidati paracadutati. E il paradosso è che tutti parlano solo dei soldi in relazione agli esiti politici nazionali avuti luogo al sud quest’anno”.

“Il Sud ha il 50 per cento in meno di reddito e il 50 per cento in meno di infrastrutture (grazie anche alla mancata perequazione dal 2009). Al Sud ci si può curare di meno, si può studiare di meno, si può viaggiare di meno, si può lavorare di meno, si vive di meno. Poi soprattutto al Sud (area piu’ indigente in Europa, peggio della Grecia) va il grosso del reddito di cittadinanza, e si grida allo scandalo. Sud che vorrebbe essere sempre assistito. Dimenticando che mai il Sud è cresciuto (facendo crescere da record anche l’Italia) come quando lo Stato vi ha investito rimediando alla sperequazione”.

Sul reddito di cittadinanza e Sud si impernia la lucida analisi di Lino Patruno su “LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO”.

Il meridione possiede la meta’ del reddito pro capite del centro nord, la meta’ delle infrastrutture e quasi la meta’ della posizione suffragata dal reddito di cittadinanza od in procinto di reclamarlo. Lo scandalo del clientelarismo del sud che ha premiato Conte alle ultime elezioni non va focalizzato in altra maniera se non la situazione disastrata del sud, resa tale e procrastinata tutt’ora da una politica miope, rea di indirizzare verso l’emigrazione, il malaffare o il sostegno pubblico, pletore di giovani e fette crescenti di lavoratori. Il Movimento 5 stelle si contrassegna come l’ultimo partito politico ad aver effettivamente versato denaro tangibile nelle tasche degli italiani, peculiarmente del sud, pertanto il suo successo e’ di elementare ermeneutica e stimola un quesito: lo sviluppo del sud Italia merita attenzione nazionale oppure e’ opportuno glissare come ora e nel recente passato, sul livello dei Lep in previsione dell’Autonomia differenziata? Beninteso che I livelli Minimi di prestazione, investimenti pubblici tesi al ripristino o riconversione di importanti industrie surrettiziamente dismesse come la Italsider di Napoli, la manifattura tabacchi, l’Ilva di Taranto, la filiera chimica Eni di Calabria e Sicilia, sarebbero di gia’ sufficienti ad attivare un mirabile sviluppo del sud. Se a cio’ si aggiunge un piano mastodontico di allargamento portuale per Gioia Tauro, Palermo, Bari, Salerno, una installazione di Tav anche non di ultima generazione tra le principali citta’ meridionali e gruppi di quelle meno popolate, il volano economico si rivelerebbe mirabile. Sulla base del fatto che Alitalia si conferma la principale industria meridionale ed il porto, la maggiore infrastruttura cittadina del capoluogo della Campania.