Progetto Mercury per vaccinare e censurare di piu’

Il Social Science Research Council sta fornendo 7,2 milioni di dollari a 12 gruppi che promuovono scienze sociali e comportamentali ambiziose e applicate per combattere la crescente minaccia globale rappresentata dai bassi tassi di vaccinazione contro il Covid-19 e dalla disinformazione sulla salute pubblica.

NEW YORK ha visto, al 23 agosto 2022, il Social Science Research Council (SSRC) annunciare che fornirà inizialmente 7,2 milioni di dollari in fondi diretti per la ricerca a 12 squadre di ricerca che lavorano in 17 paesi al fine di comprendere meglio come si diffonde la disinformazione e la disinformazione sulla salute, come combatterla e come costruire sistemi informativi più forti, aumentando al contempo i tassi di vaccinazione contro il Covid-19. Attraverso il Progetto Mercurio—abilitato da The Rockefeller Foundation, Robert Wood Johnson Foundation, Craig Newmark Philanthropies e Alfred P. Sloan Foundation con un totale di 10,25 milioni di dollari fino ad ora—la SSRC sta sostenendo una prima coorte di scienziati sociali e comportamentali di tutto il mondo per generare nuova ricerca tanto necessaria per soluzioni su misura a livello locale in Bolivia, Brasile, Costa d’Avorio, Ghana, Haiti, India, Kenya, Malawi, Messico, Nigeria, Ruanda, Senegal, Sierra Leone, Sud Africa, Tanzania, Stati Uniti e Zimbabwe.

A seguito della caratterizzazione di informazioni sanitarie imprecise da parte di una dovizia di chirurghi generali degli Stati Uniti, si e’ ravvisto cio’come una “minaccia urgente” da dipanare e, dall’Organizzazione mondiale della sanità come “infodemia”. Ecco dunque che la SSRC ha emesso un invito a presentare proposte per contrastare le crescenti minacce globali causate da errori di salute pubblica e disinformazione e bassi tassi di vaccinazione contro il Covid-19, e ha ricevuto quasi 200 richieste da tutto il mondo.

“Con il Covid-19 diffuso e in rapida evoluzione ovunque, è urgente identificare gli interventi con il potenziale per aumentare l’adozione della vaccinazione. I vaccini sono efficaci solo se diventano vaccinazioni; i vaccini sono una meraviglia scientifica, ma il loro potenziale non viene realizzato se vengono lasciati sullo scaffale”, ha affermato Anna Harvey, presidente della SSRC . “Il grande volume di proposte di alta qualità presentate al Mercury Project sottolinea quanto sia desiderosa la comunità delle scienze sociali e comportamentali di valutare gli interventi per aumentare la domanda di vaccinazione e costruire ambienti informativi più sani”.

I ricercatori della prima coorte del progetto Mercury sono affiliati a istituti di ricerca e partner esecutivi in ​​tutto il mondo:

Canada: Università della Regina.
Costa d’Avorio: Centro di Ricerca e Azione per la Pace.Gran Bretagna: The London School of Economics, London School of Health and Tropical Medicine, the University of Bristol, University of Lincoln, e University of Warwick.
Francia: Aix-Marseille School of Economics.
Ghana: Ghana Health Service, Innovations for Poverty Action, University of Health and Allied Sciences.
Haiti: Zanmi Lasante (Partners in Health).
Kenya: Partnership for African Social and Governance Research.
India: Centre for Policy Research.
Malawi: Abwenzi Pa Za Umoyo (Partners in Health).
Messico: Center for Research and Teaching in Economics, Instituto Tecnologico Autonomo de Mexico, ed Instituto Tecnológico y de Estudios Superiores de Monterrey.
Sierra Leone: Ministry of Health and Sanitation, Ram Labs, Unicef.
Spagna: Universitade Carlos III.
Rwanda: Inshuti Mu Buzima (Partners in Health).
Tanzania: Economic and Social Research Foundation, National Institute of Medical Research, University of Dar es Salaam.
Usa: Carnegie Mellon, Columbia, Duke, Harvard and Harvard Medical School, MIT, New York University, Rutgers, St. Augustine University, Stanford, UC Berkeley, University of Southern California, the University of Chicago, the University of Pennsylvania, the University of Michigan, Vanderbilt, e Yale.
“ I componenti di queste organizzazioni massimizzeranno e semplificherano il Mercury Project,” ha detto il dottor Bruce Gellin, Chief of Global Public Health Strategy a The Rockefeller Foundation. “Loro andranno lontano con questi criteri e faranno adottare soluzioni efficaci per contrastare la disinformazione e la reticenza a vaccinarsi. Noi ci auguriamo che le informazioni scientifiche, la comunicazione e la campagna vaccinale vadano a gonfie vele per mezzo di scienziati di alto calibro coinvolti, ha rimarcato il direttore della Rockfeller.

Le istituzioni locali adotteranno tecniche di coinvolgimento degli studenti di ogni eta’, per individuare la disinformazione sui vaccini, in seguito a processi di formazione scolastica e collettiva, espellerli, glissare sui contenuti e convincere l’uditorio sulle corbellerie propagate dagli scettici del vaccino e non.

Heather Lanthorn, Program Director al the Mercury Project, assicura che ogni angolo del pianeta disporra’ di centri di controllo intenti allo studio evolutivo del Covid e pronti a concretizzare nuove ed efficaci terapie farmacologiche per debellarne ogni mutazione.

Le formazioni scientifiche, istituzionali e politiche suffragate dai Rockfeller, lavoreranno globalmente in esemble per elidere la disinformazione intervenendo fattivamente e causticamente, su singoli e comunita’ che sposano tesi opposte.

Convegni regolari, sia virtuali che in presenza, aggiorneranno l’uditorio sulle ricerche scientifiche e tecnologiche relativi Covid ed analoghi, nel mondo. Il primo si e’ svolto al Rockefeller Foundation’s Bellagio Center in Italia, a fine agosto, dove migliaia di scienziati, imprenditori, autori ed artisti si confrontano su idee innovative da concretizzare fin dal 1959. Anche quest’anno obiettivi, sinergie e collaborazioni tra gli astanti dei confronti, e’ votata alla risoluzione della pandemia.

Le informationi basiche su the Mercury Project stazionano nel sito the Social Science Research Council.

Le scienze sociali aderenti le principali Onlus del pianeta come la Rockfeller, continuano a credere nelle scienze sociali, finanziandone cospicuamente ed alacremente i suoi componenti, per cui sono in corso di potenziamento segmenti di scenziati sociali teleologici lo smussamento delle opioni allarmistiche e la censura di quelle in disaccordo, sul versante vaccinale e dei temi affini, dentro i social e nelle istituzioni. The Rockefeller Foundation si classifica come prima entita’ benefica nella storia con accordi e lavoro in comune nel reparto tecnologia civile, sotto ogni punto di vista. Iscrivendosi alla newsletter rockefellerfoundation.org e seguendo su Twitter @RockefellerFdn e’ possibile rimanere aggiornati sui progetti venturi e contemporanei delle strutture ad essa afferenti.




Sud: diritti negati ed allarme Costituzione

Dɪʀɪᴛᴛɪ ᴄɪᴠɪʟɪ ɴᴇɢᴀᴛɪ ᴀʟ Sᴜᴅ, ᴄᴏsɪ̀ ʟ’Iᴛᴀʟɪᴀ ᴠɪᴏʟᴀ ʟᴀ Cᴏsᴛɪᴛᴜᴢɪᴏɴᴇ ᴇ ᴏʀᴀ ᴄɪ ᴍᴇᴛᴛᴇ ᴀɴᴄʜᴇ ɪʟ sɪɢɪʟʟᴏ. Lino Patruno e’ sommamente esplicito sulle manfrine amministrative che coinvolgono il meridione nel 2022.

“Ma voi ditemi perché io di Foggia devo essere curato peggio e meno di uno di Pavia. Ma voi ditemi perché io di Matera devo avere meno bus di uno di Verona.

Ma voi ditemi perché io di Avellino devo avere minore assistenza sociale di uno di Parma. Ma voi ditemi perché io di Crotone devo avere meno ore di scuola di uno di Alessandria. Ma voi ditemi perché io di Campobasso devo avere meno asili nido di uno di Arezzo. Per lo Stato italiano i cittadini hanno pari dignità e sono uguali dinanzi alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali. Ma voi ditemi perché non sono uguali a seconda di dove sono nati. E ditemi perché lo Stato italiano continua a violare la sua stessa Costituzione a danno dei meridionali nati nel posto sbagliato. Ditemi perché dobbiamo avere uno Stato ingiusto e razzista.

Voi dovete dirmi anche perché io non nato a Varese o a Padova devo avere meno lavoro e più povertà, meno benessere e più emigrazione. Problema vostro, è stata finora la risposta, vostro difetto di capacità e di modernità. E se insistete vi rinfacciamo anche di essere nati così. Mentre lo stesso incostituzionale Stato italiano, che fa un colpo di Stato verso se stesso riguardo al Sud, lo ammette nei suoi conti: io spendo molto meno per un cittadino meridionale rispetto a uno centrosettentrionale.

Perché? Perché ci sono italiani e diversamente italiani. E perché c’è un federalismo fiscale che da almeno 21 anni (per parlare solo degli ultimi) continua a derubare il Sud. Lo dicono i Conti pubblici territoriali del Mise (Ministero sviluppo economico, evidentemente sviluppo del solo Centro Nord). Ma se questo divario di ricchezza è inaccettabile, addirittura immorale è quello dei diritti di cittadinanza, appunto quei servizi che fanno la qualità della vita. Appunto sanità, scuola, trasporti, sostegno agli anziani. E che non possono dipendere dalle condizioni economiche, anzi le determinano. Servizi che danno o non danno dignità all’esistenza. Voi del Sud dovete vivere con meno dignità. Dovete vivere peggio solo perché del Sud.

Condannati a morire prima. La Questione Etica di uno Stato non etico, altro che Questione Meridionale. E non meraviglia sapere chi sia stato a sollevarla in una campagna elettorale che di Sud parla solo per bacchettarlo, eh dovete darvi da fare. Rapinati e dileggiati.

Monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, è vicepresidente dei vescovi italiani e delegato al Mezzogiorno. In Italia il divario civile, ha detto, è più accentuato di quello economico, ed anche più preoccupante. Meno accettabile. Meno accettabile che un calabrese ammalato non possa curarsi nella propria città con la stessa tempestività ed efficacia di un lombardo. Che c’entra una malattia con tutto il resto? Che c’entrano i servizi alla persona, che c’entra l’umanità col conto in banca? Tutto ancora meno accettabile che un calabrese abbia un reddito di appena la metà di quello medio dei lombardi.

Perché lo Stato italiano non ha mai calcolato i bisogni civili dei meridionali tanto quanto ha calcolato (e con che fretta) quelli dei settentrionali. Anzi siccome ai settentrionali ha sempre storicamente dato di più, continua storicamente a darlo. Giusto? Ah, ora pensiamo al gas.

Monsignor Savino non cita i neoborbonici in questa sua denuncia dal sapore dell’intemerata nell’indifferenza generale. Cita, fra le altre, Caritas e Legambiente. Su questo scandalo europeo di un Paese neanche lontanamente europeo, ora le forze politiche si accingono a mettere il sigillo definitivo. E lo fanno a destra, a sinistra, al centro: tanto perché nessuna ne perda il merito. Si accingono a sancire una volta per tutte che i più fragili diventino sempre più fragili.

L’autonomia differenziata chiesta da Lombardia, Veneto ed Emilia vuole cristallizzare e legittimare questo golpe continuato. E lo sarebbe quand’anche non pretendessero (come pretendono) di trattenersi le loro tasse perché i ricchi devono essere trattati meglio per un merito: essere ricchi.

Anche se per i servizi che vogliono gestire spendessero quanto attualmente spende lo Stato, quella spesa è la spesa storica. Cioè una spesa in più di quanto gli spetterebbe e che viene sottratta ogni anno ai malati, agli studenti, agli anziani del Sud.

Udite, udite: chi nel 2009 denunciò questo colpo di mano continuativo e aggravato ai danni del Sud fu un certo Caldarola, big della Lega Nord. Era indignato anche lui, figuriamoci.

Ora deve essere un vescovo a dire che non si venga, per carità, a parlare di vangelo. E biblicamente che non si dica Signore Signore violando la dignità dei più deboli.

Intanto i nosocomi della provincia italiana continuano a chiudere oppure non aprono, plasmati sul surrettizio meccanismo della domanda/offerta, mentre le autostrade, i porti, le infrastrutture nelle realta’ extraurbane, collocate sopratutto nel meridione, non sono ben manutenuti, non sono preventivati ne’ attuati, in uno stallo economico che rischia di causare ulteriore recessione al norditalia, maggiore instabilita’ e degrado dei piccoli centri. Il che avviene binariamente allo spopolamento ed all’emigrazione giovanile dei paesi e del meridione, gia’ gravato da abbassamento demografico. E le scuole iniziano a chiudere od essere aggregate, il Ponte di Massina, il piu’ lungo del mondo, si vede obliato dagli investimenti. La Calabria si conferma area piu’ indigente in Europa.




Debito italiano va ruba ma e’ scandalo

“DOVE PRENDETE I SOLDI?”

Qualsiasi dibattito politico si arena su questa fatidica domanda: dove prenderete i soldi per attuare il vostro programma?

Allora vediamo dove sono i soldi, anzi dove sarebbero visto che il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha deliberatamente deciso di rinunciare a raccogliere la finanza necessaria a supportare il Paese, e lo ha fatto nonostante le fasi più dure del lockdown, quando i commercianti e le piccole e medie imprese cadevano come mosche.

Ecco le prove (seguite i riferimenti nei documenti allegati):

A) In alto trovate l’articolo dell’Ansa relativo all’Asta BTP del 5 Gennaio 2022. Come vedete, si potevano raccogliere €55 miliardi al tasso del 2,5% con scadenza 30 ANNI (!) Ma il MEF ha deciso di offrirne solo €7 miliardi. Sintesi: rifiutati €47 miliardi.

B) Ad Aprile 2021 (vedi tabella in basso) il MEF ha fatto persino peggio: si potevano raccogliere €64,7 miliardi al tasso del 2,15% con scadenza 50 ANNI (!!) Ma il MEF ha deciso di collocarne soltanto €5 miliardi. Sintesi: rifiutati €60 miliardi.

Non sono casi isolati, ma due sole di queste aste hanno sottratto €100 miliardi di liquidità al Paese. Detto in termini calcistici: il MEF ha sbagliato diversi rigori a porta vuota.

Oggi, emettere quegli stessi titoli costerebbe il doppio il che, per chi lo capisce, vuol dire che il debito contratto nel 2021-2022 si sarebbe ridotto di circa un 25-30% per il solo effetto dei tassi.. un regalo per le finanze pubbliche.

Domandiamo allora a quelli “bravi”: se non raccogliete il denaro quando i tassi BCE sono a zero, condizione unica nella storia, e le scadenze sono lunghissime, quando li raccogliete??

Questa non può essere ignoranza. Non posso credere che vi siano tali incapaci al MEF. Devo necessariamente ipotizzare che il MEF abbia deliberatamente deciso di limitare la liquidità disponibile per creare una dipendenza fittizia dai fondi PNRR, quelli per i quali l’UE chiede riforme e sacrifici.

Questa artificiale carenza di liquidità ha procurato danni incalcolabili all’economia italiana. Ha impedito di ristrutturare il debito pubblico, di offrire opportunità di crescita alle PMI, di azionare il volano degli investimenti pubblici, di innescare quel circolo virtuoso che serviva – e che serve urgentemente – per uscire dal pantano nel quale ci hanno cacciato, soprattutto in vista della recessione globale che si prospetta nei prossimi mesi.

Vorrei sentire i rappresentanti dei partiti antagonisti alzare la voce su questo punto, che è centrale per qualsiasi programma politico si porti avanti.

Se non si sfata il tabu della liquidità e del debito pubblico la gente continuerà a pensare che il denaro è una risorsa scarsa e che l’unica possibilità di procurarlo è di ricorrere al prelievo fiscale perché “lo Stato è come una famiglia, non può spendere più di quello che ha”, una delle frasi più ingannevoli della storia dell’uomo”. Con questo redame al fulmicotone il finanziere italo-elvetico Alberto Micalizzi sfoga la propria amarezza e guida una carica di livore contro l’esecutivo Draghi e gli artefici di queste misure esiziali per l’Italia, tacciate da esponenti partitici come Mori, Toscano, Messora, di sedizione, Alto Tradimento, il che e’ foriero di intervento per la corte marziale. Intanto sono numerose le astensioni in Italia, nel pagare le bollette, le difficolta’ delle piccole-medie imprese; con il silenzio assenso a tale congiuntura da parte della totalita’ dei partiti tradizionali.

Le accuse multiple oggi colpiscono in modo eminente Speranza, che si vedra’ nuovamente al governo se il collegio di Fuorigrotta, presso Napoli, perpetuera’ a votare Pd, come nell’ultimo ventennio, afferma Borghi della Lega, Amodeo di Italexit e Rizzo di Italia Sovrana e popolare. In questa situazione il reddito medio italiano e’ soggetto a irreversibili cali, mentre le plutocrazie presenti al forum di Davos e Cernobbio, recentemente, si sono assicurate dai principali esponenti politici nazionali, il rispetto della propria agenda finanziaria, innestata sul rispetto del Pnrr, la digitalizzazione dei dati a mo’ di Green Pass sostituito dallo Speed, ed i conseguenti prelievi forzosi, blocchi dei diritti, relativi i cittadini antitetici i dogma politici in auge.




Mosse antinflazione: consigli di economista

ADDOMESTICARE L’INFLAZIONE NELL’ERA DELLA DE-GLOBALIZZAZIONE e’ il mantra degli studiosi indipendenti di finanza e gestione macroeconomica, come il professor Alberto Micalizzi, tecnico apicale con un passato nella Borsa di Londra:”I Paesi occidentali sono investiti da un’ondata inflattiva che appare fuori controllo. Solo nelle ultime ore, il Regno Unito ha riportato un incremento dei prezzi al consumo del 10,1%, tornando dopo 40 anni alla doppia cifra, e la Germania un’inflazione dei prezzi industriali del +37,2%, cosa mai successa nella storia (il grafico riportato sotto evidenzia l’unicità del fenomeno).

Si badi, questa non è un’inflazione da eccesso di liquidità (troppo denaro in circolazione) bensì da scarsità di beni (poca offerta di prodotti). Deriva cioè dal fatto che i produttori di materie prime ma anche di beni industriali intermedi hanno diminuito la produzione e quindi l’offerta, per numerose ragioni, tra le quali citerei la paralisi economica seguita alle restrizioni Covid ma anche una volontà meramente speculativa da parte di cartelli internazionali di produttori e distributori.

Questo tipo di inflazione non si combatte con l’aumento dei tassi di interesse, come le Banche centrali stanno cercando di fare. Infatti, non solo l’aumento dei tassi è insostenibile a causa del livello raggiunto dai debiti pubblici dei principali Paesi occidentali, USA ed Eurozona in primis, ma, paradossalmente, tassi più elevati diminuiscono i capitali a disposizione delle imprese e riducono la capacità produttiva, finendo per contrarre ulteriormente l’offerta di beni e servizi e aumentare, anziché diminuire, l’inflazione.

Dunque, il problema si risolve espandendo l’economia reale, non contraendo quella finanziaria. Occorre cioè stimolare la produzione con l’obiettivo di aumentare l’offerta di beni con conseguente diminuzione dei prezzi.

Per fare questo ci sono due strade di fondo: agire sulla domanda interna o puntare sulla bilancia commerciale (import/export). Negli ultimi mesi il modello di globalizzazione selvaggia è entrato in crisi e ciò è testimoniato dalla contrazione dell’export di Germania e Cina (ma anche dell’Italia), le cui economie sono tradizionalmente sbilanciate sulle esportazioni. Nello scenario attuale di de-globalizzazione è dunque necessario puntare sulla domanda e sulla produzione interna, l’esatto opposto della narrativa neo-liberista.

Per un Paese come l’Italia questo richiede un piano straordinario di crescita del PIL di almeno €200 miliardi in 3 anni che punti prevalentemente su consumi interni, investimenti e spesa pubblica “produttiva”.

Per conseguire questi obiettivi occorre adottare politiche fiscali espansive, come la riduzione dell’IVA, attivare una banca pubblica di finanziamento alle imprese e raccogliere il risparmio degli italiani con modalità innovative che non espongano alla speculazione sul debito ed alle manipolazioni dello spread (a queste soluzioni farò cenno in un prossimo articolo).

In tutto questo, del Patto di Stabilità occorre fare un falò..

E’ dunque possibile riposizionarsi nel nuovo scenario di de-globalizzazione che sta prendendo forma. Quello che è mancato sinora è la volontà politica, cioè sono mancati uomini politici visionari e consapevoli del nuovo corso che la storia ha innescato”.

La verita’ apodittica che viene slatentizzata confrontanto dati e rapporti europei, premia l’Italia nell’ambito dell’avanzo primario, ossia la parte di bilancio derivante dal pagamento delle gabelle, a disposizione pubblica: negli ultimi anni l’Italia ha messo da parte oltre seicento miliardi, a fronte dei cinquecento della Germania e dei trecento e dispari della Francia, pur avendo rispettivamente venti milioni e tre milioni in piu’ di abitanti rispetto il Bel Paese. In questo scenario tali soldi non sono stati reinvestiti dalla politica all’interno della nazione, bensi’ hanno remunerato i fondi d’investimento e le banche commerciali forestiere che non hanno decurtato cosi’ il debito italiano; quest’ultimo e’ incostituzionalmente detenuto all’estero, in seguito alla separazione della Banca d’Italia e del Ministero del tesoro caldeggiata da Draghi e predecessori. Oggi l’Italia staziona in una fase di impotenza finanziaria con investimenti azionari dei propri correntisti, indirizzati all’estero. Ecco la cagione che vede il professor Malvezzi auspicare il veto politico per le banche, di prestare ed investire contemporaneamente, congiungendo speculazione ed attivita’ relative le banche di credito cooperativo.

In tutto questo pantano figura e viene allusa la Costituzione italiana decapitata, peculiarmente nei comma che obbligano lo stato a tutelare e favorire il risparmio privato, l’attivita’ di impresa ed abrogare speculazione e cessioni di sovranita’.




I vescovi firmano per l’Italia

Dopo la due giorni nella città di Benevento, 30 vescovi dell’Italia meridionale e delle aree interne firmano il documento che, pur senza riferimenti politici, condanna i due progetti della destra. Il Vaticano li voleva rispettosi della campagna elettorale in corso. Ma non distanti dalla realtà. E quindi. No all’Autonomia differenziata. Sì ai migranti. No a quei progetti di regionalismo che “non farebbero altro che accrescere le disuguaglianze” tra cittadini della stessa nazione. Sì ai flussi migratori che possono diventare “un’opportunità” per un Paese senza più culle.

Posizioni chiarissime, quelle di un avamposto dei vescovi della Cei. Che mercoledì, al termine della due giorni di studio e confronto svoltasi nel Sannio, hanno firmato un documento che interroga la politica tutta sul tema dello spopolamento e del divario. Ma che, certo, non piacerà ai leader della destra, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che in campagna elettorale spingono rispettivamente ed esattamente su questi slogan: la presidente di Fratelli d’Italia con il resuscitato “blocco navale” contro i barconi (che non è neanche giuridicamente possibile); il leader del Carroccio con la promessa delle mani libere alle Regioni, su settori sempre più ampi della pubblica amministrazione fai-da-te.

Sono i vescovi dell’Italia meridionale e delle aree interne a tenere alta la voce, come storicamente è accaduto in altre stagioni. Accade oggi di nuovo con l’approvazione “benedicente” del presidente della Cei, l’arcivescovo Matteo Zuppi, che ha chiuso confronto e dibattito al centro “La Pace” di Benevento, aperti dal locale arcivescovo, Felice Accrocca.

Lavori tutti incentrati sul tema della grande emergenza dei comuni impoveriti dalla fuga di giovani e famiglie, e anche sui rischi di “ingiustizia” sociale che deriverebbero “al sud, ma non solo con danno al sud” da un regionalismo che non si preoccupasse prima di ripartire equamente le risorse secondo i divari oggi gravissimi, specie sui servizi sociali, la scuola, la Sanità.

Ovvero, questo i vescovi non lo dicono, il disegno che era stato sottoposto dalla ministra Gelmini nell’ultimo governo, un progetto che si fermava alla “spesa storica” senza fissare prima i Livelli essenziali di prestazione: così come chiedono in particolare i governatori del nord, Fontana, Zaia, Fedriga.
Già alla vigilia della due giorni di Benevento, il vicepresidente Cei con delega all’Italia Meridionale, monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio, si era schierato apertamente – in un’intervista a Repubblica – contro quel progetto politico, promosso innanzitutto dalla Lega.

“Sul divario civile e sulle aree interne si gioca, a mio modesto parere, tutta la partita per una democrazia matura e un’idea di civiltà. Che noi chiamiamo civiltà dell’amore – sottolineava monsignor Savino – Ecco perché dico che, per come l’hanno immaginata e per come si punta a realizzarla, questa Autonomia differenziata sia un enorme macigno gettato sulle spalle di generazioni presenti e future”.

La politica di destra spinge, quella di sinistra non si è opposta abbastanza? “Mi sembra che oggi la classe politica non abiti più i territori e soprattutto quelli periferici. Non va lì dove ci sono le più profonde contraddizioni, le povertà vecchie e le nuove”.

Il vicepresidente Cei cita anche uno studio di Matteo Prodi , in cui sono raccolte tre lettere dei vescovi italiani sul Mezzogiorno: datate 1948, poi ’89 e 2010. “Ora è anche più complesso e grave, all’indomani della pandemia, il tema del divario Nord -Sud. Ma vedo che se ne parla proprio poco, tra tanti slogan”. Ed è anche sulla sua lunga relazione, un saggio che include studi e ricerche in ambito economico e sociale, che si è svolto l’ampio confronto tra 30 vescovi provenienti da 12 Regioni d’Italia.

Che ha portato poi alla stesura del documento. “Chiediamo alla politica – dice il testo, reso pubblico mercoledì pomeriggio – interventi seri, concreti, intelligenti, ispirati da una progettualità prospettica, non viziata da angusti interessi o tornaconti elettorali: in tal senso, qualora entrasse in vigore l’Autonomia differenziata, ciò non farebbe altro che accrescere le diseguaglianze nel Paese; come comunità cristiana vogliamo crescere nella consapevolezza e nella partecipazione”. Non solo. “Le Aree interne costituiscono una larga porzione del Paese, accomunata da alcune criticità, depositaria di straordinarie ricchezze e tuttavia diversificata: sono, per analogia, come la piccola Nazareth, marginale, eppure custode della realtà più preziosa – aggiungono ancora i vescovi -. Non ci rassegniamo ad accompagnarle alla fine, in una sorta di accanimento terapeutico, ma vogliamo costituirci baluardo, forza per difenderle, dando vita a reti solidali capaci di attivare sinergie”.

Mentre infuriano i comizi nelle piazze delle città, lo sguardo di questi vescovi è fisso sulle aree dove c’è poca vita, e sui giovani costretti a lasciare le radici. L’appello è a combattere, impegnarsi. E anche ai cristiani. “Noi c’impegniamo a restare: la Chiesa non vuole abbandonare questi territori.

I vescovi italiani giacciono in una situazione di esiziale declino delle vocazioni, che aggredisce specialmente le aree periferiche. Nella provincia di Benevento, infatti, un giovane parroco di recente consacrazione, si trova a fare la spola tra piu’ chiese e paesini che, ad ogni modo, reclamano messe, attivita’ parrocchiale e confessorio; ma cio’ non e’ disponibile come prima, dati i tempi di secolarizzazione, smarrimento e laicizzazione.

Sul piano politico desta sgomento e sconforto che i vescovi meridionali non alludono, anche indirettamente, ai monopoli monetari e finanziari che impediscono di risolvere il duplice problema dell’immigrazione clandestina ed emigrazione territoriale dei giovani meridionali. Di conseguenza si evince l’ammonimento a Meloni e Salvini, i quali sbagliano a glissare, come gli ecclesiastici, sui veri nodi economici e politici che inficiano il mondo, binariamente all’Italia.




Salari in aumento ed arretrati

Come riportato dal Corriere della Sera, diverse categorie di lavoratori statali sono destinati a ricevere una cifra arretrata dovuta alle prestazioni effettuate negli anni 2019-2021. Sono 4 gli ambiti del pubblico impiego interessati: scuola, enti locali, sanità e funzioni centrali ai quali appartengono i ministeri e le agenzie fiscali.

Si tratta di una cifra che darà una bella boccata d’ossigeno a diverse famiglie italiane. I primi a ricevere gli arretrati sono stati i dipendenti ministeriali che hanno firmato il rinnovo del contratto collettivo lo scorso mese di maggio. Per loro a luglio sono già arrivati in busta paga arretrati fino a 2.900 euro.

Gli altri tra ottobre e dicembre saranno tutti indennizzati. Adesso è il turno del personale sanitario. La media degli arretrati varia da 2.268 euro a 3.135 euro lordi. Ancora meglio andrà per gli infermieri che hanno da poco rinnovato il loro contratto. Per loro è prevista un’indennità specifica che va dai 3.777 euro lordi del livello più basso, fino a 4.736 euro per il livello più alto, il D6.

Anche i dipendenti comunali riceveranno entro fine 2022 gli arretrati previsti. L’intesa tra l’Aran e i sindacati è stata raggiunta lo scorso 5 agosto su una base di un aumento di 100 euro lordi mensili per l’intero comparto. Ora la palla è passata al ministero dell’Economia e alla Corte dei conti per la validazione.

Per questo è probabile che entro dicembre sarà sbloccata l’erogazione anche per loro. Si stima una cifra che andrà dai 1.444 euro a 1.977 euro lordi.

Aumenti anche per il comparto scolastico.
Sono state convocate per il prossimo 7 settembre le organizzazioni sindacali della scuola dall’Aran per discutere del rinnovo contrattuale visto che il vecchio è scaduto ormai da 3 anni. Secondo indiscrezioni per il personale docente l’aumento dello stipendio dovrebbe essere di 123 euro lordi al mese per 13 mensilità. Per il personale Ata si parla di un aumento di 90 euro lordi sempre per 13 mensilità.

Le organizzazioni sindacali puntavano a ben altro, cioè a raggiungere un aumento a tre cifre fino a 300 euro lordi in più in busta paga. Cifre quindi ben distanti da quanto richiesto. A occuparsene sarà molto probabilmente il nuovo esecutivo che uscirà fuori dalle elezioni politiche del 25 settembre, con la totale salvezza di Draghi, in qualita’ di sommo legislatore politico.

A Napoli intanto, la situazione sta diventando esplosiva, con sommosse e disordini per strada causati dal livore nel dover pagare bollette spropositatamente onerose: ecco la cagione che ha visto i rivoltanti urlare sul diniego di dover finanziare, per mezzo di tasse e bollette gravose, una guerra che disprezzano, alla stessa stregua dell’invio di armi in Ucraina. Il professor Malvezzi auspica un aumento di oltre trecento euro in busta paga per tutti, in base alla cesura del 3% subita da salari e pensioni a partire dal 1992, anno della legge Amato che abrogava l’adeguamento previsto dalla Costituzione, delle paghe all’inflazione. Cio’ appurato dal fatto che, invece, la Germania nell’ultimo trentennio ha innalzato del 30%, emolumenti e pensioni.

Oggi con l’impennata dell’inflazione, nemmeno i postulati 300€ in piu’ per tutti, rintuzzerebbero efficacemente il carovita incipiente per cui, nell’ottica di un Risorgimento economico dell’Italia, sarebbe opportuno legittimare il trittico di pagamenti di oltre seicento euro mensili in piu’ di oggi, la remunerazione di nove euro netti all’ora, l’adeguamento automatico dei pagamenti complessivi all’inflazione. In ottemperanza alle norme costituzionali che facilitano il risparmio privato, la vita dignitosa per tutti, l’iniziativa privata di impresa, la proprieta’ pubblica di infrastrutture e multinazionali di stato, un regime fiscale mai ostile come invece odiernamente risulta.




Napoli calcio: verita’ taciute

SPALLETTI SPIEGA IL NAPOLI DOPO IL MERCATO: MANCA CARATTERE, PERSONALITA’, CONVINZIONE, ESPERIENZA! Paolo Paoletti apostrofa in questa maniera la situazione calcistica che coinvolge il Napoli:

“In tantissimi mi hanno chiesto di commentare il calciomercato del Napoli, dal mitico Bar ‘Cocò Gelo’ a Ischia Ponte, tempio della mia adolescenza; all’ambitissimo ristorante Paolino su Corso Vulpes a Pescocostanzo, 1400 metri di altitudine, rifugio dell’attuale adultità.
Richiesta pervenuta da persone disincantate, lontane dal tifo becero, eppure attente alle vicende della squadra di calcio della nostra città.
Per farlo ho dovuto attendere la fine del termine ai trasferimenti ed il commento parte dall’inquadrare l’obiettivo di un calciomercato: migliorare i risultati ottenuti la stagione precedente. Nel caso del Napoli sopratutto il terzo posto in campionato, anche se inopinatamente, in ritiro, De Laurentis annunciò che avrebbe fatto di tutto per vincere lo scudetto. Bugia, stavolta ad hoc, per mitigare critiche e proteste verso il cine-presidente nell’atmosfera pesantissima che ha accompagnato gli azzurri a Dimaro.
Al momento dopo 4 gare (oltre il 25%) del primo campionato da 15 partite (se ne giocheranno 2, uno prima, il secondo dopo i Mondiali in Qatar), il Napoli ha 4 punti in meno rispetto allo scorso anno. Nonostante un calendario favorevolissimo: Verona smontato dalle cessioni, Monza peggiore tra le neopromosse, Fiorentina stravolto dalla qualificazione in Conference, Lecce migliore neopromossa ma ad oggi formazione inventata.

Alla luce di arrivi e partenze, il vero obiettivo alla portata quest’anno, secondo l’attuale classifica, è un piazzamento tra sesto e settimo posto, utile a partecipare ad un torneo internazionale, anche la Conference League, appena vinta dalla Roma e frequentata stavolta dalla Fiorentina.
Si potrà o potrebbe fare di più ma moltissimo dipenderà dai tempi di maturazione e adattamento, di apprendimento e uso di nuove conoscenze di tutti gli acquisti. La serie A è campionato molto tattico, dove serve una considerevole attitudine intellettuale, di cui non sempre sono provvisti calciatori provenienti da campionati stranieri,in particolare quelli fuori dalle 5 migliori leghe europee.

Il dato è che De Laurentis ha incassato molto (fino alla cessione di Ounas, servita ad evitare la sanzione Uefa) e investito meno. Tecnicamente le scelte fatte lasciano irrisolti i nodi fondamentali: portiere, regista, attaccante da 25 gol.
Meret non è mai stato stimato dagli allenatori succedutisi e non mi meraviglierei se Spalletti si rivolgesse a Sirigu.
Navas è stato un imbroglio mediatico, perchè nessuno rinuncerebbe a 9 milioni di euro garantiti, accettandone la metà.
Lobotka e Demme non danno garanzie neanche per svolgere il compitino e più e più volte vedremo un Napoli con il 4-2-3-1 lasciando ad Anguissà e Ndombelè (quando e se riuscirà a reggersi in piedi), il compito delle due fasi. Facendo diventare Zielinski un problema, in quando il polacco è tra i pochi a meritare di giocare sempre e nel ruolo di trequarti dove è più pericoloso ed efficace.
Davanti, questa stagione, confermerà o meno le qualità di Osimhen: campione o incompiuto.
Lo scorso anno non ha mai segnato negli scontri diretti per la zona Champions, quest’anno è partito peggio se non riesce ad essere decisivo neanche contro il Lecce, squadra di ragazzotti: 13 palloni regalati all’avversario, mai pericoloso. Il nigeriano è ancora troppo acerbo: istintivo, rozzo nel possesso palla, poco incline al gioco di insieme, spaesato nei tempi di gioco e negli spazi da coprire.
Venderlo a 100 milioni sarebbe stato il colpaccio ma Cr7 (altra boutade mediatica) pur assicurando 20 reti non è una prima punta.
Come si evince fin qui si è parlato poco dei nuovi perchè meritano menzione sulla carta solo Raspadori e Simeone, già svezzati al calcio italiano e protagonisti in squadre che si sono ben distinte lo scorso anno. Sopratutto il Verona poi smontato.
Per gli altri bisognerà attendere le verifiche necessarie.

C’è un dato che rappresenta il segno di questo mercato azzurro: il no a De Laurentis di Ospina, Koulibaly, Insigne, Mertens, Fabian Ruiz: chi per soldi che avrebbe meritato (la vil moneta rinfacciata a Insigne, Mertens e Ospina), chi per andare a vincere titoli (Koulibalky e Ruiz) che il modus di De Laurentis non prevede.
La rivoluzione è stata una diretta conseguenza.
Il commento finale viene dalla presa d’atto di Spalletti dopo Firenze: “c’è più freschezza e più voglia, si spera anche più stimoli e più volontà di mettersi in luce. Ma poi c’è da ritrovare carattere, personalità, blasone, sicurezza, convinzione ed esperienza di quelli che sono andati via” (da Corsport, 29.08.2022)
Più chiari e onesti di così non si può essere!”.




Macron pubblicamente: terrore per Inghilterra

Francia e Gran Bretagna si troverebbero ad affrontare “seri problemi” se non potessero dire se sono amici o nemici, ha affermato Emmanuel Macron , insistendo sul fatto che per Parigi il Regno Unito sarebbe sempre un alleato, Indipendentemente da chi lo gestisce.

I commenti sono arrivati dopo che Liz Truss , la chiara favorita per diventare il prossimo primo ministro britannico, ha detto giovedì al penultimo movimento della leadership conservatrice che “la giuria è ancora fuori” sul fatto che il presidente francese fosse “amico o nemico”.

Alla domanda di risposta, Macron, in visita ufficiale in Algeria, ha detto che “non è bene perdere troppo l’orientamento”. Se gli è stata posta la stessa domanda, ha detto: “Non esiterei un secondo. La Francia è un’amica del popolo britannico”.

Se Francia e Gran Bretagna “non possono dire se sono amici o nemici – e questo non è un termine neutrale – allora siamo diretti verso seri problemi”, ha detto il presidente francese.

Truss ha detto nel Norfolk che come primo ministro avrebbe giudicato Macron in base a “fatti, non parole”. Macron ha affermato che il Regno Unito è rimasto “una nazione amica” e un forte alleato della Francia “indipendentemente dai suoi leader, e talvolta nonostante i suoi leader e tutti i piccoli errori che possono fare in un discorso da una soapbox”.

Il primo ministro Johnson, uscente, ha aggiunto che le relazioni con il Regno Unito sono state “di enorme importanza… Lo sono state per molto tempo, fin dall’era napoleonica, in pratica, e penso che dovremmo celebrarlo”.

Ex alti diplomatici e un ex ministro francese hanno condannato le osservazioni di Truss, dicendo che era irresponsabile da parte di qualcuno che potrebbe essere il prossimo primo ministro britannico denigrare un alleato chiave e che il commento avrebbe ulteriormente danneggiato le relazioni attraverso la Manica.

Peter Ricketts, un ex ambasciatore britannico a Parigi, ha affermato che i commenti di Truss sono stati mal giudicati. “Siamo nella fase del concorso per la leadership dei Tory in cui i concorrenti devono iniziare a vedersi e a comportarsi come futuri leader del paese”, ha affermato. La Francia è il nostro più stretto alleato di difesa e sicurezza. Abbiamo un impegno di 50 anni per testare le nostre testate nucleari in Francia. Dato che il ministro degli Esteri britannico, come suo probabile futuro primo ministro, opta insultare il presidente della Francia, fare una battuta, indulgere in stupidi punteggi per risate a buon mercato, è semplicemente irresponsabile.

Tensioni che si sono accumulate in cinque anni di negoziati irascibili sull’uscita del Regno Unito dall’UE sono state esacerbate da una serie di liti attraverso la Manica, tra cui gli attraversamenti di migranti su piccole imbarcazioni, le licenze di pesca e il protocollo dell’Irlanda del Nord.

Gli analisti affermano che Parigi non si fida più che Londra mantenga la sua parola, mentre Londra crede che Parigi sia interessata solo a punirla per la Brexit. Le speranze che le relazioni possano migliorare dopo la partenza di Boris Johnson non sembrano realizzarsi a breve.

“Spero che Liz Truss stesse scherzando”, ha twittato Loiseau Loiseau . “Anche se è uno scherzo molto brutto. L’unico a cui piacerà ascoltare questo genere di commenti tra amici, vicini e alleati è Vladimir Putin. Suggerisco di non offrirgli un momento così piacevole”.

Sylvie Bermann, ex ambasciatrice francese a Londra, ha affermato che è importante rendersi conto che le parole di Truss “erano le parole di un candidato”. I candidati alle elezioni “tendono a dire quello che pensano che i loro elettori vogliano sentire”, ha detto.

Ma ha detto che sembrava improbabile che Truss, che è ampiamente previsto essere dichiarato il nuovo leader conservatore il 5 settembre e diventare il terzo primo ministro donna del Regno Unito il giorno successivo, presiedesse un disgelo nelle relazioni anglo-francesi.

“Noi, ovviamente, per usare la sua frase, la giudicheremo dalle sue azioni e non dalle sue parole”, ha detto Bermann. “Ma ci sono disaccordi fondamentali tra Gran Bretagna e Francia che non scompariranno. E dato quello che sappiamo sulle sue posizioni, penso che sia probabile che le cose peggiorino”.

La Francia si trova a rintuzzare una situazione analoga l’Italia, dal punto di vista energetico, ad onta della pletora di siti di produzione nucleare. Cosi’ il malcontento sale e sorvola anche la Germania di Sholtz, per la prima volta in recessione a causa delle sanzioni alla Russia. Di conseguenza il politico di alto calibro, tedesco con annosi rapporti professionali e politici nel macrocosmo russo, si e’ visto fischiare e biasimare in uno degli ultimi comizi; alla stregua di Macron, cui non si perdona la genuflessione alla Bce e la debolezza relativa le multinazionali energetiche, peculiarmente americane.




Usa: Congresso riconosce Ufo

Il Congresso americano ammette che gli UFO non sono “creati dall’uomo”, afferma che le “minacce” aumentano “in modo esponenziale”. Il nuovo budget per i servizi di intelligence americani ordina al Pentagono di concentrare la sua indagine intorno gli UFO su quegli oggetti che non riesce a identificare.
Matteo Gault descrive cio’ in maniera approfondita:”Il Congresso ammette che gli UFO non sono “creati dall’uomo”, afferma che le “minacce” aumentano “in modo esponenziale”.
Dopo anni di rivelazioni su strane luci nel cielo, rapporti di prima mano da parte dei piloti della Marina sugli UFO e indagini governative , il Congresso sembra aver ammesso qualcosa di sorprendente sulla stampa: non crede che tutti gli UFO siano “creati dall’uomo”.

Sepolto in un rapporto che è un’addendum all’Intelligence Authorization Act per l’anno fiscale 2023, un bilancio che governa i servizi clandestini americani, il Congresso ha fatto due affermazioni sorprendenti. Il primo è che “le minacce transmedie tra domini alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti si stanno espandendo in modo esponenziale”. La seconda è che vuole distinguere tra UFO di origine umana e quelli che non lo sono: “Gli oggetti temporanei non attribuiti, o quelli che sono identificati positivamente come artificiali dopo l’analisi, saranno passati agli uffici appropriati e non dovrebbero essere considerati sotto la definizione di fenomeni aerospaziale-sottomarini non identificati”, afferma il documento.

L’ammissione succitata è sbalorditiva principalmente perché, quando sono diventate pubbliche ulteriori informazioni sullo studio degli UFO da parte del governo degli Stati Uniti, molti politici si sono fermati poco prima di affermare che gli oggetti non identificati erano di origine extraterrestre o extradimensionale. La linea standard è in genere che, se gli UFO esistono, allora sono probabilmente veicoli avanzati, sebbene costruiti dall’uomo. Obama ha rifiutato di confermare l’esistenza degli alieni, ma ha detto che ultimamente le persone hanno visto molte cose strane nel cielo quando gli è stato chiesto direttamente su The Late Show con James Corden, per esempio. Ma ora il Congresso sembra voler distinguere in modo specifico tra oggetti che sono “fabbricati dall’uomo” e quelli che non lo sono. Una minaccia “transmedio interdominio” è quella che, secondo la definizione del Pentagono, può spostarsi dall’acqua all’aria allo spazio in modi che non comprendiamo. A luglio, il Pentagono ha annunciato l’apertura dell’All-domain Anomaly Resolution Office (AARO) per indagare su queste minacce. Il disegno di legge riclassificherebbe i fenomeni aerei non identificati (il termine del governo per gli UFO) come fenomeni aerospaziali-sottomarini non identificati e ribattezzerebbe l’ufficio del Pentagono in linea con la nuova designazione. L’anno scorso, un video trapelato che è stato confermato dal Pentagono come autentico sembrava mostrare un UFO che volava senza interruzioni sotto le onde.

Il senatore Marco Rubio, vicepresidente del comitato ristretto del Senato che sovrintende all’intelligence che ha pubblicato il rapporto, ha pubblicamente affermato di volere che gli UFO siano alieni e non armi straniere. Una grande domanda, ovviamente, è perché il Congresso sembra ammetterlo ora, in pubblico. Dopotutto, i legislatori sono a conoscenza di informazioni riservate che il pubblico in generale non ha. “Sforza la credulità credere che i legislatori includerebbero un linguaggio così straordinario nella legislazione pubblica senza prove convincenti”, ha detto Marik von Rennenkampff, un funzionario del Dipartimento della Difesa dell’era Obama, in un editoriale su The Hill sul budget. Secondo l’editoriale, i commenti sono stati notati per la prima volta dal ricercatore UFO Douglas Johnson. “Ciò implica che i membri del Comitato di intelligence del Senato credano (su base unanime e bipartisan) che alcuni UFO abbiano origini non umane”, ha continuato von Rennenkampff. “Dopotutto, perché il Congresso dovrebbe istituire e incaricare un nuovo potente ufficio di investigazione sugli UFO non “artificiali” se tali oggetti non esistessero?” “Non commettere errori: un ramo del governo americano che implica che gli UFO hanno origini non umane è uno sviluppo esplosivo”.

Un gruppo bilaterale di legislatori statunitensi ha da tempo esercitato pressioni sul Pentagono per capire quali sono le strane luci che gli americani vedono nel cielo. Nel 2021, il Dipartimento della Difesa ha pubblicato un rapporto che descrive in dettaglio più di 100 avvistamenti su cui ha indagato. Ha detto che parte di ciò che ha studiato non poteva essere spiegato con gli attuali modelli scientifici e ha chiesto più tempo e denaro per studiare il fenomeno. Il Congresso gliel’ha data e ora chiede al Pentagono di concentrarsi solo su quegli oggetti che non sono stati progettati da mani umane.

In definitiva risulta acclarata l’esistenza di alieni dalla duplice matrice: umana ed extraterrestre, per cui si evince la possibilita’ d strumentalizzazione politica, economica e religiosa, di tale fenomeno, dai detentori delle tecnologie in grado di comporre alieni, navicelle e similari: ovvero il sistema Blu Bean basato su avanzatissimi ologrammi, che di fatto risultano impossibili da sceverare rispetto la realta’.




Europa: impotenza finanziaria e prossimi scenari

Bas van Geffen, macrostratega senior di Rabobank, si esprime in questa maniera sul presente dell’Europa:

“Nel quotidiano  studio di ieri, abbiamo notato come un numero crescente di famiglie statunitensi stia lottando per pagare le bollette. Tuttavia, questa situazione impallidisce rispetto agli aumenti di prezzo che i consumatori europei stanno affrontando. Ad esempio, l’OFGEM, l’autorità di regolamentazione dell’energia del Regno Unito, ha alzato il tetto massimo del prezzo dell’energia a £ 3.549 a partire dal 1 ottobre (da £ 1.971), aggiungendo un avvertimento che i prezzi potrebbero peggiorare in modo significativo fino al 2023.

In effetti, l’ennesimo brusco movimento dei prezzi energetici europei ha portato i tassi di riferimento a nuovi massimi storici. Il contratto TTF olandese a termine di 1 mese è balzato a 311 €/MWh, mentre il contratto elettrico francese di 1 mese ha raggiunto l’incredibile cifra di 750 €/MWh. Il fatto che nessuno voglia essere short power in questo momento certamente non aiuta nemmeno, in quanto riduce la liquidità nel mercato, cosa che potrebbe essere stata esacerbata dalla decisione dell’ICE di aumentare i requisiti di margine sui futures europei sul gas.

Questi insondabili aumenti dei prezzi stanno aumentando la pressione sui leader europei affinché trovino una soluzione per la crisi energetica in atto che stresserà molte famiglie. Il primo ministro ceco ha affermato di voler spingere per una risposta a livello di UE. Una delle opzioni che viene presa in considerazione è un tetto massimo sul prezzo del gas, ma questo lascia molti rischi e domande riguardo alla progettazione ed all’attuazione di tali proposte.

Tutto sommato, questi sviluppi nel complesso energetico in Europa suggeriscono che l’accelerazione dell’inflazione che abbiamo previsto per il quarto trimestre potrebbe diventare più brutale, ma lo stesso potrebbe accadere per la recessione, se le aziende interrompessero la produzione “volontariamente ” (cioè, a causa del fatto che la produzione è antieconomica) o perché costretti (es. razionamento).

Anche se la politica monetaria è impotente in una situazione del genere, nel senso che tassi più elevati non risolveranno la carenza di energia, i banchieri centrali continuano a discutere sul valore (o sul danno) di aumentare di 25 punti base al loro prossimo incontro politico. I resoconti della riunione della BCE di luglio hanno suggerito che la banca centrale non rallenterà il suo ritmo nel breve termine poiché l’inflazione continua a sfuggire alla banca centrale e rischia di radicarsi nelle aspettative.

I resoconti recenti hanno rilevato che “un numero molto elevato di membri ha convenuto che fosse opportuno aumentare i tassi di interesse di riferimento della BCE di 50 punti base”, anche se “alcuni membri si sono espressi a favore di 25 punti base”, in quanto ciò sarebbe coerente con la precedente comunicazione del Consiglio. Come abbiamo già concluso dopo l’incontro, ciò suggerisce che c’era un desiderio intrinseco anche tra le colombe moderate di implementare un aumento più ampio e che non era un compromesso con i falchi in cambio di uno strumento di protezione della trasmissione più potente. E anche se il presidente Lagarde ha descritto la mossa di 50 pp come ‘precipitazione’, non c’era nulla nei resoconti che suggerisse che questa anticipazione dovrebbe essere limitata alla sola riunione precedente o che la BCE ha ora chiuso con le mosse a 50 pp.

In effetti, semmai, la discussione sulle prospettive di inflazione suonava piuttosto aggressiva. In sintesi, il Consiglio ha concluso che i rischi di inflazione si erano intensificati. Ma mentre la conferenza stampa di Lagarde sembrava concentrarsi principalmente sull’aumento dei rischi a breve termine, i conti mostrano una crescente preoccupazione per le prospettive di inflazione a medio termine. Secondo alcuni, anche una recessione non ridurrebbe necessariamente i rischi al rialzo per l’inflazione e concordiamo sul fatto che i prezzi più elevati del gas siano ora il fattore trainante del peggioramento delle prospettive sia per i prezzi che per la crescita.

La BCE è chiaramente preoccupata per l’inflazione radicata nelle aspettative. Sebbene il Consiglio abbia concluso che non vi sono ancora segnali di effetti di secondo impatto significativi, le ripetute sorprese al rialzo dell’inflazione stanno aumentando la probabilità di tali effetti. La BCE è apparsa particolarmente preoccupata per le ultime indagini e gli indicatori di mercato delle aspettative di inflazione: “La probabilità che i mercati assegnati a risultati di inflazione elevata superiori al 4% su un orizzonte di cinque anni a cinque anni fosse aumentata costantemente dall’inizio dell’anno ”, e quasi il 20% degli intervistati SPF ha visto l’inflazione rimanere al di sopra del 2,5%.

Inoltre, la BCE ha riconosciuto che il debole tasso EUR/USD è attualmente principalmente un ostacolo per l’Eurozona, poiché l’energia più costosa supera i vantaggi di esportatori che diventano più competitivi a livello globale. È interessante notare che alcuni membri sembrano credere di poter sostenere la valuta con una politica più rigida. La BCE stima che circa la metà del deprezzamento dell’euro dall’inizio dell’anno potrebbe essere attribuito alla divergenza di politica tra la Fed e la BCE. Questo potrebbe essere un altro motivo per cui la BCE manterrà – o addirittura aumenterà – il ritmo dei rialzi futuri. Tuttavia, crediamo ancora che ciò sia inutile. Dato l’attuale contesto macroeconomico, è difficile vedere come maggiori aumenti della BCE sosterrebbero fondamentalmente l’Euro, anche se la BCE potrebbe essere in grado di arginare l’emorragia della valuta.

In tal senso, il discorso di apertura di Powell  a Jackson Hole sarà seguito da vicino per ottenere suggerimenti sulla direzione. Con i mercati ancora in qualche modo fiduciosi che la Fed farà un “perno da colomba” prima della prossima estate, le osservazioni di Powell potrebbero costituire un sgradito campanello d’allarme da falco. Questa sarebbe anche una sfida per la BCE, nella misura in cui continua a sottoscrivere l’opinione che i differenziali di politica monetaria – piuttosto che le deboli prospettive dell’Eurozona e l’avversione al rischio globale – siano una forza chiave dietro la debolezza dell’Euro, e quindi l’inflazione importata.

Sono innumerevoli ormai, gli analisti che additano il Dollaro come prossimo alla deflagrazione letale. Infatti sono in corso, nel mondo, sistemi statali e privati per l’affrancamento da esso, che destrutturerebbe anche l’Euro. Per l’nflazione galoppante, la poverta’ dilagante e la disoccupazione crescente, alcuni specialisti in immobiliare, politica, economia ed in mera sopravvivenza, esortano a trasferirsi ad almeno cento chilometri dalla citta’, fare scorte di cibo, acqua, energia, carburante e gas, in modo da eludere ipotetici, imminenti, fenomeni di violenza urbana e latrocinii reiterati.

L’Ungheria, all’interno del ginepraio europeo, si e’ assicurata individualmente un contratto di fornitura energetica dalla Russia, sbandierato da Orban, che glissa i pericoli invernali relativi inflazione, freddo, industria, cibo, a differenza dei principali stati occidentali.