Napoli-Ronaldo: il calcio torna ad infiammare gli abbonamenti
Vogliamo dirla tutta? Andiamo pazzi per Victor. Ci piace la sua cavalcata goffa che presto diventerà elegante e coordinata.De Laurentiis non l’ha venduto in questa sessione di mercato, perché sa che questo sarà l’anno della sua definitiva consacrazione. E l’anno prossimo potrà ricavarci molti ma molti più soldi.Perché non nascondiamoci è questo il n destino del Napoli, creare campioni per poi venderli al miglior offerente, se poi nel frangente dovesse arrivare anche qualche titolo meglio ancora.
Il Napoli alle spalle non ha nessun magnate arabo, nessun fondo miliardario che investe soldi. Dunque Osimhen se non è quest’anno l’anno prossimo comunque andrà via… Per questo la risposta della società è stata perentoria: Victor non si muove da qui per meno di 140 milioni di euro! Questo significa che con un po’ di buona volontà del Manchester United, un colosso miliardario che fabbrica soldi nel mondo, si può arrivare alla soluzione sperata. Il Napoli intascherebbe subito 100 milioni di euro, magari l’anno prossimo ne avrebbe presi 120, ma fin da subito arriva Cristiano Ronaldo, con un ingaggio pagato completamente dagli inglesi. Cosa vuol dire oggi avere 100 milioni di euro in tasca, con in squadra niente di meno che Cristiano Ronaldo? Significa che questo potrebbe essere finalmente l’anno buono per puntare allo scudetto, per vincere qualcosa che con il campionario disponibile ai piedi del Vesuvio ed il fuoriclasse portoghese, non sembra impossibile.
Non succede perché sarebbe un vantaggio troppo grosso per i tifosi, secondo gli obiettori, ma se dovesse accadere, potrebbe essere il colpo del secolo di Adl. Intanto il proprietario della Filmauro, apertamente denigrato ed osteggiato da ampi settori di tifoseria, ha causato il posizionamento del Napoli nell’ultimo stallo italiano per numero di abbonamenti, seppure stia in progressivo recupero in seguito alle iniziali prestazioni monstre del Napoli. Infatti alla seconda di campionato lo stadio Diego Armando Maradona risultava nuovamente esaurito, ad onta delle partenze eccellenti di Mertens e Koulibaly. Cosi’ il presidente del Napoli, impermeabile alle critiche ed alle recriminazioni, dimostra nuovamente la propria innegabile ed augusta perizia imprenditoriale, nel non aver effettivamente depotenziato il suo arsenale calcistico che ben aveva figurato lo scorso anno. E sbandiera, de Laurentis, l’intento concretizzato, unico nella sua posizione, di aver definitivamente emarginato dalla gloriosa societa’ che ingaggio’ Maradona, la camorra ed interferenze finanziarie e politiche analoghe. Alla criminalita’ organizzata partenopea si deve una manipolazione del campionato di oltre tre decenni fa, a causa delle scommesse vendute sullo scudetto che la vedevano perdente per cui i nocumenti che potrebbe nuovamente arrecare a Napoli nel complesso si evincono facilmente. De Laurentis e’ focalizzato nella scelta di calciatori funzionali al progetto calcistico ed alle proprie tasche, senza cedere a richieste esogene di stampo speculatorio, e cio’ sta conseguendo una costanza del Napoli nello stazionare ai vertici del campionato, davvero mirabile.
Aurelio De Laurentiis ha un debito verso il comune di Napoli che si aggira intorno ai 5 milioni di euro.
Un debito frutto di anni e anni di fitto insoluto.Questi non sono soldi che vanno ad un’azienda privata, ma sono soldi che andrebbero alla città di Napoli, dunque ai cittadini partenopei.
Lui si riempie la bocca di progetti mai realizzati, cittadella sportiva, stadio di proprietà, ma il Napoli nella sua gestione si allena da 18 anni a CastelVolturno, centro di proprietà della famiglia Coppola, cui paga regolarmente l’affitto.Tre anni fa si è ritrovato uno stadio nuovo di zecca, grazie alla Regione Campania ed alle Universiadi; per mezzo di questi fondi furono installati due maxischermi, rinnovata la pista d’atletica, gli spogliatoi e tutti i seggiolini colorati in maggioranza bianchi ed azzurri come il colore della società.
Adl pretese che nel settore distinti ci fosse la scritta con i sediolini bianchi SSC Napoli, il Comune lo accontentò, ma gli operai fecero una grossa scritta Napoli, evitando di mettere SSC…
Questa cosa il produttore non l’ha digerita.
Aurelio De Laurentiis e’ stato insultato volgarmente al Rione Alto, e non perde l’aplomb. Che il Presidente sia disprezzato da una fetta grossa di tifosi e’ ammissibile, e non è che lui non abbia pesanti responsabilità in questo conflitto che va oltre la questione calcistica. Ma la disistima è un conto, altro conto è la volgare aggressione verbale, spia di un pessimo clima fomentato negli anni e che, facendo presa sull’ignoranza di chi non ha gli strumenti intellettuali per capire il calcio aziendale, ha raggiunto pericolosi livelli di guardia. Ormai gli antiADL aggrediscono verbalmente anche i moderati, figuriamoci i proADL. Dove si vuole arrivare?
Criticare un operato, positivo o negativo che sia (ognuno può ritenerlo come crede), è legittimo, ma offendere volgarmente non è ammissibile. Parola di Angelo Forgione, giornalista dai forti tratti identitari, professionali e politico-culturali, di matrice parteneopea. La volgarità non rappresenta Napoli e la sua tifoseria ma le mortifica, e può rappresentare solo quelle persone e la grettezza con cui sfogano le proprie basse pulsioni. Quell’uomo che ha assicurato i più prestigiosi palcoscenici a un club defunto, secondo gli odiatori, sfrutta la passione dei napoletani e va offeso in modo triviale, ma accertandosi di aver prima avviato la registrazione con lo smartphone, affinché l’eroico gesto sia documentato e lanciato nel frullatore dei social. Sarà un vanto mostrare l’esecuzione con l’arma dell’insulto.
Qui non si tratta di pro e contro De Laurentiis. Qui si tratta di modi inaccettabili di una grandissima parte di città che convoglia i propri istinti esclusivamente sul calcio e non partecipa affatto al miglioramento sociale, anzi. Si tratta di ignoranza normalizzata che educa al turpiloquio.
Così la scorrettezza trionfa e la deriva prende il sopravvento, in un contesto cittadino in cui troppo facilmente si è irrispettosi del prossimo.
La scena può dare soddisfazione solo agli zotici. Alle persone perbene, ADL sì o ADL no, la scena non può che fare pena, e non può non lasciare l’amaro in bocca. Un eroismo del becerume che infanga la napoletanità più colta e signorile, anche nel dialetto.
Walter Gargano, non proprio un idolo azzurro, dal lontano Messico, disse che i tifosi napoletani sono insolenti e maleducati quando ti fermano per strada, che non hanno buone maniere, e parlava di tifosi non certamente ostili. Fece di tutt’erba un fascio, chiaro, ma aveva le sue ragioni. Quelli che gioiscono all’insulso insulto non sono pochi, e magari sono gli stessi che chiamarono “chiattone” quel gran signore di Benitez o “pensionato” quell’altro gran signore di Ancelotti, vincente prima e dopo Napoli. Sono gli stessi che infangano una città intera con un irrispettoso e incivile comportamento quotidiano.
Sul versante Ronaldo sono accese le sirene di un suo arrivo in citta’, giacche’ il suo entourage pare abbia preso casa nella penisola sorrentina ed il procuratore blasonato Mendes slatentizza ottimismo.