Megan Fox dichiara di bere sangue

Da quando Megan Fox e Machine Gun Kelly (MGK) sono diventati una sola cosa, le rivelazioni sono apparse strane. Ma quel tipo specifico di stranezza affermata dalla protagonista di Trasformers è in realtà la norma a Hollywood, dicono i gruppi civici e giornalistici definiti “complottisti”. Megan Fox ed MGK sono semplicemente più trasparenti della maggior parte dei colleghi, incalzano sul web. Questa bizzarra relazione tra due pedine del settore è stata pubblicizzata per la prima volta nel video di MGK Bloody Valentine . Non sapevamo che il titolo della canzone doveva essere preso alla lettera in questo caso. Da allora, la coppia ha accennato alla propria ossessione per il sangue dell’altro. In un post che celebrava il fidanzamento della coppia, Megan Fox è uscita allo scoperto e ha detto l’inverosimile: in una recente intervista a Glamour  Unfiltered alla Fox è stata posta la domanda: “È vero che vi siete bevuti il sangue a vicenda dopo che lui l’ha proposto?”. Essa ha rivelato di aver bevuto sangue per “scopi rituali”. Inoltre, il suo ragazzo Machine Gun Kelly ha “uno spirito demoniaco che aleggia su di lui”. Ecco sotto riportato uno sguardo a questa intervista rivelatrice. Dal repertorio del sito specializzato in tali questioni e con un certo riscontro, “The Vigilantcitizen.com, in America sono infatti normalizzate tali bislacche affermazioni della celeberrima attrice Megan Fox.

In un post di Instagram del 2021, MGK ha scritto in modo raccapricciante “Indosso il tuo sangue intorno al collo”. Ha aggiunto emoji che rappresentano un coltello e una goccia di sangue. In un post che celebrava il fidanzamento della coppia, erano contenute diverse allusioni al lato oscuro dell’industria, e Fox conclude con “… e poi ci siamo bevuti il sangue a vicenda”. Quindi MGK ha pubblicato un video dell’anello di fidanzamento. Questo anello contiene una caratteristica altamente simbolica. MGK ha spiegato:”Le bande sono in realta’ spine per cui se cerca di toglierlo fa male”. Questo anello rappresenta perfettamente lo stato di Fox come schiavo del settore, a parere di larghe fette di opinione pubblica che imperversa sul web. Se cerca di liberarsi, sarà ferita, ripetono in coro i critici di queste dichiarazioni, sciorinando il potere e l’usanza dei rituali in questi consessi. Rituali tra l’altro additati come satanici, cui non corrispondono smentite o ammissioni da parte dei diretti interessati.

La replica dell’artista alla domanda peculiare sul trincare il sangue del marito e dello stato di follia che lo assale e’ stata: “È molto più casuale, frenetico e caotico, il momento periodico in cui è disposto a tagliarsi il petto con vetri rotti ed essere tipo”, ‘Prendi la mia anima! Lascia che ti sanguini addosso!”. “Capita?”, Viene dunque domandato.
– Non succede, lascia che te lo dica. Forse non esattamente così, ma è successa una versione di ciò, e molte volte-, viene confessato.

“È vero che vi siete bevuti il sangue a vicenda dopo che lui ha proposto?”. Chiede l’intervistatore, e la sua risposta: “Immagino che il ribadire di aver “bevuto” il sangue dell’altro’ potrebbe fuorviare le persone, o come se le persone ci stessero immaginando con i calici, e noi siamo come Il Trono di Spade, beviamo il sangue dell’altro. Sono solo poche gocce. Ma sì, a volte consumiamo il sangue dell’altro solo per scopi rituali. È usato per una ragione ed è controllato”. “Versiamo qualche goccia ed ognuno lo beve”, aggiunge la stella di Hollywood.

Più avanti nell’intervista, Fox parla del consumo di ayahuasca con MGK nella giungla. Spiega che gli sciamani hanno detto a MGK di aver bisogno di tre dosi di ayahuasca in quanto posseduto da un potente spirito diabolico e da una somma sofferenza passata. Nessuno e’ rimasto sgomento da questa anamnesi. Piu’ avanti e’ stato chiesto il motivo di frequentazione della Fox ed il compagno con la famigerata Kim Kardashan ed il fidanzato, per scoprire che nutrono i medesimi interessi.

Infine la Fox ha alluso al sangue potabile ed all’abbigliamento femminile che porta uno dei suoi due figli. A tal proposito l’attrice i cui recentissimi film si sono rivelati flop, ha esplicitato di leggere libri di bambini transgender ai propri figli per far loro familiarizzare con tale tematica.




Autonomia differenziata: e’ spinta incredibile

Isaia Sales su “La Repubblica”, rammenta il giudizio ampiamente condiviso dagli studiosi, dagli opinionisti e dalla pubblica opinione che la pandemia ha evidenziato i macroscopici limiti del regionalismo italiano, al punto da richiedere una immediata revisione delle competenze attribuite, in particolare, nel campo sanitario. Eppure il governo Draghi riapre la possibilità di concedere alle Regioni addirittura maggiori poteri come se nulla fosse successo in questi due anni e mezzo e come se i fatti non avessero smentito la prosopopea efficientista dei loro presidenti. Sebbene da Napoli un redattore che ha lavorato per il Cardarelli confessa, intervistato da Adfnews.it, che il regionalismo sia fallace e per risolvere problemi e controversie locali vadano emessi ordini esecutivi dallo stato.

Nonostante i palesi fallimenti in materia sanitaria evidenziatisi durante il Covid (e non solo nelle regioni meridionali) è ripreso l’iter parlamentare della cosiddetta “Autonomia differenziata”, cioè l’assegnazione di ulteriori funzioni (sanità, istruzione, turismo, ecc.) alle Regioni che lo hanno richiesto o lo richiederanno. In un suo recente libro (“Ragioniamoci sopra. Dalla pandemia all’autonomia”) ne aveva già scritto con enfasi Luca Zaia, presidente del Veneto, chiedendo di premiare le regioni uscite trionfanti (secondo lui) da questa fase storica dominata dal Covid. E gli hanno fatto eco gli altri presidenti, a partire da quelli della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, ed in ultimo anche della Toscana. Quanta mistificazione sulla pelle delle vittime!

È un paradosso della politica italiana che ciò avvenga nel momento di minore consenso del regionalismo e del suo più evidente insuccesso, mentre i comuni italiani restano afflitti dai loro problemi di scarse risorse e di organici ridotti. Insomma in Italia le Regioni sono ricche ed i Comuni poveri.

Non si vuole prendere atto che le Regioni, immaginate come soluzione di storici problemi della nazione, rappresentano oggi la più forte incrinatura del sentimento nazionale; sbandierate come una possibile soluzione di secolari squilibri territoriali, hanno invece prodotto una potente accelerazione del divario tra Centro-Nord e Sud; profetizzate come antidoto al notabilato e al centralismo statuale, al contrario hanno dato vita a un nuovo notabilato e a un’originale forma di “centralismo territorializzato”.

Una così radicale eterogenesi dei fini non è riscontrabile in nessun’altra riforma strutturale che ha interessato la vita istituzionale del nostro paese dal secondo dopoguerra in poi.

L’Italia, come è noto, non è affatto uno Stato federale, eppure durante tutta la gestione della pandemia ci si è comportati come se lo fosse, affidando alle Regioni funzioni mai assegnate nel passato. Venti differenti sistemi sanitari (quanti sono le Regioni) non hanno migliorato affatto il godimento del diritto costituzionale alla cura al di là del reddito e del luogo dove si risiede. È dalla nascita delle Regioni, infatti, e ancora di più da quando ad esse sono state affidate competenze quasi esclusive in materia sanitaria, che il Sud ha visto affiancarsi all’emigrazione per lavoro anche quella per la cura delle malattie più invalidanti e mortali. Cio’ consente alle regioni con una maggiore concentrazione di imprese, di conseguenza di flusso fiscale e migliori servizi, di aumentare il flusso di guadagni elargito dallo stato per pagargli le prestazioni fornite ad altri cittadini residenti in zone indigenti o meno fornite di infrastrutture.

L’autonomia in materia sanitaria è stata un disastro per le popolazioni meridionali e un affare per le strutture centro-settentrionali. Le disuguaglianze nel fare fronte ai problemi di salute si sono affiancate a quelle economiche. È forse questo il dato più clamoroso che smentisce non solo la propaganda di alcuni presidenti meridionali sulla qualità del sistema sanitario nel loro territorio (non c’è affermazione più ridicola e offensiva sul livello «da sanità svedese» raggiunta dagli ospedali campani proclamata dal presidente De Luca) ma anche le rassicurazioni dei presidenti del Centro-Nord sull’impatto non negativo sul Sud dell’autonomia differenziata. Ed è ancora più assurda la richiesta di competenze in materia di istruzione, proprio alla luce del fatto che negli ultimi decenni all’emigrazione lavorativa e sanitaria si è aggiunta quella universitaria, con quasi il 25% di studenti che vanno a completare i loro studi negli atenei del Centro-Nord mentre sono diminuite le risorse a disposizione delle università meridionali, come ha ampiamente dimostrato in un suo libro Gianfranco Viesti.

La ripresa dell’iter parlamentare sul regionalismo differenziato è sì un’iniziativa della Gelmini ma ha dietro la spinta dei “governatori” leghisti e una subordinazione ad essi di quelli del Pd. Draghi si prefigge lo scopo di fare sponda al mondo leghista in dissenso da Salvini anche a prezzo di dare un ulteriore colpo al Sud mentre con il Pnrr sostiene di riservare una quota consistente di risorse ad esso. Sembra quasi un baratto: il 40% di risorse al meridione e l’autonomia differenziata al Centro-Nord. Ma in origine era il 70% dei fondi europei destinati al meridione, cui aggiungere il 25% dei Fas, ovvero fondi italiani per le regioni piu’ degradate, che avrebbero da Costituzione portato una valanga di soldi al meridione: in tal guisa l’economia sarebbe potuta ripartire effettivamente e consolidarsi, nelle lande poste al sud di Roma.

Uno scambio nefasto, quello preventivato dall’attuale esecutivo italiano, di cui pagheremo le conseguenze nei prossimi decenni. Alla stessa stregua di quanto la comunita’ di imprese e professionisti, pagano gli interessi sui prestiti europei alle grandi aziende garantite, ipocritamente, dallo stato.

A meno che non venga una risposta adeguata da parte delle forze politiche più sensibili ai temi meridionali, il sud verra’ inficiato piu’ che negli ultimi centocinquant’anni, complice il Covid.

I Cinquestelle sono ancora oggi il partito con più eletti nel Sud ma lo dimenticano spesso, mentre il Pd dovrebbe rappresentare un baluardo contro le ingiustizie (altrimenti che ci sta a fare?) anche di quelle territoriali. Sapranno alzare la voce su questo tema così dirimente per l’unità dell’Italia? Vedendo come si stanno comportando nei confronti di De Luca e degli altri presidenti (blandizie e paura) si può ragionevolmente dubitare. Ma l’ottimismo, come ben si sa, è di per sé ottuso. Sta di fatto che Napoli, Bari, Catania e Palermo, ossia le principali citta’ meridionali, ricevono dallo stato in modo diretto ed indiretto, molto meno del proprio fabbisogno in termini di infrastrutture e servizi.




Usa inchiodata da prove schiaccianti

Il governo degli Stati Uniti ha sostenuto, come espone Almayen.net, 46 strutture di ricerca biologica in Ucraina negli ultimi 20 anni, ha rivelato giovedì il Pentagono. A tale proposito, l’esercito americano ha accusato Russia e Cina di “diffondere disinformazione e seminare sfiducia” sui loro sforzi per liberare il mondo dalle armi di distruzione di massa (WMD).

In un documento intitolato “Scheda informativa sugli sforzi di riduzione delle minacce di distruzione di massa”, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha rivelato per la prima volta il numero specifico di strutture che il suo governo ha sponsorizzato in Ucraina. Il Pentagono ha affermato che queste strutture facevano parte di un progetto pacifico di salute pubblica e non erano incentrate sullo sviluppo di armi biologiche, affermando che gli Stati Uniti hanno “lavorato in collaborazione per migliorare la sicurezza biologica, la protezione e la sorveglianza delle malattie dell’Ucraina per la salute umana e animale”, fornendo supporto a “46 pacifici laboratori, strutture sanitarie e siti diagnostici ucraini negli ultimi due decenni”. Si suppone che questi programmi si siano concentrati sul “miglioramento delle misure di salute pubblica e sicurezza agricola al nesso della non proliferazione”.

Il Pentagono ha insistito sul fatto che il lavoro di questi laboratori biologici è stato “spesso” svolto in collaborazione con organizzazioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Organizzazione Mondiale per la Salute Animale (OIE), e che era “coerente con le migliori pratiche internazionali e norme nella pubblicazione dei risultati della ricerca, nella collaborazione con colleghi internazionali e organizzazioni multilaterali e nell’ampia diffusione delle loro ricerche e dei risultati della salute pubblica”. Solo tre laboratori in Ucraina possedevano i requisiti di sicurezza richiesti per condurre il tipo di studi in cui il Pentagono sosteneva di essere impegnato, secondo l’esercito russo. Il tenente generale Igor Kirillov, capo delle forze di protezione radioattiva, chimica e biologica, ha fatto riferimento a fonti del governo ucraino per indicare una serie di difficoltà in uno di quei siti a Odessa, come esempio.

A marzo l’esercito russo ha presentato prove del coinvolgimento del Pentagono nel finanziamento di laboratori in Ucraina. All’inizio di maggio, Kirillov ha accusato l’Ucraina di aver lanciato un attacco biologico contro la regione separatista di Lugansk e di aver condotto “esperimenti disumani” su pazienti ucraini. Ulteriori prove hanno suggerito tentativi di armare i droni per disperdere gli agenti patogeni e tentativi di distruggere materiali compromettenti dopo l’inizio dell’operazione militare russa a febbraio.

Il comitato investigativo russo ha concluso che gli Stati Uniti hanno versato più di 224 milioni di dollari nella ricerca biologica in Ucraina tra il 2005 e l’inizio del 2022. Mosca ha aggiunto che i giganti farmaceutici occidentali, le organizzazioni non profit e persino il Partito Democratico degli Stati Uniti hanno preso parte allo schema. Nonostante le prove indicassero il contrario, gli Stati Uniti hanno affermato di avere “piena approvazione” dal governo russo per impiegare “migliaia di ex scienziati russi di armi biologiche per condurre progetti di ricerca biologica pacifica per scopi di salute pubblica”.

L’esercito americano afferma altrove nel memorandum che sta tentando di fornire “impiego civile sostenibile” per scienziati con “conoscenze relative alle armi” al fine di “rimuovere gli incentivi a cercare o accettare impieghi e finanziamenti di terroristi o altri attori statali”.

Il coinvolgimento degli Stati Uniti con i laboratori biologici in Ucraina “rimangono sforzi pacifici per migliorare la sicurezza nucleare e radiologica, la sorveglianza delle malattie, la sicurezza e la protezione chimica e la prontezza a rispondere a epidemie e pandemie come COVID-19 “, ha affermato il Pentagono. Nel frattempo, ha accusato la Russia di cercare di “minare quel lavoro diffondendo disinformazione e seminando sfiducia nelle persone e nelle istituzioni di tutto il mondo che contribuiscono alla riduzione della minaccia di armi di distruzione di massa”.

I risultati dell’operazione militare russa in Ucraina appaiono adesso con la Russia in vantaggio strabordante, e l’America viene definito “stato canaglia”, per la manipolazione di morbi artificiali e l’assenza di armi biologiche presentate all’Onu nel 2004 per invadere l’Iraq, da generali di alto calibro afferenti la Federazione russa, il Medio Oriente, la Cina, l’India. E’ tuttavia notizia ultima, la presenza di armamenti nucleari di matrice euroamericana, in uno degli stati limitrofi a Putin. Binariamente il Mc donald’s nazionalizzato a Mosca e passato sotto l’egida e la proprieta’ russa, ha avuto una inaugurazione che ha visto una massiccia partecipazione della cittadinanza.




Le piazze si organizzano per difendere Gratteri

MAI PIU’ STRAGI, MAI PIU’ SOLI : SCENDIAMO IN PIAZZA COME SCORTA CIVICA
5 LUGLIO ORE 19, MILANO.
A seguito del Flash Mob del 23 maggio a sostegno di Nicola Gratteri e di tutti i magistrati e le forze dell’ordine che rischiano la vita contro il crimine organizzato, tante altre associazioni hanno aderito al nostro comune intento, affermano dal partito politico 24 agosto, meridionalista ed afferente il famigerato giornalista e scrittore Pino Aprile.

Saremo ancora in piazza, insieme, perché nessuno sia più solo: martedì 5 luglio alle ore 19 davanti alla Stazione Centrale di Milano e manifesteremo a sostegno del procuratore Nicola Gratteri e di tutti i cittadini che rischiano la vita contro le mafie. Lo faremo a Milano per dire alla ‘Ndrangheta “mai più stragi” nel cuore della piazza in cui ricicla i soldi del crimine.

A inizio maggio è stato scoperto il progetto di un attentato nei confronti del Procuratore della DDA di
Catanzaro. Una nuova minaccia alla vita del magistrato impegnato in prima linea contro la ‘ndrangheta.
Trent’anni dopo le stragi di Palermo, è necessario ribadire che la lotta alle mafie ci riguarda tutti e che chi combatte la criminalità organizzata non è da solo: non vogliamo altri martiri da commemorare il giorno dopo ma scendere in campo prima, per impedire l’irreparabile.

Vogliamo sostenere Gratteri, i magistrati e le forze dell’ordine che svolgendo il proprio lavoro ci difendono dalla violenza mafiosa. Vogliamo sostenere la democrazia, messa a rischio dalle azioni criminose delle mafie. Vogliamo mettere sotto i riflettori dell’opinione pubblica il grave e pericoloso processo di infiltrazione della ‘ndrangheta in atto in tutta Italia.
Il flashmob del 23 maggio scorso in piazza S. Apostoli a Roma è stato il primo passo: sono sempre di più le associazioni e i cittadini che stanno facendo rete per ritrovarsi il 5 luglio a Milano.

Adesioni al 9 giugno 2022 in ordine alfabetico :
ACLI – ActionAid – Addiopizzo Travel – Agapanto APS Roma – AITR (Associazione Italiana Turismo
Responsabile) – Arci Servizio Civile Calabria – Assifero- Associazione Andiamo Avanti – Casa Internazionale delle Donne – CCO – Crisi Come Opportunità – Centro per l’Autonomia Cooperativa Sociale -CGIL Calabria -CIES-Onlus -CISL Calabria – CNCA Calabria – Comitato Addiopizzo – Comitato don Peppe Diana – ComunitàProgetto Sud – Consorzio Cooperativo Nausicaa -Consulta Nazionale Antiusura Giovanni Paolo II -E.V.A. Cooperativa Sociale – Federsolidarietà – Confcooperative – FICT (Federazione Italiana Comunità Terapeutiche) – Fondazione Corte delle madri – Fondazione San Bernardino – Forum Terzo Settore Calabria -Gaiaitalia puntocom edizioni – GOEL – Gruppo Cooperativo – Human Foundation – Legambiente -Movimento M24A Equità Territoriale – Next Nuova Economia per Tutti – Nuova Cooperazione Organizzata –NCO – Pastorale per i Problemi Sociali e il Lavoro Calabria – Progetto Policoro Calabria – Rete Recovery Sud -Associazione Il Quinto Ampliamento – Slow Food Italia – Studio Panzarani- Terra Dea di San Giorgio aCremano – comitato #versoil23maggio – Centro Studi Rossanese “Vittorio Bachelet” – Unicobas.

Qualche giorno fa, in una cornice fantastica, a Pontecagnano Faiano, è andata in scena la premiazione annuale rivolta a personalità che hanno dato e danno lustro al Sud.
È stato emozionante vedere sullo stesso palco due persone che con il loro impegno quotidiano instancabile stanno tentando di dare un futuro alla terra ed alla gente meridionale. Ma su quel palco non c’erano fisicamente solo Pino Aprile e Nicola Gratteri che hanno ricevuto l’onorificenza del caso, ma c’eravamo tutti noi, le nostre menti e le nostre gambe. Hanno creato un “esercito” ma soprattutto ci hanno fatto capire che tutto è difficile ma nulla è impossibile.
Questa terra un giorno sarà bellissima, disse Paolo Borsellino, grazie a loro capiamo che non sarà impossibile e torneremo a splendere. Dicono dal palco tutti i comitati, i gruppi, i professionisti ed i meri cittadini attivamente impegnati nella redenzione del Sud.

Gennaro de Crescenzo, professore universitario, archivista e presidente del movimento neobormonico, sferza sull’abbrivio del premio del Sud, la prestigiosa enciclopedia Treccani difendendo la propria citta’, Napoli, in maniera accanita: PER LA TRECCANI NAPOLI “È UNA CITTÀ PIENA DI PROBLEMI”. E LE ALTRE CITTÀ ITALIANE? NOTA INVIATA ALLA REDAZIONE (MODIFICATE O TOGLIETE NAPOLI DA QUELLA ENCICLOPEDIA).
“Una città piena di problemi, ma anche di storia e di cultura”. È questa l’apertura della voce dedicata a Napoli nell’Enciclopedia dei Ragazzi Treccani. Il resto è il solito mix di notizie e di “ma”: qui la plebe “è più plebe che altrove” e la città è “caotica e sovraffollata, deturpata da scempi edilizi e ambientali, insidiata dalla malavita organizzata – la famigerata camorra”. Se l’Enciclopedia approfondisse aspetti sociali e urbanistici di tutte le città italiane potremmo pure accettarlo. Il problema è il solito: per le altre città le aperture-sintesi e i trattamenti sono diversi. E così Milano è “la massima concentrazione delle forme più moderne e dinamiche dell’economia del paese”, “metropoli europea spesso definita capitale” e ricca di “prestigio internazionale”. Così Venezia è semplicemente “la città dell’acqua” con i suoi “meravigliosi edifici” e i suoi trionfi come città marinara. Così Torino è “la città della Fiat” mentre Firenze è “antica patria di banchieri, artisti e umanisti” e Roma è “patrimonio universale”. Nessuno nega che Napoli abbia problemi ma è proprio sicuro che sia giusto che un’enciclopedia così famosa e per giunta rivolta ai ragazzi debba associare Napoli sempre e comunque ai suoi problemi ammesso (e non concesso) che le altre città, anche a guardare le statistiche ufficiali relative alla criminalità, non ne abbiano? È anche così che nasce e non si risolve la questione meridionale, con milioni di ragazzi del Sud che da oltre un secolo e mezzo vivono degli immotivati complessi di inferiorità e milioni di ragazzi del resto dell’Italia con immotivati complessi di superiorità. Quei ragazzi, da oltre un secolo e mezzo, sono state e sono le nostre classi dirigenti. Abbiamo ovviamente inviato ai redattori della Treccani questa nota sperando che, nonostante i danni già fatti, ne prendano atto e procedano con le necessarie e urgenti correzioni… oppure CANCELLINO LA VOCE “NAPOLI” DALLA LORO ENCICLOPEDIA.




Meridionali: piano di assunzioni al Nord

Rossella Solombrino allude ad un piano di spopolamento certificato in atto. La Sicilia infatti,  è la seconda regione d’Italia, dopo la Campania, per perdita di popolazione. È uno dei dati emersi dal report 2022 dell’Istat sulle migrazioni. Un trend, quello dello spopolamento progressivo dell’Isola (e di tutto il Sud) che non si è mai fermato, nemmeno con la pandemia. Tra il 2011 e il 2020 le uscite dei giovani del Mezzogiorno verso l’Estero e verso le altre regioni d’Italia hanno determinato una perdita complessiva di oltre 150mila giovani residenti laureati. «Cedendo risorse qualificate – dice l’Istat – senza riceverne altrettante, il Mezzogiorno vede compromesse le proprie possibilità di sviluppo». In questo tragico contesto, non solo nessun governo si è mai occupato di ridurre il fenomeno, ma la la spinta all’emigrazione dei meridionali ha bisogno di un nuovo slancio e si agisce così per amplificarla. Si evita ad esempio di utilizzare lo Smart working in modo da arginare il problema e come in questa notizia, addirittura cominciano piani di sviluppo per la deportazione meridionale di massa. Ecco dunque il progetto di intesa tra federterziario e Hgv, associazione di aziende e realtà che operano nel turismo in Trentino Alto Adige: obiettivo e’ portare 100 ragazzi dalla Sicilia al Trentino Alto Adige per lavorare nei ristoranti e negli hotel del Sudtirol dove mancano cuochi, camerieri e baristi. Un’alleanza che ha permesso di avviare in questi giorni i primi colloqui di selezione… Ciò che rende tutto più tragico, a dimostrazione di un problema che non si ha interesse nemmeno a evidenziare, il progetto viene fatto passare come idea di sviluppo, una grande opportunità concessa.

Tutto quello che sembra svolgersi in questa contingenza, e’ affinché il meridionale emigrante, anche in un settore come quello del turismo, che dovrebbe trainare il paese intero PARTENDO DA SUD , possa essere sfruttato e deportato ma nello stesso tempo non si dimentichi di ringraziare il padrone del Nord per l’opportunità …

Brunetta afferma che Elon Musk vuole sgretolare il lavoro a distanza come lui.

Come sempre, viene descritto sui gruppi di difesa meridionale annessi al giornalista e scrittore Pino Aprile, il Ministro Brunetta, per evitare che i soldi dei meridionali smettano di andare nelle grasse tasche dei settentrionali attraverso affitti e indotto, le tenta tutte. Questa volta a sostegno di una tesi assurda, si rifà al giochino “mamma lo ha detto anche lui ..” , chiamando in causa Elon Musk e l’avversione allo Smart working per i suoi dirigenti. Avversione che sta pagando a caro prezzo con maxi ricorsi e profili qualificati che scappano dalla concorrenza. Ci sarebbero tanti esempi di aziende illuminate come Apple, Google, JPMorgan, Capital One, Microsoft, Zillow, Shopify, Coinbase, Upwork, Lambda Schools, PayPal, Salesforce, Box e tante altre ma il nostro caro Brunetta decide di paragonare il suo grande fiuto a quello di Elon Musk, nell’ambito peggiore dal quale potesse prendere spunto, pur di trovare “pezze a colori” per il suo intento nordista : i meridionali pagassero caro la “concessione” del lavoro al Nord!

1 assistente sociale ogni 5000 abitanti non è un consiglio: è un LEP, livello essenziale di prestazione. È il minimo diritto previsto nel paese. È uno di quei paletti recentemente fissati che dovrebbe garantire che qualcosina sia uguale da una parte all’altra dello stivale. Lo decide e lo deve garantire lo Stato, che affida agli enti locali l’onere delle assunzioni; e dovrebbe intervenire laddove non si rispetti garantendo la prestazione.

Qualche giorno fa erano riportate le parole del capo della Procura dei minori che raccontava come, nell’area metropolitana di Napoli, si arrivi a un assistente ogni 30000 abitanti.

La media campana, riporta Marco Esposito su Il Mattino, è di 1 su 11000.
Come interviene lo Stato per sopperire al gap? Lo fa finanziando le nuove assunzioni con 40000 euro ad unità. Ma lo fa solo se c’è già un rapporto almeno di 1 a 6500. Se stai messo peggio, secondo l’unico principio non scritto ma da sempre rispettato, devi stare ancora peggio.
Però se stai meglio, se il tuo servizio è già maggiore di 1 a 5000, il bonus te lo prendi lo stesso, anche senza assumere.

Se a un bambino fai scrivere una legge del genere ti dirà che i contributi devono andare dove servono e basta, e devono essere maggiori dove il servizio è carente, dove c’è più bisogno. Ma, purtroppo, al Governo non ci sono i bambini.




Davos centralizza il Bitcoin

Eric Adams, sindaco di New York, ha cambiato posizione su risorse digitali, mining di criptovalute e altre questioni chiave. A livello statale, le cose sono andate peggio e, come riportato da Bitcoinist, il legislatore dello Stato di New York ha emanato un disegno di legge che potrebbe limitare l’estrazione di Bitcoin in questa regione. Il disegno di legge è il risultato delle preoccupazioni espresse dalle autorità governative a livello locale e statale, numerosi gruppi ambientalisti e altre organizzazioni che affermano che l’estrazione di Bitcoin ha un impatto negativo sul pianeta. Il procuratore generale (AG) di New York Letitia James ha fatto eco definendo il mercato delle criptovalute “estremamente imprevedibile” e affermando che il settore ha registrato “minimi record” che hanno portato gli investitori a perdere “centinaia di miliardi”. La posizione ostile di New York ha indotto diverse piattaforme e società ad abbandonarla per stati più favorevoli. Si dice che l’estrazione digitale di Bitcoin sia esiziale per l’ecosistema a causa dell’energia elettrica che richiede ma pare sia meno perniciosa di altri sistemi di produzioni di beni adesso in auge e ben tutelati.

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La Russia vede entrate extra da 6,4 miliardi di dollari a giugno mentre i prezzi salgono. Il ministero delle Finanze russo prevede 6,37 miliardi di dollari di entrate petrolifere aggiuntive a giugno. Le esportazioni di petrolio russo non sono precipitate, mentre continua a vendere gas naturale alla maggior parte dell’UE. Le esportazioni russe di greggio potrebbero diminuire se il sesto pacchetto di sanzioni dell’UE fosse pienamente attuato. La Russia sta aumentando le esportazioni verso India e Cina, ma gli analisti dubitano che il mercato asiatico sarebbe in grado di assorbire tutti i 4 milioni di bpd di petrolio che la Russia inviava in Europa prima della guerra. Un alto rappresentante della Federazione russa ha recentemente affermato che Biden vorrebbe vedere Putin assassinato, per cui si assiste ad un profluvio di notizie ufficiose ed ufficiali che descrivono variegati e letali morbi ad affliggere, di volta in volta, il neozar proveniente dai servizi segreti attualmente a capo del Cremlino. Mosca pare abbia e conservi le redini e l’egida su Telegram, gia’ fautrice e promotrice della propria criptovaluta “Ton” in antitesi a quella in fase di affermazione e divulgazione, di Facebook e sopratutto Amazon. Eppure dalla riunione annuale di Davos del 2022, si deduce quanto il futuro finanziario, monetario, bancario e valutario, sia plasmato sulla criptovaluta centralizzata e quella decentralizzata.

In questo pantano di notizie ed iniziative il Bitcoin adesso giace sotto un coriaceo attacco speculativo che ne ha reciso il prezzo dai quarantamila euro di qualche tempo fa ai venticinquemila e, a tal proposito, e’ il commercialista maggiormente seguito in Italia Francesco Carrino, con all’attivo oltre centosettantamila iscritti su Youtube, ad esprimersi in modo perentorio: Melody Caia infatti, come rimarcato dal professionista ed imprenditore meridionale perito anche di finanza e criptovalute, figura personaggio chiave per comprendere il processo apparentemente irreversibile, di centralizzazione del Bitcoin. In quel di Linkedin la Caia risulta una professionista legata al marketing di Chain Link ma e’ anche endogena al Wef di Davos. La compagine di finanzieri e capitani di industria piu’ potenti del mondo infatti, in relazione alla criptovaluta, ha allestito un esemble di seimila giovani sotto i trent’anni con la denominazione di “Global shapers”, attivi nell’ideazione e sviluppo di iniziative ecologiche e benefiche nel settore della criptovaluta. Essi si aggregano periodicamente in due prestigiose citta’ svizzere e, studiando i dati e le dichiarazioni ufficiali, i global shapers e la medesima Melody Caia, sono impegnati anche nello sviluppo e potenziamento di Chain Link, ovvero una piattaforma che allega e collega le informazioni tra moneta digitale, dati personali ed aziendali. Chain link e’ cospicuamente finanziata, binariamente al sistema di finanza centralizzata, dall’oligopolio finanziario e grand’industriale internazionale, tra cui si annovera anche il ramo finanziario di Fca.

Nel sistema delle criptovalute gli smart contract e le compravendite si basano su filoni informativi imperniati su scambi di informazioni erti su infrastrutture digitali come Chain Link. Gli smart contract sono i prestiti e le garanzie automatiche tra monete digitali e denaro materiale. Dal momento che Chain Link e’ suffragato da Davos, alla stregua della finanza decentralizzata cui si appoggiano quasi tutte le criptovalute eccettuato Bitcoin, un funesto presentimento viene slatentizzato da Carrino: una asintotica manipolazione del sistema di informazioni di Chain Link da parte di una plutocrazia finanziaria che oggi la sta finanziando, potrebbe far apparire il Bitcoin o le altre monete digitali come in perdita del 90% anche se non lo fosse, spingendo tutti a vendere in una gia’ realizzata antecedentemente, situazione di panico globale. Cosi’ tutti venderebbero immantinente ed a poco le proprie criptovalute e si potrebbe definire il Bitcoin come inaffidabile e di valore altalenante o basso, e tali potentati finanziari acquisterebbero la maggioranza dei Bitcoin completandone il processo di centralizzazione. Cio’ sulla base di informazioni falsate apriori con Chain Link cui automaticamente gli algoritmi che si occupano di smart contract e cripto venderebbero in quanto collegati.

Siccome le criptovalute altre da Bitcoin sono centralizzate e di conseguenza soggette a manipolazione, odiernamente si sta giocando per internalizzare nei potentati finanziari ed industriali di Davos, quel Bitcoin i cui fondamentali risulta impossibile smantellare e che e’ pensato per rimanerne in soli 123 milioni, cosicche’ svalutazione, speculazione, inflazione, deflazione, non possono corroderne il valore che rimane crescente e decentralizzato. Oggi l’unico modo per controllare il Bitcoin e’ possederne piu’ degli altri e questo si evince essere l’obiettivo dell’alta finanza e delle multinazionali. Intanto per acquisire il Bitcoin, che si conferma come unica moneta alternativa, potente e decentralizzata, e’ possibile recarsi agli sportelli peculiari del caso, e cambiarne cifre di qualsiasi entita’.




Costruttori italiani: una napoletana al vertice

BENEVENTO AVELLINO CASERTA NAPOLI SALERNO e la Campania in generale, plaudono, con il giornale Anteprima24 di Benevento, al nuovo presidente nazionale Ance.  Napoletana (e amica di Manfredi) la prima donna a capo dei costruttori italiani ha una preparazione ingente in discipline umanistiche. Ed a Napoli infatti la prima donna a capo dei costruttori italiani riuniti nell’associazione Ance vicina al sindaco Gaetano Manfredi, e’ molto attiva nel settore dell’ospitalita’ ed intrattenimento di lusso. Nel recente saggio a cura di Attilio Belli “Napoli 1990-2050, dalla deindustrializzazione alla transizione ecologica”, si è detta convinta di almeno un paio di cose. La prima: che le città che hanno un futuro sono quelle che ne hanno scelto già uno. La seconda: che “Per una stagione di sviluppo duraturo e stabile, gli elementi su cui far leva saranno creatività, apertura e concretezza. Occorrerà far sistema e recuperare una nuova speranza collettiva”.

In queste parole non è difficile scorgere Federica Brancaccio. Oggi, tra l’altro, ad enfatizzare la cultura industriale di Napoli che, con il resto del sud si conferma principale mercato di sbocco per le aziende settentrionali, la prima presidente dell’Ance ad essere nata a sud di Roma allude alle potenzialita’ della connettivita’ urbana di Internet ed all’ecologia come volano di crescita e spartiacque tra perdenti e vincenti. In seguito al solco operato da Antonio d’Amato eletto nel ‘2000 presidente di Confindustria alla luce della perizia con cui ha reso Seda la principale multinazionale europea nel settore degli imballaggi, la classe infustriale di Napoli si riaffaccia in un consesso nazionale per far incidere l’Italia. Seda presente in Inghilterra, Germania e Spagna, oltre all’Italia, con il centro operativo in quel di Napoli, precisamente ad Arzano e presso via Salvatore d’Amato, corrobora il prestigio industriale del sud: arteria cittadina in onore del padre visionario che ha istallato Napoli tra le sedi di una azienda egamonica figura via Salvatore d’Amato disseminata di imprese; Seda ha consentito al figlio del fondatore, Antonio d’Amato, di rendersi apprezzato da Berlusconi, che ne ha caldeggiato la presidenza in Condindustria nazionale. Strada che non e’ stata seguita da Lettieri che invece non e’ ancora approdato ad un palcoscenico istituzionale italiano come rappresentante, ma la linea dirigenziale campana ha consentito ad Atitech, la appendice di Alitalia affidata a Gianni Lettieri, di corroborarsi ammortando i debiti e piazzandosi nel gruppo di principali realta’ manutentive europee, prettamente italiane.

L’imprenditrice Federica Brancaccio in ogni caso, arriva da lontano: fino allo scorso marzo è stata al vertice dell’Associazione Costruttori Edili di Napoli. Prima ancora, ne ha ricoperto l’incarico di vicepresidente della Commissione Relazioni Industriali e Affari Sociali ed è stata componente del Consiglio Generale.

Manfredi, come dicevamo, la conosce bene. Fino a poco tempo fa, si è lamentato di vedere in giro per Napoli poche gru, molti ponteggi, e ancor meno cantieri in attività. Oggi, ha salutato la sua elezione con queste parole: “Le faccio le mie congratulazioni: è una imprenditrice di valore e visione. Darà un impulso fondamentale al mondo delle costruzioni in questo momento di grandi trasformazioni. Tutti abbiamo dinanzi la grande sfida del Pnrr: lei saprà collaborare nel migliore dei modi con tutte le istituzioni nazionali e locali”.

Per la Brancaccio si apre un nuovo capitolo della mentalita’ produttiva napoletana incentrata sull’intermodalita’, come predisposto anche da Grimaldi a capo della multinazionale navale con sede a Napoli, al fine di ovviare alle carenze infrastrutturali croniche del meridione.

Su ecologia e connettivita’ di Brancaccio tuttavia, emerge la chiosa indiretta di un altro componente di spicco della industria campana, ossia Paolo Scudieri presidente di Adler, principale costruttore di componenti automobilistiche nonche’ presidente della categoria nazionale, che esecra la scelta europea di bandire i motori termici, additando le lobby che suffragano tale scelta, come esiziali, faziose e focalizzate sulla demolizione dell’Italia apriori, in seguito dell’Europa.

Il coautore di Eccellenze Campane ed attuatore, assieme a d’Amato, di un mastodontico progetto di riqualificazione dell’area est di Napoli in cui sorge il capannone di Eccellenze Campane Scudieri, rimarca l’incapacita’ dell’Europa nella filiera estrattiva e trasformativa, sul ramo elettrico, con la conseguente erosione di settantamila posti di lavoro; con sole seimila assunzioni per l’elettrico.




Scampia: sgomberi abusivi e cronaca aggiornata

Scampia è l’esempio di un quartiere popolato dalla gente che Fabrizio ha amato e ha sempre cantato e se è riuscito a esprimersi in un certo modo lo deve alle persone che vivono qui, ha attinto tantissimo”. Così Dori Ghezzi, vedova di Fabrizio De André, parla del suo ritorno nel quartiere periferico di Napoli, davanti al grande murale dedicato al cantautore scomparso, che Jorit stava completando, dipingendo sul grande muro di uno dei pochi nuovi edifici costruiti dal Comune per sostituire le Vele, di cui una già abbattuta ma altre ancora in piedi.
Il cantautore torna dunque protagonista nel quartiere partenopeo: “Lui ha vissuto a Napoli per un periodo – spiega Dori Ghezzi – ha amato Napoli e la Campania ed è stato molto amato qui, per quello che ha detto e per come lo ha detto”. Jorit, lo street artist noto anche per aver ricevuto il recente apprezzamento di Putin per il murale di Dostoevskij, sottolinea l’importanza della valorizzazione delle periferie.
    “Rino Gaetano (protagonista di un suo murale appena inaugurato a Crotone – ndr) e Fabrizio De Andrè sono legati da un filo rosso di artisti impegnati, che non avevano paura di schierarsi e dire quello che pensavano. Nelle periferie italiane si parla di riscatto e di speranza e dipingere i loro volti nel quartiere Trecento Alloggi a Crotone e a Scampia a Napoli vuol dire farlo in luoghi perfetti”. Un gesto d’arte e un messaggio forte dall’artista napoletano: “Il murale – spiega – non cambia nulla: può accendere un faro, può arricchire le coscienze delle persone. Ma nella sostanza non cambia nulla, qui ci vuole un forte intervento delle istituzioni a livello locale ma soprattutto a livello nazionale”.
    Jorit è nato a Quarto, nella provincia interna di Napoli, ed ha enfatizzato con queste dichiarazioni l’inaugurazione del proprio graffite locale; ora vive nel quartiere periferico partenopeo di Barra. “Sono a contatto sin da bambino – dice – con i problemi delle periferie che vivono l’abbandono. In questi anni miglioramenti sostanziali non ne ho visti, vedo le stesse problematiche di prima che si risolvono con il lavoro, il diritto ad abitare e dare anche una speranza alle persone. Forse qualche passo avanti c’è stato come umanità, ma interventi strutturali nelle periferie no”. Conclude dopo il pieno di assenso ottenuto nella partecipazione ad un prestigioso talk show in cui alludeva al tema della guerra palestinese ed ucraina legate da un unico filo conduttore.

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Scampia e’ nata come replica partenopeo del famigerato quartiere Eur di Roma, e presenta ancora oggi una parte piu’ lussuosa ed una smaccatamente popolare, tuttavia e’ stato pensato come rione destinato alla classe media che tuttora la popola parzialmente. Il degrado di Scampia e’ stato attivato con l’occupazione abusiva delle Vele, antesignane delle contemporanee vele di Dubai, da parte degli sfollati del terremoto irpino degli anni settanta: essi ancora oggi non hanno ottenuto  in gran parte una restituzione delle loro magioni, alla stessa stregua degli abitanti di Messina, dell’Acquila e di Amatrice.

Contrastare la povertà energetica aiutando le famiglie in difficoltà a ridurre la spesa dei consumi in bolletta e informare i cittadini sulle grandi potenzialità del fotovoltaico da appartamento. È questo lo scopo della campagna di raccolta fondi #UnPannelloInPiù di Legambiente ed Enel X che e’ iniziata con il suo viaggio itinerante lungo la Penisola partendo dalla città di Napoli, e più precisamente dal quartiere Scampia. La scelta di iniziare dal capoluogo campano non è casuale, qui il riscatto passa anche per l’ambiente e l’utilizzo delle rinnovabili. Dalla prima comunità energetica e solidale del quartiere San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli, segnalata anche dal New York Times a Scampia dove, grazie a #UnPannelloInPiù, saranno donati e installati i primi pannelli fotovoltaici da appartamento alle famiglie di Scampia, grazie alla stretta collaborazione con l’VIII Municipalità di Napoli e alla rete delle associazioni del territorio.

Gli appuntamenti di  si sono svolti con una conferenza stampa e la presenza di un infopoint dove i cittadini potranno incontrare gli esperti di Legambiente e conoscere i benefici del solare fotovoltaico, primo fra tutti il pannello da appartamento, una soluzione che consente un risparmio in bolletta fino al 25% generando anche benefici ambientali. Sono stati poi illustrati tutti gli strumenti a disposizione per ridurre i costi in bolletta, dai bonus sociali alle comunità energetiche.

La conferenza stampa si è svolta alle ore 15.30 presso il ristorante Chikù “Gastronomia, Cultura e Tempo libero” e ha visto la partecipazione di: Biagio di Bennardo e Giovanna Mauriello, di Chikù e Nicola Nardella, presidente VIII municipalità, Mariateresa Imparato, presidentessa Legambiente Campania, Andrea Scognamiglio, responsabile globale e-Home di Enel X, David Lebro, presidente A.CER.

Scampia pero’ ha anche visto rubato il furgone di CasArcobaleno, in prima linea per i ragazzi del quartiere.  La taccolta fondi per ricomprarlo e’ repentinamente partita. “Per alcuni una semplice scatola di latta con quattro ruote, per noi è il principio di molte attività”. L’associazione Occhi Aperti-CasArcobaleno, da sempre impegnata a offrire un’alternativa sana e creativa ai giovani di Scampia, denuncia il furto del furgoncino.

Su GoFundMe è stata però lanciata da alcuni amici dell’associazione, che si definiscono “lasalliani e non”, una raccolta fondi che dipanera’ tosto tale perdita.

Il Comune di Napoli ha, nella sua ultima giunta, confiscato a Scampia una sorta di fatiscente palazzina affidata da de Magistris ai centri sociali presso Scampia. Oggi tale struttura versa abbandonata ed in uno stato di crescente degrado, in cui sono ancora visibili i segni ed i murales della comunita’ precedente che ne aveva preso mirabilmente cura.




Trimarano : prima imbarcazione ad impatto ambientale nullo

Traslando il concetto di abitazione degli antichi romani sull’acqua, gli studi di progettazione Van Geest Design e Rob Doyle Design hanno ideato Domus, un trimarano di lusso che sembra una vera e propria domus romana galleggiante.
Partendo dalla struttura della domus, abitazione romana di un piano i cui spazi abitativi si sviluppavano attorno all’atrium, i designer hanno distribuito gli interni del trimarano a vela partendo da due atri che fanno filtrare la luce naturale dalla parte superiore della sovrastruttura e, grazie al pagliolo che si converte in piattaforma, offrono uno spazio unico per vivere a contatto con l’acqua.

http://Adfnews.it

Negli ultimi anni abbiamo assistito alla tendenza nel settore nautico di ‘essere desiderosi di far parte dell’ambiente circostante’. Ovvero, cercare di progettare per portare l’ambiente esterno all’interno dello yacht”, spiegano i progettisti Pieter van Geest e Rob Doyle, che continuano: “Abbiamo studiato il progetto di Domus da un punto di vista architettonico. La vita familiare riguarda la protezione, quindi perché non progettare intorno a questo concetto, creando spazi protetti e massimizzando le funzioni delle aree disponibili in questa configurazione tutta posta su un unico livello? Tutti gli spazi hanno una vista verso l’esterno, quindi non perdono la connessione con l’ambiente circostante, e sono contemporaneamente collegati alle zone comuni esterne e interne”.

Il natante in questione risulta ad impatto ambientale assente, in antitesi alla navi cargo che oggi, a detta di Rizzo segretario dei Comunisti italiani, inquinano maggiormente delle vetture mondiali sommate. E mentre per la transizione energetica Fca ha affermato che nell’arco di meno di un lustro Fiat sfornera’ solo modelli elettrici, Elon Musk di Tesla ha espresso che a breve la propria azienda avveniristica rimarra’ senza fondi a causa dell’oscillazione del mercato, della fronda finanziaria e politica alla sua figura ed ai costi di produzione crescenti.

L’energia rinnovabile è una favola, ma non ha ancora un lieto fine: non è costante e richiede lo sviluppo di sistemi di accumulo che saranno fondamentali nei prossimi decenni. E se trasformassimo i grattacieli in enormi batterie gravitazionali che immagazzinano energia rinnovabile a basso costo? Si chiede un redattore affiliato al blog di Beppe Grillo.

L’idea è elementare: l’energia rinnovabile supplementare può essere immagazzinata come energia potenziale e utilizzata per sollevare qualcosa di pesante a un’altezza maggiore. L’energia può poi essere rilasciata dalla gravità attraverso l’uso di una sorta di generatore. Quale struttura ideale se non un grattacielo (date la sua forma e la sua altezza)? I ricercatori austriaci dell’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) di Vienna guardano i grattacieli e vedono tanti accumulatori di energia che aspettano solo di essere usati.
Il Lift Energy Storage System (LEST) userebbe i sistemi di ascensori esistenti negli edifici alti: molti di questi sono già progettati con apparati di frenata rigenerativa in grado di raccogliere energia durante la discesa di un ascensore, e sono praticamente già piccoli generatori. Il LEST sfrutterebbe anche gli spazi liberi in tutto l’edificio, idealmente vicino alla parte superiore e inferiore. Un sistema per “adattare” i grattacieli esistenti sarebbe infinitamente più economico che costruire batterie gravitazionali un po’ ovunque.

Cio’ contrassegna una serie di ascensori carichi di oggetti pesanti (ad esempio contenitori pieni di sabbia bagnata) che portano questi oggetti verso l’alto quando c’è energia rinnovabile in eccesso (di giorno), e poi riutilizzano questa energia quando serve.

Il team IIASA propone di costruire una serie di robot autonomi per il lavoro di raccogliere i pesi e trainarli dentro e fuori dagli ascensori dei grattacieli. Si tratterebbe di carichi pesanti ma non ingombranti, così da consentire anche ai passeggeri di salire negli ascensori. Un sistema di algoritmi organizzerebbe tempi e modi più appropriati per raccogliere energia e immagazzinarla.

In uno studio pubblicato sulla rivista Energy i ricercatori affermano che ascensori intelligenti con motoriduttore sincrono a magneti permanenti all’avanguardia possono funzionare con efficienze vicine al 92%, quando gli ascensori sono completamente carichi e impostati per scendere a un livello ottimale di velocità per la produzione di energia. E può funzionare perche’ ci sono molte altre tecnologie di accumulo di energia in fase di sviluppo, ma LEST potrebbe avere le carte in regola, per diversi motivi. Innanzitutto, può essere usato nelle città usando le infrastrutture già presenti: i grattacieli. Non avrà la reattività e la potenza di progetti più grandi, ma se considerato in funzione del singolo edificio potrà dire la sua, accumulando energia anche per mesi.

Certo, ci sono dubbi che emergono dalla lettura dello studio: ad esempio, come gestire questi pesi quando non in uso? Dove metterli? Nei corridoi? In uno o più appartamenti lasciati liberi? Nei garage sotterranei?

Chissà. Comunque le stime del team IIASA sono interessanti: sfruttando i grattacieli oggi presenti nel mondo (e ce ne sono anche di molto alti) si potrebbe ottenere un accumulo di energia tra i 30 e i 300 gigawattora. Per fare un paragone, giusto per capirci, sarebbe come avere una powerbank in grado di far funzionare per un mese l’intera città di New York.

Ad oggi la transizione energetica vede il consolidarsi di un mercato che punta all’ “Off gride” ovvero abitazione assolutamente non inquinanti e sopratutto distaccate in modo completo dalla rete elettrica, il che tuttavia non e’ possibile in modo indiscriminato a causa di vincoli e prescrizione politiche locali e nazionali. E’ possibile anche costruire con dei container in modo economico ed autonomo, alla luce di insegnamenti ad ufo presenti sul web ed in libreria per cui il futuro ecologico risulta tracciato. Rimane tuttavia una critica diffusa al comparto legislativo, relativa la richiesta di tecnologie di combustione ad idrogeno, che siano cosi’ totalmente innocue per l’ambiente, al poeto delle batterie elettriche che ad ogni modo comportano dei danni ambientali.

Ed alla luce della logica ecologista sono una dovizia gli imprenditori ed i privati che aborriscono prescrizioni palesi od implicite, a sborsare soldi per rimodulare i propri beni per non inficiare l’ambiente. Su questa falsa riga l’imprenditore partenopeo Dario Pellegrini, attivo nel settore dei pellami, lamenta la chiusura del proprio impianto a causa delle leggi ambientali che lo hanno costretto, negli anni precedenti, a spendere due milioni per trasformare gli impianti, ma in seguito le tasse crescenti e la concorrenza cinese a basso costo, gli hanno fatto optare per una vendita aziendale piu’ conveniente.




Commissario europeo richiama i governi

Smith, dallo stallo della Commissione europea nelle veci di tecnico e perito di politica ed economia, esorta ad adeguare ogni tipo di emolumenti all’inflazione per rintuzzare la ventura disfatta economica che sferzera’ il mondo finanziario, industriale e professionale. Quanto alle politiche di welfare, spiega che “la Commissione sta preparando per questo autunno una proposta di raccomandazione per il reddito minimo, con alcuni standard e alcune regole” ma il problema è che “il reddito minimo non risolve da solo il problema dell’occupazione. Aiuta chi ha perso il lavoro o non riesce a lavorare” ma “non li riporta automaticamente in attività. Occorre un forte aiuto e sistema per ricondurti sul mercato”: “È questione di formazione e reskilling”. Per rispondere alla crisi, sono necessarie soluzioni combinate: “Aumento dei salari con qualche aiuto dal punto dei vista del sostegno sociale e anche qualche aggiustamento fiscale. La giusta soluzione sarà una sorta di cocktail fra tutto questo”, conclude. Un invito simile a quello del commissario Schmit è arrivato la scorsa settimana dalla capo economista del Fondo monetario internazionale Gita Gopinath. Parlando dal forum di Davos l’economista ha insistito sul fatto che i salari non dovrebbero essere ridotti in valore reale per il timore di una spirale salari-prezzi. Gopinath ha affermato che potrebbe invece configurarsi una condizione in cui i salari salgono e i prezzi no mentre i profitti aziendali potrebbero ridursi. Cosi’ va in scena un agone oramai globale tra due concezioni antitetiche di economia, quella plasmata sui bisogni delle aziende e degli stati che vorrebbero stare sempre in attivo di bilancio, e quella incentrata sul potere di acquisto dei privati ed i dipendenti propedeutico ad un innalzamento della domanda interna teleologica ad una crescita del pil e di conseguenza ad un indebitamento maggiore dello stato.

Maggiore e’ la opulenza privata maggiore risulta il debito pubblico con cui si pagano i servizi pubblici e le infrastrutture; minore e’ la capacita’ di acquisto collettiva migliore risulta il bilancio pubblico, giacche’ lo stato spenderebbe in modo minore per la garanzia di servizi pubblici, infrastrutture, facendo tuttavia ricorso ad una tassazione superiore ed anche a prezzi maggiorati, in modo diretto ed indiretto.

In Italia e’ risaputo quanto l’intervento di tecnici come Dini nel ’92, abbia bloccato l’adeguamento salariale e pensionistico all’inflazione erodendo cosi’ stipendi e pensioni; Ciampi e Draghi antecedentemente hanno attuato una divaricazione tra Banca d’Italia e Ministero del tesoro che ha causato una mancata garanzia pubblica sul debito che e’ stato offerto a fondi d’investimento e banche speculative forestieri che ne hanno preteso interessi sempre piu’ alti e cronici. Monti per suo conto ha immesso nella Costituzione il pareggio di bilancio che obbliga lo stato a non spendere piu’ di quanto incassa per i cittadini. Draghi oggi sta concretizzando una messa sul mercato di beni pubblici per garantire il debito, cosicche’ lo stato risulta sempre scarno dal punto di vista monetario, a detrimento di servizi pubblici e grandi investimenti alla stregua del famigerato “Ponte sullo Stretto”.

Oggi Dini, Monti e Draghi risultano all’apice delle cariche pubbliche a livello nazionale ed internazionale mentre il calo del potere di acquisto italiano risulta irrefrenabile.

A proposito del reddito universale in procinto di essere elargito, spauriscono gli obblighi richiesti in cambio, alla luce di una recisione dei prestiti bancari ed un aumento dei tassi di interesse gia’ in corso.

Frattanto il prezzo dei carburanti e’ tornato a quota due euro nel pieno di una guerra silente contro la Russia in cui il Copasir sta indagando in maniera asintotica, i canali Telegram e le fonti di diffusioni altre in cui si esprimono i maggiori opinionisti definiti filorussi, e provenienti dal mondo accademico, politico, giornalistico, economico, industriale.