Benedetto XVI piu’ forte di Woityla: attacchi all’occultismo e potere del papa

LA SCONCERTANTE RIVELAZIONE DEL DEMONIO SU BENEDETTO XVI la riporta Giovanni Bernardi il 13/05/2022, che sovente allude a Luce di Maria, veggente argentina megafono ormai globale, dei messaggi mariani. Alla presenza del sacerdote, afferma Bernardi, il diavolo in persona durante un esorcismo, ha dovuto confessare cosa accade davanti alle azioni del Papa emerito, rivelando quale sia tutta la vera potenza del magistero di Benedetto XVI contro l’azione del demonio.

Una confessione da far tremare le vene ai polsi che non fa altro che aggiungere un tassello definitivo sulla biografia di una delle figure più importanti degli ultimi secoli della storia cristiana.

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In questo specifico esorcismo emerge infatti con tutta evidenza che Satana era letteralmente sfiancato da Ratzinger. “Lo odio, non lo sopporto più: ogni sua parola, ogni suo gesto e ogni sua benedizione rappresentano un esorcismo”, è quello che il demonio affermò durante il rito di liberazione.

Cosa accade al diavolo quando Ratzinger parla? Il Papa emerito, infatti, non solo torturava il diavolo, smascherandolo ogni volta che metteva in guardia l’umanità dalle sue opere malvagie e malefatte. Il punto è che il maligno si sentiva così con le spalle al muro da essere sfiancato e piegato dalle sue parole e dai suoi gesti. Sotto il nome di Benedetto XVI, infatti, il diavolo patisce sofferenze a dir poco atroci. A rivelarlo è stato un collaboratore diretto di un esorcista, testimone di alcune vicende sconvolgenti. Si parla di urla, strepiti, pianti di dolore. Lo sfogo più clamoroso il diavolo se l’è però fatto sfuggire in una chiesetta in provincia di Salerno, mentre una donna era sottoposta a preghiera di liberazione.
Il demonio, spiega questo collaboratore, è disperato, non ne può proprio più del Papa e delle sue continue catechesi contro l’Inferno e gli spiriti che lo abitano. Non bastasse, il maligno ha così rivelato che “ogni sua parola, ogni suo gesto, ogni sua benedizione sono un esorcismo”.

Benedetto XVI ha sempre sottolineato l’azione del diavolo. Il diavolo infatti, già di principio, detesta il Santo Padre per la sua autorità di Vicario di Cristo in Terra e di Pastore universale della Chiesa. Tuttavia, nel caso di Ratzinger c’è stato di più. Sia come professore, che come arcivescovo o come cardinale, fino ad essere Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il teologo bavarese non ha mai smesso di sottolineare la subdola e terrificante esistenza del maligno e dell’inferno, mettendo così in guardia l’intera umanità dai suoi attacchi.
Spesso, ad esempio, Ratzinger ha invitato gli uomini a non ricorrere mai all’occultismo, per nessuna ragione al mondo. Molti sanno infatti che le pratiche magiche, indicate nella Bibbia come abominio, aprono le porte dell’anima al padre della menzogna. Letture dei tarocchi, sedute spiritiche, messe nere, maledizioni, fatture, malocchio, consacrazioni al Diavolo: non c’è nulla di più doloroso e pericoloso per l’essere umano.
Tramite queste esperienze occulte, infatti, Satana si impossessa dello spirito e del corpo di una persona. A quel punto diventa inevitabile doversi rivolgere a un esorcista per avere indietro la propria libertà. Però quello che il diavolo rivelò in tale circostanza ha a dir poco di sensazionale: Benedetto XVI è diventato uno dei suoi incubi più ricorrenti.

Qual è il tragico destino che spetta a chi vive senza Dio? Tutto il s magistero del teutonico è stato una lotta costante contro di lui, e lo ha spiegato anche Monsignor Andrea Gemma, ex vescovo di Napoli, in una delle sue ultime interviste prima di salire in cielo. Fin dall’elezione di Ratzinger al Soglio pontificio, infatti, il demonio ha cominciato a tremare. Pochi giorni dopo, in un esorcismo di Mons. Gemma disse: “Il nuovo Papa è ancora più forte di quello di prima (Giovanni Paolo II, ndr) e ci farà soffrire molto”.
Così è andata. E continua ad andare ancora oggi, ogni volta che il Papa emerito interviene pubblicamente, su questioni di stretta attualità e di assoluta importanza. Per combattere la causa di tutti i mali, il maligno in persona, Ratzinger spiegava che c’è un solo modo: portando la Croce di Cristo. Mentre al contrario, “per quanti continuano a peccare senza mostrare nessuna forma di pentimento, la prospettiva è la dannazione eterna, l’Inferno, perché l’attaccamento al peccato può condurci al fallimento della nostra esistenza“.
“E’ il tragico destino che spetta a chi vive nel peccato senza invocare Dio“, spiegava Ratzinger. “Solo il perdono divino ci dà la forza di resistere al male e non peccare più. Gesù è venuto per dirci che ci vuole tutti in Paradiso e che l’Inferno, del quale poco si parla in questo nostro tempo, esiste ed è eterno per quanti chiudono il cuore al suo amore”. Eh già, c’è poco da fare: davanti alla maestria di Benedetto XVI, Satana è sconfitto in partenza. E conoscendo la sua superbia, è facile immaginare che stia piangendo lacrime amare. In tutto cio’ il papa piu’ longevo della storia, continua a vivere a Roma e non figura dimessosi dallo stato papale bensi’ dall’esercizio formale delle sue funzioni.




Italia finita

La disfatta italica si schermava dietro una questione di mitili. Giorgio Terzo Catalano appone una disamina bislacca alla situazione politica che coinvolge l’Italia binariamente all’Europa:”Partiamo da una vongola per capire come un ristretto numero di persone si sta organizzando per Governare, sempre di più, il Mondo.
Una legge della comunità Europea stabilisce che le vongole per poter essere raccolte e distribuite devono raggiungere la misura minima di 2,5 centimetri.
Nulla da obiettare, è bene che le vongole raggiungano il giusto peso per evitare inutili sprechi e distruzione di risorse, ma qual è il problema?

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Il problema, è che se durante i controlli viene rilevato, dalle autorità competenti,anche un piccolissimo quantitativo di vongole, sotto misura, viene sequestrato l’intero carico e scattano multe per migliaia di euro.
La legge è legge, ma perché le nostre autorità, applicandola in maniera cieca e spietata, stanno mettendo in ginocchio l’intera marineria della costa Adriatica, mentre dall’estero arrivano già sgusciate e congelate tonnellate di vongole, sulle cui misure sfido chiunque a fare controlli visto che sono già senza gusci ?
La verità è che delle vongole non gliene frega niente a nessuno, come non gliene importa del tonno, delle mele, dei cetrioli, di tutto ciò che serve a nutrire i popoli.
L’unica cosa che importa è impedire il più possibile che la gente, possa, in loco, produrre di che sfamarsi.
Intere popolazioni del mondo, pur vivendo solo di agricoltura, non hanno assolutamente di cosa sfamarsi.
Le grandi compagnie degli OGM e del transgenico, hanno imposto in molti territori del modo le monoculture, ovvero tutti lavorano la terra, ma per migliaia di chilometri quadrati solo piantagioni di caffè, o solo soja o solo mais, quindi gli abitanti di quelle zone potrebbero mangiare a basso costo, solo caffè o solo mais, quindi pur essendo contadini devono comprare qualunque cibo e ai prezzi stabiliti dai loro aguzzini; in pratica sono nelle mani dei loro sfruttatori che li sottopagano e ricattano. A cio’ si innesta la premonizione di Bill Gates e George Soros lanciata non molti mesi fa, ossia che si appropinqua la fase della scarsita’ alimentare, le carestie, l’aumento ingente dei prezzi di tali materie prime, che inficeranno la situazione gia’ problematica causata dalla pandemia e proseguita con la guerra in Ucraina.
Se ampliamo il discorso, chi aspira a vedere il mondo come una massa informe di individui che consumano e non più come essere umani, con le loro esigenze, i loro sogni, le loro aspirazioni, deve massificare tutto, deve, quindi, distruggere la libera iniziativa e la piccola impresa.
Le differenze non piacciono a chi vuole imporre un nuovo feudalesimo, niente iniziativa privata, niente personalizzazioni, niente orticelli privati, niente che renda liberi dall’imposizione che arriva dall’alto.
Massificare, creare pochissimi prodotti, sapori standardizzati, gusti unici dei quali tutti sono schiavi. Impedire al contadino di poter produrre oltre ai frutti anche i semi, già perché il transgenico è un ibrido che non produce alcun seme idoneo a riprodursi, quindi ogni anno il contadino dovrà ricomprare le sementi e al prezzo che decidono Monsanto e Company.
L’Italia con le sue diversità vegetali, zootecniche e culinarie è il nemico numero uno di questa gente che aspira a governare un Mondo omologato, semplificato, standardizzato. Ecco perché siamo nell’occhio del ciclone, ora cercano di distruggere anche i nostri uliveti, la grandezza del nostro olio, i vigneti, la pesca, la cultura, i siti archeologici, l’artigianato, in parole semplici, la piccola impresa, la libera iniziativa.

La cosa folle, pazzesca, insopportabile è che il nostro Governo, anziché preoccuparsi di arginare questa parola d’ordine che arriva, tramite le malevoli imposizioni dell’Europa serva dei poteri forti, se ne fa portavoce, artefice, attore.
Circa i conflitti mondiali, i terroristi, le guerre locali, gli stermini e le esecuzioni sommarie in giro per il Mondo, appare tutto funzionale al grande piano di conquista economica globale. Popoli assillati dalle guerre, dall’insicurezza, dalla paura, sono più morbidi e ubbidienti, sono meno reattivi e più schiavizzabili.
Ci sveglieremo troppo tardi per salvarci, secondo periti e strateghi.
Aleggia la paura che sarà difficile, chi governa il mondo sa bene che la stragrande parte della popolazione è una massa informe e distratta, una massa di gente che gioisce perche ha un cellulare, perché si può fare uno spinello, perché riesce a nutrirsi per sopravvivere, perché può seguire una partita di calcio, perché ha gli occhiali o le scarpe griffate. La paura e’ che sarà difficile rintuzzare tali attacchi speculativi che manipolano la politica per concretizzare indigenza o subordinazione industriale. I grandi azionisti delle maggiori multinazionali, principali banche e piu’ grandi fondi di investimento, a spulciare dati e provvedimenti, hanno deciso di monopolizzare il mondo per utilizzarlo come un grande mercato unico, atto solo a produrre redditi altissimi”. Le oligarchie degenerato con in mano il potere di attuare questi scenari, sono consapevoli dell’acquiescenza della popolazione allorche’ possegga una casa, del cibo, un lavoro ed un salario, condizion e scientificamente comprovata, per cui proseguono spediti nella composizione di una decrescita felice del sistema produttivo ed economico italiano, supino dinanzi fattori di comodita’ ed opulenza acquisiti, nonche’ reticente al combattimento teleologico alla difesa dei diritti del prossimo.

Riguardo Trump, provengono dal suo pugno degli ordini esecutivi tesi a confiscare beni e proprieta’ per singoli e multinazionali coinvolte in crimini contro l’umanita’, e cio’ sembra inerire la pandemia ed eventi analoghi, ma tutto sembra versare in una fase di stallo. Anche se Biden secondo alcuni redattori ha abrogato la maggioranza degli ordini esecutivi di Trump, pare che i piu’ efficaci siano sfuggiti a tale tagliola. Riguardo la sedizione e la corruzione Trump ha messo a segno un provvedimento di incarcerazione e confisca economica parziale, per soggetti endogeni ed esogeni agli Usa invischiati in questo tipo di trame.




U2 corporation e politica imperiale: affondo di Sacchetti

Il giornalista Sacchetti di Database Italia accende i riflettori di altro tipo sul principale gruppo musicale del mondo, analizzando i numeri, la longevita’ ed il supporto aziendale dell’ultimo trentennio, ossia gli U2, di cui viene focalizzats con tale epistola la strumentalizzazione teleologica ad una sorta di propaganda finanziario-politica eterodiretta.

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Gent.mo Paul Hewson in arte Bono (ma non troppo), scusa se circa trent’anni fa ti ho rincorso e placcato fra le vie di Nizza in preda ai deliri post adolescenziali, non avevo capito chi fossi realmente. Io ingenuamente pensavo fossi il cantante di una band, l’autore di album come the Unforgettable Fire (a questo punto mi chiedo chi l’abbia scritta e composta quella musica)… macché, tu eri il socio di una corporation costituita da “innumerevoli società dal profilo incerto residenti in paradisi fiscali off-shore”. “…Mentre ti ammantavi di un blando pacifismo sei stato proprietario negli Usa di due società produttrici di videogiochi di guerra, uno di questi aveva come scenario una missione particolare: andare in Venezuela per conto di alcune società, creare un colpo di stato per togliere di mezzo un odioso tiranno venezuelano.”

” Nel 2004 viene creata ONE, organizzazione senza scopo di lucro, ONE viene dal titolo di una delle più famose canzoni degli U2 e ha una sua forza. Inizialmente era una coalizione di organizzazioni statunitensi, tra cui Oxfam America, Save the Children, World Vision, Data; vi parteciparono anche diversi personaggi pubblici, tra cui Condoleezza Rice. Ma il contributo finanziario più rilevante è senz’altro quello della Fondazione di Melinda e Bill Gates.
Ma cosa si propone di fare la ONE? Essenzialmente pratiche di lobbying planetarie sui temi della filantropia. Cosa accade in verità? Solo l’1% del ricavato è destinato ad opere caritatevoli. Qual è l’obiettivo reale che persegue? Imbonire con le parole il pubblico occidentale sulla promozione di soluzioni scientifiche e tecnologiche, volte ad aumentare la produzione agricola nelle zone più povere del mondo, attraverso l’uso degli OGM, perlopiù in partnership con aziende come Monsanto!”
“Il cantante, secondo il giornalista d’inchiesta Browne, fa parte a pieno titolo dell’industria contemporanea basata sull’umanitarismo delle celebrità, la quale proponendo false soluzioni sui temi della disuguaglianza e della povertà contribuisce in questo modo al mantenimento dello stato di fatto.
Uno degli aneddoti curiosi, narrati nel libro-inchiesta, merita sicuramente di essere ricordato. Ad un concerto a Glasgow la band ad un certo punto impone il silenzio e Bono Vox comincia a battere le mani in modo solenne, scandendo con lentezza il ritmo per richiamare l’attenzione. A questo punto dovrebbe partire uno dei suoi soliti discorsi sensibilizzanti sull’Africa e infatti lui attacca: “Ogni volta che batto le mani in Africa muore un bambino”. Sembra che qualcuno dal pubblico, in un impeto di ribellione, gli abbia risposto: “Bhe … allora smetti di farlo”. Storiella forse apocrifa, avverte l’autore, ma arcinota tra il pubblico dei club irlandesi e inglesi che della pseudo filantropia di Bono non ne vuole più sapere.”

“Ovunque c’è da sostenere un regime fantoccio telecomandato da George Soros. Ovunque c’è da sostenere le cause che portano alla fine degli Stati nazionali e alla loro sottomissione ai poteri transnazionali. Ovunque c’è tutto questo, c’è sempre lui: Bono. Sotto certi aspetti gli “artisti” pagati dalle corporation e ricevuti nelle segrete stanze del gruppo Bilderberg sono persino più riprovevoli dei politici sottomessi a questa agenda. Prendono l’arte e la violentano per servire i potentati più criminali del pianeta. Questi “artisti” sono i peggiori nemici dell’arte.”
Cesare Sacchetti esecra l’entrata di Bono nel World economic Forum da cui stocasticamente derivano i principali uomini d’affari, politici, capi istituzionali, del connubio America-Europa. Georgia Meloni e Salvini si vedono a tal proposito etichettati aprioristicamente di una sorta di sedizione da personaggi del calibro di Meluzzi per aver partecipato all’incontro dell’anno scorso presso l’Aspen Institute, corollario italiano del Bieldeberg. E cosi’ monta l’acredine sul web e la stanchezza fra i lettori che si vedono inermi e manipolati da personaggi di ” alto bordo”.




Ngrandeta emiliana

DENARO, APPALTI E POLITICA. ECCO LA ‘NDRANGHETA EMILIANA

Giovanni Tizian traccia un profilo completo di un fenomeno allarmante, sul Domani:” Cinquemila metri quadrati e più tra capannoni, terreni e villette, sono stati sede dell’azienda diretta in prima persona da uno dei boss della cosca che domina la regione. Il 14 marzo questo fortino, crocevia di affari e delitti, è stato assegnato alla protezione civile di Brescello, provincia di Reggio Emilia, comune sciolto per mafia, che continua a sentirsi immune dal radicamento mafioso.
Il complesso immobiliare è stato confiscato alla famiglia Grande Aracri, sovrani assoluti della ‘ndrangheta, che a Brescello decenni fa hanno stabilito il loro centro di comando. La confisca è una vittoria dello stato che viene, tuttavia, offuscata da un ritorno al passato, caratterizzato da indifferenza, superficialità e complicità ancora estese nel tessuto economico e sociale emiliano.
C’è chi dopo le retate con centinaia di arresti, i maxi processi e le confische milionarie, di mafia non vuol più sentire parlare e ha avviato un’operazione di normalizzazione. Con la convinzione che parlare e denunciare i poteri criminali in regione sporcasse l’immagine di territorio efficiente e produttivo, diminuisse, cioè, l’attrattività per gli investitori esterni. Una storia che si ripete, dalla Sicilia alla Lombardia, fino all’Emilia Romagna”.

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Numeri e storie di oggi sono imprescindibili per capire cosa è cambiato a distanza di un decennio nella regione che, secondo i dati processuali, in alcuni casi definiti fino all’ultimo grado di giudizio, ha covato e coccolato una ‘ndrangheta diventata autonoma dalla casa madre calabrese. Tanto da tramutarsi in ‘ndrangheta emiliana, che ha fondamenta finanziarie che si estendono in tutta la regione, ma anche in Toscana, in Veneto e in Lombardia.

A Brescello la vita prosegue come prima dello scioglimento per mafia. Non c’è più il sindaco Marcello Coffrini, eletto con il Pd, che si è distinto per un’intervista in cui dopo aver parlato con il boss del paese lo definiva «tranquillo, composto, educato, non sembra come lo descrivono». L’allora sindaco si compiaceva del fatto che il capo clan Grande Aracri era riuscito a ripartire con la sua azienda. Da quel momento e con gli elementi raccolti durante l’indagine Aemilia la prefettura dispose le verifiche nel comune amministrato da Coffrini. Risultato finale: i commissari che hanno messo le mani negli atti amministrativi dell’ente hanno raccolto le prove di concessioni fatte dal comune a personaggi del clan. Dunque così si è arrivati allo scioglimento del comune per mafia.

Pino Aprile, autore di Terroni, celeberrimo giornalista di mastrice meridionalista e presidente del partito “Equita’ Territoriale” , si sta prodigando nei suoi gruppi di appoggio fisici e digitali, per proteggere il magistrato Gratteri cui recentemente e’ stato negato l’incarico di Procuratore nazionale Antimafia.

L’attesa sentenza della Cassazione, prevista nei giorni passati sull’inchiesta denominata Aemilia chiuderà un capitolo, ma la storia della ‘ndrangheta emiliana non si è esaurita con l’indagine né con i processi. Il verdetto che arriverà riguarda 87 imputati, solo una piccola parte, gli ultimi rimasti di un gruppo di quasi 200 persone indagate e processate per essere affiliati o complici della cosca emiliana. Cosa è cambiato a Brescello da allora, a parte l’amministrazione oggi guidata da una donna, Elena Benassi (classe 1988), lo intuiamo passeggiando per le strade del paese, dopo essere stati nell’azienda confiscata al padrino. Un imprenditore napoletano intervistato da Adfnews.it ma che ha preteso l’anonimato, descrive l’opera mafiosa in Italia come principale volano dell’economia inveterato gia’ dagli anni ’70 ed impossibile da sradicare. Dalla mafia, secondo l’incensurato e prospero uomo d’affari meridionale, si sarebbero consolidati marchi industriali come Versace o Valentino oggi confluiti nei principali fondi d’investimento mondiali dal punto di vista della proprieta’.

Saverio Bonini, giovanissimo segretario Pd fino a qualche anno fa poi passato a Italia viva, spiega che «Dallo scioglimento è cambiato poco, c’è ancora molta sottovalutazione, o meglio il paese è diviso in tre categorie: chi ha capito gli errori fatti, chi considera un’ingiustizia lo scioglimento e le indagini della magistratura e chi non si pente di ciò che ha fatto aprendo le porte del municipio alla ndrangheta». Maurizio Ammendola, presidente dell’Ordine di Hagal, definisce la mafia come fenomeno endemico dello stato nonche’ proprio braccio armato e fattore istituzionalizzato per dipanare dinamiche impossibili da appianare in maniera ufficiale e totalmente legale.

Come nella Sicilia del Gattopardo, in Emilia Romagna il cambiamento è solo apparente. Nella regione la mafia non è stata sconfitta dopo la mastodontica operazione antimafia del 2015. Iniziata nel 2010, ma entrata nel clou esattamente dieci anni fa, nel 2012, è il capitolo della grande enciclopedia della storia della criminalità organizzata in Italia. Passata alla storia con il nome latino “Aemilia”, intendendo prima l’indagine e poi il processo che ha portato alla sbarra quasi 300 persone | tra boss, gregari, imprenditori, politici, professionisti nati e cresciuti tra Bologna e Piacenza.
Sono state 71 le aziende colpite da interdittive antimafia emesse dalla sola prefettura di Reggio Emilia in un anno e mezzo. L’economista Malvezzi indica nella cesura di investimenti pubblici e prestiti bancari l’assunzione delle mafie e vettori economici anche di mera liquidita’, per cui in seguito le imprese da un lato verrebbero salvate ma dall’altro “confiscate” in guisa illecita dai capi mafiosi.




Morto consigliere speciale di Clinton; Cina protegge Bitcoin

Muore a 59 anni il consigliere speciale di Bill Clinton e tirapiedi di Jeffrey Epstein che volò sul Lolita Express. Un altro consigliere della Clinton è morto.

Middleton, il consigliere speciale di Bill Clinton di Little Rock, Arkansas, che ha collegato l’ex presidente al defunto pedofilo Jeffrey Epstein, è morto sabato all’età di 59 anni. Secondo il Daily Mail, il Middleton ha anche volato più volte sul “Lolita Express” di Epstein.

“La famiglia Middleton ha perso un leader ispirato e dedito al lavoro, oltre che un figlio, un fratello, un marito e un padre”, si legge in un post su Facebook. “Mark lascia un’azienda che ha contribuito a costruire dalle fondamenta insieme alla sua famiglia e che è stato orgoglioso di guidare negli ultimi 25 anni”.

“Le capacità di Middleton nella raccolta di fondi lo hanno aiutato ad ottenere un lavoro alla Casa Bianca negli anni precedenti. È stato direttore finanziario della campagna presidenziale di Bill Clinton e successivamente consigliere speciale di Clinton sotto il capo dello staff Thomas “Mack” McLarty”, riporta Arkansas Business.

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La causa del decesso non è stata resa nota. Il Daily Mail ha riportato la notizia: Uno degli ex consiglieri speciali di Bill Clinton, che aveva contribuito a consolidare la sua amicizia con Jeffrey Epstein, è morto all’età di 59 anni, diventando così un altro dei collaboratori dell’ex presidente a morire giovane. La famiglia di Mark Middleton ha dichiarato che è morto sabato, senza specificare la causa del decesso.

Il padre di due figli viveva a Little Rock, in Arkansas, e le forze dell’ordine locali e il medico legale della contea hanno dichiarato al DailyMail che non stavano indagando o rispondendo alla morte. La famiglia Middleton non ha risposto alle richieste di commento.

Middleton ha gestito per decenni un’azienda di condizionamento dell’aria a Little Rock, ma negli anni ’90 è stato consigliere speciale di Clinton e direttore finanziario della sua campagna presidenziale.

In quel periodo, Epstein è stato registrato da Middleton in sette delle almeno 17 visite del defunto pedofilo alla Casa Bianca di Clinton. Anche Middleton ha volato sull’aereo di Epstein e sembra che abbia fatto da intermediario tra i due uomini. Trump ha definito la famiglia Clinton con l’attributo di assassini reiterate volte e movimenti d’opinione su esso gravitanti sostengono che nei tribunali di grande caratura statunitensi fosse depositato materiale sufficiente per incarcerare la maggioranza dei componenti della rete mondiale dei pedofili.

L’Alta Corte di Shanghai dichiara un asset virtuale Bitcoin con valore economico protetto dalla legge cinese. L’Alta Corte del Popolo di Shanghai ha dichiarato che bitcoin si qualifica come una risorsa virtuale protetta dalla legge cinese nonostante il divieto di commercio di criptovalute in Cina, ha riferito Sina venerdì.

Il canale Wechat ufficiale della corte ha pubblicato un avviso la scorsa settimana affermando: “Nella pratica processuale vera e propria, il Tribunale del Popolo si è formato un parere unificato sulla posizione giuridica del bitcoin, identificandolo come una proprietà virtuale”. La corte ha inoltre spiegato che bitcoin “ha un certo valore economico ed è conforme agli attributi della proprietà, le norme legali sui diritti di proprietà vengono applicate per la protezione”. Cio’ si conforma ad un indirizzo finanziario verso il consolidamento della moneta digitale in assonanza a quello dell’identita’ digitale: quest’ultima si e’ agganciata di gia’, presso strutture quali Ikea, con dispositivi ellettronici a mo’ di Pos che richiedono l’inserimento del codice fiscale, della patente e della carta di credito per approvare o negare immantinente, un’operazione finanziaria a carico dell’utente. Ad oggi il valore del Bitcoin, sebbene recentemente reciso da speculazioni finanziarie, si aggira attorno i trentamila dollari e l’esigenza ventura in merito alla criptovaluta, gravita attorno la legislazione che ne regoli in modo sicuro e garantito per la collettivita’, il controllo. Alla stessa stregua dell’identita’ digitale.




Gli Usa negano la pace con Putin

Il giornalista Franco Caminiti infanga la immagine fulgida dell’America affermando che GLI STATI UNITI NON VOGLIONO LA PACE. “Da un mese e mezzo vado spiegando nei mei articoli che questa guerra ha poco a che vedere con l’Ucraina; uno Stato che è soltanto una sorta di ring dove si scontrano Russia e Stati Uniti, i due nemici di sempre. Solo che a morire sono inermi cittadini ucraini, incolpevoli di ciò che succede, e muoiono soldati ucraini e russi, giovani mandati al fronte a combattere una guerra per procura per affermare il predominio di una potenza sull’altra; e sul mondo!
Lo dico da un mese e mezzo, e adesso abbiamo avuto la conferma: Zelens’kyj si è dichiarato pronto a trattare con Putin, accettando di riconoscere l’annessione della Crimea. Sarebbe la fine della guerra, delle morti, delle distruzioni; la barbarie che ha inondato il mondo in questi giorni, finirebbe oggi stesso. Ma c’è qualcuno che non vuole, e non è Putin, (il quale conoscendo ‘i suoi polli’, non ha preso in considerazione l’apertura del presidente ucraino); chi ha posto un veto alla fine di questo conflitto sono gli Stati Uniti, i quali hanno imposto che la guerra continui. Chi si è opposto alla pace è Biden che ha parlato addirittura per bocca del capo della NATO, il suo Segretario generale Jens Stoltenberg. “I membri della NATO” ha detto Stoltenberg, “non accetteranno mai l’annessione illegale della Crimea”. Cosa vuol dire? Vuol dire che gli Stati Uniti continueranno a pompare dollari e armamenti in Ucraina, e spingeranno Zelens’kyj a far combattere i suoi soldati fino ‘all’ultimo uomo’.

Per Biden perdere questa guerra sarebbe un vero disastro a livello di immagine, e con tutte le conseguenze economiche, di cui ho già parlato. Stessa cosa vale per Putin, il quale non può ritirarsi dall’Ucraina senza un qualsivoglia stato di resa da parte delle autorità di Kiev.

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Basterebbe che Zelens’kyj accettasse, come ha detto, di riconoscere la Crimea come facente parte della Federazione Russa, concedere l’autonomia alle due regioni del Donbas, e impegnarsi a non entrare ‘mai’ a far parte della NATO, e la guerra finirebbe immediatamente.

Ma Kiev è sotto il tallone di Washington, Zelens’kyj obbedisce ai potentati americani, e gli americani non vogliono che questa guerra finisca, anzi, forse sperano che si allarghi. Chissà che gli americani non ritengano, come diceva Filippo Tommaso Marinetti nel 1915 che: “Guerra, sola igiene del mondo”, laddove per ‘igiene’ probabilmente gli americani intendono un assestamento del dollaro, un recupero di credibilità della divisa nazionale, evitare che si ritorni ad agganciare la moneta all’oro, sistemare alcuni conti con i vari creditori esteri che detengono circa il 20% del debito pubblico degli USA, a partire dalla Cina. Intanto la Cina guarda a Taiwan, un boccone facile facile se non ci fossero le portaerei USA in giro. Ecco perché ho detto e ripeto che questa guerra finirà solo con la resa di uno dei due contendenti: Putin e Biden, Russia e Stati Uniti/NATO/ Europa. Noi ci siamo dentro come un vaso di coccio fra vasi di acciaio, ci siamo entrati con la solita superficialità, irragionevolezza, la convinzione di stare dalla parte del più forte, esattamente come successe a Mussolini quando firmò il Patto d’Acciaio con Hitler. Era certo di stare col più forte, era certo di vincere, comè è certo della stessa cosa il signor Draghi, mentre si accinge ad andare a baciare la pantofola di Biden.
Ma la storia riserva sorprese, fatti imprevedibili, altrimenti che sorprese sarebbero?
Una cosa è certa: Putin sa bene qual è la forza del suo avversario; mentre Biden sta sottovalutando la forza di carattere di Putin e lo spirito di sacrificio dei russi.
Questo errore di valutazione potrebbe costare caro agli Stati Uniti. Ed anche a noi!”.

Draghi viene diffamato in modo asintotico dal capo di Italexit Paragone in questa fase di subordinazione a Biden che gli ha recentemente messo la mano sulla spalla: tale gesto nella psicologia ed anche simbologia massonica equivale ad un’accettazione di sottomissione ed una consapevolezza di superiorita’. Biden ha asserito con Draghi di provvedere ad aumentare gli acquisti di energia per l’Italia, da canali americani, in antitesi al passato recente che vedono solo all’1% come fabbisogno energetico italiano, coperto da stati aderenti l’America. Il che e’ stato aborrito dalla Germania, la cui prima entita’ importatrice di energia dalla Russia, ha pagato recentemente in rubli. Cio’ su pressione della Confindustria tedesca. In Italia invece le imprese annaspano fino all’elisione ed il tasso di famiglie indebitate anche per beni di prima necessita’, risultano in ascesa repentina ed irreversibile. Ad ogni modo Draghi sembra non potersi esimere dalla disobbedienza agli Usa in quanto le riserve auree italiane, quarte al mondo dopo Usa, Giappone e Germania, potrebbero essere confiscate dai fortini inglesi ed americani cui e’ affidato, alla stregua di quanto avvenuto per i beni dei magnati russi, che ha visto l’Italia protagonista nel processo di congelamento economico.




Italia cripto e sanzioni petrolieri

La Repubblica Italiana ha incaricato Citigroup Global Markets Europe AG, Deutsche Bank AG, Goldman Sachs Bank Europe SE, Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese SpA e Nomura Financial Products Europe GmbH per una doppia tranche di un nuovo 10 anni BTP con scadenza 1 agosto 2031 e un nuovo BTP€i a 30 anni – legato all’IPCA della zona euro ex tabacco – con scadenza 15 maggio 2051. L’Italia si rivela da piu’ interlocutori mondiali, come aprioristica parte in causa nell’agone contro la Russia in quanto membro fondatore della Nato. Ecco la cagione che vede l’impossibilita’ della fine immediata del coinvolgimento di Draghi in Ucraina. Cio’ avviene in contamporanea con il sarcasmo del filosofo Diego Fusaro, che appone i dati che confutano le affermazioni di Prodi sull’euro, allorche’ dichiarava che in Italia si sarebbe guadagnato di piu’ faticando di meno. A cio’ fa eco Rizzo dei comunisti che esorta Draghi alle dimissioni definendolo mattatore del governo “dei peggiori” e teleologico al depauperamento definitivo della nazione Italia ed all’innalzamento.

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L’amministratore delegato di Coinbase Global Inc. Brian Armstrong ha affermato che “non c’è alcun rischio di bancarotta” per il più grande scambio di criptovalute degli Stati Uniti, anche durante un evento “cigno nero” che ha visto Bitcoin scendere per la prima volta sotto i $ 30.000 martedì dalla metà del 2021. A proposito di criptovaluta, l’ex responsabile dei mercati finanziari Bnl, ha etichettato il Bitcoin come un meccanismo centralizzato dai medesimi finanzieri che detengono il resto, con identici intenti speculativi, che comporteranno una nuova bolla finanziaria appena il mercato sara’ divenuto economicamente florido, alla stregua di quanto avvenuto con gli anni novanta in seguito alla corsa verso la finanza di Wall Street.

Coinbase adotterà ulteriori misure per garantire che offra protezione ai suoi clienti al dettaglio che corrisponda a quella offerta ai consumatori Prime e Custody, ha affermato Armstrong in un thread su Twitter alla fine di martedì. Per Grossi sul talk show attinente meridione, Europa ed Italia “A tutto Tondo” in onda su Adfnews.it il Bitcoin presenta glo stessi possessori ed i vizi di forma della finanza tradizionale: eludere l’economia reale.

Il disegno di legge NOPEC potrebbe inviare i prezzi del petrolio a $ 300

Per decenni, il Congresso ha preso in considerazione diverse forme di legislazione “NOPEC” progettate per aprire la strada a cause contro l’OPEC.
La scorsa settimana, la commissione giudiziaria del Senato degli Stati Uniti ha approvato il disegno di legge NOPEC, portando a un respingimento sia all’interno che all’esterno degli Stati Uniti
I ministri dell’energia più influenti dell’OPEC hanno avvertito che il disegno di legge potrebbe far salire i prezzi del petrolio del 200 o addirittura del 300 per cento.

Se gli Stati Uniti approvassero il disegno di legge NOPEC, un disegno di legge progettato per aprire la strada a cause contro i membri dell’OPEC per manipolazione del mercato, il mercato petrolifero potrebbe affrontare ancora più caos. Questo e’ correlato agli aumenti monstre in occidente, per benzina, elettricita’, che vedono l’Italia annaspare tra nuovi aumenti dei carburanti rispetto al recente passato che si vide il diesel con una cesura da 2,40 a 1,70€ il litro. Oggi nuovamente spiccano 1,80 ed anche 2€ il litro gli idrocarburi. In perfetta assonanza con l’economia di guerra tacita che avvolge l’Italia capofila nello scontro antirusso su suolo ucraino.




Russia: bollettino di guerra e Palestina invasa

L’esercito russo ha distrutto 93 strutture ucraine durante la notte di martedi’, inclusi tre depositi di munizioni delle forze armate ucraine. Lo ha annunciato mercoledì il rappresentante ufficiale del Ministero della Difesa della Federazione Russa, il maggiore generale Igor Konashenkov. Lo scrive Agenparl.

“L’aviazione operativa-tattica dell’esercito ha colpito 93 obiettivi durante la notte, inclusi due posti di comando, 69 aree di concentrazione di manodopera ed equipaggiamento militare, nonché tre depositi di munizioni delle forze armate ucraine”, ha affermato Konashenkov.

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Secondo lui, nove veicoli aerei senza pilota ucraini sono stati distrutti di notte per mezzo della difesa aerea, di cui quattro vicino al villaggio di Balakliya, nella regione di Kharkiv, tre vicino a Rubizhne, nella Repubblica popolare di Luhansk, uno vicino all’isola del Serpente e un Bayraktar TB-2. nell’area dell’insediamento di Arkhangelsk, nella regione di Nikolaev.

Le truppe missilistiche e l’artiglieria delle forze di terra russe hanno colpito oltre 400 obiettivi in Ucraina durante la notte. “Le forze missilistiche e le unità di artiglieria hanno colpito 407 aree di concentrazione di manodopera e equipaggiamento militare, distrutto 13 posti di comando, quattro postazioni di sistemi missilistici antiaerei Osa-AKM e 14 depositi di munizioni. A seguito degli scioperi, più di 280 nazionalisti sono stati uccisi, 59 unità militari sono state disabilitate dalla tecnologia”, ha detto Konashenkov. La Russia dispone di pionieristiche e sofisticate tecnologie di disabilitazione ed individuazione di ogni tipo di drone. Putin nei giorni scorsi ha dovuto rintuzzare l’abbattimento di un numero consistente di fregate militari, sommergibili e strumentazioni belliche. Inoltre la Federazione russa sfoggia tecnologia atomica submarina in grado di recidere importanti infrastrutture di comunicazione intercontinentali, oltre a navi, porti e punti strategici avversari, per mezzo di una velocita’ e profondita’ definite irraggiungibili da altri vettori militari.

La Palestina risulta occupata: Francesco Amodeo si pone critico ed amareggiato in seguito alla censura che sta subendo da quel Tik tok posseduto e controllato dai medesimi finanziatori di Facebook, Google, Instagram, Youtube, cio’ lo rimarca su Telegram che invece loda, asserendo che Shireen Abu Akleh, giornalista palestinese di Al Jazeera Channel – قناة الجزيرة, è stata uccisa nella notte scorsa dalle forze di occupazione israeliane mentre copriva un raid delle forze armate israeliane nel campo profughi di Jenin, città palestinese della Cisgiordania da tempo teatro di scontri quotidiani.
Naturalmente gli israeliani hanno prontamente attribuito la responsabilità della sua morte agli scontri e a non precisati gruppi armati palestinesi.
La vicenda potrebbe innescare una pericolosa escalation specie perché da settimane la tensione è altissima.

Ed ai nostri, attacca il giornalista partenopeo, impegnati nell’invio di armi agli ucraini perché invasi chiediamo come mai la Paestina, sotto occupazione da 70 anni così come messo nero su bianco da decine di risoluzioni ONU, è abbandonata a sé stessa e al suo carnefice? Perché Israele è partner privilegiato della UE piuttosto che subire sanzioni ed embargo?

L’uccisione della giornalista e’ stata resa visibile in video probabilmente rimosso da Facebook. L’opinione pubblica esecra i finanziamenti israeliani ed americani a milizie terroristiche palestinesi e mediorientali che periodicamente mantengono alta la tensione negli scenari cruciali per il controllo economico e politico delle fonte energetiche e del mercato della droga. Su questi ultimi due punti impazzano critiche, polemiche, frondi sul web, dopo l’abbrivio di giornalisti e politici come Giulietto Chiesa che anni fa denunciarono, cristallizzandoli, questi fenomeni.




Diffamazione su Napoli: Istat sbugiarda Milano e Prato

LA CASA EDITRICE SCOLASTICA BRESCIANA E QUELLE STRANE TESI SU NAPOLI. OTTIMO ARTICOLO DE “IL MATTINO”. Gennaro de Crescenzo utilizza Il Mattino per rintuzzare le offese alla sua citta’ promanate dalle istituzioni milanesi.
Secondo le ultime statistiche elaborate dal Ministero degli Interni la città di Milano è al primo posto in Italia per reati – numero di denunce ogni 100.000 abitanti -, mentre il capoluogo partenopeo, in questa speciale classifica, si piazza “solo” al quattordicesimo posto. Napoli, nella classifica dei reati commessi, è preceduta persino da piccole città come Prato, Imperia o Rimini. Eppure la casa editrice bresciana La Scuola, nel suo libro destinato agli studenti delle scuole medie e intitolato “Bella Geo”, nel descrivere la città di Napoli ha ritenuto opportuno sottolineare che problemi come i quartieri sovrappopolati, il degrado e la criminalità rappresentano ancora la normalità partenopea.

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La Capitale del Mezzogiorno è ancora afflitta da problemi atavici, che gli stessi cittadini denunciano ogni giorno, ma la scelta di ribadire – in un testo che dovrebbe spiegare in breve ai ragazzini delle scuole medie la storia delle principali città italiane – le problematiche di una città di un milione di abitanti risulta quantomeno discutibile. E, in effetti, un’aspra discussione è nata attorno al testo che potrebbe essere sottoposto nelle prossime settimane anche agli insegnanti delle scuole medie del sud. Dopo la denuncia del Movimento Neoborbonico, infatti, si è scatenata una vera e propria valanga di commenti sui social da parte di napoletani furiosi per essere stati associati all’ennesimo luogo comune privo di fondamento.

Non perchè a Napoli manchino la criminalità o il degrado dei quartieri di periferia. Ma, piuttosto, perchè la stessa “attenzione” non sembra essere stata riservata ad altre città italiane – Milano su tutte – che lamentano problemi del tutto simili, se non addirittura maggiori, comuni a tutte le grandi metropoli italiane. Basti pensare, solo per fare un esempio, che nel capoluogo meneghino imperversano, specie nei fine settimana, bande di baby criminali che agiscono sui mezzi pubblici e tengono sotto scacco i loro coetanei e le stesse forze dell’ordine, scatenando risse, provocando incidenti e mettendo a segno furti e rapine ai danni dei passanti. O che le province di Milano, Varese, Como, Lecco, Pavia e la stessa Brescia sono “infestate” fin dagli anni ’50 dalla presenza della ‘Ndrangheta che allunga i suoi “tentacoli” – lo testimonia il secondo rapporto dell’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano – nel settore dell’edilizia pubblica e privata, negli appalti pubblici e nel settore del turismo.
«Gentili responsabili de “La Scuola” – la lettera inviata dal Movimento Neoborbonico alla casa editrice lombarda – ci hanno segnalato un passaggio del vostro libro ‘Bella Geo’ nel quale si parla di Napoli con i soliti luoghi comuni che accompagnano da circa 160 anni il racconto dell’ex capitale dell’attuale Sud dell’Italia: “gravi problemi, quartieri degradati e criminalità” preceduti dal solito pesantissimo “però” riferito al racconto, invece, di aspetti positivi. È proprio quel “però” – continua la lettera dei neoborbonici – che manca quando si parla delle altre città italiane e così, ad esempio, Milano è semplicemente “ai vertici in tanti settori oltre che la capitale economica italiana”. È da qui che nascono immotivati complessi di inferiorità meridionali e immotivati complessi di superiorità padani. E anche così sono nate e non sono mai state risolte le questioni meridionali.

Una casa editrice nazionale – continua la nota firmata da Gennaro de Crescenzo – per giunta con libri rivolti ai bambini e ai ragazzi dovrebbe prestare un’attenzione diversa verso questi temi. In attesa di vostre modifiche, vi ricordo che scrivo, da docente, a nome di una consistente rete di insegnanti che proprio in questi giorni sono chiamati a scegliere i libri di testo scolastici per il prossimo anno».
La vicenda potrebbe rivelarsi un clamoroso autogoal per Editrice La Scuola. Moltissimi docenti meridionali, infatti, hanno già ribadito che per la scelta dei testi scolastici del prossimo anno rivolgeranno altrove la loro attenzione. Conclude il presidente dei Neoborbonici italiani con all’attivo una causa perpetrata dallo storico apparentemente antimeridionalista Barbero, in seguito ai reiterati confronti pubblici che ne ribaltavano in modo inconfutabile, le tesi risorgimentali.




Elisabetta Franchi non tocca il sud

IL DISCORSO SESSISTA E PATRIARCALE DI ELISABETTA FRANCHI NON TOCCA LE DONNE DEL SUD. PER LORO, ALMENO DUE SU 3, MANCA L’OGGETTO DELLA DISCUSSIONE: IL LAVORO. Ma la donna d’affari si schernisce in una lettera pubblica in cui espone la presenza in maggioranza di donne e giovani, tra gli assunti, con un numero maggiore di esponenti del “gentil sesso” in ruoli apicali.

Rossella Solombrino su Elisabetta Franchi rimarca: “Le piace farsi chiamare imprenditore e non imprenditrice, utilizza frasi dispotiche del tipo “io le donne le metto, le prendo ..” mostrando apertamente un maschilismo interiorizzato dietro l’immagine della “Self Made woman”.
Apertamente dichiara di non assumere donne in età fertile, perché si sa.. fare i figli è una colpa che le donne e solo le donne devono espiare a causa di un peccato originale chiamato UTERO;
dichiara inoltre di preferire le donne nel periodo degli “anta”, avendo “passato vari giri di boa” che di conseguenza possono dedicarsi al lavoro h24 e ricoprire posizioni dirigenziali. Una discriminazione lavorativa perseguibile dalla legge dichiarata apertamente…

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Ha inoltre terminato l’intervista con un affermazione stile spot brodo star 1950 : “Perché si sa il camino in casa lo accendiamo noi donne” in modo che sia ben chiaro che l’onere di gestire una famiglia debba essere solo in capo alle donne”.

Un discorso in cui nemmeno una parola si sarebbe potuta salvare, una propaganda arretrata e maschilista di cui non ne avevamo bisogno, che in quella sede non ha visto nemmeno un contestatore ma che in seguito ha raccolto l’indignazione dei tanti che si sono scagliati contro l’imprenditrice, asserisce la editorialista citata dalla comunita’ gravitante sull’emblema del meridionalista redattore famigerato, Pino Aprile.

Le donne del sud possono però chiamarsi fuori dalla discussione, si parla di lavoro e come da sempre succede in Italia si generalizza in modo che il dato non venga analizzato per risolvere il problema. Le donne del sud non entrano più di tanto nella polemica dei ruoli dirigenziali ripartiti tra donne e uomini : lavora solo una su 3, le altre due sono automaticamente escluse dal contendere.
Se si parla di congedo parentale e di quanto sarebbe necessaria un’ equa ripartizione tra uomo e donna, per la donna del sud è un discorso ancora troppo lontano, qui si attendono asili a cui hanno diritto 7 bambini su 100 in confronto ai 40 su 100 del centro nord.

Dati che ci costringono a riflettere su quanta strada sia ancora necessario fare in termini di parità di genere ma che dovrebbero obbligare ad un ulteriore approfondimento: il livello di disoccupazione femminile del mezzogiorno rispetto a quello del resto del paese ( il nord ha livelli di occupazione femminili simili alla Svezia).
Il numero di bambini al sud che ha diritto all’asilo nido rispetto ai bambini del nord che hanno diritto a quello, alle mense scolastiche e ai viaggi estivi anche a spese delle famiglie meridionali prive dei diritti fondamentali.
Il Pnrr nato per ridurre le disuguaglianze generazionali, territoriali e di genere ha completamente escluso e penalizzato il sud per l’attribuzione degli asili nido. Rincara l’intellettuale del sud Italia.

Bandi così scorretti da raggirare l’esigenza di asili nido attraverso le stime di spopolamento del Meridione. La logica della Ministra definita “contro il sud” Mara Carfagna appare :”Non ci saranno bambini perché emigreranno le famiglie al nord? Meglio, così le famiglie del mezzogiorno non avranno bisogno degli asili!”. “Ecco cosa dovrebbe indignare più di tutto in questo paese, non solo le dichiarazioni arcaiche di imprenditori narcisisti ma soprattutto una tragica disuguaglianza che stampa e politica fingono che non esista affinché si possa continuare ad arraffare quello che e’ di altri”. Affonda Solombrino.

La Franchi, all’apice di una realta’ industriale con trecento addetti, nella lettera aperta ha pero’ alluso al ruolo dello stato vitale e da pretendere nel suffragare imprese e donne in gravidanza, onde evitare tali problematiche, e scongiurare i sacrifici riproduttivi e famigliari che ella stessa ha dovuto affrontare per consolidare il proprio lavoro.

Comunque secondo stime recenti in Italia da una parte il tasso di disoccupazione e’ cresciuto fino a penetrare, ad oggi, il dieci per cento della popolazione tra l’altro intrappolata in uno stato di indigenza effettiva; dall’altro il livello di robotica e tecnologia applicato alle imprese, gia’ da un trentennio ed oltre risulta recidere tempo di produzione ed aumentare il numero di prodotti realizzati, ma senza aver promosso un aumento dei salari. Inoltre gli stipendi di quarant’anni fa potevano, in termini di tenore di vita, mantenere con uno solo di essi, un intero nucleo famigliare di quattro persone, pertanto non rappresentava un immane problema la disoccupazione di un componente famigliare o il mancato lavoro di una donna; o ancora una gravidanza. Ma alla luce di cio’ nulla e’ stato approvato per sgravare imprenditori, donne ed impiegati.