Manfredi denunciato da imprenditore: prime difficolta’ del sindaco di Napoli

Buongiorno direttore, è doveroso, da parte mia, portarLa a conoscenza che del fatto di aver depositato questa mattina ( 2 maggio ore 01,00) una *denuncia, dall’avvocato di mia fiducia, *avv. Roberto Stanislao Crispino, del Foro di Napoli*, agli uffici Procura della. Repubblica del Tribunale Ordinario di Napoli, *nei confronti del Sindaco di Napoli, dott.Prof. ing. Gaetano Manfredi e di tutti e dieci i Presidenti delle Municipalitá. La denuncia, porta la firma di Roberto Lauro, ed è per “omissione di atti d’ufficio” e per tutti gli eventuali altri reati che l’Autoritá Giudiziaria, dovesse eventualmente ravvedere, dalla mia esposizione dei fatti*, anche a seguito della messa in mora a loro notificata, *30 giorni* or sono, il 1′ aprile 2022, dal Difensore Civico della REGIONE CAMPANIA, avv. Giuseppe Fortunato, rimasta inevasa. Gliene allego copia con certificazione del deposito:

E quale prassi migliore e paragonabile c’è se non quella delle altre città similari ITALIANE, tra l’altro GOVERNATE DA SINDACI E GIUNTE DI SINISTRA, come quella di Napoli? Vediamo:
ROMA: 15 Municipalità ed elezione del Sindaco AL SECONDO TURNO, a metà di NOVEMBRE 2022 la macchina tutta era nominata, insediata e funzionante, comprese le GIUNTE delle Municipalitá e quant’altro (ricordiamoci che Manfredi è stato eletto al PRIMO TURNO e il 6 ottobre, giá si erano fatti gli scrutini, e lo si era saputo e acclamato dal Popolo, o da una stragrande maggioranza dello stesso!)
MILANO: 9 Municipalità ed elezione del Sindaco AL SECONDO TURNO, a metà di NOVEMBRE 2022 la macchina tutta, comprese le Municipalità, era nominata, insediata e funzionante, comprese le GIUNTE e quant’altro.
Vogliamo parlarne? Questo può essere adottato come parametro del … “GIUSTO E RAGIONEVOLE TEMPO” non certo sette mesi di … inedia!

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Il Difensore civico della Regione, secondo il mio modesto parere di imprenditore e cittadino napoletano, ha più che ragione!
A parte la sua giusta e legale MESSA IN MORA il 1′ di aprile, rimasta inevasa! (checchè ne dirá poi il TAR Campania, l’11 maggio p.v. – e si arriverá – credo e spero – al Consiglio di Stato) … Vogliamo poi parlare del GIUSTO TEMPO PER ATTUARE QUESTE NOMINE E COSì TUTELARE I CITTADINI?!? Queste persone FORSE hanno sottovalutato quale fosse il loro SACRO compito, assumendosi delle cariche Istituzionali a servizio della Comunità!
A circa sei mesi dal loro insediamento e circa SETTE MESI dalle elezioni (4 ottobre 2021) non hanno ancora provveduto a nominare gli Assessori e a creare molte funzioni, all’interno della Municipalitá da loro Presieduta e … di loro competenza, privando di fatto le Municipalità dell’Organo Esecutivo necessario al GOVERNO del TERRITORIO, loro assegnato , *in violazione della DEMOCRAZIA * – ribadita dal Legislatore – che fosse quanto più vicina possibile al POPOLO. Ecco perchè hanno diviso il territorio del nostro GLORIOSO e storico Comune in “ENTI MUNICIPALI,” PROPRIO PERCHE’ PROVVEDANO ALL’AMMINISTRAZIONE, (DA BUONI PADRI DI FAMIGLIA) di quella parte del Comune loro assegnata: le Municipalità! In questo io ravvederei addirittura una forma di tradimento, nei confronti di ogni singolo napoletano e del suo benessere, oltre che uno spreco di denaro pubblico. Se è vero, come leggo, che ogni anno ai Napoletani questa Istituzione sul territorio, le Municipalità costi 5 milioni di euro, beh la EMIPARALISI (qui esce il medico chirurgo, che è in me) delle attività amministrative locali, in questi circa SEI MESI avranno prodotto un DANNO di perlomeno un milione di euro, a voler essere buoni. (a proposito mi riservo di fare la denuncia anche alla Corte dei Conti! ). Questa dichiarazione correlata dal documento in questione, e’ approdata alla redazione di Adfnews.it, quotidiano nazionale, nelle veci del direttore Francesco Paolo Tondo.




Gas in rubli: l’Ungheria spaurisce l’Europa e Trump sterza gli Usa

GAS IN RUBLI: L’UNGHERIA SPEZZA LE RENI ALL’EUROPA
Marcello Pamio – 30 aprile 2022-spiega
La posizione del premier ungherese Victor Orban come chiarissima e ammirevole: prima della guerra in Ucraina viene la sicurezza energetica del Paese, da qui la decisione di pagare in rubli il gas russo! La posizione del governo di Budapest non fa una piega.
“L’approvvigionamento dell’energia è materia di sicurezza nazionale e il governo ha il dovere di garantire la sicurezza ai cittadini”, ha dichiarato il ministro degli Esteri ungherese.
Su Bloomberg fonti della Gazprom, la società russa del gas, hanno fatto sapere che almeno quattro Paesi hanno pagato in rubli e altri dieci stavano aprendo conti in rubli.
Mentre da noi al primo posto non c’è la sicurezza, ma gli interessi delle lobbies e delle banche che mirano al fallimento del paese, per poi comprarsi in saldo tutti i patrimoni…

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Dopo la HSBC diamo un’occhiata a Citi.

Il trading desk di Citi a Londra dietro il “Flash Crash” europeo. L’errata transazione di Citi potrebbe essere la ragione del forte calo. Il Nasdaq afferma che non c’è stato alcun problema tecnico nei suoi sistemi. Il trading desk di Londra di Citigroup Inc. è stato responsabile di un crollo lampo in Europa che ha fatto crollare le azioni di tutto il continente dopo un improvviso calo dell’8% delle azioni svedesi. La vendita è stata innescata da una grossa transazione errata effettuata dal trading desk londinese della banca statunitense, secondo persone a conoscenza della questione che hanno chiesto di non essere identificate discutendo di informazioni private.

Una vendita istintiva dell’indice OMX Stockholm 30 in cinque minuti ha devastato le borse che si estendevano da Parigi a Varsavia, facendo cadere il principale indice europeo di ben il 3% e spazzando via 300 miliardi di euro.

Estratti del discorso del presidente Trump in Nebraska – “Hanno paura di MAGA, e dovrebbero averne”.

Il presidente Trump ha parlato al raduno I-80 a Greenwood tra Omaha e Lincoln, Nebraska, il 1° maggio.

Il discorso del presidente Trump è stato premiato con una fragorosa ovazione. Di seguito alcuni estratti del suo discorso.

“Le reti e i media stanno cercando di censurare e deporre – e FOX sta cercando di fare il Trumpismo senza Trump. Non so come funzionerà, ma ci stanno lavorando molto.

La completa abolizione del confine americano da parte dell’amministrazione Biden è un crimine contro i cittadini della nostra nazione.

Non dimenticate mai che i democratici radicali vogliono chiudervi in casa e portarvi via le vostre libertà mentre rilasciano pericolosi criminali senza cauzione e rilasciano i recidivi senza accuse.

La più grande minaccia alla salute pubblica nelle nostre città gestite dai democratici non è COVID – sono le politiche democratiche che non si preoccupano del crimine.

Il nostro movimento deve continuare a perseguire un’agenda ECONOMICA populista-nazionalista che metta le famiglie lavoratrici davanti ai politici globalisti e alle multinazionali corrotte.

Nessun insegnante dovrebbe MAI essere autorizzato a insegnare il transgender ai nostri bambini senza il consenso dei genitori. Dobbiamo salvare i nostri figli!

La settimana scorsa, l’amministrazione Biden ha annunciato che istituirà un cosiddetto “Disinformation Governing Board” presso il Dipartimento della Sicurezza Nazionale, guidato da una pazza di sinistra partigiana che ha cercato di convincere la gente che la bufala russa è vera e che le informazioni sul portatile di Hunter Biden sono state diffuse dalla Russia, anche se lei sapeva che non lo erano. I tentativi sfacciati e disperati di censura da parte del Partito Democratico dimostrano quanto siano codardi. Hanno paura di MAGA, e dovrebbero averne. Se i repubblicani riprendono il Congresso, la prima cosa che faremo sarà abolire questo ridicolo dipartimento di propaganda, licenziare i censori di sinistra e porre fine alle loro egregie violazioni dei nostri diritti del primo emendamento.

Ecco perché gli americani amano il presidente Trump. È così legato al popolo americano da alienarsi appannaggi, consorzi e contratti con le multinazionali che pubblicamente sfregia, da big pharma a big media fino a big tech.





Bancarotta chef stellati: arresti e milioni a Como

BANCAROTTA MILIONARIA : ARRESTATO
LO CHEF STELLATO GIOVANNI MASPERO

Il titolare del ristorante «Tigli in Theoria» di Como, una stella Michelin, è ai domiciliari per le indagini successive al fallimento di alcune sue società.

Bancarotta fraudolenta, distrazione e frode fiscale: sono questi i capi d’imputazione che hanno portato, in mattinata, agli arresti di Giovanni Maspero, chef titolare del ristorante «Tigli in Theoria», lussuoso locale del centro di Como premiato anche quest’anno con una stella dalla Guida Michelin. A eseguire l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal gip del capoluogo lombardo i militari della Guardia di finanza che hanno anche proceduto al sequestro preventivo di quasi 18 milioni di euro, nonché delle quote di una srl in liquidazione intestata all’indagato.

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L’indagine è partita dopo che la Procura di Como aveva chiesto il fallimento delle società dell’imprenditore, alcune in concordato preventivo a causa di un’esposizione di oltre 20 milioni nei confronti dell’erario.

Molto complesso il quadro delle accuse: a Maspero viene contestata la distrazione di 17,6 milioni di euro da una sua srl a favore di altre dieci società sempre riconducibili all’indagato, poi un autoriciclaggio per 3,3 milioni di euro, derivanti da reati in materia fallimentare. Va comunque rimarcato quanto la congiuntura della ristorazione e delle strutture ricettive tradizionali versi ancora in una fase di stallo a meta’ a causa delle misure di contenimento pandemico, il che contribuisce alla ricerca di sotterfugi per non fallire o rintuzzare finanziariamente, la massa crescente di gabelle, costi di gestione, prezzi delle materie prime, contratti per i dipendenti ed anticipi ai fornitori. Alla luce degli attacchi indiretti delle multinazionali del Delivery e del calo di clienti antitetici al Green Pass e misure di controllo analoghe.




Franceschini a Napoli cambia lo slogan “Cultura

IL MINISTRO FRANCESCHINI A NAPOLI
“ CON LA CULTURA SI MANGIA” , LO SA BENE IL NORD CHE BANCHETTA CON I FONDI DESTINATI AL MERIDIONE DA 160 ANNI. Afferma Pino Aprile, megafono dell’orgoglio meridionale risvegliato ed in permanente diffusione.

“Sul teatro San Carlo c’è un problema generale che riguarda le fondazioni lirico-sinfoniche e soprattutto una fondazione importante come il San Carlo dev’essere sostenuta con il massimo dei mezzi possibili da tutti i soci. Siamo tutti d’accordo su questo, vedremo quello che si potrà fare”. Così il ministro della Cultura Dario Franceschini, a margine della presentazione del suo libro “Con la cultura non si mangia?”, al circolo Tennis di Napoli, commentando le parole del presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, sulla ripartizione dei fondi da destinare al San Carlo. “Ho avuto un incontro con De Luca, mi sembra normale che un ministro incontri un presidente di Regione. Ci sono tante cose in comune da affrontare e io sono sempre per affrontarle con spirito costruttivo” conclude.

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Noi invece concludiamo che si tratta come sempre della solita retorica inutile, perché quello che conta sono come sempre i fatti, rimarca il gruppo editoriale rappresentato e sfoggiato di continuo dall’autore di “Terroni” sui propri affollatissimi gruppi Facebook di riferimento.

Se parliamo di FUS: Fondo unico dello Spettacolo la città di Eduardo e la Campania ricevono poco più di 7 milioni di euro per il teatro, mentre la Lombardia ne riceve 13 e il Lazio quasi 11. Ovvero solo il 13% del Fus per il teatro, a fronte del 52 per cento al Nord e del 29 al Centro. E ancora al Sud funziona male l’Art Bonus, il credito d’imposta dei mecenati per spettacolo e cultura: in Campania è pari 3,8 milioni, mentre in Lombardia oltre 175 milioni.

Continuando…per la musica al Nord arriva il 51,63 per cento del Fus, mentre al Sud il 21,73. E se al Nord ci sono 1647 schermi cinematografici, il 46,5 per cento, al Sud sono solo 902, il 25,4 per cento.

Quindi il ministro Franceschini più che lasciarsi andare a dichiarazioni sterili alla “vedremo quello che si potrà fare” o lasciare intendere che i problemi attuali siano il frutto di gestioni passate, lavori per portare a casa un risultato che non sia l’espressione della volontà dei partiti nord-centrici che approvano tali ripartizioni truffaldine. Cosi’ sfoga, il direttore di “LaCnews”, il livore per un mancato sviluppo del meridione con Napoli in prima fila, anche se va asserito quanto ad oggi il teatro San Carlo, alla stessa stregua del centro storico, siano in uno stato rutilante rispetto al passato, con un nitore ed una dovizia di turisti, passanti ed attivita’ palesemente superiori rispetto ad altre realta’ urbane italiane e non solo.




Fiat lancia il “toro” brasiliano

Sviluppato per il mercato brasiliano, Fiat si presentò nel 2016 con un pick up dalle generose dimensioni derivante dalla concept FCC4, stessa architettura utilizzata anche per il Jeep Renegade, 500X e Compass. Fiat Toro è un fuoristrada studiato per chi lavora, con carichi non troppo pesanti. Per chi necessita di una trazione 4×4, ha bisogno di molto spazio e vive in quei posti più rurali tipici del sud America, è la macchina perfetta.

Dopo gli aggiornamenti di restyling dell’anno passato, Stellantis, lo ripropone con nuovi aggiornamenti estetici e sulla gamma dei motori.

Le nuove motorizzazioni, sono plasmate sulle direttive europee in quanto questa macchina si appresterebbe a sbarcare nel mercato italiano. Unica nel campionario brasiliano che si vede lanciare in Europa.
Date le nuove direttive che sono entrate in vigore il 1 gennaio 2022, per quanto riguarda le norme antinquinamento brasiliane L7, Stellantis ha dovuto mettere mano ai suoi motori per farli rientrare nei nuovi standard. Ma oltre ad ottemperare a questi requisiti, i motori equipaggiati dal pick up, il 2.0 turbodiesel e il 1.3 turboflex, possiedono un efficienza maggiore con consumi più contenuti.

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L’ambizione Fiat di tornare dominante nel segmento delle utilitarie e delle mediopiccole in Europa, in cui era egemonica antecedentemente l’euro, si slatentizza nelle ultime dichiarazioni dell’amministratore delegato. Quattro progetti sono “chiusi e approvati” infatti, per provare a tornare protagonista nell’ambito in cui, storicamente, la Fiat si è sempre mossa con maggior disinvoltura (e con i risultati migliori): quello delle utilitarie o, meglio, delle vetture cosiddette compatte, ovvero con lunghezze comprese tra i 3,6 e i 4,5 metri. Lo ha confermato, in un’intervista rilasciata al magazine britannico Autocar, il ceo della Fiat, Olivier François. Il rinnovamento della gamma della casa torinese, che al più tardi entro il 2027 punta a diventare il primo grande marchio generalista al mondo completamente elettrico, partirà nel 2023 da un modello molto atteso: l’erede della Fiat Punto, che “non si chiamerà come la storica progenitrice”, precisa François, ma ne ricalcherà il ruolo in un contesto più moderno e tecnologico. François non si è sbilanciato a tal proposito, ma questo modello dovrebbe sfruttare, per risparmiare tempo e costi, la piattaforma modulare CMP – motori ibridi ed elettrici inclusi – delle cugine Peugeot 208 e Opel Corsa.

Uno dei principali suv compatti del marchio è Fiat Argo. Il modello è stato lanciato con la missione di sostituire il Palio. E sembra che stia facendo un buon lavoro. Oggi è uno dei best seller del marchio in alcuni paesi del Sudamerica. Per non parlare del fatto che è uno dei più economici. Approfondiamo meglio:

Netto miglioramento per Fiat Argo 2022-2023 che potrebbe essere traslata anch’essa sul fronte italiano dal Brasile. La famiglia Agnelli sembra abbia ripreso con risolutezza il timone dell’azienda, cui non afferisce piu’ Ferrari se si considera la galassia Stellantis, e pare che la brama di rilanciare le vendite nel mercato europeo stia ottenendo dei riscontri positivi, sopratutto con Alfa Romeo, anche se gli addetti ai lavori sono consapevoli che la strada e’ ancora lunga ed impervia, sebbene la strategia appaia vincente.




Cacciata dall’ assessore per scandalo sanita’ a Napoli

In CAMPANIA, ASSESSORE CACCIA DALLA RIUNIONE LA CONSIGLIERA MUSCARÀ CHE VUOLE CAPIRE PERCHÈ SI ASPETTANO MESI PER UNA TAC.
Grave atto antidemocratico e intollerante si è consumato nel corso di una riunione tenutosi a Napoli tra l’assessore regionale al bilancio, Ettore Cinque e le associazioni del settore della sanità privata accredita. Impedito alla consigliera regionale Maria Muscarà di partecipare all’incontro. Lo riporta il giornale “Il desk”.

“Umiliata come donna e come rappresentante del Popolo da un funzionario ed un assessore che mi hanno cacciata da una riunione dove si parlava dei problemi dei cittadini. Cittadini che rappresento così come recita la Costituzione della Repubblica – spiega in una nota Muscarà – L’incontro tra le associazioni di settore della sanità privata accreditata e l’amministrazione è stata definita “tecnica” e per questo, secondo i due, non poteva vedermi presente nemmeno come uditrice; una cosa assurda, ingiustificabile. Una riunione convocata per la riformulazione della delibera sui tetti di spesa mensili”.

“Cosa c’era che non potevo ascoltare come esponente politico democraticamente eletto?“, dice ancora la combattiva consigliera regionale .

“Sono uscita dalla sala riunioni in primo luogo per la profonda offesa arrecata alla sottoscritta in prima persona e all’istituzione del Consiglio Regionale tutto ed anche perchè i due tecnici nominati dalla politica avevano minacciato addirittura di non tenere più la riunione. Ero lì per capire perchè un paziente deve aspettare mesi per fare una Pet, una Tac, una risonanza, un elettrocardiogramma e finanche un esame del sangue. Per capire come si può difendere un malato che non ha la possibilità di pagarsi un esame per poterlo fare nei tempi giusti”, osserva Muscarà – Ero lì per capire perchè possiamo spendere soldi per gli armamenti e non per le prestazioni mediche che continuano a mancare benchè sia finito il periodo di commissariamento. Attendo, spero non invano, l’intervento del garante dei diritti e dei doveri dell’assemblea regionale, visto che appellarsi a De Luca per il rispetto dei ruolo e delle funzioni, sembra essere fiato sprecato”, conclude Muscarà. Nella regione Campania il ticket sui farmaci e’ pratica universale ormai, con il solito ingolfamento dei principali ospedali, oberati tra l’altro, ancora dalle procedure anticontagio pandemiche.

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Una vicenda assurda, comportamenti inquietanti assunti da funzionari pubblici.
“E’ gravissimo quanto accaduto al consigliere regionale Maria Muscarà, che ha reso noto di essere stata cacciata da un funzionario e da un assessore regionale da una riunione regionale con le associazioni rappresentative del privato accreditato. Ciò non solo perchè è stato calpestato il ruolo di un consigliere regionale e, quindi, dell’intera Assemblea legislativa campana, che rappresenta i cittadini della Campania, ma anche e soprattutto perchè si è impedito di partecipare ad una riunione che riguarda un tema di grande rilievo pubblico ed importanza che investe la salute dei cittadini e che dovrebbe essere risolto con urgenza ed efficacia“. E’ quanto afferma il segretario generale di Cnal, Salvatore Ronghi. “La delibera di Giunta regionale del 28 dicembre scorso, che ha introdotto i tetti di spesa mensili per struttura, ha, praticamente, fatto saltare il sistema delle prestazioni nel privato accreditato con i cittadini che non riescono ad accedere alle prestazioni in convenzione e sono costretti a pagarle di tasca propria o, se non hanno i mezzi economici, a rinunciarvi – sottolinea Ronghi – un problema urgente e scottante di cui la stampa si occupa quotidianamente e che sta facendo emergere in tutta la sua evidenzia il fallimento politico di De Luca e della sua giunta”.




Meridionalisti contro le Olimpiadi del Nord

Gli attivisti del partito meridionalista “Equita’ territoriale” si sono mobilitati in una pubblica petizione con raccolta firme all’interno del dittico dei propri gruppi Facebook Terroni e Movimento Equita’ Territoriale da circa mezzo milione di persone, per caldeggiare e concretizzare il taglio di ulteriori finanziamenti pubblici alle olimpiadi invernali. Su questo tema girano dichiarazioni al fulmicotone che recitano:

“Le famose “Olimpiadi invernali a costo zero”, del 2026, sono a costo zero solo per Lombardia e Veneto, nel migliore dei casi; e a lacrime di sangue per il resto d’Italia, perché stanno diventando l’ennesima scusa delle Regioni sempre più ricche (grazie a risorse pubbliche corrisposte, a causa della “spesa storica”, in modo territorialmente squilibrato), con l’ormai arcinoto trucchetto di manifestazioni sportive o commerciali, per arraffare soldi di tutti gli italiani. Veneto e Lombardia, che hanno già ricevuto, purtroppo, uno stanziamento di oltre un miliardo (a proposito di costo zero), pretendono altri soldi, se no non ce la fanno, dicono, considerato che sono già adesso in pauroso ritardo con il programma (a proposito di efficienza padana) e rischiamo un’altra figuraccia internazionale, dopo quella dell’Expo2015 a Milano.

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Siamo stufi del continuo saccheggio della cassa pubblica per arricchire i ricchi e impoverire i più poveri, nonostante i fallimenti del sistema “Faccio io, ma paghi tu” o della variante “Costa poco (o persino zero), comincio e poi scopro che costa tantissimo e paghi ancora tu”.

Basterebbe citare la vergogna planetaria del Mose, in Veneto, pozzo senza fondo da decenni, per un’opera già in disfacimento a causa della ruggine (nonostante la garanzia annunciata di un secolo!), le incrostazioni, il malfunzionamento e, secondo i magistrati, le ruberie: ogni 3 euro, 2 in mazzette); o l’Expo di Milano, costata agli italiani (secondo la più recente inchiesta sul tema) 18 miliardi, per un incasso di 400 milioni, con una gestione che ha portato in galera decine di persone alla volta; o l’attuale scempio del nuovo molo foraneo di Genova, per dare al porto ligure fondali e banchine che non ha e che quello di Gioia Tauro ha già, essendo, da quei punti di vista il miglior porto italiano, ma dove, per decisioni governative anti-meridionali, le grandi navi della rotta della seta non devono approdare (solo a Genova e a Trieste, saltando tutti i porti del Sud). E ora, per il molo a perdere di Genova, si scopre (sempre dopo, eh?) che non basta il miliarduzzo pubblico già regalato, ma ne serve almeno un altro; e la “previsione” di completare l’opera nei tempi del Pnrr (2026) è, ma va’!?, clamorosamente infondata, perché di anni ce ne vorranno una quindicina, a patto che tutto vada liscio (cosa che non accade praticamente mai, per opere di tale rilevanza). E lo dice, in un corposo rapporto sull’opera, lo stesso direttore tecnico dei lavori, Pietro Silva, che, dall’alto dei suoi 41 anni di esperienza, per coerenza, si è dimesso.

Insomma, questo sistema furbastro di sottrarre soldi al resto d’Italia è durato pure troppo. Torino, Milano, il Veneto addirittura chiedono soldi per il famoso hyperloop, il treno da 1.200 chilometri all’ora, nonostante fra Torino e Milano ci sia già la più sovradimensionata linea di alta velocità (dieci volte l’effettivo uso) e con record mondiale di costi di realizzazione al chilometro, mentre gran parte del Sud è irraggiungibile in treno, con città come Matera, non ancora raggiunte dalle Ferrovie dello Stato e tempi di percorrenza, specie in Sicilia, che sono nell’ordine di quelli di una carrozza a cavalli dell’Ottocento (circa 15 miglia all’ora).

Per tutto questo, diciamo no a ulteriori sprechi di soldi pubblici e territorio (essendo Lombardia e Veneto già fra le regioni più cementificate e inquinate d’Europa), per le Olimpiadi invernali “a costo zero”. E basta con il trucco che impoverisce tutti: prima le Regioni ricche monopolizzano le grandi manifestazioni, perché attrezzate meglio delle altre (treni, aerei, strade…; tutta roba pagata dagli italiani a loro beneficio), poi, avuto l’ok, passano alla cassa, per realizzare altre infrastrutture “per accogliere gli stranieri” (come l’Expo che non vide i voli charter e i treni in più annunciati, mentre nell’immenso parcheggio “per i visitatori”, la sola automobile era quella del custode e il conteggio dei visitatori includeva ogni giorno le migliaia di di lavoratori dell’Expo, per alzare artatamente il totale).

Ma se possono fare gli eventi, perché il resto d’Italia ha loro pagato le infrastrutture, perché poi servono ancora miliardi per fare altre infrastrutture? Con questo sistema, quando arriverà il turno del resto d’Italia, per passare da pagatore a beneficiario?

Lombardia e Veneto hanno presentato una lista della spesa di quasi un centinaio di opere, fra «essenziali», «connesse», «di contesto», «principali» e «secondarie» (manca: «terziarie»…). C’è di tutto; altri soldi per ampliare aeroporti, altre linee ferroviarie, altre strade, impianti sportivi che paiono da costruire con oro e diamanti (recentissima la polemica per l’ennesima pista di bob, al modico costo di 80-85 milioni), oltre agli impianti per sport invernali fra i picchi innevati e le valli di Milano (ci va ancora bene che Milano non pretenda di ospitare la Coppa America: toccherebbe pure finanziare la trasformazione dell’idroscalo in lago di dimensioni acconce, magari pagando il terreno dieci volte i prezzi di mercato, come fu per l’Expo).

Per tutto questo, è ora di dire basta a questo sistema: nemmeno un euro alle Olimpiadi “a costo zero”’. Non si può continuare a chiedere a chi è stato privato di strade, treni, e dell’essenziale, di pagare lo champagne a pochi per digerire ostriche e caviale “di Stato”.

Arraffoni e sbruffoni che oggi tendono la mano, insaziabili, sfidarono il governo e il resto del Paese che negavano altri fondi in un momento così difficile, dicendo che avrebbero fatto da soli, “a costo zero”. Invece, i governi si smentirono subito regalando vagonate di soldi di tutti gli italiani ai ricchi piagnoni, gli stessi che rivendicano l’Autonomia (e la dimenticano all’istante se ci sono da acchiappare soldi di tutti); e continuano a chiedere, a chiedere, a chiedere, e il troppo non basta mai.

Prendano esempio da Napoli, che quando ospitò le Universiadi, si vide aiutata con zero euro dal governo (poco importa quale: tanto è sempre così), così prodigo con tornei di golf e di tennis, al Nord, e le fece davvero e orgogliosamente a costo zero. E furono fra le più belle di sempre.

Non un euro alle Olimpiadi invernali a costo zero!”. A proposito di Napoli che giace in una condizione di apparente predissesto finanziario, volano alte le le grida di coloro che recriminano il boicottato ed osteggiato sindaco de Magistris, oggi impegnato in un percorso di denuncia delle tare politiche e giuridiche che inficiano maggiormente il meridione, ma stanno danneggiando in modo esiziale, con Draghi, anche il resto d’Italia.




Chef Borghese “atterrato”  dal cuoco napoletano

Mentre le critiche intorno conduttore non si placano, Barbara Bouchet, madre dello chef, prova calmare le acque.

L’attrice, che sarà madrina della 37 esima edizione del Lovers Film Festival diretto da Vladimir Luxuria, è stata intervistata dall’edizione torinese del Corriere.

Le parole di Barbara Bouchet si focalizzano sull’incidente mediatico. Passando in rassegna il ruolo delle donne nel cinema e il tema del razzismo, non poteva mancare infatti una domanda sulla bagarre mediatica che ha visto protagonista il figlio Alessandro.

La Bouchet ha tentato di difendere il conduttore, sottolineando come le sue parole siano state mal interpretate: “Credo che sia stato un po’ travisato. Entrambi i miei figli sono stati cresciuti con l’insegnamento di cavarsela da soli, senza aiuti finanziari da parte mia”.

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Oltre ad Alessandro, l’attrice è infatti mamma di Massimiliano, nato anche lui dal matrimonio con l’imprenditore Luigi Borghese. Massimiliano come il fratello maggiore ha intrapreso una carriera nel mondo della cucina, pur ben lontano dai riflettori televisivi. Ma oggi il ginepraio di polemiche che gravita attorno il popolare cuoco mediatico di origini napoletane trova eco nel mondo dell’economia con il professore Malvezzi, e della stampa con il giornalista e produttore Duranti che avallano la contestazione a Borghese da parte dello chef campano suffragato dal quotidiano Fanpage: in tale intervista un cuoco napoletano quasi cinquantenne e col massimo grado contrattuale, lamentava un salario di 1400€, la limitazione di ferie, festivita’, turni regolari, straordinari pagati ed orari di lavoro rispettati. In qualita’ di padre di cinque figli ed una gavetta complessiva nel mondo della ristorazione e ricezione, l’intervistato spiattellava tali dati apodittici al figlio della Bouchet cristallizzando la tara dei giorni di malattia non pagati. Cosi’ affermava, il collega di Borghese, di suffragare lo zelo dei giovani a non voler lavorare con tali condizioni di paghe, ed in piu’ diceva che si sarebbe tosto licenziato in quanto non gli conveniva lavorare con tali emolumenti e sforzi, bensi’ accontentarsi degli ottocento euro del reddito di cittadinanza. Per contro Borghese aveva descritto, sull’abbrivio di John Elkann qualche anno fa e Briatore qualche mese fa, i giovani come anodini, incapaci di accettare di buon grado lavoro e sacrifici.

Valerio Malvezzi, tecnico economico della Prima Repubblica, a tal proposito si e’ schierato contro Borghese ma in modo indiretto, esortando le istituzioni ad un ritorno all’economia umanistica, ovvero legata alla produzione materiale di denaro svincolata dalla finanza, con lo stato come regolatore economico ed attore diretto nella produzione di opulenza a sostegno di imprese pubbliche e private, per mezzo di investimenti garantiti, ripristino e proprieta’ delle infrastrutture, ed enfatizzando le difficolta’ odierne delle imprese con lo stato a reclamare imposte ma senza multare le multinazionali e regolare le importazioni. Duranti ha sciorinato sulla propria radio quanto le cesure della spesa pubblica non apportano ammortamento del debito pubblico o diminuzione di spesa statale, bensi’ le aumentano entrambi. Per l’ospite piu’ seguito di Duranti, Meluzzi, il mondo finanziario occidentale staziona in bancarotta a causa dell’inflazione causata da un’iper emissione monetaria sganciata dalla produzione effettiva di ricchezza.




Twitter: iniziano i danni da censura

Project Veritas pubblica l’audio trapelato del meeting di Twitter dopo l’acquisto di Elon Musk

Project Veritas ha rilasciato l’audio trapelato della riunione dello staff di Twitter di lunedì sull’acquisto della piattaforma da parte di Elon Musk.

Nell’audio, lo staff discute le proprie preoccupazioni su Musk, chiarendo che una grande motivazione per il suo acquisto erano le loro “pratiche di moderazione dei contenuti”, che includono censura estrema e mancanza di trasparenza sui loro algoritmi.
https://www.thegatewaypundit.com/2022/04/breaking-project-veritas-releases-leaked-audio-twitter-meeting-following-elon-musks-purchase/

L’audio dura solo un minuto, ma il fondatore di Project Veritas James O’Keefe ha promesso che c’è altro materiale in arrivo.
https://youtu.be/robxIZwJQUg

Il panorama di utenti che traffica le piattaforme social e quelle audiovisive che hanno suffragato la narrativa sulla pandemia, quella sui diritti e l’educazione Lgbtq fino alla contemporanea guerra in Ucraina, sta progressivamente diminuendo o abbandonando l’accesso ad esse. Netflix gode di una salute meno florida, come anche Disney, complici prodotti realizzati che si incentrano nel primo caso, su produzioni attoriali estremamente cruente, infauste, catastrofiche, mentre Disney sta promuovendo personaggi ibridi dal punto di vista sessuale anche nei suoi famigerati parchi a tema, come per lo spettacolo della Cenerentola transessuale. Il che sta trovando la fronda comportando la mobilitazione di associazioni di genitori conservatori e socialmente impegnati. Netflix ed in generale le infrastrutture digitali dello streaming riscontra il prodromo del dissenso anche nelle comunita’ specialmente occidentali, di fedeli religiosi, che criticano la mancanza di possibilita’ di nolo od acquisto di film moderni o relativamente tali, inerenti la mera icona di Gesu’ Cristo. Desta scalpore a tal proposito che il lodato film di Mel Gibson “La passione di Cristo”, sia uscito proprio di produzione per cui non risulta piu’ ordinabile.

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Telegram e Tik Tok invece, cavalcano uno crescita esponenziale per mezzo, dicono molteplici periti del settore, della mancanza di censura, con il social russo che recentemente ha inserito messaggi promozionali all’interno delle finestre di conversazioni incentrati peculiarmente sulla moneta patrocinata da essa “Toncoin”. Quest’ultima e’ una criptovaluta sedicente decentralizzata che si propone come nemesi ai bitcoin correlati Facebook e probabilmente in un futuro prossimo, Twitter timonata dal miliardario fautore di Paypall Elon Musk. Del social network che zelantemente ha eluso il macrocosmo degli investitori di Wall Street rimanendo sotto il controllo del proprio giovane creatore, Snapchat, non si ricavano facilmente dati significativi: pare tuttavia che anch’esso vanti una crescita mentre in Italia e’ in procinto di consolidarsi come social network e piattaforma commerciale e monetaria decentralizzata, il prodotto “Sfero” che afferisce parzialmente all’editore ed ex finanziere Bnl Guido Grossi. Sfero e’ agganciato alla onlus “Burterfly” e sta sviluppando fasi di crowdfundig modalita’ Il fatto quotidiano dei primordi.

E’ in atto un agone finanziario e bancario globale che si impernia sulla potenza dei social network in qualita’ di emittenti monetari, conglomerato mediatico-informativo e negozi commerciali in cui Russia ed America si attaccano indefessamente per assicurarsi il bacino di utenti/clienti numericamente maggiore. Il panorama televisivo e della carta stampata tradizionale e’ oberato dalle difficolta’ e dispersione di pubblico ed inserzionisti medio-piccoli. Eppure in questo settore rifulge Byoblu, televisione disallineata che si e’ edificata sul digitale terrestre in occasione dell’espulsione permanente da Youtube in cui si configurava come uno dei maggiori soggetti dell’informazione mondiale: ebbene Byoblu si ritrova a finanziarsi mensilmente dai propri utenti e registra ascolti egemonici sulla tv classica, imperniandoso su una linea editoriale antitetica, sommamente, ad ogni tipo di censura, attenta a suffragare il commercio elettronico delle piccole aziende italiane.




Guerra ad Internet

MaPU (Ma thematical Processing Unit) è una nuova architettura destinata al calcolo ad alta intensità di dati con grande efficienza energetica e throughput di calcolo sostenuto.

Per raggiungere questo obiettivo, MaPU utilizza il modello di programma in stile formule matematiche, il percorso dei dati mappato direttamente sul tessuto CGRA e un sistema di memoria innovativo che supporta la matrice principale di riga e di colonna simultanea con lo stesso layout.

La Medical Assessment and Planning Unit (MAPU) fornisce valutazione multidisciplinare, cura e trattamento di pazienti medici in condizioni acute, con una durata prevista della degenza di 48-72 ore. È presente in UK, Australia e Nuova Zelanda.

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I pagamenti in tempo reale (RTP) sono pagamenti avviati e regolati quasi istantaneamente. Non tutti i pagamenti più rapidi vengono effettuati in tempo reale. Ad esempio le soluzioni di pagamento push di Mastercard e Visa sono considerati pagamenti più veloci ma non in tempo reale.

Attualmente il servizio leader nel settore è PayPal.

Nell’agosto 2019, il Federal Reserve Board ha annunciato che le banche della Federal Reserve stavano sviluppando un RTP rail: FedNow che sarebbe stato lanciato nel 2023. Nel 2021 è stato adottato un programma pilota.

Ripple attraverso RippleNet utilizza la tecnologia blockchain per aiutare i partner di una rete globale ad eseguire pagamenti in tempo reale a livello internazionale.

Mr Pool e’ uno pseudonimo Telegram che rimanda al boicottato, famigerato ma anche bislacco “Q”, e ci comunica che a tal proposito un pagamento in tempo reale è stato ricevuto. Sarà interessante cosi’ scoprire chi lo ha inviato e chi lo ha ricevuto.

Gli sviluppatori di Dogecoin hanno completato una transazione DOGE senza l’uso di Internet.

La transazione, avvenuta il 22 aprile, è la prima in assoluto del suo genere realizzata dalla moneta meme ed è stata effettuata attraverso un protocollo di nuova concezione noto come “Radio Doge”.

Lo sviluppo è stato annunciato da uno degli sviluppatori della piattaforma, Michi Lumin, che ha affermato che la transazione è stata effettuata con l’aiuto della rete satellitare globale Starlink.

Che sia questo il trasferimento in tempo reale al quale si riferiva Mr Pool? HSBC binariamentw lancia il portafoglio su Metaverse per i ricchi clienti asiatici.

HSBC Holdings Plc ha lanciato un fondo per opportunità metaverse per i suoi clienti di private banking a Hong Kong e Singapore, mentre il prestatore del Regno Unito si spinge ulteriormente nel mercato della realtà virtuale da 800 miliardi di dollari.

Il portafoglio discrezionale gestito da HSBC Asset Management si concentra sull’investimento in società all’interno dell’ecosistema metaverso e “mira a cogliere le opportunità di crescita a livello globale nel prossimo decennio”, ha affermato la banca londinese in una nota.

HSBC il mese scorso ha fatto il suo debutto nel metaverso dopo aver acquistato un sito rivolto agli appassionati di sport, eSport e giochi, unendosi al gigante di Wall Street JPMorgan Chase & Co. nell’immersione nell’universo virtuale. La banca si sta spingendo ulteriormente nell’ecosistema cripto e blockchain. E’ tuttavia in atto un agone finanziario globale latente, in relazione alle criptovalute, che comporta uno zelo dei fondi d’investimento e delle banche commerciali nell’ottenerne una sorta di controllo, giacche’ la criptovaluta e’ una realta’ imminente ed irreversibile che inoltre rappresenta, a detta di molti periti del settore, l’unica possibilita’ per sconosciuti, scevri di agganci, opulenza ed istruzione, di arricchirsi in guisa legale. Ad ogni modo e’ in atto anche uno sforzo per eludere Internet nell’utilizzo di infrastrutture e dispositivi, da parte di enti sovranazionali estremamente coriacei, che intendono assicurarsi possibilita’ di intervento e manipolazioni da remoto della realta’ di infrastrutture e servizi. In questa partita e’ attivo il multimiliardario Elon Musk che non si capisce con quale fazioni pugni, giacche’ c’e’ la Russia di Putin fautrice di nuove criptovalute ed investimenti che mirano ad affrancare la Federazione russa dallo strapotere e controllo di conglomerati di potere euroamericani sopratutto finanziari.