Ferrari personalizzate e potenziamento Abarth: nuove strategie Fca

La fusione di Fiat con il gruppo Citroen-Pegeout sta ottenendo i primi mastodontici risultati, che vedono Alfa Romeo tornata di parecchie centinaia di milioni in attivo, la sicurezza di un ritorno della Lancia Delta integrale i cui modelli usati in vendita superano attualmente, i centomila euro di prezzo richiesti, ed un posizionamento di Jeep ai vertici della classifica in quanto a gradimento. Senza eludere il potenziamento di Dodge con modelli accattivanti a scapito della celeberrima Viper che tuttavia non e’ stata rimpiazzata.

Fca sta attuando una politica commerciale improntata sui social che stimola una pletora di reazioni finalizzate ad un modello di costante memorizzazione del marchio, aggiornamento di eventi, prodotti personalizzati, innestati su artigianalita’ vantaggiosita’, ancora vendita on line e propaganda classica su radio, televisioni, giornali. Cosi’ Ferrari e’ in procinto di rilanciare, in versione aggiornata e contemporanea, modelli storici in poche unita’ piazzando la produzione su un versante di effettiva nicchia, artigianalita’ e peculiarita’.

Nel marasma di reazioni negative sui gruppi e canali virtuali dedicati, contro le isteresi con cui Fca presenta nuovi modelli Alfa Romeo, e’ in atto una palingenesi nei commenti antiFiat verso entusiasmo e grande ammirazione nei confronti di Tonale, alla stregua del sommo gradimento espresso per il duo Giulia-Stelvio ed un progressivo allontanamento verso le ammiraglie tedesche, ormai inflazionate e dai prezzi proibitivi. Alfa Romeo si conferma ormai realta’ consolidata nel panorama contemporaneo della formula 1 e, nel programma di produzione di nicchia, artigianalita’ e ammodernamento delle vetture storiche, si appresta ad entrare perfino la famigerata Duetto del film “I vitelloni” che  tanto scalpore ed entusiasmo sta suscitando negli appassionati.

Forte della consapevolezza di aver ottemperato ai desideri dei consumatori con il trittico 159-Brera-Spider, in Fiat stanno raccogliendo i risultati e non escludono un rilancio della famigerata e reclamata Giulietta, ma sono convinti che per una riaffermazione in grande stile di Alfa Romeo a livello globale, occorrera’ almeno un altro decennio su questo abbrivio.

Ferrari si accinge ad omologarsi con Lamborghini, Bentley, Porsche nel settore dei suv con la preparazione del modello “Purosangue”, che segue la scia di Porsche nell’aver intercettato la platea cinese che postulava con Panamera un’auto familiare con le caratteristiche del tradizionale coupe’ sportivo tedesco.

Fca sta incominciando ad affiancare le componenti Stellantis nella commercializzazione europea usufruendo della loro rete di concessionari, cui garantiscono la rete statunitense di punti vendita Jeep per le aziende francesi.

https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/23466/

In Brasile invece il marchio italiano continua ad espandersi nelle vendite, avendo gia’ garantito agli operai, sotto la gestione Marchionne, un aumento salariale ed un bonus alla stessa stregua di quanto fatto da Audi in Europa. Ma spulciando nel catalogo brasiliano si adocchiano numerosi modelli Fiat assenti in Europa come quello similare alla Smart con un anteriore analogo alla italiana “Tipo”. Ed una dovizia di persone reclamano dai forum della multinazionale automobilistica italo-americana, lo sbarco anche in Italia della gamma Fiat del Brasile, nazione in cui riveste il primato nelle vendite. Focalizzando la Toro, modello Fca brasiliano a mo’ di pick up medio piccolo con il muso tipo Range Rover Evoque, dal prezzo di ventimila euro, sono una pletora i clienti che la vorrebbero immatricolare in Italia. A tal proposito e’ opportuno esprimere il costo del trasporto marittimo dell’auto ipoteticamente acquistata in Sudamerica, che si aggira sopra i duemila euro, con conseguente onere economico da reimmatricolazione italiana.

Fiat ha appena lanciato linee di produzione e vendita, all’interno del mercato brasiliano, di auto siglate Abarth slegate dalla patina Fiat, che risultano assai simili alla tedesca Cupra, all’acme di una crescita di circa il 340%, nel contesto europeo. Cosi’ il costruttore sportivo nell’alveo Fca da poco affidato ad investitori cinesi, si corrobora in un nuovo produttore automobilistico dai tratti aggressivi modalita’ Dr anche, che pero’ si attesta su livelli di prezzo calmierati. Bisogna adesso considerare avveniristiche prospettive di distribuzione di Abarth anche nel mercato europeo, in seguito alla commercializzazione avvenuta in Brasile dal 2002 con Stilo e Bravo Abarth, cui si sono agganciati i modelli 500 ipersportivi dal grande seguito oggi, anche in Italia.




Accise sui carboranti: prospettive concrete

Mentre e’ in programma uno sciopero dei benzinai che non si capisce se sia stato abortito o procrastinato, l’Italia fronteggia una situazione esasperante che sfocia nell’acredine verso l’esecutivo; la magistratura ha aperto un’indagine sull’innalzamento sesquipedale dei prezzi sui carburanti in Italia, causata anche dall’esternazione costernata e polemica provenuta da un ministro della Repubblica che parlava di frode agli italiani sui carburanti. Premesso che l’Italia e’ la nazione in cui oggi il prezzo della benzina e’ al quattordicesimo posto nel mondo per valore, con circa due euro e mezzo al litro, il tenzone politico per abbatterne le tasse-oneri di servizio-che ne raddoppiano il prezzo, infiamma ovunque. Sebbene a Singapore la benzina costi attualmente piu’ che in Italia cio’ non si ripresenta nella facoltosa Svizzera, per cui in Italia infieriscono rivolte multiple che comportano livore e sarcasmo dai social alle mere conversazioni nelle strade.

E’ stato acclarato che le accise sui carburanti vanno ad affiancarsi all’iva ma quelle di oltre mezzo secolo fa che servivano per finanziare ricostruzioni da terremoto su Firenze o interventi presso il Canale di Suez, non sono glissate. Indagando sulle accise italiane presso le pompe si risale alla ricostruzione dell’Aquila non ultimata dal 2009, o terremoti campani, intervento in Kosovo, aggiornamento contrattuale dei lavoratori delle ferrovie ed una dovizia di altri investimenti realizzati o irrealizzati senza togliere l’accisa in questione. Il che provoca depauperamento complessivo per aziende, lavoratori e famiglie, in fase di progressiva diminuzione dei guadagni da una parte, del potere d’acquisto dall’altra, di fronte all’equiparazione speculativa dei prezzi di tutti i carburanti, gpl compreso. Alla luce di questi dati raccapriccianti si affaccia l’ipotesi di un collasso economico irreversibile per l’Italia, paese trasformatore che non riesce a rintuzzare una situazione inveterata di dipendenza economica. Con i prezzi crescenti si insinua Paragone esecrando la speculazione sui prezzi dell’energia che vedono sempre il medesimo costo per famiglia, a prescindere dal consumo, come in una sorta di “racket” politico. Inoltre Paragone ieri ha imputato a Draghi la responsabilita’ dell’abbandono istituzionale di famiglie, lavoratori ed imprese che fronteggiano un inasprimento dei prezzi senza ausili immediati della politica, a differenza del famigerato “Whatever it takes” del presidente del Consiglio pronunciato per rintuzzare gli speculatori sull’euro nel periodo della bancarotta della Grecia.

https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/23466/

Se da un lato Francesco Amodeo allude alla sovranita’ energetica, alimentare, farmacologica e monetaria come volano ineludibile di rinascita dell’Italia, Paragone di Italexit bacchetta Draghi all’apice del proprio gradimento social, alla luce del documento da egli redatto in cui si evidenziava la necessita’ di far implodere le cosiddette imprese “zombie” italiane, ovvero quelle piccole, private, in quanto scevre di solidita’ finanziaria ed artefici di furto di quote di mercato alle multinazionali. Paragone apostrofa Draghi come foriero di interessi antitaliani nel mancato lenimento economico dei danni alle imprese conseguenti il Covid ed oggi all’aumento sproporzionato dei prezzi dell’energia e dei carburanti.

Sulla questione dell’auspicio politico di recidere i prestiti bancari alle piccole imprese italiane riportato nel Gruppo dei trenta cui afferisce Mario Draghi, replica l’economista Malvezzi alludendo alla opportunita’ di nuove iniziative che suffraghino le piccole realta’ industriali italiane, in quanto piu’ snelle, solide, meno indebitate ed effettive pagatrici dei prestiti interi, rispetto alle multinazionali oggi al timone dei processi legislativi mondiali. Da qui l’assunto che gli anni del boom italiano sono stati realizzati per mezzo di sostegno statale alle microimprese, quelle che oggi figurano costituire l’impalcatura fiscale ed economica su cui si erge l’erario dell’Italia, con il corollario di servizi pubblici, ricchezza privata ed assunzioni. Secondo il finanzialista Malvezzi politica ed istituzioni hanno da qualche anno smarrito il rispetto per gli imprenditori, inquadrati come vacche da mungere, privilegiati, malfattori, il che statisticamente e’ surrettizio. Infatti il settore pubblico non riesce ad impiegare la maggioranza dei lavoratori, i quali fanno perno sul settore privato, oggi orbato di una finanza pubblica in grado di rendergli condizioni di lavoro vantaggiose per cui le scelte piu’ redditizie per le imprese italiane, continuano a risultare le esternalizzazioni. In Italia il costo del lavoro risulta altissimo e con i prezzi raddoppiati di energia e materie prime le prospettive per aziende, occupazione e di conseguenza introiti fiscali, sono infauste.

Paragone indica i prezzi crescenti delle bollette e dei carburanti come risultato dei finanziamenti europei sottoforma di Pnnr, e solo in piccola parte alla crisi ucraina, in un’opera di continua presa in giro agli italiani, che si vedono in condizioni di disagio economico e lavorativo crescenti.




Colpo terrorista a prete anti Lgbt

Caivano, ordigno esploso davanti alla parrocchia di don Maurizio Patriciello nel Parco Verde. Parroco noto per essere sempre attivo nella lotta allo spaccio di droga e alla camorra. Esplosione avvenuta alla 4 del mattino del 13 Marzo, giorno del suo compleanno.Ma chi è questo servitore di Dio,così attaccato e ostacolato dalla malavita?Nato a Frattaminore, in provincia di Napoli, nel 1955.Grazie all’incontro con un francescano si avvicina alla fede, al punto di lasciare la vita che conduceva in precedenza in cui svolgeva il lavoro di paramedico, entrando così in seminario. Una volta sacerdote diventa parroco nel quartiere ‘Parco Verde’ di Caivano, sempre nel napoletano. Da allora dimostra particolare sensibilità e ammirevole impegno nella lotta contro ciò che costituisce una vera e propria piaga nella zona in cui quotidianemente lotta con forza,coraggio ma soprattutto fede. Don Maurizio Patriciello è infatti, sempre in prima linea nelle problematiche concernenti l’inquinamento del territorio,come le discariche industriali inquinanti e radioattive, piaga sociale,umana e ambientale nota come “Terra dei Fuochi”.il prelato ha vissuto in prima persona ,sempre con tenacia straordinaria e fede ferrea, i drammi umani provocati da una situazione ambientale a dir poco devastante tanto quanto lo è la costante assenza delle istituzioni . Patriciello ha visto infatti, la morte di adulti,ragazzi ma anche bambini di 4 anni,nonchè del suo stesso fratello Franco,colpito dal cancro.Ma nè le minacce,nè i drammi familiari ,nè le difficoltà che costantemente incontra in una realtà così umanamente complessa e disumanamente dimenticata da chi dà lezioni di umanità e legalità dall’alto dei palazzi,hanno fermato e fermeranno Don Maurizio Patriciello che con la sua disarmante umiltà e incredibile coraggio, prosegue nella sua lotta contro una realtà che sa amaramente dell’incredibile.

https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/cravatta-blue/

Soprattutto se ciò avviene in uno stato di diritto e garante di nobili valori,quali appunto la legalità, la vicissitudine del prete stranisce ed indigna.Il parroco campano di Caivano ha dimostrato queste sue qualità ad esempio, quando il ministro Orlando nel 2019, si recò nella terra di nessuno per constatare la situazione in cui versava e tuttora versa, e la risposta di don Maurizio fu infatti esemplare:“Anche se questa è terra del clan dei Casalesi, qui non c’è da temere. È la gente che ha paura. Paura di perdere un figlio, se non ne ha già perso uno. Di vederlo morire, se è morto quello dei suoi amici. Paura che non si salvi se è in ospedale”.Parole ricche di umanità ,l’umanità di chi vive sulla sua pelle e quotidiamente dei veri e propri drammmi umani, l’umanità e la fede di chi lotta credendoci a rischio della sua stessa vita, dimostrate dal fatto che lo stesso si è recato altresì nei luoghi campani dove vige questa piaga umana,ambientale e istituzionale.Da ricordare altresi che Don Maurizio ha ricevuto attacchi pesanti e addirittura minacce sui social, per aver osato manifestare sempre con civiltà ed educazione le sue perplessità su una certa ideologia politicamente corretta“Ho scritto un post per dire che sono per dare un nome a un padre e una madre. Sono stato travolto dall’intolleranza totalitaria dei tolleranti”. Queste le parole di chi osò dissentire al ripristino sulla modulistica scolastica degli under 14 della dicitura “genitore 1, genitore 2” al posto di quella di padre e madre.Ovviamente attacchi gettati nel dimenticatoio, da parte di quella politica che paradossalmente è sempre in prima linea contro le parole d’odio.E a proposito di politica, la solidarietà manifestata oggi, al parroco di Caivano,con parole toccanti e incisive”La camorra ha pensato di farti gli auguri con un ordigno? Noi siamo qui per darti il nostro supporto e la nostra totale solidarietà” nelle parole dette dal presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte o le parole riportate da sindaco di Napoli Gaetano Manfredi “piena solidarietà al parroco per l’intimidazione subita davanti alla sua chiesa. Lo Stato, in tutte le sue articolazioni e con l’apporto di chi opera meritoriamente su territori difficili -ha detto- deve lavorare ogni giorno per difendere la legalità. In prima linea con Don Maurizio” o le parole dichiarate dal presidete della camera Roberto Fico:”La mia piena solidarietà a don Maurizio che a Caivano da anni svolge un ruolo fondamentale a sostegno della sua comunità. Siamo tutti al suo fianco e sono certo che le intimidazioni non lo faranno arretrare di un millimetro. L’impegno dello Stato sul territorio deve essere massimo”.Parole decisamente col loro peso e rilevanza ma è anche vero che, non è la prima volta che don Maurizio riceve condotte vili e meschine da chi “dà fastidio”.Consecutio, la domanda sorge spontanea:la politica si fermerà alle parole solidaristiche o passerà finalmente ai fatti,per far sì che simili oscenità non si ripetano?”I cittadini non hanno bisogno di altri martiri ma di Uomini coraggiosi che siano tutelati ,appoggiati e affiancati da uno stato altrettanto coraggioso e quindi costantemente presente a suon di fatti anzichè di frasi di circostanza che lasciano il tempo che trovano.Facta docent.

Rita Lazzaro




Non solo politici: al sud classe dirigente apparentemente inferiore

Lino Patruno sulla Gazzetta del Mezzogiorno esecra la societa’ civile meridionale, in relazione a cui la politica non puo’ divergere, con questo redazionale al fulmicotone:” Ah, le classi dirigenti meridionali. Se qualcuno le difendesse, sarebbe più impopolare di un aumento delle tasse. E se qualcuno le attacca, parte una standing ovation ché neanche per un gol della Nazionale di calcio. Non c’è commentatore delle cose del Sud a non essere convinto che la colpa maggiore di tutto ciò che non va sia loro. E se si chiedesse come risollevare il Sud, la risposta sarebbe più unanime di un plebiscito per l’aumento di stipendio a tutti. Cambiare le classi dirigenti, detto con la stessa facilità e convinzione con cui si dice che Putin è un folle pericoloso.

Anzitutto: cosa si intende per classi dirigenti. Ma i politici, è la risposta automatica. Meno automatico, ma più equo, è dire che classi dirigenti sono anche gli imprenditori, i sindacalisti, i banchieri, i responsabili di aziende pubbliche, i docenti universitari, i giornalisti (credevate/mo di svignare?). Ciascuno per la sua parte e le sue responsabilità, anche se i politici hanno obblighi maggiori rappresentando tutti. Avrebbero l’obbligo di essere, se non migliori, perlomeno non peggiori. Spesso sono peggiori, come se anche le migliori intenzioni naufragassero entrando in un mondo marchiato come casta. La dice lunga il rendimento non lusinghiero di tanta società cosiddetta civile dirottata in politica.

Ma la domanda è: l’acclarato basso livello delle classi dirigenti, è una causa o un effetto dei mali del Sud? Al Sud, come sappiamo, è più basso tutto. Dal reddito ai livelli dell’occupazione, dai servizi pubblici alle infrastrutture. Sono i Conti pubblici territoriali a testimoniare che in gran parte questo dipende dalla minore spesa dello Stato in investimenti al Sud, anche se dirlo attizza sempre i Savonarola pronti ad accusare il Sud di voler sempre essere assistito. Ma i Conti pubblici territoriali non li fanno i meridionali né (vade retro) i meridionalisti, bensì il ministero dell’Economia. E si trovano su Internet, mica sono più difesi e inaccessibili dei lingotti della Banca d’Italia.

Poi. Al Sud è più basso anche il livello culturale, benché né Sciascia né Franco Cassano fossero valtellinesi. Se non ci sono tanti asili nido pubblici come nel resto d’Italia, se non ci sono le biblioteche scolastiche, se ci sono le classi-pollaio, se il numero di insegnanti per alunno è più basso che altrove, neanche un padre Pio in gran forma sarebbe capace di cambiare la situazione. E’ il motivo per cui si è calcolato che, a parità di scuola frequentata, è come se i ragazzi del Sud avessero avuto un anno in meno di insegnamento rispetto a quelli del Nord. Per meno mezzi avuti a disposizione, non per meno neuroni. E al Sud c’è anche meno tempo prolungato (sempre per il minore apporto dello Stato che se ne occupa, non per le classi dirigenti locali). Quando Provenzano era ministro per il Mezzogiorno, disse che la prima cosa che avrebbe voluto fare a sostegno del Sud, era dare il tempo prolungato a tutti. E fu subito d’accordo il cremonese Cottarelli, uno che verso la spesa pubblica è più guardingo di un domatore di leoni.

https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/cravatta-blue/

Stesso discorso per le università del Sud, penalizzate da un fondo nazionale che premia quelle con più mezzi a disposizione (non il contrario), cioè quelle con tasse di iscrizione più alte, cioè quelle delle regioni più ricche. E se tu mi scoraggi dall’istruirmi perché nonostante la mia formazione e il mio merito c’è meno lavoro per tutti. E se l’esodo di giovani, e di quelli con più studi, priva il Sud di ingegneri, architetti, informatici, economisti, matematici, quali potranno essere queste nuove classi dirigenti che servono al Sud? Vanno ad arricchire altri, il contrario di quanto servirebbe. E uno non emigra se sta troppo bene per farlo.

È stato il premio Nobel indiano Amartya Sen a dire che per giudicare un uomo bisogna capire il contesto in cui è. Sen le chiama capabilities to function (capacità di funzionare), l’effettiva possibilità e opportunità di fare ed essere ciò che voglio. Fattori sociali e politici, non solo personali. E lo spiega ampiamente la sociologia comportamentale: la povertà alimenta altra povertà. Anche di valori. E Roberto Saviano aggiunge che l’impoverimento normalmente genera circoli viziosi. Però se al Sud è tutto meno, la pretesa è che le classi dirigenti (politiche in testa) debbano essere più. Bisognerebbe spiegare perché tanti meridionali siano meridionali di successo dove le condizioni sono diverse. E chiedersi se il tiro alla classe dirigente non sia il mezzo rapido per dare alibi ad altre inadempienze verso il Sud”.

Più che cambiare le classi dirigenti, occorre cambiare le condizioni che le producono. Altrimenti si riproducono. «Non si può togliere l’acqua ai pesci e poi stupirsi se boccheggiano o muoiono».

A cio’ bisogna tuttavia aggiungere la nuova fisionomia di meridione affibbiata all’Italia settentrionale che si trova a rintuzzare aggravi di spesa per imprese, contribuenti e salariati, che contrassegnano problemi di liquidita’ per l’erario, il che e’ propedeutico di svendite dei beni pubblici, aziende italiane e sopratutto multinazionali di stato, ad enti finanziari che finanziano il debito pubblico nostrano ed in cambio richiedono cesure di spesa, partecipazioni societarie, aumenti fiscali e gestione dei beni demaniali come interessi sugli acquisti.




Giornalista italiana appoggia Putin ed attacca i media

Paola Giuffrida a proposito degli avvenimenti odierni allude, in un proprio scritto, a  Mosca in cui risiede Marinella Mondaini, scrittrice, giornalista, traduttrice. Vive e lavora a Mosca:
“I Pacifisti. Avrei voluto che tutti coloro che ora si ergono a “paladini della Pace”, i nuovi pacifisti, fossero venuti con me nel Donbass in questi anni, a vedere cosa è successo in tutti questi 8 lunghi folli anni, le distruzioni, i cimiteri e le chiese scoperchiate, le fosse comuni, avrei mostrato loro i bambini trucidati nelle foto appese nel Museo degli Angeli in una piccola cittadina della repubblica di Donezk, avrei tradotto in simultanea i racconti della gente comune per strada, avrebbero visto le lacrime negli occhi dei vecchi che mai dimenticherò.
Avrebbero visto la forza e la dignità del popolo del Donbass, che nonostante la guerra che il governo filo-nazista ucraino (messo al potere dagli Stati Uniti d’America, appoggiati dall’UE) ha scatenato contro di loro solo per il fatto che era per l’amicizia con la Russia e voleva vivere secondo i suoi principi.
Avrebbero visto gli stenti della gente in condizioni di blocco economico, di tubature di gas, acqua, saltate in aria a causa dei bombardamenti ucraini, le case mezze rotte con le finestre coperte di cellophan e i tetti sfondati.
Tutti ora in Italia sono diventati pacifisti: d’improvviso scoprono che la guerra è “male e distruzione”.
Non solo il popolo, ma tutti i capi politici nostrani, i cantanti in prima fila contro la guerra. E non importa se non conoscono nulla di Russia, Ucraina, nemmeno sanno dove si trovi il Donbass.
Questi “pacifisti” in 8 anni non hanno MAI alzato un dito, mai protestato nelle piazze italiane, sui social.
Silenzio assoluto, ovattati nel loro rammollito confort.
Protetti dalla cappa di censura e dittatura ideologica dell’Ue.
L’Unione Europea traccia con metodi fascisti un solco sempre più profondo con la Russia. Superba, piena di sé, razzista nei confronti dei russi, malata di russofobia si è trasformata in un mostro. Per il suo degrado morale, l’Europa non è capace di capire la Russia. Facendo finta di condannare la guerra, è l’Europa che dichiara guerra alla Russia. Chiude completamente lo spazio aereo a tutti gli aerei russi, a ogni tipo di velivolo, charter, privato, che sia appartenente o registrato o sotto il controllo della Russia.
Poi tutte le sanzioni nel campo finanziario per strangolarla. Quaranta associazioni europee di giornalisti premono per vietare il canale russo “Russia Today” nell’Unione Europea per solidarietà con l’Ucraina.
La Ue è arrivata a vietare la libertà di parola ai russi. La voce dei giornalisti russi, viene bollata già a priori come “portatrice di disinformazione”. Basta ascoltare quanto dichiara un giornalista ex militare che sceglie le notizie da pubblicare per Rai 2, le notizie dalla Russia non le prende nemmeno in considerazione “perché sono tutte false.”
Quindi ai canali russi va definitivamente chiusa la bocca.
In Italia a Milano il sindaco caccia il maestro russo perché si è rifiutato di fare una dichiarazione pubblica di condanna di Putin. Anche il pensiero la Ue dirige e punisce se non si conforma al Pensiero Unico. Come i fascisti. La Russia va punita con metodi barbari, incivili e disumani.
E dove eravate voi “pacifisti”, quando gli Stati Uniti hanno distrutto paesi interi, massacrato i legittimi capi di stato, ucciso milioni di persone e agli americani nemmeno una sanzione!
L’Unione Europea che insieme agli americani ha bombardato Belgrado, ha smembrato la Jugoslavia, chi le ha dato questo diritto? L’Italia in primo luogo, nessuna “mea culpa” e nemmeno una sanzione. Dove eravate??
Adesso tutti contro la Russia. Almeno tacete e occupate il tempo a studiare prima di aprire bocca. Chiedetevi perché in questo nuovo mondo, disegnato e occupato dalle Forze del Male, vi abbiano formattato il cervello a tal punto da non riconoscere dove sta la Verità, il Bene.”

La Federazione russa risulta aver distrutto dei droni in qualita’ di possidente di una tecnologia a microonde che ne puo’ intercettare e deflagrare, e cio’ avviene in concomitanza con le dichiarazioni di un generale di alto calibro che ha ufficialmente alluso al bombardamento russo effettuato, presso centri ucraini di armi biologiche installate dalla Nato. Sarebbero ventisei i centri in questione, in relazione ai quali il generale ha rimarcato la scoperta di patogeni di peste e malattie analoghe, con aprioristiche raccolte di dna russo su cui scagliare, ipoteticamente, tali morbi. In tutto questo ginepraio di accuse e polemiche incrociate emerge un’impennata del prezzo dell’argento, che fa seguito all’oro, il quale e’ stato accumulato dalla Russia durante l’ultimo biennio, in quantita’ ingenti. E se da una parte la espulsione russa dal sistema dei pagamenti Swift spaurisce i cittadini meno informati, dall’altro Putin ha abolito l’iva sull’oro, finalizzata a far rifiatare la classe media ora consapevole di vedersi tutelati risparmi e guadagni. La Russia ha ceduto le riserve in dollari, nell’ultimo lustro, accumulandole in euro, ed ora e’ in fase di sgancio dell’euro verso l’oro il che ha causato l’affidamento di Unicredit e Societe’ General francese, alla bce per congelargli i crediti verso Putin di centinaia di miliardi.

https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/cravatta-blue/

I pagamenti Swift relativi oro ed energia da parte della Russia, non hanno subito il blocco per cui il dollaro riversa in fase calante e le trattative di vendita di petrolio e metano verso la Cina, sono in trattativa avanzata; il che si traduce in aggravi di bolletta per automobilisti, proprietari di casa ed imprenditori europei, con conseguenti blocchi ai consumi e licenziamenti causati dal fermo aziendale, giacche’ l’energia e’ aumentata della meta’. Si teme anche per l’approvvigionamento alimentare eutopeo poiche’ il commercio di fertilizzanti con la Russia e’ stato abrogato. Quest’agone bellico-economico in realta’ e’ contro la Nato e la moneta Fiat, siccome l’economia europea e’ al principio di un collasso letale teso ad avvantaggiare Cina ed America.




Finto attentato a centrale nucleare ucraina: desecretata intervista a Putin

Desta sgomento nell’illimitato contesto del web e della porzione crescente di lettori che vi afferiscono per approfondire fatti ed eventi, la slantentizzazione di una non datata intervista rilasciata da Putin ad una quotata televisione statunitense. Qui, nella porzione video censurata rispetto alla messa in onda del resto dei quesiti posti, venivano espressi concetti inverosimilmente atipici da parte del presidente della Federazione russa: uno di questi inerisce il tenzone avuto tra delegati russi e quelli americani, sulle presunte intromissioni russe nelle elezioni presidenziali che premiarono Trump. Putin a tal proposito non ha eluso l’interrogativo della giornalista statunitense, confermando alcune attivita’ praticate dalla Russia su suolo americano in relazione a Trump, tuttavia il presidente ex Kgb ha replicato sulle interferenze costanti applicate dall’America in Russia e in una dovizia di paesi occidentali, asiatici, mediorientali ed africani nella contingenza delle elezioni e del periodo antecedente e seguente ad esso. In quel caso Putin ha enfatizzato negativamente il contrattacco dei delegati americani sulla questione delle interferenze politiche, dipingendo un quadro in cui gli americani hanno affermato la legittimita’ da parte loro, di intervenire nei processi elettorali ed in quelli legislativi degli altri paesi, motivando il fatto con l’operato statunitense di esportazione della democrazia. Il che non fregerebbe la Russia e tanto meno altre nazioni, per cui Putin ha incalzato l’intervistatrice definendo l’approccio dipomatico americano estremamente superficiale ed irrispettoso.

Putin ha rimarcato i fallimenti nell’esportazione della democrazia degli Usa, negli scenari di Iran, Iraq, Afghanistan, Siria, Serbia, Pakistan, Libia, che versano in uno stato di sommo degrado ed irreversibile indigenza, con tutto il campionario di vittime tra bambini, donne ed anziani. Alla luce di cio’ il politico moscovita ha focalizzato se stesso come mero esportatore di democrazia, che si differenzia dalla Nato per non seminare distruzione bensi’ ausilio come in occasione degli attacchi reiterati alle province ucraine di matrice russa oggi confluite in San Pietroburgo. Negli scorsi otto anni di conflitto su quella zona sono stati i russi ad instaurare corridoi umanitari e sopratutto a scongiurare la bancarotta dell’Ucraina.

Tra invettive crescenti di telespettatori e lettori contro la Nato ed il connubio Usa-Ue-Onu Putin ha definito l’occidente come regno di “menzogne”, alludendo la presentazione presso Onu e Nato di prove false di armi biologiche da terra irachena, pur di avvalorarne l’invasione militare-il che non ha causato sanzioni, diffamazioni, incarcerazioni degli autori in ambito di diritto internazionale-. Inoltre il presidente della Russia ha esecrato il rinnegamento degli accordi di Minsk da parte del duo Europa-America, che assicuravano una mancata espansione verso est della Nato e si definisce frodato dall’occidente, Putin, che ha etichettato melliflua tutta la politica, ma non fino a questo punto. Infatti il presidente russo ha sciorinato la crisi di valori che caratterizza la classe dirigente e la popolazione occidentali, promossa anche da uno strapotere mediatico che vorrebbe attecchire anche in Russia, ma sulle quali cose Putin ed il popolo russo si vogliono presentare quali fieri bastioni. Ed in merito all’Ucraina il presidente russo ha asserito di non volerla invadere oltre modo bensi’ solo di scarnificarne fazioni politiche e militari neonaziste, le quali verranno demilitarizzate ed assicurate alla giustizia.

https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/cravatta-blue/

In quest’ottica andrebbe analizzato l’attentato alla centrale atomica di Chernobyl, imputato ai russi e mai avvenuto, infatti sembrerebbe un’opera di sabotaggio ucraina che voleva infangare l’operato dei miliziani di Putin.

Vige in merito alle violenze in Ucraina un pantano di reazioni, come quella che attribuisce ai militari ucraini omicidi, gambizzazioni, utilizzo di civili a mo’ di scudi umani e leva obbligatoria con conseguente immissione in battaglia per tutti i maschi. Insomma gli attentati affibbiati ai russi sarebbero secondo molteplici oservatori, ascrivibili agli ucraini che hanno uniformi pressoche’ indistinguibili da essi. Putin ha concluso l’intervista tirando in ballo il pontefice Francesco, che a sua detta e’ divenuto un politico laico che nei colloqui privati omette il tema cardinale della trinita’ e della spiritualita’. Sarebbe questa la ragione che ha visto il primo ed ultimo colloquio privato tra Putin ed il papa, durare pochissimo e mai piu’ ripetersi.




Cityzen go denuncia Wikyleaks

E’ in atto un’opera di costante mistificazione e strumentalizzazione dei valori cristiani e dei diritti relativi famiglie, minori, omosessuali che ha innescato lo  zelo dell’associazione internazionale:”Cityzen go” a battersi in ambito mediatico-con social e raccolta firme e donazioni- e politico-con molteplici interrogazioni parlamentari, denunce e manifestazioni europee ed americane- a favore dei valori cattolici tradizionali in ambito economico e sociale. Tale congrega multinazionale di cittadini ed attivisti fanno la fronda da anni e indicono reiterate raccolte firme in proposito, ai fenomeni legislativi inerenti l’ideologia gender nelle scuole, la vendita di feti abortiti alle societa’ di produzione cosmetica o farmacologica, il diritto di adozione per coppie omosessuali, le pratiche di fecondazione assistita da parte di donatori sconosciuti, senza eludere la vendita di semi e le nascite filiali per commissione: quest’ultima pratica e’ attualmente in voga presso cliniche specializzate in Ucraina, in cui si dice stazionare donne pagate appositamente per farsi ingravidare. Cytizen go e’ anche capofila nella lotta globale all’aborto e nella strenua difesa delle icone distintive della religione cristiana, in antitesi a campagne pubblicitarie inneggianti pratiche e simbologie di matrice antireligiosa oggi in voga nel panorama artistico e mediatico.

Quel che desta maggiore sgomento e’ stata la pubblica denuncia della ong “Cityzen go” a Wikyleaks, in quanto rea di aver pubblicato contenuti fasulli e scandalosi su alcuni membri di questa organizzazione, i quali sono stati informaticamente rubati e plasmati in modo da umiliare e far apparite abietti e depravati quei membri dell’organizzazione che si stanno prodigando per rimarcare certe leggi europee ostili ai simboli ed alla cultura religiosa cristiana. Agone che vede i lobbisti europei in un’opera di costante citazione in giudizio degli esponenti locali di Cytizen go per cui l’associazione si trova costretta ad assumere avvocati esosi per difendersi. Tale pratica di furto e modifica di dati sensibili dal punto di vista informatico e’ imperante e fu denunciata, qualche anno fa, dal mero presidente Obama, alludendo la possibilita’ di creare voci identiche a quelle dei personaggi famigerati come egli stesso e immagini uguali ma con contenuti diffamatori, scoptici o di altro tipo, creando entropia e perdita di capacita’ nello sceverare il vero dal falso. La realta’ contemporanea, a prescindere dall’accaduto di Wikyleaks su Cytizen go, si vede manipolata sia dai produttori di notizie false che, in certi casi, da quelli di notizie vere, per corredare video politici, economici e di cronaca dinanzi l’indisponibilita’ di materiale effettivo che attesti la veridicita’ della narrazione. Obama su questo fronte esortava l’esigenza di disciplinare legislativamente queste pratiche, che potrebbero essere foriere di guerra, data l’incapacita’ di scovarne le frodi o l’autenticita’ da parte del pubblico; ed a causa inoltre di possibilita’ di creare sfondi di guerra o morte o ricchezza inesistenti con le nuove tecnologie, Obama caldeggiava la massima trasparenza e pene severe per gli informatici autori di furti di dati sensibili e montaggi in grado di creare disordini diplomatici od economici.

https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/cravatta-blue/

Niente o poco e’ stato fatto, in seguito all’auspicio di Obama, per scongiurare notizie surrettizie o filmati falsi spacciati per veri per cui tutti versano in un pantano in cui i dati sensibili non giovano di sicurezza per nessuno, ma sopratutto le fake news non vengono isolate facilmente dalle notizie vere. In Ucraina ad esempio, e’ stato constatato che numerosi attacchi cruenti verso civili o militari attribuiti ai russi, fossero causati dagli ucraini che figurano quasi uguali ai cittadini governati da Putin. In tutto cio’ la tecnologia degli ologrammi ormai stabilmente affermata a livello industriale, e’ sfociata nella possibilita’ di creare una realta’ parallela a propria discrezione, uguale completamente alla realta’, in ogni sua forma, il che spaurisce la platea che si aspetta venturi, ipotetici, incontri extraterrestri fittizi, teleologici alla installazione di prescrizioni politiche impossibili da attuare in circostanze normali.




Lettera di Montanari a Draghi

Lettera di Stefano Montanari a Mario Draghi, che focalizza i temi legati alla guerra attuale, alla Costituzione, ai dati pandemici ed alle contromisure che l’Italia dovrebbe attuare.
Mar 02, 2022
Egr. sig. Draghi,
Ieri mi è capitato di ascoltarla per qualche secondo. Prudentemente protetto dalla mascherina d’ordinanza, lei pronunciava un discorso che, senza bisogno di commenti, pareva rifarsi a quello che Vittorio Emanuele II, il 10 gennaio 1859, pronunciava nel suo opinabile italiano al parlamento di Torino: “Nel mentre rispettiamo i trattati non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva verso di noi”. Come forse ricorderà, si trattava di una provocazione rivolta all’Impero austro-ungarico per farsi dichiarare la guerra, così come pretendevano gli accordi segreti di Plombières stretti con la Francia l’estate precedente.
Trascinare l’Italia in uno stato di conflitto può essere vantaggioso per chi il vantaggio lo trae da stati di emergenza, veri o presunti tali che quegli stati siano. Ma, da uomo della strada che con il suo lavoro contribuisce al sostentamento della Nazione (Costituzione, articolo 53), non vedo proprio come un popolo intero possa ricavare anche un solo minimo vantaggio dalla situazione corrente e da come la si sta incanalando.

Pur essendo perfettamente conscio della sua inutilità, stanti i numerosi precedenti, mi permetto di ricordarle l’articolo 11 di quella che fu la Costituzione, vale a dire la garanzia inalienabile che i governanti, anche quelli forti di zero voti popolari come è il suo caso, prestano ai governati: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”
Da quanto mi è dato capire, il suo discorso parrebbe preludere a qualcosa che stride con quell’impegno.
Per quello che vale il mio parere, l’Italia ha bisogno di uomini diversi da lei e da quelli che siedono in un parlamento svuotato del confronto indispensabile tra maggioranza e opposizione, e che non rappresenta altro se non se stesso.

https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/

Il disastro al quale il suo governo ha portato il mio paese è sotto gli occhi di chiunque non sia stato accecato dalla propaganda incessante, beffardamente finanziata da chi ne è bersaglio.
Mi consenta di ricordarle alcuni dati ufficiali relativi alla gestione della cosiddetta pandemia, una gestione dai risultati che dal bene comune, unico scopo della politica propriamente intesa, sono divisi da un oceano invalicabile:
Secondo l’OMS, al 27 febbraio scorso, in due anni, l’Italia, con le contromisure che ha adottato, ha contato 154.560 decessi. Il Giappone, con ben altre contromisure, di vittime ne ha contate 23.270. Per sua memoria, le rammento che quel paese ha una popolazione un po’ più che doppia rispetto alla nostra, distribuita in una superficie di poco superiore a quella italiana.
Al 18 febbraio scorso, l’ISS ha comunicato che il cosiddetto green pass, sulla cui interferenza con la dignità umana non vale la pena perdere tempo, oltre due milioni di persone sono state contagiate (Tabella 4A, pag. 24).
Secondo Eventi Avversi News, nel 2021 si sono verificati oltre 20.000 casi di arresto cardiaco in eccesso rispetto agli anni precedenti. Se lei avesse qualche competenza in materia, capirebbe che cosa quel dato significhi e ne fornirebbe una spiegazione che non offenda l’intelligenza sua e di chi l’ascolta.
Potrei continuare a lungo riportando altri dati ufficiali, tutti molto eloquenti, conservando personalmente il dubbio della sottostima. Aggiungo solo che da ieri, chi vuole e ha tempo e onestà per farlo, può consultare le prime (prime!) 10.000 pagine dei documenti riservati Pfizer che qualcuno è riuscito ad ottenere. Magari, dia un’occhiata e fornisca spiegazioni senza mascherina. E, nell’occasione, potrebbe pure spiegare come mai non solo quei dati sono segreti, ma perché è vietato analizzare i prodotti, e perché i contratti con i fornitori non sono resi pubblici. Le ricordo che denaro e salute appartengono a noi, i protagonisti di tutta la Costituzione, e dei primi 12 articoli in particolare.
Lasciando da parte i palesi fallimenti di tutta la legislatura e ritornando al suo discorso “neo-sabaudo”, lei ha menzionato la libertà, la democrazia e la loro difesa. Mi domando che cosa abbia voluto intendere, stante il fatto che le loro tracce si stanno rapidamente perdendo.
Mi rendo conto che aspettare una risposta equivale a ripetere il vecchio Godot di Samuel Beckett, ma io ci ho provato.
Con ossequi,
Stefano Montanari, scienziato imbavagliato e cittadino privato di diritti fondamentali.




Armi letali per Putin e ultimi segreti ucraini

Ucraina: il caos creato da Victoria Nuland sta sortendo effetti catastrofici, dal punto di vista delle dipartite che sul piano delle perdite economiche, peculiarmente nei confronti della classe media, russa ed europea.
Victoria Nuland secondo fonti diplomatiche ufficiose, ha architettato il “cambio di regime” in Ucraina all’inizio del 2014 senza soppesare il probabile caos e le conseguenze.

Mentre l’esercito ucraino affronta le milizie di estrema destra e neonaziste a ovest e la violenza contro l’etnia russa continua a est, l’ovvia follia della politica ucraina dell’amministrazione Obama stessa è venuta a fuoco per molti che hanno cercato di ignorare i fatti, o quello che potrebbe essere chiamato “il pasticcio fatto da Victoria Nuland”.

La segretaria di Stato per gli affari europei “Toria” Nuland è stata la “mente” dietro il “cambio di regime” del 22 febbraio 2014 in Ucraina, che ha tramato per rovesciare il governo democraticamente eletto del presidente Viktor Yanukovych, convincendo i media mainstream statunitensi che il colpo di stato non era veramente un colpo di stato, ma una vittoria della “democrazia”.

Al fine di vendere quest’ultimo “cambio di regime” neoconservatore al popolo americano, le brutture dei cospiratori del colpo di stato dovevano essere sistematicamente rimesse in evidenza, specialmente il ruolo chiave dei neonazisti e di altri ultranazionalisti del Settore Destro. Affinché la campagna di propaganda organizzata dagli Stati Uniti funzionasse, i golpisti dovevano indossare cappelli bianchi e non camicie marroni.

Per quasi un anno e mezzo, i media occidentali piu’ quotati, specialmente il New York Times ed il Washington Post, hanno distorto la loro copertura in ogni direzione possibile per impedire ai loro lettori di imparare che il nuovo regime di Kiev era infiltrato e dipendente da militanti neonazisti e ultra-nazionalisti ucraini che volevano un’Ucraina purosangue senza russi etnici.

Qualsiasi menzione di questa sordida realtà era considerata “propaganda russa” e chiunque parlasse di questa scomoda verità era un “tirapiedi di Mosca”. Solo il 7 luglio il Times ha riconosciuto l’importanza dei neonazisti e di altri ultranazionalisti nel condurre la guerra contro i ribelli di etnia russa nell’est. Il Times ha anche riferito che queste forze di estrema destra si sono unite agli islamisti militanti. Alcuni di questi jihadisti sono stati descritti come “fratelli” dell’iper-brutale Stato Islamico.

https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/

Anche se il Times ha cercato di ritrarre questa notevole alleanza militare di milizie neonaziste e jihadisti islamici in una luce positiva, la realtà doveva essere angosciante per i lettori che avevano creduto alla propaganda occidentale sulle nobili forze “pro-democrazia” che resistono alla malvagia “aggressione russa”.

Forse il Times ha sentito che non poteva più tenere sotto controllo l’inquietante verità in Ucraina. Per settimane, le milizie del Settore Destro e il battaglione neonazista Azov hanno avvertito il governo civile di Kiev che potrebbe rivoltarsi contro di loro e creare un nuovo ordine più a loro gradito.

Ecco i documenti che l’Ambasciata degli Stati Uniti in Ucraina ha ripulito dai laboratori di “riduzione delle minacce biologiche” (link https://beckernews.com/here-are-the-documents-the-u-s-embassy-in-ukraine-scrubbed-on-biological-threat-reduction-labs-44315/.

“Le spese del Dipartimento della Difesa, così come elencate per alcuni laboratori ucraini, sono riportate di seguito:

Laboratorio diagnostico di Dnipropetrovsk (1.935.557 dollari)

Laboratorio diagnostico veterinario regionale statale di Dnipropetrovsk (1.810.547 USD)

Laboratorio diagnostico di Kharkiv (USD 1.638.375)

Laboratorio regionale di diagnostica veterinaria di Luhansk (USD 1.746.312)

Laboratorio diagnostico di Leopoli (USD $1,927,158)

Laboratorio Regionale Diagnostico Veterinario di Leopoli ($1,734,971)

Vinnytsia Oblast Laboratory Center (USD 1,504,840)

Centro di laboratorio della regione di Zakarpartska (1.920.432 USD)

Istituto di Medicina Veterinaria dell’Accademia Nazionale delle Scienze Agrarie (USD 2.109.375,23) https://beckernews.com/here-are-the-documents-the-u-s-embassy-in-ukraine-scrubbed-on-biological-threat-reduction-labs-44315/.

Durante una delle ultime apparizioni di Zelensky, molti hanno notato la croce sulla sua maglietta. Ad un esame più attento si è rivelato essere un distintivo di UPA – Ukrainian Insurgent Army.

Che cos’è?

Questa formazione fu creata nel 1943 sulla base dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN). I membri dell’organizzazione usavano l’aiuto dei nazisti per attività di ricognizione e sabotaggio contro l’URSS e la Polonia. Uno dei leader dell’UUN era Bandera.

L’UPA era piena di gentaglia “nazionalista” e altri indesiderabili. Durante la guerra, l’UPA in alleanza con i nazisti effettuò una pulizia etnica su larga scala in aree con popolazioni russe, ebree e polacche (decine di migliaia di persone furono assassinate) e hanno combattuto attivamente contro i partigiani sovietici.

Nel 1949, come risultato di azioni efficaci degli organi di sicurezza dello stato sovietico, l’UPA era finita.

Ora un sommo esponente governativo indossa una maglietta con il simbolo dell’UPA e desta sgomento.




Grecia: denuncia di Micaleassin

Gian Micalessin in questo editoriale infuocato intende sensibilizzare le generazioni degli anni settanta, ottanta e novanta sul tema della strenua difesa dell’Italia. Con cio’ allude a dati e programmi diretti o subliminali, che contraddistinguono la stagione politico-economica dell’ultimo ventennio, con il corollario delle mosse governative contemporanee che spauriscono in quanto a finalita’ apparenti.

E’ opportuno, per avere una buona ermeneutica del pezzo, comprendere che le societa’ occidentali sono sottoposte a pianificazioni finanziarie e politiche che coprono archi temporali vai dieci ai venti a seconda del ciclo per cui le affermazioni contenute non sono pensate per una concretizzazione immediata, bensi’ per un mutamento graduale e progressivo atto a concretizzarsi definitivamente con una palingenesi politica, economica, sociale, culturale, lavorativa.

https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/

Spogliare la Grecia è stato uno scherzo.
Aeroporti, qualche isola, industrie zero, terre poche, risparmi privati ridicoli, demanio interessante.
Comunque la Grecia aveva un Pil inferiore alla sola provincia di Treviso.
È bastato un sol boccone.
PER L’ITALIA È DIVERSO:
Un capitale assolutamente enorme.
Secondo al mondo in quanto a risparmio privato, primo come abitazioni di proprietà, terre di valore assoluto e coste meravigliose.
Quinta potenza industriale al mondo prima dell’euro, ottava oggi.
Il Made in Italy è ancora oggi il marchio numero uno al mondo, davanti a Coca Cola.
Biodiversità superiore alla somma di tutti gli altri paesi europei.
Come capitale artistico monumentale, ne conserva l’egemonia globale.
Francia e Germania, più qualche fondo americano, cinese o arabo hanno fatto la spesa da noi a “paghi uno e prendi quattro”.
Tutto il lusso e la grande distribuzione sono passati ai francesi insieme ai pozzi libici passati da Eni e Total.
Poi anche Eni è diventata a maggioranza americana.
Anche il sistema bancario è passato ai francesi insieme all’alimentare.
I tedeschi si sono presi la meccanica, e il cemento.
Gli indiani tutto l’acciaio.
I Cinesi si son presi quote di TERNA, e tutto PIRELLI agricoltura.
Se ne sono andate TIM, TELECOM, GIUGIARO, PININFARINA, PERNIGOTTI, BUITONI, ALGIDA, GUCCI, VALENTINO, LORO PIANA, AGNESI, DUCATI, MAGNETI MARELLI, ITALCEMENTI, PARMALAT, GALBANI, LOCATELLI, INVERNIZZI, FERRETTI YACHT, KRIZIA, BULGARI, POMELLATO, BRIONI, FERRE’, LA RINASCENTE, POLTRONA FRAU, EDISON, SARAS, WIND, ANSALDO, FIAT FERROVIARIA, TIBB, ALITALIA, MERLONI, CARTIERE DI FABRIANO. Ma non hanno finito.
Ci sono rimaste ancora le case e le cose degli italiani.
E I LORO RISPARMI. CIRCA 3.000 MILIARDI DI EURO.
ORA VOGLIONO QUELLI.
Ecco chi ha chiamato Mattarella e gli ha “intimato ” di procedere a sbarrare la strada a chi poteva mettere a rischio la prosecuzione della spoliazione.
I fondi di investimento, i mercati, che, come ricordavo raccolgono i soldi anche delle mafie, tutte, grandi e piccole, dei traffici di droga, di umani, di truffe internazionali, di salvataggi bancari, del “nero” delle grandi multinazionali, siano esse del commercio, dei telefonini, della cocaina o delle armi, questi fondi di investimenti dicevo, non hanno finito.
Ora tocca alle poche industrie rimaste, ai fondi pensioni, ai conti privati, agli immobili. Ora tocca a noi.
Ecco perché non serve a nulla mediare, arretrare un po’.
Non si placheranno, l’abbiamo già visto. BISOGNA FERMARLI ORA.
Ogni generazione ha il suo Piave. Questo è il nostro. Tale articolo si innesta in una fase che assiste a crescenti manifestazioni e proteste per il carovita incipiente, con i camionisti che a Sarno, in punti nodali d’Italia, continuano indefessamente a protestare a causa delle accise sui carburanti che ne vanificano il lavoro ma anche l’inflazione crescente che vede un chilo di pane a Milano, lievitato a tre euro e mezzo.

Gian Micalessin.