Milano: chiude ospedale Fiera

Milano Fiera assiste ad una prima sconfitta economica e funzionale, con lo spreco di quella che si credeva fosse un’infrastruttura emblematica di prestigio, solerzia e servizi maggiori: Milano Fiera infatti ufficializza il fallimento dell’ospedale anti-Covid.

L’ospedale della Fiera in Milano presenta un costo calcolato per difetto, visto che ai 20,95 milioni spesi per le strutture (cifra ancora non definitiva), vanno sommati gli stipendi pagati a medici e infermieri (più alti del normale, considerati gli incentivi concessi per convincerli a lavorare lì) e i costi di farmaci e forniture. Calcoli che il presidente Attilio Fontana ha enfatizzato anche ieri – giorno di definitiva chiusura della struttura – dichiarando: “Realizzare questo ospedale è stata una scelta giusta, presa in un momento di grande difficoltà”. Questo in questione e’ di fatto un (non) ospedale, dalla funzione promozionale dal punto di vista politico e pubblicitaria sul piano internazionale. Infatti il presidente della regione Lombardia lo annunciò come la “risposta italiana a Wuhan”, la dimostrazione dell’efficienza lombarda ai cinesi che ci avevano portato il virus (quelli ai quali il Pirellone voleva fare causa).

I 650 letti erano infatti diventati 221, ma mai nelle varie ondate sono stati attivati tutti. La propaganda tuttaviq non si fermò: si lanciò la raccolta fondi che arrivò a oltre 40 milioni. Soldi in parte usati, in parte restituiti, in parte tutt’ora fermi sul conto del Pirellone. Più di un donatore si lamentò e chiese lumi sul loro utilizzo, a partire dall’avvocato Giuseppe la Scala. Furono accontentati solo in parte. Tutto ciò accadeva nonostante i medici e le associazioni di medicina di rianimazione dicessero che costruire una struttura di terapia intensiva senza un ospedale alle spalle, fosse una follia, sfidando il divieto di parlare imposto dall’allora assessore Gallera. Milano andò avanti comunque, prima invitando, poi precettando, infine blandendo con lauti guadagni i sanitari che avrebbero dovuto lavorare lì. Perché non ci voleva andare nessuno. I sanitari sapevano che sarebbe stato meglio rimanere nei loro ospedali per ammortizzare il gigantesco carico di lavoro dovuto al Covid, piuttosto che sguarnirli per andare in Fiera. Alla fine furono costretti a cedere. Anche quelli della sanità privata, “invitata” a partecipare all’operazione. Nella prima ondata l’astronave non servì, perché arrivò tardi. Nella seconda e terza aprì e succhiò personale da 17 strutture ospedaliere diverse. Pur di farla aprire, si chiusero gli ospedali piccoli, i medici furono mandati negli ospedali più grandi, che, a loro volta, dovettero dare personale alla Fiera: migliaia di persone si riversarono negli ospedali più grandi (lontani da casa, perché i loro ospedali erano stati chiusi), che collassarono. Molti pazienti vennero ricoverati a centinaia di chilometri di distanza e morirono da soli.

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Uno scandalo imputabile a quella sedicente laboriosita’ ed efficienza settentrionale che si inserisce nello scenario di chiusura di ultimi importanti ospedali al sud. E senza contare il fatto che su Napoli, sede del sontuoso Ospedale del Mare, il lavoro di sgravamento del famigerato Cardarelli principale nosocomio meridionale, non e’ in dirittura di arrivo. Perche’ personale e struttura della mastodontica nuova sede sanitaria in uno dei tratti piu’ popolosi d’Europa non sono ancora andate a regime; per cui liste di attesa e rallentamenti con corsie intasate in certe fasi, impazzano nel sud Italia.

L’operazione di Fontana per l’ospedale in fiera tuttavia, potrebbe annoverarsi in un ritorno in Italia della politica fattiva, se non fosse stata la chiusura preventiva di altri ospedali e quella ultima dello stesso stabile in Fiera ad aver concretizzato un’opera monca da una parte, ed un ospedale in meno dall’altra.




Lancia Delta Hf integrale ed Alfa in utile dal 2021: svelato piano industriale

La Fca confluita nel gruppo Stellantis con l’armamentario americano guidato da Chrysler e Dodge, ha svelato un intrigante piano industriale che vede il ritorno definitivo della mitica Lancia Delta hf integrale che rispetti peculiarita’ ed aspetto dell’icona dei rally uscita di produzione nel 1993. Macchina che pero’ sara’ totalmente elettrica ed il cui lancio e’ slittato al 2028. Entro un paio d’anni inoltre sara’ sfornata l’erede della Lancia Ypsilon, unico modello tutt’ora presente nella gamma Lancia ma ritirato dall’Europa e originato dalla famigerata Autobianchi a suo tempo inglobata in Fiat.

Secondo l’amministratore delegato di Lancia le vetture imminenti di piccola stazza dell’azienda madre di Stratos e Thema, potranno imperniarsi su una politica dei prezzi piu’ bassi della concorrenza addirittura del 20%. Anche se la dirigenza intende ripristinare il marchio italiano sull’idea originaria del lusso che esprimeva, per cui si vedranno i natali di un’ammiraglia Lancia che ne possegga le caratteristiche in questione. Riguardo Fiat si preconizza la nuova serie del monovolume familiare “Ulisse” e della iconica Multipla tuttora in mostra in un museo londinese per la propria identita’ che mescola originalita’, ergonomia, comodita’ ed aspetto. Alfa Romeo invece dal secondo anno di seguito registra un utile di alcune centinaia di milioni e si prospetta il marchio forse piu’ prestigioso e promettente dell’intera scuderia Stellantis, quarto costruttore mondiale.

Risultato tanto mirabile, quello del ritorno alla redditivita’ di Alfa Romeo, sopratutto se confrontato con il calo delle vendite mondiali di auto, ed il mancato ritorno in produzione di Mito e Giulietta, per cui Alfa con soli due modelli come Stelvio e Giulia, si corrobora nelle vendite ed ora si avvale del suv compatto Tonale che si presuppone ultimo e definitivo volano di crescita del Biscione. Pertanto nella fabbrica di Pomigliano d’Arco in cui verra’ prodotta Tonale c’e’ fermento ed entusiasmo in vista di un ampliamento delle assunzioni e la continuita’ del lavoro. Tonale accorda tutti per mezzo dell’estetica e delle qualita’, senza eludere il prezzo inferiore alla concorrenza delle tedesche antagoniste.

Cio’ che di Alfa Tonale incoraggia maggiormente, per ora che non si conosce tutto di essa, inerisce la piattaforma di costruzione Jeep anziche’ quella di Citroen, Opel o Peugeot anch’esse nel medesimo gruppo di Alfa e Jeep nonche’ con piattaforme di costruzione gia’ pronte e sperimentate. Alla luce di tutto cio’ pare che l’unica auto Fiat che usufruira’ delle piattaforme francesi nella componentistica e costruzione, sara’ proprio la mera Ypsilon di Lancia, mentre le altre auto Lancia progressivamente ritorneranno nell’alveo del super lusso italiano che ha contraddistinto il marchio; per cui la sportivita’ abbandonera’, a detta dei sommi capi Lancia, questo marchio, bensi’ sara’ prerogativa esclusiva di Alfa Romeo e Maserati: quest’ultima dispone di un successo crescente da oltre una decade e si fondera’ sempre sull’artigianalita’ italiana e le prestazioni elevatissime per rintuzzare i modelli Rs di Audi, Amg Mercedes ed M Bmw; Alfa Romeo per contro disporra’ sempre di un bagaglio sportivo ma non estremamente lussuoso o veloce, bensi’ altamente identitario e plasmato sulle caratteristiche di fragorosita’ e divertimento, rispettivamente del motore e delle accelerazioni.

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Riscontra cali nel gradimento Porsche, in seguito all’innesto di motori diesel che ne snaturano il rombo tipico, ed anche per il susseguirsi di Suv e berline che ne hanno ridimensionato la percezione collettiva, per cui risultano in forte rivalutazione gli usati del marchio, antecedenti il 2012. Mercedes anche affronta cali leggeri nelle immatricolazioni, ed anche Volkswagen staziona in una decrescita foriera della mancata distribuzione in Italia, della nuova versione dell’ammiraglia Passat. Viceversa la super ammiraglia Passat Phaeton e’ stata bocciata dal mercato euroamericano vincendo pero’ la scommessa in Cina, in cui si producono ancora degli esemplari.

La vendita di auto usate economiche ma prestigiose e’ minacciosamente incrementata dunque i relativi prezzi figurano in ascesa permanente, anche a causa della riduzione dell’offerta; in quanto oggi gli usati delle auto, prettamente quelli garantiti, presentano prezzi gia’ di per se’ mediamente alti.




Autogrill sporchi a Roma: tagli o casualita’?

Autogrill e’ una fiorente societa’ multinazionale italiana che sta ottenendo molto successo in America, con un forte pacchetto azionario della famiglia Benetton. I Benetton con il proprio fondo d’investimento privato hanno edificato altrettante realta’ illustri come la catena di cinema “The Space”, multisala affermatissimi anche a livello continentale. Oggi stanno guidando un processo di rilancio del marchio tessile omonimo in seguito anche all’acquisizione della multinazionale antagonista di Mc Donald’s “Burger King”.

Quel che desta sgomento per un lettore del quotidiano nazionale web Adfnews.it relativamente i Benetton, si e’ dimostrato il nitore davvero scarso in ben due dei tre punti Autogrill laziali, e peculiarmente il famigerato “la Macchia”, nei paragi di Roma. Sempre con obbligo di green pass per l’utenza che vuole sedersi mentre chi non e’ vaccinato puo’ solo consumare al banco ed usufruire dei bagni, ha sconfortato di Autogrill il flusso ridotto di clienti nei locali in questione ed anche lo stato non adeguato al calibro dei locali del gruppo, in cui versano i bagni, senza eludere quello per disabili. Vero e’ che gli immobili adibiti ai servizi Autogrill continuano ad essere impeccabili nel rispetto delle leggi che aboliscono le barriere architettoniche, e rimangono i migliori punti di ristoro riguardo prodotti gastronomici e non solo ed anche per cio’ che attiene l’atmosfera in Italia ed all’estero, tuttavia si intuisce una decrescita di Autogrill dal punto di vista gestionale, il che allarma gli utenti piu’ affezionati del marchio.

La famiglia Benetton e’ stata recentemente espropriata dalla gestione di Autostrade, da parte dello stato, con una buonuscita miliardaria, a causa dello scandalo connesso al crollo del ponte Morandi ed all’incremento delle tariffe autostradali, solo che e’ opportuno vigilare affinche’ quest’operazione non si contrassegni come prettamente antipatriottica, infatti giravano voci di un interessamento all’acquisizione di Autostrade per l’Italia da parte del gruppo francese piu’ acerrimo concorrente dei Benetton nel ramo della gestione autostradale. Infatti la famiglia detentrice di due mondiali di formula uno con Schumacher possiede la gestione di importanti autostrade in Spagna per cui in ogni caso lo stato italiano dovrebbe, in condizioni di mercato, garantire la possibilita’ di competere in termini europei, agli imprenditori italiani, con le medesime condizioni di quelli forestieri senza preferire gli uni agli altri, bensi’ suffragando una crescita maggiore delle imprese italiane rispetto a quelle estere.

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Per concretizzare quest’ultima necessita’ sono numerosi gli esperti che esortano lo stato italiano ad istituire l’intelligence economica, ovvero quella branca dei servizi segreti attivi in Francia, propedeutici alla difesa di aziende pubbliche e private ad alto valore aggiunto, ed alla acquisizione di realta’ industriali oriunde che siano promettenti oppure strategiche.




Cortometraggio sociale a Napoli: Sospetto

Martedi’ 8 marzo alle ore 11:00 nella Biblioteca Universitaria Francesco Flora in via Nicolini 54, presso Napoli, avra’ luogo una conferenza di presentazione del film:”Sospetto”, cortometraggio patrocinato dal Comune di Napoli cui la pasionaria professoressa Geirola offre una breve recensione:
“Tra le mura domestiche sentieri di violenza nascosti da ipocriti veli di indifferenza! Due i personaggi principali, il marito e la moglie, in una breve rappresentazione di cortometraggio sociale prodotto dal regista Davide Guida. L’autore e regista pone in rilievo come le dinamiche familiari sono ormai sgretolate da continui dissensi generati da incomprensioni e, soprattutto, da sospetti. L’autore va ad evidenziare come un pensiero generato da situazioni confuse possa materializzarsi in un sospetto, così come un pensiero negativo, un messaggio anonimo possono prendere forma in pensieri o in atti molesti e talora violenti. Non è, quindi, la realtà dei fatti che si ricerca nella comunicazione, perché si è sordi e ciechi quando non c’è la volontà di confrontarsi con e per l’altro che ti sta accanto”.

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CAST del Cortometraggio Sociale

• Melania Mollo (la moglie)
• Massimiliano Cimino(il marito)
• Domenico Lo Russo (il capufficio di Melania)
• Nicoletta Morgante (Maggie)
• Stefania Liberti (la mamma di Maggie, la vicina di casa di Melania)
• Gigi Maresca (l’ispettore di polizia)
• Raffaele Bellopede e Alessandro Imperatrice (i poliziotti)
• Ileana Grassia (la voce narrante)
• Umberto Santacroce secondo operatore di ripresa
INTERVERRÀ

• Daniela De Luca, cantante e scrittrice, con una sua breve performance

Presentazione di
Silvana Geirola, presidente dell’Associazione ONLUS “ALLA FOCE DEL SEBETO”
e Valentina de Nigris, cantante in erba

Interverranno:
Fabio Greco, presidente della Municipalità 3
Valeria Vespa, presidente VI Commissione Scuola – Welfare
Alessandro De Simone, Consigliere 3^Municipalità
Adriana Mascia, attrice
Enzo Frattini, attore
Antonio Fiorentino, imprenditore
Salvatore Di Palma, tributarista.

Cosi’ la societa’ civile partenopea politicamente delusa e civilmente schierata in un progetto di redenzione definitiva dell’ex capitale borbonica, fa sentire l’impegno e l’apporto nella cultura e nell’arte, per enfatizzare l’importanza delle donne e della stabilita’ famigliare.

Una Napoli del ceto medio che fende la mera Posillipo con Chiaia della vita mondana e dell’alta borghesia, risaltando il Vomero come municipalita’ piu’ pragmatica ed in costante sensibilizzazione cittadina e della limitrofa periferia, sulla sacralita’ della donna e non solo, che si raduna attorno a questa produzione cinematografica e in tante altre iniziative. Infatti la Onlus neonata “La foce del Sebeto” e’ molto attiva sul fronte prettamente monumentale offrendo ad ufo la professionalita’ dei suoi membri per servizi come visite guidate nei luoghi artistici campani sconosciuti o chiusi al pubblico. La professoressa Geirola, artefice di numerosi progetti sociali per i giovani, e’ stata anche tra le protagoniste della borghesia napoletana, del successo del sindaco Bassolino, che tuttora figura il sindaco napoletano con all’attivo il piu’ grande sviluppo economico di Napoli.

Oggi Silvana Geirola, seppure pensionata, non si esime dal proporre e concretizzare progetti sociali di grande valore collettivo per cui e’ in procinto di lanciare un giornale mensile cartaceo della propria Onlus consorziata con Acli, ossia “La foce del Sebeto”, i cui contenuti saranno in parte forniti dal quotidiano nazionale da centomila visite mensili Adfnews.it, e sara’ commercializzato inizialmente in variegati punti di Napoli e provincia. Ma le ambizioni dell’associazione di Geirola e del suo giornale non sono solo locali e mirano ad un coinvolgimento pubblicitario di imprese locali a condizioni privilegiate.

La professoressa Geirola intende anche raccontare il sud dal punto di vista storico e della cronaca, politica ed economia, nei teatri, sbarcando appena possibile con il talk show “A tutto Tondo” che focalizza politica, economia, leggi ed iniziative nuove ed antiche, di meridione, Europa, Italia, sempre a beneficio del pubblico, delle strutture e dei professionisti del suditalia.

Davide Guida sceneggiatore e regista
produzione video: DGPhotoArt
Ingresso libero solo su prenotazione e inserimento in lista su WhatsApp:
tel. Cell.: 347 8121785 – fax: 081 8436557
allafocedelsebeto@libero.it / www.allafocedelsebeto.com




Trump e Putin azioni congiunte e diverse

Hanno l’oro? La risposta è sì nel caso della Russia… Infatti la Russia odiernamente emarginata dal sistema dei pagamenti con carte di credito americani “Swift” sta da un paio d’anni raggranellando oro binariamente alla Cina. Inoltre e’ in dirittura d’arrivo il progetto “Rus-net”, ovvero un’internet russa svincolata da America e resto del mondo che in concomitanza con i reiterati attacchi informatici che hanno da poco oscurato siti internet cruciali di Mosca, comporta il mantenimento delle infrastrutture di servizi e telecomunicazioni afferenti il popolo di Putin. Da rammentare, riguardo le riserve auree, che il potenziale russo si avvicina ai vertici dei paesi che ne detengono di piu’, ovvero America, Inghilterra, Germania, Italia, Francia, Giappone. Con stocasticamente l’Italia in posizione avanzata rispetto ai cugini d’oltralpe. La Federazione russa si trova impossibilitata, probabilmente, a partecipare ai prossimi mondiali di calcio e perfino ad utilizzare il celeberrimo sito pornografico “Youporn”.

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A seguito delle sanzioni di Russia Swift, questa domanda è fondamentale affinché la Russia possa accedere alla liquidità in USD.

I depositi delle banche centrali, i depositi bancari e i titoli sono tutti «denaro interno», cioè denaro e crediti simili al denaro che sono responsabilità di qualcun altro, e sono situazioni come questa quando il «denaro esterno» – crediti in denaro come lingotti d’oro che non sono responsabilità di nessuno – lo sarebbe stata del re anticamente, specialmente se conservato in caveau a livello nazionale. L’oro è il denaro di un sovrano sotto il materasso e la Banca di Russia ne ha più depositi presso banche centrali straniere.

L’oro può essere impegnato nell’ambito di operazioni pronti contro termine per coprire il proprio fabbisogno in dollari con una banca centrale disponibile e ricca di garanzie che abbia abbastanza titoli del Tesoro per riacquistare, e si possono accumulare nuovamente eccedenze di dollari attraverso le esportazioni di materie prime in corso lontano dai centri finanziari occidentali seminando centri finanziari nell’est. Questo consiste nel principale agone mondiale in corso, ovvero perdite economiche per tutti, e nella filigrana della Russia con l’Italia, perdite di cinquanta miliardi di euro di crediti italiani verso la Russia.

Al raduno annuale dei repubblicani CPAC statunitensi cui quest’anno ha partecipato anche la Meloni per la seconda volta, Trump ha tuonato con queste esiziali asserzioni: “Usano la Big Tech per censurarti, il Deep State per spiarti, le agenzie di intelligence per incastrarti, i media per calunniarti… truccano le elezioni per privarti del diritto di voto… mentre affermano di essere loro a difendere la democrazia e la giustizia .

Sono tutte un mucchio di stronzate”. Ancora il battagliere fautore di importanti casino’ e grattacieli americani ha assicurato che il processo legislativo di stampo democratico imperniato su guerre, esternalizzazioni, educazione gender, terminera’ tra non molto, lasciando intendere ipotetiche iniziative militari e giuridiche arcane e spacciate per improbabili dall’opinione pubblica.

Sul fronte ucraino sono stati pubblicati da canali alternativi siti in Telegram, dei video che riprendono incontri diplomatici tra i rappresentanti di Kiev e Mosca, intenti apparentemente a porre fine alle ostilita’. La contropartita di Putin poggia sullo sloggiamento della Nato dall’Ucraina e sul riconoscimento e la non invasione, da parte dell’Ucraina, delle repubbliche di Donesk e Minsk, da qualche giorno dichiarate indipendenti dalla Federazione russa, per esplicito desiderio di appartenenza e radici comuni di queste citta’ con la Russia. Donesk e Minsk, a detta di Putin e di molti residenti, fronteggiano bombardamenti costanti da otto anni presso le zone periferiche, con deflagrazioni che in minima parte si sentono pure nei loro centri residenziali.

Putin ha a tal proposito rimarcato che suddetti bombardamenti sono operati da milizie mercenarie e locali ucraine, ai danni di civili e perfino bambini, lautamente finanziati da Europa ed America, ma le cui responsabilita’ vengono mediaticamente affibbiate alla Russia. Il presidente definito zar contemporaneo ha biasimato l’Europa e l’America come felloni, per aver disatteso espandendosi in Ucraina, gli accordi stipulati di non infiltrazione Nato nelle repubbliche baltiche: tali accordi furono sottoscritti come condizione aprioristica per far accettare alla Russia la riunificazione della Germania. Riguardo l’invasione in Ucraina Putin ha incalzato dicendo che e’ in atto un’operazione bellica di demilitarizzazione e denazificazione dell’Ucraina, in quanto essa sarebbe infiltrata da gruppi politici e militari di stampo neonazista suffragati da Nato ed Onu.




Pentagono contrattacca Putin; Clinton chiama informatici e Renzi si dimette

Il Pentagono schiererà altri 7.000 soldati americani in Germania nei prossimi giorni. Fonte disclosetv.

Hillary Clinton ha appena invitato apertamente il governo degli Stati Uniti a condurre attacchi informatici contro la Russia – in diretta TV-. “Penso che potremmo anche attaccare molte delle istituzioni governative e di nuovo, gli oligarchi e il loro stile di vita attraverso attacchi informatici”.Poi dice che dovremmo “trasmettere informazioni accurate nelle case dei russi” attraverso le loro televisioni.

DOPO L’INVASIONE DELL’UCRAINA RENZI SI DIMETTE DALL’AZIENDA RUSSA DELIMOBIL; il Financial Times ha reso noto che il leader di Italia viva ha comunicato le sue dimissioni con effetto immediato per e-mail. Delimobil è il più grande servizio di car sharing della Russia, fondato dall’imprenditore italiano Vincenzo Trani. L’altro ieri, 24 febbraio, Renzi «ha inviato una e-mail al consiglio di amministrazione di Delimobil per comunicare le sue dimissioni con effetto immediato», scrive il quotidiano britannico, che lo avrebbe appreso da fonti vicine al leader di Italia viva. Renzi ha rifiutato di commentare.

Delimobil è il più grande servizio di car sharing della Russia, fondato dall’imprenditore italiano Vincenzo Trani, basato a Mosca da anni e presidente della camera di commercio italo-russa. La società di car sharing avrebbe dovuto quotarsi in borsa alla fine dello scorso anno, ma la quotazione è stata posticipata a causa delle crescenti tensioni geopolitiche.

Anche l’ex primo ministro finlandese ha lasciato un consiglio di amministrazione russo, quello della Sberbank, la più grande banca russa, in cui ricopriva il ruolo di amministratore indipendente e membro del consiglio di sorveglianza. A riferirlo ai media locali è stato lo stesso ex premier: «Oggi ho avviato misure per ritirarmi dal consiglio». La Russia intanto e’ stata emarginata dagli European Music Vision ed analoghe manifestazioni internazionali che penalizzano, cosi’, atleti ed artisti provenienti dalla Federazione Russa.

In questi giorni, nel dibattito sulle sanzioni economiche che gli Stati Membri dell’Unione Europea e la NATO intendono imporre alla Russia, con il fine di far desistere il presidente Vladimir Putin dall’azione militare in Ucraina, c’è l’esclusione dal circuito di pagamenti SWIFT. Alla riunione di emergenza della UE che si è tenuta giovedì presso la sede del Consiglio Europeo a Bruxelles, tuttavia, il cancelliere tedesco Olaf Scholz (SPD) si è espresso in senso contrario.

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L’espulsione dal sistema di pagamenti creato nel 1973 viene spesso indicato come “opzione nucleare” contro la Russia.

L’impatto derivante dall’esclusione del sistema sull’economia russa sarebbe importante, ma non devastante, oltre ad avere degli effetti collaterali importanti anche sui paesi europei.

Dietro tutta questa operazione bellica si paventa una pianificazione esogena professionale tesa a far esporre il bersaglio, e colpirlo in collaborazione con persone ed entita’ apperentemente disparate: nella filigrana si tratta del connubio tra Trump, Putin, l’arcano Q anon che e’ trasmigrato sulla nuova piattaforma di social media dell’ex presidente americano “Truth social”. E cosa che fa trasecolare riguarda la presenza dell’account “Q” addirittura antecedentemente quella di Trump medesimo. Il che desta sconcerto e fa dedurre un attacco contro il conglomerato di banche e fondi d’investimento internazionali ai gangli delle attuali istituzioni politiche, economiche, mediatiche, sociali, internazionali. Secondo strateghi militari la fenomenologia degli eventi in atto attiene una tecnica militare della Cia tesa a far focalizzare pubblicamente la nemesi prima di colpirla, il che allude il pantano che nel mondo sta creando numeri crescenti di fazioni complottiste e di persone diffidenti di tutto e tutti.

Il consigliere indipendente americano Lutdwag preconizza una celere dipartita della Russia a causa del numero insufficiente di truppe per rintuzzare l’esercito ucraino suffragato da quello Nato, europeo ed americano in procinto di agire. L’Ucraina oggi subordinata alle milizie di Putin corrisponde ad un lembo di terra grande quanto la Francia per cui impossibile da difendere indefinitamente.




Sarno: ira e blocchi camionisti per costo benzina: sabato “No Draghi day”

Non sono solo i camionisti canadesi a reclamare liberta’ e dignita’ economica nel fulcro politico del Quebec ma anche quelli italiani sono in mobilitazione da Sarno in autostrada per un blocco che focalizzi la questione del caro prezzi sui carburanti. Arterie di trasporto bloccate e nocumenti ai produttori e consumatori sono in svolgimento per queste recriminazioni sull’abbrivio dei portuali di Trieste. Con la benzina da due euro al litro cui si associano i rincari del metano i professionisti del trasporto commerciale si sfogano denunciando ricavi di solo duecento euro a fronte di una commissione di media distanza pagatagli mille euro. Infatti per trasporti medi i camion commerciali impiegati, a detta dei camionisti, consumano da mille euro in su di carburante, cui va aggiunta la pressione fiscale gravosa, i costi di pernottamento e vitto.

Il conflitto bellico con la Russia sta facendo in Europa, e nella fattispecie Italia, aumentare maggiormente i costi dell’elettricita’, dei carburanti di ogni sorta, con lesioni incommensurabili per imprese, classe media e salariati. A tal proposito il presidente del Consiglio Draghi ha appena dichiarato pubblicamente che l’Italia tornera’ al carbone. E sulla guerra in atto tra i separatisti ucraini e la Russia i prezzi da un lato sono destinati ad incrementarsi, dall’altro si corrobora il rischio bancario per l’Italia; infatti il Bel Paese e’ esposto finanziariamente con la nazione di Putin, per cinquanta miliardi, seconda in Europa solo all’Austria. E con le invettive politiche complessive lanciate dall’Italia sull’operato del presidente della Federazione russa, si affaccia un rischio di perdita, per banche, imprese e sistema paese, di un credito verso la Russia di 50 miliardi. Credito da cumularsi con il debito recentemente contratto sottoforma di Pnnr da oltre cento cento miliardi da restituire e con l’economia flebile conseguita dalla pandemia, il che configurerebbe una bancorotta esiziale per l’erario italiano.

A detta di Rizzo, segretario dei Comunisti italiani, il problema economico italiano relativo i debiti crescenti da restituire all’Europa col Pnnr, la questione degli interessi sul debito pubblico da porre per fondi d’investimento e banche commerciali, potrebbe essere risolto obbligando Amazon e similari a versare in Italia le tasse sugli incassi realizzati qui: parlando della societa’ egemonica del commercio elettronico Rizzo allude i quarantacinque miliardi di ricavi solo in Italia che eludono completamente il fisco. Tale azione e’ aborrita politicamente, per commercianti ed imprenditori locali, tuttavia viene acconsentita per Fca, Mediaset oggi confluite fiscalmente in Olanda.

Sabato 26 febbraio intanto e’ stato indetto e pianificato dal rinato partito dei comunisti italiani, un “No Draghi day” che nel pomeriggio si svolgera’ in concomitanza presso le principali piazze italiane. A Roma i manifestanti antitetici le direttive politiche dell’esecutivo italiano, si insedieranno in Piazza Santi Apostoli. Al presidente italiano membro del World Economic Forum viene contestata la decisione di deflagrare il settore delle piccole e medie imprese con cesure del credito, in quanto poco competitive e ree di sottrarre quote di mercato alle multinazionali.




Recovery Fund: problema trasparenza

Gianfranco Viesti denuncia, dalle colonne del principale giornale del sud, il problema illeciti relativo il Recovery Fund con questo allarmante redazionale:
“I provvedimenti attuativi del Pnrr, per la loro dimensione economica e per la loro rilevanza strategica, dovrebbero essere emanati dopo profonda riflessione e se possibile dopo un confronto pubblico; e comunque nelle modalità più trasparenti. Questo vale per tutti i casi, ancor più per i finanziamenti per le attività di ricerca che, stando a quanto dichiarato recentemente dal Presidente Draghi a L’Aquila, saranno al centro della crescita in Italia.

Non sembra però quello che sta accadendo al ministero dell’Università e della Ricerca (Mur).

Sabato scorso la Senatrice a vita Elena Cattaneo paventava, con parole gravi, il rischio di una opaca spartizione di risorse in relazione al bando in arrivo relativo ai Partenariati estesi: una misura da 1,6 miliardi di euro. Stando alla Senatrice, profonda conoscitrice del sistema della ricerca e dell’università italiana, i suoi futuri contenuti sono già informalmente noti ai bene informati, e si sta sviluppando con un metodo semi-segreto una sistema di confronti e contatti fra i possibili beneficiari in base al quale si stanno formando le cordate candidate ad ottenere gli stanziamenti. Staremo a vedere cosa accadrà.

È stato invece pubblicato il bando relativo ai Progetti di Ricerca di Interesse nazionale (Prin): per 741.8 milioni, su una complessiva dotazione di 1,8 miliardi. Le vicende di questo bando destano simili, se non maggiori, preoccupazioni. Seguiamole con un po’ di attenzione ai dettagli, come nella trama di un film poliziesco.

Il Mur ha pubblicato il 25 gennaio un primo decreto direttoriale (n. 74) con le procedure per l’assegnazione delle risorse. Tuttavia il 31 gennaio tale decreto è stato eliminato dal sito del Mur e sostituito con il decreto n. 99; è naturalmente possibile che in questi documenti possa essere rivisto qualcosa, dato anche l’impegno a cui sono chiamati i Ministeri: spiace però che il Mur non abbia in alcun modo motivato ai cittadini utenti del sito (che sono quelli che poi ripagheranno con le proprie tasse i prestiti ricevuti dalla Ue per il Piano di Rilancio) il cambiamento delle proprie scelte. Il nuovo decreto direttoriale 99 prevedeva, fra l’altro, al suo articolo 4.1.B che il 40% delle risorse (296,7 milioni) fosse destinato ad una Linea di intervento Sud per progetti di ricerca fra ricercatori che operano nel Mezzogiorno, coerentemente con il generale indirizzo di allocare nel Mezzogiorno il 40% delle risorse dei bandi del Pnrr. Ma il 2 febbraio anche questo decreto è sparito dal sito, ed è stato sostituito dal n. 102: anche in questo caso senza alcuna spiegazione. Ritocchi marginali? Nient’affatto: il decreto 102 cambia radicalmente impostazione: sparisce la Linea di intervento Sud e le risorse destinate ai ricercatori del Mezzogiorno che, a totale inalterato, sono ridefinite in 218.1 milioni. Beffardamente il sito del Mur mette in evidenza proprio questo aspetto (218 milioni al Sud! come fosse una concessione), ma l’ignaro utente non può sapere che si tratta in realtà di un taglio di quasi 80 milioni. La Ministra Messa ha poi chiarito in Parlamento che ciò è dovuto al fatto che si e’ appurato (evidentemente solo al terzo decreto) che il 40% si applicherebbe solo a parte del totale: ma la sua spiegazione lascia molti dubbi in quanto poi tutte le risorse disponibili saranno rendicontate sul Pnrr. Cosa ancora più importante. nel decreto non sono specificati in alcun modo i criteri in base ai quali saranno assegnate queste risorse territorialmente indirizzate.

In mattinata di qualche giorno fa ennesimo colpo di scena: nel corso di un evento ufficiale di presentazione del bando alla comunita’ scientifica il Mur ha chiarito a scanso di equivoci con una presentazione scritta – che tale 40% rappresenta un target da raggiungere nel complesso degli stanziamenti del Pnrr e non rispetto al solo bando Prin 2022: in pratica, che non vi è alcun vincolo a destinare effettivamente quei 218 milioni ai ricercatori del Mezzogiorno. Una interpretazione che sembra in netto contrasto non solo con il testo del bando (se ne farà una quarta versione?). ma anche con quanto chiaramente stabilito dall’art. 2.6 bis della legge 108/2021 che così recita: in sede di definizione delle procedure di attuazione degli interventi del Pnrr, almeno il 40 per cento delle risorse allocabili territorialmente, anche attraverso bandi, indipendentemente dalla fonte finanziaria di provenienza, sia destinato alle regioni del Mezzogiorno. Certamente materia da Tar.

Fin qui i fatti. Da cui scaturiscono tante perplessità e preoccupazioni. Si tratta di stanziamenti colossali, che plasmeranno a lungo università e ricerca nel nostro paese e nelle sue diverse aree. Possibile che decisioni così rilevanti siano prese con queste modalità, e che la Presidenza del Consiglio e la Cabina di Regia cui spettano compiti di generale supervisione non intervengano?




Russia: armi biologiche e accuse triple con Usa-Cina-Europa

Rossella Fidanza ha riportato una ricerca terrificante sulla presenza di armi biologiche alla base degli attacchi in corso tra Russia ed Ucraina. Sono post pubblici,di Twitter, a dimostrarlo quindi al link può accedere chiunque… https://twitter.com/WarClandestine/status/1496745429672857602 la ricerca fatta da questo utente è davvero interessante. Sulla base della cartina uscita che riporta gli attacchi russi e partendo dalle parole di Zelensky, ovvero attacchi verso obiettivi militari, si e’ andato a cercare che gli USA in Ucraina avessero laboratori di biotecnologie, e si sono trovati, propagandati come studi di difesa, esattamente nei punti corrispondenti agli attacchi. https://ua.usembassy.gov/embassy/kyiv/sections-offices/defense-threat-reduction-office/biological-threat-reduction-program/ “Programma di riduzione della minaccia biologica in Ucraina” per studiare i “virus più pericolosi del mondo” al confine con la Russia. Risulta che la Russia ha accusato gli USA di creare “armi biologiche” al loro confine. https://www.newsweek.com/russia-china-nikolai-patrushev-vladimir-putin-biological-weapons-1581896 Ad ottobre 2021 la Cina e la Russia hanno chiesto congiuntamente agli Stati Uniti di rispettare una convenzione delle Nazioni Unite sulle armi biologiche, mentre le potenze continuano ad accusarsi a vicenda di aumentare la loro forza militare e di minacciare la sicurezza globale https://www.scmp.com/news/china/diplomacy/article/3151668/china-russia-ask-un-check-biological-warfare-capability-us. Secondo l’utente che ha pubblicato tale ricerca questo significa che, riporto, “Cina e Russia indirettamente (e correttamente) hanno incolpato gli Stati Uniti per l’epidemia di C19 e temono che gli Stati Uniti/alleati abbiano più virus (armi biologiche) da far uscire👉https://twitter.com/WarClandestine/status/1496745438413832195 Perchè, si chiede, l’Ucraina? Stanno riportando esplosioni a Lutsk, 75 miglia nell’entroterra nell’estremo Ucraina occidentale. Il confine opposto della Russia… e continua Fidanza, esplosioni anche a Kiev, nei loro aeroporti e installazioni militari. Kiev si trova nella parte occidentale dell’Ucraina, una città dove il governo statunitense ha confermato che gli Stati Uniti hanno costruito biolaboratori. Putin continua a definirla una “operazione militare speciale”. Dice di voler smilitarizzare e “denazificare” il Paese ma non occuparlo. https://twitter.com/PaulSonne/status/1496679080586063874 e se oltre agli obiettivi militari ci fossero questi laboratori? Complottismo a parte furore, tensione e terrone sono all’apice. https://www.businessinsider.com/us-officials-claim-russian-coronavirus-disinformation-campaign-2020-2?r=US&IR=T per concludere il tutto, riporta, la fonte slatentizzata da Rossella Fidanza, alle mail tra Fauci e Collins che hanno dimostrato che il virus è stato creato a Wuhan con il supporto del NIH https://twitter.com/WarClandestine/status/1483466289628778504 a questo ultimo link trovate tutta la ricerca https://threadreaderapp.com/thread/1496745429672857602.html …e cio’ si associa alle recenti affermazioni di Bill Gates sul rischio/certezza di nuove pandemie e virus esiziali susseguenti quella attuale.

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Trump si congratula, a tal proposito con Putin in questo redame, ieri sera a Mar-a-Lago:” Putin è intelligente, voglio dire che ha preso il controllo di un paese per un valore di due soldi di sanzioni, direi che è piuttosto intelligente. Sta prendendo il controllo di un paese, un luogo molto vasto, un grande pezzo di terra con un sacco di gente e ci sta entrando. Questo non sarebbe mai successo, nemmeno in un milione di anni, e io lo conosco molto bene, probabilmente quasi quanto conosco chiunque altro in questa stanza”  Video completo qui. https://www.youtube.com/watch?v=Xq6tgXiSynM

La Gran Bretagna ha ricevuto un potente attacco di sanzioni dalla Russia

L’Agenzia federale per il trasporto aereo della Russia (Rosaviatsia) ha riferito quanto segue: “Il 25 febbraio 2022, dalle 11:00 ora di Mosca, è stata introdotta una restrizione sull’uso dello spazio aereo della Federazione Russa per i voli di aeromobili, di proprietà, in leasing o operato da una persona, associata al Regno Unito o registrata nel Regno Unito, verso punti della Federazione Russa, compresi i voli di transito attraverso lo spazio aereo della Federazione Russa.
https://t.me/EurasianChoice/8996.

Intanto si evince da foto circolanti su chat specifiche, che la nazione di Putin abbia confiscato la centrale atomica di Cernobyl tra l’esultanza dei residenti del centro di Donetsk. In base ad un’intervista-video, una ragazza che deambula nel centro mostra i cartelli inneggianti la Russia su alcuni palazzi, focalizzando la tranquillita’ della zona, lo zelo di appartenere alla Russia da parte della popolazione urbana, binariamente al fragore in sottofondo di spari non eclatanti che eludono il centro ma da otto anni si svolgono in periferia.

In base a tali dichiarazioni la persona in questione alludeva alla presenza di cecchini ucraini finanziati dal connubio Europa ed America che prendevano di mira civili e perfino bambini in una serie indefessa di omicidi, la cui interruzione odierna viene accolta con gaudio e soddisfazione. Soddisfazione rintuzzata dalla parte periferica di Kiev le cui ambizioni separatiste sono forieri di squilibri internazionali e disagi economici per l’Europa.




Corruzione sistemica: stilettata alle multinazionali italo-americane del giurista Mattei

Enrico Mattei, encomiato giurista italiano pasionario sui temi della Costituzione non si esime dallo scagliare dardi contro l’amministrazione politica italiana relativamente le decisioni definite strampalate sulla pandemia, e binariamente sulle tensioni belliche che infiammano in terra russa ed Ucraina. Dal palcoscenico di una seguita trasmissione politica de “La sette” il professore presso prestigiosi atenei anglosassoni sedicente impegnato politicamente da sempre, indica nei conflitti d’interesse a carico delle multinazionali farmaceutiche euro-americane, la nemesi della classe media italiana e di quella degli impiegati subordinati a mesi di stagnazione economica causata dai blocchi sanitari del commercio, delle attivita’ ricettive, con gabelle crescenti e mancata ammissione delle responsabilita’ associate al diniego nella diffusione di terapie domiciliari; nonche’ al diniego politico di far pagare ad Amazon e similari, l’ammontare degli introiti racimolati in Italia, presso l’erario nazionale. Da qui la stilettata del professore torinese teorico della resistenza al capitalismo odierno, verso gli italiani incagliati in un sistema di corruzione sistemica. L’intellettuale enfatizzato dai media interni al web e riapprodato nei programmi televisivi piu’ celebri, ha enfatizzato la totale impotenza della politica italiana dinanzi alle prescrizioni delle oligarchie finanziarie che ormai utilizzano i parlamentari per deliberare proprie decisioni e stipulare contratti capestro per l’Italia e gli italiani. Uno di questi per Ugo Mattei consiste nei vaccini pandemici obbligatori da acquistare, nell’adozione dei derivati finanziari per alcune fattispecie di finanziamento inerenti Pnnr e finanziamento dei comuni. Cosi’ Mattei focalizza il ruolo di Bill Gates superiore a quello di un capo di stato, e quello delle multinazionali che figurano piu’ potenti degli stati.

Per Ugo Mattei le responsabilita’ dell’ossequio politico alle multinazionali nonche’ al rispetto dell’agenda di enti sovranazionali per l’Italia, non e’ responsabilita’ di Draghi e dei suoi seguaci bensi’ di un sistema di corruzione sistemica pianificato da decenni che ingabbia la volonta’ dei politici, degli imprenditori, dei meri giornalisti, facilmente ricattabili dal punto di vista economico.

L’intellettuale Mattei infine ha mosso la sua invettiva, cui fa reiteratamente riflesso il segretario del partito dei comunisti italiani Rizzo, anche contro i social, che hanno assunto uno strapotere in grado di condizionare il lavoro e tacitare nonche’ emarginare, addirittura il presidente degli Stati Uniti d’America come Trump, reo di difformita’ alle regole di comportamento imposte dai social media medesimi. Cosi’ lo sfogo, con gli astanti sgomenti, confluisce nell’obbligatorieta’ di presenza sul web, con i costi connessi, da parte dei professionisti esposti altrimenti all’oblio sociale ed economico. Sebbene Mattei non si sia mai professato no-vax ci tiene a ribadire l’esigenza della riaffermazione della Costituzione in ogni spazio di azione, ed a fare la fronda alle prescrizioni delle aziende dei social, in quanto fondate su una giurisdizione privatistica di per se’ antitetica al sommo ente regolatore delle leggi italiane.

https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/cravatta-blue/

Sulla questione bellica che attualmente coinvolge l’Italia nello scenario russo per le divergenze sull’Ucraina, il professore di diritto succitato caldeggia pubblicamente l’uscita dell’Italia dalla Nato, per una questione di sopravvivenza e convergenza con la Costituzione: infatti secondo tale documento l’Italia ripudia la guerra in ogni sua forma, ed in caso di conflitto con Putin sarebbe la prima pedina a cadere deflagrata dai missili atomici provenienti da Mosca. Infatti il Bel Paese e’ sede principale in Europa, dell’arsenale americano ed europeo con la Nato, nonche’ dei sistemi di sicurezza, controllo ed attacco militare.

Aleggiano molte polemiche, sull’abbrivio di Mattei ed intellettuali con esso schierati come Cacciari, Sgarbi ed il celebre storico Barbero, riguardo la tensione in Russia, la stigmatizzazione del popolo restio alla vaccinazione pandemica, a quelli impegnati in attivita’ di impresa e gli impiegati; contro le mosse politiche che vedono il Bel Paese non tutelare efficacemente il proprio tessuto industriale e del lavoro, che comportano incertezza legale, arretramento economico e sottomissione a multinazionali ed Ong estere.