
Cina chiede 300 miliardi a fondo Rotschild
Sebbene si stia parlando su fonti private, media indipendenti e canali personali di diaspora di aziende e multinazionali dalla Cina, non e’ molto specificato il motivo che impressiona specialisti ed investitori relativo alla Cina: l’ammanco di trecento miliardi di euro dal fondo di investimento immobiliare cinese “Evergrande”, creato e promosso da Vanguard. Vanguard e’ un fondo di capitali appannaggio della famiglia all’acme del capitalismo finanziario globale, ossia i Rotschild, che sono azionisti di riferimento in Vanguard. Vanguard a sua volta, risulta principale “proprietario” di Blackrock che e’ definito il maggiore fondo di investimento al mondo. In Blackrock si assiepano gli investimenti dell’altra grande famiglia apicale nella finanza internazionale: i Rockfeller. Vanguard e Blackrock controllano il 90% delle aziende piu’ imponenti al mondo, ovvero lo Standard and Poor statunitense che rappresenta l’anima di Wall Street con il Nasdaq.
La Cina per salvare se stessa ed il mondo intero necessita di 300 miliardi da ricavare senza debiti per il mondo delle nazioni e dei popoli; in alternativa la peggiore recessione mondiale si innalzera’ come un drago che risucchiera’ il mondo delle grandi aziende travolgendone le piccole.
Riguardo Evergrande ed il possibile collasso di Vanguard e Blackrock si innesta un tema cruciale del futuro finanziario e monetario: la necessita’ di emettere moneta per tutti, multinazionali, stati, privati, aziende, senza debiti o con debiti facilmente estinguibilo dalla discrezionalita’ statale, oppure continuare il contemporaneo ciclo economico in cui soggetti privati svolgono le veci statali gravando di debiti irreversibili se stessi e la collettivita’.
Si vocifera che Apple stessa stia sloggiando dalla Cina, che Huaiwei si trovi in una fase di stallo, che Deutche bank sia sepolta di debiti e che il valore di opulenza fittizia a livello mondiale, superi di gran lunga le riserve auree e quelle di valore aggiunto.
Le banche italiane hanno eluso le macrocrisi finanziarie recenti per mezzo dell’obbligo costituzionale di non cedere alla speculazione finanziaria e per il sistema econimico nostrano plasmato su uno stato ed una banca statale garanti del debito e dello sviluppo.