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Commissario europeo richiama i governi

Giu 09 2022

Commissario europeo richiama i governi

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Smith, dallo stallo della Commissione europea nelle veci di tecnico e perito di politica ed economia, esorta ad adeguare ogni tipo di emolumenti all’inflazione per rintuzzare la ventura disfatta economica che sferzera’ il mondo finanziario, industriale e professionale. Quanto alle politiche di welfare, spiega che “la Commissione sta preparando per questo autunno una proposta di raccomandazione per il reddito minimo, con alcuni standard e alcune regole” ma il problema è che “il reddito minimo non risolve da solo il problema dell’occupazione. Aiuta chi ha perso il lavoro o non riesce a lavorare” ma “non li riporta automaticamente in attività. Occorre un forte aiuto e sistema per ricondurti sul mercato”: “È questione di formazione e reskilling”. Per rispondere alla crisi, sono necessarie soluzioni combinate: “Aumento dei salari con qualche aiuto dal punto dei vista del sostegno sociale e anche qualche aggiustamento fiscale. La giusta soluzione sarà una sorta di cocktail fra tutto questo”, conclude. Un invito simile a quello del commissario Schmit è arrivato la scorsa settimana dalla capo economista del Fondo monetario internazionale Gita Gopinath. Parlando dal forum di Davos l’economista ha insistito sul fatto che i salari non dovrebbero essere ridotti in valore reale per il timore di una spirale salari-prezzi. Gopinath ha affermato che potrebbe invece configurarsi una condizione in cui i salari salgono e i prezzi no mentre i profitti aziendali potrebbero ridursi. Cosi’ va in scena un agone oramai globale tra due concezioni antitetiche di economia, quella plasmata sui bisogni delle aziende e degli stati che vorrebbero stare sempre in attivo di bilancio, e quella incentrata sul potere di acquisto dei privati ed i dipendenti propedeutico ad un innalzamento della domanda interna teleologica ad una crescita del pil e di conseguenza ad un indebitamento maggiore dello stato.

Maggiore e’ la opulenza privata maggiore risulta il debito pubblico con cui si pagano i servizi pubblici e le infrastrutture; minore e’ la capacita’ di acquisto collettiva migliore risulta il bilancio pubblico, giacche’ lo stato spenderebbe in modo minore per la garanzia di servizi pubblici, infrastrutture, facendo tuttavia ricorso ad una tassazione superiore ed anche a prezzi maggiorati, in modo diretto ed indiretto.

In Italia e’ risaputo quanto l’intervento di tecnici come Dini nel ’92, abbia bloccato l’adeguamento salariale e pensionistico all’inflazione erodendo cosi’ stipendi e pensioni; Ciampi e Draghi antecedentemente hanno attuato una divaricazione tra Banca d’Italia e Ministero del tesoro che ha causato una mancata garanzia pubblica sul debito che e’ stato offerto a fondi d’investimento e banche speculative forestieri che ne hanno preteso interessi sempre piu’ alti e cronici. Monti per suo conto ha immesso nella Costituzione il pareggio di bilancio che obbliga lo stato a non spendere piu’ di quanto incassa per i cittadini. Draghi oggi sta concretizzando una messa sul mercato di beni pubblici per garantire il debito, cosicche’ lo stato risulta sempre scarno dal punto di vista monetario, a detrimento di servizi pubblici e grandi investimenti alla stregua del famigerato “Ponte sullo Stretto”.

Oggi Dini, Monti e Draghi risultano all’apice delle cariche pubbliche a livello nazionale ed internazionale mentre il calo del potere di acquisto italiano risulta irrefrenabile.

A proposito del reddito universale in procinto di essere elargito, spauriscono gli obblighi richiesti in cambio, alla luce di una recisione dei prestiti bancari ed un aumento dei tassi di interesse gia’ in corso.

Frattanto il prezzo dei carburanti e’ tornato a quota due euro nel pieno di una guerra silente contro la Russia in cui il Copasir sta indagando in maniera asintotica, i canali Telegram e le fonti di diffusioni altre in cui si esprimono i maggiori opinionisti definiti filorussi, e provenienti dal mondo accademico, politico, giornalistico, economico, industriale.

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