Difendersi dalle carte di credito per la libertà

L’epoca odierna è contrassegnata dalla schiavitù del debito privato, oltre che pubblico, la quale destabilizza i cittadini a causa del suo peggior strumento di accordo, ossia il consumismo assieme al commercio elettronico. L’appropinquarsi dell’era basata sulla moneta digitale intricata all’identità digitale, comporta la consapevolezza collettiva nello svincolarsi dal dominio degli acquisti smodati sulla rete e dell’illusione di credito infinito dato dalle carte di credito.

Siccome le carte di credito si imperniano sui debiti privati reiterati ed inestinguibili, la salvezza individuale passa da una forma di autodisciplina che comporta l’esborso di cifre per gli acquisti, che siano visibili e reali, anzichè immaginari e virtuali come quelli delle carte di credito o dei sistemi debitori con interessi cui si esorta ogni cittadino ad adottare. Sarebbe mirabile il sistema di carte di credito e debiti contratti per acquisti molteplici, se i soldi fossero orbati dal lavoro e “regalati”, ossia accreditati da un ente pubblico erogatore come sostegno al commercio. Siccome tuttavia ogni debito si innesta su privazioni e sacrifici individuali che esauriscono e schiavizzano, in più il controllo dei debiti rimane privato, scongiurare l’ausilio di debiti e soldi dati a strozzo con carte virtuali, diviene primario. Infine l’identità digitale e la valuta digitale non dovrebbero essere centralizzate in mano privata, nè avere il potere di bloccare eventuali diritti sociali e soldi materiali, ai soggetti ritenuti da punire. La tendenza attuale va in direzione dell’accentramento del potere finanziario e di controllo comune, in mano a masnade di sfacciati e coriacei soggetti privati. Dunque ridimensionare il commercio individuale su internet, spendere solo soldi di cui si dispone scevri da debiti e non fornire i propri dati personali a nessuno, rientra nell’opera di salvataggio umano, oggi aborrito dallo stato.,,