Dove finiscono i btp e lo spread

L’Italia dal dopoguerra non ha mai sofferto di problemi finanziario-economici sistemici; i siddetti difetti strutturali dell’Italia, denunciati da politicanti e loro promotori di ambito finanziario e grand’industriale, non sarebbero altro che un sistema di sviluppo e societa’ socialista, odiernamente attentato da oligarchie finanziarie per impadronirsi direttamente o indirettamente, di beni pubblici e ricchezza privata dell’Italia.

L’Italia detiene ancora il miglior sistema ospedaliero, universitario, scolastico, grand’industriale pubblico al mondo. L’Italia possiede il principale patrimonio immobiliare privato del mondo, alla stessa stregua della migliore compagnia aerea di bandiera pubblica del mondo, con il marchio Alitalia piu’ riconosciuto del globo.

L’Italia e’ il principale acquirente europeo di automobili, per cui si deduce l’affastellamento di pubblicita’ televisive con macchine nuove; l’Italia e’ il paese meno indebitato dal punto di vista privato, d’Europa, nonche’ secondo paese al mondo per quantita’ di risparmi bancari, dopo il Giappone. Fabio Dragoni al tal proposito alludeva a quanto antecedentemente la macrocrisi del 2008 gli operatori finanziari facessero di tutto per finanziare mutui agli italiani, giacche’ la capacita’ di restituzione dei prestiti per l’Italia, era superiore al mondo intero. L’Italia fino a un paio di decenni fa manteneva la posizione migliore secondo le agenzie di rating, ossia tripla A come gli Stati Uniti d’America, con la lira come riporta il giornalista d’inchiesta Francesco Amodeo, incoronata migliore valuta mondiale.

Per ottenere un potere economico privato per quella che era la nazione con il principale numero di arterie stradali al mondo, il debito dubblico era alto ma grosso modo quanto gli antisocialisti Germania, Francia ed Inghilterra, riguardo l’Italia; tuttavia l’Italia garantiva il debito venduto ed invenduto con il possesso della propria banca centrale, emittente di moneta in fasi di stallo, e incassatore di aumenti fiscali in periodi di inflazione.

Da quando l’Italia e’ confluita dapprima nello Sme ed in seguito in Europa, inibendo la funzione di garanzia verso il debito e la crescita, della Banca d’Italia, ogni italiano ha perso piu’ di trentamila euro come affermano esimi economisti del calibro di Valerio Malvezzi, Alberto Micalizzi e Guido Grossi; oggi l’Italia e’ in stagnazione permanente e fronteggia lo spauracchio dello spread, che prima era per lo piu’ inesistente-lo spread in America e’ di gran lunga superiore all’Italia-.

Oggi i titoli di stato italiani sono di fatto i piu’ richiesti di Europa per mezzo dell’elevato tasso d’interesse che conferiscono; oggetto di speculazione per consentire a Germania e Francia di mantenere bassi i tassi d’interesse dei loro titoli pubblici ed avere sempre una dovizia di liquidita’ in cassa. I btp italiani sono acquistati per diritto di prelazione, per lo piu’ da banche oriunde e fondi d’investimento che, in manfrine occulte, fanno peggiorare il rating italiano per acquistarne maggiormente ad un prezzo ribassato ed un interesse rialzato.

Le riforme strutturali prescritte dall’Europa verso l’Italia, si palesano in privatizzazioni di ospedali, universita’, scuole, spiagge, multinazionali pubbliche come Leonardo oltre che incremento dell’imposizione fiscale e cesura di emolumenti, pensioni e prestiti bancari. Insomma si mira ad un fallimento controllato e non contagioso dell’Italia, in grado di annichilire il volano dell’Italia consistente nel sistema economico e sociale di tipo socialista.

Con la rivalutazione immobiliare derivante dal bonus ristrutturazioni, i banchieri euro-americani preconizzano per gli italiani costi di mantenimento domestici crescenti, propedeutici alla vendita di tali immobili presso banche private, fondi speculativi forestieri che mirano all’impossessamento delle ricchezze italiane ed al prelievo sui conti correnti. Siccome le banche italiane di pregio sono tutte in mano a fondi e finanzieri esteri, non possono svolgere piu’ funzioni di salvaguardia pubblica; mentre la quota di titoli pubblici in mano agli italiani, e’ crescentemente inferiore, in spregio alla Costituzione garantista ma anche alla possibilita’ offerta ai tedeschi, di far acquistare i titoli pubblici invenduti, dalle loro banche “fintamente” private.

Ancora sono vietati per imposizione europea, gli aiuti di stato ad aziende macroscopiche private in Italia, a differenza di Pegeout-Citroen e la stessa Volkswagen in merito a cui gli italiani lodano la sequela di nuovi modelli che Fiat non produceva, omettendo il dato che tali marche francesi hanno inglobato Fiat. Intanto Vivendi’, azienda di telecomunicazioni francese, possiede la maggioranza di Telecom a dispetto del dovere di mantenere italiana la principale azienda telefonica europea, e ancora in Francia fu liquidata Mediaset che assunse la maggioranza della principale industria televisiva. Vivendi’ medesima mira ad inglobare Mediaset in modo reiterato nel silenzio dello stato e della pletora di giornalisti antitaliani con la scusa di essere antiberlusconiani. Nel frattempo la principale industria siderurgica europea, Ilva, giace sotto il controllo della Francia, a sua volta controllata da Jp Morgan.

Con la scusa che vi sarebbe penuria di liquidita’ per sollevare imprese e privati oberati da debiti, Covid, tasse e dispersione di clienti, i btp per gli italiani vengono sempre bloccati nella offerta senza assecondare tutta la domanda. Nel 2020 il btp agli italiani si blocco’ ad 80 miliardi rispetto la richiesta di 400. Con il teorema che attesta quanto un euro investito diventi quattro euro, quattrocento miliardi raggranellati in Italia e reinvestiti in Italia, avrebbero portato 1600 miliardi di liquidita’ durante il Covid, rispetto il pil italiano di duemila e dispari miliardi. Cosi’ senza debiti esteri l’Italia avrebbe rinnestato la propria economia in fase di Covid, tornando ai ritmi di crescita antecedenti il Covid.

Il prelievo dai conti correnti italiani per entrare nell’euro, e’ stato dichiarato pleonastico dal professor Rinaldi, giacche’ l’Italia continuava ad essere il paese piu’ facoltoso d’Europa, e nonostante la promessa di restituzione, gli italiani non sono mai stati rimborsati di tale latrocinio.

Il finanzialista e commercialista Valerio Malvezzi, infine, attesta quanto dall’ingresso in Europa l’Italia spenda per i suoi abitanti meno di quanto incassa con il gettito fiscale e, con tale processo, ha pagato di interessi sul debito pubblico, una cifra maggiore del debito pubblico stesso.

Riguardo infine la paventata e decantata volonta’ ed azione degli italiani di evadere le gabelle statali, l’Italia tutti gli anni secondo il professor Malvezzi, incassa con le tasse una cifra maggiore del proprio fabbisogno per cui va in avanzo primario, tipico dei paesi con grande capacita’ di crescita.

Fermare a suon di legge, i sostegni bancari alle piccole e medie imprese, rappresenta un’ennesima mossa anticostituzionale europea, che teme lo sprapotere imprenditoriale, scientifico e creativo, delle flessibili e qualitative imprese italiane, in grado di ridimensionare le multinazionali che puntano alla confisca dell’Italia.

Le agenzie di rating tutte estere, deputate a far fallire o meno l’Italia con la valutazione dei titoli pubblici, agiscono in pieno conflitto d’interessi, in quanto private, obbligando l’Italia a non affidare le proprie capacita’ finanziarie, ad un’agenzia di stato che, binariamente allo stato, garantisca gli investitori come un tempo. L’Italia di Craxi fece richiesta di ammissione nel G4 al posto di Russia o Francia, e sarebbe li’ il consesso dove di diritto dovrebbe stazionare… https://www.facebook.com/marketplace/item/210286617009465/