Francia e Italia in guerra

Ogni cosa grande necessita di grandi menti e “grandi braccia” alle spalle, ecco perchè l’Italia non è stata in grado di ottenere ciò che merita, sul piano internazionale, a partire dal Fascismo. L’allusione al fascismo deriva dalla incapacità di dimenticare il marchiano errore di valutazione mussoliniano, di puntare sul “cavallo sbagliato”, per conquistare l’impossibile. Tanto più se si pensa che dopo il secondo conflitto mondiale del novecento Libia, Eritrea, Somalia, Albania, Istria, Nizza, perfino Montecarlo, non afferiscono più a Roma. Uno svarione manageriale di Mussolini, ha così reciso la sfera di influenza globale dell’Italia, ed oggi assistiamo ancora ad un’occulta guerra franco-prussiana ai danni dell’Italia; lo si evince dalla detronizzazione unilaterale di Gheddafi, operata dai francesi in antitesi ai trattati europei. E le conseguenze di ciò, per l’Italia, si sono esplicitate attraverso l’invasione di clandestini, e sopratutto la perdita di commesse multimiliardarie in Libia ai danni di imprese nostrane. Commesse tra l’altro già approvate dall’amministrazione di Gheddafi, ed ora affidate alla Francia in binomio con la Germania.

Per fortuna il management amministrativo attuale ha costretto Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Malta, ad accettare equamente le quote di profughi approdati sulle coste europee/italiane. Ma questo deve rappresentare solo il primo passo, dopo la svendita di hub italiani per asili a favore delle persone sfuggite alle polveriere africane, operazione fatta in cambio degli ottanta euro mensili agli italiani, al fine di posticipare l’avvento al potere del movimento cinque stelle..

Tornando ora al principio del discorso sulle “grandi menti e le grandi braccia” è opportuno per l’Italia, portare in Europa propri rappresentanti che sappiamo lavorare e porsi binariamente per salvaguardare gli interessi italiani, senza danneggiare quelli europei, al fine di rafforzare il traballante percorso europeista.

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