Napoli riparte contro i dpcm

L’ideazione a San Giorgio a Cremano, provincia piu’ depauperata della gia’ collassata ex capitale del Regno delle 2 Sicilie, l’obiettivo una pacifica ma accorata fronda al sistema politico globalista che impone l’agenda politica in Italia: Napoli ospitera’ una manifestazione multistrato, iterata, fissa, contro le misure liberticide causate dal Covid 19, che obbligano al lockdown ed ai licenziamenti massivi, specialmente al Sud.

Francesco Oliviero, attivo ed impegnato nell’ambito della Curia napoletana, nel settore del volontariato, sara’ alla Riviera di Chiaia assieme a personalita’ di spicco della societa’, come Tarro, Bacco, Francesco Paolo Tondo, giudici, commissari di polizia, impiegati, avvocati, medici ed imprenditori, ma sopratutto lavoratori e disoccupati che chiedono giustizia: una giustizia politica che sferzi le chiusure forzate delle attivita’ produttive e ripaghi la forza produttiva degli emolumenti negati; Francesco Oliviero, Roberto Nuzzo, Don Patricello, Angela Maria Tiberi, i rappresentanti delle associazioni del territorio per la tutela della Terra dei fuochi, si metteranno sul solco della prima rivolta del nuovo ciclo anti-chiusura totale di Napoli, ma con l’intento di dar voce agli ultimi; sono i lavoratori del Gambrinus in cassa integrazione permanente che esortano degli atti di tutela e di tornare al lavoro, da parte dell’esecutivo. La manifestazione pacifica in questione vuole caldeggiare sulla ripresa del sud e dell’Italia ma anche sulla centralita’ del lavoro e dell’informazione veritiera. Proprio in relazione all’informazione veritiera i relatori Tarro e Bacco si addentreranno nella composizione e dinamiche della pandemia e del paventato virus per rasserenare il popolo, e sostenerlo nella autotutela economica, assieme a quella sanitaria.

Gli organizzatori della manifestazione di Napoli, si ripromettono di replicare ed arricchire in Italia, la strategia e i risultati dei Gilet gialli in Francia, i quali con pacifismo e costanza, seppur offuscati dai media, stanno sensibilizzando la Francia ed il mondo sul tema cruciale del diritto al lavoro, binariamente alla difesa dalla globalizzazione e dalla politica predatrice che impone gabelle e non sostiene i redditi.

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