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Gran Bretagna-Italia: fallimenti contemporanei

Set 15 2022

Gran Bretagna-Italia: fallimenti contemporanei

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MakeUK, il gruppo di lobby per le fabbriche britanniche, ha affermato che quasi la metà dei produttori ha registrato un aumento delle bollette elettriche di oltre il 100% nell’ultimo anno.

“L’attuale crisi sta lasciando le aziende di fronte a una scelta netta”, afferma il rapporto. “Tagliare la produzione o chiudere del tutto il negozio se l’aiuto non arriva presto.” Bloomberg e’ apodittico nel descrivere l’attualita’ industriale europea: le fabbriche britanniche affrontano l’inverno più cupo dagli anni ’70. La prospettiva fallimento annette sei fabbriche su dieci in Inghilterra, Scozia ed Irlanda, con dati maggiori che coinvolgono l’Italia, deittica di imprese individuali, di cinque/sei persone ed in maggioranza otto/dieci dipendenti.

Julian Harris allude un sondaggio che mette a nudo l’entità della crisi che dovrà affrontare il prossimo primo ministro e che riscontra un’astensionismo politico in ascesa, lo scetticismo di imprese e lavoratori nonche’ la rassegnazione ad una situazione di penuria ed ingovernabilita’ del Regno Unito.

Il governo è sottoposto a forti pressioni per annunciare un pacchetto più ampio di sostegno per aiutare i consumatori e le imprese a far fronte a un aumento senza precedenti dei costi energetici globali.

Il settore industriale britannico è già in declino, secondo un indice dei responsabili degli acquisti pubblicato questa settimana da S&P Global. Il sondaggio di MakeUK ha affermato che il 13% delle fabbriche ora ha orari di apertura ridotti o sta evitando i periodi di punta, mentre il 7% sta interrompendo la produzione per periodi più lunghi.

“Il nuovo governo ha bisogno di un’azione di emergenza”, ha affermato Stephen Phipson, amministratore delegato di MakeUK. “Siamo già in ritardo rispetto ai nostri concorrenti globali”.

In Italia i produttori di energia e gli intermediari del caso si stanno confrontando quotidianamente, alla luce di condizioni commerciali che vedono una recessione dei consumi, una dovizia di chiusure, licenziamenti, proteste per gli aumenti immani dei prezzi correlati ai produttori ed ai consumatori. Ma l’inflazione non cala ne’ gli ausili economici tangibili per acquirenti ed imprenditori, si notano. Frattanto in Italia si riscontra la necessita’ di spesa giornaliera di 100€ per un tenore di vita ben dignitoso, in seguito all’ultimo lustro che ne richiedeva 50, di euro. Il governo dimissionario italiano sta concretizzando un piano di spalmaggio delle bollette energetiche anche per le famiglie, a causa dei costi crescenti di ogni bene ed i limiti permanenti all’utilizzo dell’Helicopter money anche per fabbriche e consumatori: misura, quest’ultima, adottata verso le banche ed auspicata dal senatore Paragone del neonato movimento Italexit, sedicente “antisistema”. Fette quotidianamente maggiori di attivita’ italiane, peculiarmente situate in provincia, continuano a mantenere orari di apertura serali o finesettimanali, con inoltre luci affievolite ed insegne scure.

La cassa integrazione si incomincia a materializzare per le aziende principali e la precarieta’ del lavoro altalenante a chiamata, torna a titillare l’ossatura delle piccole societa’ italiane. Cio’ mentre l’artigianato figura in crisi e gli emolumenti dei dirigenti delle forze dell’Ordine, dei principali enti amministrativi, si appresta a fendere nuovamente il tetto a duecentoquarantamila euro lordi l’anno.

Il segretario di Italia Sovrana e Popolare, Marco Rizzo smaccatamente comunista, caldeggia con vigoria il progetto duplice di uno sgravio fiscale cospicuo per le fabbriche e l’aumento delle pensioni di invalidita’, a mille euro netti.

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