Il guinness dei primati di Gaudi’

Diventa molto utile alla collettività, fuoriuscire dal “vaso” di autoreferenzialità in cui ci si sente più importanti, a proprio agio, nonchè meglio accolti. Ne vale della sopravvivenza agli attacchi esogeni così come del mantenimento dell’umiltà.

Antoni Gaudì è un artista di spessore e grandezza forse insuperate nella storia, oltre ad avere le stigma di santità proposte dal Vaticano. E sopratutto oltre ad essere asceta, il Gaudì, e’ un architetto, quindi non proprio un artista in senso stretto.

Nato nella metà del diciannovesimo secolo, Antoni Gaudì possiede un primato artistico consistente nella promozione di ben sette tra le sue creazioni, a patrimonio Unesco dell’umanità.

È stato un epigono forse del modernismo e del neogotico ma sopratutto un genio poliedrico, il Gaudì, che sintetizzava in un connubio perfetto le doti artistiche, scientifiche, architetturali e politiche, culminate nella edificazione della Sagrada Familia, cattedrale mastodontica e troppo ambiziosa, della facoltosa Barcellona. Tanto ambiziosa da non essere ancora terminata, nella cattedrale catalana si raffigura l’universalità artistica nella religione occidentale: questo succede mediante sculture, costruzioni, immagini, che si ispirano alle correnti artistiche più variegate ma anche più disparate sul piano territoriale; cosi’ il neogotico europeo si infrange con sculture di matrice araba, moresca, orientaleggiante simil Cina e India in un apoteosi di creatività e ricercatezza geometrica, nonchè di evolutissimi materiali da costruzione.

Gaudì pur laureandosi con forte ritardo, si imbattè durante un’ esposizione parigina, nel suo mecenate aristocratico, tanto raffinato, sensibile e liberale, quanto facoltoso ed anticonformista.

Fu con queste premesse che Gaudì diede libero sfogo al proprio genio disallineato con il manierismo artistico e quello dogmatico dell’università. La cripta della casa del suo mecenate ed altri lavori privati domestici, rappresentano infatti parte delle opere più rappresentative della qualità artistica dello spagnolo. Il quale si dedicò alla costruzione della cattedrale più importante di Spagna, ritirandosi dalla vita sociale e sposando uno stile di vita frugale ed ascetico, già sperimentato da giovane, allorchè a causa dei reumatismi i preti che lo crebbero lo curavano con cibi e bevante semplici, e pozioni alchemiche.

Gaudì era un grande scultore ed incisore, che si prodigò nella creazione di nuove tecniche di scultura ed incisioni, tra cui quella di iperbole elicoidale, dove si spezzava la tradizione architettonica fondata sulla geometria euclidea: lo spagnolo creava oggetti e costruzioni fluttuose, mai rigide, con forti richiami naturalistici e linee quasi neogotiche ma dinamiche nelle forme. Inoltre la luce, emblema di brio e bellezza divina, veniva massimizzata nelle case e chiese Gaudiane, anche con l’invenzione di materiali vitrei a diverse modulazioni cromatiche.

La cattedrale della Sagrada Familia non è stata completata dal Gaudì, a causa della inopinata sua morte dopo essere stato investito da un tram, e non riconosciuto per la sua similitudine totale ad un povero e trascuratissimo uomo.

Gaudì è sepolto all’interno della sua maggiore e più universale tra le “creature”, e va affermato quanto fosse stato l’unico, tra i maggiori esponenti moderni delle arti, ad aver accorpato con maestria e deontologia religiosa, tutte le diversità e le peculiarità della storia umana globale, in un’unica, mastodontica e sacra opera di culto e di pace…