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Italia: pericolo morte demografica

Dic 28 2022

Italia: pericolo morte demografica

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Di Rita Lazzaro

L’Italia non è un paese per giovani.Verità amara e che tende sempre più a degenerare. Infatti secondo l’Istat nel 2021 sono nati solo 400.249 bambini, l’1,1% in meno rispetto all’anno precedente. E, in base ai dati provvisori di quest’anno, la tendenza sembra confermata

Le nascite, in Italia, continuano a diminuire: nel 2021 sono nati solo 400.249 bambini, l’1,1% in meno rispetto all’anno precedente (-4.643), secondo i dati del rapporto «Natalità e fecondità della popolazione residente – Anno 2021» dell’Istat. Dal 2008 ad oggi le nascite sono diminuite del 30,6%.

Una situazione disastrata che sembra confermata anche per quest’anno: in base ai dati provvisori di gennaio-settembre, sono nati circa 6 mila bambini in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. Secondo l’Istat, questo calo è dovuto quasi completamente alle nascite da coppie di genitori entrambi italiani.

D’altra parte, il numero di donne italiane tra i 15 e i 49 anni (la fascia di età considerata fertile) è in diminuzione costante: se le baby-boomer, nate tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta, sono quasi completamente uscite dalla fase riproduttiva, le generazioni più giovani pagano il «baby-bust», vale a dire la fase di forte calo della fecondità del ventennio tra il 1976 e il 1995, che ha portato al minimo storico di 1,19 figli per donna nel 1995. Questo effetto era stato attenuato, a partire dagli anni Duemila, dall’immigrazione, che aveva incrementato il numero di giovani. Ma, adesso, sta invecchiando anche la popolazione straniera residente.

I concepimenti si sono significativamente ridotti anche a causa degli effetti delle ondate della pandemia. E, se all’inizio del millennio, il calo della natalità riguardava soprattutto i figli successivi al primo, adesso i dati dimostrano che le coppie, soprattutto quelle più giovani, hanno difficoltà anche a formare una nuova famiglia.

Il Centro detiene il primato della denatalità complessiva (-34,3%) e dei primogeniti (-38,2%): l’Umbria presenta la diminuzione più accentuata (-36,7% nel complesso e -40,5% per il primo ordine). Anche le regioni del Nord registrano diminuzioni significative: il calo maggiore è in Valle d’Aosta (-42,6% e -48,4% per il primo ordine). La minore denatalità, che resta comunque elevata, si registra nelle Isole (-28,2% per il totale dei nati e -29,8% sul primo ordine) e soprattutto in Sicilia (-25,3% sul totale e -27,0% per i primi figli).

Fonte: Vanity Fair.

Una piaga sociale alla quale se ne aggiunge un’altra, sempre più concernente la sfera giovanile ossia il fenomeno dei cervelli in fuga.

In base agli ultimi dati aggiornati: su un totale di circa 7,5 milioni di laureati italiani, nel 2020 ne sono emigrati all’estero 31 mila (4,2 ogni mille laureati). L’incidenza raddoppia nella fascia d’età 25-39 anni dove, su 2,6 milioni di laureati, ne sono emigrati quasi 23 mila (8,6 ogni mille).

Colpa dei giovani che non vogliono prendersi alcuna responsabilità nel dar vita a una famiglia?Colpa dei giovani laureati che cercano di costruirsi un futuro dignitoso all’estero? Domande ovviamente retoriche visto che l’Italia è il paese in cui la politica, con tanto di appoggio dell’UE, si mobilita per salvare giustamente le vite in mare ma, nel frattempo, lascia naufragare il suo stesso Popolo, almeno i dati così dicono.

Ed è sempre quell’Italia il cui governo elogia il merito ma abbraccia il voluto silenzio nel vedere giovani con una o addirittura due lauree fare il concorso da netturbino o ricoprire il posto di bidello perché “almeno pagano”.

Una situazione a dir poco drammatica che conferma quanto sostenuto da Piero Angela, una mente che ha scritto la storia del giornalismo italiano: ” Il problema dell’Italia è un problema morale, che non si può risolvere in cinque minuti…

Non ci sono punizioni per chi sbaglia. E non ci sono premi per chi merita. Un paese così non può funzionare. È un paese morto” .

Perfino Elon Musk, uomo piu’ ricco al mondo e neoproprietario di Twitter, si e’ prodigato a favore dell’Italia rimarcandone l’esigenza di aiutarla per scongiurarne l’estinzione, mentre il professor Malvezzi attribuisce alle banche forestiere che operano in Italia, la politica e le multinazionali, la responsabilita’ di non far girare denaro nelle tasche dei giovani e dei lavoratori che, di conseguenza, non hanno le condizioni economiche sufficienti alla procreazione.

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