La crisi con le tariffe di 35000 lire divenute 75 €

Alla strenua ricerca di investitori pubblicitari per il quotidiano on line da 45000 visite mensili Adfnews.it mi sono imbattuto nel titolare della principale concessionaria pubblicitaria del meridione, il quale mi ha illustrato il fosco quadro dell’economia, delle tariffe e dei lavoratori italiani. Quest’agenzia che raccoglie pubblicita’ per il principale quotidiano e principale sito promozionale del sud esprimeva tutto il rammarico relativo alla cesura degli emolumenti concretizzata con l’innesto dell’euro al posto della compianta lira, ossia della vincitrice dell’oscar mondiale tra le valute miglior foriere di sviluppo: il socio di maggioranza della rinomata concessionaria pubblicitaria italiana affermava che si registra una latitanza quasi totale di investitori pubblicitari locali, in seguito al costo per inserzione lievitato da 35000 lire a 70 e poi 95€. Insomma il triplo del prezzo pagato in lire, allorche’ la concessionaria dell’intervistato macinava ricavi giornalieri da 3000€ ma in lire, con conseguenti licenziamenti e stallo commerciale. Da qui si deduce la dannosita’ di una valuta a tasso fisso come l’euro, gravato dalla perdita di emissione monetaria da parte dello stato italiano e dalla impossibilita’ per lo stato, di stimolare l’economia con gli introiti fiscali con i quali esso e’ costretto a pagare gli interessi sul suo debito detenenuto dai fondi di investimento oriundi e dalle banche commerciali, i quali hanno un diritto di prelazione verso l’acquisto di titoli pubblici.

A cio’ va aggiunto che, se in periodi di crisi monetaria le banche centrali emettono moneta propedeutica al sostegno economica, nel caso italiano la banca d’Italia e’ confluita nella bce, unica istituzione in potere di emettere moneta, a sua volta compartecipata in percentuali di maggioranza dai suddetti fondi d’investimento, banche commerciali ed agenzie di rating che impediscono la svalutazione dell’euro per scongiurare la recessione denunciata dal succitato concessionario pubblicitario; infine tali fondi d’investimento, banche commerciali ed agenzie di rating detentrici delle banche centrali europea ed americana impediscono anche l’emissione monetaria nei casi in cui gli scambi commerciali siano blandi dunque impossibile da recimolare imposte e la liquidita’ pubblica insufficiente a sostenere scambi, servizi pubblici ed investimenti.

La crisi economica e’ ravvisabile per l’Italia con l’introduzione di una moneta controllata all’estero, dal valore duplice rispetto alla lira, che dimezza gli stipendi raddoppiando i prezzi. Antecedentemente l’euro una macchina di valore medio-alto costava due anni di salario di un professionista italiano per cui non si ricorreva a continui finanziamenti e leasing come oggi, e per contro il commercio era vivido, lo stato meno indebitato e il lavoro maggiore con tasse minori, prezzi piu’ bassi e prosperita’ maggiore.

Finche’ le politiche economiche, amministrative, monetarie, lavorative, saranno decise da fondi d’investimento, banche commerciali e loro seguaci, le crisi come quelle attualmente in vigore in Italia, Europa ed America, saranno permanenti, e indefessi saranno gli artefici di tali realta’ degradanti. Urge una nazionalizzazione della infrastruttura bancaria, monetaria, valutaria e legislativa per l’Italia, che sottostia ai canoni della Costituzione. https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/