Nadal/nuotatore trans: dopo la sconfitta denuncia malore infiammando No-Vax; critiche sport Lgbt
Di seguito alla sconfitta contro il numero 20 del mondo “Fritz” nel torneo americano di Indian Wells il leggendario Nadal, nuovamente all’apice della classifica tennistica mondiale con il primato storico di titoli vinti, e’ apparso trafelato, affiochito, ammettendo di aver fronteggiato una intollerabile difficolta’ fisica sottoforma di ago nel petto che ne limitava la respirazione fino al soffocamento ed al corollario di riduzione dell’energia e tachicardia. Seppure complimentandosi con l’antagonista statunitense per la vittoria definita meritata, Nadal si e’ detto trasecolato ed estremamente preoccupato per le sue condizioni di salute inclinate e con una problematica mai riscontrata prima. Ha ammesso, il campione iberico che maggiormente ha vinto nella storia del tennis, di essere stato vittima in campo di una situazione analoga allo scoppio del cuore, per cui si concentrera’ nelle prossime settimane, sull’individuazione delle cause e le cure di questa stramba ed inusitata patologia. Secondo le prime anamnesi pare che Nadal sia incorso nella rottura da stress di una costola, che gli costera’ una prolungata sosta di oltre un mese per la cura, ma vedere per la prima volta questo coriaceo tennista in difficolta’ fisica, ha causato una reazione inconsulta nel mondo social, sopratutto all’interno dello schieramento “No-vax”. Ci si imbatte, a proposito della difficolta’ che ha fermato Nadal in modo prolungato, in reazioni e commenti che spaziano dall’amarezza ed il rammarico per il pericolo di interrompere la leggendaria carriera, al sarcasmo antivaccinale che allude lo stato di mirabile forma di Djockovic, espulso all’ultimo Australian Open in cui ha trionfato Nadal proprio a causa della mancata vaccinazione. Ma figura anche livore e rammarico, per coloro avversi al vaccino, per il nocumento potenziale al n3 del mondo ed a quello effettivo che viene accostato alla pletora di persone che hanno confessato gli stessi sintomi di Nadal. Si auspica e spera che il fenomeno del tennis contemporaneo non abbia riscontrato danni da vaccino anche se gli stessi scettici dei vaccini alludono alla cura ipotetica da fare, in caso di nocumenti post-vaccinali, con la esosa e non breve terapia sanguigna della chelazione.
Nella cornice sportiva, frattanto che il premier Draghi ha anticipato la possibilita’ di una quarta dose di vaccino Covid, molteplici personaggi come il medico radiato de Mari, deprecano la situazione di morti altalenanti in campo sportivo, nelle serie maggiori, in quelle cadette e nelle categorie di agonismo, che coinvolgono numerosi sportivi, molti dei quali costretti a precoci ritiri che vengono accostati ai vaccini. Cosi’ viene inquadrato anche il fenomeno crescente di miocarditi e pericarditi che ridimensionano le possobilita’ fisiche degli atleti, alla luce del ritiro di Geremy Chardy, altro grande tennista francese che ha manifestato gli stessi sintomi di Nadal. Sonny Colbrelli, ciclista, e’ stato vittima di un infarto durante il giro di Catalogna mentre un portiere sedicenne in Galles, e’ morto sul campo. In Malesia un arbitro e’ morto durante il lavoro, alla luce di fenomeni del genere verificati solo tredici volte in mezzo secolo.
Nello sport femminile, invece, alla luce della vittoria nel campionato americano di un transessuale nel nuoto, Lia Thomas che all’anagrafe risulta William Thomas, le atlete in gesto di protesta la hanno goliardicamente abbandonata sul podio dimostrando dissenso per l’esito impari della competizione. Cosi’ il famigerato Micheal Phelps e la tennista Navralitova, si sono scagliati contro la federazione statunitense che legittima la partecipazione dei transessuali alle gare femminili. Sulla base del fatto che la nuotatrice transgender antecedentemente gareggiava nella sezione maschile del nuoto, ma con risultati scadenti. In America per gli uomini con il desiderio di cambiare sesso, e’ consentito partecipare agli sport femminili solo con la terapia ormonale e poche altre soluzioni che secondo periti e colleghi, falsano i risultati a causa della prestanza fisica superiore negli uomini, rispetto alle donne, anche dopo trattamenti atti a uguagliarne le peculiarita’. Su questo tema cosi’ si e’ innestata l’invettiva di Trump dal fronte politico americano in grande fibrillazione, e di Giorgia Meloni che caldeggia per l’impossibilita’ degli uomini, nel partecipare a gare femminili nonostante l’avvenuto cambiamento sessuale. Discorso differente, ma all’epoca postulato da politici americani, per la tennista piu’ vincente del mondo e della storia Serena Williams, nemesi letale per la russa ex numero 1 al mondo Sharapova: alla Williams esperti come de Mari imputano effettive similitudini fisiche con gli uomini, che risultano irraggiungibili per l’orizzonte femminile; infatti la velocita’ di battuta di Serena Williams di 200 km/h e’ prettamente maschile in quanto a replicazione. Tuttavia sarebbe illegittimo impedirne, alla sorella di Venus Williams, le competizioni del caso, in quanto comunque donna dalla nascita. Infatti per quanto donna la maggiore tennista della storia ad ogni modo non riscontrerebbe, in quella maschile, una categoria paritetica siccme sarebbe ad ogni modo svantaggiata, giacche’ donna, sul piano della potenza, velocita’, resistenza.