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Napoli assume ma spara: orgoglio ed amarezza Clemente

Mag 20 2022

Napoli assume ma spara: orgoglio ed amarezza Clemente

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ASSUNZIONI ESCLUSIVAMENTE A TEMPO INDETERMINATO.

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È stato approvato all’unanimità, pochi giorni addietro, nella seduta del Consiglio comunale di Napoli l’ordine del giorno del giovane consigliere e delfino di de Magistris, Alessandra Clemente, che impegna l’amministrazione a portare in sede Anci la proposta per l’assunzione esclusiva di personale pubblico comunale con contratto a tempo indeterminato.

Il pubblico e le sue istituzioni devono porsi come argine alla crescente precarizzazione del mondo del lavoro, che con la crisi economica è tornato a essere un problema in ascesa, complice la crescita improvvisa dei contratti a tempo determinato e similari.

L’alternativa esiste ed è praticabile, come ha dimostrato negli ultimi mesi la riforma attuata dal governo spagnolo, su impulso della ministra del Lavoro Yolanda Diaz, che limita fortemente l’utilizzo di contratti a tempo determinato solo nei casi di picchi improvvisi di produzione, alla stagionalità e alle sostituzioni.

La manovra, approvata a Capodanno, ha fatto impennare i posti stabili, 700mila solo in aprile, il numero più alto di sempre.

Possiamo farlo anche noi, esclama la rinnovata consigliere antitetica al Patto per Napoli promosso da Draghi, e dobbiamo farlo partendo dal settore pubblico, partendo dal cuore di un impegno politico che ha radici di sinistra e si pone per incidere nel presente e nel futuro, per segnare concretamente un argine di indirizzo e combattere la precarizzazione del lavoro, l’assenza di lavoro per i giovani e per le donne, particolarmente drammatica al sud. Asserisce il politico napoletano.

Per incidere nelle vite dei nostri concittadini e dei nostri territori occorre uno sforzo ed un accordo unanime.

La gravità degli episodi di violenza a cui stiamo assistendo negli ultimi giorni ci mette di fronte, ancora una volta, alla difficilissima condizione sociale che attraversa la città di Napoli e che riguarda la gran parte dei territori e persone di tutte le età. Preoccupano in particolar modo le esplosioni di rabbia senza controllo, l’assenza di rispetto per l’incolumità e la vita del prossimo, specie nei giovani, a cui evidentemente come istituzioni dobbiamo rivolgere il nostro massimo impegno, continua Alessandra Clemente.

E’ fondamentale che le forze dell’ordine facciano sentire la loro presenza, per rassicurare la cittadinanza e per fungere da deterrente nei confronti di chi crede che tutto sia legittimo in città.

Ma non basta la repressione, il tema oggi è: di quali valori intendiamo, come comunità, farci portatori e come vogliamo che siano condivisi da tutti i napoletani? Se principi come legalità e rispetto non vengono sentiti come propri dalle persone, allora non possiamo pensare nemmeno che vengano messi in pratica, si amareggia la giovane politica dal folto seguito social.

‘Partiamo dai quartieri, dai luoghi delle istituzioni, investiamo nell’educazione, biblioteche, facciamo sentire lo Stato e le sue leggi come una presenza che migliora le vite dei cittadini”. In questo scenario in cui innumerevoli cittadini stanno espressamente rimpiangendo de Magistris.

La legalità può essere messa in pratica solo se si partecipa ad essa e non se viene calata dall’alto, aggiunge la Clemente suffragata proprio da de Magistris come candidata sindaco nelle scorse elezioni.

Si torna a sparare nella nostra città, Napoli, commentani in coro intellettuali e membri cardinali del tessuto produttivo partenopeo; “Tanto si ammazzano tra di loro…” NO! Non possiamo dirci ne civili, ne cristiani ne umani se ci diciamo questa cavolata, infiamma la consigliera pasionaria. La pena di morte così come non c’è nell’ordinamento, non può essere neanche consentito che ci sia tra camorristi, tra criminali. Per un “pregiudicato”. Si perché senza ipocrisia quando leggiamo “pregiudicato” pensiamo all’erba cattiva che si elimina da sola. E qualcuno esulta anche. Poi piangiamo l’innocenza, di chi viene attinto completamente estraneo, come Noemi, come Gigi e Paolo, come Genny, come Ciro, come Silvia, come troppi! Rimarca la fazione politica improntata sulla logica di de Magistris.

“Oggi piango l’innocenza di chi viene sfruttato, ingannato ed epurato da questo sistema, perché ignorante. Un esecuzione di morte a 28 anni!”. Rincara Alessandra Clemente.

Che lo STATO renda IMPOSSIBILE trovare un’arma a Napoli e nella sua provincia e che la POLITICA stanzi da Roma fondi per 1000 assistenti sociali, 1000 educatori, 1000 maestri entro ferragosto, 1000 strumenti di lavoro a magistrati e forze dell’ordine. Gia’ questo provvedimento si raffigurerebbe come anticamorristico, in modo fattivo, per il sud capeggiato da Napoli sul piano delle apparenti emergenze.

CULTURA BENE COMUNE non pare solo un fulgido motto per l’amministrazione comunale in cui staziona Alessandra Clemente, ospite al talk show su meridione, Europa ed Italia condotto dal direttore di Adfnews.it Francesco Paolo Tondo ed ivi trasmesso in prime time martedi’ prossimo.

Dal Palazzo delle Arti di Napoli parte un rinnovato percorso a salvaguardia del patrimonio pubblico della città: L’iniziativa “Cultura, bene comune?”, promossa recentemente è nata per sensibilizzare e accendere una luce sull’immenso potenziale che il patrimonio pubblico è in grado di mettere a frutto se offerto al buon lavoro della cittadinzanza attiva.

Organizzato e promosso insieme ad Elena Coccia, l’incontro culturale ha avuto Tommaso Montanari e Paolo Maddalena come interlocutori di un dialogo sul tema della cultura e delle città.

Sono state messe in evidenza proposte da mettere in campo per la gestione comune del capitale culturale napoletano, unico nel mondo per varietà e grandezza e da salvare da una possibile e sempre più concreta svendita e alienazione al capitale privato.

Ex vice-presidente della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena si conferma duro nei confronti di ogni forma di contrazione delle prerogative pubbliche sul patrimonio: “Una azione che contrasta con la Costituzione, così come la creazione di un ente privato ma fatto con soldi pubblici che si occupi di privatizzare i nostri beni”. Punto centrale – ha aggiunto il magistrato – ignorato dalla dottrina è che nell’ordinamento costituzionale non esiste solo la proprietà privata, come diceva il codice civile, ma la proprietà é sia privata che pubblica e quest’ultima non si può vendere e nemmeno dare in concessione perché si comprime il diritto del pubblico”.

Sulla preminenza del pubblico “distrutto da 30 anni di politiche neo-liberiste”, sono intervenute anche la senatrice Paola Nugnes e la deputata Doriana Sarli.

Napoli è stata la prima città in Italia ad aver istituito un Assessorato ai Beni Comuni per dare forza al tema delle forme d’uso del patrimonio per il prevalente interesse collettivo e nel 2011 ha modificato il suo Statuto Comunale per introdurre, tra le finalità, gli obiettivi e i valori fondamentali della città, la categoria giuridica del bene comune.

“Abbiamo un potenziale immenso che va salvaguardato, alla luce del dettato Costituzionale che le istituzioni devono favorire -l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà- e su questa base poggia anche la possibilità di una gestione condivisa e partecipata della nostra ricchezza storica”. Ha affermato il giurista napoletano sempre piu’ apprezzato e ricercato dall’opinione pubblica.

In collegamento il professore Tomaso Montanari, ha sottolineato come la cultura, nella sua accezione pubblica, debba rappresentare un volano per la città e la sua rinascita.

Tra i relatori sono intervenuti Enrico Paris del movimento dei professionisti dei beni culturali “Mi Riconosci”, Ettore Giampaolo di “Appello per il Rione Terra”, Vincenzo Benessere della Consulta Audit Debito e Risorse – Comune di Napoli, l’esperta di patrimoni pubblici e culturali Valeria Spinelli, l’avvocato Emanuele Petracca di “Attuare la Costituzione”, Ludovico Chianese dei Cobas, Irene Spasiano di “Riapriamo il Cimitero delle Fontanelle” e Daniela Wollmann, operatrice culturale.

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