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Omicidio Siani: ipotesi movente passionale

Giu 25 2022

Omicidio Siani: ipotesi movente passionale

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Alla luce del pantano che avvolge la questione della negazione di Nicola Gratteri a procuratore nazionale Antimafia, sono innumerevoli le iniziative popolari e comitative che si scagliano contro la malavita organizzata in tutta Italia, caldeggiando un fattivo ed efficace sostegno al magistrato meridionale e dalle affermazioni meridionaliste. Gratteri infatti ha sciorinato la convinzione di un completo revisionismo storico inerente l’Unita’ di Italia da un lato, e la costituzione delle mafie dall’altro. In dissenso con lo storico Alessandro Barbero artefice con Quark e media nazionali di smussamenti sui primati del Regno Borbonico, Gratteri ha enfatizzato la falsificazione dell’Unita’ d’Italia dal punto di vista degli intenti, dell’operato, dei latrocinii, delle conseguenze politiche, sociali, civili e culturali postseguenti. Ne’ ha mai omesso, Nicola Gratteri di recente aborrito per la carica di procuratore nazionale antimafia, il ruolo politico nella costituzione e consolidamento delle masnade malavitose. Fenomeno, la malavita organizzata, inizialmente sotto l’assoluto controllo governativo dal punto di vista dei rapporti di forza, che tuttavia e’ stato corroborato, manipolato e strumentalizzato per attuare un’annessione cruenta, annosa, occulta e totale, del Regno duosiciliano al regno d’Italia oberato da debiti contratti principalmente con l’Inghilterra, afferente tutt’ora ai principali banchieri ed enti finanziari del mondo. Gratteri di conseguenza diviene sempre piu’ scomodo tanto piu’ per l’intento di minimizzare il fenomeno mafioso e lo zelo dimostrato nel volerlo sradicare recidendo i gangli della politica con indagini ed arresti eclatanti.

Pino Aprile si sta mobilitando personalmente ed attraverso il partito meridionalista “Equita’ territoriale”, alla salvaguardia di Gratteri; il quale e’ dibattuto e continuamente focalizzato nei mastodontici gruppi social correlati con l’autore di Terroni ed il partito che presiede: entita’ digitali con oltre un quarto di milione di iscritti. Gratteri indicato come bersaglio venturo da cosche mafiose, si e’ alienato le aderenze con la politica che conta per vivere in modo tranquillo. Anche se la mafia figura e viene descritta da imprenditori con un fulgido passato, non soltanto come braccio armato clandestino dei poteri pubblici, che l’hanno inizialmente adoperata per garantirsi un facile accesso a Napoli e Palermo per l’esercito garibaldino, bensi’ anche come salvadanaio e fondo d’investimento inerente l’economia locale e nazionale perennemente in affanno a causa dei debiti e dello stallo congiunturale. Da qui si immette il biasimo di Fëdor Dostoevskij verso il conte Cavour, rilanciata da Aprile, che nel periodo subito postuunitario avrebbe per grami propositi e convenienze finanziarie oriunde, abiurato al ruolo storico dell’Italia: essa infatti sarebbe diventata, in seguito all’unita’, paese di secondo piano per mera sicurezza ed arricchimento personale, in quanto subordinata ad interessi e potere forestiero. Cio’ impedisce all’Italia intera di impersonare il proprio ruolo storico di faro di civilta’ democrazia, cultura, opulenza, arte e politica che l’ha sempre contrassegnata. Il che, detto dal principale scrittore russo oggi osteggiato a causa della guerra ucraina, si contrassegna come una diversa ermeneutica dell’Unita’ d’Italia e della valenza dei personaggi che l’hanno concretizzata ed ancora guidano il Bel Paese.

Secondo il vicepresidente emerito della Corte Costituzionale Maddalena, Falcone e Borsellino furono uccisi dalla malavita organizzata non per averci indagato ed arrestato troppo, ma per aver indagato e scoperchiato le connessioni tra lo stato, la politica e le istituzioni romane, con l’universo mafioso su cui le indagini si moltiplicavano ed ingrandivano.

A proposito dell’omicidio Siani, su questa falsa riga un corrispondente dell’epoca che preferisce rimanere anonimo tranne che per le proprie iniziali-G.F., ha ribaltato la versione ufficiale e tanto discussa, che chiosa le cause della dipartita per il giornalista del Mattino, esprimendo la narrazione divergente con una tesi stramba ma non illogica: anzitutto il giornalista napoletano oggi pensionato, interrogato da Adfnews.it ha tenuto a rimarcare quanto Siani non fosse un effettivo giornalista del Mattino, principale testata meridionale, invece era un giovane collaboratore che si affacciava nel rutilante, all’epoca, mondo del giornalismo napoletano rivelando fatti e confessioni sulla camorra, gia’ risapute e riportate nei verbali delle forze dell’ordine, nelle indagini e nei processi gia’ compiuti e trascritti dell’epoca. Tuttavia, asserisce G.B., il rampante redattore piacente, giovane, acculturato, con un futuro assicurato, e’ stato visto numerose volte con il proprio motorino, ad intrattenere colloqui e domande alla moglie di un pernicioso boss dell’epoca, fra l’uditorio circostante di compaesani. Il giornalista che svela quest’aneddoto dichiara di aver sentito che la moglie di questo boss figurava lusingata dalla presenza del giovane Siani ed e’ stata vista sorridergli sovente. Infine questo atteggiamento compiacente sarebbe stato riportato al boss camorristico dagli astanti e suoi compaesani, causando il prodromo di una mancanza di rispetto, nella logica camorristica e nella concezione della parte ancestrale e troglodita del popolo campano. Cosi’ a parere dell’intervistato l’uccisione di Siani sarebbe stata causata da motivi passionali e di reputazione, afferenti il boss camorristico della zona limitrofa Scampia, dell’epoca. Alche’ si sarebbe nobilitato il redattore, assurto ad icona anche politica di cui ha giovato l’intera famiglia, ed ha approfittato di tale contingenza il Pd, che si innesto’ su questa tragedia per ottenere proseliti tra il pubblico giovanile, quelli degli anticamorristi, dei giornalisti e degli amministratori. Tuttavia la vicenda di Siani si conferma un arcano ed un fatto facilmente replicabile, senza una separazione finanziaria, fra stato e cricche criminali. Sceverare lo stato dalla liquidita’ di masnade criminali, e’ possibile secondo blasonati economisti per lo piu’ emarginati dal mainstream, rendendo nuovamente facoltosa l’Italia, anche per mezzo di salari e pensioni piu’ che dignitose, in modo da rendere sconveniente l’ausilio mafioso. Di certo pero’, il nodo aziende e multinazionali da irrorare costantemente con una dovizia di denaro, reclamano indirettamente le disponibilita’ mafiose, cosicche’ suffragare imprese di ogni tipo, con liquidita’ pubblica garantita e ad ufo, contribuirebbe a sgretolare effettivamente l’attuale convenienza economica che fregia ogni cosca del mondo.

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