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Papa Francesco: incontro negato dal patriarca russo

Set 20 2022

Papa Francesco: incontro negato dal patriarca russo

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Il 14 di settembre papa Francesco ribadisce nuovamente la necessità dell’incontro con il patriarca Kirill- Chiesa russa-. C’è la possibilità di un tale incontro, ma i dettagli non sono stati ancora discussi, afferma il funzionario del Patriarcato di Mosca.  ALESSANDRO DI MEO su Tass e’ esplicito riguardo le condizioni di un confronto tra i principali enti episcopali del cattolicesimo europeo.
Papa  Francesco ha ribadito la necessità di un incontro con il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia, ha detto ai giornalisti il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, il metropolita Anthony di Volokolamsk.

“Il Papa ha ribadito durante i nostri incontri (in Vaticano ad agosto – TASS) che un incontro è necessario ma non abbiamo discusso i dettagli, quando e dove potrebbe aver luogo. C’è la possibilità di un incontro tra il Papa e il Patriarca ma dovrebbe essere preparato con cura. La cosa più importante è ottenere dei risultati, ci deve essere un messaggio, un documento, com’era al loro primo incontro all’Avana”, ha detto il funzionario della Chiesa ortodossa russa a margine del Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali nella capitale del Kazakistan, Nur-Sultan.

“A questo proposito, abbiamo tenuto presente il primo incontro in assoluto tra Sua Santità il Patriarca Kirill e Papa Francesco all’Avana (nel 2016 – TASS)”, ha proseguito il metropolita Antony. “Lì si è svolta una conversazione molto sostanziale ed è stato adottato un documento straordinario, così profondo che da allora abbiamo organizzato incontri annuali in varie parti del mondo per discutere l’importanza di quell’incontro e il messaggio che Sua Santità il Patriarca Kirill e Papa Francesco hanno mandato nel mondo. Crediamo che se un altro incontro di questo tipo avrà luogo in futuro, dovrebbe produrre gli stessi risultati significativi e direttivi”, ha aggiunto.

Una delegazione della Chiesa ortodossa russa ha incontrato il pontefice durante l’evento di Nur-Sultan. Il Papa ha rivolto i suoi saluti al patriarca Kirill, e il presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca lo ha salutato a nome del capo della Chiesa ortodossa russa. Eppure nella confederazione cattolico-ortodossa di stanza a Mosca, in Grecia e nei paesi limitrofi si scuotono innumerevoli dissapori tra i fedeli ed i loro sacerdoti, contro la figura e la politica vaticana, definiti da una dovizia di fedeli e componenti del clero ortodosso, come apostati. Cio’ e’ causato dall’aprioristica apertura alle unioni coniugali omosessuali, al silenzio assenso sulla questione dell’utero in affitto, all’introiezione dei divorziati nel rituale dell’ostia, all’esortazione verso la vaccinazione di massa. Da un video pubblicato presso enti ed associazioni connessi la chiesa ortodossa e’ stato diffuso un contenuto risalente un anno e mezzo fa in cui figura una cerimonia dove viene pubblicamente disconosciuta l’autorita’ del pontefice per incoronare come legittimo sovrano cattolico l’italiano Monsignor Vigano’. L’ex nunzio apostolico per l’America si pone al centro di costanti plausi ed interessamenti da parte dell’elettorato di Trump e Putin, che approvano in modo crescente l’opera di denigrazione cardinalizia, alludendo in modo reiterato subordinazione curiale agli interessi e l’egemonia delle oligarchie finanziarie; senza omettere i risvolti apparentemente complottisti che Vigano’ delinea connettendo la pandemia, le multinazionali, il satanismo, il deep state ed il lato degradato della chiesa che, a parere del prelato italiano, non segue piu’ le prescrizioni provvidenziali bensi’ la fantomatica Agenda 2030.

I fedeli europei ed americani, in questo clima estremamente contraddittorio, si dichiarano disorientati ed amareggiati dall’ondata mediatica, economica e politica definita da essi, di matrice secolarizzata ed anticristiana troppo palese. Di conseguenza si verificano trasmigrazioni religiose verso il culto ortodosso ed i suoi fautori, Vigano’ compreso. Inoltre continua in modo irreversibile l’allontanamento dalle liturgie ecclesiali della domenica, dalle confessioni, dai matrimoni cattolici, da parte della popolazione europea e di quella americana.

Il Vaticano ha detto alla Cina che papa Francesco era disposto a incontrare il presidente cinese Xi Jinping mentre entrambi i leader si trovavano nella capitale kazaka, ma la Cina ha detto che non c’era abbastanza tempo, ha detto giovedì una fonte vaticana.

La fonte non ha fornito dettagli su come o quando il Vaticano si è avvicinato alla Cina, con la quale è coinvolto in un delicato dialogo sullo stato della Chiesa cattolica romana nel Paese.

La fonte ha detto che il Vaticano ha fatto “un’espressione di disponibilità”. La parte cinese ha affermato di “apprezzare il gesto” ma che non c’era tempo libero nel programma di Xi. Filippo Pullella su Reuters riporta papa Francesco che si imbarca sull’aereo per la partenza dopo una cerimonia di congedo, all’aeroporto internazionale Nursultan Nazarbayev di Nur-Sultan, Kazakistan, il 15 settembre 2022.

Il Vaticano ha detto alla Cina che papa Francesco era disposto a incontrare il presidente cinese Xi Jinping mentre sembra esserci reticenza della Cina.

Sia il papa che Xi erano a Nur-Sultan mercoledì. Xi era lì per una visita ufficiale e il papa era lì per partecipare a un congresso dei leader religiosi mondiali.

Un incontro tra i due uomini, per quanto breve, sarebbe stato storico.

Parlando ai giornalisti che lo accompagnavano durante il suo volo verso la Repubblica dell’Asia centrale martedì, a Francesco è stato chiesto se avrebbe potuto incontrare Xi nella sua capitale.

Francesco ha risposto timidamente: “Non ho notizie in merito”, senza approfondire.

Alla domanda se fosse pronto per andare in Cina, Francesco ha risposto: “Sono sempre pronto per andare in Cina”.

Il papa ha cercato di allentare le relazioni storicamente povere tra la Santa Sede e la Cina e ha detto a Reuters in un’intervista a luglio che sperava di rinnovare un accordo segreto e contestato sulla nomina dei vescovi cattolici romani in Cina.

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