Penale e liberta’ social nei post privati

Non è che da napoletano intenda perseguire legalmente coloro, connazionali del nord, che immettano innumerevoli, dei post di carattere scoptico sui propri prifili social, verso gli italiani del sud.

Il tema di ogni forma di razzismo ed odio è opportuno venga punito ovunque, ma non sui propri profili social, in quanto essi sono spazi assolutamente privati, i cui contenuti vanno condivisi assieme ad amici e conoscenti. Altrimenti censura e controllo politico diverrebbero opprimenti ed esiziali. Tuttavia in una fattispecie di attività informatica di comunicazione, ossia le pagine pubbliche, le punizioni pecuniarie e legali, financo alla censura, in caso di reati di tipo razzista, spargimento di edio, esortazione a suicidi tipo Tik Tok, reati, violenze ed uccisioni, sarebbero più che ortodossi. In quanto le pagine social rappresentano pubblici strumenti di lavoro, e alla stregua dei cori da stadio, striscioni nei luoghi pubblici, sono e devono essere sottoposti a supervisione legale.

Nell’universo degli avatar personali su Facebook e similari invece, il legislatore dovrebbe omettere ogni intervento e controllo giuridico, in assonanza alle libertà prescritte dalla Costituzione e dal Codice di Norimberga. Infatti sebbene i governi siano autorizzati a penetrare le vite di ciascuno in ogni ambito, anche social, lo debbono fare solo in causo di indagini giuridiche, senza invadere la sfera dei discorsi personali, dei profili privati.

Non è lecito aprire indagini su privati in base alle loro pubblicazioni internet dai profili privati, alla stessa stregua che dalle proprie esclamazioni in osteria o negli altri luoghi pubblici. Se Tik Tok non è sta limitata o chiusa o ingentissimamente multata in seguito ai reiterati casi di suicidi verso minori, censurare o multare o peggio incarcerare soggetti privati sui loro profili privati risulta un pernicioso prodromo di dittatura. Che Trump sia stato oscurato dai social per affermazioni politiche di tipo informativo e senza effettivamente fomentare l’odio, sarebbe comunque indiziabile al limite di azioni poliziesche in quanto egli comunicava da una pagina pubblica seguita da milioni di accoliti, anzichè dal profilo privato in cui sono ammissibili 5000 amici. Se avesse comunicato, Trump, solo con ques’ultimi, non sarebbe comunque stato passibile di nulla in base alle leggi di buon senso.https://www.facebook.com/marketplace/item/210340406717147/