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Polonia: e’ apocalisse economica ed Eni secreta contratti

Set 01 2022

Polonia: e’ apocalisse economica ed Eni secreta contratti

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VARSAVIA/BOGDANKA, 27 ago (Reuters) – Nel caldo di fine estate della Polonia, dozzine di auto e camion si mettono in fila alla miniera di carbone Lubelski Wegiel Bogdanka, mentre i padroni di casa, timorosi della scarsità invernale, aspettano giorni e notti per fare scorta di combustibile designato come riscaldamento, tutti in coda; il che ricorda i tempi del comunismo.

Artur, 57 anni, pensionato, è arrivato martedì in macchina da Swidnik, a circa 30 km (18 miglia) dalla miniera nella Polonia orientale, sperando di acquistare diverse tonnellate di carbone per sé e la sua famiglia. “I bagni sono stati sistemati oggi, ma non c’è acqua corrente”, ha detto, dopo tre notti trascorse a dormire nella sua piccola berlina rossa in una coda strisciante di camion, trattori che trainano rimorchi e auto private.

Questo va oltre l’immaginazione, le persone dormono nelle loro auto. Ricordo i tempi del comunismo ma non mi passava per la mente che potessimo tornare a qualcosa di anche peggio”.

La famiglia di Artur è uns delle 3,8 milioni in Polonia che dipendono dal carbone per il riscaldamento ed ora devono far fronte a carenze e aumenti dei prezzi, dopo che la Polonia e l’Unione Europea hanno imposto un embargo sul carbone russo in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca a febbraio.  La miniera prevedeva di vendere carburante per circa 250 famiglie venerdì e avrebbe continuato le vendite durante il fine settimana per ridurre i tempi di attesa, ha detto a Reuters Dorota Choma, una portavoce della miniera di Bogdanka.

I limiti sono in atto per prevenire l’accaparramento e il profitto, o addirittura la vendita di posti in coda, ha detto Choma. La Polonia ha vietato gli acquisti con effetto immediato ad aprile, mentre il blocco ha imposto la loro estinzione entro agosto.

Mentre la Polonia produce oltre 50 milioni di tonnellate dalle proprie miniere ogni anno, il carbone importato, in gran parte dalla Russia, è un alimento base per le famiglie a causa dei prezzi competitivi e del fatto che il carbone russo viene venduto in pezzi più adatti all’uso domestico. L’aumento della domanda ha costretto Bogdanka e altre miniere controllate dallo stato a razionare le vendite o offrire il carburante ai singoli acquirenti tramite piattaforme online, in quantità limitate. Artur, che non voleva fornire il suo nome completo, ha detto di aver raccolto documenti dalla sua famiglia allargata nella speranza di raccogliere tutte le loro assegnazioni di carburante in una volta. Come tutte le miniere di carbone polacche, Bogdanka vende generalmente la maggior parte del carbone che produce alle centrali elettriche. L’anno scorso, ha venduto meno dell’1% della sua produzione a singoli clienti, quindi manca la logistica per vendere carburante direttamente agli acquirenti al dettaglio.

Cosi’ si evince una situazione che recide gli acquirenti domestici, dai rapporti commerciali tra produttori ed acquirenti, nel sistema di produzione generale delle materie prime. Infatti esistono contratti di esclusiva persino in relazione le piantagioni di tabacco in Apice-sud Italia-, che vincolano i contadini nella fornitura di tabacco ad aziende e multinazionali, rispettivamente italiane ed estere. Grandi societa’ che si accaparrano grandi quantita’ di risorse ormai, in ogni settore, pagando in anticipo o per intero, ma che sovente manipolano il prezzo finale del produttore, al ribasso, a causa del proprio predominio economico. Oggi si preconizzano chiusure per scarsita’ energetica in guisa di come accaduto per la pandemia, in tutto il mondo. A dimostrazione di questo la persistenza di procedure sanitarie nella lontana Panama, gravata da un caldo immane e permanente, la quale si e’ contraddistinta per aver imposto ai civili una delle chiusure piu’ draconiane del mondo.

In Italia il giornalista e candidato per Italexit Francesco Amodeo, presso il collegio di Napoli, capolista in Campania e Veneto, si appresta a denunciare l’esecutivo ed i vertici Enel, per desecretare i contratti di acquisto energetico dalla Russia. Infatti pare che la multinazionale italiana, binariamente alle principali aziende pubbliche e private nel settore energetico, abbia acquistato gas ed elettricita’ da Putin e paesi produttori, ad un prezzo inferiore di circa nove volte quello con cui lo rivende; in un vortice di speculazione immane cui nemmeno Draghi e’ riuscito a farsi confessare il prezzo reale degli scambi. Cosi’ carburanti ed alimentari di ogni sorta, salgono e scendono con i prezzi in modo altalenante ma fissandosi sempre piu’ in alto, rastrellando capitali privati e pubblici da ogni luogo. Il che avviene nello stallo della politica, nell’ignavia di magistratura, forze dell’ordine e militari, dinanzi il depauperamento dei conti correnti e delle industrie italiane e forestiere.

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