Come anche nel post Covid si borseggia il Sud

ATTENZIONE!
Comunicato Stampa del Direttivo Nazionale M24A – ET

“PER UNA CORRETTA RIPARTIZIONE DELLE RISORSE DEL RECOVERY FUND”
Questa settimana si deciderà il futuro del Mezzogiorno. Purtroppo, ancora una volta, il Parlamento sottrarrà al Sud 73 miliardi di euro dei fondi del Recovery Fund destinandoli al Centro-Nord, fregandosene dei criteri di ripartizione che la Commissione Europea ha stabilito per gli Stati membri.
Probabilmente, considerata la materia, non tutti i cittadini, e di conseguenza non tutti i parlamentari, sono a conoscenza di questi criteri.
Per semplicità di comprensione da parte di tutti, cercheremo di spiegarli in modo semplice.
La Commissione Europea con il Next Generation EU (comunemente chiamato Recovery Fund) ha stanziato in totale 750 miliardi per superare la crisi economica derivante dalla pandemia (per superare la crisi economica e non per ripagare delle vittime della pandemia).
Nella ripartizione dei 750 miliardi di euro tra gli Stati membri ha definito tre criteri:
1) Popolazione
2) Reddito pro-capite
3) Tasso medio di disoccupazione negli ultimi 5 anni
In base a questi criteri all’Italia sono stati attribuiti 209 miliardi di euro (la fetta più importante dell’ammontare totale).
Nello specifico se il criterio fosse stato soltanto quello della popolazione l’Italia avrebbe ricevuto soltanto 97,5 miliardi di euro. Tutto il resto (111.5 miliardi di euro) è stato attribuito all’Italia perché il Mezzogiorno ha un reddito procapite medio di 17 mila euro rispetto ai 33 del Centro-Nord, e un tasso di disoccupazione del 17% rispetto al 7,6% del Centro-Nord.
Se le risorse del Recovery Fund assegnate all’Italia sono ben maggiori rispetto al solo criterio della popolazione (più del doppio) lo si deve assolutamente alle condizioni economiche della popolazione del Mezzogiorno, per cui sembra ovvio che il 70% delle risorse complessive (calcolato in base ai tre criteri sopraccitati) debba andare al Mezzogiorno.
Purtroppo, questa ovvietà non è così per il Governo nazionale e per alcuni esponenti di rilievo del partito democratico che vogliono assegnare al Mezzogiorno il 34% delle risorse (e c’è pure andata bene!!).
Da parte nostra faremo il possibile affinchè siano informati tutti i 20 milioni di cittadini del Mezzogiorno e tutti i parlamentari del Sud che ancora non sanno che assistiamo all’ennesima rapina ai nostri danni, dopo quella che dura da vent’anni e che ci ruba 61 miliardi all’anno con il criterio della spesa storica.
Partiremo con mail bombing e azioni mirate ad informare il maggior numero di persone possibile. E daremo conto ai cittadini dei lavori parlamentari.
E se il governo non correggesse i criteri, chiederemo all’Unione Europea di non inviare all’Italia risorse che invece di ridurre le disuguaglianze, le aumentano.
Stavolta #NonUnPassoIndietro.

Il direttivo nazionale M24A-ET




Puglia vs Nord

L’alleanza con la Lega Nord da parte di politici del Sud è il segno evidente della sottomissione politico/culturale di una parte della classe dirigente meridionale nei confronti di chi ha ridotto il Sud al ruolo di colonia interna nazionale da sfruttare in tutti i modi possibili.

Il popolo pugliese ha voluto lanciare un segnale forte ed ha bocciato un’idea di governo che avrebbe continuato a riservare al Sud politiche predatorie e assistenziali che avrebbero ancora di più reso l’economia della nostra regione funzionale agli interessi del Nord.

Grazie anche all’azione politico/culturale intrapresa dal nostro Movimento, i cittadini meridionali stanno sempre di più prendendo coscienza delle dinamiche giuridico/economiche che stanno distruggendo il Sud Italia frutto di altrettanto politiche economiche trasversali messe in campo, nel tempo, dal governo nazionale di turno.

M24A EQUITÀ TERRITORIALE si augura che il rieletto presidente Michele Emiliano faccia valere le ragioni dei cittadini pugliesi ai tavoli istituzionali cui dovrà partecipare, ad iniziare dalla prossima conferenza Stato regioni in cui occorrerà ribadire con forza il concetto che i cittadini meridionali non possono più essere trattati come cittadini di serie inferiore.

Da diverse settimane il nostro Movimento sta anche portando avanti una forte battaglia riguardante i fondi del Recovery Fund destinati al Sud: secondo i parametri europei (e secondo uno studio prodotto e pubblicato dal nostro Movimento) il 70 % di tale fondo (cioè 145 miliardi di euro su 209 assegnati al nostro Paese) deve essere destinato al Sud per ridurre i gap con il Nord Italia e con il resto della media europea.

Auspichiamo dunque, nell’immediato, un’azione coordinata da parte dei presidenti di regioni del Sud per non farsi scippare queste risorse che l’UE ha concesso all’Italia e ribadire che ogni percentuale al di sotto del 70% da destinarsi al Sud costituisce un ulteriore danno per i nostri imprenditori, i nostri tecnici, i nostri commercianti e liberi professionisti, i nostri Enti, i nostri lavoratori, insomma, un danno per l’intero territorio che non può più essere penalizzato nuovamente per garantire altri privilegi ed altri interessi territoriali.

Crocifisso Aloisi