Patrimoniale, ricatti ed aumenti cibo: Italia cattivo record

Lo ha asserito colui che nel suo ambiente e’ considerato il miglior commercialista e finanzialista italico: un professore universitario insomma, in grado di salvare le aziende o semplicemente rinvigorirle con sussidi finanziari e bancari ineludibili. Valerio Malvezzi e’ stato protagonista di una intervista su Radio Radio, megafono del dissenso politico nazionale, in cui era esplicitato il programma degli imprenditori specialmente europei ai danni dell’Italia. Ovvero ritirarsi in vigile attesa ora che Draghi sta preconizzando una patrimoniale sulla casa, per in seguito tornare ed acquistare a prezzi di saldo imprese, immobili d altri pezzi di economia produttiva italiana. https://www.adfnews.it/napoli-topi-governano-i-giardini-dinanzi-al-porto/.

Secondo il perito di economia e finanza, Draghi ed il parlamento stazionano sotto il ricatto occulto della bce, di non finanziare il debito pubblico se non verranno attuate nuove riforme economicide. E le imprese oriunde attenderebbero l’esautorazione completa del parlamento-2023- per aumentare le imposte, recidere gli investenti, acquistare immobili ipotecati ed aziende in fallimento.

Per perorare le sue tesi Malvezzi allude a dati Ocse che dimostrano il calo dei finanziamenti bancari per le imprese nostrane-credit crunch-binariamente alla burocrazia imperante, l’aumento dei prezzi di carburanti, cibo, energia teleologici allo stanamento della classe media e di quella lavoratrice. Il professor Malvezzi tuttavia rimarca un intromissione bancaria del capitale aziendale ed immobiliare italiani, sottoforma di garanzia statale agli investimenti. Con tale garanzia pubblica, afferma il disallineato economista, in realta’ viene rafforzata solo la finanza speculativa a detrimento di imprese e salari. Da cio’ e’ stato esplicitato quanto in Italia il tasso di disoccupati o lavoratori improduttivi sia superiore degli occupati, mentre le direttive europee abbiano reso antieconomico investire in Italia, a fronte di opportunita’ in quell’Olanda semiparadiso fiscale e sede delle principali industrie italiane.

A cio’ si aggiunge l’ esortazione a suffragare imprese e classe media con innesti di denaro ed opere pubbliche sgravati da debiti, alla stessa stregua di cesure fiscali ed opere pubbliche monstre, propedeutici ad un’impennata del Pil inderogabile per l’Italia.




La spirale infinta dei debiti associata alla fine del contante

La questione della fine del contante, alla stregua dell’utilizzo delle carte di credito per gli acquisti e per la navigazione di Internet, è una realtà consolidata all’estero, tuttavia l’Italia si sta progressivamente allineando a questa tendenza.

Il bastione ultimo, a livello europeo, avverso all’instaurazione della moneta digitale e dei conti solo on line, con conseguente tracciabilità assoluta di ogni transazione economica, figura l’Italia: il Bel Pese è assediato da anni da misure finanziariamente coercitive dell’Europa, che si è garantita il possesso della Banca d’Italia e del diritto di emettere moneta nelle veci dello stato. In questa maniera l’opera di smantellamento dell’apparato dei servizi pubblici come la sanità, l’istruzione, le infrastrutture, procede indefessamente contro gli italiani che rintuzzano tutto per mezzo dell’”osteggiato” contante e dello scarso indebitamento privato. Tuttavia l’indebitamento di famiglie ed imprese per gli italiani, mostra un’ascesa ormai inveterata che comporta spese di 1950£ a fronte di introiti di 2000£. Il deputato Paragone a tal proposito si scaglia contro il sistema defitorio che asserraglia anche le imprese italiane, a cui lo stato non paga i crediti fino al loro fallimento vincolato dall’austerità finanziaria immessa nella Costituzione.

Se in Brasile perfino i venditori ambulanti sono dotati di pos per i pagamenti con carta di credito, in Italia recentemente è possibile dilazionare in tre rate un pagamente per ad esempio una giacca prestigiosa; il chè è deittico di depauperamento massivo e debito pubblico pagato ma inestinguibile, a suon di gabelle verso imprese e professionisti già inficiati dalla concorrenza sleale di paesi europei il cui costo del lavoro e la tassazione sono esigue rispetto all’1Italia.

Se infine si allude al fatto che l’euro ha fatto raddoppiare i prezzi ma lsciati inalterati gli emolumenti, si deduce un dimezzamento del potere di acquisto degli italiani, dipanandolo in soli due modi: uscita dall’euro o ritorno all’oro, la cui riserva per l’Italia, la vede terza al mondo, in seguito ad America e Germania.

Quando si osservano i prezzi delle vetture di pregio che da sessantamil di quindici anni fa, sono tracimate ad ottantamila, le patrimoniali in atto su immobili, auto, conti correnti e servizi come sanità ed istruzione forieri di esborsi economici privati, terrorizzarsi per la piega dell’Italia è fisiologico. Ancora ravvedere commissioni bancarie per le basse transazioni induce a credere alla futuribile estinzione delle piccole imprese e della classe media, che annaspano fra blocco dei prestiti, intromissione degli strozzini e della criminalità organizzata, e diniego delle rivalutazioe di salari e pensioni per dare adito a maggiori acquisti. https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Spread ed Euribor: vince Euribor

Purtroppo ogni ente o persona ambiziosa, non solo in Italia, fa a suo modo politica, il che diventa deleterio per la società generale.

Da suddetta premessa, vanno delineate le linee manageriali che dovrebbero rilanciare l’intero sistema paese a nome Italia: quando si affrontano le incombenti ed attualissime dinamiche che si palesano con gli altisonanti nomi di “spread”, “bce”, “quantitative easing”, “Banca d’Italia”, “mutui a tassi fissi o variabili”, “euribor”, vengono generalmente occultati dei dati sostanziali: lo spread non influisce sui tassi d’interesse dei mutui, per quello esiste l’euribor, il quale non viene influenzato dallo spread. L’euribor è il tasso fisso con cui vengono scambiati titoli e soldi fra le banche, il quale dovrebbe essere riportato, e non lo si fa ancora, da una banca statale. Oggi le banche d’affari, che sono maggiormente private, detengono il potere finanziario sufficiente a far collassare una nazione o un sistema di banche; le banche d’affari costituiscono gran parte del potere della Banca d’Italia, nonchè quello della Banca centrale europea o bce, nella quale la Banca d’Italia è confluita. Stesso dicasi per la famigerata Fed americana.

Dalla appena citata congerie di dati ed interessi incrociati, si deduce con faciltà quanto la politica sia commistionata con le banche d’affari, e sia pertanto scoraggiata o impossibilitata nel sanzionare le banche d’affari e il loro conglomerato di assurdo potere finanziario/politico.

Diventa assolutamente difficile quanto impossibile regolamentare lo strapotere finanziario nazionale e transnazionale per la politica, a causa del fatto che i politici artefici ed esecutori delle scellerate politiche degradanti economicamente, l’Europa post 2009, diventano quasi sempre dirigenti iper arricchiti delle stesse banche d’affari. E gli stipendi in questione per i vari Monti, Prodi e compagnia, sono parossisticamente superiori ed estremamente legali, rispetto agli emolumenti percepiti nella loro trascorsa attività politica o ministeriale. Dunque il conflitto d’interessi tra politica e finanza, tra finanza e banche alla stregua di quello tra editoria ed imprenditoria, è tanto lapalissiano quanto di tempestiva risoluzione da adottare.

I titoli di stati italiano, alias i btp considerati come spazzatura finanziaria a causa dello spread deficitante, che rende i rendimenti italiani di tre punti inferiori di quelli tedeschi, a differenza degli ultimi trent’anni con la situazione pressochè invertita; va detto che i rendimenti netti dei btp sono pari quasi allo zero, eppure pur volendoli acquistare non ve ne sono più; per quale motivo non ve ne sono? Perchè sono stati già acquistati dalle banche d’affari e dalla bce post quantitative easing, i quali sono consapolvoli dell’importanza effettiva dei titoli di stato italiani tanto bistrattati. Questo fatto viene fatto al fine di poter speculare sull’Italia e indirizzarne una politica finanziaria prossimamente futura, imperniata sulle privatizzazioni, sulla distruzione definitiva della classe media detentrice di competenza e cultura, il che è pericoloso per la stabilità politica ed economica delle cricche finanziarie, bancarie ed industriali che dettano la vita di ognuno.

Oggi ci sono alcuni modi per eludere questa dissennata volontà di ulteriore schiavizzazione politico-finanziaria dell’Italia: limitare i danni causati dalla speculazione finanziaria impedendo la compravendita immediata di titoli di stato o btp; ridare potere finanziario ai btp mediante l’intervento dell’unica banca pubblica presente in Italia, ovvero Cassa depositi e prestiti, che detiene liquidi per 350 miliardi; contrattaccare dunque l’assalto al default italiano mettendo garanzie della Cassa depositi e prestiti, per 60 miiardi di titoli di stato rimborsabili anche in caso di fallimento statale; rimorsabili attraverso crediti presso lo stato, sul piano immobiliare, monetario, fiscale, e giusto per rintuzzare con efficacia la morsa speculativa; altra contromossa per l’autotutela finanziaria per l’Italia, consiste nel riesaminare gli accordi trentennali con i crediti della pubblica amministrazione nell’ambito delle banche d’affari, che spirano oltre dieci miliardi infruttuosi l’anno, senza possibilità d’uscita; allorchè si scopra di nuovo, che i criteri di azione di queste banche, non hanno rispettato i doveri da essi sottoscritti, nell’ambito della tutela della collettività; allorchè si scopra come avvenyto di recente, che tali banche abbiano manomesso i tassi euribur e pompato lo spread per guadagnarci di più, si deve interropere il rapporto di collaborazione finanziaria con tali banche. 

A proposito delle banche d’affari e delle agenzie di rating che sono state scoperte alterare dei dati ufficiali di stampo finanziario per non perderci, oltre alla condanna emessa e non eseguita di 4 miliardi di perdite per l’Italia, deve essere impedito di continuare a lavorare con l’Italia.

Oggi basare i meccanismi di tutela finanziaria collettiva d’italia, sul Monte Paschi di Siena quale nuova effettiva Banca d’Italia, consisterebbe la mossa più acuta da fare siccome la Monte Paschi e l’altra unica banca pubblica invece la Banca d’Italia è confluita e depotenziata in bce, con una presenza esiziale per l’Italia, di trecento miliardi di titoli tossici extra italiani.

Sarà alla luce di queste mosse spalmate in un ampio periodo come in una partita a scacchi, che l’Italia trasformerà l’avversione dei siddetti mercati finanziari su di sè, in effettiva risorsa, basata sulla coerenza e credibilità di quella che è, nonostante tutto, la seconda potenza economica europea.

Se poi si allude al fatto che il decantato come migliore in assoluto, presidente del Consiglio italiano figurava ai vertici della Goldman Sachs all’epoca dei contratti tossici tra finanza e pubblica amministrazione, ci si spaurisce. E fermare l’”orda” economicamente letale per l’Italia, di contratti finanziari modello Recovery fund, diviene imperativo categorico: smantellare la subordinazione politica italiana dalla finanza depredatrice e’ possibile obbligando tutti gli operatori italiani al rispetto della Costituzione: uno dei principi della pregevole Costituzione italiana verte sul divieto di speculazione italiana, e divieto di cessione di ogni tipo di sovranita’, eccettuata una piccola percentuale di essa, in contingenze belliche brevi, e in ambito di accordi comunitari.https://www.facebook.com/marketplace/item/210340406717147/




Nazionalizzazione vs globalizzazione

Si è gridata da più parti una presa di distanza degli Stati dagli oneri ed obblighi della globalizzazione, fino ad assistere ai dazi trumpiani che probabilmente rafforzeranno l’Europa, eppure in questa furia globalizzatrice la chiave manageriale per una autoconservazione, risiede nella nazionalizzazione. Nazionalizzazione interpretata come pratica per la creazione di valore aggiunto per la propria nazione, giacchè le imposizioni della finanza e delle industrie cosmopolite, comportano spostamenti continui e spersonalizzanti di capitali e lavori negli stati meno “tutelati”; dunque auspicare una fase nuova è fisiologico.

Il problema globale risulta l’indigenza, assestatasi ormai anche nel facoltoso occidente, e per superarla occorrono nuovi strumenti di valorizzazione della forza lavoro. Ma che tali strumenti non siano privi di sostegni finanziari durante la fase preparatoria di un “nuovo corso”.

In Italia osservare otto milioni di poveri equivale a disporre di un bacino di consumatori di gran lunga inferiore rispetto al passato, ed e’ pernicioso per le imprese. Sebbene la cultura ed il sistema di formazione scolastico ed universitario italiano siano generalmente encomiabili, mancano solo gli strumenti politici e finanziari da sistemare, affinchè il numero di poveri si assottigli fino all’esaurimento.

Allora sforzi infrastrutturali e scientifici per rilanciare il Paese Italia mediante emolumenti dignitosi ed una strategia lungimirante, rimangono l’ultima spiaggia non solo per la penisola sudeuropea, ma per l’intero occidente. Occorre dunque un nuovo tipo di radicamento nazionale in quanto sono gli abitanti del posto in cui vivono, a volere il bene della propria terra ed a poter lavorare per il proprio riscatto ed il proprio rilancio, rinazionalizzando la finanza pubblica e parzialmente quella privata. Ad onta di finanzieri speculatori cosmopoliti e imprenditori senza scrupoli oggi assiepati in politica e burocrazia.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Draghi e gruppo dei 30

La politica legislativa, bancaria, finanziaria e industriale, viene ormai globalmente decisa da uno sparuto insieme di banchieri, il famoso “Gruppo dei 30”, cui afferisce Draghi in qualita’ di membro permanente. Come asserisce il recentemente famigerato giornalista, autore ed editore con Matrix edizioni, Francesco Amodeo, il gruppo dei 30 e’ una masnada analoga al Club Bieldeberg, ma a differenza dei 120 uomini di quest’ultimo, e’ ristretto a pochissime persone con in mano i debiti pubblici e privati del mondo, che a differenza del passato oggi vuole imporre le politiche fiscali, sociali e perfino la presidenza del Consiglio in Italia.

Mario Draghi, a proposito del conflitto di interessi, non si e’ dimesso dal Gruppo dei Trenta prima di accettare l’incarico di Primo Mininstro, e cio’ che ha intenzione di attuare per l’Italia, lo ha redatto stesso lui stesso in un redame ufficioso del Consiglio dei Trenta: Draghi vorra’ far fallire l’Italia senza che essa trasporti nel baratro l’Europa ed il mondo; l’Italia per il presidente del Consiglio succeduto a Conte, dovra’ negare prestiti ed ausili alle piccole e medie imprese sotto una certa soglia di addetti, nonostante imperversi il Covid che dissangui costantemente l’economia delle piccole e medie imprese. In cambio il Gruppo dei trenta reclama con Draghi maggiori privatizzazioni, con l’intento di annettere la multinazionale di stato Leonardo, in seguito la quota restante di Unicredit, Intesa San Paolo; inoltre si vuole far aumentare la pressione fiscale con la scusante del debito pubblico incipiente, impossibile da garantire per la privatizzata Banca di Roma. In piu’ si prepara il terreno propedeutico alla privatizzazione progressiva della universita’, degli ospedali, e la rivalorizzazione immobiliare per aumentare i costi di gestione teleoligici ad acquisti da parte di banche ormai oriunde, fondi di investimento, multinazionali. Quest’ultima mossa si impernia sullo snellimento giuridico in merito alle confische a causa debitoria.

In un futuro remoto il Gruppo dei Trenta con i suoi emissari alla Draghi, vorra’ impossessarsi delle coste italiane per scopi di reddito da immobili e turismo.

Smantellare il traffico di influenze plutocratiche che impongono uomini di affari, direttori di istituti finanziari e industrie private al timone dello stato, e’ ineludibile. La difesa dell’Italia oggi, si impernia sull’attuazione di norme che obblighino ognuno, pur in conflitto di interessi come Draghi, ad osservare pedissequamente le leggi costituzionali: queste ultime tutelano il lavoro, il risparmio privato, il salario, le imprese, i servizi pubblici, negando ogni perdita parziale di sovranita’, al di fuori di contingenze belliche militari, non finanziarie. https://www.facebook.com/marketplace/item/193253755449422/




Italia dopo Conte

Il governo Conte cadrà entro fine anno.
A farlo cadere sarà Matteo Renzi. È stato deciso al Bilderberg del 2019,dove gli hanno chiesto di rendersi garante dell’accordo PD/M5S. Di fondare poi un proprio partito ed uscire dal PD in modo da diventare ago della bilancia in attesa del prossimo segnale.
Segnale che arriverà se troveranno un’intesa su un nome tipo Draghi, sostenuto anche da Forza Italia e dalla parte anti-salviniana della Lega.
Se ciò non dovesse accadere, allora si dovrà accelerare su misure come il Mes, il Recovery Fund e tutte le altre nate per ingabbiare l’Italia in modo che un ipotetico governo di centrodestra venuto fuori dalle urne non potrà realizzare nulla di quanto promesso in quanto il paese si troverà a tutta velocità su binari prestabiliti con vincoli inviolabili ed eterodiretto dall’esterno.
Governare con le mani legate e senza poter effettuare una sterzata, vuol dire andarsi a schiantare e perdere consensi. In questo modo la coalizione di governo scelta dagli italiani verrà finalmente disattivata e si tornerà al concetto di tecnocrazia facendo appello all’emergenza. Intanto avranno trovato il nuovo Monti con Draghi al colle.
Questo è quello che faranno.

In alternativa il governo che uscirà dalle urne dovrà fare accordi con il rieletto Trump, cacciando i cinesi dal paese e rinnegando gli accordi firmati dal teleguidato Di Maio. In questo modo potrebbe barattare la chiusura della via della seta con il supporto atlantico per uscire dall’UE.
L’italexit sarà l’unica alternativa alla sua sopravvivenza.
Questo è quello che potrebbe accadere con un Governo realmente sovranista.

È importante però che sappiate che nessuno dei politici attualmente all’opposizione ha la credibilità per portare avanti un’operazione del genere. Più facile che accettino una partecipazione nel futuro governo tecnico.
Ma non è detto che le cose non cambino, se gli USA decideranno di affondare definitivamente la Germania.

Unica nota sicuramente positiva è che il filocinese e filo europeista Movimento Cinquestelle nel giro di 3 mesi non sarà più al governo.
Cominciate il countdown. E venite a vedere quanto è profonda la tana del bianconiglio.

Cravatta artigianale Ornella Castaldi, 100%100 italiana, chiusura con gancio e nodo fisso; 40€ su shop di francescopaolotondo.com e marketplace della pagina Facebook Francesco Tondo.

www.francescoamodeo.it

La Matrix Europea (Ed. 2019)




L’economista ti spiega

Una marea di incognite ci assalgono in quanto italiani: mentre l’Italia rischia di affondare dal punto di vista economico, nei prossimi mesi, l’Unione Europea si appresta a sbandierare ai quattro venti aiuti economici agli stati membri ancora tutti da scoprire e comprendere. Il Coronavirus ha gettato il panorama del Vecchio Continente in un contesto socio-economico davvero preoccupante e all’apparenza molto cupo, in cui c’è oscurità sul perché la BCE non faccia ciò per cui servirebbe (comprare titoli senza interessi) per salvaguardare il l futuro economico sopratutti italiano.

Se proviamo dunque a fare chiarezza grazie all’economista Valerio Malvezzi, non rimane che attrezzarci per autotutelarci. Nel suo intervento ai microfoni di ‘Un giorno speciale’, Malvezzi non risparmia invettive nei confronti dei piani alti dell’UE e sull’operato del Governo italiano in chiave sanitario-economica. 

Ecco l’intervista di Stefano Molinari e Fabio Duranti.

Radio Radio TV

182.000 iscritti

“L’UE ci darà quattro soldi per la sanità, poi ci chiederà riforme e tagli alla sanità” ► MALVEZZI

<div class=”player-unavailable”><h1 class=”message”>Si è verificato un errore.</h1><div class=”submessage”><a href=”http://www.youtube.com/watch?v=8PBNHo1sXwc” target=”_blank”>Prova a guardare il video su www.youtube.com</a> oppure attiva JavaScript se è disabilitato nel browser.</div></div>

Allungare i tempi è la parola d’ordine

Sono successe alcune cose nell’arco degli ultimi mesi. E’ uscita la volontà politica di estendere di altri sei mesi lo stato di emergenza. Avevo detto che se fossi nei panni di uno che vuole mantenere il potere cercherei di arrivare fino al semestre bianco, cioè al periodo di sei mesi prima dell’elezione del Presidente della Repubblica. Perché in quel periodo non si può votare quindi mi prendo altri sei mesi per arrivare a fine gennaio 2021, dove non ci saranno sicuramente le elezioni, poi ci sarà la crisi economica e ci sarà un altro decreto di emergenza per fare interventi sulla crisi. Se non sarà un problema sanitario sarà un problema di tipo sociale, perché io prevedo questo autunno dei problemi sociali sull’Italia gravi.

Ecco che allora a quel punto entreremo nel periodo di semestre bianco e quindi questa legislatura si sta cercando di portarla avanti nel tempo più lungo possibile“.

Il falso mito dei ‘tecnici’

Delle forze invece tirano per cambiare magari la governance per mettere un altro tecnico. Tra l’altro ricordo a tutti gli elettori italiani, prima che cittadini, che non esiste il tecnico in politica. Se noi mettiamo Draghi, non mi dite che è un tecnico perché mi fate inca**are. Se Draghi va a fare il Primo Ministro diventa un Ministro politico. Come è stato Monti e come sono stati tutti quelli che abbiamo avuto nell’arco degli ultimi dieci anni. Io penso che questo modo di gestire l’Italia sia anti-democratico, perché l’unica cosa che si fa in democrazia è ascoltare il popolo tutte le volte che il popolo vuole, non tutte le volte che il potere decide di consultarlo“.

L’effimera illusione dei Recovery Fund

La seconda cosa riguarda il discorso che si inventeranno i ‘supercazzola-bond’. Li hanno chiamati Recovery Funds e sono le solite espressioni inglesi per esprimere concetti che noi nei nostri vari dialetti diremmo in modi diversi. In estrema sintesi io leggo in rete su Twitter e sui social tanta gente, tanti giornalisti che dicono: ‘Che bello, stanno arrivando 500 miliardi regalati dall’Europa ai cittadini’. 
Distinguerei il percorso in tre fasi:

• Il quadro cognitivo,

• le conseguenze, 

• la sintesi del ragionamento.

Primo punto: il signor Dombrovskis, il vice Presidente della Commissione Europea, dice: ‘Sullo strumento che la Commissione proporrà un punto che enfatizzeremo è che non abbiamo bisogno solo di denaro e investimenti, ma anche di riforme’. Tutte le volte che sento le parole ‘riforme’ mi metto vicino ad un muro perché ho sempre paura del cetriolo europeo. Tutte le volte che loro parlano di un’ambiziosa agenda di riforme sono sempre stati, negli ultimi dieci anni, tagli della spesa pubblica. Ora ci daranno quattro soldi per la sanità e dopo ci faranno fare le riforme per tagliare i soldi alla sanità. Se non sarà sulla sanità sarà sulle pensioni, sugli investimenti pubblici, sulla spesa pubblica cioè l’opposto di quello che io chiedo.

Secondo punto: qual è la caratteristica distintiva tra un capitale di debito e un capitale di rischio? Se io vado da una banca e chiedo dei soldi, la banca non può venire a disturbarmi a casa mia. Cioè decido io. Siamo o non siamo azionisti europei? Siamo azionisti. 
Si sappia che la decisione è stata presa da Francia e Germania è già questo mi fa arrabbiare. Non è possibile che le decisioni vengano prese da due in nome e per conto di tutti. Basta con questa sudditanza psicologica. L’Italia deve iniziare a tirare fuori gli attributi. Un politico serve a questo: a tutelare la dignità del popolo italiano
.

Siamo destinaoniali. E scordatevi che noi avremo -4,8% di Pil, perché quelle cifre non sono affatto sufficienti a fronteggiare la crisi. Vi dico che saremo ad oltre il -10% il prossimo 31 di dicembre”. Cravatta artigianale Ornella Castaldi, 100%100 italiana, chiusura con gancio e nodo fisso; 40€ su shop di francescopaolotondo.com e marketplace della pagina Facebook Francesco Tondo.

Cravatta artigianale Ornella Castaldi, 100%100 italiana, chiusura con gancio e nodo fisso; 40€ su shop di francescopaolotondo.com e marketplace della pagina Facebook Francesco Tondo.




Il trucco dell’Ilva

Quando si ragiona sulla questione della chiusura o meno dell’Ilva di Taranto, principale stabilimento europeo di acciaio e si apprende di Mittal che e’ un banchiere della Goldman Sachs, non un imprenditore e basta, ci si puo’ insospettire. La Goldman Sachs e’ la principale banca commerciale americana, fucina di Prodi, Monti, Draghi e dello smantellamento dell’Iri nonche’ della privatizzazione delle principali aziende statali d’Italia, senza contare la paternita’ di Goldman Sachs, dei derivati finanziari che l’Italia ha fraudolentemente acquistato per mano dei succitati manager e politici, per i quali il Bel Paese ha ottenuto un buco di 44 miliardi di euro.


Il disegno di Mittal e della banca che lo appoggia, consisteva nell’impossessarsi della due diligence, ossia il documento aziendale con tutti i segreti Ilva in merito ai materiali, conoscenze, segreti produttivi, clienti e fornitori, da borseggiare e replicare all’estero, specialmente nelle lande indiane scevre di diritti sociali ed economici. Il quadro dunque e’ chiaro, e ora si caldeggia per la legittimazione giuridica di tale furto, oltre che per le future morti dei lavoratori e abitanti tarantini, da parte di Mittal che vuol dire Goldman Sachs che ha anche quote azionarie della non piu’ del tutto pubblica Cassa depositi e prestiti.


L’Italia e’ assediata dalla finanza teleologica alla sua deindustrializzazione per cui bloccare i flussi finanziari stranieri nell’acquisto di beni pubblici e’ ormai fondamentale.


Il furto avvenuto e non ancora bloccato della tecnologia proprietaria di Ilva, e’ lo stesso avvenuto in Formula 1, ai danni della Ferrari, da parte di Mercedes che finora non ha piu’ perso mondiali.


Ma lo stesso copione di furti industriali e tecnologici e’ stato attuato recentemente nella Sardegna patria della principale comunita’ di ultracentenari al mondo. Furono in questo caso derubati documenti scientifici sulle caratteristiche genetiche di questi ultracentenari da parte di una multinazionale inglese. Da qui la necessita’ assoluta di affiatare l’Italia e gli italiani in un monoblocco nazionalista, di matrice statale, monetaria, industriale e militare, assolutamente autonomo ed indipendente. Pena nemmeno la decrescita infelice bensi’ l’eutanasia.

Cravatta artigianale Ornella Castaldi, 100%100 italiana, chiusura con gancio e nodo fisso; 40€ su shop di francescopaolotondo.com e marketplace della pagina Facebook Francesco Tondo.




Debito pubblico e scenari migliori

Il debito pubblico italiano è asserragliato nelle grinfie dei cassieri europei che di fatto lo rifinanziano: sono queste le mosse che consentono di pagare stipendi, pensioni e servizi essenziali, al popolo italiano.

Giacchè i movimenti populisti “per definizione” minacciano la stabilità creditizia e debitoria europea, è giusto porre ad ognuno soluzioni manageriali costruttive.

Uno stato evoluto come l’Italia, potrebbe eludere i rischi di rappresaglie fiscali europee, semplicemente rilanciando un concetto cardinale della democrazia: ovvero l’entrata nel debito del proprio popolo, mediante un meccanismo di acquisto autonomo del debito.

Sembra che, sulla base di dati non vetusti, se ogni italiano acquistasse per circa tremila euro il proprio debito interno, si smantellerebbe il debito stesso; palese dunque il concetto delle clausole di salvaguardia da parte di enti europei, che solleverebbe barricate per impedire tale manovra; eppure con l’ausilio di trattative costruttive e risolute, le stesse clausole di salvaguardia potrebbero essere spalmate sui “salvatori della patria” che hanno originato il processo di acquisto del debito. Il paradosso, ora, è salvare il potere di acquisto di quella consistente fetta di popolazione che si è affidata al populismo.

Quasi ogni italiano dispone di cinquemila euro da versare per il salvataggio finanziario della sua nazione. Le trattative teoriche richiedono un forte impegno attraverso un esborso monetario, per potersi concretizzare.

Io intravedo nessuna via drastica, tuttavia l’azione perentoria da intraprendere adesso, risiede nel salvaguardare il potere di acquisto di un intero popolo, magari mediante un processo di salvaguardia e salvataggio autoctoni. In alternativa la forbice tra povertà recessiva e ricchezza improduttiva, causerà uno sprofondamento totale dell’Italia.

Giacchè risulta palese il fatto che l’Italia possegga i numeri per sedere al tavolo dei paesi più ricchi e progrediti, il baluardo contro il polulismo risiede nell’intervento finanziario privato, con una trattativa continentale realmente costruttiva. Questo scaturisce dalla verità apodittica che una guerra finanziaria non conviene a nessuno.

Gli articoli in foto sono acquistabili nella sezione “shop” di questo sito, sul marketplace della pagina Facebook “Francesco Tondo” e nei punti fisici di Piemme agenzia via San Gennaro Napoli e Fulvio Mazzarella, nei pressi della stazione di Napoli.




Eliminare i think tank dal potere

Il motivo scatenante del declino politico e finanziario, oltre che economico dell’Italia, e’ il medesimo che ha causato l’inversione del Movimento 5 stelle dai suoi principi inziali, rispetto all’uscita dall’euro, alla abrogazione dei trattati europei ed alla creazione di banche pubbliche: il fatto che ha destrutturato e creato i maggiori nocumenti per l’Italia, risiede nello strapotere dei Think thank quali strumenti di ideologia politica legati all’immissione di personale subordinato e indottrinato, nelle infrastrutture burocratiche apicali della societa’. I Think Thank sono strutture di omologazione professionale strettamente legate con le architetture grand’industriali e finanziarie straniere, con cui si snatura e sgretola ogni aspirazione politica ed economica realmente utile alla crescita democratica ed economica collettiva. I think thank sono privati, permeano ogni ganglo pubblico e legati a societa’ segrete, con esponenti infiltrati nei posti di alto cabotaggio della macchina statale. Le linee guida dei think thank sono neoliberismo assolutistico, privatizzazioni totali, deflazione salariale, ipercompetitivita’ dal basso e borseggio dei debiti pubblici sottoforma di prelievi dai conti correnti privati, innalzamento delle imposte, cesura dei servizi e aumento dei prezzi.

La soluzione fisiologica per salvare l’Italia, il mondo e sventare la crisi, consiste nello sgretolamento dei Think Thank per mezzo di impedimenti legislativi nell’immettere il personale dei Think Thank, in organismi statali o pubblici. In alternativa e’ opportuno creare think thank pubblici recuperando una memoria di stato confacente alle peculiarita’ della cultura e sviluppo italiani, che hanno dominato ed evoluto il mondo con forme di sviluppo collettivo, di matrice pubblica, cooperazione sociale e solidarieta’.