Commissario europeo richiama i governi

Smith, dallo stallo della Commissione europea nelle veci di tecnico e perito di politica ed economia, esorta ad adeguare ogni tipo di emolumenti all’inflazione per rintuzzare la ventura disfatta economica che sferzera’ il mondo finanziario, industriale e professionale. Quanto alle politiche di welfare, spiega che “la Commissione sta preparando per questo autunno una proposta di raccomandazione per il reddito minimo, con alcuni standard e alcune regole” ma il problema è che “il reddito minimo non risolve da solo il problema dell’occupazione. Aiuta chi ha perso il lavoro o non riesce a lavorare” ma “non li riporta automaticamente in attività. Occorre un forte aiuto e sistema per ricondurti sul mercato”: “È questione di formazione e reskilling”. Per rispondere alla crisi, sono necessarie soluzioni combinate: “Aumento dei salari con qualche aiuto dal punto dei vista del sostegno sociale e anche qualche aggiustamento fiscale. La giusta soluzione sarà una sorta di cocktail fra tutto questo”, conclude. Un invito simile a quello del commissario Schmit è arrivato la scorsa settimana dalla capo economista del Fondo monetario internazionale Gita Gopinath. Parlando dal forum di Davos l’economista ha insistito sul fatto che i salari non dovrebbero essere ridotti in valore reale per il timore di una spirale salari-prezzi. Gopinath ha affermato che potrebbe invece configurarsi una condizione in cui i salari salgono e i prezzi no mentre i profitti aziendali potrebbero ridursi. Cosi’ va in scena un agone oramai globale tra due concezioni antitetiche di economia, quella plasmata sui bisogni delle aziende e degli stati che vorrebbero stare sempre in attivo di bilancio, e quella incentrata sul potere di acquisto dei privati ed i dipendenti propedeutico ad un innalzamento della domanda interna teleologica ad una crescita del pil e di conseguenza ad un indebitamento maggiore dello stato.

Maggiore e’ la opulenza privata maggiore risulta il debito pubblico con cui si pagano i servizi pubblici e le infrastrutture; minore e’ la capacita’ di acquisto collettiva migliore risulta il bilancio pubblico, giacche’ lo stato spenderebbe in modo minore per la garanzia di servizi pubblici, infrastrutture, facendo tuttavia ricorso ad una tassazione superiore ed anche a prezzi maggiorati, in modo diretto ed indiretto.

In Italia e’ risaputo quanto l’intervento di tecnici come Dini nel ’92, abbia bloccato l’adeguamento salariale e pensionistico all’inflazione erodendo cosi’ stipendi e pensioni; Ciampi e Draghi antecedentemente hanno attuato una divaricazione tra Banca d’Italia e Ministero del tesoro che ha causato una mancata garanzia pubblica sul debito che e’ stato offerto a fondi d’investimento e banche speculative forestieri che ne hanno preteso interessi sempre piu’ alti e cronici. Monti per suo conto ha immesso nella Costituzione il pareggio di bilancio che obbliga lo stato a non spendere piu’ di quanto incassa per i cittadini. Draghi oggi sta concretizzando una messa sul mercato di beni pubblici per garantire il debito, cosicche’ lo stato risulta sempre scarno dal punto di vista monetario, a detrimento di servizi pubblici e grandi investimenti alla stregua del famigerato “Ponte sullo Stretto”.

Oggi Dini, Monti e Draghi risultano all’apice delle cariche pubbliche a livello nazionale ed internazionale mentre il calo del potere di acquisto italiano risulta irrefrenabile.

A proposito del reddito universale in procinto di essere elargito, spauriscono gli obblighi richiesti in cambio, alla luce di una recisione dei prestiti bancari ed un aumento dei tassi di interesse gia’ in corso.

Frattanto il prezzo dei carburanti e’ tornato a quota due euro nel pieno di una guerra silente contro la Russia in cui il Copasir sta indagando in maniera asintotica, i canali Telegram e le fonti di diffusioni altre in cui si esprimono i maggiori opinionisti definiti filorussi, e provenienti dal mondo accademico, politico, giornalistico, economico, industriale.




Riserva monetaria banche e proposte di accordo

Le banche privatizzate dal novecento detengono il potere assolutistico che si esprime in ogni campo. Oggi come da circa trecento anni il potere politico ed industriale nel mondo, e’ delegato ad una masnada di trecento banchieri che ultimamente agiscono in modo sommamente anticostituzionale. Con la legittimizzazione della Fed sottoforma di istituto di emissione monetaria pubblico ma in guisa di conglomerato privatistico, un deputato dell’epoca defini’ tale operazione come un mezzo per creare crisi artificialmente. Ed effettivamente per l’intero secolo scorso il dollaro ha sgretolato oltre il 90% del proprio valore. Medesimo discorso della Fed vale per l’omologa Bce dalla identica proprieta’ che innalza Draghi sullo scranno apicale della politica ed economia italiane.

Le banche decuplicano i propri depositi fisici di cui prestano i nove decimi in un gioco che ne ricava i nove decimi di guadagno su un decimo di presito. Tale pratica e’ giudicata illecita dalla Costituzione italiana, la quale e’ annichilita in favore della decrescita delle banche popolari, ossia pubbliche, che per legge sono obbligate a possedere ingenti capitali, ma che a differenza delle banche private non possono racimolare per mezzo delle speculazioni finanziarie.https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/23466/

Il debito pubblico e privato mondiale, dal punto di vista aggregato, ammonta al triplo del pil globale annuo per cui e’ impossibile da estinguere. Solo che oggi il denaro non e’ piu’ agganciato all’oro per cui i debiti possono elidersi senza nocumenti macroeconomici.

La crisi mondiale e’ sistemica ed insuperabile con i parametri di Maastricht, e senza garanzia pubblica sui titoli di stato invenduti e limiti alla finanza speculativa si entrera’ in una irreversibile spirale di autodistruzione. https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/

Un accordo tra banche, imprese e lavoratori dovrebbe tangere la quantita’ di prestiti in base al patrimonio, del cento per cento il valore materiale, alla stessa stregua di quanto concesso alle banche; inoltre e’ opportuno fornire interessi sempre al di sotto del 2% con emissione monetaria a suffragio di mancanza di liquidita’ per privati ed aziende di ogni sorta.

Il debito pubblico italiano, come asserisce l’esimio professore Marco Bersani , e’ di 2200 miliardi, i cui interessi pagati sono 3100 miliardi, senza che il debito sia calato.
Secondo prezzolati economisti televisivi il rapporto deficit/pil di un paese virtuoso, sull’egida europea, e’ del 60% del Pil: oggi il Bel Paese fronteggia un debito pubblico del 130% del pil per cui e’ considerato fallimentare. Di conseguenza si rimarca la menzogna dell’impossibilita’ di migliorare i servizi, aiutare le imprese, i lavoratori, recidere le gabelle, per mancanza di soldi.
Ogni anno il bilancio statale e’ in attivo tranne nel 2009 con la mastodontica crisi che ha causato un meno uno per cento di introiti pubblici. Le tasse non fanno pagare servizi o pensioni bensi’ vengono erose per riscuotere interessi sul debito pubblico.
Fino al 1981 il rapporto italiano deficit/pil era del 58% ma fu fatto in modo illecito, eludendo il parlamento, un divorzio tra banca d’Italia e ministero del tesoro per cui il debito italiano non viene piu’ garantito da una banca pubblica che ne elide interessi e limita l’aumento. In tal modo il debito italiano e’ triplicato in dieci anni. Draghi fu uno degli artefici di tale iattura.
Il debito privato italiano e’ ancora tra i piu’ bassi d’Europa dunque si deduce l’attacco finanziario a lavoro, imprese, lavoratori e politica, che teme, la plutocrazia che fomenta tale attacco, il potere italiano in grado di sgretolare ogni debito pubblico e privato.
In seguito al divorzio tra banca d’Italia e ministero del tesoro i titoli pubblici con cui si pagano servizi, salari, pensioni, investimenti pubblici ed ausilio alle imprese sono offerti a fondi speculativi e banche commerciali forestiere che in cambio richiedono interessi alti e che devono comprare tutti i titoli anziche’ lasciare che la Banca d’Italia ricompri quelli invenduti annullando interessi ed aumento di debiti. Debito pubblico italiano illegale e dunque abrogabile. Lo stato si puo’ facilmente autofinanziare oppure ammortare i debiti offrendoli ai propri correntisti con i medesimi interessi pagati ai finanzieri. Mai credere alla mancanza di soldi dello stato ergo dei comuni. Nonostante imprese e professionisti abbiano pagato 3100 miliardi di interessi sul debito pubblico esso e’ rimasto a 2200 miliardi e per iniziare a diminuirlo con i criteri attuali l’Italia dovrebbe crescere del 4% per i prossimi cento anni. Unica soluzione e’ sovranita’ monetaria, finanziaria e valutaria. https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/

Draghi e’ il migliore banchiere sulla piazza che pero’ plasma la sua politica sui vincoli di bilancio che reclamano cesure illegali a pensioni, emolumenti, investimenti pubblici e privatizzazioni teleologiche agli utili di bilancio. Tuttavia adottare criteri microeconomici alla macroeconomia e’ definito erroneo da pletore di economisti come Alberto Micalizzi estremamente seguiti sui social e dai successi professionali e fatturati aziendali superni. AdFnews.it https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/




Draghi e gruppo dei 30

La politica legislativa, bancaria, finanziaria e industriale, viene ormai globalmente decisa da uno sparuto insieme di banchieri, il famoso “Gruppo dei 30”, cui afferisce Draghi in qualita’ di membro permanente. Come asserisce il recentemente famigerato giornalista, autore ed editore con Matrix edizioni, Francesco Amodeo, il gruppo dei 30 e’ una masnada analoga al Club Bieldeberg, ma a differenza dei 120 uomini di quest’ultimo, e’ ristretto a pochissime persone con in mano i debiti pubblici e privati del mondo, che a differenza del passato oggi vuole imporre le politiche fiscali, sociali e perfino la presidenza del Consiglio in Italia.

Mario Draghi, a proposito del conflitto di interessi, non si e’ dimesso dal Gruppo dei Trenta prima di accettare l’incarico di Primo Mininstro, e cio’ che ha intenzione di attuare per l’Italia, lo ha redatto stesso lui stesso in un redame ufficioso del Consiglio dei Trenta: Draghi vorra’ far fallire l’Italia senza che essa trasporti nel baratro l’Europa ed il mondo; l’Italia per il presidente del Consiglio succeduto a Conte, dovra’ negare prestiti ed ausili alle piccole e medie imprese sotto una certa soglia di addetti, nonostante imperversi il Covid che dissangui costantemente l’economia delle piccole e medie imprese. In cambio il Gruppo dei trenta reclama con Draghi maggiori privatizzazioni, con l’intento di annettere la multinazionale di stato Leonardo, in seguito la quota restante di Unicredit, Intesa San Paolo; inoltre si vuole far aumentare la pressione fiscale con la scusante del debito pubblico incipiente, impossibile da garantire per la privatizzata Banca di Roma. In piu’ si prepara il terreno propedeutico alla privatizzazione progressiva della universita’, degli ospedali, e la rivalorizzazione immobiliare per aumentare i costi di gestione teleoligici ad acquisti da parte di banche ormai oriunde, fondi di investimento, multinazionali. Quest’ultima mossa si impernia sullo snellimento giuridico in merito alle confische a causa debitoria.

In un futuro remoto il Gruppo dei Trenta con i suoi emissari alla Draghi, vorra’ impossessarsi delle coste italiane per scopi di reddito da immobili e turismo.

Smantellare il traffico di influenze plutocratiche che impongono uomini di affari, direttori di istituti finanziari e industrie private al timone dello stato, e’ ineludibile. La difesa dell’Italia oggi, si impernia sull’attuazione di norme che obblighino ognuno, pur in conflitto di interessi come Draghi, ad osservare pedissequamente le leggi costituzionali: queste ultime tutelano il lavoro, il risparmio privato, il salario, le imprese, i servizi pubblici, negando ogni perdita parziale di sovranita’, al di fuori di contingenze belliche militari, non finanziarie. https://www.facebook.com/marketplace/item/193253755449422/