Magistrato Pd torna alla carica

Emiliano e’ un magistrato, politico di lungo corso della Lucania, esponente di alto calibro del Pd nonche’ antagonista coriaceo di Renzi e sopratutto della sua impostazione politica. Attuale presidente della regione Puglia ed ex sindaco di Bari si trova carsicamente emarginato dal pd, alla stregua del suo omologo salernitani de Luca, il quale figura attualmente alla presidenza della Campania, in seguito a reiterate e lusinghiere cariche come sindaco di Salerno: «La questione meridionale che ancora ci affligge è un pensiero fisso. Non c’è una sede istituzionale o un dibattito pubblico nei quali io non parli della disparità Nord-Sud che subiamo ancora oggi in maniera macroscopica perché lo Stato nazionale fa due pesi e due misure, non ho paura di dirlo. Noi abbiamo decine di migliaia di medici, infermieri e operatori sanitari in meno rispetto al Nord a parità di popolazione e da Roma non ci autorizzano a colmare questo divario. Lo Stato ci trasferisce meno risorse basandosi sulla spesa storica, come sempre accaduto, e non sui livelli essenziali delle prestazioni. Stesso discorso per infrastrutture e trasporti. Se a Milano o Torino ci fosse una situazione come quella di Taranto, con il diritto alla salute sospeso da anni per legge, cosa succederebbe?»

Emiliano è “durissimo” contro il Governo: non ha paura di dire che “lo Stato nazionale fa due pesi e due misure”.
Sicuramente informare su una verità per tanto tempo taciuta è un primo passo ma non basta.

Servono azioni concrete come una ferma opposizione contro l’autonomia differenziata, di certo non dichiarazioni in cui la si considera “una sfida da definire”.

Sarebbe inoltre servito un fronte comune con Vincenzo De Luca nella battaglia per la ripartizione del fondo sanità per una suddivisione più equa a vantaggio dei meridionali. Cosa che Emiliano ed altri governatori del sud non hanno fatto, lasciando De Luca solo contro i presidenti delle regioni del Nord.

Le dichiarazioni non bastano, e’ necessaria la concretezza delle azioni da parte dei politici che rappresentano i meridionali, asseriscono i seguaci di Pino Aprile conformati al partito meridionalista, unico di fatto per l’Italia in grado di incidere:”Movimento 24 agosto, Equita’ Territoriale”. De Luca per contro versa in una palese difficolta’ politica, allorche’ si sia riscontrato fallimentare il piano politico anticovid da egli caldeggiato; per aver sfidato il Pd nazionale sulla questione dei Lep, per aver destabilizzato la politica napoletana nell’ambito delle istituzioni cittadine e regionale, a favore di propri concittadini o simpatizzanti. De Luca, sebbene gestionalmente apprezzato e nazionalmente stimato, staziona in una fase di limitazione politica progressiva che inficia i suoi propositi di unione meridionale di politici ed alte cariche, nell’equa distribuzione dei fondi europei e nazionali.