Il trucco dell’Ilva

Quando si ragiona sulla questione della chiusura o meno dell’Ilva di Taranto, principale stabilimento europeo di acciaio e si apprende di Mittal che e’ un banchiere della Goldman Sachs, non un imprenditore e basta, ci si puo’ insospettire. La Goldman Sachs e’ la principale banca commerciale americana, fucina di Prodi, Monti, Draghi e dello smantellamento dell’Iri nonche’ della privatizzazione delle principali aziende statali d’Italia, senza contare la paternita’ di Goldman Sachs, dei derivati finanziari che l’Italia ha fraudolentemente acquistato per mano dei succitati manager e politici, per i quali il Bel Paese ha ottenuto un buco di 44 miliardi di euro.


Il disegno di Mittal e della banca che lo appoggia, consisteva nell’impossessarsi della due diligence, ossia il documento aziendale con tutti i segreti Ilva in merito ai materiali, conoscenze, segreti produttivi, clienti e fornitori, da borseggiare e replicare all’estero, specialmente nelle lande indiane scevre di diritti sociali ed economici. Il quadro dunque e’ chiaro, e ora si caldeggia per la legittimazione giuridica di tale furto, oltre che per le future morti dei lavoratori e abitanti tarantini, da parte di Mittal che vuol dire Goldman Sachs che ha anche quote azionarie della non piu’ del tutto pubblica Cassa depositi e prestiti.


L’Italia e’ assediata dalla finanza teleologica alla sua deindustrializzazione per cui bloccare i flussi finanziari stranieri nell’acquisto di beni pubblici e’ ormai fondamentale.


Il furto avvenuto e non ancora bloccato della tecnologia proprietaria di Ilva, e’ lo stesso avvenuto in Formula 1, ai danni della Ferrari, da parte di Mercedes che finora non ha piu’ perso mondiali.


Ma lo stesso copione di furti industriali e tecnologici e’ stato attuato recentemente nella Sardegna patria della principale comunita’ di ultracentenari al mondo. Furono in questo caso derubati documenti scientifici sulle caratteristiche genetiche di questi ultracentenari da parte di una multinazionale inglese. Da qui la necessita’ assoluta di affiatare l’Italia e gli italiani in un monoblocco nazionalista, di matrice statale, monetaria, industriale e militare, assolutamente autonomo ed indipendente. Pena nemmeno la decrescita infelice bensi’ l’eutanasia.

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