Cosa aspettarsi in Italia dal nuovo governo?

Lo scrittore e giornalista meridionalista Pino Aprile ironizza sul governo Draghi e la sua immane rappresentanza del Nord, con quasi nulla del Sud; cio’ in proporzione al sarcasmo utilizzato da una certa stampa territoriale che etichettava Conte come trasportatore di “terroni” nelle istituzioni e nei posti cruciali della politica. Il nuovo governo Meloni è completamente diverso, con una mastodontica rappresentanza del Nord ed una novità: Il governo Draghi era molto a destra e con i ministeri dei soldi nelle mani della Lega, partito con segretario e vice segretario nazionali condannati per razzismo e fautori di una politica territoriale sebbene sedicente nazionale; mentre il neonato governo di estrema destra ha tutti i ministeri dei soldi nelle mani della Lega, partito con segretario e vice segretario nazionali condannati per razzismo. E Georgetti vera appendice di Draghi nonche’ guarentigia statale di ricezione del Pnnr, rispetto del Patto con Parigi del Quirinale considerato esiziale per l’Italia.

E adesso vediamo il clamore dei seguaci del presidente del Partito Equita’ territoriale che apostrofa cosi’ queste alte cariche statali: “Un presidente del Senato che se lo chiami fascista risponde: “Lei mi vuole lusingare”; una ministra al Turismo, socia di attività turistiche, che si proclama “orgogliosamente fascista”.

Il ministero dell’Istruzione che aggiunge alla sua denominazione “e merito”. Speriamo che ad occhio sta a significare che saranno premiati i meriti”. Eppure il presidente del Pnnr ha ammesso recentemente che l’Italia non ne avesse bisogno. Ad ogni modo questo esecutivo e’ pregnato di conflitti di interesse che dall’Ucraina alla economia alla integrita’ territoriale, non lascia presagire buoni risultati. Le questioni Invalsi o similari, in base alle quali le risorse saranno attribuite “ai primi”, come e più di quanto già avviene, spauriscono coloro che siedono nelle scuole ed universita’ meridionali. Non è pregiudizio politico; abbiamo già queste storture, si scalda l’ex direttore di Gente originario di Taranto: “meritocrazia” delle università, con le graduatorie fatte con criteri vergognosi per identificare “le migliori” (più sono ricche e del Nord, più sono meritevoli di aiuto: questa la truffa dei “criteri”) sono ancora problemi sesquipedali e nodi irrisolti. Con la mensa e il tempo pieno, esclusivamente al Nord o quasi (un “diritto” all’italiana: ce l’ha solo chi se lo può pagare), in cinque anni, gli studenti del Sud fanno un anno effettivo di scuola in meno, rispetto ai colleghi del Nord. Ma invece di “rimuovere le cause”, come da dettato costituzionale, si premiano i privilegiati e si puniscono i danneggiati.

La scuola non è un campionato, ma un servizio. Mentre le scuole comunali nel napoletano oggi continuano ad annaspare negando dal principio il tempo prolungato ed affidando al pagamento genitoriale, tirocini e laboratori come quelli di inglese e musica. In uno scenario in cui le tasse provenienti da coloro che le pagano a Napoli e zone limitrofe, si confermano uguali per entita’, agli omologhi del centro-nord.

Il ministero delle imprese in mancanza di una porzione dei servizi segreti improntata esclusivamente sulle acquisizioni aziendali e salvaguardia delle aziende nazionali potrebbe essere quasi pleonastico. Forse è un’idea sbagliata pensare che lo sviluppo economico sia opera di popolo nel suo insieme, grazie alle “imprese”, le quali risultano da intendere quali strumenti, non come fine, a parere dei critici. Di qui la mancanza di programmi di sgravio fiscale per le imprese e finanziamento pubblico ad ufo verso esse, terrorizzano innanzitutto gli industriali.

Il ministero “Affari regionali e Autonomie”, se affidato di fatto ai leghisti come Roberto Calderoli (pure lui con la condanna definitiva per razzismo), è impressione che vada inteso come “Affari” a detrimento del Sud che vede la gestione ed il guadagno di Pompei gia’ in passato affidati ad una azienda del Veneto; stesso discorso per le famigerate Catacombe di San Gennaro, senza alludere al Centro Campania e Outlet la Reggia, principali centri commerciali del sud, saldamente nelle mani di aziende e consorzi settentrionali, in ultima Firenze. “Autonomia”, ovviamente differenziata? Lo hanno dichiarato ed è il primo punto nel programma di governo a trazione leghista eludendo i Lep, costituzionalmente garantiti ma non definiti in sede parlamentare, proprio a causa dell’esortazione di Giorgetti che spauriva all’idea di dover recidere i finanziamenti alla propria controparte politica e territoriale. Finanziamenti che avrebbero premiato per la prima volta nella storia unitaria, il Mezzogiorno scevro di servizi essenziali ed infrastrutture adeguate, come postulato dai padri costituenti, dal punto di vista della quantita’ di moneta.

Giorgia Meloni e’ la prima donna sul principale scranno politico d’Italia ma non deve cio’ essere strumentalizzato per legittimare linee politiche ed economiche antitaliane. Infatti le donne ai capi di Bce e Commissione europea, oltre che di alcune politiche baltiche, stanno dimostrando quasi inettitudine se non risultati pari o peggiori ai propri predecessori maschi. Meloni tuttavia ha dimostrato di esserlo, in gamba, portando il suo partito, in pochi anni, da un pizzico per cento a primo d’Italia. E sembra attuare una linea di subordinazione politica e finanziaria ad Israele, America e Francia, per mezzo dei propri viaggi recenti, strette di mano e dichiarazioni. Il trattato del Quirinale con Parigi e’ giudicato da economisti dissenzienti come un progetto di limitazione, controllo e progressivo annichilimento della potenza di fuoco economica dell’Italia. E Meloni sembra aver rilanciato questo asse, con il beneplacito di Mattarella intento a rassicurarsi alla fedelta’ verso la Nato, all’Europa, alla Francia e ad Israele, del capo di Fdi. Tutto cio’ fa evincere un sovranismo di facciata che fa rutilare i dogmi economico-finanziari di potenze straniere, a detrimento degli interessi nazionali.

Giorgia Meloni ha bisogno di dimostrare subito che fa sul serio e che loro sono di quelli che “realizzano”, il che potrebbe far finalmente partire i lavori per il Ponte sullo Stretto, ma al ministero delle infrastrutture c’è Salvini; e la Lega si è detta per il Ponte, quando non poteva farlo e se ne è sempre dimenticato, come Berlusconi, quando poteva farlo. Al Nord, salvo alle imprese costruttrici, non conviene un Ponte che inneschi un ciclo virtuoso per l’economia del Sud.
E Meloni ha mostrato in un paio di occasioni di esser contraria all’Autonomia differenziata (perché divide l’Italia e nel suo partito amano chiamarsi “patrioti”) ma pure di esser disponibile a barattarne l’accettazione con temi a lei cari (lo stesso suo partito è grograficamente diviso sull’Autonomia).

Forza Italia è già in buona parte fagocitata da Fratelli d’Italia e anche se Berlusconi decidesse di togliere l’appoggio al nuovo governo, è pronto un neonato gruppo raccogliticcio al Senato, per parare il colpo; ma fosse la Lega a ritirarsi dalla maggioranza, se l’Autonomia non passasse, la coalizione si sfascerebbe, perché Berlusconi coglierebbe l’occasione per farla pagare alla Meloni. E la Lega caldeggia per un potenziamento del Nord pur all’interno dei lacci europei, glissando sui dettami costituzionali in questa congiuntura di costi sesquipedali, crisi sistemica che stanno deflagrando specialmente al Nord. Da qui e’ a rischio il sistema italia formato da piccole e microimprese, gravato dai postumi della pandemia e della recessione italo-europea. In uno scenario in cui le multinazionali hanno superato gia’ da un anno i problemi di liquidita’ il governo dovra’ rintuzzare gli attacchi esogeni alle altre aziende e la loro cesura del credito, tra pericoli di bombe occupazionali, patrimoniali e fiscali in arrivo.




TgT

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1 Il governo Draghi intende muoversi con un piano di vaccinazione collettivo, poi finanziamenti forse non a fondo perduto per le imprese, ancora infrastrutture e turismo come perni del programma politico. Le manovre svelate in parte con Draghi, vorranno riconvertire le industrie plasmandole sull’ambiente e probabilmente far continuare la scuola, per parte dell’estate in modo da far recuperare le lezioni e sbloccare le assunzioni del settore.

2 Il petrolio ha sforato il record di 60 dollari al barile per la gioia degli investitori, per mezzo della cesura della sua produzione, della debolezza del dollaro e dell’innesto di 2000 miliardi di dollari dall’America, a favore delle famiglie, considerati volano per la ripresa dei consumi.

L’alta finanza ignora la stagnazione per il Covid tutt’ora presente in Europa e parte dell’Asia, sostenendo la ripresa indefessa delle trivellazioni petrolifere in America.

3 E’ stato messo appunto in Italia uno strumento di misurazione per il Covid molecolare, cosi’ da individuare le varianti del virus in sole due ore. Probabilmente questo processo e’ propedeutico all’isolamento e sequenziamento completo del virus, oggi non realizzati del tutto, e senza i quali nessun vaccino efficace totalmente sul Covid, puo’ essere realizzato.

4 Robert Steel, ex agente capo dei reparti di spionaggio militare e civile Cia, ha creato una commissione di inchiesta tra America e Gran Bretagna, per sventare i rapimenti di minori ed i rituali pedosatanisti in crescita in America. Steel e’ stato creatore in passato di una peculiarissima organizzazione di controspionaggio e, nel perseguimento della pedofilia, si sta avvalendo di piccoli galeotti che hanno partecipato a rapimenti e ricerca per pedofili, ma anche di informatici attivi nella decrittazione di nomi e siti internet.

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