Identita’ digitale imminente: benefici e regole

Il governo italiano, binariamente a quelli dei membri del G20, sta proseguendo a marce forzate verso la capillarizzazione dell’identita’ digitale, con l’ausilio del Green Pass e ad onta delle critiche popolari culminate nel gesto di un professore no-vax sospeso e senza salario da mesi, che al sud si e’ dato fuoco dinanzi l’ufficio dei carabinieri.

Annesso all’identita’ digitale staziona il lavorio pubblicitario e bancario indirizzato all’affermazione della valuta digitale che molti considerano correlata anche alle crescenti chiusure di filiali di banca, alle maggiori difficolta’ di prelievo del contante presso una dovizia di bancomat aderenti tutti gli istituti finanziari. E con il dilagare di applicazioni per il proprio conto corrente, per ogni strumento di pagamento e crescenti funzioni, si deduce l’intento verso una infrastruttura digitale che contiene i dati complessivi facilitando la vita di stato ed utenti, ma all’occorrenza anche potendola annichilire, la vita degli utenti appunto.

Si pone, in relazione l’identita’ digitale, il quesito sull’utilizzo dei macrodati personali, gli introiti derivanti dalla loro vendita o elaborazione, l’equidistribuzione dei vantaggi e dei pericoli. Infatti se e’ innegabile il vantaggio e la semplificazione delle procedure tutte, con l’utilizzo dell’identita’ digitale, non si evince la giurisprudenza in merito alle decisioni sanzionatorie, penali, materiali, fisiche ed economiche utilizzando i dati digitali. Infatti chi ha la responsabilita’ di decidere, in prospettiva, e sopratutto pagare in caso di svarioni commessi, per il guadagno da vendita dei dati sensibili in digitale, il blocco dei diritti economici e sociali, sulla base del possesso dei dati digitali? https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/

Il Green Pass collegato alla Agenzia delle Entrate e’ il principale vettore, assieme ai social, di accumulo dei dati sensibili e non, delle persone; per cui non si capisce come e da chi vengono manipolate tali informazioni, chi paga, chi guadagna, chi controlla e come, il rispetto della privatezza. Se indubbiamente e’ comodissimo possedere ed usufruire dell’identita’ digitale per i servizi ed il controllo pubblico ai fini della legge, e’ arcano il fatto che ci sia non trasparenza sui soggetti che conoscono, manipolano, magari vendono, a chi e con quali emolumenti, tali informazioni. Se ad esempio un utente viene cancellato da Facebook o Youtube per violazione delle proprie regole, chi assicurera’ la cancellazione dei suoi dati da tali multinazionali e, in caso di vendita e manipolazione di essi, chi, come e quanto risarcira’ a tale ipotetico utente, di cui a bizzeffe ne stanno uscendo fuori?

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Scheda digitale e fisco su Instagram

C’e’ forte sgomento e terrore, tra correntisti, partite iva ed imprenditori italiani gia’ assediati dalla pressione fiscale monstre che “macchia’ lo stato italiano, riguardo la legittimazione pubblica a far ispezionare dalla agenzia delle entrate, i contenuti social della popolazione. Cosi’ per il governo sara’ possibile ingiungere pagamenti maggiori di gabelle a coloro definiti facoltosi o vicino la prosperita’, in base alle foto che pubblicano su Instagram ed affini. In tal guisa con il corredo di foto, post, localizzazioni pubblicate dagli utenti, il fisco dedurra’ il proprio tenore di vita e la loro aderenza con le prescrizioni fiscali e legali. https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/

Impazza su questo sistema di legge neonato, l’acredine e la critica del popolo dei social network e dei gruppi di professionisti, artigiani ed imprenditori che lamentano cali di fatturati antecedenti la pandemia ed aggravi di imposta che si ripercuotono sulle assunzioni, sui salari e sui licenziamenti in atto nel settore privato. A cio’ si aggiunge il timore relativo l’impennata dei prezzi delle materie prime, dell’energia, dei trasporti che inficiano le imprese italiche, l’erario medesimo ed il potere di acquisto dei dipendenti alla luce di sciorinati aumenti di salario.

Tutti i cittadini sono raggruppati, a livello globale, in schede digitali che ne detengono conversazioni telefoniche, domestiche registrate dagli elettrodomestici di ultima generazione, azioni fatte su Internet di ogni sorta per farsi una panoramica dell’individuo ed anticipare ogni sua mossa in caso di atti illegali. Anche dal punto di vista commerciale si sa tutto di tutti, sul piano privato degli azionisti delle maggiori infrastrutture informatiche e non, di conseguenza degli stati, con uno scambio lucroso per tutti di informazioni.https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/

Urge assolutamente una pace fiscale indefinita tra contribuenti ed agenzia delle entrate, alla luce di perdite di introiti aziendali ergo fiscali, che prosegue in Italia dal ’92, a detta di esperti del calibro di Guido Grossi o Alberto Micalizzi.

Anche il codice Qr ed i dati sul Green Pass risultano allegati alla Agenzia delle Entrate in un connubio di social network, aziende telefoniche, dati dei comuni, scontrini.

Infine sulla questione della privatezza dei cittadini trafugata dal web e’ opportuno sceverare peculiarmente, controllori, controllati, controllori dei controllori ed entita’ nonche’ importo di sanzioni e pene relativi abusi in tal senso.https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/