Monethica e Burterfly: risposta italiana al Bitcoin

BarterFly e Monethica, ossia due associazioni italiane composte da eccellenti professionisti quali Guido Grossi, ex responsabile per i mercati finanziari di Bnl, si sono consorziate con l’intento di attuare la risposta italiana, materiale, al sistema estero della criptovaluta come circuito finanziario alternativo. Ma i suddetti enti vogliono svolgere un ruolo parallelo, a differenza della criptovaluta, al paradigma finanziario e bancario tradizionale. Di seguito un ultimo documento che ne attesta il consolidamento, la pianificazione, le peculiarita’ e le acquisizioni.

“E’ con grande piacere che riprendiamo una comunicazione… interrotta solo da un gran daffare.
Sappiamo che la presenza dei sostenitori è una costante per noi, che il loro apporto – assieme alle altre migliaia di attori in campo – è stato determinante per procedere verso una meta che ora vediamo concretizzarsi sempre più chiaramente. È per questo che ci scusiamo di questo lungo silenzio.

Gli ultimi mesi ci hanno visto assolvere ad un compito complesso ed assieme vitale.
Come ben sapete l’emergenza – se da un lato ha rovinato le nostre vite e l’economia del paese – dall’altro ha svegliato molte coscienze, persone che si sono poste domande, cercato risposte e che hanno pensato di agire, proprio come noi.
Sul piano dell’economia orizzontale e solidale, alcune “monete complementari” già esistenti si sono rafforzate, alcune nuove sono nate, mentre moltissimi sono i progetti in fieri. Sviluppi forse troppo magmatici.

La fondazione BARTERFLY, dal canto suo, ha infatti compreso che una dispersione in mille rivoli non rende efficace i sistemi di scambio non legato alla moneta corrente, anzi, rischia di affossarli.
Così ha trovato in MONETHICA un partner affine, affidabile, evoluto e già a buon punto nella costruzione di nuove reti e mercati. Una unione che potrebbe fungere da catalizzatore, da calamita, per altre realtà emergenti.

“Fidanzarsi” – anche lavorativamente – non è mai semplice: c’è una conoscenza umana indispensabile da effettuare, una sintesi dei valori da condividere, conti da far quadrare, responsabilità da attribuire: per questo, cari amici, siamo rimasti così a lungo silenziosi, eravamo impegnati strenuamente dapprima a capire se BARTERFLY e MONETHICA potevano imboccare un sentiero comune e -successivamente – come procedere.
In questo fidanzamento il gruppo di MONETHICA, guidato da Umberto Vavalli, porta in dote un rigoroso know how giuridico-fiscale (inattaccabile da parte di Istituzioni statali che spesso mal tollerano la liberazione economica dei cittadini). Inoltre MONETHICA conferisce all’unione un preciso sistema di regolamento (pagamento) sullo stile di PayPal, per comprenderci.
Per parte sua BarterFly aggiunge a tutto questo sia un gruppo coeso di valori e capacità variegate, che, soprattutto il Social network SFERO.me – recentemente arricchito di molte funzionalità – che è lo strumento perfetto e definitivo per la realizzazione dei progetti della Fondazione: cioè una grande Piazza Virtuale (ed anche reale, fisica) che contenga un mercato tra aziende (B2B), mercato tra aziende e consumatori (B2C), mercato tra consumatori (C2C, legato anche all’economia del dono), senza dimenticare quegli elementi che determinano l’unicità e la validità di questa “piazza” e cioè la creazione di un polo informativo, una agenzia di pubblicità etica ed innovativa ed, infine,un corposo polo formativo. L’Italia si riscopre in questa maniera pionieristica, avveniristica come un tempo lo fu in occasione della creazione della prima banca al mondo, e si ritrova comunita’ vista una realta’ iper dinamica di cittadini e bastioni alla crisi incipiente.

https://www.francescopaolotondo.com/categoria-prodotto/cravatte/

Sta già avvenendo che molte realtà emergenti prendono contatto con noi di Burterfly per partecipare a tutto questo, senza dover rinunciare alle rispettive identità e denominazioni, apportando stabilità al sistema che deve potersi allargare velocemente. Auspichiamo che questo accada per evitare eccessive frammentazioni.

Ti chiederai, caro amico, se quanto abbiamo raccontato sia fattibile già domani. La risposta è “si” e “no”.
Per il “sì”: con il vostro aiuto abbiamo già costituito la Fondazione e dotato Sfero di funzionalità che aiutino le associazioni, i movimenti a lavorare meglio e alle imprese a farsi conoscere nel loro territorio; abbiamo migliorato e messo a punto tutti gli aspetti tecnici, legali, fiscali, comunicativi; siamo pronti a partire.
Per il “no”: per completare il disegno manca ancora l’ultima fase del progetto ovvero la realizzazione del marketplace e altre funzionalità strategiche per Sfero come i video, ma il 2 aprile partirà una seconda raccolta fondi finalizzata proprio a questi obiettivi. Ci aiuteranno gli influencer di SFERO e ci aiuteranno tutti coloro che insieme a noi vogliono partecipare alla costruzione di un mondo nuovo fatto di collaborazione e supporto reciproco.
Questo ultimo sforzo è necessario per rendere operativo e autosostenibile economicamente tutto il meccanismo.
Dal 2 aprile, dunque, sottoscrivere la nascita del sogno significa compiere un’azione di impegno sociale, un gesto di responsabilità, un atto di forte consapevolezza.
Seguici sui social, entra in SFERO, resta con noi.

Team BarterFly e’ lieto di aggregare nuovi utenti e soggetti interessati a rilanciare il pil con una mossa binaria ma alternativa ai sistemi classici di finanziamento e commercio. E forte della realta’ che vede il tg di Byoblu all’apice dei tg nazjonali secondo istituti di misurazione utenti che attestato dieci milioni di spettatori, i fondatori di Burterfly auspicano un roseo futuro per il proprio progetto interamente a sostegno della piccola economia.

Fondazione Barterfly

via Alberto Nota, 6, 10122, Torino




Sud trafitto dai fratelli settentrionali

SUD, SCONFITTO DUE A ZERO DA UN NORD AVVERSO

di Marco Esposito e Francesco Paolo Tondo
Se fosse una partita di calcio, il risultato sarebbe 2-0 per la squadra con i colori del Nord. Ma non è un gioco, è il futuro dell’Italia delle Regioni in un sistema di autonomia differenziata e quindi di servizi per i cittadini che rischiano di differenziarsi più di quanto non siano già, servizi tra i quali spicca quello degli asili nido, citato nel discorso programmatico di Giuseppe Conte del 9 settembre 2019: «Il primo, immediato intervento sarà sugli asili nido. Non possiamo indugiare oltre. Questo Governo, quale prima misura di intervento a favore delle famiglie con redditi bassi e medi, si adopererà, con le Regioni, per azzerare totalmente le rette per la frequenza di asili-nido e micro-nidi a partire dall’anno scolastico 2020-21 e per ampliare, contestualmente, l’offerta dei posti disponibili, soprattutto nel Mezzogiorno». Belle parole, tradite dai fatti.

Ma andiamo per ordine, partendo dall’autonomia. Il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia è stato a lungo ascoltato con sufficienza dai protagonisti della spinta autonomista del Nord: il veneto Luca Zaia e il lombardo Attilio Fontana. Ieri però, dopo la presentazione della bozza di legge-quadro, è arrivato se non un applauso un sostanziale via libera. «C’è una condivisione di fondo», dice Fontana, che pure parla di «dettagli da migliorare». Mentre Zaia già sfoglia il calendario: «Se la legge quadro passa, come vogliamo noi, andrà in finanziaria dopodiché da quello che dice il ministro, saremo pronti per firmare per un’intesa a gennaio». Ai cronisti che gli chiedevano quali siano i punti ancora critici, Zaia ha risposto in veneto: «I schei».
Questione di soldi, certo. La legge quadro di Boccia consente la partenza dell’autonomia differenziata – con la consegna alle Regioni che lo richiedono di funzioni e risorse – anche prima che siano definiti i Livelli essenziali delle prestazioni. Inoltre la formula prevista per la legge quadro – informativa di Boccia in Consiglio dei ministri lunedì, poi confronto di maggioranza mercoledì, quindi cammino parallelo alla legge di bilancio – lascia pochi spazi agli interventi del Parlamento, tema sottolineato ieri sia dai Cinquestelle sia da Italia Viva.

AL SUD NEGATO IL 34%
Questione di schei, dice Zaia. E ha ragione. Perché ogni volta che c’è da discutere di soldi si crea un fronte trasversale dei territori ricchi cui si contrappone un Mezzogiorno incredibilmente fragile e quindi perdente. L’ultimo esempio riguarda proprio gli asili nido, sui quali lo stesso premier dovrebbe mantenere più attenzione. Nel 2020 ci saranno ben 520 milioni per garantire e anzi anticipare la prima parte dell’impegno di Conte: i nidi gratis. È ovvio e inevitabile che il bonus andrà dove c’è già il servizio e quindi il Sud si dovrà accontentare su quella voce di poco più di 90 milioni. Ma c’è anche l’altro impegno – ampliare l’offerta soprattutto nel Mezzogiorno – con 249 milioni a disposizione. Per cui il totale spendibile nel 2020 fa 769. Il Mattino il 15 novembre ha denunciato, sulla base della proposta del Miur, che di quei 249 milioni al Sud ne sarebbero andati appena 92 portando il totale per le otto regioni meridionali a 184 milioni cioè al 24%. Per il governo aveva risposto con un video su Facebook il viceministro dell’Economia Laura Castelli, accusando il giornale di aver scritto una fake news. Ebbene: oggi possiamo scrivere che la situazione è ancora peggiorata perché le Regioni, sotto la guida dell’assessore della Toscana Cristina Grieco, hanno tagliato al Sud altri 4 milioni, così che la quota è ormai del 23%, lontanissima dal 34% che spetterebbe in base alla popolazione (e ai bambini).
La Grieco sostiene che 209 di quei 249 milioni siano bloccati in base al riparto del 2017, il che è falso rispetto alla documentazione, visto che il decreto 1012/2017 (che favoriva chi aveva già i nidi) non solo era in contrasto rispetto alle finalità della legge ma aveva valore solo su quella annualità. Inoltre una parte dei 40 milioni aggiuntivi è tornata alle Regioni già dotate di servizi. La Grieco spiega che se si fossero uniti i due fondi (520 e 249 milioni) le cose sarebbero andate meglio. Ha ragione, ma nulla impediva di tenere conto lo stesso degli effetti cumulati.

Ma com’è possibile che il Sud abbia ceduto anche quest’anno? Per l’assoluta incapacità di fare squadra. La Campania, va detto, stavolta ha condotto fino in fondo la sua battaglia con l’assessore Lucia Fortini. Ma è rimasta isolata né ha saputo coinvolgere le altre Regioni. Nelle riunioni tecniche del 25 novembre, che si sono tenute alle ore 10 e alle 12 presso il ministero degli Affari regionali, in base a ricostruzioni attendibili la maggioranza delle Regioni meridionali era assente o silente. La Sicilia si è collegata solo in audio per un minuto con una dichiarazione di circostanza. La Puglia era contraria alla proposta della Toscana, che ha il ruolo di coordinamento in materia ma non ha detto nulla. La Campania ha chiesto di rivedere integralmente i criteri e si è trovata isolata. Le testimonianze raccolte confermano la difficoltà a coordinarsi. Persino a riconoscersi. «Ero d’accordo con il collega della Campania, di cui non so il nome, era uno giovane con gli occhiali – dice Cristina Summa, la funzionaria inviata dalla Puglia – ma non avevo il mandato politico per andare contro la posizione della Toscana». Il giovane con gli occhiali è Carmine De Blasio: «Non ho visto se c’era qualcuno della Puglia. Può darsi. Se c’era non ha detto nulla. Ero solo contro tutti».

Il risultato è che il Veneto, con 35mila bambini al di sotto dei 3 anni in meno rispetto alla Campania, l’anno prossimo tra bonus nidi e fondi per costruire altri asili riceverà 66 milioni contro 44 dei campani. Di schei. A meno che all’ultimo incontro utile, la Conferenza dei presidenti in calendario a metà dicembre, Vincenzo De Luca in nome di 154.566 bambini non riesca trovare alleati e ribaltare il tavolo, per far capire che i tempi del Sud silente o consenziente sono finiti. Ma la mancanza di quattrini da inviare celermente al meridione riguardo asili da pagare, edilizia scolastica, popolare, sostegno liquido ad imprese e liberi professionisti latinano per mancanza effettiva; alla stessa stregua di ingenti risorse per dare adito al Veneto ed alla Lombardia di rintuzzare gli attacchi forestieri tesi alla limitazione ed acquisizione dell’intero comparto industriale del Nord, unico argine al predominio crucco-francese. Pertanto si vocifera internamente la fondazione Burterfly di Guido Grossi, di introduzione di moneta parallela gia’ attuata con il Burter, teleologica allo sgravio debitorio verso la macchina statale. Binariamente sempre maggiori economisti atipici come il professor Malvezzi e Alberto Micalizzi caldeggiano per una internalizzazione di Banca d’Italia con una reimmissione di lira isovaloriale all’euro: in tal guisa unire in modo effettivo l’Italia, sottoforma di ausilio immediato al nord ed al sud con una dovizia di moneta liquida, sarebbe fattibile; offrendo titoli pubblici garantiti con buono interesse ai soli correntisti italiani-i piu’ pingui d’Europa-consentirebbe di pagare immantinente il debito pubblico ed avere mano libera negli investimenti e nel buon guadagno collettivo. Cio’ eliderebbe in prospettiva, la mafia, e la statalizzazione di Banca d’Italia, che puo’ cancellare ogni debito italiano ed emettere soldi illimitati, viene definita la peggior colpa di Craxi, propedeutica al suo esilio previa pubblica crocifissione.




L’Italia imbelle sulla rinuncia ai giovani

E’ stato accorato l’appello alla politica da parte dell’esimio giornalista e produttore televisivo Michele Santoro, quando dichiarava la voglia della figlia ventenne, di scappare all’estero per una vita più facile e dignitosa. Santoro affermava, ai microfoni di Formigli presso il suo talk show,che per i genitori vedere i figli proiettati all’estero giacchè l’Italia non sa trattenerli, è asfissiante.
Secondo i dati aggiornati i giovani emigranti e che non ritornano più in Italia, sono una dovizia. Alla luce della disoccupazione giovanile al 43%. Se il Molise vede una raccapricciante dispersione abitativa assieme a Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, anche nelle regioni settentrionali si verificano progressive partenze verso l’estero che, in caso di occupazioni e matrimoni, non si traducono in ritorni. Gli stati stranieri sono meno indebitati dell’italia, meno infiltrati da sistemi malavitosi, e con una procedura di investimenti sulle singole eccellenze che coinvolge tutti. Il personale italiano è a tal proposito, molto ricercato in Germania per mezzo della propria deontologia, capacità di risolvere i problemi, di relazionarsi e di ragionare in maniera analitica: insomma i giovani sono stimati ed assunti fuori dall’italia, per la propria endemica italianità.
Investire su un’eccellenza foriera così di maggiori guadagni, è deittico della mentalità oriunda, a differenza dell’Italia imbalsamata in questioni di conoscenza, clientelarismo e salvaguardia famigliare. A tal proposito parlava, ai microfoni di ADFNEWS, l’ex guardia del corpo di Craxi, maresciallo nocerino pensionato ed attuale gestore di una sala giochi: prima lo stato tutelava i giovani competenti e quelli non competenti, garantendo ai primi carriere apicali nelle multinazionali pubbliche e privati, ai secondi posti di lavoro in aziende di stato a minore valore aggiunto. L’anziano ufficiale alludeva alle fabbriche come quella tabacchi,ormai chiuse per obblighi continentali, in cui almeno si trattenevano i giovani in Italia, garantendogli emolumenti in grado di alimentare il mercato interno, crearsi una famiglia, sostenere imprese e territorio, mediante un debito garantito. Se l’Italia, secondo economisti del calibro di Grossi , garantisse debito, investimenti, imprese di stato e facilitasse investimenti privati e rendesse gli industriali desiderosi di puntare sull’eccellenza per un grande guadagno, l’Italia sarebbe prima in Europa per crescita, opulenza e versamenti https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/fiscali. Con la politica legislativa dell’ultimo trentennio il Bel Paese suffraga la diaspora giovanile a causa dell’impossibilita’ ad offrirgli lavori adeguati e salari dignitosi; cio’ deriva dal possesso di debito sovrano sempre piu’ allargato all’estero, con il diniego a garantirlo ad ufo, da parte di Bce, nell’inedia della gia’ privatizzata Banca d’Italia, restia a svolgere il recente ruolo di incubatore di imprese e volano per lo sviluppo monetario individuale nonche’ di capillarizzazione di infrastrutture e presenza dei servizi pubblici efficienti.




L’Italia rinuncia ai giovani

E’ stato accorato l’appello alla politica da parte dell’esimio giornalista e produttore televisivo Michele Santoro, quando dichiarava la voglia della figlia ventenne, di scappare all’estero per una vita più facile e dignitosa. Santoro affermava, ai microfoni di Formigli presso il suo talk show,che per i genitori vedere i figli proiettati all’estero giacchè l’Italia non sa trattenerli, è asfissiante.
Secondo i dati aggiornati i giovani emigranti e che non ritornano più in Italia, sono una dovizia. Alla luce della disoccupazione giovanile al 43%. Se il Molise vede una raccapricciante dispersione abitativa assieme a Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, anche nelle regioni settentrionali si verificano progressive partenze verso l’estero che, in caso di occupazioni e matrimoni, non si traducono in ritorni. Gli stati stranieri sono meno indebitati dell’italia, meno infiltrati da sistemi malavitosi, e con una procedura di investimenti sulle singole eccellenze che coinvolge tutti. Il personale italiano è a tal proposito, molto ricercato in Germania per mezzo della propria deontologia, capacità di risolvere i problemi, di relazionarsi e di ragionare in maniera analitica: insomma i giovani sono stimati ed assunti fuori dall’italia, per la propria endemica italianità.
Investire su un’eccellenza foriera così di maggiori guadagni, è deittico della mentalità oriunda, a differenza dell’Italia imbalsamata in questioni di conoscenza, clientelarismo e salvaguardia famigliare. A tal proposito parlava, ai microfoni di ADFNEWS, l’ex guardia del corpo di Craxi, maresciallo nocerino pensionato ed attuale gestore di una sala giochi: prima lo stato tutelava i giovani competenti e quelli non competenti, garantendo ai primi carriere apicali nelle multinazionali pubbliche e privati, ai secondi posti di lavoro in aziende di stato a minore valore aggiunto. L’anziano ufficiale alludeva alle fabbriche come quella tabacchi,ormai chiuse per obblighi continentali, in cui almeno si trattenevano i giovani in Italia, garantendogli emolumenti in grado di alimentare il mercato interno, crearsi una famiglia, sostenere imprese e territorio, mediante un debito garantito. Se l’Italia, secondo economisti del calibro di Grossi , garantisse debito, investimenti, imprese di stato e facilitasse investimenti privati e rendesse gli industriali desiderosi di puntare sull’eccellenza per un grande guadagno, l’Italia sarebbe prima in Europa per crescita, opulenza e versamenti https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/fiscali.




L’Italia annichilisce la religione ai giovani

E’ stato accorato l’appello alla politica da parte dell’esimio giornalista e produttore televisivo Michele Santoro, quando dichiarava la voglia della figlia ventenne, di scappare all’estero per una vita più facile e dignitosa. Santoro affermava, ai microfoni di Formigli presso il suo talk show,che per i genitori vedere i figli proiettati all’estero giacchè l’Italia non sa trattenerli, è asfissiante.
Secondo i dati aggiornati i giovani emigranti e che non ritornano più in Italia, sono una dovizia. Alla luce della disoccupazione giovanile al 43%. Se il Molise vede una raccapricciante dispersione abitativa assieme a Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, anche nelle regioni settentrionali si verificano progressive partenze verso l’estero che, in caso di occupazioni e matrimoni, non si traducono in ritorni. Gli stati stranieri sono meno indebitati dell’italia, meno infiltrati da sistemi malavitosi, e con una procedura di investimenti sulle singole eccellenze che coinvolge tutti. Il personale italiano è a tal proposito, molto ricercato in Germania per mezzo della propria deontologia, capacità di risolvere i problemi, di relazionarsi e di ragionare in maniera analitica: insomma i giovani sono stimati ed assunti fuori dall’italia, per la propria endemica italianità.
Investire su un’eccellenza foriera così di maggiori guadagni, è deittico della mentalità oriunda, a differenza dell’Italia imbalsamata in questioni di conoscenza, clientelarismo e salvaguardia famigliare. A tal proposito parlava, ai microfoni di ADFNEWS, l’ex guardia del corpo di Craxi, maresciallo nocerino pensionato ed attuale gestore di una sala giochi: prima lo stato tutelava i giovani competenti e quelli non competenti, garantendo ai primi carriere apicali nelle multinazionali pubbliche e privati, ai secondi posti di lavoro in aziende di stato a minore valore aggiunto. L’anziano ufficiale alludeva alle fabbriche come quella tabacchi,ormai chiuse per obblighi continentali, in cui almeno si trattenevano i giovani in Italia, garantendogli emolumenti in grado di alimentare il mercato interno, crearsi una famiglia, sostenere imprese e territorio, mediante un debito garantito. Se l’Italia, secondo economisti del calibro di Grossi , garantisse debito, investimenti, imprese di stato e facilitasse investimenti privati e rendesse gli industriali desiderosi di puntare sull’eccellenza per un grande guadagno, l’Italia sarebbe prima in Europa per crescita, opulenza e versamenti https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/fiscali.

L’Italia non aggrada i giovani a causa della sua vetusta’ con cui aliena la benevolenza cittadina e religiosa in favore di forme di clientelarismo, politica miscredente, economia asfissiante a totale detrimento dei volenterosi, dei valorosi, dei retti.

Cosi’ la ontologia cattolica che permea la civilta’ italiana, viene sottomessa ad un relativismo fatuo, codardo, antireligioso ed antiumano, di matrice finanziaria e grand’industriale. Da qui il secolarismo e lo scetticismo giovavile, diviene la palese ed irreversibile delle conseguenze.




Europa strategia segreta e difesa

Non c’e’ crisi ma un cambiamento deliberato del sistema economico. Lo afferma il finanzialista e professore di economia Valerio Malvezzi.

Le banche italiane sono sotto attacco dall’Europa; i requisiti patrimoniali prescritti dall’Europa per superare gli stress test ed operare nel mercato relativamente le banche territoriali, sono una castroneria con la quale hanno fatto il sacco dei piccoli istituti di credito settentrionali.

Npl sta per non permorfing loans; ossia i crediti deteriorati che corrispondono ai titoli tossici delle banche nel cui ambito bisogna interrogarsi sul motivo per cui il popolo non paga piu’ i debiti.

Il tutto urge dalla premessa secondo cui lo sviluppo italiano stoppato negli anni settanta, ha originato da politiche espansive, di stampo keinesiano, rispettose della spesa sociale.

Il mondo antecedente era imperniato sul sostegno alla poverta’ ed alla produzione; in seguito si e’ assecondata la scalata sorpassatrice della finanza, ovvero dei titoli cartieri, bond, derivati, sull’economia fisica, sullo sviluppo reale. A tal proposito si inquadra il sarcasmo di Margaret Tachter con cui replico’ alla domanda che mostrava l’Italia quarta potenza mondiale al posto di Inghilterra e Francia. La “lady di ferro” minimizzava il sorpasso italiano verso il suo paese e la Francia, che avrebbe culminato nel ‘2000, nel superamento italiano perfino sulla Germania; quest’ultimo fu bloccato con leggi capestro e speculazioni finanziarie operate da Soros e denunciate da Craxi. Comunque la Tachter definiva l’Italia un concorrente controllabile e battibile facilmente per mezzo del potere di bond, titoli finanziari e speculativi che vedevano Londra sempre all’apice del potere globale: insomma la ricchezza fisica italiana non impauriva i detentori della opulenza fittizia, che oggi e’ ben maggiore del pil fisico mondiale annuale, di ben dieci volte. Da qui si deduce l’opera di deindustrializzazione italiana architettata da Bruxelles, il controsorpasso in pil ai danni dell’Italia, da parte di Germania, Francia ed Inghilerra. Ed il presente di crisi irreversibile dell’apparato industriale italiano.

 

Oggi la crescita della produttivita’ e’ schizzata mentre quella del salario si e’ appiattita, il che significa impoverire la popolazione mediante trucchi finanziari abietti; sono tali schemi alla base del progetto di Europa che ha causato il depotenziamento della Banca d’Italia mediante la privatizzazione.

 

Le banche pubbliche sono costituzionalmente obbligate a garantire lo sviluppo, giacche’ hanno la prescrizone di acquistare i titoli di stato, oltre che a emettere moneta per fini inflattivi o deflattivi, ovvero far diminuire o aumentare i prezzi al dettaglio come argine al degrado finanziario ed alle crisi politiche. Cosi’ come utile, la statalizzazione bancaria, lo e’ per far rispettare le leggi ai fini della salvaguardia dell’ambiente e della pace, o semplicemente per la salvaguardia delle fasce deboli come del potenziamento di quelle forti.

Il socio di maggioranza di Win the bank, Malvezzi, svela come l’Europa sia un fantoccio scevro di unione politica, legislativa e militare; bensi’ l’Europa e’ un coacervo di stati che condividono una sola moneta e sottostanno alle imposizioni della Germania, sopratutto l’Italia. Germania che obbedisce alle regole plasmandole sulle proprie necessita’ con un sistema di leggi che l’Italia non dispone, ma si limita ad obbedire in tutto senza modificazioni come un vassallo quale di fatto e’.

La Grecia e’ l’icona odierna della dittatura finanziaria, con un tasso di mortalita’ infantile in ascesa fino a poco tempo fa, persone impossibilitate a prendere per un periodo, i soldi dal bancomat. Insomma la patria della civilta’ e della cultura odierna e’ stata pugnalata dalla figlia “Europa” con la deprivazione economica degli asset strategici e l’accusa di aver taroccato i bilanci per entrare in Europa. Si tace tuttavia sul fatto che la manipolazione dei bilanci greci all’epoca dell’ingresso in Europa, fu permesso dalla Goldman Sachs di cui Draghi era vicepresidente.

Berlino ha occupato finanziariamente la Grecia in occasione della crisi, come non era riuscita a fare militarmente sessanta anni fa. Ora la finanziarizzazione del mondo tende al superamento del contante per controllare la societa’, non per migliorarla. E lo fa con la complicita’ di un’informazione asservita, i cui editori sono anche banchieri e quindi manipolano le menti e le conoscenze a proprio favore.

Evadere sara’ quasi impossibile, pertanto, ai cittadini oberati dalla finanza assolutistica che imporra’ i propri principi autorefernziali e dittatoriali, e la vita peggiorera’.

Il 40% dell’Europa e’ povera e la finanza se ne disinteressa in modo inversamente proporzionale alla corruzione che opera presso la politica, che si schiera sempre in difesa della finanza anziche’ dei poveri.

La Grecia non e’ stata aiutata, a differenza delle banche d’affari che con il fallimento ellenico avrebbero avuto ingenti perdite; sono esse banche speculative non banche produttive e vogliono fagocitare le banche di credito cooperativo che producono ricchezza materiale all’interno dei territori in cui stazionano. Viceversa le banche commerciali con i loro fondi di investimento, governano la globalizzazione investendo nei territori meno agiati, con i costi piu’ bassi ed i guadagni maggiori: e lo fanno tendenzialmente con i fondi dei conti correnti dei territori piu’ agiati come l’Italia, che vedono sempre meno investimenti, occupazione e sviluppo al loro interno.

Bisogna tornare all’economia delle persone ed all’intervento statale nella creazione di lavoro; bisogna togliere la norma del pareggio di bilancio dalla costituzione per scongiurare la schiavitu’ finanziaria individuale. Sono affermazioni di Alberto Micalizzi, finanziere, condivise da Guido Gross, manager bancario e il medesimo Valerio Malvezzi.

Lo spread e’ alimentato dal panico che viene diffuso per il pericolo di fallimento di uno stato. Tutti dunque svendono mentre qualcuno si arricchisce acquistando; eppure gli npl (non permorming loans) non venivano acquistati da nessuno, giacche’ chi li ha inventati non voleva perderci.

I cpl sono delle riassicurazioni finanziarie per gli investitori che perderebbero soldi in caso di default. Ma gli stessi investitori che hanno pompato artificialmente lo spread dell’Italia sanno che il default e’ inarrivabile per cui non hanno puntato altri soldi in npl irrealizzabili.

Oggi il mondo bancario tende verso l’oligopolio a causa delle prescrizioni dell’alta finanza che ha intimato alle banche di essere societa’ per azioni con otto miliardi di portafoglio, pena l’estinzione. Il saccheggio delle banche popolari e’ stato cosi’ avviato con l’inglobamento verso grandi banche. Prima delle crisi in Italia vi erano mille banche, in seguito seicento ed ora molto meno.

Le grandi banche italiane sono detenute in maggioranza da fondi stranieri con la conseguente morsa creditizia verso le imprese microscopiche anche se sane: sono queste ultime, fino a 10/15 dipendenti a comporre il tessuto produttivo italico ed a rimborsare i prestiti; ve ne sono quattro milioni e mezzo e soffriranno sempre piu’ con l’oligopolio finanziario e produttivo che si va componendo per intenti politici.

Cosi’ come il pensiero unico dominante che si proclama in modo subliminale, l’oligopolio finanziario e produttivo viene spacciato come utile al cittadino omettendo quanto sia il contrario.

Le banche italiane soffrono solo se piccole o piccolissime.

Le banche hanno aiutato lo stato a comprare i titoli con cui venivano erogati stipendi e servizi durante gli anni della crisi, pena il fallimento, a differenza dei tedeschi e francesi che in barba alle regole hanno dato soldi alle banche, in quanto forti dei patti pro euro sottoscritti anche dall’Italia. Cosi’ l’Italia bancara si e’ trovata nella condizione di non poterlo fare a causa dell’euro ed ora non presta soldi ai micro imprenditori alla luce dei crediti che vanta verso lo stato.

I criteri di valutazione degli istituti di credito sani, sono surrettizi se si sapesse tutti, che la Deutche Bank detiene titoli tossici equivalenti al 12% del pil europeo, e le banche francesi poco meno. Dunque la bce e’ strabica e l’informazione non imparziale, dal momento che si credono inaffidabili istituti bancari con quote risibili di titoli tossici.

Il fondo salva stati gia’ in essere perche’ costituito, fa pagare le vittime di fallimento fino all’ultimo soldo di recupero, quindi e’ come se tale fondo fosse fittizio.

La crisi ha originato da un cambio di modello della produzione e delle regole per cui si e’ rivelata una crisi di produzione e non di finanza. La finanza da parte sua, potrebbe risolvere immantinente la crisi di produzione, se soggiacesse al primato della politica, della filosofia e dell’etica; cosi’ come e’ accaduto nella storia umana. 

Oggi il neoliberismo pronuove l’oligarchia ed il pensiero unico, ma sopratutto il primato dell’opulenza e della finanza, sull’etica, sulla cultura. Bisognerebbe dunque ripartire da una effettiva distribuzione di ricchezza verso le fascie deboli, in previsione di un rinascimento mondiale inesorabile.

Urge ora ripristinare certi parametri di sovranita’ monetaria, a causa del valore dell’euro troppo alto per l’economia italiana, che si e’ vista dimezzare il potere economico. Processo graduale e di la’ da venire, questo della sovranita’ monetaria verterebbe sulla rinegoziazione del valore dell’euro, come media tra le principali valute europee, mirata a non decapitare il potere d’acquisto di nessun popolo.

Infine e’ necessaria una suddivisione tra banche d’affari e banche pubbliche, con le prime che devono operare per lo piu’ in borsa e non essere salvate dagli stati, a differenza delle banche pubbliche o delle banche private sociali. Cosi’ i meccanismi di bail in e bail out sarebbero superati; oggi invece significano che, se una banca fallisce pagano rispettivamente i correntisti, o lo stato. Infine l’introduzione di banche pubbliche come tutt’ora presenti in Francia e Germania, risulterebbe salvifico per l’Italia. Almeno di una grande banca pubblica a garanzia delle aziende e delle professionalita’.

Oggi la ricetta anticrisi risiede in una palingenesi del sistema economico, che sia inflattivo in antitesi a quello deflattivo dell’austerita’, il quale anziche’ diminuirlo, ha ampiamente aumentato il debito pubblico. Ragion per cui e’ un sistema scellerato, erroneo.https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/




Dove finiscono i btp e lo spread

L’Italia dal dopoguerra non ha mai sofferto di problemi finanziario-economici sistemici; i siddetti difetti strutturali dell’Italia, denunciati da politicanti e loro promotori di ambito finanziario e grand’industriale, non sarebbero altro che un sistema di sviluppo e societa’ socialista, odiernamente attentato da oligarchie finanziarie per impadronirsi direttamente o indirettamente, di beni pubblici e ricchezza privata dell’Italia.

L’Italia detiene ancora il miglior sistema ospedaliero, universitario, scolastico, grand’industriale pubblico al mondo. L’Italia possiede il principale patrimonio immobiliare privato del mondo, alla stessa stregua della migliore compagnia aerea di bandiera pubblica del mondo, con il marchio Alitalia piu’ riconosciuto del globo.

L’Italia e’ il principale acquirente europeo di automobili, per cui si deduce l’affastellamento di pubblicita’ televisive con macchine nuove; l’Italia e’ il paese meno indebitato dal punto di vista privato, d’Europa, nonche’ secondo paese al mondo per quantita’ di risparmi bancari, dopo il Giappone. Fabio Dragoni al tal proposito alludeva a quanto antecedentemente la macrocrisi del 2008 gli operatori finanziari facessero di tutto per finanziare mutui agli italiani, giacche’ la capacita’ di restituzione dei prestiti per l’Italia, era superiore al mondo intero. L’Italia fino a un paio di decenni fa manteneva la posizione migliore secondo le agenzie di rating, ossia tripla A come gli Stati Uniti d’America, con la lira come riporta il giornalista d’inchiesta Francesco Amodeo, incoronata migliore valuta mondiale.

Per ottenere un potere economico privato per quella che era la nazione con il principale numero di arterie stradali al mondo, il debito dubblico era alto ma grosso modo quanto gli antisocialisti Germania, Francia ed Inghilterra, riguardo l’Italia; tuttavia l’Italia garantiva il debito venduto ed invenduto con il possesso della propria banca centrale, emittente di moneta in fasi di stallo, e incassatore di aumenti fiscali in periodi di inflazione.

Da quando l’Italia e’ confluita dapprima nello Sme ed in seguito in Europa, inibendo la funzione di garanzia verso il debito e la crescita, della Banca d’Italia, ogni italiano ha perso piu’ di trentamila euro come affermano esimi economisti del calibro di Valerio Malvezzi, Alberto Micalizzi e Guido Grossi; oggi l’Italia e’ in stagnazione permanente e fronteggia lo spauracchio dello spread, che prima era per lo piu’ inesistente-lo spread in America e’ di gran lunga superiore all’Italia-.

Oggi i titoli di stato italiani sono di fatto i piu’ richiesti di Europa per mezzo dell’elevato tasso d’interesse che conferiscono; oggetto di speculazione per consentire a Germania e Francia di mantenere bassi i tassi d’interesse dei loro titoli pubblici ed avere sempre una dovizia di liquidita’ in cassa. I btp italiani sono acquistati per diritto di prelazione, per lo piu’ da banche oriunde e fondi d’investimento che, in manfrine occulte, fanno peggiorare il rating italiano per acquistarne maggiormente ad un prezzo ribassato ed un interesse rialzato.

Le riforme strutturali prescritte dall’Europa verso l’Italia, si palesano in privatizzazioni di ospedali, universita’, scuole, spiagge, multinazionali pubbliche come Leonardo oltre che incremento dell’imposizione fiscale e cesura di emolumenti, pensioni e prestiti bancari. Insomma si mira ad un fallimento controllato e non contagioso dell’Italia, in grado di annichilire il volano dell’Italia consistente nel sistema economico e sociale di tipo socialista.

Con la rivalutazione immobiliare derivante dal bonus ristrutturazioni, i banchieri euro-americani preconizzano per gli italiani costi di mantenimento domestici crescenti, propedeutici alla vendita di tali immobili presso banche private, fondi speculativi forestieri che mirano all’impossessamento delle ricchezze italiane ed al prelievo sui conti correnti. Siccome le banche italiane di pregio sono tutte in mano a fondi e finanzieri esteri, non possono svolgere piu’ funzioni di salvaguardia pubblica; mentre la quota di titoli pubblici in mano agli italiani, e’ crescentemente inferiore, in spregio alla Costituzione garantista ma anche alla possibilita’ offerta ai tedeschi, di far acquistare i titoli pubblici invenduti, dalle loro banche “fintamente” private.

Ancora sono vietati per imposizione europea, gli aiuti di stato ad aziende macroscopiche private in Italia, a differenza di Pegeout-Citroen e la stessa Volkswagen in merito a cui gli italiani lodano la sequela di nuovi modelli che Fiat non produceva, omettendo il dato che tali marche francesi hanno inglobato Fiat. Intanto Vivendi’, azienda di telecomunicazioni francese, possiede la maggioranza di Telecom a dispetto del dovere di mantenere italiana la principale azienda telefonica europea, e ancora in Francia fu liquidata Mediaset che assunse la maggioranza della principale industria televisiva. Vivendi’ medesima mira ad inglobare Mediaset in modo reiterato nel silenzio dello stato e della pletora di giornalisti antitaliani con la scusa di essere antiberlusconiani. Nel frattempo la principale industria siderurgica europea, Ilva, giace sotto il controllo della Francia, a sua volta controllata da Jp Morgan.

Con la scusa che vi sarebbe penuria di liquidita’ per sollevare imprese e privati oberati da debiti, Covid, tasse e dispersione di clienti, i btp per gli italiani vengono sempre bloccati nella offerta senza assecondare tutta la domanda. Nel 2020 il btp agli italiani si blocco’ ad 80 miliardi rispetto la richiesta di 400. Con il teorema che attesta quanto un euro investito diventi quattro euro, quattrocento miliardi raggranellati in Italia e reinvestiti in Italia, avrebbero portato 1600 miliardi di liquidita’ durante il Covid, rispetto il pil italiano di duemila e dispari miliardi. Cosi’ senza debiti esteri l’Italia avrebbe rinnestato la propria economia in fase di Covid, tornando ai ritmi di crescita antecedenti il Covid.

Il prelievo dai conti correnti italiani per entrare nell’euro, e’ stato dichiarato pleonastico dal professor Rinaldi, giacche’ l’Italia continuava ad essere il paese piu’ facoltoso d’Europa, e nonostante la promessa di restituzione, gli italiani non sono mai stati rimborsati di tale latrocinio.

Il finanzialista e commercialista Valerio Malvezzi, infine, attesta quanto dall’ingresso in Europa l’Italia spenda per i suoi abitanti meno di quanto incassa con il gettito fiscale e, con tale processo, ha pagato di interessi sul debito pubblico, una cifra maggiore del debito pubblico stesso.

Riguardo infine la paventata e decantata volonta’ ed azione degli italiani di evadere le gabelle statali, l’Italia tutti gli anni secondo il professor Malvezzi, incassa con le tasse una cifra maggiore del proprio fabbisogno per cui va in avanzo primario, tipico dei paesi con grande capacita’ di crescita.

Fermare a suon di legge, i sostegni bancari alle piccole e medie imprese, rappresenta un’ennesima mossa anticostituzionale europea, che teme lo sprapotere imprenditoriale, scientifico e creativo, delle flessibili e qualitative imprese italiane, in grado di ridimensionare le multinazionali che puntano alla confisca dell’Italia.

Le agenzie di rating tutte estere, deputate a far fallire o meno l’Italia con la valutazione dei titoli pubblici, agiscono in pieno conflitto d’interessi, in quanto private, obbligando l’Italia a non affidare le proprie capacita’ finanziarie, ad un’agenzia di stato che, binariamente allo stato, garantisca gli investitori come un tempo. L’Italia di Craxi fece richiesta di ammissione nel G4 al posto di Russia o Francia, e sarebbe li’ il consesso dove di diritto dovrebbe stazionare… https://www.facebook.com/marketplace/item/210286617009465/




Fondazione Barterfly e banche con distribuzione commerciale e moneta alternativi

E’ in procinto di ultimarsi l’ambizioso progetto affermatosi e pianificato dai fautori della Fondazione Barterfly, come Guido Grossi, direttore finanziario per i mercati internazionali da poco pensionato per Bnl.

Oggi Guido Grossi e’ editore e blogger per Sovranita’ popolare oltre che conferenziere famigerato, ed acclamato ospite su media alternativi come Byoblu e La Casa del sole tv.

Assieme ad altri promotori periti ed esperti del mondo bancario, finanziario, monetario, logistico, commerciale e della distribuzione, Guido Grossi sta concretizzando l’installazione di una piattaforma informatica che enfatizzi le piccole e medie imprese, i cittadini, faccia credito parallelo e gratuito, rispetto al sistema bancario, finanziario e commerciale odiernamente in voga. Ma oltre a cio’ la fondazione Butterlfly introdurra’ il baratto multilaterale tra aziende e privati oltre che tra privati, propedeutico al risparmio monetario, allo scambio di moneta parallela come il Fly. Sono in fase di concordo, patti con realta’ produttive e professionali locali ed internazionali, per scambiare merce in modalita’ gratuita, fare credito e accumulare Fly, paralleli agli euro, con cui coinvolgere piu’ attori economici e sociali. Butterfly e’ una Onlus che mira al potenziamento e salvaguardia dell’economia fisica, con la possibilita’ di scambiarsi beni in forme di pagamento alternative, binarie, che sopperiscano parte dei prezzi con beni da offrire e monete alternative. Insomma si lavora, con Butterly, ad un sistema economico, finanziario, bancario e commerciale che ottemperi alla mancanza di sostegno sociale da parte della politica e della finanza, con io crowdfounding per stabilizzarsi, la costituzione di tv digitale e fisica realmente democratica, e diffusione di pubblicita’ etiche e aziende deontologicamente encomiabili. Con Butterfly e’ prevista una realta’ di annessione a medio e lungo termine, di sempre maggiori persone, enti e societa’, in un sistema parallelo e non ostico dell’attuale, sul piano finanziario, distributivo, monetario, bancario, mediatico, volto alla fisicita’ dei rapporti, al sostegno territoriale ed un nuovo concetto di globalizzazione, non aggressiva e decentralizzata. Il guadagno della piattaforma Butterfly avverra’ sottoforma di commissione saltuaria sugli scambi commerciali avvenuti su di essa, ma avra’ dei dipendenti che saranno pagati in maniera tradizionale. Si auspica che il progetto Butterfly non verra’ sgretolato con azioni legislative volte ad abrogare, in spregio alla Costituzione, forme di scambio monetario e commerciale popolare, come avvenne per il Simec del professore Auriti.https://www.facebook.com/marketplace/item/210340406717147/




Come rilanciare l’Italia senza investimenti esteri

Il falso mito che prescrive di rendere l’Italia attrattiva per gli investimenti forestieri, ha finora procurato dei nocumenti smisurati per i cittadini; cosi’ il costo del lavoro e’ calato drasticamente comportando una precarieta’ crescente e salari decrescenti, a scapito dei lavoratori ed indirettamente imprenditori italiani. Con recisioni agli emolumenti come fatto negli ultimi anni, gli imprenditori italiani hanno assistito ad una riduzione degli introiti proveniente da acquirenti italiani, mentre le multinazionali macinavano profitti a iosa con la deflagrazione dei propri concorrenti piccoli in Italia; infine le multinazioni ovviano oggi come ieri, al calo di vendite in Italia con cosumatori forestieri dovuti alla globalizzazione. Gli italiani cosi’ comprano meno, si impoveriscono, le piccole e medie imprese che vedono un calo di vendite si rimpiccioliscono o chiudono e la pressione fiscale si innalza per sostenere imprenditori ed impiegati sul lastrico a causa della decrescita del mercato. Ancora le gabelle relative l’Iva, a sostegno dello stato e delle istituzioni locali si recidono per la scarsita’ crescente di consumi e dunque si fa ricorso a prestiti stranieri pagando interessi alti, al fine di non atterrare l’economia. Tali prestiti finanziari costuiscono aumenti di tasse, minori investimenti pubblici e pagamenti inferiori ad imprese italiane, da parte dello stato e da acquirenti in calo.

Il fatto che i debiti italiani odierni siano originati anche dalla diceria per cui e’ opportuno tagliare i costi per competere con la Cina, e’ una controproducente castroneria che alimenta crisi e indigenza; ma sopratutto non si puo’ invertire tale tendenza per la proibizione allo stato, di emettere moneta bancaria-banconota- e moneta statale-statonota-, con cui alimentare il mercato mediante una diminuzione di imposte, un’immissione e sostegno pubblico nelle aziende malandate, e un implementazione del lavoro e degli acquisti con investimenti infrastrutturali ed abbattimento di interessi oriundi sui debiti potendo emettere infinitamente la moneta necessaria. Il futuro preconizza una globalizzazione regolata per non recidere i diritti costituzionali dell’Italia ma sopratutto il pagamento totale con la liquidazione che poco costa, dei debiti italiani esteri. Cio’ sarebbe possibile per mezzo del ritorno alla sovranita’ mometaria con la ripresa della Banca centrale, o con l’affiancamento all’euro di una moneta a mera circolazione italiana, oppure offrendo titoli pubblici garantiti e con un interesse appetibile, solo ai correntisti italiani, possessori della maggiore liquiita’ al mondo dopo il Giappone, triplice rispetto al debito pubblico, ed in grado, secondo Guido Grossi, di far crescere l’Italia a doppia cifra.https://www.facebook.com/marketplace/item/352129442824283/




Sme e fregature europee per l’Italia

Dietro l’acronimo “Swap” si cela il fondo di garanzia sui depositi bancari, ovvero un’architettura finanziaria di matrice privata e pubblica atta a salvaguardare la totalità’ della cifra dei conti correnti bancari. Ma cio’ avviene secondo il principio surrettizio che i debiti pubblici vadano ripagati dai debiti privati, omettendo l’assunto che vede la finanza speculativa privata gonfiare e sgonfiare a dismisura l’entita’ dei debiti pubblici degli stati, per mezzo delle loro decisioni sui prezzi iniziali per l’Italia, e finali per tutti, dei titoli di stato. Insomma in seguito al controllo del mercato sulla finanza pubblica, questa masnada di banche private e semiprivate, fondi di investimento euroamericani giocano d’azzardo sui beni pubblici, sulle piccole e medie imprese e sui salari, oltre che sui politici che deliberano leggi capestro a vantaggio di quelle stesse masnade finanziarie e banche d’affari. Ed alla fine con l’istituzione dello Sme il cittadino oberato dalle imposte crescenti, spettatore del dimagrimento costante del proprio portafogli e della quasi impossibilita’ di avere un lavoro e un salario piu’ che dignitosi, dovrebbe pagare un’ulteriore gabella alla masnada finanziaria in questione per non prosciugarsi il proprio conto corrente? Ecco il problema cardinale dell’ignoranza finanziaria che viene suffragata dai media supini e meschini che occultano la verita’; i debiti pubblici sono sceverati da quelli privati, i debiti pubblici non possono essere restituiti per intero, i debiti pubblici non risultano debiti allorche’ sono emessi dallo stato nazionale, proprietario della moneta dunque impossibilitato ad indebitarsi con se stesso…