Gli Usa devono vincere: bancarotta e futuro

Franco Carminiti, a proposito del conflitto alle porte della Russia, etichetta la logica americana da un’angolatura diversa, facendo un’ermeneutica piu’ realistica e clamorosa del sistema occulto che muove le redini del mondo. PERCHE’ AGLI AMERICANI SERVE VINCERE UNA GUERRA?
Gli Stati Uniti sono un paese ricco e potente? Certo che sì, perché hanno tanti dollari da spendere. Ma cosa si nasconde dietro questa ‘illusione’? Gli americani hanno saputo accreditare la loro moneta nel mondo intero, pertanto il dollaro è diventato la divisa degli scambi a livello globale. Ma normalmente la banconota dovrebbe essere un foglio di carta (o una entità digitale) che ha come collaterale l’equivalente del suo valore depositato in oro o altri ‘beni rifugio’. Purtroppo, i soldi circolanti nel mondo hanno solo in minima parte un equivalente nella riserva aurea, il resto è fuffa, illusione. La banca centrale americana può ‘creare’ tutto il denaro che vuole, fintantoché il mondo lo accetterà come mezzo di scambio internazionale, ma se all’improvviso il mondo richiedesse la conversione dei soldi in oro, gli Stati Uniti crollerebbero come un gigante coi piedi d’argilla (e noi pure).

https://www.francescopaolotondo.com/prodotto/23466/

La riserva aurea degli Stati Uniti è di 8.133 tonnellate, la più grande del mondo (l’Italia ha una riserva di 2.452, la Russia di 2.298). Se moltiplichiamo il prezzo dell’oro oggi, che si aggira sui 60mila dollari al chilo, abbiamo un valore di circa 500 miliardi di dollari. Ora se andiamo a vedere il budget per gli armamenti degli Stati Uniti (che è 13 volte quello della Russia e va oltre il 3,5% del PIL), questo supera i 700 miliardi di dollari), voi capite che solo la spesa per gli armamenti di un anno è superiore al valore delle riserve auree. Non voglio annoiare con le cifre (del resto non sono mai andato d’accordo con la matematica e non escludo che io mi possa sbagliare) a me interessa solo spiegare un concetto. Ebbene, dal 1972 i soldi stampati dagli stati non sono più legati all’oro detenuto nelle banche centrali, l’immissione di denaro ‘a corso forzoso’ negli ultimi 50 anni è cresciuta in modo pauroso, pertanto il valore della moneta (dollaro, euro, yen, ecc.) si basa più che altro sulla ‘credibilità’ dello Stato che la emette.
Immaginate che una persona ricca paghi i suoi acquisti con cambiali, queste cambiali possono girare e servire per acquistare beni reali perché si è certi che chi ha firmato le cambiali ‘le pagherà’; ma pensate se un giorno qualcuno dicesse: ‘mi dispiace, io queste cambiali non le prendo’ e si creasse un rifiuto a valanga, …?
Cosa sta succedendo? Sta succedendo che la Russia ha detto chiaro e tondo: ‘non voglio più dollari in cambio del gas che vi vendo, pagatemi in rubli’ ed ha agganciato il rublo alla riserva reale in oro. Non siamo ancora al baratto come sistema di scambio planetario, ma se ad alti livelli si arriverà a scambiare, ad esempio, gas con ferro, grano con rame, il valore fittizio del dollaro come divisa di riferimento negli scambi crollerà, ed allora si vedrà che il ‘re è nudo’. Per fare carri armati e aerei c’è bisogno di ferro (già ora raro sui mercati mondiali) non di numeri fittizi, i paesi del mondo che detengono le riserve delle materie prime vorranno essere pagati con altre materie prime o con soldi ‘veri’, legati all’oro.

E’ questo che gli Stati Uniti vogliono evitare, per questo Putin deve essere fatto fuori, per impedire questo processo che riporterebbe ad un uso più razionale della moneta, ed ogni stato del mondo ‘varrebbe’ per la sua reale consistenza di materie prime. Nel giudicare quanto ho scritto vi basti pensare al dittatore Gheddafi, fatto fuori nel 2011 non perché era un dittatore (i libici non lavoravano nemmeno, erano quasi tutti ricchi), ma perché aveva deciso di creare una Banca Africana che avrebbe affrancato ben 15 paesi d’Africa, ex colonie francesi, dalla schiavitù dell’utilizzo del franco CFA. La Francia non poteva permetterlo, sarebbe fallita nel giro di qualche mese. E quindi? Gli USA hanno bisogno di una grande guerra, convinti di vincerla perché possono avere tutte le armi che servono, e così ridare smalto alla loro credibilità in declino, e al dollaro.
Non vi fermate alla favoletta della resistenza ucraina guidata da un attore fatto presidente, gli interessi sono ben altri, e… altrove! Quello che c’è di vero sono i morti, da parte di entrambi gli schieramenti, le città distrutte, e il fatto che da oggi Polonia e Bulgaria non hanno più il gas.
E presto toccherà all’Italia.




La spirale infinta dei debiti associata alla fine del contante

La questione della fine del contante, alla stregua dell’utilizzo delle carte di credito per gli acquisti e per la navigazione di Internet, è una realtà consolidata all’estero, tuttavia l’Italia si sta progressivamente allineando a questa tendenza.

Il bastione ultimo, a livello europeo, avverso all’instaurazione della moneta digitale e dei conti solo on line, con conseguente tracciabilità assoluta di ogni transazione economica, figura l’Italia: il Bel Pese è assediato da anni da misure finanziariamente coercitive dell’Europa, che si è garantita il possesso della Banca d’Italia e del diritto di emettere moneta nelle veci dello stato. In questa maniera l’opera di smantellamento dell’apparato dei servizi pubblici come la sanità, l’istruzione, le infrastrutture, procede indefessamente contro gli italiani che rintuzzano tutto per mezzo dell’”osteggiato” contante e dello scarso indebitamento privato. Tuttavia l’indebitamento di famiglie ed imprese per gli italiani, mostra un’ascesa ormai inveterata che comporta spese di 1950£ a fronte di introiti di 2000£. Il deputato Paragone a tal proposito si scaglia contro il sistema defitorio che asserraglia anche le imprese italiane, a cui lo stato non paga i crediti fino al loro fallimento vincolato dall’austerità finanziaria immessa nella Costituzione.

Se in Brasile perfino i venditori ambulanti sono dotati di pos per i pagamenti con carta di credito, in Italia recentemente è possibile dilazionare in tre rate un pagamente per ad esempio una giacca prestigiosa; il chè è deittico di depauperamento massivo e debito pubblico pagato ma inestinguibile, a suon di gabelle verso imprese e professionisti già inficiati dalla concorrenza sleale di paesi europei il cui costo del lavoro e la tassazione sono esigue rispetto all’1Italia.

Se infine si allude al fatto che l’euro ha fatto raddoppiare i prezzi ma lsciati inalterati gli emolumenti, si deduce un dimezzamento del potere di acquisto degli italiani, dipanandolo in soli due modi: uscita dall’euro o ritorno all’oro, la cui riserva per l’Italia, la vede terza al mondo, in seguito ad America e Germania.

Quando si osservano i prezzi delle vetture di pregio che da sessantamil di quindici anni fa, sono tracimate ad ottantamila, le patrimoniali in atto su immobili, auto, conti correnti e servizi come sanità ed istruzione forieri di esborsi economici privati, terrorizzarsi per la piega dell’Italia è fisiologico. Ancora ravvedere commissioni bancarie per le basse transazioni induce a credere alla futuribile estinzione delle piccole imprese e della classe media, che annaspano fra blocco dei prestiti, intromissione degli strozzini e della criminalità organizzata, e diniego delle rivalutazioe di salari e pensioni per dare adito a maggiori acquisti. https://www.facebook.com/marketplace/item/1065032380635180/