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LA DE GIROLAMO OFFENDE VERGOGNOSAMENTE LE DONNE DI SCAMPIA. BOICOTTIAMO TRASMISSIONI E SPONSOR. GIÙ LE MANI DA SCAMPIA. E’ forte l’esortazione ai numerosissimi simpatizzanti del gruppo Facebook collegato Pino Aprile ed inneggiante gli interessi del meridione d’Italia.

Vergognose sono state definite dai redattori inerenti Il Movimento Equita’ territoriale, le recenti dichiarazioni dell’ex parlamentare e attuale opinionista-giornalista tv Nunzia De Girolamo a proposito di utero in affitto (“Piazza Pulita”, La7, 15/9/22): “Vengo da una regione dove già mi immagino Scampia, in cui le donne smettono di spacciare la droga e cominciano a spacciare l’utero”.

Vergognoso che la De Girolamo sia di Benevento e dovrebbe conoscere, senza preconcetti e pregiudizi di fatto “razzisti” quella Scampia che avrebbe pure rappresentato politicamente.
Vergognoso perché dà per scontato che le donne di Scampia spaccino droga e siano disposte anche a vendersi l’utero, tuttavia va rimarcato che tale pratica accomuna da alcuni anni, una dovizia di donne provenienti da regioni indigenti annesse paesi europei, sudamericani, asiatici e baltici.

“La De Girolamo, evidentemente troppo impegnata tra balletti e apparizioni in tv, non sa quello che dice e offende migliaia di donne che a Scampia vivono e lavorano con una immensa dignità per assicurare un futuro dignitoso ai loro figli: valori ignorati e calpestati dalla De Girolamo dalla quale non accettiamo scuse e rettifiche (“amo Scampia, non volevo dire quello” ecc. ecc.)”, infierisce lo storico e professore meridionalista Gennaro de Crescenzo.

“Invitiamo i nostri lettori a cambiare canale quando appare la De Girolamo e magari anche ad evitare di acquistare i prodotti degli sponsor delle sue trasmissioni…

P.S. Vivo e lavoro a Scampia e le madri dei miei alunni o le mie ex alunne non sono quelle di cui parla la signora De Girolamo: giù le mani da Scampia e dalle sue donne”, incalza Gennaro De Crescenzo).

COME IL GOVERNO HA DIROTTATO IL MEGA-STABILIMENTO INTEL DA CATANIA AL NORD ITALIA

Per convincere la INTEL, lo Stato pagherà ben il 40% del totale dell’investimento… I terroni devono anche PAGARE per vedere i loro figli emigrare! sudallopposizione La rivolta del Sud non può cominciare dando il voto agli stessi partiti di destra e di sinistra che hanno creato la questione meridionale. Fai sentire il vero urlo di rivolta del Sud. Vai a votare e scrivi sulla scheda elettorale NO AD (No Autonomia Differenziata) o dillo al presidente e fai verbalizzare senza toccare la scheda. L’autonomia differenziata è la più grande rapina ai danni del Sud dal Sacco di Roma in poi. Infierisce orgoglioso Pino Aprile, autore di terroni e presidente del partito “24 agosto”.

NO A.D. (NO Abolizione della Democrazia)
NO A.D. (NO Autonomia Differenziata)
di Arcangelo Addeo e’ lapidario e continua:
“Abbiamo vissuto in una democrazia (1946) anche se “sorvegliata”, ma con le elezioni del 25 settembre la democrazia viene “abolita“.
Nel 1946 fu chiamata la DC (Democrazia Cristiana) a “sorvegliare” gli italiani che rimanessero, nell’Europa divisa in due blocchi post Yalta, sotto l’ombrello USA.
Qualsiasi diversa scelta non era ammessa. Si spegnevano sul nascere scandali ed inchieste giudiziarie che avrebbero potuto tentare gli elettori a mandare la DC all’opposizione; anche i mafiosi, storici amici degli USA, beneficiavano di sorveglianza democratica (tutte le condanne venivano cancellate in Cassazione ad opera del giudice ammazzasentenze).
Così fino al 1989 (caduta del muro di Berlino) ci è stato consentito di vivere democraticamente pur entro certi limiti che mai potevano essere superati pena le stragi (strategia della tensione). Dal 1946 al 1989 ci sono stati progressi, conquiste sociali (per tenere buono il PCI e il loro sponsor sovietico) e tante infrastrutture logistiche (strade, aeroporti, basi militari) specialmente nel Nord lasciando il Sud in condizioni di arretratezza.
Dopo la caduta del muro l’Italia è stata “trascurata” dagli USA permettendo così alla magistratura di perseguire una classe politica corrotta (ad opera di Di Pietro & C.) e la mafia (ad opera di Falcone e Borsellino). Persone giuste nel momento giusto (ad altri prima non era stato concesso!).
Col tempo la democrazia non più “sorvegliata” è passata nelle mani dei populisti (Berlusconi, Bossi/Salvini, Renzi e succedanei, Grillo, Meloni, etc.) che hanno avuto mano libera nello stravolgere leggi costituzionali. Il nostro Paese sembra una classe dove manca il professore: tutti a fare baldoria! (scandali, evasione, corruzione, debito pubblico, riforme elettorali a proprio uso). Ogni tanto ci mandano il supplente (Monti, Draghi) ma serve solo a prendere bacchettate.
II prossimo 25 settembre saremo chiamati a votare, senza nessuna possibilità di scelta, per i soliti e stantii politici imposti dall’alto e per partiti che si sono arroccati in Parlamento senza permettere ad altri di presentarsi avendo furbescamente stabilito che le firme di presentazione di liste si raccogliessero dal 12 al 22 agosto con uffici comunali chiusi.
Siamo passati da una democrazia “sorvegliata” ad una democrazia “abolita”.
Le elezioni, incassati i vitalizi, sono state anticipate per un piano diabolico di tutti gli attuali partiti che, per non perdere voti, ci chiamano al voto prima degli impegni antipopolari in autunno (delega fiscale, riforma del catasto, legge sulla concorrenza, balneari, tassisti, etc.) richiesti dall’Europa (erogazione fondi PNRR). Con l’attuale legge elettorale i soliti partiti potranno riconfermarsi e poi far passare, oltre alle riforme indigeste, il Presidenzialismo e l’Autonomia Differenziata (secessione delle regioni del Nord arricchite a spese del Sud).
Di democrazia, come rappresentazione della volontà popolare, non è rimasto niente. Noi del Sud siamo chiamati a votare, senza scegliere, il peggio o il meno peggio di candidati, provenienti dal Nord senza alcun legame e conoscenza del territorio, che alla fine faranno solo gli interessi del Nord come vogliono i capi partito ovvero l’Autonomia Differenziata merce di scambio del Presidenzialismo. Il Sud è l’agnello sacrificale di questo patto scellerato che distruggerà la Costituzione e l’unità dell’Italia.
Allora non diamo la patente di guida del paese a drogati del potere o ubriachi di onnipotenza; anche se saranno eletti da una sparuta minoranza di elettori alla prima crisi saranno rimandati a casa perché litigiosi e senza una visione di sviluppo del Paese.
Piuttosto che legittimare questi personaggi e le loro nefandezze con il mio voto preferisco denunciare segnando sulla scheda elettorale
NO AD ( NO ABOLIZIONE DELLA DEMOCRAZIA – NO AUTONOMIA DIFFERENZIAT)
con la speranza di non vedere morire il SUD e le sue future generazioni.
Tale auspicio con editoriale connesso parte dalla sede Equità Territoriale Napoli.

Le Regioni del Nord, come sapete, chiedono l’autonomia differenziata.
Significa che le competenze (e quindi anche le coperture finanziarie) passano in mano alle Regioni che le richiedono.

Il trucco dov’è? Il trucco sta nel fatto che le risorse per gestire istruzione, sanità, servizi sociali ecc. sono ripartite fra le Regioni sulla base della “SPESA STORICA”; un meccanismo assurdo, doppiamente ingiusto perchè dice: “Chi in passato ha ottenuto più fondi, continuerà a riceverne di più!”.
“Qualsiasi persona sana di mente, con un briciolo di buon senso, avrebbe definito una regola opposta a questa, cioè: chi in passato ha ricevuto di meno, in futuro riceverà di più”, ma questo alle Regioni che hanno sempre ricevuto più fondi per gestire i loro servizi non piace, ovviamente”. Si scaldano gli animi con queste affermazioni, dalle falangi politiche e giornalistiche da dal sud acquisiscono progressivo spazio.

Indovinate quali sono le Regioni che vengono avvantaggiate dalla regola (infame) della SPESA STORICA? Le Regioni che richiedono l’autonomia differenziata ovvio… quindi le Regioni del Nord!

Inoltre, quando i leghisti (e non solo) ululavano per denunciare i presunti sprechi delle Regioni del Sud, avevano pensato di essere così “gentili” da “concedere” un minimo di fondi ai poveri residenti delle zone compromesse, introducendo i LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni). Venne istituita una commissione bicamerale per il federalismo fiscale (si chiamava così, poi hanno cercato di addolcire (solo il nome) chiamandola autonomia differenziata), con il compito di definire questi “benedetti” LEP… ma quando iniziarono a fare i conti, si resero subito conto che per garantire quel minimo di servizi ai poveri meridionali, avrebbero dovuto versare alle Regioni del Sud molte più risorse di quelle che ricevono ancora oggi.
L’allora presidente della commissione, il leghista Giancarlo Giorgetti, infangò tutto, pronunciando l’ormai famosa e tristissima frase “applicando il meccanismo di perequazione del 100%, i dati sarebbero probabilmente scioccanti! Magari ce li fate avere in modo riservato; ne faremo un uso discreto!”
E così attendiamo la definizione dei LEP da più di 20 anni.

Con questa infame ripartizione delle risorse statali, al Sud vengono sottratti più di 60 Miliardi di euro OGNI ANNO (una cifra enorme), più di 840 Miliardi solo negli ultimi 17 anni. Poi vi chiedete come mai esiste una così massiccia emigrazione sanitaria verso le Regioni del Nord?

Per non parlare degli investimenti statali in infrastrutture: dagli anni ’80 in poi gli investimenti sono sempre stati maggiori al Nord; dal ’92 in poi la spesa al Nord è stata ENORMEMENTE SUPERIORE (dalle 3 alle 4 volte in più).

Con l’autonomia differenziata vogliono rendere “legale” questo continuo furto di risorse ai danni del Sud.

Molti cittadini del Sud sono completamente ignari di questo infame trattamento che viene loro riservato; complici TV e Giornali, molti attribuiscono tutte le colpe alle amministrazioni locali (che sicuramente hanno la loro parte di responsabilità, ma c’è anche da dire che moltissimi Comuni del Sud sono fortemente sottostaffati); eppure il vero “trucco” alla base di questa enorme differenza non lo spiega nessuno!

I seguaci leghisti (e non solo) plaudono alle cialtronate sparate sul palco da Zaia; eppure ci sono dei DATI REALI ED UFFICIALI (reperibili anche abbastanza facilmente) che smentiscono categoricamente queste accuse rivolte al Sud.
Ma forse, per molti padani (probabilmente anche un po’ ignoranti in materia), è più semplice e/o PIU’ COMODO credere alle fandonie basate sugli stereotipi contro il Sud!

FERMARE L’ILVA? DECIDERA’ LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

Sarà la Corte di Giustizia Europea a decidere nel merito della class action con cui si chiede la chiusura dell’ex Ilva di Taranto, ora Acciaierie d’Italia, a causa delle emissioni inquinanti. Lo ha deciso il 19 settembre la sezione specializzata in materia di impresa del Tribunale civile di Milano presieduta da Angelo Mambriani, esaminando l’istanza presentata da dieci cittadini di Taranto, con l’associazione “Genitori Tarantini”, e da un ragazzo di 8 anni colpito – affermano i promotori della class action – “da un rarissimo caso di mutazione genetica”. Il procedimento sulla class action è dunque per ora sospeso in attesa che si esprima la Corte Europea che ha sede in Lussemburgo. Le tre questioni rimesse alla Corte sono:ruolo della valutazione di danno sanitario nel procedimento di rilascio e riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia);set delle sostanze nocive che devono essere considerate ai fini del rilascio e riesame dell’Aia;tempi di adeguamento delle attività industriali svolte alle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale.

I giudici chiedono alla Corte del Lussemburgo se “in presenza di un’attività industriale recante pericoli gravi e rilevanti per l’integrità dell’ambiente e della salute”, uno Stato membro come l’Italia possa, nel quadro normativo europeo, “differire il termine concesso al gestore” per adeguarsi all’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), con misure di tutela ambientale e sanitaria, per una “durata complessiva di undici anni”, dal 2012 al 2023.

La class action è stata lanciata dall’associazione “Genitori Tarantini” a settembre dello scorso anno. Una prima udienza al Tribunale di Milano (il capoluogo lombardo perché qui ha la sede legale l’ex Ilva) era stata fissata al 2 dicembre, poi aggiornata allo scorso 17 marzo. Quest’ultima si è regolarmente tenuta. «Siamo soddisfatti dell’esito dell’udienza di Milano – afferma Massimo Castellana di “Genitori Tarantini” – perché adesso sarà la Corte Europea di Giustizia ad occuparsi del caso ex Ilva e di quanto sia negativo il suo impatto sull’ambiente nonché sulla vita e la salute dei tarantini ma anche di quanti lavorano in quella fabbrica». «La controparte, assistita da un folto staff di avvocati, ha cercato di smontare le nostre tesi ma non c’è riuscita – rileva Castellana -. Nell’udienza di marzo abbiamo integrato la nostra class action con ulteriori elementi. Il primo é dato dalla modifica della nostra Costituzione.

Adfnews e’ un giornale quotidiano nazionale che non intende affatto incidere negativamente sull’Unita’ del Paese oppure denigrare il Nord Italia, bensi’ riporta cronaca e notizie sul Sud anche in base ad un accordo con Pino Aprile e le piattaforme giornalistiche ad esso retrostanti.

In qualita’ di direttore di Adfnews.it esigo chiarire l’intento editoriale a non voler fare politica con questo giornale oppure tifare per il disfacimento economico ed amministrativo del Nord. Preferisco tuttavia fornire approfondimento informativo ed una alta percentuale di pluralismo.




Calabria ipertecnologica e ultimi danni

ANCORA UN ALTRO SUCCESSO D’ECCELLENZA DELL’UNIVERSITÀ DELLA CALABRIA.
LA NUOVA CONQUISTA DELLA LUNA PASSERÀ ANCHE DALL’UNICAL. L’Università della Calabria ha partecipato alla missione Artemis, con la realizzazione di un sistema di simulazione denominato SpaceFom. Nel team c’è l’ingegnere Alfredo Garro, professore associato di ingegneria informatica all’Unical che è stato anche, nel biennio 2020/2021, presidente dell’Associazione italiana systems engineering (ingegneria dei sistemi), carica per la prima volta affidata ad un accademico. E sugli impedimenti della Calabria e non solo, si esprime Rossella Solombrino, che sferza la Lega citando il suo componente apicale: Salvini infatti ha dichiarato“ PER NOI IL SUD NON È TERRA DI CONQUISTA”… bensi’ e’ colonia, rimarcano gli analisti piu’ appassionati. “Al sud non fanno un emerito cazzo dalla mattina alla sera”.“Ci siamo rotti i coglioni dei giovani del mezzogiorno”. “Napoletani colerosi terremotati”. “No ai prof terroni”.
Si insultano i napoletani ma per magia ci si astiene dal farlo durante le elezioni…
A queste potrei poi aggiungerne altre, di c citazioni. Preferisco però, per masochismo, ricordare le leggi indegne più recenti”, ribatte Solombrino: l’emendamento della Lega per trasferire alle Regioni la titolarità e la gestione del Fondo sviluppo e coesione a detrimento del meridione. Autonomia differenziata, ossia possibilità per le ricche regioni del nord (più ricche grazie al sud) di ricevere maggiori risorse economiche potendo trattenere un maggior residuo fiscale senza la determinazione dei Lep previsti dalla Costituzione Italiana (perché ne esiste una), a scapito del meridione. Attuazione del federalismo fiscale certificando la riduzione delle risorse ai comuni del sud del 45,8%, il che aggrava la condizione del meridione.

E per finire sottrarre più di 100 miliardi al sud del nextgenerationEU, esiziali per la tenuta sociale del meridione italiano.

Di quelli restanti, i ministeri con a capo leghisti hanno destinato al massimo il 20% , non rispettando la quota minima del 40% come previsto dal decreto legge 77/2021.

Ora Salvini è al sud, è qui per chiedere voti, lo sta facendo come sempre evitando di ricordare come ha appellato i cittadini piu’ giu’ di Roma, quanto ha derubato e quanto ancora ha intenzione di farlo anche attraverso l’ autonomia differenziata; non a caso la promozione del partito al nord e’ differente.

Ancora minori fondi per i residenti al sud destano acredine: nel caso in cui si ammalassero, per trasporti e per istruire gli altri piccoli scolari, che
più ignoranti sono, meglio la campagna di Salvini funziona, a parere della Solombrino :
“Vi derubo, vi ingiurio e vi dico pure che se state male la colpa è vostra che non sapete spendere…”, aggiunge la redattrice al fulmicotone.

Polemiche roventi sono inoltre sorte in seguito ad un intervento televisivo. L’inviato USA del Corriere della Sera, Federico Rampini, in collegamento dice: “Quando vorremo investire seriamente sull’energia solare, dovremo creare non un semplice pannello fotovoltaico sui tetti delle case ma delle grandi centrali solari, che andranno collocate nell’Italia del SUD (dove c’è più sole) per portare energia al NORD dove ci sono più fabbriche. Siccome nessuno al sud le vorrà, sarà compito della politica attutire queste resistenze locali”. Il che’ e’ stata definita un’esortazione a calpestare la volonta’ dei cittadini meridionali, secondo la stampa locale. Una sorta di:”Beccatevi i parchi fotovoltaici e zitti, alle fabbrichette del papi al Nord serve energia”.
Poco importa se al Sud l’energia elettrica costa di più e va via più spesso.
La produzione di energia elettrica al Sud da fonti rinnovabili e non, già adesso, eccede il fabbisogno: alle Regioni del Sud cosa resta? Il Sud viene cosi’ accostato ad una colonia, zitti e muti, altrimenti poi la politica dovrà “attutire queste resistenze”.

Grandi festeggiamenti si riscontrano, ai gangli della amministrazione politica nazionale, per la pioggia di soldi in arrivo per le opere collegate alle Olimpiadi Milano-Cortina “a costo zero”!

“Insomma, ancora una volta, la tecnica della mangiatoia padana ha funzionato…” rincara Solombrino: “Alla faccia degli sciocchi abitanti del sud che continuano a morire, ogni giorno, sulla famosa “strada della MORTE” (SS106 Puglia-Basilicata-Calabria), i cui fondi erano stati dirottati per pagare le multe per le truffe sulle quote latte degli allevatori di vacche padani.

Tra le fonti, https://www.quicosenza.it/news/universita/471748-missione-artemis-il-sistema-simulazione-spacefom-realizzato-in-calabria




Incontro chiave per Italia

A Roma, presso la sede del Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie, si e’ tenuto qualche giorno addietro un incontro tra il ministro Mariastella Gelmini e i presidenti delle Regioni Lombardia, Attilio Fontana, Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, Veneto, Luca Zaia, Piemonte, Alberto Cirio, Toscana, Eugenio Giani, e Liguria, Giovanni Toti. Presente anche il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. Al centro del confronto – definito dai presidenti “positivo, utile e costruttivo”, l’obiettivo del federalismo 4?0. Un confronto “ illecito , anticostituzionale e truffaldino” volto a spaccare il paese non solo finanziariamente derubando ancora una volta i meridionali a danno dell’Italia intera, ma anche costituzionalmente attraverso la frammentazione di poteri su diritti fondamentali, nonostante il comprovato fallimento dimostrato anche in campo sanitario nel periodo pandemico. Il che viene perpetrato da porzioni di territorio definite da segmenti di politica ed informatori mediatici afferenti Pino Aprile e seguaci, arricchite deprivando il meridione di soldi per esso stanziati.

Ma i governatori del sud dov’erano? nemmeno invitati perché l’Italia si ferma alla Toscana o assenti ingiustificati ? Polemizzano dalla sede romana del partito meridionalistab”24 agosto”. Frattanto infuria una lotta clandestina tesa a disarcionare, da parte del Pd ed altri partiti affini e non, il governatore della Campania de Luca che si e’ dimostrato l’unico presidente di regione, a schiaffare i numeri lesivi per l’intero meridione, agli omologhi del nord ed all’intero governo.

LE NUMEROSE CONTESTAZIONI, DA NORD A SUD, NEI CONFRONTI DELLA P0RC4TA (AUTONOMIA) VENGONO RIDOTTE BANALMENTE A “TROPPO IDEOLOGICHE”

(dal gruppo “Amici di M24A” – Francesco Panariello) riporta che: ‘Il quotidiano Corriere della Sera con un editoriale a firma del prof. Marini pubblicato il 17 giugno ha dato inizio alla campagna di sensibilizzazione (o disinformazione!) pro Autonomia differenziata predisposta dalla ministra Gelmini. Il professore, infatti, ritiene che il D.lgs abbozzato dalla ministra vada approvato, sic et simpliciter, al più presto per il banale motivo che l’autonomia è prevista dalla Costituzione. In verità, non ce ne eravamo proprio accorti!

Al di là di questa amara considerazione, è necessario entrare nel merito dell’articolo pubblicato il quale, a parere nostro, affronta un argomento così serio in maniera troppo semplicistica.
In primo luogo, occorre ribadire con forza che l’autonomia differenziata non può prescindere dalla soluzione definitiva, e quindi dalla eliminazione, dello scempio della spesa storica. Infatti nell’ analisi, da definire benevolmente gelminiana, non si fa alcun cenno alla cosiddetta spesa storica che ha di fatto sempre più accentuato il divario socio-economico tra le Regioni del Nord e quelle del Centro-Sud. A tal proposito giova ricordare che una legge del 2009 stabilisce che i trasferimenti di risorse alle Regioni avvenga sulla base dei fabbisogni e non sulla scellerata spesa storica che dà sempre di più a chi ha già tanto, in contrasto con tutti i principi costituzionali riconosciuti. Di conseguenza giova ricordare che dal 2010 vengono sottratti alle Regioni del Sud oltre 800 miliardi di euro e lo certificano lo Svimez, I Conti pubblici Territoriali, le relazioni annuali delle Corti dei Conti, Commissioni parlamentari, oltre innumerevoli testi di analisti economici. Questo furto consente però di leggere nell’articolo che ci sono Regioni amministrate in maniera efficientissima (si desume quelle del Nord) a differenza di altre caratterizzate da apparati inadeguati (si desume quelle del Sud).

Sarebbe stato interessante verificare il grado di efficienza di quelle Regioni “virtuosissime“ con una disponibilità di 800 miliardi in meno, e verificare il grado di efficienza di quelle regioni del Sud con 800 miliardi in più. Amara considerazione che viene sottaciuta dalla maggioranza di quei meridionali che lamentano esclusivamente l’incapacità dei propri amministratori (in parte condivisibile) ignorando le disponibilità finanziarie accreditate alle Regioni ed ai Comuni del Sud. Eppure, nel Mezzogiorno è famoso il detto “Sine pecunia ne cantantur missae” (Senza soldi non si cantano messe )! Assume sempre vigore il convincimento che il virus della sindrome di Stoccolma ormai imperversa da anni al Sud! Ragion per cui, prima di dar corso all’autonomia differenziata va eliminato il criterio della spesa storica per la ripartizione delle risorse.

A quanto pare quest’ultima possibilita’ non interessa, come poco interesse viene riservato alla tematica collegata ai LEP, appena accennata, con un gelminiano en passant. Infatti, la tutela dei Lep è strettamente collegata alla tutela dell’unità giuridica ed economica del Paese, divenendo essa espressione dell’unità medesima.

Come si può pensare di dar corso all’autonomia senza PRIMA definire i Lep ? Come si può pensare di dar corso all’autonomia senza PRIMA assicurare che i livelli essenziali delle prestazioni siano garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale? Ma ciò interessa relativamente, l’importante, secondo l’editorialista, è che si dia avvio alla gelminiana Autonomia.

E se con la riforma scompare del tutto il fondo perequativo, previsto dal dettato costituzionale, cosa importa? Se il ruolo del Parlamento viene espropriato delle sue funzioni costituzionalmente garantite, dovendo esprimere solo un parere non vincolante, cosa importa? L’importante è avviare la riforma. Sarebbe interessante capire cosa avviene, in punto costituzionale, se la stragrande maggioranza dei parlamentari dovesse esprimere un parere difforme rispetto alla minoranza dei parlamentari componenti la gelminiana commissione bicamerale, oppure capire i motivi di un previsto sì passaggio parlamentare anche se già aprioristicamente lo si ritiene (per legge sic!) inutile, inefficace.

Su questi aspetti nell’articolo non si leggono spunti di riflessione. Per il professore è importante che la Riforma Gelmini si faccia presto, in modo “da non farci diventare nemici del bene“, con il pericolo, aggiungo invece, che ci faccia diventare amici del peggio.

“Uno sforzo per Napoli l’abbiamo già fatto, entro giugno entreranno ulteriori unità di concorsi che si sono appena conclusi con i corsi di formazione che purtroppo erano stati bloccati l’anno scorso per la pandemia. Quindi uno sforzo, noi stiamo facendo il massimo e tra l’altro l’attenzione che dedichiamo a Napoli si vede anche dalle volte che io sono venuta in questa città”. Così la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, a Palazzo Reale per il vertice sulla Convenzione di Palermo organizzato dal Pam presieduto da Gennaro Migliore, replica al sindaco Gaetano Manfredi che aveva chiesto uno “sforzo” al Viminale per mandare più agenti delle forze dell’ordine in città.

Ergo:
lo sforzo significa aver concesso una minima parte rispetto a quanto si concede alle altre città italiane
significa far passare il concetto che se le cose migliorano e’ grazie al governo centrale, che attualmente non intende risolvere il problema sicurezza attraverso le uniche due leve possibili :
controlli e forze dell’ordine
istruzione e indotto economico

Significa disoccuparsi di Napoli affinché i problemi vengano risolti in altre città ma in quella con il livello più elevato di neet, penalizzata per spesa procapite e indotto economico, bombardata a livello mediatico da sempre in modo che passi continuamente il messaggio di città pericolosa,il minimo e’ già abbastanza.